4 Il disonorato, colpito mortalmente, ricorre a tutt'i mezzi per rimanere in arcione IL SEGRETO DI PULCINELLA E* risaputo che fra gl'italiani divenuti cittadini degli Stati V niti prima che le nuove leggi ve nissero a meglio regolizzare la concessione della carta di citta dinanza come del resto fra i cittadini di altre nazionalità qui emigrati non vi sono neanche il ò per mille che furono natura lizzati regolarmente, e ciò non per colpa propina ma per aver da to ascolto a speculatori, o a mo nopolizzatori di circoli politici che volevano mostrare ili proprii par titi la loro' preponderanza fra i connazionali. Infatti, prima co munemente si diceva che basta va aver risieduto in America 5 anni per poter ottenere la carta di cittadinanza. Noi non sappiamo spiegarci come, anche per ragioni polemi che. si possa ricorrere a certe vergognose manovre e travisare i fatti. 11 disonorato, nel caso del signor Giuseppe Di Silvestro af ferma semplicemente il falso quando dice che costui non aveva mai risieduto in Camden. N. J. e che la "l'nited States Federai Court" di Trenton. N. J.. scoper ta la falsità nell'attestazione del Di Silvestro con sentenza de! 6 maggio 1910 lo dichiarò spergiu ro e decretò l'annullamento del la sua calta di cittadinanza. I lettori ci seguano con atten zione e ricordino queste due af fermazioni del disonorato. II signor Giuseppe Di Silve stre per ci rea un anno, fra il 1900 e il 1901. ha risieduto in Camden. contabile della bottiglie ria dei fratelli Masciantonio : Ni cola. Emidio e Antonio, neìla stessa epoca in cui i fratelli Di Filippo gestivano un'altra botti glieria alla seconda strada. Chiunque dei fratelli Di Filip po; chiunque dei Masciantonio e qualunque italiano di Camden di quell'epoca e tanti connazionali di Philadelphia possono afferma re questo fatto. Allora, come esiste ancora og gi. esisteva in Camden la Itaiian Republican l.eague eii signor Giuseppe Di Silvestre, sollecita to a farne parte, vi entrò. Ferve va una gara per naturalizzale gli italiani colà residenti ai qua; si faceva credere che da due anni di residenza in poi in America si poteva ottenere la carta di cittadinanza. D Di Silvestro vi e ra da quasi 5 anni. Qualcuno po treblie osservale che un uomo della intelligenza di Giuseppe di Silvestro -.o". av.x e io\ uto a - toccare all'amo. Sta di fatto però che il Di Silvestre non aveva mai pensato di dover giurare che era venuto in America di minore e tà. perchè, senza che lo dica il disonorato, egli arrivò il 17 maggio come -i rileva dai seguente certificato delle autori tà di Emigrazione: DEPARTMENT OF COMMER CE VNl> LABOR Immuration Service EUi- lsland. V .. Vpril ZI. 1910 Gibbone) \ Norris. 9.0 W.dnut St.. Phila.. Pa. Su : In repl) to your letter reque stm.; >entication of tindin. for Giuseppe \. Di Silve>tro, 1 beg to advtse you that the Coflrrtor of Cusioniv «ho h.is in hi- cu stod) ali record- of p.Ls.-ensrer arrivala prior to June 1 *>th. 1>97. certi ti*-- to thi- office, as f oUows : "Giuseppe Dì Silvestro. ase 2.'! yeors. nativa Ifcil> arrived at •.hi- port on the SS. "La Cham pagne"*. May 17. 15?7.~ Respecifully. Wm. Williams. Commissioner. Il signor Giuseppe Di Silve stro fu dunque fatto cittadino ed egli rimase sempre convinto che aveva ottenuto la cittadinan za regolarmente. Verso i principii del 1909. per un incidente avvenuto proprio in Camden, fra colui che si incari cava di fare cittadini gl'italiani ed uno di costoro, nella mente del Di Silvestro sorse qualche dub bio ed allora prese la sua carta e si recò da Mr. D. C. Gibbone}' al quale espose i fatti. Riconosciuto che la sua citta dinanza non era regolare, il si gnor Di Silvestro domandò I'hw. Gibboney se poteva rifiutare la carta e quale sarebbe stata la procedura. Mr. Gibboney consi gliò il Di Silvestro di recarsi al District Attorney di Camden a fare regolare denunzia. Infatti Mr. Gibboney scrisse e consegnò id Signor Di Silvestro questa lettera di presentazione : Philadelphia, Nov. 22. 1909 Hon. Henry S. Semel. Prosecutori* Office. Camden. M> Dear Mr. Semel: The bearer. Mr. Joseph Di Sil vestro, is the gentleman about whom 1 talk ed « ith you over the telephone i>n Saturday. and whom you kindh agreed to see this morning at 9 o'clock. Sincerely yours. D. C. Gibbone» Il District Attorney della Con tea di Camden. Mr. Scovel, rispo se ;il Sig. Di Silvestro che la ri nunzia avrebbe dovuta farla alla Corte degli Stati l'niti di Phila delphia. città di sua residenza. E il 28 Aprile 1910 l'avvocato signor Thomas J. N'orris. com pagno di Mr. Gibboney. così scri veva al Signor Giuseppe Di Sil vestro che l'aveva assunto per presentare la sua rinunzia alla Corte: Aprii 2Sth. 1910. Mr. Joseph A. Di Silvestro 1121 Wharton Street Dear Sir: Your petition. praying for le vocation of naturalization pa pers, wiU l>e to the 1". S. Circuit Court on Monday ne\t. 2nd pro\.. at 10 o' clock A. M. You «ili therefore be at this of fice by 9.30 A. M.. on that day in order to accorri pan y Mr. Nor ris to court. Yery truly T. J. N'orris 11 3 Maggio 1910 il Signor Giu seppe Di Silvestro, assistito dal l'avv. N'orris si presentava nel la Corte Federale di PHILADEL PHIA i rifiutare la carta di cit tadinanza. E la Corte decretò che in vista della rinunzia fatta dal signor Giuseppe Di Silvestro, il certificato di na turalizzazione venisse re\t>c-ato e che detta revoca non avrebbe do vuto pregiudicare il privilegio a: Di Silvestro, di fare nuovamente applicazione per la ama regola re. Il decreto è il seguente: DEC R E E llefore Me Phersoo ina No», Ma» srd 1910. upon considera tion of the foregoig petition. and on motion of Thomas J. N'orris. Esq_ prò petitioner. it is hereby ordered and decreed that. upon the surrender b> the suid Joseph A. I* Silvestro of the Citi/en's Certificate of Naturaitzatkm is sued to him b» the name of Jo seph ter". by the Court of Common Pleas of Camden Coun ty. in the State of New Jersey, on the I9th da> of Oetober. A. D. 1901. the said certificate shall thereupon be canceßrd .uid revo ked. And it is further ordered and decreed that -uch cancella tion and revocation shall not prejudice the rishts of the said Joseph A. Di Silvestro to file a deckiration of his intentton to beeome a citizen of the l'nited States of America, and to pro ceed thereafter in due forni of la», and that a cop> of the le eoni and dee ree in this proceed ini; be tiled in the said Court of Common Pleas of Camden Coun ty. in the Stille of New Jersey. Circa due anni dopo di questo decreto, e propriamente il 5 Settembre 1912 il Signor Giu seppe di Silvestro veniva na turalizzato davanti alla stessa Corte alla quale aveva fatta ri nunzia della sua cittadinanza. (seguono le l'urne) Ladro di francobolli, come di ce il decreto della Corte, il signor Di Silvestro fu fatto cittadino in Camden, previo un anno di resi denza. il 19 Ottobre 1901. cioè nel suo quinto anno di residenza in America, e non il 1S Marzo 1901. Le date dicono molto, ac cattone. disonorato. Nessuna Corte, nè tanto meno quella di Trenton. sentenziò che il Signor Di Silvestro era uno spergiuro e nessuno mai. all'infuori del Di Silvestro, che s'ispira sempre alla rettitudine, aveva denunziato questo fatto. Ricattatore, fu il signor Giu seppe Di Silvestro a rinunziare la sua calta di cittadinanza, cosa non nuova nella Colonia, alla Corte Federale di Philadelphia e non di Trenton. Domando la parola il Signor Vincenzo Titolo, il so pra nominato professore. mi vor rà scusare della libertà che mi prendo di interloquire nella ver tenza Gangemi-Titolo. Bravo Vincenzino. benone in signe professore; finalmente ti sei mostrato all'altezza del titolo che ti dai. Poveri titoli! Dalla tua lettera, in risposta a quella dell'ottimo e onesto fratel lo Gaetano Gangemi. la quale ti costò una intera giornata di la voro in compagnia del tuo degno amico Silvio Nonspaventa. ha ri levato il tuo stile loiolesco. Che stale, che coesione logica, che bel componimento d'italiano. Nella sostanza meriti cinque, nella forma zero: quindi bocciato, ca ro il mio professore. Quante banalità, quanta asine ria in quei tuo sermone da semi narista. Mio caro maestro di sincerità, a chi intendi alludere con quello appellativo di pecorume? imma gino a quelli ile La Ragione, non è vero F■ ':vne. questo pecoru me t; grida forte sulla tua faccia di bronzo. Vincenzo Titolo, tu sei un uomo ambizioso, un insincero I no al midollo delle ossa, uomo •-Lilla' coscienza doppia come la partita doppia dei tuoi Registi: contabili. Il pecorume ti grida: giù la maschera, professore sen za titoli. Vieni alia ribalta e noi sapremo affrontarti, con quel..." tranquillità di coscienza, con quella calma che sono dell'uo mo onesto che nulla nasconde e nulia ten». Avanti adunque, parla, par.a. perdio : se non lo farai, lo faren noi. incominciando a far sapere | ( alia colonia quello che tu non vuoi far sapere. E' venuto il tem po in cui bisogna mettere le cose a posto. Bazza a chi tocca ! Il pecorume accetta con piace re la sfida, come andare a fest... e con te a polemica assumerà c - verso carattere di quello che non può avere col degenerato. Tu se: ( un agiato negoziante, un profes sore, e\ presidente del Comitato •-» ganuzatore della Banca Stata le. Segretario di finanza del co mitato per la mobilitazione chi- i le, insomma -ei un grane- : personaggio coloniale, e con tac t uomo, la polemica la faremo a base di ratti, con documenti, cor. testimonianze oculari, circostar mando te mpo e luogo. Così si po trà dimostrare chi sei tu e eh. i siamo noi. Tu. professore, pari: i'insnce- < n e non ti vergogni che. mentre davi dell'amico ad un uomo che i ti fece molto bene, cercando di < farti acquistare un nome, tu io i colpisci a tradimento. Cairo, ge suita. continua pure il tuo meto do loiolesco che ri fu inculcato fin dai primi anni di studio in se- < miliario. Tu parli di monaci, tu. ; LA RAGIONE ♦ * * Sicario, la Corte non annullò jla carta di cittadinanza, ma la revocò, concedendo il privilegio al Di Silvestro di fare un'altra domanda per la stessa. * * * Assassino della prima moglie, devi convincerti che uomini co me il Signor Giuseppe Di Silve stro, quando riconoscono di es sersi sbagliati, sebbene pei' colpa di altri, riparano onorevolmente. Ed ora, t'avellaci, degenerato. I nostri sono abituati a difendersi coi fatti e coi documenti. E tu perchè ancora riesci a smentire una delle mille accuse che ti ab biamo fatte ? Che cosa c'entra la polemica con ì consoli e le risposte di co storo, con l'assassinio della tua prima moglie? Cosa c'entrano i Consoli coi martini che dai alla seconda? Che ne sanno i consoli dei furti di francobolli? delle tue truffe ? dei tuoi ricatti? E' colpa dei Consoli se que gli del West Philadelphia. come tanti altri padroni di casa, sarà costretto a metterti fuori dall'abitazione perchè paghi la rendita con gli insulti ? Sono for se i Consoli che dovranno pagare quel povero grossiere di West Philadelphia. Tobia, che tu inve ce di soddisfare per averti sfa mato. lo metti fuori dalla non tua abitazione con gli insulti i più triviali? Su. degenerato, rispondi e di fenditi. con i fatti e non con le parole. NOI cne viu come ira r rancesco que stuando amicizie e popolarità per attirare clienti al tuo nego zio. Mascherina, ti abbiamo cono sciuto. il tuo giuoco è stato sco perto. nessuno abboccherà all'a uto. 11 Gangemi ha tutta la nostra solidarietà e tutta la nostra sim • patia. perchè quello che egli pub blicò è la verità, cioè che tu gli dicesti di prendere a calci Filip po e questo glielo dicevi quando tu cercavi di aizzare tutti i sici liani. che facevano parte della Banca Statale Figli d'ltalia, con no gli Abruzzesi, mi spiego me glio. contro l'uomo che ti fu lar go di aiuti in qualche momento critico. Gangami non sa mentire, non palla con enfasi, ma palla col cuore; in te. invece, tut to è finzione. tutto è calcolo. Non parlare più di fratellanza, i metodi dell'ottimo amico tuo. il degenerato, e continuate i vostri conciliaboli ne! tuo ufficio in com pagnia de! grossiere fallito. I! tre piede non è sufficiente: manca il quarto, chiamate con voi pure Cocuccio. e l'opera sarà completa. Al prossimo numero. 1.0 Sbarazzino N. R. A. Victor Typewriter Co. I detectives messi in giro dalla Victor Typenvriter Co., sebbene siano trascorsi degl: anni, vanno ancora visitando gli uffici italiani di bas-a città per rintracciare le macchine truffatile dal degene rato. Ne hanno rinvenuta una al monte dei pegni, rr.a di quelle vendute a Teli, a Conti e ad al tri non ne sono Venuti a cogni zione. H ladro di francobolli crede che il pubblico ~ia co-ì balordo da non accorgersi che mentre i no stri «mici rispondono con farti e cifre alle «uè insinuazioni, egl; finge d'ignorare tutte le accuse, basate su fatti e non J. che gii sono state fatte fino ad oggi. O. sì. la difesa se l'è fatta. Ha detto che i Consoli hanno po lemizzato con lui quando furono attaccati perchè r.on k> occupa rono al Consolato. Volete vedere che anche questo egii negherà o tìngerà d'ignorare? Ma poi. che c'entrane i Consoli con le sue truffe * Gli hanno forse detto i Consoli: appropriati delle mac chine da scrivere della Victor Co., vendile o impegnale ? Su. degenerato, rispondi. Dicci che non sei un ladro di francocolli, solo perchè il tuo pa drone rse comperava un dollaro per vocia. Dicci che non hai assassinata la tua prima moglie. Dicci che non martirizzi la se conda. Dicci che non hai sciupato la dote ricattata a quel povero Ni colino e che poi lo insultasti a ! sangue insidiando anche contro i l'onore della sua stimata signora | madre. Dicci che non sei ricattatore. Dicci che non hai truffato Pa squale Teti e poi minacciato di | arresto. Dicci che tu paghi la rendita di casa e non sei sempre in quistione, come ora, con il con statile. Dicci che non truffi grosseria a tutti i negozii di Philadelphia ; che non l'hai truffata aG. F. I Lombardo ed al povero Tobia. Dicci che per tre o quattro voi j te non ti sei fatto anticipare sol di da banchisti per fare la Cloa ca e non li hai mai restituiti. Dicci che pagasti la Coopera ; tiva delle 11 strade sol perchè es sa aveva protestato la tua cam biale. Dicci che non i'hai ricattata di j dollari 400. Dicci che pagasti la dottoressa ! che curò la tua vittima, della cui ' molte sà il segreto ; che non ti portò in Corte, che non fosti con dannato. e che per soddisfarla, non simulasti maggiori debiti sulla porzione della tua casa. Dicci che hai pagato gli Un dertakers che hanno sotterrato le tue vittime. Dicci che anche ora non ti sei beccato un migliaio di dollari dai banchisti. Dicci che sebbene le check fossero intestate alla cloaca e do vessero depositarsi dal Signoì Cassiere, tu non le hai filmate ed esatte, compiendo così un atto criminale. Dicci se darai le azioni ai min chioni che ti hanno dato denaro e dove le redimeranno. Dicci come hai vissuto per dieci anni e se hai preso denaro tedesco quando traducevi dalle circolari Ufficiali germanesi la materia per la tua Cloaca. Dicci tutto questo, anima di fango, sicario, criminale e dopo avrai diritto a parlare di altri. DE PASCALE RISPONDE AL GROSSIERE FALLITO Il grossiere fallito voleva scom mettere SIOO. quelli della Fari na lattea, a chiunque fosse stato capace a trovale nei suoi libri il nome di Antonio De Pascale, che prima era a Cleartìeld ed ora tro vasi a Bridgeport. Pa. Curiosa questa trovata. Sol perchè questo nome non figura nei suoi libri, lignifica che De Pascale non si sia servito di lui. Ma se i libri del grossiere fallito furono accomodati dal suo con sulente legale! Del resto abbiamo scritto al De Pascale ed egli ci risponde co sì: Bridgeport. Pa.. 5-20. 1917 Signor Antonino Viglione. Laro amico e fratello. Riguardo l'affare di Garibaldi Felice, essendo trascorso molto tempo sono dolente di non poter mostrare nessun documento per adesso, ma credo di conser vare ancora delle sue buste e gli potete dire che è un'altra bugia di non trovare il nome nei suoi registri, gli ricorderete che ciò ascende all'epoca del 1907 o il 190 S che gestiva i suoi negozii al No. 715 Carpenter St., e se qual che giorno che verrò io in Phila delphia, desidero di fargli una vi sita per ricordarglielo meglio. Povero De Pascale! Ricordi anche l'indirizzo. Ma i'hai forse sognato ." Adesso il grossiere fal lito dirà che le buste le ha fatte stampare Di Pascale. IL DEGENERATO ESAUTORATO. RICORRE AL LA PRAVA BOLSA DI I N A LCOO LIZZ ATO SUO COLLEGA L degenerato, nell'ultimo nu mero della "Cloaca", riporta un articolo che l'Opinione avrebbe pur t acato contro il signor Giu seppe Di Silvestro. Egii anzi di ce che ."articolo fu pubblicato il 10 feb ; raio 1910. Niente di più falso, fi degenerato ha uno sco po precipuo ne! falsare le date. Quell'articolo fu pubblicato in differente giorno ed anno. Ve ne sono parecchi altri di articoli che fanno seguito a quello e se Gano di Maganza > Rataplan non han no i numeri nella loro collezio ne per offrirti al degenerato, glie 11 daremo noi. II sicario però, per mostrarsi indipendente ed imparziale, do rirvirtara U ; de La Voce del Popolo che per un decennio ha tenuto a debita distanza l'Opinione ; dov'ebbe ri portare le pubblicazioni de La Fiamma ; dovi ebbe altresì ripor tare gli articoli pubblicati dallo stesso degenerato, sulla Opinio ne del Popolo, specialmente. M a egli questo non lo farà, perchè è un sicario venduto che ieri male dell'Opinione, della Federa zione e del Cav. C. C. A. Baldi ed oggi ne tesse l'elogio. L'articolo dell'Opinione ripor tato dalla Cloaca, per esempio, fu pubblicato in seguito al seguente entrefilet : IL CAPITANO Venne in America perchè Ir avevano scacciato dall'esercito, dov'egli aveva commesso certe cose poco polite. Dopo tanti anni di servizio, un povero disgraziato deve rinun ziare ad una carriera, per la qua le ha speso gli anni più belli di sua vita. Si sta propriamente male nel l'Esercito. Intine che cosa aveva fatto il Capitano? Una piccola appropriazione; e per tanto poco, gli imposero di dimettersi. Come si vede una destituzio ne bella e buona: fortuna se gli risparmiarono le spalline. Il pò vero rataplan supplicò invano, scrisse opuscoli a Vittorio Ema nuele, minacciò di volersi ucci dere, ma non ci fu rimedio. In ultimo, perdute tutte le spe ranze, si mise a fare il maestro privato a Napoli e da qui sorse il suo titolo di professore. Aveva capito che in America senza essere preceduti da un ti tolo non si è considerati: anche gli sciainatori hanno nelle loro insegne il titolo di professore. Però il titolo non gli fruttò nulla. Anzi ci spiace dover dire che il Capitano a New York ebbe a soffrire la fame. Ramingò parecchio nelle reda zioni di giornali a regalare la sua bolsa prosa, e poi venne a finire neila città dei quacqueri. Ma neanche qui si trova soddisfatto. Lo dovrebbe sentire Ciano di Ma gonza, quando gli regala l'epite to di ignorante, di straccione, di macellaio. Se non fosse per la pagnotta che gli è cara, man derebbe Gano di Magonza al pae se di tutti. Ora si è messo a scrivere delle note umoristiche e quando è saturo di "cervogia" o di "whiskey" non si accorge che invece del barbitonsore, egli met te in caricatura il suo compagno di catena: il cantor di Stromei. Lo ricordate voi. quando que sto tapinello venne in America? Anch'egli aveva commesso certe cose poco pulite con biglietti di partenza DA e PER. ma poi se l'era passata liscia anche dei me si e venne in America. Il tapinello. appena venuto, parlò all'inclita di un suo colle ga. del calzolaio Stromei: voleva riformare la giurisprudenza a mericana. voleva laurearsi avvo cato e tante altre belle cose, ma poi anch'egli andò a finire in Ma gonza a dieci dollari la settima na. Fece anche qualche operazio ne di leva; fu amico intimo di San Daniele e si incaricò di un caso di rivedibilità per la bellez za di 50 dollari. Ora scrive anche lui per Gano. E' una bella cop pia ed il pubblico pagherebbe chi sa quanto per vederla saltare la corda in qualche stazione zoo logica." Quel capitano, anche ora che, poverino, è sull'orlo delia tornita odia i! Di Silvestro perchè questi volle esporre al pubblico ciò che è sopra riportato. Si sfogli il primo o il secondo numero della Cloaca e vi si troverà una letterina di solidarietà che Rata plan -crive per il degenerato. H connubio è ammirabile ! Piccola Posta TROMBONE SFIATATO. E' ve ro che ìi deffer.erato ha accoppata a chiacchiere il tao ai-ice. —.a ta f&* sti accoppato asudi CORNO e 6 fecero pacare ancne ìe spese. G ROSSI ERE FALLITO. Non.-!- more, fu Don Vincenzo che disse 3l tuo corpulente teglie: Don Cocucc:o, avere cor pajrno .1! liuo'o. scer-a ì» pena. CALVRELIJ. SUàisnore: à se ra «li ? vedi. !~ corrente. degene rato e Ninetto i! cervo, furono ari un lupar.are. ma Se reni dei noe e : permisero. .1 due orr d tem po. nessuna manovra. Ecco dove van no a tini re i soldi che ì cafoni aff.'iaiw a; banc- st: e che cuesti danno al ie preerato per far?': -ì-a otumiaL VEi»T FHILA. Avvisateci per tempo quando verrà i' constai l ' e a —ertene alì'asta !a mohijriia de! de rer.erato perchè manderem o i nostro " *rafe a una negativa. ANTONIO MELCHIOPE. Ti p«fh;*r« di dire a Giardinetti di te ner?: la lingua a posto se ar a Sa salate. Non ci aerorrooo i lookoats ter .1 Banca de: Fipti il tal: a che è erta con capitale e non ss r-ancece cor ® strouiaaggM. Se continuerà a paria re ncsßnmno n#r hx?_
Significant historical Pennsylvania newspapers