4 La Loggia Cesare Battisti No. 620 Ordine Figli d'ltalia in A merica nella seduta del 27 mag gio u. s., per acclamazione con fermava il suo rispetto, stima e riconoscenza nella persona del Grande Venerabile dello Stato di Pennsylvania Giuseppe Di Sil vestro. Riconosceva in Giuseppe Di Silvestro, il galantuomo per fetto, l'idolo dell'Ordine, per ave re al culto di Esso tutto consa crato e sacrificato. E deliberava ad unanimità di protestare contro le bugiarde in sinuazioni di certa stampa dege nerata e mandava un caldo salu to augurale al giornale "La Ra gione" sorta per essere veritiera ed imparziale, onde far sfumare, di fronte ai fatti, menzogne che ad arte e spudoratamente si cer ca di inculcare nella mente di chi poco o niente conosce di fatti e persone. Il Segr. Arch. ff. M. PROTO COMUNICATO Egregio Sig. Direttore del giornale "La Ragione" Phila.. Pa. Riceviamo da un socio dell'Or dine Ind. Figli d'ltalia della Log gia Luigi Vanvitelli N. 38 e pub blichiamo: 10, Eduardo Lombardo, nel 1913 andai per un prestito di SIOO dal Sig\ Guagliero Nicola e. fui favorito, a condizione di re stituirgli detta somma nel corso di un anno. Volendo garentire il Guagliero, Io condussi in presen za del Notaio Publico, certo Lui gi Cutillo, qui residente al No., 102 Dayton St., Grande Deputa to di detto Ordine, per fargli fa re una cambiale. Dopo alcuni mesi, siccome il succennato Guagliero m: disse che la sua partenza si era ap prossimata, restituii i SIOO e gli richiesi la riconsegna della cam biale di cui lo avevo fornito, ma il Guagliero disse di non averla in possesso ma che me l'avrebbe certamente restituita. Il Guaglie ro se ne partì per l'ltalia e non potetti esser più possessore della cambiale in parola. Passato alcu ni mesi che egli era andato in I- i talia si ebbe notizia che il Gua gliero era deceduto. Il padre di esso rinvenne que- j sta cambiale e credendo che il dfunto tìglio era creditore dei ; SIOO la inviò a Luigi Cutillo per indi agire contro il sottoscritto per la restituzione della somma (100). Il Cutillo, al quale tutto e ra noto, disse che non mi fossi preoccupato che lui pensava a tutto. Ora questo Grande Deputato dell'Ordine Indipendente Figli di Italia mi fa chiamare innanzi al magistrato dicendo tutto il con- j trario di ciò che lui sapeva e che in presenza di testimoni avevo riconsegnato SIOO, senza la re stituzione della cambiale. Ma che forse il Grande Deputa to ha interesse in questa mone- ! ta? Questo è il giuramento che abbiamo prestato per essere af fratellati? Dove è questa uguaglianza? Non mi inganno che le parole del ; giuramento sono un semplice modo di dire nell'Ordine Ind. Fi gli di.... mamma. Dovete notare pure che il Grande Deputato e seguisce l'ufficio di Notaio Pub blico, Grosseria e Fruit Stand e in questa piccola colonia ha ac quistato assai maledizioni per la sua buona qualità di servire quel li dell'Ordine Ind. che si recano ad acquistare generi nel suo cammuffato negozio di merce avariata. Edoardo Lombardo 47 Emmott Street Phoenixsville, Pa. ! Ufficio d'informazioni i • CIRCA I BANCHISTI PROSSIMI AL FALLIMENTO ». ~,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, ■ I I I . . I J ► Per coloro che non avessero tempo da perdere per venire fino a noi, leggere e prendere nota , degli AVVISI che si pubblicano sulla CLOACA. IL! T n-» » » » n * »- » » V- ■ -flr-- VI At flr-- VI- ■ -iffr" VU nnft n'iflj mjj uifl, "db Al Signor Bevilacqua In risposta al vostro comuni cato scritto per voi da un dege nerato mediante i 5 dollari che avete sborsati ed apparso su un giornale che non intento nomina re, vi ricordo che, per parecchio tempo, ha pagato i sigari a 25 soldi al centinaio, mentre che in altre fabbriche si pagavano a 20 soldi. E mentre voi lavoravate presso di me. nel mese di genna io. gli stessi operai di un'altra fabbrica andarono in isciopero, poiché pretendevano di esser pa gati come pagavo io i miei lavo ranti. Intanto voi da mezzano arruf fapopolo accomodaste quello scio pero in base al pagamento di 23 soldi per cento sigari, mentre a i me facevate delle offerte vigliac che. Nel mese di febbraio, per mag ; gior comodità e per offrire ai miei clienti un sigaro stagionato sistema italiano, dovetti trasfe rire la mia fabbrica al 638 Wa shington Ave., dove il locale am pio e spazioso si prestava meglio alla bisogna. Allora alcuni vili, farabutti, impostori al pa ! drone dell'altra fabbrica che so pra ho menzionata ed insinuaro ® no che io stavo per aprire una grande fabbrica, che avrei occu pati tutti i sigarai che si trova i vano sulla piazza ed egli sarebbe | per ciò rimasto senza operai. A tali rivelazioni quell'altro montò sulle fune per gelosia di mestiere e promise 30 soldi per j cento, se i sigarai fossero stati capaci di costringere Gangemi a chiudere la fabbrica. Alcuni abboccarono all'amo ; la maggioranza, otto, mi rimasero j fedeli e continuarono a lavorare presso di me. Ma l'altro fabbricante, visto che io facevo placidamente i fat ! ti miei e che la sua congiura non , aveva avuto alcun effetto, mi nacciò di ribassare i prezzi a 25 soldi. Allora costoro tornarono da me, ma io non ero il merlo lo ro e non volli sentirli e la matti na del 18 aprile dichiararono lo sciopero. Domandai quali fossero le lo ro pretese, ma nulla seppero ri spondermi. Dopo due giorni, dietro mia in l chiesta, venne da me un Comita to che richiese 30 soldi per ogni ; cento sigari. Risposi che non po tevo d'un tratto concedere l'au ! mento, che fossero tornati al la voro, promettendo loro che il 7 I maggio successivo li avrei accon i tentati, per avere il tempo ne cessario di notificare l'aumento alla mia clientela. Promisero che sarebbero tor nati a portarmi la risposta degli scioperanti, ma non si fecero più vedere. Il giorno dopo cinque operai miei tornarono al loro posto, gli altri se ne andarono nell'altra fabbrica di cui sopra. Si giunse così al 7 maggio, epoca da me fissata per l'aumento del salario, e quei signori si ripresentarono a domandarmi se volevo pren derli nella mia fabbrica alla pat tuita mercede di trenta soldi per cento sigari. Io risposi di sì, ma essi affac ciarono allora un'insulsa ed infa me pretesa. Volevano che avessi messo fuori quegli operai che mi erano rimasti fedeli. Energica mente mi rifiutai, facendo nota re che non era umano gittare sul lastrico dei padri di famiglia, ed essi replicarono che la loro orga nizzazione insegna ad essere ine sorabili coi crumiri e coi capita listi. A questa uscita non potei a meno di ridere, pensando che quegli ossessi chiamavano capi ! talista chi, con tanti anni di la j voro e di stento, era riuscito a raggranellare qualche migliaio di dollari. Il 20 maggio esce un manife sto alla macchia che incita i fu matori a boicottare i sigari di Gangemi e a fumare invece i si gari di quell'altro che aveva pa gato le spese di stampa dei mani j festi. Il 23 maggio, recatomi di mat | tina alla mia fattoria, trovai di | nanzi alla porta una donna e due j uomini di picchetto. Io ero in ! compagnia di due ragazze, mie lavoranti, ed all'improvviso mi vidi aggredito da una diecina di brutti ceffi, armati di pietre e di bastoni, fra i quali eravate voi. In sulle prime credetti trattar si di apaches che volevano deru j baniii e siccome avevo in tasca I 654 dollari in contanti, misi ma j no alla rivoltella. Alle grida delle ragazze che mi accompagnavano, accorse un spe ì cial office, che mi dichiarò in arresto. Condotto dinanzi al giu dice, fui assolto e solo debbo ri spondere di porto d'arma. Il ma gistrato mi consigliò di far arre i stare gli aggressori. Se io non lo feci, fu perchè ce ] detti alle premure ed alle insi j stenze del Grande Venerabile del | l'Ordine Figli d'ltalia in Penn- I sylvania che volle ristabilita la i pace ; Io stesso Grande Venera | bile che, sempre imparziale e os- J sequente alle leggi, fino dalla | scorsa settimana ha fatto met j tere sotto accusa, nella loggia i Colaianni, i crumiri da voi de ! nunziati. Avete capito, messere, ; voi che dopo di aver raccoman dato a Giuseppe Di Silvestro per chè mi pregasse di non farvi ar restare, oggi lo attaccate. ; Difatti il 28 maggio tre unio -1 riisti tornarono a lavorare presso ! di me. E questo è tutto. I fatti sono I fatti, egregio Bevilacqua, e le chiacchiere vuote sono destinate ad esser trasportate via dal ven to. Gaetano Gangenii. CONTRO CHI COMBATTIAMO NOI E IL PERCHE' COM BATTIAMO Il virare di bordo della "cloa ca" non ci fa dimenticare il fine per il quale la medesima si affac ciò alla ribalta. Noi combattiamo contro i ne mici dell'Ordine Figli d'ltalia, contro i gelosi e nemici della Banca Statale Figli d'ltalia, con tro i denigratori di Giuseppe e Giovanni Di Silvestro. Chi sono questi nemici ? Pochi in verità. Qualche grossiere fal lito fraudolentemente, due o tre banchisti sull'orlo della bancarot ta che da sei mesi non fanno ri capitare in Italia la moneta dei loro clienti, dei quali sono in no stro possesso degli affidavits che pubblicheremo a suo tempo; qualche sognatore tipo Luca Cortese, acciatore di jobs; notai in cerca di procure e altri insetti simili a quelli che si annidano in parti nascoste del corpo. Noi difendiamo l'Ordine per chè ne facciamo parte e credia mo sinceramente alla nobiltà del suo programma, la sola ed unica istituzione che dà affidamento di serietà e di giustizia. Difendia mo la Banca perchè emanazione del nostro Ordine, perchè è una Istituzione prettamente demo cratica e popolare ed anche per chè vi siamo, sebbene in minima pai-te, interessati. Difendiamo Giuseppe Di Silvestro, perchè ga lantuomo oltre ogni dire, perchè LA RAGIONE capo della nostra Istituzione, da noi scelto liberamente. Se noi non lo difendessimo dife sa di cui del resto non ha biso gno, faremmo opera da Caini e la nostra sareblie anche un'enor me incoscienza; perchè quando lo elegemmo, riconoscemmo in lui l'apostolo dell'ideale, l'uomo one sto fino allo scrupolo. Difendiamo Giovanni Di Silve stro, perchè per 15 anni, insieme con suo fratello, ha speso le sue energie a favore della massa, formando, nella nostra Coionia, quel carattere democratico che significa emancipazione degli o perai. Infatti, ogni qualvolta l'al ta camorra coloniale organizzata, cerca di sopraffare qualche buo na iniziativa o di attaccare i mi gliori uomini della Colonia, che furono e sono le nostre speranze, si vede la coscienza del popolo insorgere e gridare : Noi non per mettiamo atti di brigantaggio. Giovanni e Giuseppe Di Silve stro, il popolo è con voi ; da voi esso aspetta ancora tante belle cose a suo vantaggio. In quanto alla camorra alta e piccina che vi ringhia alle calca gna, migliaia e migliaia sono le sentinelle vigili che la ricacce ranno nelle tenebre. Francesco Tropea - INDOVINALO GRILLO Nobile di aspetto Uomo di gran cuore Per un bicchier di vino Vende famiglia ed onore. Dicon che fu studente Studiò la lingua Greca Oggi è il Presidente Della Martin Congrega. Il Cervo Aspettando.... Fedele alla mia parola, ad un | amico che venne a chiedermi un armistizio pei- tutto il mese di j giugno, fino a quando cioè alla presenza nostra edi numerosa pubblico, saranno assodate certe I responsabilità, promisi che avrei j smesso di attaccare Vincenzo Ti i tolo, ed infatti smetto. Una volta costui, quando ne gava di essere solidale col dege nerato, usava dire che qualora fosse sceso lui nella lotta, la per ! centuale di quelli che avrebbero j seguito la campagna denigrato | ria sarebbe ascesa ad una cifra ì rilevantissima. | Ecco perchè noi sollecitiamo ! che le armi s'incrocino e ne a j spettiamo fidenti il momento, per misurale la forza sopranna turale che il professore vanta a sè stesso. Acqua in bocca però i per ora, ed arrivederci. Nicoli» Ri vano Asti. BANCHETTO INAUGURALE DEL DE ANGELIS-BORDO NARO HOTEL IN AT LANTIC CITY, N. J. Domenica, 20 maggio, i Signo ri Natale Bordonaro e G. De An gelis diedero un sontuosissimo banchetto in Atlantic City, in occasione dell'apertura del Risto rante e Hotel da essi gestito. Al le 2 pomeridiane i commensali cominciarono a prender posto nelle elegantissime sale sfarzosa mente decorate con festoni e bandiere delle nazioni alleate. Il menù fu squisito, il servizio inap puntabile. Fra i convenuti regnò la mas sima allegria e la più sincera cor dialità ; una banda musicale allie tava vieppiù la bella festa e un concertino mandolinistico accom- , pagnò egregiamente i diversi , cantanti. Alle frutta cominciarono i di scorsi d'occasione. Il difficile | compito di maestro di cerimonie I fu affidato al nostro Frank Sil ! vagni che lo disimpegnò con mol ta abilità. Egli, dopo avere bre i veniente spiegato il significato della simpatica riunione, presen tò i diversi oratori : Giovanni Ra magli, C. A. Nardello in inglese, ; il Dottor Nolt, Nicola Rivano, lo | scultore Prof. Marani, Pasquale j Santoro, Filippo Sinatra, Giu ! seppe Ricci, i quali tutti raccol ! sero la loro messe di applausi. | Da ultimo, accolto, come sempre, | dalle più vive acclamazioni, par lò in forma smagliante Giovanni | Di Silvestro. Bordonaro e De Angelis, com mossi di fronte all'attestato di stima cui venivano fatti segno, ringraziarono calorosamente. Venne anche data lettura di un telegramma di Franzosa, da Johnstown, Pa., bene augurante e di una lettera di John Tenaglia che scusava la sua assenza. Fra i diversi cantanti fu fatto segno a calorosi applausi, il figlio di Bordonaro, il piccolo Gioacchi no, che, con molta verve, cantò diverse canzonette napoletane ed inglesi. A notte tarda, la splendida fe sta ebbe termine per forza mag gioi-e, perchè l'orario dell'ultime treno era giunto ACCATTONE, DI QUALI MASSE TU PARLI? Accattone, cane rognoso, dege nerato! Parli di masse? Quando mai il tuo disonorato nome è sta to popolare tra le moltitudini ; Quando mai i diversi fogli da te fatti ad uso di latrina, furono no ti all'infuori dei banchisti fallit 0 da fallire? Quando mai la cir colazione dei medesimi superò le cinque copie? Parli di onesti? Chi sono que sti onesti che ti affiancano ? Die celo ; fa i nomi. Chiami forse one sto il famoso cervo coloniale, o le spacciatore di moneta falsa, o i simulatore di furti o l'incettato» della roba rubata ad Antonio Ma rano, o il banchista che da se mesi non fa recapitare la moneti che, per mezzo suo, venne spedi ta in Italia? Ed anche questi galantuomin tuoi pari cominciarono a sentire il ribrezzo che tu inspiri, tante che non si stancano di ripetere che nulla essi hanno con te di co mune. Si, è vero: confessano di aver ti dato della moneta, ma aggiun i gono di avertela data per elenio | sina. Mostra, se puoi, gli attestat ! di stima che ti vengono da perso ;ne rispettabili, da Enti morali da Associazioni di Mutuo Soccor so, da Unioni di mestiere, dì Logge, da Corti rappresentate da eliecine di migliaia di coscien ze, alla stessa guisa che fanne 1 tuoi calunniati. Tu non hai la so lidarietà di una mezza dozzina d degenerati pari tuoi ; o traditore della patria, i tuoi simili, in que sti giorni, sono stati fucilati alle schiena, ma per te sarebbe trop po onore essere fucilato da sol dati italiani. . Francesco Tropea Piccola Posta GIULIO. Il Grande Pe derasta l'altra sera, in compagnia di un suo manutengolo, si ralle grava che qualcuno della Gerola mo Savonarola non era stato ir favore della tassa di un dollaro imposta per le vedove e gli orfa- ni. Anche in questa occasiona malandrino rivela il suo ani canesco. CIJRIANGIOLO. il degen rato ogni giorno viene da ?„ lamentarsi perchè ogni (jiialvtì 10 vedete fingete di essere | rato e lo lasciate in asso n siete già stanco di lui? Atte perchè potrebbe incogliervi * le. TRAVICELLO. Perchè „ consigliate il sicario a preseti re il Comitato pio' borsa? COLLETTORE. Abbisi la storia completa del tuo fc passato, protagonista la deci assassinata. Attenti alla ling^ | SAETTA. —Li scovammo» I che noi alle ore 8 la sera de! 1 Maggio, alle 8 strade in Spi» I Parlarono lungamente sul teir | sincerità. ! GALLETTO. _ All'info dei generi di grosseria rubatih sferitisi dal celiar in Lombari vi è qualche altra cosa molto * ' ve sul Suo conto. MASTRO VINCENZO. - Dr. Curiangiolo non sa nulla ! nulla. Però tu puntualmente j ad aspettare l'uscita della Cica della quale gli porti le prime' pie. Egli le legge e si ralle* I quando poi esce la Ragione pi s ! ge e si va raccomandando ai | sti a ed a manca perchè ci si t ! ghi di smetterla. MAESTRO RUTINI, Not» j sco. Gnore Cocuccio non | | più pace. leri è andato tre vo |da un certo tale per implori ! verso di noi armistizio. Die soldi, diede avviso, frequentò sedute ed impose ad una testa j legno, che lavora per lui, di i< j giare la Cloaca del nome. Oj : dice di non parlarsi col degene: ! to da quattro anni. Farabutto |un Gnore Cocuccio. Noi » i smetteremo, siatene sicuro, spettiamo altre rivelazioni iit lessanti. SCARICAMAZZA. Un'alt j volta che il degenerato vieni j tormentarti ficcagli le dite nd strozza. Oltre ai 25 dollari va rebbe pagato pure l'avviso. GIOVANNI DI FILIPPO. Anche a te viene ad importuni 11 sicario ? Si vede che non ha lì to la tua lettera. Se iipas« lanciagli il cane alle gambe se eh ite. * \SS I ( ■ I ~ ION J GLI INCENDI Se troverete la via diretta.pn | una casa di pochi soldi potrà | ricevere un buon indennizzo. p|| meno di 2000 DOLLARI E Dirigersi alla succuisalt Penns Giove, N. J., diretta J fabbricante di pignate.
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