La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 26, 1917, Image 1

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    LA RAGIONE
ORGANO DI DIFESA DELLA ITALIANITÀ'
contro i vili, i camorristi, i sicari, i falsari e gli austriacanti, nemici della patria di origine e di quella d'adozione
F. SILVAGNI, Direttore, fili Christian Street, Philarielphia, Pa-
Un disonorato mi chiama davanti
alla sbarra degli accusati
Se la professione del giornalismo
nelle nostre colonie fosse sentita come
un apostolato; se certi messeri dalla
condotta e carattere equivoci, ne sen
tissero tutta la responsabilità e la e
sercitassero con fede di veri apostoli;
se essa non dovesse servire a qualche
mercenario come mezzo di speculazio
ne e di ricatto, accoltellando i galan
tuomini oggi ed elogiando i disonesti
domani a seconda delle opportunità
che si presentano; se, infine, la mis
sione di educatore delle masse fosse
nobilmente esercitata, i nostri coloni
se ne avvantaggerebbero con guada
gno immenso delle loro condizioni in
tellettuali e morali.
Il giornalismo corrotto e corrutto
re, invece, suscita nei lettori sentimen
ti morbosi e rovina la loro mente e i
loro cuori. Fortunatamente, però, so
no pochissimi coloro ohe, avendo un'a
nima di fango, del giornalismo l'anno
un mercimonio.
io, dunque, sono stato chiamato da
vanti alla sbarra degli accusati da un
disonorato, e ben volentieri mi vi pre
sento. E cosi, l'uomo d'onore, che per
[ 20 anni ha sacrificata la sua vita in
America e che nel paese natio era l'i
dolo dei suoi concittadini, deve dire
davanti ad un vagabondo, se è degno
di essere nelle file dell'Ordine Figli
d'ltalia; il creatore di questa grandi?
istituzione in Pennsylvania, che ad
Bissa tutto ha dato e dà, deve rispon
dere, alla presenza di un accattone, se
può continuare a farne parte; il ri
belle, il lottatore, il debellatore di tut
ti i disonesti, che nulla hanno potuto
■inai contrapporgli, deve dimostrare al
cospetto di un ricattatore se oggi an
, ch'egli fosse diventato un disonesto.
r "
j Vi è stata una cosidetta lettera a
:perta agli "onorevoli componenti il
Supremo Concilio dell'Ordine Kigli
d'ltalia", scritta da un mostro di im
moralità. In un certo punto della let
tera, volendo mostrare che la ex Vo
ce del Popolo non era fatta nell'inte
resse del pubblico, l'autore esclama
è stato sempre il pensiero gentile e
cordiale verso il pubblico che ha fatto
curvare il dorso al nostro eroe; ah,
maledetto pubblico!
Lo stesso autore di questa espetto
razione, due anni fa, il 3 aprile 1915,
sull'allora Opinione del Popolo, pub
blicava quanto segue:
Sebbene nulla di autentico vi sia
ancora nella notizia il giornale non
ha detto ancora nulla si dà per cer
to che il quotidiano "La Voce del Po
polo" trasferirà, sotto una nuova am
ministrazione, la sua sede nella città
di New York.
Se la cosa si avvererà, a noi dispia
cerà moltissimo perchè vedemmo sem
pre ne "La Voce del Popolo" il quo
tidiano CHE RISPONDEVA A PRE
FERENZA 1)1 QUALUNQUE VI
TRO ALLE ESIGENZE DELLA ITA
LIANITÀ' EMIGRATA, giacché nelle
NON POCHE LOTTE SOSTENUTE
DETTE MOLTE VOLTE PROV E LU
MINOSE DI QUELLO SPIRITO DI
IMPARZIALITA' E DI INDIPEN
DENZA CHE QUASI MAI SI E BUE
RAGIONE DI LODARE IN ALTRI.
Non sta a noi indagare e discutere
oggi le ragioni che avranno o staran
no per determinare il passo del voci
ferato trasferimento; certamente non
vi saranno estranee quelle di indole
amministrativa, giacché, come ognuno
sa, se vi è stato un giornale quotidia
no che ha sempre per tre quarti do
vuto dipendere dalle ENERGIE e DAI
SACRIFIZI! DI POCHI CHE LO
REDIGEVANO E DIRIGEVANO,
questo quotidiano è stato precisamen
te LA VOCE DEL POPOLO, senza che
la colonia avesse mai potuto, dal la
to della pubblicità, incoraggiarlo co
me avrebbe dovuto
(Ti era stato chiesto questo spunto, j
accattone ?)
L'autore della cosidetta lettera a- j
perta, dunque, due anni fa ammette
va che io, direttore de "La Voce del j
Popolo", e gli altri collaboratori pas- !
sati e presenti, ci eravamo sacrificati
spendendo le nostre energie per dare
al pubblico "La Voce del Popolo" che
aveva dato prove luminose di impar
zialità e di indipenden/.a e che aveva
sempre risposto alle esigenze dell'ita
lianità immigrata. Oggi, due anni do
po, lo stesso personaggio, rimangia
tutto .rinnega sè stesso e cosi facen
do dà l'impressione a chi Icge le sue
fregoliane trasformazioni, che egli è
un disonesto matricolato, senza carat
tere, che oggi dice bianco e domani
nero.
Ma, difendiamoci; il disonorato ci
ha accusati.
Quella cosidetta lettera aperta è un
monumento di malafede; di spudorate
menzogne; di falsità.
Alla prima parte non sono tenuto a j
rispondere perchè lo stesso autore, !
candidamente confessa che i fatti de- ;
nunziati non gli costano e che non può
credere, per un momento, che Giusep- ;
pe Di Silvestro sotto le armi non fu
10 stesso galantuomo che è oggi. Però j
11 senso di irresponsabilità, che che ha i
fatto di lui un volgare calunniatore a !
tanto la linea, non gli ha impedito di
| lanciare al pubblico una bassa, vilis
! sima insinuazione .
Se una risposta dovessi dareli, que-
I sta non dovrebbe essere per iscritto;
| in ogni modo gli dico che sotto le ar
mi fui indomito, sì, disonesto mai; e
gli aggiungo ciò che dissi altra volta
ad un suo pari: suffraga con dimo
strazione ed evidenza di fatti le tue
asserzioni ed io mi ritirerò dalla vita
pubblica.
Passiamo ora alla seconda parte
| della cosidetta lettera aperta. L'autore
asserisce che io:
!.o non mantenni i patti con gli azio
nisti;
:.'.o il denaro raccolto per le azioni non
lo depositai in nessuna banca;
:!.o non convocai nessuna seduta, co
me promesso: anzi me ne partii
per l'ltalia quando gli azionisti
aspettavano di essere invitati;
4.0 che vendetti il giornale;
r>.o che fui minacciato di procedimento
legale.
IÌ.O che le mie note non si pagano pun
tualmente;
T.o che la maggioranza degli azionisti
non ha ricevuto nulla;
Per rinfrescare la memoria dell'au
tore della cosidetta lettera aperta dirò
che non fu tra il marzo e l'aprile del
1914 che il signor Giuseppe Di Silve
stro presentò ai suoi amici il proget
to di voler migliorare il suo giornale,
ma verso il settembre del 1913. Quan
do si vuol fare l'accusatore si deve es
! sere precisi anche nelle date, che han
no molta importanza.
Intanto, il patto fatto con gli azio
nisti fu mantenuto scrupolosamente,
sebbene quando il denaro si versava
condizionatamente, essi non erano ta
. li, non avendo ricevuto le azioni. Il
denaro, man mano che si raccoglieva,
veniva puntualmente depositato nella ]
The Commonwealth Title Insurance
and Trust Company, nel modo seguen- ]
te:
1913 ll-19 $1525; 11-20 $300.00;
11-21 $200.00; 12-9 $125.00;
12-10 $175.00; 12-17 $100.00;'
12-21 $230.00- 12-29 $100.00:
12-31 $25.00;
1911. l-2 70.00; id. $15.00; 1-12
$50.00; 1-22 $150.00; 1-28
$75.00; 1-29 SIOO.OO ; 2-5 $15.00.
Questo denaro non fu toccalo fino a
quando, dietro regolare riunione e au
torizzazione, fu deciso di usarlo. Il
primo check, basti dire, fu staccato il
IH Febbraio 1914, quattro mesi dopo
dal primo deposito, ad Antonio Palla
dino per SIOO.OO rimborso delle sue
azioni.
Il libro dei depositi e quello dei
checks sono in mio possesso; però
chiunque volesse meglio assicurarse
ne, potrebbe prenderne visione nella
banca stessa e se un'autorizzazione
fosse necessaria per accedere nei li
bri di quella istituzione bancaria, sono
pronto a rilasciarla.
E' stato detto che nessuna seduta
fu tenuta e che io lasciai gli azioni
sti nell'aspettativa dell'invito, men
tre me ne partii per l'ltalia. Quanto
falsa e in mala fede è questa affer
mazione i lettori vedranno.
Dopo raccolto circa 3 mila dollari e
quando si doveva decider» sul da far
si, agli azionisti fu scritto cosi:
Philadelphia. I'a.. 2 febb. 1914.
Egregio Amico,
Al primo invito che lanciammo per
raccogliere intorno a noi un nucleo di
azionisti, allo scopo di pagare alcune
pendenze e migliorare le condizioni
del nostro giornale, risposero i primi
invitati, ai quali esponemmo la situa
zione dell'azienda, facendo loro rileva
re che, per pagare il debito sul mac
chinario ed altri più immediati, era
no necessari dagli otto a dieci mila
dollari per metterla in condizione di
affrontare baldamente l'avvenire.
Gli intervenuti a quella prima riu
nione si sottoscrissero per quanto le
loro forze permettevano, ma oltre a
ciò non si sono interessati, come alcu
ni avevano promesso, di sollecitare
altri loro amici.
Più della metà di quelli che figura
no oggi sono stati sollecitati da noi
direttamente, e per far ciò è occorso .
del tempo. Perciò fino a questo mo- I
mento non avevamo potuto chiamare
una seconda riunione. (La prima era
stata già tenuta).
La somma tutt'ora raccolta, come si !
può vedere dallo specchietto che fa se
guito alla presente circolare, è di
$3.065,00, molto esimia per il raggiun
gimento dello scopo prefisso. Sebbene
vi fosse stato immediato bisogno di
denaro, questa somma è depositata, in- |
tatta, alla "Commonwealth Title In
surance and Trust Co."
Se ognuno di voi farà un altro pic
colo sforzo personale o cerca di inte
ressare un altro amico, l'intento si
raggiungerà con maggior facilità.
Nella prima quindicina di questo
mese avrebbe dovuto aver luogo la se- i
(luta annuale in Camden, N. J., per la
nomina dell'amministrazione e per le
altre transazioni. Quella seduta l'ab
biamo fatta differire ala prima quin
dicina di aprile appunto per dar tem
po a tutti di spiegare maggiore atti
PHILADELPHIA, PA., 26 MAGGIO, 1917.
cità e poter raggiungere la sommi
prestabilta con l'inizio della nuova am
: ministra/ione.
I na seduta preparatoria intanto a
vrà luogo il giorno (> corrente, alle ore
8 P. M., negli uffici de "La Voce del
| Popolo", 908 Carpenter Street, alla
i quale siete caldamente pregato divo-
I ler essere presente.
Coloro che non hanno pagato tutto
o parte delle azioni sottoscritte sono
pregati di farlo prima o il giorno del
la seduta, "iacchè con l'emissione del
le azioni è come se noi avessàno e
messo denaro.
Aiutare una buona istituzione che
fino ad oggi ha dato abbastanza pro
ve della sua solidità è dovere di ogni
buon connazionale.
In attesa di vedervi la sera del 6 vi
salutiamo
La Voce del Popolo
per GIUSEPPE DI SILVESTRO
Nella suddetta communicazione è u
nito anche lo specchio nominativo dei
SPREMO
New York, N. Y. t 17 Maggio, 1917.
Egregio Sig. Direttore
de "La Ragione"
Philadelphia, l'a.
La prego concedere ospitalità nelle colonne del suo
giornale, al seguenti deliberato dei Consilio Esecutivo
Suprmo:
Ringraziandola sentitamente ed anticipatamente,
Dev.mo
F. MANCINI, Supr. Segr. Arch.
Il Concilio Esecutivo Supremo dell'Ordine Figli
d'ltalia in America, nella seduta odierna, informato di
una pubblicazione apparsa su di un settimanale di Phi
ladelphia, contro il Grande Venerabile dello Stato del
la Pennsylvania, fratello Giuseppe Di Silvestro, sente
il dovere di confermare pubblicsuiiente a questi tutta
la sua stima e fiducia incoraggiandolo solo a sempre
più perseverare nella cotanto apprezzata opera di bene
a prò della nostra Istituzione.
Per il Supremo Concilio
Il Segr. Arch. Supremo
FRANCESCO MANCINI
Questo deliberato fu preso dal Concilio Esecutivo
Supremo dell'Ordine Figli d'ltalia in America, dopo
avere ascoltato il fratello Giuseppe Di Silvestro e let
ta la risposta, suffragata da documenti, che questi
avrebbe data sui giornali coloniali di Philadelphia.
sottoscrittori con le somme sottoscrit
te.
Alla seduta del C Febbraio 1914 fu
deciso di adoperare il denaro raccolto,
adibendolo ai bisogni più immediati e
se altro ne fosse stato raccolto sareb
be stato usato per assolvere altri im
pegni. Come primo passo fu portata
l a Voce del Popolo da 6 ad 8 pagine
e solo chi è abituato a pagare per la
compilazione e stampa di un giornale
può conoscere la differenza che passa
nello spesato fra G e 8 pagine di gior
i naie quotidiano.
Regolata intanto la posizione degli
azionisti, fu preparata la seduta gene
rale per l'elezione che doveva tenersi
in Camden, Stato del New Jersey, do
ve la Compagnia editrice era incorpo
rata, elezione la cui data, come è det
to più sopra, era stata rimandata ap
positamente per dare l'opportunità a
gli azionisti di esercitare un loro di
ritto.
Niente restituzione di denaro, per
ciò, doveva farsi, perchè al posto di
questo erano stati flati ed accettati
dei titoli.
Oltre all'invito in inglese, a tutti gli
azionisti fu anche spedita la seguen
te comunicazione in italiano:
Philadelphia, l'a., 25 Marzo 1917
Egregio Amico,
l,a nostra seduta annuale per la e
i lezione dei direttori di questa compa
! gnia, di cui è parola nell'alligato N.
Ì, si terrà negli uffici della "Corpora
tion Trust Company", nostra rappre
sentante per lo Stato di New Jersey,
al No. 304 Market St., Camden, N. J..
alle ore 10 A. M. di martedì 21 Aprile,
1914.
1 I direttori da essere eletti, secondo
un emendamento fatto ai nostri rego
lamenti nella seduta del ti Febbraio
j 1911, sono quattro; perciò, ora che gli
azionisti sono molti, nella prossima se-
I duta porteremo il numero di essi a
| cinque.
• In caso che non poteste assistere al
la seduta di cui sopra, vi prego di tor
narmi. nella busta di ritorno col fran
; cohollo qui accluso, la proxy, cioè lo
! stampato marcato No. 2, debitamente
firmato in basso, nella linea di destra,
| mentre nell'altra linea a sinistra lo fa
rete firmare da qualcuno come testi
mone. In esso apporrete anche la da
ta del giorno in cui firmerete. Salu
tandovi mi diro
Vostro
Giuseppe Di Silvestro, Segr.
La seduta fu puntualmente tenuta
il 21 aprile 1914 negli Uffici della Cor
poration Trust Company del New-
Jersey, al No. 304 Market St., Cam
den. Quelli che non potettero essere
presenti mandarono la proxy, cioè la
procura. Sono infatti ancora in mio
possesso le procure dei signori: John
R. Turner, Vincenzo Stracaro Bellino,
Giulio C. Carunchio,, Joseph Tumo
lillo, Annibale Vemacchio, Nicola
Porreca; Camillo Mancini, Ferdinando
Bisciotti, Henry Di Berardino, Dr.
Vincenzo De Virgiliis.
Queste "rocure, va senza dirlo, so
no sottoscritte di pugno degli inte
ressati. Fra g! : eletti alla carica «li di
rettore della Compagnia anche il
Dr. Vincenzo De Virgiliis.
Può ora l'autore della cosidetta let
tera aperta .smentirmi? l'uò egli an
cora affermare che sedute non ne fu
j rono mai chiamate e che io me ne an
, dai, come può andar via un banchista
qualsiasi, anche di quelli che lo hanno
fornito di munizione per combattere
I me e l'Ordine Figli d'ltalia e la Banca
| Statale ?
| Io parti» per l'ltalia il 23 maggio
; 1914. Alla distanza di un anno e mez
; zo dopo il mio ritorno, vendetti i miei
I interessi che rappresentavo ne La
Voce del l'opolo, cioè le mie azioni e
I quelle di mio fratello. Io non vendet
jti il giornale, come afferma l'autore
[della cosidetta lettera aperta, perchè
non avrei potuto vendere cosa che non
era mia. Qualunque usciere di conci
liazione sa che una Compagnia non si
vende; non si può vendere, ed i com
pratori non sarebbero stati cosi ciu
chi ad acquistare cosa che non mi ap
parteneva. Io ero il padrone delle mie
| azioni e le vendetti ; gli altri azionisti
i avrebbero potuto far lo stesso. Ven
\ dendo i miei interessi, intanto, la com
pagnia, per deliberato dei suoi diret
; tori, si trasferì a New York.
I I debiti dell'azienda, quando si con
j sideri che altri quotidiani ne hanno
! per centinaia di migliaia di dollari,
! oltre ad altre centinaia che ne hanno
assorbite, posso affermare che non ve
ne erano. Del resto io, vendendo i miei
j interessi, non avevo nò potevo avere
i nulla di comune con i creditori, né con
| i debitori. Crediti e debiti rimasero al
j la Compagnia editrice. In ogni modo,
| anche perchè il pubblico sappia tutto,
| dirò che al momento del trasferimento
i del giornale a New York la somma
; dei debiti era di $9397.37, compreso
$3826,16 che si dovevano sul macchina
rio. Tutti i creditori furono avvertiti
della trasformazione e furono pure
notificati Frank Ili Berardino e Frank
Roma. A quest'ultimo, anzi, qualche
giorno prima del trasferimento furo
no restituiti 369 dollari rappresentan
ti un debito personale.
Si dice che io sia stato minacciato
di procedimenti legali, e da chi ? e
perchè? L'autore della cosidetta lette
ra aperta saprà di certo che chi è
azionista di una certa azienda, l'uni
co diritto che egli può far valere è
quello verso l'immobile o il mobile del |
quale è comproprietario. Nè io sarei j
stato tenuto a dover riacquistare le |
azioni. Quale lettre avrebbe potuto ;
. imporrne»)? Ma io sono troppo geloso ;
del mio patrimonio morale e, deside- !
rando che nessuno mai abbia a dire di i
me la più menoma cosa, con pravissi
mi sacrifizi! ho ritirato e pagato con '
denaro sonante dollari 2275.50 di azio
ni; come sono disposto a ritirare le
altre che sono fuori.
Si è voluto dire che io ho turato
solamente la bocca di qualcuno. Kbbe
ne, il pubblico deve giudicare se ciò
sia vero o t;e l'autore della cosidettu
lettera aperta non è un vo gare diffa
matore, appositamente assunto c pa
gato per questo scopo.
Denaro ripagalo prima della ricosti
tuzione della Compagnia.
18 Febbraio 19' ad Antonio Pal
ladino $100.0(1; id. a Vito dallo $25.00;
2.'! Febbraio 1914 ad Angelo Codamo]
$50.00; Gaetano Gangemi $50.00. To- i
tale $225.00.
Denaro restituito perchè non lolle
le azioni
Francesco Palumbo $.'(00.00.
Azioni ritirate e ripagate prima d.
tra.-ierirsi la Compagnia a
New York
Silvio G:urdinelli $200.00; Antonio
Di l'aolo $100.00; Pasquale feti $100;
Giulio C. Carunchio $100.00; Ferdi
nando Bisciotti $100.00; Dr. 15. De
Vecchia $25.00; Matteo J. Alberti
$50.00; Raffaele Imperiale $50.00. To
tale $725.00.
j Azioni ritirate e ripagate dopo il tra
sferimento della Compagnia
a New York
Nicola D'Alonzo $400.00; Rocco Di
N'ubile $200.00; Nazareno Monticelli
$100.00; Fratelli De Luca $100.00; Ni
cola Matarazzo $100.00; Dr. V. De
Virgiliis $100.00; Annibale Vernac
ehia $50.00; (ì. F. Lombardo .$25.00;
Totale 1075.00 Totale generale $2825.
Altro che turare la bocca a qualcu
no! Altro che accontentare qualcuno
con un acconto!
Questo denaro è uscito dalla tasca
«li Giuseppe Di Silvestro, il quale pur
essendo rimasto nelle condizioni di
quando venne in America, ha voluto
dare un esempio lampante della sua
egerata onestà. K se due di questi.
Rocco Di Nubile e Annibale Vernac
olilo (che fa lavori di tipografia per
centinaia di dollari nella mia tipogra
fia) sono stati pagati il primo con av
viso che pubblicava dal Lo giorno che
l.a Voce del Popolo vide la luce ed il
secondo con lavori tipografici, il caso
non differisce affatto da qut'li che
hanno ricevuto danaro contante, per
chè io pago i miei operai; io pago per
carta, inchiostro, ecc. lo non sono di
quelli che vivono truffando i poveri
co loni dai quali qualche mercena
rio riceve ordini ner lavori di stampa,
ne riscuote il costo e i lavori non si
vedono mai.
Vi sono altre azioni fuori. Il gior
nale non esiste più e ciò certo non per
colpa mia. Sarei io tenuto a ripagarle?
K perchè ?
L'autore della cosidetta lettera a
perta stia sicuro però che volta per
volta ed a breve scadenza le ritirerò
e le ripagherò come ho fatto per le
altre.
Potrei aggiungere che vi sono sta
ti e vi sono amici che me le avrebbero
cedute e me le cederebbero per una
mangiata di fave; ma io no, non le ho
volute. Coloro che mi hanno favorito,
pur avendo, a suo tempo, ricevuto il
titolo di comproprietari dell'azienda,
fatto questo che mi escluderebbe da
qualsiasi responsabilità, debbono rice
vere soldo per soldo del denaro sbor
sato.
Azioni ancora fuori e che saranno
ritirate e ripagate:
John Marini $100,00; F. Basta $100;
Prof. Farina P. $100.00; Gius. Turno
lillo $100,00; Henry Di Berardino
$100.00; N. Perrella $50.00; V. S.
Bellino $50.00: invitato da molto tem
Ai nostri amici e fratelli lettori
QUESTO (GIORNALE E' FATTO DA VOSTRI AMICI, DA
VOSTRI FRATELLI CHE VIVONO CON IL LAVORO QUOTI
DIANO. DALL'ALTRA PARTE VI E' UN FOGLIO MANTENU
TO DA BANCHISTI PROSSIMI AL FALLIMENTO, CHE HAN
NO A LORO DISPOSIZIONE I SOLDI DEI NOSTRI CAFONI. SE
VOLETE PERCIÒ' CHE "LA RAGIONE" CONTINUI A PUB
BLICARSI, E' VOSTRO DOVERE DI CONTRIBUIRE A MAN
TENERLA IN VITA. NOI SIAMO BENE CORAZZATI E NON
LA SMETTEREMO SE NON AVREMO RICACCIATI NELLA
MELMA I NOSTRI AVVERSAR». DEL RESTO SONO GIÀ' NO
TI I SEGNI DI DEBOLEZZA, DI ISOLAMENTO. AVANTI, DUN
QUE; NOI ASPETTIAMO LA VOSTRA SOLIDARIETÀ'.
Anno I No. 1 5 Sold'i Sa Copia
j p<> a tornare le sue azioni); i >r.
| Diodati $50.00; Nicola Porreca $50.00;
| Camillo Mancini $26.00; Giovino Di
I Paolo $25.00; Aristodemo Palladino
$25.00. Totale $875.00.
, Di note che non si pagano puntual
mente non ve ne sono. Anche per que
sto fatto, l'autore della cosidetta let
tera aperta ha voluto mostrare lu sua
malafede. Di note da scontare per a
zioni ritirate, ve ne sono tre: alla
Cooperativa delle 7 strade e Christian
per D'Alonzo; ed un certo Trevisani,
il rivelatore del segreto, potrebbe di
re che non solo io pago puntualmente
.uà un paio di volte ho dovuto richia
j marlo ad essere sollecito come lo so
no le banche americane, a mandare
per tempo la notizia della scadenza;
alla Federai Trust, per De Virgiliis,
la cui ultima rata di $25.00 sarà paga
ta questo mese è alla South l'hila Sta
; te Bank per Muta l'alzo,
i 11 pubblico aile -o deve alleile sa
pere i guadagni fatti dalla vendita
<lei miei interessi ne La Voce del Po
polo.
Tre note per l'ammontare colletti
vo di $."752,t>4 non mi sono state pa
gate. A questa somma ho dovuto ag
giungere circa un centinaio di dollari
fra spese e onorario all'avv. Stefano
Miele di New York, senza ritirare un
soldo. Oltre a questa somma perdu
ta, sono rimasti a mio carico, e sto
pagando, altri debiti nelle banche per
i quali al tempo del trasferimento non
pensai a ritirare la mia firma.
Ho voluto essere di proposito esau
riente-, anche in fatti puramente per
sonali, nei quali il pubblico non ha il
«UCttto ili ficcare il na£o.
Ora dovrei fare un'infinita di do
mande all'autore della cosidetta let
tera aperta: ma cirli non mi risponde
rebbe; egii non direbbe mai se e l'uo
mo adatto a poter rimproverare chic
chessia. Il pubblico, per esempio, a
vrebbe diritto di sapere come egli ha
vissuto per oltre dieci anni, ma l'ac
cattone risponderebbe che sono affari
suoi.
Qualcuno si sorprende perchè i fra
telli Di Silvestro non rispondono al
l'autore della cosidetta lettera aper
ti! per le continue espettorazioni che
fa nella cloaca. Costui, come si dice,
è stato assunto e fornito di mezzi per
combattere le buone istituzioni e co
loro che ne sono a capo. Come si sa
e come ha già dimostrato, egli non ri
fugge da nessun mezzo per assolvere
il suo mandato. Dovremmo noi seguir
lo per questa via e fare il giuoco di
coloro che gli armano la mano? Dero
gheremmo dal nostro programma. A
noi piace di ragionare, ma prima di
tutto dovremmo avere a nostro avver
sario una persona responsabile; un uo
mo d'onore.
Se l'autore della cosidetta lettera a
perta, indovinato il momento psicolo
gico dell'apertura della Banca Stata
le e del progresso dell'Ordine Figli
d'ltalia, ha saputo attirare a sè po
chi avversari delle due istituzioni ed
ha potuto attingere ai loro fondi per
servire alla causa patteggiata, do
vremmo noi seguirlo nelle vie tortuo
se della maldicenza e della diffama
zione? Che continui - tanto la luna di
miele non durerà a lungo. Non ricorda
il pubblico quando, nel tempo della
mobilitazione civile, si scagliò contro
Giovanni Di Silvestro per difendere
gli avversari di costui dai quali si a
spettava il guiderdone »"•« sua opera
di assassino morale? Più tardi, forse
perchè fallito il colpo, andara dicendo
che a lanciarlo all'r " erano stati
il Roma e il Palumbo ed a quest'ulti
mo fece un attacco dei più vigliacchi.
Una sola cosa, però, voglio dirgli,
chiudendo queste note. Se egli sente
la responsabilità della missione gior
nalistica deve provarmi che quanto ho
sopra esposto non risponda alla verità.
Deve provarmelo con fatti. Se non vi
riuscirà che si ecclissi perchè dopo
quest'ultima prova non troverà certa
mente altri merli da pelare, per tra
scinare la sua grama esistenza.
Giuseppe Di Silvestro.