2 LA RAGIONE Organo di difesa della italianità contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemi ci della patria di origine edi quella d'adozione. F. SILVAGNI, Direttore 911 Christian Street Phila., Pa. UNA COPIA 5 SOLDI Philadelphia, 2t Luglio 1917. 1 ANNO 1. No. 6 lorde, si son perdute in un vuoto desolante; sono state addirittura polverizzate dalla forza della ve rità. Il degenerato però, da parte sua. deve ancora smentire tutto ciò che gli abbiamo lanciato sulla faccia e provato; cosa che egli non ha neppure tentato, poiché tenterebbe l'impossibile. Egli ancora deve dimostrarci con documenti e non con stupidi cavilli, che non è ladro di franco bolli e di altro; che non è vero che assassinò la prima moglie e che quando la infelice esalava l'ultimo respiro, egli trovavasi nei lupanari; che non è vero che defraudò la dottoressa della pat Il Cav. C. C. A. Baldi e suo figlio Vito ripudiati da una intera Colonia di 160 mila Italiani SENZA COMMENTI, COSI' COME SONO STATI EMESSI, PUB BLICHIAMO I VOTI 1)1 PROTESTA CONTRO DUE SINISTRI FIGI RI CHE PRETENDEVANO RAPPRESENTARE LA COLONIA ITALIANA DI PHILADELPHIA. IL CIRCOLO ITALIANO DI FILA DELFIA. "Ad una seduta indetta pel 23 giu gno 1917 al Circolo Italiano di Phila delphia, 1145 S. Broad St., una orga nizzazione composta di professionisti e commercianti italiani della città, venne approvato il seguente ordine del giorno: "CONSIDERATO che questa orga nizzazione ha per scopo precipuo lo sviluppo delle masse italiane in Fhi- ; ladelphia ed il caldeggiamento degli italiani americani, e CONSIDERATO che certi membri di questo Circolo, cioè C. C. A. Baldi e Vito M. Baldi, sono ritenuti non es sere d'accordo con le nobili mire e gii ideali di questa organizzazione, ei de libera, perciò, di invitare i detti C. C. A. Baldi e Vito M. Baldi a dimetter si da membri del detto Circolo Italia- i no. "SI DEUBERA INOLTRE che quest'ordine del giorno sia inviato per lettera registrata a C. C. A. Baldi e Vito M. Baldi, e che lo stesso sia co- j municato alla stampa americana, al la stampa italiana, all'Ambasciatore : d'ltalia a Washington, al Sindaco di ! Philadelphia, Hon. Thos. B. Smith, ed a Mr. William Potter, Chairman del Comitato pel ricevimento della Mis sione Italiana. "SI DELIBERA INOLTRE che que st'ordine del giorno sia sottoscrìtto dal Presidente ed autentificato dal Segre tario. "IN FEDE DI CHE il Circolo Ita liano, per mezzo del suo Presidente, vi appone la firma oggi 23 giugno 1917. Robert Lombardi, Pres. Per copia conforme "Domenico Di Lauro, Segr." SOCIETÀ' DI M. S. L'INDIPENDEN TE A. VESPUCCI Egregio Sig. Direttore de La Ragione, Le comunico il seguente deliberato, con preghiera d'inserirlo nel suo set timanale. L'intestata Società, riunitasi in se duta ordinaria il 26 giugno, alla Co lumbus Hall, 746 So. Bth St., discuten do sui festeggiamenti fatti alla Mis sione Italiana, e deplorando che se non riuscirono di maggiore soddisfazione devesi per certezza ed evidenza di fat ti attribuire alle mire subdole, adope rate da un ambizioso ed ignorante faccendiere, che risponde al nome di C. C. A. Baldi, coadiuvato dal suo de gno rampollo Vito, deliberava: 1. Considerando, che nessun Co mitato speciale per i festeggiamenti alla Missione Italiana è stato nomi nato, e quanto è asserito nel giornale l'Opinione del 22 giugno, circa un Co mitato esistente, è completamente fal so. Un solo Comitato, è sempre esi stito, riconosciuto ufficialmente dalla Colonia e fu quello della Stella d'lta lia fra i barbieri Italiani, il di cui mandato riconosciuto, ed al quale si i tuita mercede, simulando sulla casa più debiti di quelli che esi stessero realmente. Che non è ve ro che la infelice moglie assassi nata era costretta a tenere in ca ssi due dozzine di bordanti, per a limentare i vizi di lui. Che jion è vero che, a causa di gelosia, la martirizzava coi più inumani trattamenti, tirandole calci nello stomaco in periodi interessanti. Che non è vero che attualmente maltratta la seconda moglie che più volte ha messo fuori di casa, dopo averne, in poco più di , un mese, dilapidata la dote otte nuta, con false pretese e minac ce, da Nicola Albanese, compen sandolo poscia con lettere d'insul to e di accuse contro l'onorabilità della madre di costui. Che non è vero che ha ricattato la Italian Co-Operative Hanking Ass'n per 400 dollari; che ha truffato Pa squale Teti e poi lo ha minacciato d'arresto; che ha truffato gros sieri, venditori di bevande e pro prietarii di case ; che non è vero che è stato ed è tuttavia una spia austriaca ai danni dell'ltalia e che ha intascato il prezzo dell'in famia. Qundo egli sarà riuscito a pur garsi di tutte queste accuse di mostruosi delitti e di mille altre non meno gravi, soltanto allora, dopo sette anni di acqua e di so le, potrà essere riammesso nel consorzio degli uomini. LA RAGIONE attenuto era di raccogliere fondi Pro Vedove ed Orfani della Guerra. 2. Considerando che C. C. A. Bal di, arrogandosi un diritto che nessuno gli aveva concesso di rappresentare ! ai festeggiamenti la Colonia Italiana, I e conoscendo che con opera deleteria, abusando della buona fede delle auto rità cittadine, compilò la lista degli in vitati al banchetto d'Onore dato dal Sindaco di Filadelfia ai componenti la Missione, escludendo persone rispet tabilissime della Colonia, includendone ! altre molto dcfiiccniti e trascurando ! perfino i decorati come Lui, ma più degni di Lui, della croce di cavaliere, che la loro presenza a quel posto sa- ; rebbe stato Onore per la Colonia Ita- ; liana. 3. Considerando l'atto vigliacco p antipatico del figlio Vito, che alla : Banda preparata all'uscita della Sta zione, per intonare l'lnno Nazionale, all'apparire della Missione, rivoltò ad un musicante, lo minacciò di arresto j se fossero stati suonati inni italiani. | 4. Considerando dalla prova di fatti incontestabili che erasi preme- j iitato dal padre e figlio Baldi dare I ano schiaffo morale alla Colonia Ita- j iana, che se si schivò fu per il senti- j mento patriottico dei connazionali, che j :on sincero e liberale animo tributa rono degni onori alla Missione Italia na, ad unanimità approvano, e si ren iono solidali al Circolo Italiano di Fi ladelfia che con voto unanime dell'As semblea del 23 giugno invitava i Soci C. C. A. Baldi e suo figlio Vito a ras segnare le loro dimissioni da membri lei Circolo Italiano, perchè indegni di appartenervi. Che il Sindaco e le Autorità tutte sappiano che la Colonia Italiana non ha mai riconosciuto nè riconosce quale leader e suo rappresentante C. C. A. Baldi, e che tutti i suoi atti compiu ti sono di disdoro al nome Italiano, e poco graditi ad un buono ed osse quiente Cittadino Americano. Infine lo denunziano all'Autorità Consolare per chè dall'esposizione dei fatti, che ri spondono al vero, ne informi il Patrio Governo per il ritiro dèla Croce di Cavaliere, da un tale uomo che se n*è reso indegno. Ringraziando a Lei, Signor Diretto re, ci creda, Il Presidente, B. Oro Il Segretario, F. Vela. ♦ * * LA SOCIETÀ' UNIONE ABRUZZESE uno dei più fiorenti sodalizi italiani di Philadelphia, che accoglie nel suo se no 346 membri, di cui non meno di 170 cittadini americani, nella sua se duta ordinaria del primo luglio, af follatissima, udita la dettagliata rela zione del suo ex Presidente Sig. Na zareno Monticelli ed i discorsi di al tri soci autorevoli; Tenuto presente che il Cav. C. C. A. Baldi e suo figlio Vito, durante il pe riodo di preparazione per il ricevi mento in onore della Missione Italia na, si comportarono indegnamente a danno di persone della Colonia, me ritevoli del più grande rispetto; Tenuto conto anche delle gesta che, da oltre un ventennio, il Cav. Baldi va compiendo, e che suonano offesa ed insulto a tutti gli italiani; DELIBERA all'unanimità e per acclamazione, di ; protestare solennemente ed energica mente contro le mene di questo signo ri», che vorrebbe fare della sua casa una specie di dinastia, e di far pub blicamente noto che mai, in nessuna occasione, egli è stato autorizzalo a rappresentare la grande massa degli italiani di Philadelphia. Antonio C'asciato, Pres. Pietro Colaprete, Segr. SOCIETÀ* STELLA D'ITALIA Egregio Sig. Direttore La Ragione La Società Barbieri le sarebbe gra titissima qualora nel suo diffuso eb domario si vedesse pubblicato l'acclu so comunicato. Con i sensi della più alta stima a j nome di tutti anticipo i più vivi rin graziamenti. Antonino Viglione, Segr. La Società Stella d'ltalia* fra i Bar bieri Italiani, nella riunione ordinaria del 1.0 Luglio 1917, udita la relazio ne del Presidente in riguardo alla rac colta dei fondi prò vedove ed orfani, dopo una discussione seria e dignito sa, valutando tutti i fatti successi con grandi applausi venne approvato il se guente ordine del giorno da inviarsi alla stampa Italiana ed americana: 1. Che (in dall'inizio del movi mento per raccogliere danaro per gli orfani e le vedove, da consegnarsi al la Missione Italiana in America, in occasione della sua visita a Phiiadel phia, C. C. A. Baldi e suo figlio Vito, invece di associarsi da buoni italiani al movimento, incominciarono le soli te manovre losche allo scopo di fare della nostra associazione e del nostro movimento un cuscinetto ai loro bassi fini personali. 2. Che C. C. A. Baldi e suo figlio Vito, come il solito si accinsero a mo nopolizzare il movimento per uso e consumo loro abusandosi della dabbe naggine dei proprii connazionali e del la buona fede degli Americani, e quando si accorsero che non potevano dipendere dalla supina acquiescenza della Società Stella d'ltalia, tentaro no di invitare il Regio Console Italia no ad altra riunione che doveva te nersi dai loro pochi seguaci, ma che il Console dando prova di avvedutezza e di carattere si .rifiutò avendo , jpà promesso alla nostra Società. t 3. Che C. C. A. Baldi e suo figlio Vito, non essendo riusciti a monopo lizzare il movimento come credevano a mezzo dei loro giornale nell'elemen to Italiano, ricorsero ai soliti mezzi di far vedere lucciole per lanterne, dif fondendo ogni giorno menzogne nella stampa Americana. Difatti molte vol te e specialmente nelle due passeggia te i fogli americani scrivevano che la raccolta del denaro fu fatta a mezzo del Cav. Baldi e sotto la sua protezio ne, nascondendo a tutti il nostro soda lizio che sempre è stato in prima fila in tutte le occasioni. 4. Che C. C. A. Baldi, preoccupato dal fatto che egli non poteva farsi credere ancora una volta agli ameri cani come capo della colonia, ricorse a mezzi indegni di uomo e di Italia no tentando di far cancellare la pa rata dei Figli d'ltalia, di questa as i sociazione che avrebbe potuto far da sola, ma invece, senza alcuna invidia ha seguito il nosfro movimento dan ; dùci $11.000.00, mentre i suoi capi da C. C. A. Baldi nell'ombra sono stati I dipinti a color nero. I 5. Che la Società Barbieri, pure edotta delle ingerenze e delle inde | gne manovre da C. C. A. Baldi e suo I figlio, sin dal principio, per carità idi | patria, tacque e frenò ogni sentimento di protesta contro questi uomini che j pensano solamente per toro stessi, i 6. Che per questi motivi ed altri an | cora che la Colonia conosce la Socie tà Barbieri forte di 300 membri qua ;si tutti cittadini Americani: Denun zia C. C. A. Baldi e suo figlio Vito j come nemici degli Italiani e della Ita lianità in America; li denunzia come indegni di appartenere alla nostra co munità di onesti e laboriosi connazio nali; li denunzia come nemici di tanti j professionisti giovani Italiani, ai qua li vien negata ogni opportunità, men ; tre per il proprio figlio, che tentava | di frodare lo State Board senza om- I bradi pudore, riserba posti politici. Infine la Società Barbieri, mentre ringrazia tutti gli Italiani, tutte le al tre consorelle, tutti gli Ordini che hanno contribuito con le loro offerte I alia sua iniziativa, proclama di riti rarsi dalla Federazione delle Società I Italiane e di non riconoscere l'Opinio j ne come suo organo ufficiale. Antonino Viglione, Segr. Giuseppe Mercurio, Pres. LA PROTESTA DELLA CORTE AMERICO VESPUCCI La Corte Americo Vespucci No. 234 Foresters of America, nella sua sedu ta straordinaria avuta luogo lunedì, 9 luglio, nella Columbus Hall, volle aggiungere anch'essa una voce di prò LA RAGIONE ' testa contro il mestatore della nostra Colonia, pigliando, come hanno fatto altre associazioni, le mosse degli av venimenti ultimi, che hanno sollevato fra i nostri coloni un vivo sentimen to di indignazione ed hanno dato mo tivo ad una santa reazione, mirante alla rigenerazione morale e politica della colonia. Ed ecco senz'altro il vibrato ordine del giorno : La Corte Americo Vespucci No. 234 Foresters of America, forte di 600 mefnbri, riunita in seduta straordina J ria nella Columbus Hall, oggi 9 luglio 1917, udita la chiara relazione sugli ultimi avvenimenti svoltisi in colonia in occasione della venuta dei messag geri di Roma; Presa visione dei maneggi loschi per ostacolare in tutt'i modi la solenne dimostrazione organizzata dalla colo nia, auspice la Società Stella d'ltalia fra i Barbieri Italiani, e col valido concorso del benemerito Ordine Figli d'ltalia in America, di cui si tentò d'impedire lo spiegamento delle forze; Considerato che dal banchetto ci vico in onore della Missione Italiana si volle malignamento escluso il mi gliore elemento rappresentativo della vera colonia; Ad unanimità e senza sottintesi \ DELIBERA Di prestare solennemente e vibra tamente contro l'opera nefasta che C. C. A. Baldi, con la cooperazione del suo degno rampollo Vito, va da oltre un ventennio compiendo in danno del la nostra massa immigrata, dopo es sersi arrogato il titolo di "Leader" che nessuno gli ha mai conferito; Delibera inoltre di associarsi pie namente ed incondizionatamente al movimento iniziato dal Circolo Ita liano per detronizzare il detto C. C. A. Baldi da un Leadership che ha sa puto abilmente usurpare, e concorre re con tutte le sue forze alla rigene razione morale della Colonia, clìe non ha mai sentito il bisogno di essere te nuta sotto tutela. Pietro Di Giorgio, Sub Chief Ranger A. Palladino, Segr. di Finanza, 1502 Moore Street. DÌ questa Corte è socio Fioravante, un altro cavaliere, fratello di C. C. A. Baldi.' n. d. r. * * * UNA PROTESTA DAL PREBISTERO "Cambridge, Mass., 4 Luglio Egregio Signor Direttore, Ringrazio colui che ha avuto la pre mura di spedirmi "La Voce" fin qui, dove sono per alcune 'conferenze. Ho appreso così del movimento osti le che si è iniziato contro il Baldi da gli Italiani di rhiladelphia, dopo la partenza degli Inviati d'ltalia. Se i fatti narrati sono del tutto ve ri, io aggiungo allo sdegno generale a?iche il mio e rompo quel silenzio che mi è stato sempre caro. Al banchetto della sera notai l'assenza di molti dei migliori e mi accorsi che gli inviti erano stati estesi con igno bile parzialità. Non seppi allora su chi cadesse la responsabilità ed il biasimo, nè compresi come in una oc casione di tanta importanza non si fosse assorti di sopra ai partiti ed al le piccinerie d'animo ed al solito pet tegolezzo coloniale, come avrebbe fat to chiunque fosse stato abituato a lar ghe vedute ed a sentimenti di vero ita liano. L'occasione si presentò per u nire e non per dividere i figli della madre patria. Ivi avrebbe dovuto ta cere la gelosia e la rivalità ed avrebbe dovuto prevalere il bene pubblico al gretto egoismo; ivi avrebbero dovuto aver parte eguale individui di ogni tendenza religiosa, sociale o politica, come si sarebbe osservato in un'atmo sfera americana. Se il Baldi avesse saputo approfit tare del momento, avrebbe potuto su scitarsi un'onda di rispetto e di sim -1 patia e cominciare un movimento di unione e di forza, mentre al contrario ha eccitato un'indignazione che certo non gli gioverà a compiere impune mente altre rappresaglie o piccole : vendette per l'avvenire. Mi duole che certe notizié mi siano | pervenute troppo tardi, altrimenti a j vrei potuto servirmi dell'opera di due ■ illustri membri del comitato appar ! tenenti alla stessa grande Chiesa, che 1 rappresento, per fare intervenire al banchetto, dove fui, uomini di eguale ! fede religiosa del Nitti e del Marco ! n' e tanti altri fratelli italiani della | città degni e colti. | Certi fatti avvengono per spargere | luce, umiliare o esaltare, o, per espri | inermi in un modo popolare: non ogni | male viene per nuocere. Con profonda stima mi creda Dev.mo suo * Rev. T. Della Cioppa. Chiesa dell'Emmanuello. » * * Pubblichiamo in inglese, perchè non perda la sua efficacia, la protesta di molti Ministri Protestanti della Dioce si di Philadelphia. SAY INTERIOR LEADEUS HI'RT ITALIAN COLONI At a meeting hgld yeeterday of th« Italian Protestant Ministerial Asso ciation of Philadelphia and vicinitj the following resolution was adop der:— 1. Whereas, lt is the purpose of this organization to develop the spi ritual, moral and intellectual condi tori of the Italians of Philadelphia,,, and 2. Whereas, The said Italians have lately been grossly misrepresen ted in the recent visit of the Italian Mission to this city by men, not qua lified either by intellectual or moral attainments to pose as leaders of said people; and 3. Whereas, it is the sense of this organization that the arrangements for the visit of the said Italian Mis sión were deplorably mismanaged by so-calted leaders to the detriment and injury of the large Italian population of Philadelphia. 4. Therefore, Be it Resolved, that the Italian Protestant Ministerial As sociation of Philadelphia does hereby protest against the conditions which made possible the participation in the arrangements for t|ie visit of the Ita lian Mission, of men not qualified to represent the Italians of Philadelphia, and it does further protest against the self-appointed leaders through whose ineffìcient medding and self exploitation the Italians of Philadel phia were deprived of full and digni fìed partecipation in the recent recep tion to the Italian envoy. Be it Further Resolved, That copy of these resolutions be sent to the Mayor of Philadelphia and to the public press. A. Stasio, Acting Presidente J. T. Panetto, Secretar)' ♦ * * LOGGIA Dr. PIETRO FARINAIO Numero 721 Philadelphia, Pa., 16 Spett. Grande Concilio Stato di Pennsylvania. Degno Grande Venerabile, La Loggia Dr. Pietrcy Farinato No. 721 nella sua seduta ordinaria del 30 I DUE ORDINÒ Eccone un'altra dell'Ordine In dipendente. Il farmacista Signor Gennaro Tito Manlio, Grande Te soriere, solamente per aver fatto gli elogi dell'Ordine Figli d'ltalia in America, che spiegò tutta la sua forza e la sua grandezza nel la parata fattasi in occasione del la venuta della Missione Itaiana a Philadelphia, è stato fatto ber saglio ai colpi innocui del picco lo grande. Una dichiarazione semplicissi ma, di un galantuomo che ama il vero, ha fatto venire le tiweg giole ai capoccia degli Indipen denti e Gennaro Tito Manlio, co me nella santa Inquisizione di Spagna, è stato punito con la de stituzione della carica. Domeni ca, 8 corrente mese, verso le 6 p. ni., senza un invito di lette ra, senza nessun processo, il Grande Concilio mandò a ritira re la fascia. Sono cose dell'altro mondo e da questo modo di pro cedere l'Ordine Indipendente, in lina sola parola, può definirsi l'Ordine del Disordine. E' possibile ai giorni d'oggi che un vostro associato, sol per chè facente parte degli Indipen denti, non può dare un suo giu dizio, non può esprimere una sua opinione? Allora, di grazia, dov'è la vo stra indipendenza, impudenti che siete ? La risposta l'ha ben data le stesso Tito Manlio nella sua let tera di dimissioni alla stampa. Se non è per il suo giudizio e spresso in favore dell'Ordine, per quali altre ragioni si è ricorso ad una misura dragoniana all'ulti mo momento? Perchè a Tito Manlio non gli si è inviata una comunicazione facendogli note le sue mancanze e le decisioni de Grande Concilio? E', o non è cor rettezza d'una Istituzione che si rispetta mandare delle comunica zioni e spiegare i fatti avvenuti dimostrando la causa che avevs provocato il provvedimento' Questi punti di elementare edu cazione non sono conosciuti da prominenti dell'Ordine Indipen dente per la semplicissima ra gione che la Segreteria non tiene disponibile carta, calamaio e pen ne ed anche avendo questi uten sili, che sono nemici di tutti gì ignoranti, difficilmente se ne sa rebbero potuto servire, perchi non sanno usarli. Con questo bel gesto la coloni? tutta si è viemmaggiorment< convinta dei mezzi che usa il pie colo grande contro qu'egli uomin che non sono proni ai cenni, a comandi del minuscolo dittatore L'atto autocrate dell'ex impie gato municipale ha mostrate ancora una volta il meschino < venclicativo animo suo ed nu fat to disgustare anche alcuni ipson fratelli dell'Ord. del cinquecento Giugno u. s., dietro proposta -.5 K*v. Fra. Sabba rese, deliberava (4 I nanimità di fare formale protestagli tro l'operato del Sig. C. C. A. BjS per la sua vile campagna contro 5 nostro potente Ordine Figli d'ltalia ■ occasione della venuta della Missi J Italiana in Philadelphia. La Loggia fa voti presso il de Concilio di promuovere un mento fra tutte le logge di PennJ vania e specialmente qui in PhiUß phia, contro il vile denigratore del 8 stro Ordine, che audacemente lo l'l sentava sotto cattiva luce presso® Sindaco di Philadelphia, facendo esc ■ dere dall'essere rappresentato nel r 'l mitato ricevimento. Inoltre la Loggia deliberava di nJ dare una lettera di ringraziamento® Regio Console Cav. G. Gentile pe,'fi sua opera spiegata presso il 58Ì.J J pel riconoscimento del nostro bene», * rito Ordine. Con fraterni saluti, Dev.mo in L. U. F I Salvatore Terruso, V». ♦ * * LOGGIA FELICE NAZARIOSA( jj Numero 617 Phila., Pa., 5 Luglio Ui-9 Egregio Sig. Giuseppe Di Silveslt» I Grande Venerabile Stato di f- Degno fratello, Alla seduta ordinaria del primo'® glio, l'assemblea deliberava di TJ darle un voto di plauso e di amnij zione, per il suo assiduo lavoro osi® mantenere sempre alto il nome del-,11 stro Ordine e sventare una volta >9 sempre l'ambizione di un avventuri»® che per tanti anni ha saputi) stft3jl re la pacifica Colonia di onesti latU ratori, mettendo sempre in uso le male arti. Il Augurandole sempre successo, J9 far sì che il nome malefico dei B/ll non vorrà più figurare nella n» < Colonia, la saluto, « Massimiliano Di Giuli» « Segretario Arch: r T I intanto a scorno del gonfio fi po in testa e di Guriangiolo, B 10 punzecchia da dietro le qfl te, il signor Gennaro Tito ha ricevuto e continua a rii d< re le congratulazioni di tutti da uomini dabbene della colonia] mi l'atto energico di dimettersi no gli Indipendenti, da questo Oi cu ne che nop ha mai fatto ; tn per la colonia e per gli itaJl Con le dimissioni di Tito ì!aS abbiamo saputo anche ehelaffoe za finanziariaria dei nostri CI MO ni posa nella somma strabici te di $3.59. Se non mi sbaglio GennaroLli to ad essere tesafc re della Grande Loggia enat che tesoriere della famosa e- > missione del Fondo Unico tuario ed allora facciamo que»ff< domanda: dov'è il fondo collcttato da tutti gli inscrilp Se Tito Manlio era Tesoré»s»i perchè non ha avuto pressoi#» l'ammontare raccolto? Inson# l dove è il fondo cassa del FotìfPl Unico Mortuario tanto vantai* Se, come sempre andate piWi cando, questo Fondo Unico S' dl tuario esiste, ci si risponda, !a quale tasca è andato a ripfflj ■ tutto il danaro? Su, dite la* Gi tà ; questi fondi forse son ual per pareggiare almeno in p on le note di qualche grande os col andati per altra via nelle eie dell'austriacante per ms ** nere la cloaca? Rispondete, non tergi ver-. 11 pubblico in generale, edìM stri affiliati in particolare, hiM tutto il diritto di sapere, digg noscere quello che fate come i bi'iganti della maccl [uor Fate sapere quanti siete ne fate del denaro. Mostra AJlj vostri conti; come tutte lefc Istituzioni fanno, altrimenti| A * avete il diritto di essere tend, p ' considerazione. Ma voi, ''£ l sempre, farete i sordi !*|jj l'Ordine Indipendente nonè« caj . che un gigante di terra frol!ì ratc vacilla e si frantuma di pezzi al primo soffio di Siamo sicuri che non potefrJE strare mai nulla, se non V|| chiere e turlupinature ed i „ ;or , affiliati se ne stanno accor.j le< giorno per* giorno. Gli s? S 0! invece di tutti gli Italianità, merica sono rivolti alla più |j ) { de, alla più forte Istitt-w t l'Ordine dei Figli d'ltalia Kjp| no, a questo colosso che s t?thè piendo il grandissimo m ; anà di riunire intorno alla s "?Jno diera l'elemento più più vivo e fattivo delle i 0 c colonie, onde avviarlo a" a BM quista di nobilissimi ideal: |> ra pendiati nelle fulgenti paflji or nostro motto: Libertà, a p; glianza, Fratellanza. H| ANTONINO VIGL che ■H
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