La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, May 16, 1917, Image 3

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    I DUE ORDINI
Ragioniamo un po'. Non si ri
scaldino i nostri cugini, e sopii
tutto non s'impenni l'esculapio
il pontefice massimo dell'Ordin*
Indipendente in Philadelphia
Ragioniamo un po', così spas
lionatamente da buoni amici
senza trascendere, perchè ragio
nando s'impara, imparerà la co
lonia a conoscere da quale part<
tiri il vento cattivo.
Perchè questo dualismo fra
due Ordini ? Perchè questo cozze
tra il colosso ed il pigmeo? Per
ehè questa scissione se tutti «
due gli Ordini hanno lo stesse
programma, le stesse finalità ?
I buoni, i benpensanti che han
no la visione esatta di ciò che si
fa e di quello che si vede nella
colonia, riconoscono da molte
tempo che gl'lndipendenti hanne
dei glandi motivi per mantene
re scissa la massa dei lavoratori
Italiani. Solamente i pochi, i ba
cati che hanno gli e>cchi velati di
prosciutto come quelli dell'au
striacante, ci fanno conoscere
che essi non ci vedono tanto
tanto bene.
La ragione c'è, miei carissimi,
c'è la ragione ed è tanto forte per
quanto sono lunghi gli sdolcina
menti, le strette di mano, le moi
ne, le carezze del primo Curian
giolo per tirare un voto nelle as
sociazioni di mutuo soccorso.
L'affarismo è la nota predomi
nante.
Per quanto ne dicono i luogote
nenti, dovrebbe credersi che in
questi ultimi tempi l'Ordine In
dipendente ha fatto un tantino
di progresso, nella città di Phila
delphia. Tanto, per farli conten
ti, e contenti loro, contenti tutti,
diciamo anche noi che qualche
loggetta si è fatta. E di grazia,
concedetemi almeno una volta un
favore, e ditemi ne avete Logge
nello Stato, eccetto eiualcheduna
come mosca bianca; ne avete
lx>gge in questo Stato che pure
è uno dei più grandi ?
Dalla mia esperienza acquista
ta in diversi anni nell'Ordine di
cui mi onoro di far parte, ho po
tuto constatale che gli operai I
taliani sparsi nei villaggi, nei pic
coli centri insomma, sono più fa
cili ad essere organizzati, sono i
più puntuali nello adempimento
dei loro doveri. Le loro azioni, i
loro atti sono sempre improntati
al bene, perchè essi non sono vi
ziati come nelle grandi città e
quindi non hanno ricolmo il far
dello di odii e rancori voluti e fo
mentati or dall'uno e or dall'altro
prominente.
Dopo questa constatazione,
molti si domandano perchè l'Or
dine Indipendente che cerca di
metter su le sue innocue batterie
in Philadelphia e dintorni, non
ha invaso questo campo immen
so, questo terreno vergine di tan
te energie, come ha fatto l'Ordi
ne Figli d'ltalia in America?
11 perchè tutti lo sanno. I no
stri cugini, anzi dico meglio, il
Pontefice massimo ed i suoi luo
gotenenti, non hanno nessunissi
mo interesse a riunire queste
masse, che del resto non li segui
rebbero; non hanno, ripeto, nes
suno beneficio perchè, non stando
sul posto, non trovano nulla da
azzannare. I loro sforzi supremi,
sono qui in Philadelphia, per
ghermire come rapaci avvoltoi, i
nuovi e vecchi fratelli, i quali tut
ti debbono passare le forche cau
dine e ricevere volenti o nolenti
le cure dello stesso esculapio.
Non per nulla su le pagine dei
regolamenti interni delle minu
scole Logge, si vede stampato a
lettere cubitali il nome del primo
Curiangiolo. E' vero però che
fuori di Philadelphia vi è qualche
Loggia, ma a quale distanza? Ad
un tiro di fucile, sufficiente di
stanza per concedere al solito Pa
dre Eterno la solita manata di
pezzi di cinquanta soldi.
Come poteva avvenire la desi
derata, l'attesa fusione, se si è a
tiimati questi sentimenti di ;
affarismo? La fusione non è av
venuta, non poteva avvenire, non
fu colpa della massa certamente
I che aspetta ancora oggi questo
! fausto avvenimento, non poteva
'avvenire, dicevo, perchè con la u
nione dei due Ordini si venivano a
diminuire gli affari, gli interessi
e i chitarrini di Curiangiolo.
Non si può spiegare differente
mente la nota frase ripetuta in
diverse occasioni : "l'Ordine Indi
pendente mi dà denaro ed onore,
ed i suoi associati sono anche so
ci di Società di Mutuo Soccorso
che mi danno pane."
Intanto questa campagna sor
ta sotto così lieti auspicii la con
tinueremo e siamo sicuri di vin
cerla. Abbiamo tanto e tanto ma
teriale così pepato da poter ri
durre questi uomini in cenere,
questi Don Chisciotti che dal
passato poco pulito osano far la
voce grossa contro chi effettiva
mente compie opera di vero Ita
liano.
Antonino Viglione
FACCE INCALLITE
La cloaca, nel numèro di saba
to scorso pubblicava che il nomi
nato F. A. Ferrari usciva fin da
quel giorno dell'Ordine Figli d'l
talia per passare, con tutto il pe
so di un immondo fardello, nelle
file indipendenti. La comunica
zione era anche infiorata di un
aggettivo molto significativo, là
dove era detto che il degenerato
specula e sfrutta la sua amica
Fiorina.
Ora noi ci domandiamo: quan
do mai l'innominato Ferrari ha
fatto parte dei Figli d'ltalia di
Pennsylvania? Entrò, è vero, a
far parte della loggia Dante A
lighieri di Camden, ma poi ne
venne fuori, non si sa il perchè.
Da oltre 5 mesi quel messere, in
un andirivieni seccante e noioso,
si recava dal signor Giuseppe Di
Silvestro, verso il quale era ricco
di salamelecchi, una volta per
pregarlo perchè lo facesse entra
re in qualche loggia di Philadel
phia, senza l'esibizione del bene
stare della Dante Alighieri di
Camden; un'altra perchè lo aiu
tasse a tirar fuori dal carcere un
suo fratello, non sappiamo per
chè imprigionatovi ; tal altra per
fargli le sue proteste di simpatia.
II buon Di Silvestro lo licen
ziava sempre dicendogli che sen
za i requisiti voluti non avrebbe
potuto entrare nel nostro Ordi
ne.
Finalmente, carpendo la buona
fede dell'organizzatol e signor Al
fonso Papa e del Grande Segre
tario arch. che, in assenza del Di
Silvestro, iniziò la Da Verraz
zano il 29 marzo u. s., senza che
il suo nome fosse apparso nella
domanda di dispensa, s'infilò den
tro. Quando il Grande Venerabi
le, tornato da New York, si ac
corse dell'accaduto, scrisse subito
all'organizzatore istruendolo di
cancellare quel nome dalla loggia
e di restituirgli il denaro, cosa
che fu fatta anche da parte della
commissione F. U. M.
Senza rimpianti per certe per
dite ed augurii a chi li conquista!
lie servette licenziate o quelle in
via di essere licenziate, fanno
sempre le dispettose. Dopo Filip
po, Ferrari. Intanto ecco la lette
ra che il grande venerabile scri
veva il 3 aprile, un mese e mezzo
fa, all'organizzatore :
Phila., Pa., 3 Aprile 1917
Signor Alfonsa Papa,
1208 S. 13th Street
Philadciphia, Pa.
Si acclude un check di $2.00
intestato a Francesco Antonio
Ferrari, iscrizione al Fondo Uni
co Mortuario, perchè, insieme a
tulte le altre tasse pagate, gli
venga restituito, ed egli venga
cancellato dal ruolo della Giovan
ni Verrazzano No. 691 di Phila.
Perchè il Ferrari possa entra
re in una Loggia di Phila., deve
mettersi in regola con la Dante
Alighieri di Camden, N. J., ed ot
tenere da essa la carta di passag-
gio firmata dal Segretario di Fi
nanza e dai Venerabile e col tini
bro a secco della I/oggia.
Mi comunicherete che questi
mio ordine è stato eseguito, e cor
stima vi saluto.
Giuseppe Di Silvestro,
Grande Venerabile
Il pubblico non si faccia abbin
dolare dagli impudenti, dalle fac
ce incallite. Francesco Antonio
Ferrari fu scacciato dal nostre
Ordine, con ordinanza del 3 apri
le scorso. Non è dunque vero che
egli ne fosse uscito quando fu
pubblicata la sua velenosa espet
torazione. E questo fia suggel
Riesiimando....
i galantuomini
Questo articoletto ridiventa di
attualità perchè descrive la ela
sticità di Dr. Curiangiolo il qua
le, per un nonnulla, si vendica
anche delle mosche.
O IPOCRITA !
Giù la maschera, vile insinua
tore, esci da quel letamaio e sfor
zati d'agire da uomo cogli uomi
ni Col tuo spuntino balordo
non ti accorgi delle tue inconclu
sionate banalità ed hai fatto co
me il mentecatto che quando vuol
lodare vitupera e quando vuol
biasimare inconscientemente lo
da.
Volevi oltraggiarmi col ricor
darmi del mestiere da me eserci
tato i primi anni venuto in Ame
rica, invece mi hai fatto una lo
de più lusinghiera. Studiai in I
talia, e lasciai gli studi due mesi
prima di emigrale. Lavorai in A
merica pei - sbarcare il lunario e
ne vado superbo ; ricominciai i
miei studi e mi laureai con onore
e leci di me un "self-made man",
come dicono gli americani, ed a
voce alta posso ripetere con Na
poleone: "La mia nobiltà inco
mincia da me" questo è per
non andare per le lunghe a tesse
re l'albero geneologico dei miei
antenati già chiari nel mio paese
dal secolo XV.
Io non tento di pugnalare nes
suno, come tu vuoi far credere,
ma ho solamente cercato di di
fendere un gentiluomo vigliacca
mente assalito alle spalle da un
uomo mascherato —; nè tampo
co ho voluto pigliare la palla al
balzo e trarre ora vendetta per
una protezione che tanti anni fa
mi negasti, come tu bugiarda
mente asserisci ; sappi che non
ho mai chiesto protezione a nes
suno nè tampoco a te; la mia di
gnità non è trascesa mai per me
schini interessi ed ho rispettato
sempre l'amicizia senza secondi
fini.
L'elasticità alla volontà ed alla
coscienza è un dono tutto tuo
particolare, mio caro Satana ; non
soito io quel tale che mentre in I
talia era un Massone di sette cot
te ed un mangiapreti arrabbiato,
venuto a Filadelfia, andò a fare
il baciapiedi ed il penitente com
punto presso i Padri Agostiniani
per accaparrarsi la loro protezio
ne ... Non sono io quel tale che
contemporaneamente dona l'ani
ma a Cristo ed il cuore al diavo
lo, come si suol dire, per usu
fruire dei favori e dell'uno e del
l'altro Non sono io quel tale che
fa parte d'ordini Massonici e
Cattolici, di società dipendenti ed
indipendenti.
Satana si vanta di non aver
potuto metter su moneta perchè !
la spendeva per il popolo?. Ali j
fai ridere A prò' dei tuoi ca- j
gnotti, vuoi intendere, che ti suc
chiano le midolla; sono i tuoi cor
tigiani e protettori che hanno
goduto dei tuoi sudori e non il
popolo, è il tuo stato maggiore
che ti ha spolpato finanziaria
mente e moralmente, e nessuno
altro.
Il popolo non ha ricevuto altro
da te che ipocrisie scappellot
ti, strette di mano e strisciate,
perciò non la chiamo questa nè
nobiltà nè generosità, ma non è
altro che Prostituzione ed ipo
crisia.
Di grazia, quali sono i proble
mi grossi e piccini che travaglia
no la Colonia dove tu hai contri
buito? Gozzoviglie, Banchetti,
Intrighi e complotti per maligna
le qualche gentiluomo della co
lonia, con circolari e pubblicazio
ni anonime!.... Tu mi capisci!
Tutt'altro che egoismo è il
mio, sei anche qui in glande sba
glio, o Satana; domanda a qual
cuno degli amici che ti circonda
no, domanda a chi mi conosce
più intimamente e ti accorgerai
di aver preso un granchio a sec
co, e vedrai che ti diranno che
LA RAGIONE
sono stato sempre pronto a con
tribuire per qualunque opera u
manitaria, senza fare il gradassi
e senza ventolarla ai quattro ven
ti; e vedrai che ti diranno ch<
sono stato sempre pronto ad ap
poppare qualunque manifesta
zione coloniale seria eti diran
no pure che sono stato sempn
pronto a rifiutarmi con disdegn<
da far da sgabello agli ambizio
si, che ho rifiutato sempre a da
re il minimo appoggio ai faccen
dieri ed agli scrocconi coloniali
Satana fa pure lo spaccamon
tagna dicendo che è pronto an
che a far valere le mani ; primi
di tutto voglio dirgli che è egl
il triviale col trascendere insirn
a villanie, indi poi fargli capire
che insino a quando si circondi
dall'anonimo come di uno scudo
10 non posso credere alle sue
smargiassate e lo sferzo al gru
gno col nome che si merita: Vi
gliacco !
Daniel Cubicciotti,
1165 S. llth St
Mettetelo alla porta
Nella nostra colonia vi sonc
uomini di affari bacati e pro
fessionisti e commercianti one
stissimi. I primi, per paura di es
sere esposti al pubblico dal de
generato ricattatore, subiscono
qualunque imposizione; i secon
di, non avendo nulla a temere,
sono pronti a sfidare la bava del
l'accattone.
E' invalso ormai il sistema
nel degenerato di pubblicale le
inserzioni senza autorizzazione
alcuna e se poi gli avvisanti si
rifiutano di pagare o tentennano,
vengono senz'altro attaccati.
Fintanto saremo noi alla ve
detta, i connazionali, i profes
sionisti non avranno nulla a te
mere.
Vi è stato già un risveglio nel
le coscienze e questo è sintomo
che il degenerato non lo voglio
no più sentire, neanche coloro
che gli hanno armata la mano.
Ma io non ho autorizzato a
pubblicare la mia rèclame, vi
sentite dire da quasi tutti coloro
v TÌ r tino - ne! la Fogtia.-
iVitanto zittiscono e qualcuno pa
fja anche.
Vi sono però dei coraggiosi e
ci auguriamo che il numero di
mesti aumenti. Già un impor
tante Ristoratore ha ferocemen
te insistito che il suo avviso
scomparisse dalle colonne della
Cloaca e, sebbene il degenerato
si l'osse in principio rifiutato per
non fare una cattiva figura in
pubblico, ha poi linito per sospen
dere. Il curatore di fallimenti,
■inch'egli ha ritirato l'avviso, ma
semplicemente per paura delle
rivelazioni sul suo conto.
Pubblichiamo qui le dichiara
sioni di tre nostri coraggiosi con
nazionali che dicono di non aver
autorizzata la pubblicazione del
la loro rèclame:
11 signor Giovanni Di Filippo,
il negoziante all'ingrosso di bil
ia, vini e liquori, del No. 1156
30. 1 lth St., ci prega di rendere
di pubblica ragione che egli non
lia mai autorizzato l'inserzione
della sua rèclame sulla "Fogna"
e non ne pagherà il costo.
MASCAGNI HOTEL AND
RESTAURANT
Miila., Pa.. 4 maggio 1917.
Egregio Sig. F. Silvagni
Dir. della Ragione
Vi prego di rendere pub
blico che io non ho mai au
torizzato la inserzione della mia
rèclame nella (Fogna n. d. r.) ;
anzi debbo aggiungere che dopo
essermi recato nell'ufficio di es
sa per ben quattro volte e non
avendovi trovato il responsabile
Efli scrissi di togliere il mio avvi
so. Fino ad oggi però apprendo
che l'inserzione si pubblica anco
ra. Ma io non pagherò.
P. Di Lullo.
Phila., Pa., 5 Maggio 1917.
Francesco Silvagni,
Direttore della Ragione
Con la presente dichiaro che io
non ho mai autorizzato di pub
blicare il mio avviso nella (Cloa
ca n. d. r.) giornale settimanale;
desidero perciò che venga a co
noscenza del pubblico.
Dev.mo
Dr. Settembre Mamniarelia
L' ACCATTONE
Chi, nella nostra colonia non
ha visto l'accattone colla, faccia
di scimmia girovagare attorno
ai saloons, tutto lacero, sporco,
con le scarpe rotte, in attesa che
qualcuno, per compassione, gli
offrisse un bicchiere e l'opportu
nità di sfamarsi mangiando la
zuppa?
Da due o tre settimane i bar
tenders, e particolarmente Moli
nari, non vedevano più il poco de
siderato avventore. Ma un gior
no, con grande sorpresa, lo vide
ro entrare tutto di nuovo vestito;
si avvicinò al banco, ordinò un
bicchiere di gin e poi fece il bis
e, tra un bicchiere e l'altro, tirò
fuori di tasca un rotolo di bigliet
ti di banca e checks.
Questo, diceva mostrando
ne uno (il più grosso) me lo ha
dato il banchiere franco di an
darsene quando vuole. Il perchè
è inutile che ve lo ripeta. Non mi
davano moneta. Don Domeni
co Biello ed altri prima di
fallire, appunto perchè avevano
bisogno del mio silenzio e della
mia rèclame, per meglio nascon
dere i preparativi della loro fu
ga?
Sì, quello che tu dici, o ac
cattone, è vero, e noi stimiamo
nostro dovere di dare l'allarme,
specialmente ai poveri connazio
nali confinati in quei campi di
concentrazione che sono le nuove
costruzioni ferroviarie dove sono
spogliati per vestire l'accattone
3d incoraggiarlo all'alcoolismo ed
al vizio. Noi penetreremo fino nel
più remoto angolo della Pennsyl
vania per dire ai contadini: At
tenti ai vostri risparmi ; ricorda
tevi che Pati, Cesare Conti ed
litri, prima di fallire, ingrandi- !
'ono i loro uffici e li riempirono j
ii impiegati, per far credere che i
?li affari procedevano, a vele
fonfie, mentre di nascosto pre
>aravano le valige.
Voi, o banchisti, candidati
il fallimento, avete voluto squii- i
ai e la vostra tromba, contro u- !
l'lstituzione che è conquista fat- !
;a da noi operai, suoneremo
e nostre campane.
♦ *
Un'altra figura cordialmente
antipatica, qui ed in Italia, che
pure ha dato moneta all'accatto
i'.e, è-colui che tempo fa tentò di
formare un trust medico-farma
ceutico a danno della salute e del-
Voti di protesta per i sicarii
E DI SOLIDARIETÀ' PER I GALANTUOMINI
Phila., 2 Maggio 1917.
La Loggia Guglielmo Mar
coni No. 165, dei Figli d'ltalia,
ispirandosi sempre, come per lo
passato, a sentimenti di aita de
vozione di Italianità, nella sedu
ta di Domenica 29 u. s., riunita
si in Assemblea in seduta straor
dinaria per discutere affari ine
renti alla Loggia istessa, prende
va atto fra l'altro, o meglio, pro
testava energicamente ad una
nimità, contro l'attitudine ed il
modo di procedere di certa stam
pa coloniale, degna del più gran
de disprezzo e commiserazione
che vigliaccamente ed incoscien
temente attacca le nostre salde e
forti Istituzioni e le rispettabi
lissime persone che sono alla te
sta di esse.
Chi dirige detta stampa, prin
cipalmente, è un abbominevole e
degenerato individuo, che solo
al suo passar sopra una pietra
la impesta di obbrobrio e di ver
gogna: Questo basta per farci un
esatto concetto delle sue asser
zioni.
Colla speranza che questa no
stra voce di protesta voglia ri
petersi anche in seno ad altre
Logge Consorelle e che la S. V.
vorrà essere tanto cortese a di
ramarla a tutta la stampa one
sta «he crede, distintamente la
saluto, per la Loggia Guglielmo
Marconi,
FELICE TROISI
Segr. Archista
221 W. Ontario St.
LOGGIA N. COLAIANNI
No. 141.
Phila., Pa., 14 maggio 1917
Egregio Sig. Direttore de
LA RAGIONE,
Nella seduta ordinaria del 13
maggio, la Colaianni, deliberava
di protestare energicamente con
tro la losca figura di certi promi-
la saccoccia dei poveri coloni, per
popolarizzare certi medicinali.
L'affare non riuscì come il
manipolatore avrebbe voluto per
il rifiuto di un noto dottore italo
americano di prestarsi al traffi
co indecente.
Adesso, colla reclame del dege
nerato e l'appoggio di un dottore
poco indipendente vuol tenta
re di nuovo la formazione del
trust.
Italiani, attenti a quei dottori
che vi prescriveranno medicinali
importati o patentati! Essi ap
partengono al trust formatosi ai
vostri danni.
In che cosa consistono questi
medicinali, spiegheremo scienti
ficamente nei prossimi numeri,
pubblicando ciò che dice la Paro
la de! Medico, rivista settimana
le che si stampa in New York,
per cura di distinti professioni
sti italiani.
Noi della Ragione terremo in
formato il pubblico delle mano
vre losche che si preparano al
l'ombra.
0 Francesco Palumbo, il dege
nerato eil venditore di cerotti
congiurano ai tuoi danni.
In appresso ti sveleremo la
trama; pei' ora ti diciamo: Sta
in guardia.
* *
Che gli indipendenti fossero
degli austriacanti era cosa nota
a pochi in colonia, ma dal mo
mento che han fatto alleanza
con lo spione austriaco, dandogli
la direzione morale e spirituale
dell'Ordine, la faccenda assume
l'importanza di uno scandalo ec
cezionale. Figurarsi 1 hanno pro
posto candidato venerabile di u
na loggia e lo conducono secoloro
nelle visite alle logge pei' dare
maggior lustro alle loro figure
bacate: soci attenti alle sue un
ghie adunche!
Dopo questo connubio inter
verrà il Console in qualcheduna
delle loro feste? Che ne pensa il
patriota Cav. C. C. A. Baldi?
Che ne dice il signor Giovanni
Queroli, presidente del comitato
per la mobilitazione civile che ha
il dovere non solo di sussidiare
le famiglie dei richiamati, ma di
difendere l'onore ed il prestigio
della nostra patria, denunziando
al pubblico disprezzo quelli che
vilmente l'hanno oltraggiata? ,
Francesco Tropea.
nenti appartenenti alla teppa co
loniale, che si peimisero, per
mezzo di un foglio mercenario,
di insultare i fratelli Giuseppe e
Giovanni Di Silvestro e la fami
glia intera del grande Ordine
Figli d'ltalia.
Applaudiamo molto il vostro
operato e v'incoraggiamo, pro
mettendovi il nostro appoggio,
di smascherare chiaramente di
nanzi all'onestà pubblica questi
soggetti indesiderati.
La Loggia vi sarà molto grata
se vorrete riservare un po' di
spazio per dar pubblicità alla
presente.
Ringraziandovi anticipatamen
te
Calogero Liberto, Segr. Arch.
LOGGIA FELICE NAZARIO
SAURO, No. «17
Phila., Pa., 21 Aprile 1917
Egregio signor Direttore
della Ragione,
La suddetta Loggia, nella se
duta ordinaria del 20, s. ni., deli
berava un voto di protesta, per
la campagna insidiosa e calunnia
trice che la Cloaca ha incomin
ciato contro il lustro Ordine ed i
Capi di esso.
A. Di Palma, Segr. Arch.
1331 Reed St.
Per la verità'
Un settimanale della colonia,
ha stampato che la Banca Figli
d'ltalia mi aveva licenziato per
ragioni di economia.
Questa notizia è naturalmente
falsa e tendenziosa ed io sento il
dovere di dichiarare, per la ve
rità, che ho lasciato il mio servi*
zio spontaneamente, avendo fat
to acquisto di una farma in Vi
neland, N. J., ove mi sono ritira
to con la famiglia.
Phila., 8 maggio 1917.
Gaetano Ferreri.