LA RAGIONE contro i; A, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione. * 1 LUI F. SILVAGNI, Direttore, w>jl Christian Street, Philadelphia. Pa. Il DEGENERATO sull'orlo dell'abisso, GIUOCA DISPERATAMENTE L'ULTIMA CARTA Quel grande delinquente che noi ci siamo prefìssi di schiaccia-t re senza misericordia e che in co lonia è conosciuto sotto il nomi gnolo di degenerato a causa del le sue tendenze e dei suoi istinti bestiali, come dicevamo nel nu mero precedente, ha cambiato -tìn'altra volta padrone, èd ore., proprio nell'istante che stava pei ripiombare nella più lercia e nel la più squallida miseria, si è at taccato alle gambe del Cav. Uff. C. C. A. Baldi ultima àncora di salvezza, il quale in un mo r ufcr>tn di grave tempesta, non ha sde gnato di prendere a! proprio sol do e al proprio servizio quegli al quale qualche anno fa saggia mente consigliava di dedicarsi ad altro mestiere. VerantSffte, il ladro di franco bolli ed assassino della prima mo glie venhè Ingaggiato da quel fa moso Vittozzi che promise solen nementè di assuntele la dire/io ne del battaglio, ma l'ingaggia mento venne poi approvato e ra tificato dal il quale, de! non pofPT^iei'mettcisi il lusso di guardar .Unito per il sot tile, perchè soltanto thdegenera to, s{flrst(»4a,Ua miseria che gì'' bussa "alle "s'ufe porte, poteva as sumersi un compito così odióso, qual'è ìa difesa della figura più nefasta e più sinistra della colo nia di Filadelfia. E così il cavaliere il dege nerato dK* essere 1 li no degno dell'altro; l'uno vale l'altro per onestà, per dignità, per coerenza. Appena qualche anno addietro ripetiamo il ricattatore di Pasquale Teti presentavasi al Cavaliere a sollecitare un avviso per la sua "Cloaca" che allora ve ramente chiamavasi "Fogna" ed il Cavaliere, coll'usata gentilez za e coll'usata mellifluità gli con sigliava: Non potreste, Signor Degenerato, attendere ad un al tro mestiere? Costui, per vendicarsi di quel lo che credette un insulto ed era saggio consiglio, lo attaccò fero cemente in diverse occasioni e lo chiamò, fra l'altro, meritevole di portare il berretto a righe e la catena al piede. In diverse occasioni, dicevamo, come i lettori hanno avuto occa sione di leggere nel numero pre cedente di questo giornale, il de generato ha definito il Cav. C. C. À. Baldi orditore infame che ha avuto ed ha sempre lo scopo di congiurare in danno di onesti cittadini e di gentiluomini a tut ta prova per rovinarli civilmente e moralmente; illustre cavalie re d'industria, ambizioso, ma ligno e il solito deplorato, il cui tonfo, il degenerato prognostica va, avrebbe dovuto sentirsi pre sto nel mare magno delle mo struosità coloniali. Questa non è solamente incoe renza, o degenerato, che vorre sti rimproveral e ad altri, ma per vertimento, prostituzione di ogni senso morale. E se dovessimo continuare a sfogliare la tua Fo gna d'allora, non la finiremmo più nel riportare tutti i tuoi giu dizii sull'uomo degno di portare il berretto a righe e la catena al piede. n questo numero, e nel corpo /questa stessa pagina i lettori rileveranno che in un altra pun tata il degenerato definisce il Cav. C. C. A. Baldi auspice di li na teppa che impera nella Fede razione ed'anche qui il degenera to ripete che le acque torbide dei torrenti in piena hanno poca vita, ciò. che per gli uomini di buon senso significa che la vita teppi stica del Cav. C. C. A. Baldi e dei suoi associati avrà breve du rata. Ricorda il Cav. C. C. A. Baldi queste ed altre pubblicazioni fat te dal degenerato sul suo conto ? E come mai è ricorso ad un cri minale della peggiore specie per la sua difesa? Non è ancora con ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ' vinto che certe difese dannejggia tno piuttosto che giovare e che noi e gli altri siamo persuasi che queste difese sono pagate lauta mente- perchè ognuno sa che il degenerato non fa niente pei' niente, specialmente dopo avere eruttato certi giudizii che oggi deve rimangiare insieme all'ar gon tdi cui viene fornito? r # * * • Ma torniamo a bomba. Oggi la situazione è cambiata. Oggi il de generato canta le lodi del Cava lieve che gli ha dato la possibi lità di comprarsi il panama nuo vo e di prolungare di qualche me se ancora la vita di bagordi ; il cavaliere, da parte sua, accetta il patrocinio di colui che avrebbe dftvuto darsi ad altro mestiere, perchè sa ejie nessiin'altra voce onesta ed autorevole si leverebbe a difendere il suo operato. PjUrtuttaviiftil degenerato è ta le un tipo di crfininale pericoloso e volgare che il Cavaliere il (pia le calpesta colla massima facili tà qualsivoglia scrupolo e qual sivoglia sentimentalismo, in sulle prime, stando a ciò che qualcuno .iuccònta, sentii ritegno di assu mere in sua difesa un essérè così, abbietto e così vile, ed alla fine lo accettò, perchè non, c'era da scegliere. E la titubanza del Cavaliere nel l'accettare un tanto campione, èva giustifìcatissimà, perette" na quando il degenerato lia preso la penna per scrivere su un foglio di carta, non ne ha mai imbroc cata una. Lasciamo da parte il suo passato remoto, fosco passa to che gli ha conferito la fama del più abbietto e vile satellite, e riesaminiamo per la decima volta le sue gesta degli ultimi tempi. Tutte le accuse che egli ha lan ciate, son crollate miseramente, tento che persino coloro che lo affiancavano, se si eccettua qual che maestro di sincerità e qual che fabbricante di pignatte e spacciatore di monete false, lo hanno abbandonato al suo grigio destino. 11 programma della "Cloaca" si compendia in una sola parola: sogno, ed il sogno venuto fuori dalla niente del mascalzone, ot tenebrata dall'alcool, era quello di abbattere la figura di Giusep pe Di Silvestro. La viscida rana sentiva invidia del toro gigante sco. Perciò il meschinissimo illuso lanciò, come prima sfida, la lette ra aperta .al Supre. Concilio del l'Ordine Figli d'ltalia, in cui in fliggeva la vecchia storiella del le azioni della Voce del Popolo. A questa stolta accusa il Supre mo Concilio rispose con un Comu nicato che fu una staffilata nel grugno incallito del degenerato, e Giuseppe Di Silvestro con do cumenti che mostrarono a luce meridiana essere l'accusa niente altro che una volgare calunnia, sebbene 1111 certo professore in erba, mentre faceva sdilinqui menti verso l'attaccato, insinua va gesuiticamente contro di lui e contro i redattori di questo fo glio. Ma il degenerato non se ne diede per inteso e, come se aves se assodato la prima parte del suo programma, saltò fuori con un altro parto della sua fantasia di delinquente nato e disse che Giuseppe Di Silvestro aveva car pito con arti indegne la carta di cittadinanza, e, scoperto, era sta to condannato come falso e sper giuro! Seguirono le smentite docu mentate, ma il vigliacco non se ne preoccupò, come non si preoc cupò dell'altro documento a suo tempo pubblicato, provante che Giuseppe Di Silvestro, contraria mente a quando scriveva l'assas sino della prima moglie, il colpe vole della tragica morte del figlio, il mantenuto di Fiorina, in una parola colui che non si vergogna PHÌL ADELPHIA, Pa., 23 AGOSTO lf>l7. IL DEGENERATO DEFINISCE LA FEDERAZIONE UNA ISTl'rf /IONE DI TEPPISTI, AUSPICE IL Cav. C. C. A. BALDI " r *" Nell'epoca del Comitato della Mobilitazione Civile la Fede razione decise di dare il denaro raccolto per l'Ospedale Italiano alla Croce Rossa o al fondo per le famiglie dei richiamati. Il de generato, che allora per attaccare il Cav. C. C. A. Baldi non si i faceva sfuggire occasione, prendendo atto di un tal deliberato si fece scrivere una lettera-comunicato dal ladro di francobolli, a firma D. S.', per scagliarsi contro la Federazione ed il suo Pre sidente. Alla lettera del ladro di francobolli ci voleva il commento del degenerato che dopo aver dichiarato di essere costretto a dar ragione a D. S. (leggi degenerato) ed aggiunto essere do veroso dare alla patria e alle famiglie 'dei richiamati in quel riscontro quando più si potesse raccogliere, conchiudeva: Noi siamo certi che qualunque cosa si potesse scrivere in opposizione alla deliberazione che è stata presa, auspice il GRANDE C. C. A. Baldi, dalla Federazione italiana, non sareb be altro che fare opera semplicemente vana. ANCHE NELLA FEDERAZIONE IMPERA LA TEPPA ED ALLE PERSONE DI BUON SENSO NON CONVIENE PROPRIO SCENDERE AD OGNI MODO A COMPETENZA CON ESSA. Però ricordi ognuno che le acque torbide dei torrenti in piena hanno poca vita, ed al cessare del temporale deve sopra ogni altra cosa ri prendere il dominio la ragionevolezza dell'ordinario tempo se reno, ecc. ecc. * Secando i,/.4 ) voi e>, Federazione rappresentate te acque torbide dei torrenti in pie na e l'ltalian Recostruction Committee rappresenta invece il mezzo, perchè voi facciale « tonfo, prognosticato dal ladro di francobolli, in modo che, distrutto voi e la vostra istituzione, la ragionevolezza riprenda il dominio dell'ordinario tempo se reno. Quegli che di voi altra volta parlava così è colui che oggi vi difende. Diteci, Cav. C. C. A. Baldi, non siete voi orgoglioso di tanto difensore? di parlare di santuario domesti co, aveva soddisfatto fino al cen tesimo i contrattori Vincenzo De Santi e Sante Cossa che gli ave vano costruito il building dèlia Voce del Popolo. Ma a che ripetere ancora Cose già.dette? Oramai tutti sono con- I vinti della pravità delle intenzio ni del mestierante ricattatore nel tentativo stolto di menomare la figura di Giuseppe Di Silvestro; ma dei diversi capi d'accusa non è rimasta neppure la benché mi nima traccia. Era naturale quindi che il Cav. C. C. A. Baldi, prima di affidar si ad un simile sostenitore della sua causa, dovesse rimanere a lungo titubante. E se alla fine si è dovuto decidere ad assoldarlo, è statt» perchè non ha potuto tro- di meglio. Ed ecco che la "Cloaca", che altrimenti sarebbe già sepolta, ha potuto prolungare ancora di po che settimane la vergognosa esi stenza. + * * II degenerato, ricevuta l'offa ed il comando, non sapeva come cominciare. Égli ricordata ciò che aveva scritto del Cav. C. C. A. Baldi qualche anno fa e, non perchè gli ripugnasse la contrad dizione, ma per timore del pub blico, incominciò da principio a mantenersi sulle linee generali. Ma più tardi, forse perchè co strettovi da chi lo pagava, vinse le prime titubanze e si mise ri solutamente sotto la sferza J 2l nuovo padrone. E così si afcde a criticare senza ritegno il sistema di lotta, iniziato per l'emaficipa zione coloniale, dai migliori con nazionali. Ma tutti i difetti e tutte le manchevolezze dei componenti il Comitato suddetto; la moralità ed onestà più o meno discutibile di essi ; il sistema di lotta correte to o scorretto non riusciranno mai a far dimenticare che il de generato straccione, oggi stre nuo difensore, altra volta scrive va del Cav. C. C. A. Baldi che era meritevole eli un berretto a righe e della catena al piede. I difetti e le manchevolezze altrui dunque, non potevano annienta re il patrimonio morale del Cav. C. C. A. Baldi, così bene illustra to per il passato dal degenerato * » # Circola una voce per la colo nia, la «piale assicura che ai due sobillatori.del degenerato, mono polizzatoci di sincerità, ahi mè, lfc fi [e 'si sono spaventosa mente giunta unjaltra torbida figura, un mangiatore di abbonamenti «li scene illustrate e di forbici colo niali. E'ppssibile. Il simile cei*ca il proprio simi le; il ladro sr associa al proprio collega; ogni degenerato cerca la compagnia di un altro degene rato. t E questa nuova recluta forni sce al ladro di francobolli ritagli di vecchi giornali, di cui costui si serve' per pubblicare attacchi fatti molti anni addietro ai fra telli Di Silvestro e smentiti so lennemente. Ma se il mascalzone che vive di ricatti e di dedizioni avesse in minima pafte il senso della propria responsabilità, pub blicherebbe anche le risposte a quegli attacchi, facendole segui re magari dai suoi commenti ve lenosi, e così il pubblico potrebbe formarsi un convincimento pro prio. Certamente non è detto che, allorquando un galantuomo viene attaccato e gli si ripetono per dieci volte le stesse accuse, debba ripetere le stesse cose in sua dì fesa. Si dovrebbe fare per la gente scfpraggiunta più tardi, la quale potrebbe in certa maniera im fjlessionarsi, ma noi non voglia mo fare il giuoco del sudicio ma scalzone. Del resto i nostri amici, i fra telli Di Silvestro, sono abbastan za noti, perchè si possa abboccare all'amo teso dal ladro di franco -1 bolli. In ogni modo, si sarebbero po luti riesumare, oltre alla risposta 'all'attacco di lacolucci, tutti gli articoli polemici di Giovanni Di I Silvestro non solo, ma anche di i Giuseppe che firmava con lo pseu donimo di Alpha. In quegli articoli il pubblico a vrebbe potuto rilevare le dichia razioni di coloro che smentivano 1 l'addebito, che del resto non co stituiva manchevolezza, di lavori | tipografici- della Corte Amerigo j Vespucci. Il Di Silvestro più volte si era rifiutato di eseguire lavori di 'stampa per (inella Corte; ed il pubblico avrebbe avuto campo di leggere una dichiarazione di sti ma e di fiducia della Ditta Ed ward Whitehill con cui Giuseppe Di Silvestro ha lavorato per un periodo di 1 anni, i cui com ponenti furono testimoni a suo , favore nella causa Naselli, di chiarazione che fu ripubblicata anche a gennaio scorso allora quando un ragioniere malvagio, ladro, aveva ripetuto l'allusione che disse aver sentita dal dege nerato. La pubblichiamo di nuovo per dimostrare ancora una volta che questo vilissimo mestierante, questo farabutto che ha perduto ogni senso di pudore e di onora bilità, nella sua opera infame di basso prezzolato, ha una mira ' que'Ut di .vfi cry/.r.i'c i! falso, per poter gustare poi la fe roce soddisfazione di nuocere al l'altrui reputazione. "Riceviamo e pubblichiamo: Sig. T. Catalano, direttore de La Voce della Colonia. Caro Catalano, Qualche furfante, nell'intento, forse, di distrarre l'altrui atten zione sulle proprie gesta con i si dice di un Tizio e di un Caio, vor rebbe offuscare la onorabilità di chi si trova troppo in alto perchè le velenose insidie di vendetta possano contaminarlo. Ti prego di pubblicare inte gralmente, e nei suo testo ingle se, perchè non perda nulla della sua originalità, la seguente di chiarazione che la ditta Edward Whitehill, per la quale lavorai circa I aiuti, mi rilasciava il 19 marzo 1 <>/), senza l'intromissio ne di alv/in reverendo. Giova notare anche, che il ca po di detta Ditta, Mi . Whitehill. nella causa Naselli-Tresca-Di Sil vestro rese la più lusinghiera te stimonianza sul patrimonio mo rale del sottoscritto, senza la rac comandazione del quale non a vrebbe preso altri agenti italiani che hanno poi lavorato con lui. Questa dichiarazione fu pub blicata altra volta su "La Voce del Popolo" e se la ripubblico lo fo per metterla sotto il grugno di alcuni bollati. "EDWARD WHITEHILL Furniture, Carpets, and Household Goods fil9 Market St. 610 Commerce Street Phila., Pa., 3-19-10 To whom it will may concerti This will certify that Jos. A. Hi Silvestro was in our employ as solicitor and col lector for about four years. We found him to be honest, sober and industrious and recommend him with the best terms. He left on his own accord to enter the Newspaper business. Yours very truly E. Whitehill." Grazie della pubblicazione e credimi Giuseppe Di Silvestro." Del resto la seguente franca e sincera dichiarazione di Giusep- Anno I. N. 8 "> soldi la copia. pe lacolucci, apparsa ultimamen te, anche sulle colonne della "Vo ce della Colonia," costituisce una altra piova lampante che U de generato, nella sua opera diffa matoria, non ne ha imbroccata una. E noi siamo sicuri che la di fesa che ha assunta del Cav. C. C. A. Baldi, nuocerà infinitamen te a costui, e se si dovesse e.- er giusti, non Baldi ma l'ltalian Re construction Coni ni il te dovrebbe essere a gettargli l'offa nelle can ne insaziabili. UNA DICHIARAZIONE DEL SIC. IACOLUCCI Un giornale settimanale di qui riproduce una mia lettera pub blicata oltre otto anni fa, duran te una polemica giornalistica tra i signori fratelli Di Silvestro e me. Tengo a dichiarare: Durante la polemica, tanto io quanto il giornale "La Voce del Popolo" ne dicemmo di cotte e di crude, terminando la \erten y.a con arresti e minacce di peg gio; Che la polemica nacque in oc casione della nomina di un Comi- | tato coloniale per l'Esposi/aone Internazionale a Roma e comin ciò con uno scambio di parole piuttosto vivaci, terminando co me usualmente terminano le po lemiche tra gente di razza latina, giungendo ajsli estremi; E qui mi si permetta denotate che i vari capi di accusa contro i signori C.iuseppe e Giovanni Di Silvestro erano basati su infor mazioni fornitemi da loro nemi ci. In buona fede le credetti vere e genuine; con mia sorpresa le trovai assolutamente false, in quanto potessero intaccare la re putazione dei signori fratelli Di Silvestro: fui burlato e ne pagai il (io. Che prima del malinteso esi steva fra noi. più che amicizia, affetto fraterno, poiché, lo dico ad onor del vero, non ebbi mai a dubitare della sincerità e dell'o nestà di Giuseppe e Giovanni Di Silvestro nella lotta da essi intra presa per purgare la colonia da spudorati speculatori, da imbro glioni d'alto bordo; Che cessata la causa, finirono gli effetti della polemica e tra noi di nuovo ritornò duplicata l'ami cizia sincera, disinteressata, pro prio quando essi ed io ci trova vamo sull'orlo del precipizio, spintivi dal genio malefico colo niale; Che se la pubblicazione della mia lettera ui otto anni fa mira a suscitare discordia fra i sono ri Giuseppe e Giovanni Di Silve stro e me» posso assicurare l'edi tore del settimanale che egli spreca invano dell'inchiostro e fa, come suol dirsi, un buco nel l'acqua. L'esperienza del passa to ci ha insegnato a stare in guar dia specie da chi ha interesse a seminar zizzanie. G. lacolucci." Anche lacolucci, nell'articolo polemico contro iDi Silvestro, per il fatto della carta di citta dinanza, scriveva a suo tempo nell'articolo polemico riportato dal degenerato : io lo so, ma è necessario che egli lo dice, perchè lacolucci stesso sapeva della sco perta del Di Silvestro della ille galità della carta e delle prati che che costui stava facendo fin dal 1909 e non dal marzo 1910, quando Di Silvestro spontanea mente si presentava in Corte a j rifiutare la carta. Nè egli è tenu to a rivelare quale fu l'incidente avvenuto proprio in Camden, perchè non esercitando egli l'in fame mestiere della spia, come fa il degenerato per conto dell'Au stria, non intende compromette re persone. Il lurido frequentatore dei più abbietti lupanari ripete ancora una volta la stupida storiella del- I la biada, pur convinto di non a-