contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione F. SII.VAGNI, Direttore, 911 Christian Street. Philadelphia, Pa. Come Giuda nell'infamia e nell'espiazione; ma GIUDA straziato da! rimorso, IL DEGENERATO dallo spettro della fame Pria di addentrarmi nella nar razione minuziosa e dettagliata di questa novella storico-sociale, [ mi incombe il dovere, per l'intel ligenza del benigno lettore, di tratteggiare, a rapidi tocchi, la figura laida e ripugnante del pro [ tagonista, al cospetto della quale I quelle dei delinquenti più volga -1 ri impallidiscono e quasi si riabi | litano. I Questo sinistro eroe è l'essere spregevole di cui si servirono, per soddisfacimento delle loro turpi passioni e delle loro basse I vendette, qualche artista da stra pazzo, spacciatore di monete fal se, qualche negriero, qualche grande magnaccio ed in gene ; rale tutti gli imbroglioni ed i pa trioti a parole che nulla mai fe cero a vantaggio della Colonia e nulla sanno fare, solleciti soltan- Jj to del più basso tornaconto per- I sonale. Tutta questa torbida genia, ■ coalizzata clandestinamente, in un'associazione criminosa volle, ■ unicamente per malvagio istinto, ■ airotare le fameliche zanne del cane randagio, per avventarlo 1 contro le buone istituzioni e con fi tro gli uomini che, all'incremen to delle medesime ed all'eleva mento delle masse, sacrificarono | e sacrificano i loro palpiti e le loro * energie. E l'opera prava di questi ma | nipolatori della notte sembrò tan §v to più degna di condanna e di |h esecrazione, in quanto esplicossi SÌ in un'ora tragica in cui erano H| assolutamente indispensabili la Sconcordia, e lo "spirito di sacrifi- Bcio, per concorrere al trionfo del- Hla causa nazionale; in un'ora 3f gravida di storia e di fati, in cui 1 'ogni religione avrebbe dovuto cedere dinanzi alla religione della " patria. Oh! infamia; la camorra volle S'infrangere al prezzolato sicario il laccio della miseria proprio nel •►momento più culminante e più : decisivo per la patria; allorquan do più che mai sarebbe stato ne- Hcessario per tutti far proprio il 1 motto del ppeta soldato: "Tutto ciò che siete, tutto ciò \ ; ».che avete e voi datelo alla fìani : Inneggiante Italia." * * Ma la consorteria che al ISJn , 1 zichenecco era legata a filo dop . pio, méntre non volle intendere ■il fervido appello che la patria Montana ci inviò per bocca dei nii jggliori suoi figli, e negò il suo da 'naro agli orfani ed alle vedove dei caduti, lo profuse invece, sen * za misura e senza risparmio, in baun baratro senza fondo, pei - as- Ssolvere uno scopo odiosissimo. | Va, essi dissero al dege jgnerato scialacqua, gavazza, ma ■ difendi con ogni mezzo la nostra É;barracca crollante e combatti p,tutto ciò che c'è di buono in co li lonia. Si è sempre detto, dacché mon 4, do è mondo, che le cattive cause. |V vanno affidate ad esperti ed o ■nesti difensori, i quali, con abili ■artifizi e con l'esempio della loro Épvita, se non riescono a farle Strionfare, possono tuttavia sot trarle ad un disastroso naufra gi gio. La cricca invece ciecamente ■ dovette affidarsi ad uno scribac penino meschinissimo che aveva gun passato assai torbido ed il cui Inome da solo, era sufficiente a mandare in rovina le cause mi gliori e le più giuste. Non pote va del resto fare diversamente, perchè soltanto uno svergognato incosciente poteva assumere la difesa di gente per la quale leal tà ed onore suonarono sempre vane parole. Ed allora dovettero piegarsi aaìa necessità e scelsero il cam pione degno di loro; colui che, per una manata di dollari, avreb be venduto l'anima al diavolo, e sarebbe passato sul cadavere del la propria' madre come prese a ealci la propria moglie verso la ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ' I COLPI DEL LADRO DI FRANCOBOLLI sì infrangono di fronte alle rocche granitiche ASSASSINO DIFENDITI Le occupazioni per la prepa razione delle accoglienze alla Missione Italiana, han fatto ri tardare di una settimana l'usci ta di questo giornale. Del resto, noi non dobbiamo dar conto ad abbonati o ad avvisanti e faccia mo il comodo nostro. Il ladro di francobolli, nel nu mero 9 della sua cloaca, dice che il Grande Venerabile (osso trop po duro per i suoi denti) pen dente il suo appello contro la ci tazione dei contrattori che ave vano costruito il fabbricato al N. 906 Carpenter St., vendette lo stabile ed aggiunge che i contrat tori non sono stati mai pagati. Vigliacco, falsario della veri tà! Ad ogni tua insidia noi con trapponiamo un muraglione co sì granitico che neanche le palle dell'esercito del tuo alleato, il Kaiser, potranno penetrare. Se non ci trovassimo di fronte ad un avversario sleale, irrespon sabile, criminale, avremmo fatto anche a meno di rispondere a quest'altra canagliesca insinua zione, contentandoci di sapere che, siccome l'onestà del nostro Grande Venerabile rasenta lo scrupolo, le insidie dell'assasino della prima moglie non avrebbe ro potuto tangerlo. E non ci sa rebbe stato bisogno di risposta, perchè, se l'assistente usciere di PHILADELPHIA, Pa„ 80 GIUGNO, 1917. | conciliazione che truffava i 6 sol | di della citazione lo ignora, tutti ! sanno che quando un contratto re, pr mancato pagamento, met te il così detto lien su un fabbri cato che ha costruito, questo non può vendersi, nè mutuarsi in | qualsiasi forma, se egli non vie ! ne prima pagato. Neanche questa elementarissi raa disposizione legale ha impa | rato il degenerato nel «tempo in cui ha lavorato nelle banche ita liane? Si vede che egli era bene esercitato ad un affare solo : alla sottrazione dei francobolli! In ogni modo, nel dubbio che qualche ingenuo potesse credere j alle diffamazioni del degenerato, abbiamo richiesto alla Corte di ! Common Please, No. 1, copia del i Certificato di soddisfacimento, j che pubblichiamo qui sopra, dal j i quale si rileva che i contrattori fu | rono pagati fin dal 21 gennaio | 1916, da un anno e mezzo fa, cioè da quando Giuseppe Di Silvestro j rinunziò al diritto di un secondo appello. Vigliacco; che cosa ne pensi di quest'altro tuo colpo fallito? ♦ * * Ed ora a noi. Vuoi o non vuoi j dirci il tuo bene stare ? Hai rigettato il nostro invito di presentarti ad un pubblico co mizio per esimerti dalle sputazze sul grugno che ti avrebbero lan ciate migliaia di italiani, ed hai implorato un giurì d'onore. Davanti al giurì d'onore si presentano le persone onorate. Noi ti riteniamo un disonorato ed indegno di neanche nominare la parola onore. Ci contentiamo pe rò che tu ti giustifichi sulla fo gna, con dichiarazioni però del le persone da noi menzionate. Se ciò non farai, rimarrai sempre: ladro di francobolli; assassino della tua prima moglie che chia mavi con nomi da trivio; simula tore di debiti fittizi per non pa gare quelli reali; martirizzatole della seconda moglie; uomo di fango che hai scacciata più volte tua moglie di casa; che hai sciu pata nei postriboli la sua dote truffata al fratello; che hai ricat tata la Italian Cooperative Bank ing Association ; che, condanna to, ti sei rifiutato di pagarla; che hai truffato circa 2 mila dollari a I Pasquale Teti; che non paghi mai l'affitto di casa; che non pa ghi grossieri; che vivi di accatto naggio, che hai preso oro tede sco per fare una campagna con tro l'ltalia; che non hai pagato gli Undertakers che hanno sot terrato le tue vittime; che hai truffato anche ora coloro che a vevano cercato di aiutarti. Ti di fenderai, degenerato? ] quale spesso e volentieri rivolge va l'insulto che si fa alle donne da trivio. f :|i Ma non finisce qui la collana di perle onde si fregia la figura mo rale di questo sciagurato. Altre perle erano in lui che, dati i tem pi, acquistavano maggior valore per la loro rarità. In un tremendo periodo di ro vine, in cui tutti i popoli, uniti in uno stesso ideale, strenuamente lottavano per la propria libertà ed indipendenza; in cui la ferrea disciplina nazionale si imponeva come il più sacro dei doveri civi li ; la voce pubblica accusava que sto rifiuto dell'uman genere di es sere, fin dagli inizi del conflitto, una spia al soldo della Germania e dell'Austria. Delitto grave prima dell'en trata in guerra dell'ltalia, ma dal 24 maggio 1915, divenuto il crimine più nero della storia, a ; datare dal fratricidio consumato da Caino! E nessuno ignorò mai che anche dopo l'entrata dell'lta lia nel mortale cimento, questo Caino dei tempi nuovi non nasco se il suo atteggiamento di tede scofilo impenitente, guadagnan dosi, per l'abbietta ostinazione che scaturiva dalla pravità del suo animo, l'odio e l'esecrazione generale. Le accuse formidabili grava vano sul suo capo come una male dizione. schiacciandolo sotto il peso dell'infamia e le smentite a nulla valsero come pure ri usci ro- I no anche vane le tardive dichia ! razioni di patriottismo che, in | bocca a lui, suonavano orrenda ; bestemmia. Molteplici circostanze, molte ì plici fatti si affollano alla men i te, che bastavano a mettere al I bando dal consorzio umano il tru ! ce protagonista e che lo avevan reso doglio della galera e della forca. Udite, udite, connazionali, ed ' esecrate per sempre questo mi ! sci abile. Agli inizi della nostra guerra i! 1 Comitato per la mobilitazione ci vile lo scacciò vergognosamente ! dalle sue file perchè notoriamen te asservito ai nemici della pa ; tria. Un Comitato tanto numero | so, per essere giunto a provvedi menti così energici e radicali do vette avere delle ragioni trernen j de, dei motivi inconfutabili. Se fossero magari mancate le prove dell'infame delitto, molti fatti, molte circostanze, la vita i stessa del degenerato che gavaz -1 zava nelle orgie senza mai lavo ! rare, sarebbero state più che suf i fidenti a legittimare il sospetto. Ma le prove vennero più tardi ed il tradimnto divenne patente. Allorquando giunse in Ameri ca la lieta novella che l'ltalia no stra, infranto finalmente il giogo tedesco, aveva brandito la spada dei suoi avi ed era scesa in cam po contro la spavalderia e la pre potenza degli Imperi Centrali, questo sinistro personaggio, in un pubblico ritrovo, al cospetto di molti connazionali frementi di ■ generoso sdegno pel cinismo suo j ributtante, ebbe a pronunziare quella frase scellerata che, in un attimo solo accrebbe spaventosa mente il vuoto attorno a lui: Vi gliacca Italia! Quell'apostrofe matricida ve nuta fuori dalla sua lurida stroz- ' za tra il generale tripudio, costi tuiva la prova più evidente che i j sospetti erano fondati : lo scelle rato era una spia austriaca che ! aveva già intascato la mercede del tradimento. ! E proprio la sera del primo gior- I no della dichiarazione di guerra [dell'ltalia, allorché il Maestro Martini, nel Ristorante Palumbo | offriva un vermouth agli amici, j ]>er festeggiare l'avvenimento | storico e memorando, mentre la j gioia era all'apice e tutti auspi- 1 cavano alla vittoria delle nostre ! I armi, egli solo, il rettile immon Anno I No. ft ."> soldi la Copia do, egli solo quel mostro di ani ma e di corpo, abusando della longanimità dei presenti, osava inneggiare alla vittoria di Fran cesco Giuseppe, vittoria che a vreblie ribadito le pesanti cate ne ai polsi dei nostri fratelli ed avrebbe ritornato sotto il giogo dell'Austria generose Provincie italiane. Son cose che fanno ribrezzo a sentirle raccontare e sembrereb be quasi impossibile che la pla centa di una donna italiana sia stata feconda di una simile lor dura. Ma questi avvenimenti ri montano ad appena due anni ad dietro e tutti possono facilmente assodarne l'autenticità. Un'altra sera, in un bar, ntentre egli scioglieva uno dei suoi soliti inni all'imperatore degli impicca ti, un giovane operaio, disgusta to e fremente, lo afferrò per il collo e glielo strinse con le dita di ferro. E forse quel giovane a ; vrebbe compiuto quella sera un j atto di solenne giustizia ed un I atto umanitario, liberando il mondo dall'essere più lurido che j l'abbia mai ammorbato; ma di sgraziatamente qualcuno lo strappò alla morsa formidabile ed anche per quella volta il vile sfuggì al meritato castigo. Mille altri esempi potrebbero citarsi a dimostrare che la caro gna vendutasi ai barbari, assol veva l'infame e ributtante man dato col massimo zelo. Un'altra volta, pure nel Risto rante Palumbo, il capitano del piroscafo Ancona, disgustato pel le solite sconcezze del degenera to, dichiarò in pubblico che non 10 schiaffeggiava e non gli sputa va sulla faccia per riguardo al locale, ma si ritirò protestando. Parecchi mesi dopo ci ferj l'o recchio una straziante noftizia: F "Ancona", il bello e celere pi roscafo così caro ai nostri emi granti, era stato silurato ed af fondato nel Mediterraneo, trasci nandosi negli abissi centinaia di n.adri e di bambini innocenti. l'infamia teutonica, dinanzi al la quale i soldati di Attila si tra mutano in cortesi cavalieri ed in eroi gli antichi saccheggiatori del mare, tutto il mondo civile scop piò in un urlo di imprecazione e di protesta. Solo il difensore degli artisti da strapazzo, dei negrieri marti rizzatori di infelici fanciulle, dei magnacci, solo costili magnificò pubblicamente la nuovissima ge sta, beneaugurando ancora una volta alla vittoria tedesca, alla vittoria di un popolo, secondo lui, degno di dominare il mondo. Tale il protagonista di questa storica novella, scritta allo scopo di inchiodarlo per sempre alla gogna, alla vigilia di una grande, magnifica, vibrante manifesta zione di italianità. La malavita coloniale aveva dunque riesumato 11 più sinistro arnese, l'individuo più abbietto e più vile che aves se mai disonorate le nostre colo nie. Di animo pravo, di istinti per versi, inclinato ai vizi più turpi ; senza esperienza, senza ingegno, senza coltura, una vera tabula rasa, una bolla gonfiata da una mezza dozzina di imbecilli che avevano con lui molti punti di , contatto. Nei momenti frequen ti di megolamania alcoolica, egli era solito affemiare enfatica mente la sua onestà, la sua indi pendenza, la sua correttezza I scrupolosa, il suo valore ed il co | raggio giornalistico. E' dubbio, assai dubbie Se le millanterie di questo soldato smargiasso in miserabile arnese, servivano per soffocare in qual che modo i latrati della coscien za o per trarre in inganno gli in genui. Ad ogni .modo- la goffa apolo : già quasi giornalmente da lui | stesso intessutasi sul suo lurido ' foglio, o nei ristoranti, nei bars e Form 111 Certificate of Satisfaction of Judgment No. 528 t @ommoniOealth of J^STLnsylvania Jn the Qourt of Qommcn J"{o. 1. jff. £). of ]Philadelphia Qounty Jn the jflatter of - |* DP: SANTO VINCENZO and SANTE COSSA \ June Term ' 1911, Trading as DE SANTO VINCENZO & CO. I - " „ llr , V No. 152 vs. / JOSEPH A. 1)1 SILVESTRO BE IT REMENBERED, that I. Henry F. Walton, Prothonotary of the Court of Common Please. No. 1. of Philadelphia County, do hereby certify, that on day of January, 1916 ,the Judgment in the above case was marked satisfied of record bv order of plaintiff's Attorney. 01N TESTIMONY WHEREOF, i have Wreunto s*-t my hand and affixed the seal of the said Court at Philadelphia, the 15th day of June, 1917. HENRY F. WALTON, Prothonotary. By G. L. Garman
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