Le disoneste metamorfosi del ladro di francobolli S® Da un giorno all'altro, a seconda I del suono metallico, il mercenario, | l'assassino della prima moglie, ti ele -1 ve inni apologetici o ti accoltella alla I schiena. Noi fumino leali avversari del Cav. ■ C. C. A. Baldi, ha ripetutamente e £ sciamato il degenerato; ma ora, ag- I giungiamo l'offa che dal fì ■ glio di lui ci viene gettata noi pren || diamo te sue difese, anche se contro S 5 lo pseudo leader sia tutta la colonia ad I insorgere. Se qualcuno interpellerà il Cav. C. ■ C. A. Baldi egli affermerà solenne -8 mente due cose: 1, Che di tutti i suoi avversarii, ■ quelli per i quali ha maggior rispetto SB sono i fratelli Di Silvestro che, sem ■ pre coerenti a se stessi, non gli hanno 1g dato mai quartiere. 2. Che al degenerato, quando cir ca due anni fa, era per mettere fuo- J ri un altro foglio, negò la reclame B della sua Ditta e lo consigliò di lascia li re il giornalismo e dedicarsi ad altro lavoro. Non avesse mai pronunziato questo ■ leale e sincero suggerimento il Cav. C. C. A. Baldi, perchè dopo questo in hìj cidente, gli incomin«ig rono a piovere W addosso tdtti gli improperi di cui è [ ricco I vocabolario del degenerato. I lettori non hanno certo dimenti- M rato l'articolo da noi due volte ripor-j i tato, che classifica il Cav. C. C. A. Bal- L'j di fi» coloro che dovrebbero portare il ''(berretto a righe e la catena al piede. ■ Dopo questo insulto così triviale, che | |S neanche i più acerrimi nemici del Bal ani di avevano mai pronunziato, nessuno HB crede più alla lealtà dell'avversario. MHMa il degenerato non si fermò lì, per ÌsHchè >n ogni numero delle poche copie ?3del suo foglio, il Cav. C. C. A. Baldi Mera sempre il suo bersaglio. Potrem ■mo qui riprodurre per interi i suoi at ®tacchi, ma ce ne asteniamo per non il pubblico che conosce a rne ' jna l'ito le gesta del ladro di franco- ' «Sbolli e per non sciupare soverchio Hppazio. I Non possiamo però fare a meno di HWripoitare alcuni passi che sono uno | stri dente contrasto fra gli elogi che ggifil degenerato fa ora al Cav. C. C. A. i • illaidì con gli attacchi ili ieri. Ijjjß? Nel numero del 13 Febbraio 1915 Budella Opinione del Popolo, parlando P dell'assoluzione di James Giuliani, r jdall'accusa di truffa che avrebbe coni- Rimesso in danno dei coniugi Campopia tastno, il degenerato diceva che gli ac l&Acusatori caddero in tali e faille con- da far generare nell'animo di tutti la q 'asi certezza chele accuse rifossero false del tutto e che esse non ■Kfossero altro che il prodotto legitti mo di una infernale macchinazione mirante a compromettere il Giuliani istesso per confo e mandato SPECIA jaaLISSIMO di qualche suo nemico. Nello «tesso scritto il degenerato conchiude ; così: | Noi siamo certi intanto che il Giu liani prima, ed il Di Berardino dopo, offesi atrocemente nella stima e nella reputazione di onesti cittadini e di gentiluomini a tutta prova, sapranno agire energicamente contro i loro ca- j lunniatori fino a ricercare le prove po sitive che varranno a statuire la re sponsabilità dei nascosti orditori del l'infame congiura mirante a rovinarli civilmrtite e moralmente giacché è fuo ri dubbio che gli orditori vi sieno stati e la voce pubblica abbia incominciato ad additarli da tempo. K Giacché è il Cav. C. C. A. Baldi al ; quale il ladro di francobolli allude, noi non possiamo credere, e con noi tutti i coloni, che la lotta allora fosse ' .Stata fatta lealmente. ! Le accuse che in questo scritto il degenerato fa al Cav. C. C. A. Baldi sono semplicemente terribili da non trovare riscontro neanche in quelle si facevano a Palizzolo. Egli lo .{descrive un orditore infame che ave va lo specialissimo scopo di congiura re in danno di onesti cittadini e di gen tiluomini a tutta prova per rovinarli civilmente e moralmente. F Alla larga da avversari leali di que- j vsta fatta, dirà sotto i baffi il Cav. C. JjC. A. Baldi! iJi Se noi lo dovessimo credere autore ! d; tanta infamia, dovremmo ritenere! * Che il Cav. C. C. A. Baldi sarebbe pu lire capace di dare del denaro, al dege- \ nerato, anche se a mezio di suo ! '' figlio, con mandato specialissimo di K « f ìjkttaccare la reputazione di due galan- i ■uomini Giovanni e Giuseppe Di Sil vestro, il cui patrimonio morale è su-, periore ad ogni sospetto. ÉÉ*% * lettori, i vecchi coloni specialmen- j te, sono pregati di riandare con la 1 , memoria a circa tredici anni fa, quan do 1 ladro di francobolli fece una lot ta spietata a Luigi Di Berardino, af- i fidandogli gli epiteti più triviali» sol perchè il visionario lo credeva amico < di una persona che egli martirizzava giorno e notte con calci allo stomaco in periodi interessanti. Ebbene il si ieario che ha fama di dire bianco e " nero dieci volte in cinque righe, il 13 Febbraio 1915 thiama Luigi Di Berar- i t edino onesto cittadino e gentiluomo a tutta prova. , 1 Assassino della prima moglie, riti- 1 'dilati che fai schifo perfino alle carogne I 'come te! il* * « , , Nel numero dell'Opinione del Popo | lo del 15 Aprile 1915 il degenerato si | occupa ancora del Cav..C. C. A. Bal di. Nel numero precedente lo aveva I 1 accoppiato a Palizzolo; in questo lo chiama uno speculatore dall'anima 1 candida. V'è poi il Cav. Baldi, incomincia il j degenerato, che s'è oculatamente af frettato, come ai tempi del fallimen to della banca Delli Paoli, a chiamare a raccolta, sotto le gloriose bandiere della Federazione, i creditori della Banca Bozzel!:, che s'è messa in li quidazione, promettendo ad essi anti cipi sulle somme che avanzano e delle i quali non avranno mai di che temere perchè l'attivo della banca istessa po trà in certo qua! modo far fronte al passivo. j Piace al Cav. fiali di aiutare sem pre tutti quelli che possano mai tro varsi nelle condizioni di non aver bi sogno di aiuti, e.. sapete perchè gli piace? Per conoscerli da vicino, en- j ■ trare in confidenza con loro, farseli ' diventare clienti e ridurli un giorno nella condizione di aver bisogno per davvero e di essere poi dolente di non poterli aiutare Oh quanto è grande il nostro Cialì Peccato che non si eno ancora molti quelli che san- > no pesargli l'anima c andida al bi j lancino scrupoloso del farmacista. Secondo il degenerato il Cav. C. C. j : A. Baldi non è che un volgare mesta- ! tore. Ma più che mestatore, in un ar- [ | ticolo apparso nell'Opinione del Popo : lo del 22 Aprile 1915 lo definisce per , cavaliere d'industria; ambizioso, maligno e deplorato, mentre inneggia, i neanche se fosse stato profeta, ad un j suo prossimo tonfo. Il degenerato in quell'occasione j scriveva che in colonia non si vogliono più chiacchiere e fa l'analisi di due ! ! istituzioni : la Federazione e la Socie- \ tà per gli immigranti. Egli dice così: j Si pensò molti anni fa, ad istitui re la (federazione dei nostri sodalizii, i e solo per qualche tempo la prima del- I le buone istituzioni coloniali sorta in mezzo a noi sembrò vivere una vita consona al buon programma da cui trasse origine, (allora della I'edera i /ione facevano parte i fratelli Di Sil vestro, n. d. r.) giacché non tardò ad ammaliasi, per l'indiscreta e colposa inframmettenza del SOLITO DEPLO- I UA TO elemento ambizioso e maligno, ! e si ridusse miseramente alle sponde < di una pura e semplice baracca pri- ! : vata, col migliore dei vantaggi di un ILLUSTRE CAVALIERE d'...ella Co rona d'ltalia il cui TONFO sentiremo] prestissimo nel... mare magno delle mostruosità coloniali. Come è coerente .1 degenerato: Due ! anni fa, il 22 Aprile 1915 egli aveva < pronosticato che il Cav. C. C. A. Baldi avrebbe un TONFO. Ebbene, og- : gi che costui è per fare quel tonfo so- i lenne invece di rallegrarsene, egli lo I difende. i Il degenerato intanto continua, nel lo stesso articolo, ad attaccare Baldi e J la Federazione con queste parole: j ( Dalla esposizione dei fatti che ri flettono le due nostre istituzioni colo- i i niali Federazione e Società per gli i immigranti noi vogliamo dedurre I che deve assolutamente combattersi ■ la prima perchè asservita solo all'in- ! teresse di uno o di pochi che la mano- 1 vrano, e deve assolutamente propu gnarsi e difendere il mantenimento della seconda perchè di indole ed in teressi coloniali nell'amministrazione della quale nessuno osò mai macchiar- | si in alcun modo le mani. I lettori non ricordano o non sanno | come il degenerato mantenne questa j sua promessa, di appoggiare cioè la ; Società per gli immigranti o di coni- I battere la Federazione. Egli fece tutto I il contrario, combattendo cioè la Socie- 1 tà per gl'immigranti e appoggiando la Federazione. GH amici ricorderanno 1 tessuto a quest'ultima istitu- * zione nell'ultima sua festa dei mac- 1 cheroni; noi ora riproduciamo uno dei tanti attacchi fatti alla Società per f gli immigranti appena quattro mesi i dopo la promessa di volerla appoggia- ( re, cioè lì 7 Agosto 1915: ' —«Se è per il mangiare e dormire ' non v'è ragione di impensierirsi trop- ' po. V'è qui una Società per gli immi- 1 granfi che aiuta i connazionali poveri. Tiene la casa al cantone delle dieci strade e Bainbridge St.; andate là e 1 chiedete quello che vi occorre, anche 5 una visita medica al dispensario, se | < credete, e sarete prontamente soccor- 1 so. I Non avevo finito ancora il mio dire < che vidi quel povero diavolo farsi pai- < lido in viso, come chi stesse per J perdere le speranze intorno ad una co sa vagheggiata e desiderata tanto. I Poi, facendo una sconfortante crollata J di capo, mi rispose: ( "Ci sorti» stato ieri sera al- ( la Ca sa degl'lm-mi-gran-ti I Fui ricevuto da un omone alto e gras- | so, inurbano nei modi anzichenò, sen- j1 za giacca e con le brache aperte tutte I quante il quale, con fare da diavolo, £ mi disse: j I "Chesta casa 'ca non se sa cchiù a I c}ù canghera appartene; cierte vote I ( ce manga puro Io gassio e di soccursi ! •' non se ne ponno dà propita a nisciu- ' no. Io non viengo pagato dall'anno tre stè trascurso e se pe' ppoco the vota no le buschere pe' la testa affìttarag gio li lietti a' na quinnicina di bur danti e po' lascia c'allucca lu presi dendo e lu consiglio di ministrazio ne". | Ne volete di più da un sicario che j da oggi a domani baratta penna e co scienza, a chi più paga? Non aveva fatto egli, il degenera to, elogi sperticati -ai fratelli Di Sil ■ vestro, sia durante il processo Nasel ; li che in tutta la loro vita giornalisti ca fino al giorno che La Voce del P.o- I polo si trasferì a New York? i Non aveva egli elogiato Tommaso Catalano quando questi risuscitò la Voce della Colonia? Il 31 Luglio 1915, nell'Opinione del Popolo cosi egli par ì lava del vecchio colono: "La Voce della Colonia", dopo una sosta di parecchi anni, perchè, u nendosi a "Il Popolo", andò a formare il quotidiano La Voce del Popolo", ha riprese le sue pubblicazioni setti manali a cura del suo vecchio diretto re Sig. Tommaso Catalano. Ne abbia mo ricevuto il primo ed il secondo nu mero e non possiamo a meno di di chiarare che si presentano compilati con molta cura e con competenza. il Signor Tommaso Catalano, uomo di idee ordinate a tutta prova, può ben dirsi il decano dei giornalisti del la nostra Colonia, giacché è da oltre vent'anni che egli vive ne! giornali smo, dedicandovi un'opera continua non solo, ma sagace ed onestissima anche. Mai una cosa o un fatto che avesse dato motivo a giustamente di re male di lui, e questo vuol dire molto in mezzo ad una casta che non sempre riesce a lusingare molto bene l di sè. il signor Catalano, adunque, dopo dieci e più anni di giornalismo quoti diano, ritorna con la sua "Voce della ; Colonia" in mezzo alla classe dei set timanali. Si abbia senz'altro il nostro , doveroso saluto insieme all'augurio I di quel successo che non dovrebbe mai mancare, ma che disgraziatamente manca quasi sempre, alla stampa dal le buone intenzioni e dai propositi te naci attraverso il disimpegno di una missione delicata per quanto difficile a beneficio dei nostri ambienti colonia li. . Tommaso Catalano nel 1915 era uo mo dalle idee ordinate a tutta prova, che al giornalismo aveva dedicato la sua sagace ed onestissima opera. Più tardi, qualche anno dopo, il degenera to lo insulta atrocemente e sapete perchè ? Perchè egli è quel sicario che è sempre stato. In 20 aiini di giornalismo coloniale, dice il degenerato, mai una cosa o un fatto che avesse dato motivo a giu stamente dir male di lui; dopo 20 an ni, a dirne male è stato il ladro di francobolli che ne aveva elogiato le o neste ed ordinate qualità. Chiudendo queste note vogliamo fare una raccomandazione al Cav. C. C. A. Baldi. I/uomo che vi difende oggi è lo stesso che vi attaccava ieri e che vi attaccherà domani. Pagatelo, se vole te, ma pagatelo per il suo silenzio eh vi gioverà più di quello che non pos sa farvi la sua difesa di sicario pa tentato. Una bestia come lui è capace di tutto. 1 NOI. Bravo don Porco Pio Libera nos Domine, l'au striacante sfegatato, l'uomo che in tutti i ritrovi coloniali faefeva propaganda a favore della Ger mania e della eterna nostra ne nca l'Austria, a poco a poco si va trasformando, cambiando ca sacca. Ora vuol diventare pa- ' triota. In ogni numero della sua fo- i gna, che il mondo appesta, viene su con qualche novità per farsi 1 credere un vero Italiano. Nel pe nultimo pezzo di carta inservibi le, pigliando là posa di antiger manese, pubblica un parto sulle Belve scientifiche. Come va questo cambiamento ? Tutti dicono in colonia che il dia volo si è fatto frate, io, invece, sempre incredulo, dico «he gatta ci cova. Il pubblico, quello ben pensante, conosce molto bene la bestia, sa che è maestro in fatto di metamorfosi e non da ascolto alle sue prediche color can giante. Evviva l'austriacante ! I tri- ! bunali non hanno nessun valore | per lui, egli ci si sente a disagio, j quando specialmente le sentenze di certf tribunali gli lisciano molto bene il troppo duro grop-1 pone. Per libera nos Domine i voti di protesta di associazioni rispettabili non hanno forza, ed allora che ti fa impressione, sola- | mente quella Loggia degli Indi- ; pendenti che ti gettò, come ad un cane affamato, uns pagnotta di ; $5.00 al mese? Tutti i sodalizi, incominciando' LA RAGIONE ■ ! dalla benemerita Società fra i || Barbieri Italiani, tutte le logge che hanno protestato, secondo Don Porco pio, sono ligie alle j consorterie dei disonesti. L'au striacante dovrebbe dire piutto . J sto che è la l abbia che gli rode _ j l'animo suo di fango, perchè nella _ losca campagna che va facendo . | per colpire gli uomini migliori . I della nostra colonia nessuno lo iha seguito. Difatti, dando uno e ! sguardo a tutti i numeri della _ j cloaca troviamo due sole letteri |ne di solidarietà; una del rim . | bambito capitano alcolizzato, ed . j un'altra di un poco reverendo. . 1 Le proteste che si fanno non si . [ votano con leggerezza come vuoi . I fare intendere ; esse invece sono j bene ponderate ed è lo scatto sin , ì cero e sentito di una massa di o-, , perai coscienti, j L'austriacante dice che le pro teste che gli piovono sul suo capo I non gli fanno nulla, nè caldo e nè , freddo: e non lo sanno forse tut . | ti che egli ha un cuore di pietra e 1 e nessun senso di pudore? Il vec . i chio adagio ; canie avvezzo a pa . i tire, dolor non sente in questa oc . I casione gli sta proprio a pennel . 10. Glie ne dicono di tutti i colori, . delle sante verità, ma egli fa . sempre orecchie da mercante. s ! Vuol fare il censore degli altri, | ma non risponde alle nostre ca , tegoriche domande sul come ha , | passata e come sta passando la . I vita di America. ; | Bravo don Porco pio, non , onesto Italiano d'America, il , più rispettabile giornalaio di , tutto il mondo. . | Grida, grida ancora una volta . che non sei contro la Istituzione , dei Figli d'ltalia, noi ti conoscia , mo, non puoi dire differentemen te, non puoi dire che sei venduto , perchè hai paura, forte paura che . qualche Figlio d'ltalia animato , da Santo sdegno ti guasti i luri . di connotati. Dì pure che intor , 110 ate vi sono anche dei Figli , d'ltalia, nessuno ti ascolta, nes i suno ti crede, e se qualche caino | dovesse essere intorno a te sia | mo sicuri che come te ha la stes-1 sa anima di fango, j Ti dò un suggerimento, che mi I auguro vorrai accettare: ap ! poggiati un altro pochettino al l'Ordine Indipendente, ti ci tro verai molto bene, come in un tuo i feudo e ti assicuro che mangerai di grasso, molto di grasso. ANTONINO VIGLIONEi UN'ALTRA PROVA DEL FAL SO PATRIOTTISMO DEL CAVALIERE Dopo di aver tradita la Colo nia, egli ha tradito anche la Mis sione Italiana, impedendo alla prima di manifestare tutto il suo j entusiasmo ed alla seconda il pia-. cere di conoscere tanti distinti italiani, il che sarebbe stato ca gione di profonda gioia agli illu stri visitatori, che avrebbero sen 'tito dalla loro bocca tutto l'affet to che gli italiani di Philadelphia nutrono per la madrepatria. Tutto ciò il cavaliere ha voluto impedire che avvenisse con la speranza che i rappresentanti del Governo italiano avessero escla mato : Non c'è che lui, non c'è che lui! ed essere cosi immortalato. Infatti, di fronte al palazzo ! dell'lndipendenza, presenti tutti i membri della Missione Italiana, un distinto connazionale lo pro clamò tra i più grandi buffoni presenti, passati e futuri, supe rando per comicità i famosi buf-1 foni di corte del medio evo. Ma, ritornando al suo patriot- 1 tismo, quasi non fosse bastato il tradimento fatto alla Missione e agli italiani di Philadelphia, per 1 difendersi dal giusto risentimen to coloniale chiama a patrocinare ! la sua causa, pagandolo, un tra ditore della patria, un essere così 1 abbietto che gli ergastolani del bagno di Santo Stefano si schife-1 rebbero di avvicinare. Qualcuno potrà dire che lo ha dovuto fare per necessità, non ] avendo potuto trovare nessun i ! taliano che osasse alzare la voce in sua difesa; eppoi eppoi ci voleva un traditore per difen dere un tradimento. La Colonia e specialmente noi, Figli d'ltalia, non dimentichere mo mai ed il pelo della politica non basterà per salvarlo. Egli ve ; drà che il giorno non è lontano, quando noi vibreremo un colpo di | forbici al pelo dove egli si è attac cato. Sarà questo il capitombolo finale che dovrà seppellirlo, che dovrà espellerlo dalla nostra vita j I coloniale. . * i E noi da generosi, faremo un dovere di erigergli una lapide ehe dovrà portare scritta questa epi grafe : Qui giace colui effe visse di i ignoranza e di prepotenza che per la sua ciucciaggine un'e splosione della coscienza colonia le nell'oblio seppellì. FRANCESCO TROPEA SILVIO LIBELLATORE E' SEMPRE UGUALE A SE' STESSO 11 Quest'uomo dal passato fosco | e tenebroso, non si smentisce mai ; è sempre lo stesso diffama- j tore, il ricattatore di professio ne, il sicario della penna, oggi con gli uni, domani con gli altri, a seconda dell'offa che gli viene offerta. Il detto del Signore di Voltai re: diffamate, diffamate chè qualche cosa rimarrà, per te, o padre Silvio, non vale più: tutte le accuse e le insinuazioni che : tu, anima vile, hai cercato di fare ' a persone che per lo lord vita pas sata, sono degne di ammirazione e rispetto, sono state ribattute, ! una dopo l'altra, con documenti inoppugnabili, cosa che tu non hai mai fatto alle molteplici ac cuse che ti abbiamo lanciato. La tua manìa di diffamare, la ; tua sete di scandalo, ti ha fatto dare di volta al cervello e sei ar rivato al punto che tu stesso non sai più quello che dici e che scri ' vi. Con la stessa facilità e disin voltura che si addicono al borsa iuolo di strada, Silvio Libellato re pubblica nel No. 12 della > '"Cloaca" del 7 Luglio che tutti i Venerabili delle Logge dell'Ordi ! ne Figli d'ltalia, con sede a Fila | delfia, furono convocati perchè deliberassero sulla proposta di j rimettere su il quotidiano "La Voce del Popolo". La deliberazio ne venne regolarmente presa con j l'opposizione di uno solo, il Signor Giacomo Campaniolo della 'Fran cesco Crispi', sui termini di in durre le Logge rappresentate a comprare le azioni pel giornale che si pensa di riesumare. Impudenza, menzogna, falso! i I Venerabili e Grandi Deputati si radunarono in seduta la sera | del 29 Giugno ultimo scorso, die tro invito fatto dal sottoscritto, ; con lettera circolare in data del 27 dello stesso mese, per discute re intorno alla costituzione di un Comitato coloniale di protesta, in seguito all'insulto fatto dal Cav. C. C. A. Baldi all'Ordine ed | all'intera Colonia. II Signor Giacomo Campaniolo votò contro alla proposta di for | mare un Comitato Coloniale, so stenendo che i Figli d'ltalia a | vrebberò dovuto fare da soli. Questo e non altro fu deliberato dai Venerabili e Grandi Deputa- ; ti. | Quanto sopra è detto risponde alla pura verità e ne possono fari fede tutti i presenti a quella se-1 duta, prima il Signor Giuseppe i Brocato che la presiedeva e della ì cui indipendenza non possono du- i bitare i Libellatori e compagni, j Come si vede, il giornalista au- ' tentico non è che un impasto di ' menzogne, un mestatore di noti zie, un falsificatore di dati edi I fatti allo scopo deliberato di at-1 tentare, perchè spintovi dai Cu- 1 riangiolo dell'altra riva, alla compagine dell'Ordine Figli d'l talia, e alla onorabilità delle i 1 persone che tutto sacrificarono 1 per l'incrementi dello stesso. I tuoio messere; gli sforzi del canagliume che ti pa ga, non riusciranno a menomare: la fiducia che la grande massa j dei lavoratori ha verso l'Ordine j ed i suoi condottieri. I tuoi in- ' ; sulsi attacchi ottengono l'effetto | contrario, poiché ci fanno viep i più affezionare a loro. * Con un individuo simile non si può più discutere ; occorre tra scinarlo alle Assisi dei pubblico, j| e, colla scorta di documenti, an-1 ' nientarlo. Silvio Libellatore, tu che ti vanti di essere un giornalista au-1 tentico, stammi a sentire : 10, | modesto operaio, ti lancio la sfi ,da per un contraddittorio in un pubblico Comizio, solo ed unico terreno su cui si può discutere coi documenti alla mano. L'opportu- i nità che ti offro è magnifica per te; ti sarà facile, da giornalista ; autentico, quale dici di es sere, di potere aver ra gione di un modesto operaio; e se tu riuscirai a provare una so la delle tante tue accuse, se riu scirai a smentire una sola delle accuse che noi ti abbiamo lancia to, ti acquisterai le nostre sim patie e quelle della Colonia e ot terrai la più ambita soddisfazio- ! ne, quella di scacciare dall'Ordine tutte le persone che tu reputi in degne di appartenervi. Non pre- ' occuparti; la tua parola sarà li-' bera e non avrai nessun disturbo. Dal canto mio, in questo con traddittorio mi propongo di di mostrarti che tu ricattasti S4OO alla South Philadelphia State Bank ; che truffasti Teti e che le lettere di smentita che vai ele mosinando non hai il diritto di averle. Inoltre, con la testimonianza 1 dJ una dottoressa e di un tuo a- I mico, ti dimostrerò che hai com j messo un omicidio colposo e mol te e molte altre cose mi ripro- I metto di dimostrarti. Se non accetterai, la prima volta che mi capiterai tra i piedi, j ti sputerò sulla faccia. Intanto, a marcio dispetto tuo I e di qualche canaglia tremebon- I da, il quotidiano "La Voce del Po | polo" è un fatto compiuto. NICOLA RIVANO ASTI ~ Al Sig. G. Campaniolo Caro Campaniolo, Noi ci siamo voluto sempre bene, ci siamo rispettati ed anche quando l'a i ria era piena di diffidenza, non volli ; credere mai ai miei amici, che mi in formavano della tua condotta equivo ' ca verso di noi e a favore del degene j rato. Ora vedo di essermi ingannato e son costretto e credere che gli amici avevano ragione. Ne è una pròva lam pante la pubblicazione avvenuta sulla cloaca del 7 volgente mese, a proposito della seduta dei Grandi De putati e Venerabili, della quale sedu ta fu falsato ad arte il deliberato, con propositi di denigrare sempre più il nostro Ordine e tutte quelle persone che lavorano per lo sviluppo di esso. Io e gli amici miei mai abbiamo sol lecitato lettere per smentire i calun niatori perchè non temiamo il control lo di nessuno. Ma speravamo che, giac ché in detta pubblicazione si faceva il tuo nome tu, così abile maestro di sincerità in teoria, avresti dovu to sentire il dovere, come fa in que sto numero l'amico Brocato, di scri vere sulla stessa cloaca e sbugiardare il degenerato. Questo non lo hai fatto ed ho ragione di credere che tu sei stato a dare la falsa informazione. E' tempo quindi di por fine a questo sta to di cose e che ognuno di noi prenda il posto dovuto nella lotta che si sta combattendo e vedere dove sono i maestri della più grande ipocrisia. N. Rivallo Asti. Piccola Posta BALDONIERE, Città. Sì, è vero; il famigerato cavaliere.. d'industria e il suo degno rampollo Vittozii vole vano comprarsi la proprietà dove il nostro Silvagni tiene gli Uffici della "Ragione" con la barberia al solo sco | po di rovinarlo, anche se avessero do- J vuto pagare detta proprietà qualche , migliaio di dollari in più del valore | reale Altro che benefattore degli i taliani ! Alla larga da certi filan tropi! A. VIGLIONE. Anche la mia barberia fu piantonata domenica scor sa e mi fu ordinato di chiudere. Che vuoi, il Cavaliere Ufficiale d'industria si vendica sempre così: col fare lo epione della polizia. UN AMICO, Città. E' proprio come voi dite, il capo calzolaio milita re, alla riunione della Cooperativa, eb be la faccia tosta di presentarsi nien temeno come Cassiere; ma tutti i pre senti, sapendo con chi avevano a fare, lo trattarono come si meritavo al lo sfoglio risultò che egli aveva avu to soltanto il suo voto. % IL NOVELLIERE. Scranton, Pa. La federazione baldiana sta andando a rotoli; oltre alla Società dei Bar bieri ed a qualche altra, ne sono usci ti il Segretarip Sig. Giuseppe Falan ga, il Direttore Sig. Giovanni Ric ciardi (da non confondersi col dottore omonimo) e si crede che alt>i segui ranno l'esempio di queste due coscien ze libere. SARTO, Città. Sì, quando av venne lo sciopero dei sarti, furono e seguiti degli arresti in massa. C. C. A. Baldi fu chiamato da un suo inquilino sarto che era stato arrestato ner isba glio, affinchè lo facesse mettere in li bertà. Il benefattore degli italiani gli fece sapere che se non voleva pas sare una notte al fresco, avreb be dovuto sborsare dollari 13.50. II poveretto disse che non li aveva ed il filantropo replicò che senza soldi non si cantano messe. Però un oscuro Figlio d'ltalia cantò la mes sa senza soldi e il detenuto venne fuori senza pagare il becco d'un quat trino. Ai buoni i conienti!.... DON VITTOZZI. Città. Nel pren dere in mano il battaglio sembra che ti abbia fatto indigestione. La Colonia non vuol più sentirvi, nè te nè tuo pa dre.. PULCINO, Città. Pensa alla sa lute, che quanto prima faremo i con ti con te ed il presidente paesan VOLPICINI, Phila., La Lombar dia fra le 8 e le 9 strade e Christian forse chiedeva notizie al degenerato, per sapere se vi era altra refurtiva da incettare, come quella di Mar...aniello. 3
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