I DUE ORDINI Ragioniamo un po'. Non si ri scaldino i nostri cugini, e sopii tutto non s'impenni l'esculapio il pontefice massimo dell'Ordin* Indipendente in Philadelphia Ragioniamo un po', così spas lionatamente da buoni amici senza trascendere, perchè ragio nando s'impara, imparerà la co lonia a conoscere da quale part< tiri il vento cattivo. Perchè questo dualismo fra due Ordini ? Perchè questo cozze tra il colosso ed il pigmeo? Per ehè questa scissione se tutti « due gli Ordini hanno lo stesse programma, le stesse finalità ? I buoni, i benpensanti che han no la visione esatta di ciò che si fa e di quello che si vede nella colonia, riconoscono da molte tempo che gl'lndipendenti hanne dei glandi motivi per mantene re scissa la massa dei lavoratori Italiani. Solamente i pochi, i ba cati che hanno gli e>cchi velati di prosciutto come quelli dell'au striacante, ci fanno conoscere che essi non ci vedono tanto tanto bene. La ragione c'è, miei carissimi, c'è la ragione ed è tanto forte per quanto sono lunghi gli sdolcina menti, le strette di mano, le moi ne, le carezze del primo Curian giolo per tirare un voto nelle as sociazioni di mutuo soccorso. L'affarismo è la nota predomi nante. Per quanto ne dicono i luogote nenti, dovrebbe credersi che in questi ultimi tempi l'Ordine In dipendente ha fatto un tantino di progresso, nella città di Phila delphia. Tanto, per farli conten ti, e contenti loro, contenti tutti, diciamo anche noi che qualche loggetta si è fatta. E di grazia, concedetemi almeno una volta un favore, e ditemi ne avete Logge nello Stato, eccetto eiualcheduna come mosca bianca; ne avete lx>gge in questo Stato che pure è uno dei più grandi ? Dalla mia esperienza acquista ta in diversi anni nell'Ordine di cui mi onoro di far parte, ho po tuto constatale che gli operai I taliani sparsi nei villaggi, nei pic coli centri insomma, sono più fa cili ad essere organizzati, sono i più puntuali nello adempimento dei loro doveri. Le loro azioni, i loro atti sono sempre improntati al bene, perchè essi non sono vi ziati come nelle grandi città e quindi non hanno ricolmo il far dello di odii e rancori voluti e fo mentati or dall'uno e or dall'altro prominente. Dopo questa constatazione, molti si domandano perchè l'Or dine Indipendente che cerca di metter su le sue innocue batterie in Philadelphia e dintorni, non ha invaso questo campo immen so, questo terreno vergine di tan te energie, come ha fatto l'Ordi ne Figli d'ltalia in America? 11 perchè tutti lo sanno. I no stri cugini, anzi dico meglio, il Pontefice massimo ed i suoi luo gotenenti, non hanno nessunissi mo interesse a riunire queste masse, che del resto non li segui rebbero; non hanno, ripeto, nes suno beneficio perchè, non stando sul posto, non trovano nulla da azzannare. I loro sforzi supremi, sono qui in Philadelphia, per ghermire come rapaci avvoltoi, i nuovi e vecchi fratelli, i quali tut ti debbono passare le forche cau dine e ricevere volenti o nolenti le cure dello stesso esculapio. Non per nulla su le pagine dei regolamenti interni delle minu scole Logge, si vede stampato a lettere cubitali il nome del primo Curiangiolo. E' vero però che fuori di Philadelphia vi è qualche Loggia, ma a quale distanza? Ad un tiro di fucile, sufficiente di stanza per concedere al solito Pa dre Eterno la solita manata di pezzi di cinquanta soldi. Come poteva avvenire la desi derata, l'attesa fusione, se si è a tiimati questi sentimenti di ; affarismo? La fusione non è av venuta, non poteva avvenire, non fu colpa della massa certamente I che aspetta ancora oggi questo ! fausto avvenimento, non poteva 'avvenire, dicevo, perchè con la u nione dei due Ordini si venivano a diminuire gli affari, gli interessi e i chitarrini di Curiangiolo. Non si può spiegare differente mente la nota frase ripetuta in diverse occasioni : "l'Ordine Indi pendente mi dà denaro ed onore, ed i suoi associati sono anche so ci di Società di Mutuo Soccorso che mi danno pane." Intanto questa campagna sor ta sotto così lieti auspicii la con tinueremo e siamo sicuri di vin cerla. Abbiamo tanto e tanto ma teriale così pepato da poter ri durre questi uomini in cenere, questi Don Chisciotti che dal passato poco pulito osano far la voce grossa contro chi effettiva mente compie opera di vero Ita liano. Antonino Viglione FACCE INCALLITE La cloaca, nel numèro di saba to scorso pubblicava che il nomi nato F. A. Ferrari usciva fin da quel giorno dell'Ordine Figli d'l talia per passare, con tutto il pe so di un immondo fardello, nelle file indipendenti. La comunica zione era anche infiorata di un aggettivo molto significativo, là dove era detto che il degenerato specula e sfrutta la sua amica Fiorina. Ora noi ci domandiamo: quan do mai l'innominato Ferrari ha fatto parte dei Figli d'ltalia di Pennsylvania? Entrò, è vero, a far parte della loggia Dante A lighieri di Camden, ma poi ne venne fuori, non si sa il perchè. Da oltre 5 mesi quel messere, in un andirivieni seccante e noioso, si recava dal signor Giuseppe Di Silvestro, verso il quale era ricco di salamelecchi, una volta per pregarlo perchè lo facesse entra re in qualche loggia di Philadel phia, senza l'esibizione del bene stare della Dante Alighieri di Camden; un'altra perchè lo aiu tasse a tirar fuori dal carcere un suo fratello, non sappiamo per chè imprigionatovi ; tal altra per fargli le sue proteste di simpatia. II buon Di Silvestro lo licen ziava sempre dicendogli che sen za i requisiti voluti non avrebbe potuto entrare nel nostro Ordi ne. Finalmente, carpendo la buona fede dell'organizzatol e signor Al fonso Papa e del Grande Segre tario arch. che, in assenza del Di Silvestro, iniziò la Da Verraz zano il 29 marzo u. s., senza che il suo nome fosse apparso nella domanda di dispensa, s'infilò den tro. Quando il Grande Venerabi le, tornato da New York, si ac corse dell'accaduto, scrisse subito all'organizzatore istruendolo di cancellare quel nome dalla loggia e di restituirgli il denaro, cosa che fu fatta anche da parte della commissione F. U. M. Senza rimpianti per certe per dite ed augurii a chi li conquista! lie servette licenziate o quelle in via di essere licenziate, fanno sempre le dispettose. Dopo Filip po, Ferrari. Intanto ecco la lette ra che il grande venerabile scri veva il 3 aprile, un mese e mezzo fa, all'organizzatore : Phila., Pa., 3 Aprile 1917 Signor Alfonsa Papa, 1208 S. 13th Street Philadciphia, Pa. Si acclude un check di $2.00 intestato a Francesco Antonio Ferrari, iscrizione al Fondo Uni co Mortuario, perchè, insieme a tulte le altre tasse pagate, gli venga restituito, ed egli venga cancellato dal ruolo della Giovan ni Verrazzano No. 691 di Phila. Perchè il Ferrari possa entra re in una Loggia di Phila., deve mettersi in regola con la Dante Alighieri di Camden, N. J., ed ot tenere da essa la carta di passag- gio firmata dal Segretario di Fi nanza e dai Venerabile e col tini bro a secco della I/oggia. Mi comunicherete che questi mio ordine è stato eseguito, e cor stima vi saluto. Giuseppe Di Silvestro, Grande Venerabile Il pubblico non si faccia abbin dolare dagli impudenti, dalle fac ce incallite. Francesco Antonio Ferrari fu scacciato dal nostre Ordine, con ordinanza del 3 apri le scorso. Non è dunque vero che egli ne fosse uscito quando fu pubblicata la sua velenosa espet torazione. E questo fia suggel Riesiimando.... i galantuomini Questo articoletto ridiventa di attualità perchè descrive la ela sticità di Dr. Curiangiolo il qua le, per un nonnulla, si vendica anche delle mosche. O IPOCRITA ! Giù la maschera, vile insinua tore, esci da quel letamaio e sfor zati d'agire da uomo cogli uomi ni Col tuo spuntino balordo non ti accorgi delle tue inconclu sionate banalità ed hai fatto co me il mentecatto che quando vuol lodare vitupera e quando vuol biasimare inconscientemente lo da. Volevi oltraggiarmi col ricor darmi del mestiere da me eserci tato i primi anni venuto in Ame rica, invece mi hai fatto una lo de più lusinghiera. Studiai in I talia, e lasciai gli studi due mesi prima di emigrale. Lavorai in A merica pei - sbarcare il lunario e ne vado superbo ; ricominciai i miei studi e mi laureai con onore e leci di me un "self-made man", come dicono gli americani, ed a voce alta posso ripetere con Na poleone: "La mia nobiltà inco mincia da me" questo è per non andare per le lunghe a tesse re l'albero geneologico dei miei antenati già chiari nel mio paese dal secolo XV. Io non tento di pugnalare nes suno, come tu vuoi far credere, ma ho solamente cercato di di fendere un gentiluomo vigliacca mente assalito alle spalle da un uomo mascherato —; nè tampo co ho voluto pigliare la palla al balzo e trarre ora vendetta per una protezione che tanti anni fa mi negasti, come tu bugiarda mente asserisci ; sappi che non ho mai chiesto protezione a nes suno nè tampoco a te; la mia di gnità non è trascesa mai per me schini interessi ed ho rispettato sempre l'amicizia senza secondi fini. L'elasticità alla volontà ed alla coscienza è un dono tutto tuo particolare, mio caro Satana ; non soito io quel tale che mentre in I talia era un Massone di sette cot te ed un mangiapreti arrabbiato, venuto a Filadelfia, andò a fare il baciapiedi ed il penitente com punto presso i Padri Agostiniani per accaparrarsi la loro protezio ne ... Non sono io quel tale che contemporaneamente dona l'ani ma a Cristo ed il cuore al diavo lo, come si suol dire, per usu fruire dei favori e dell'uno e del l'altro Non sono io quel tale che fa parte d'ordini Massonici e Cattolici, di società dipendenti ed indipendenti. Satana si vanta di non aver potuto metter su moneta perchè ! la spendeva per il popolo?. Ali j fai ridere A prò' dei tuoi ca- j gnotti, vuoi intendere, che ti suc chiano le midolla; sono i tuoi cor tigiani e protettori che hanno goduto dei tuoi sudori e non il popolo, è il tuo stato maggiore che ti ha spolpato finanziaria mente e moralmente, e nessuno altro. Il popolo non ha ricevuto altro da te che ipocrisie scappellot ti, strette di mano e strisciate, perciò non la chiamo questa nè nobiltà nè generosità, ma non è altro che Prostituzione ed ipo crisia. Di grazia, quali sono i proble mi grossi e piccini che travaglia no la Colonia dove tu hai contri buito? Gozzoviglie, Banchetti, Intrighi e complotti per maligna le qualche gentiluomo della co lonia, con circolari e pubblicazio ni anonime!.... Tu mi capisci! Tutt'altro che egoismo è il mio, sei anche qui in glande sba glio, o Satana; domanda a qual cuno degli amici che ti circonda no, domanda a chi mi conosce più intimamente e ti accorgerai di aver preso un granchio a sec co, e vedrai che ti diranno che LA RAGIONE sono stato sempre pronto a con tribuire per qualunque opera u manitaria, senza fare il gradassi e senza ventolarla ai quattro ven ti; e vedrai che ti diranno ch< sono stato sempre pronto ad ap poppare qualunque manifesta zione coloniale seria eti diran no pure che sono stato sempn pronto a rifiutarmi con disdegn< da far da sgabello agli ambizio si, che ho rifiutato sempre a da re il minimo appoggio ai faccen dieri ed agli scrocconi coloniali Satana fa pure lo spaccamon tagna dicendo che è pronto an che a far valere le mani ; primi di tutto voglio dirgli che è egl il triviale col trascendere insirn a villanie, indi poi fargli capire che insino a quando si circondi dall'anonimo come di uno scudo 10 non posso credere alle sue smargiassate e lo sferzo al gru gno col nome che si merita: Vi gliacco ! Daniel Cubicciotti, 1165 S. llth St Mettetelo alla porta Nella nostra colonia vi sonc uomini di affari bacati e pro fessionisti e commercianti one stissimi. I primi, per paura di es sere esposti al pubblico dal de generato ricattatore, subiscono qualunque imposizione; i secon di, non avendo nulla a temere, sono pronti a sfidare la bava del l'accattone. E' invalso ormai il sistema nel degenerato di pubblicale le inserzioni senza autorizzazione alcuna e se poi gli avvisanti si rifiutano di pagare o tentennano, vengono senz'altro attaccati. Fintanto saremo noi alla ve detta, i connazionali, i profes sionisti non avranno nulla a te mere. Vi è stato già un risveglio nel le coscienze e questo è sintomo che il degenerato non lo voglio no più sentire, neanche coloro che gli hanno armata la mano. Ma io non ho autorizzato a pubblicare la mia rèclame, vi sentite dire da quasi tutti coloro v TÌ r tino - ne! la Fogtia.- iVitanto zittiscono e qualcuno pa fja anche. Vi sono però dei coraggiosi e ci auguriamo che il numero di mesti aumenti. Già un impor tante Ristoratore ha ferocemen te insistito che il suo avviso scomparisse dalle colonne della Cloaca e, sebbene il degenerato si l'osse in principio rifiutato per non fare una cattiva figura in pubblico, ha poi linito per sospen dere. Il curatore di fallimenti, ■inch'egli ha ritirato l'avviso, ma semplicemente per paura delle rivelazioni sul suo conto. Pubblichiamo qui le dichiara sioni di tre nostri coraggiosi con nazionali che dicono di non aver autorizzata la pubblicazione del la loro rèclame: 11 signor Giovanni Di Filippo, il negoziante all'ingrosso di bil ia, vini e liquori, del No. 1156 30. 1 lth St., ci prega di rendere di pubblica ragione che egli non lia mai autorizzato l'inserzione della sua rèclame sulla "Fogna" e non ne pagherà il costo. MASCAGNI HOTEL AND RESTAURANT Miila., Pa.. 4 maggio 1917. Egregio Sig. F. Silvagni Dir. della Ragione Vi prego di rendere pub blico che io non ho mai au torizzato la inserzione della mia rèclame nella (Fogna n. d. r.) ; anzi debbo aggiungere che dopo essermi recato nell'ufficio di es sa per ben quattro volte e non avendovi trovato il responsabile Efli scrissi di togliere il mio avvi so. Fino ad oggi però apprendo che l'inserzione si pubblica anco ra. Ma io non pagherò. P. Di Lullo. Phila., Pa., 5 Maggio 1917. Francesco Silvagni, Direttore della Ragione Con la presente dichiaro che io non ho mai autorizzato di pub blicare il mio avviso nella (Cloa ca n. d. r.) giornale settimanale; desidero perciò che venga a co noscenza del pubblico. Dev.mo Dr. Settembre Mamniarelia L' ACCATTONE Chi, nella nostra colonia non ha visto l'accattone colla, faccia di scimmia girovagare attorno ai saloons, tutto lacero, sporco, con le scarpe rotte, in attesa che qualcuno, per compassione, gli offrisse un bicchiere e l'opportu nità di sfamarsi mangiando la zuppa? Da due o tre settimane i bar tenders, e particolarmente Moli nari, non vedevano più il poco de siderato avventore. Ma un gior no, con grande sorpresa, lo vide ro entrare tutto di nuovo vestito; si avvicinò al banco, ordinò un bicchiere di gin e poi fece il bis e, tra un bicchiere e l'altro, tirò fuori di tasca un rotolo di bigliet ti di banca e checks. Questo, diceva mostrando ne uno (il più grosso) me lo ha dato il banchiere franco di an darsene quando vuole. Il perchè è inutile che ve lo ripeta. Non mi davano moneta. Don Domeni co Biello ed altri prima di fallire, appunto perchè avevano bisogno del mio silenzio e della mia rèclame, per meglio nascon dere i preparativi della loro fu ga? Sì, quello che tu dici, o ac cattone, è vero, e noi stimiamo nostro dovere di dare l'allarme, specialmente ai poveri connazio nali confinati in quei campi di concentrazione che sono le nuove costruzioni ferroviarie dove sono spogliati per vestire l'accattone 3d incoraggiarlo all'alcoolismo ed al vizio. Noi penetreremo fino nel più remoto angolo della Pennsyl vania per dire ai contadini: At tenti ai vostri risparmi ; ricorda tevi che Pati, Cesare Conti ed litri, prima di fallire, ingrandi- ! 'ono i loro uffici e li riempirono j ii impiegati, per far credere che i ?li affari procedevano, a vele fonfie, mentre di nascosto pre >aravano le valige. Voi, o banchisti, candidati il fallimento, avete voluto squii- i ai e la vostra tromba, contro u- ! l'lstituzione che è conquista fat- ! ;a da noi operai, suoneremo e nostre campane. ♦ * Un'altra figura cordialmente antipatica, qui ed in Italia, che pure ha dato moneta all'accatto i'.e, è-colui che tempo fa tentò di formare un trust medico-farma ceutico a danno della salute e del- Voti di protesta per i sicarii E DI SOLIDARIETÀ' PER I GALANTUOMINI Phila., 2 Maggio 1917. La Loggia Guglielmo Mar coni No. 165, dei Figli d'ltalia, ispirandosi sempre, come per lo passato, a sentimenti di aita de vozione di Italianità, nella sedu ta di Domenica 29 u. s., riunita si in Assemblea in seduta straor dinaria per discutere affari ine renti alla Loggia istessa, prende va atto fra l'altro, o meglio, pro testava energicamente ad una nimità, contro l'attitudine ed il modo di procedere di certa stam pa coloniale, degna del più gran de disprezzo e commiserazione che vigliaccamente ed incoscien temente attacca le nostre salde e forti Istituzioni e le rispettabi lissime persone che sono alla te sta di esse. Chi dirige detta stampa, prin cipalmente, è un abbominevole e degenerato individuo, che solo al suo passar sopra una pietra la impesta di obbrobrio e di ver gogna: Questo basta per farci un esatto concetto delle sue asser zioni. Colla speranza che questa no stra voce di protesta voglia ri petersi anche in seno ad altre Logge Consorelle e che la S. V. vorrà essere tanto cortese a di ramarla a tutta la stampa one sta «he crede, distintamente la saluto, per la Loggia Guglielmo Marconi, FELICE TROISI Segr. Archista 221 W. Ontario St. LOGGIA N. COLAIANNI No. 141. Phila., Pa., 14 maggio 1917 Egregio Sig. Direttore de LA RAGIONE, Nella seduta ordinaria del 13 maggio, la Colaianni, deliberava di protestare energicamente con tro la losca figura di certi promi- la saccoccia dei poveri coloni, per popolarizzare certi medicinali. L'affare non riuscì come il manipolatore avrebbe voluto per il rifiuto di un noto dottore italo americano di prestarsi al traffi co indecente. Adesso, colla reclame del dege nerato e l'appoggio di un dottore poco indipendente vuol tenta re di nuovo la formazione del trust. Italiani, attenti a quei dottori che vi prescriveranno medicinali importati o patentati! Essi ap partengono al trust formatosi ai vostri danni. In che cosa consistono questi medicinali, spiegheremo scienti ficamente nei prossimi numeri, pubblicando ciò che dice la Paro la de! Medico, rivista settimana le che si stampa in New York, per cura di distinti professioni sti italiani. Noi della Ragione terremo in formato il pubblico delle mano vre losche che si preparano al l'ombra. 0 Francesco Palumbo, il dege nerato eil venditore di cerotti congiurano ai tuoi danni. In appresso ti sveleremo la trama; pei' ora ti diciamo: Sta in guardia. * * Che gli indipendenti fossero degli austriacanti era cosa nota a pochi in colonia, ma dal mo mento che han fatto alleanza con lo spione austriaco, dandogli la direzione morale e spirituale dell'Ordine, la faccenda assume l'importanza di uno scandalo ec cezionale. Figurarsi 1 hanno pro posto candidato venerabile di u na loggia e lo conducono secoloro nelle visite alle logge pei' dare maggior lustro alle loro figure bacate: soci attenti alle sue un ghie adunche! Dopo questo connubio inter verrà il Console in qualcheduna delle loro feste? Che ne pensa il patriota Cav. C. C. A. Baldi? Che ne dice il signor Giovanni Queroli, presidente del comitato per la mobilitazione civile che ha il dovere non solo di sussidiare le famiglie dei richiamati, ma di difendere l'onore ed il prestigio della nostra patria, denunziando al pubblico disprezzo quelli che vilmente l'hanno oltraggiata? , Francesco Tropea. nenti appartenenti alla teppa co loniale, che si peimisero, per mezzo di un foglio mercenario, di insultare i fratelli Giuseppe e Giovanni Di Silvestro e la fami glia intera del grande Ordine Figli d'ltalia. Applaudiamo molto il vostro operato e v'incoraggiamo, pro mettendovi il nostro appoggio, di smascherare chiaramente di nanzi all'onestà pubblica questi soggetti indesiderati. La Loggia vi sarà molto grata se vorrete riservare un po' di spazio per dar pubblicità alla presente. Ringraziandovi anticipatamen te Calogero Liberto, Segr. Arch. LOGGIA FELICE NAZARIO SAURO, No. «17 Phila., Pa., 21 Aprile 1917 Egregio signor Direttore della Ragione, La suddetta Loggia, nella se duta ordinaria del 20, s. ni., deli berava un voto di protesta, per la campagna insidiosa e calunnia trice che la Cloaca ha incomin ciato contro il lustro Ordine ed i Capi di esso. A. Di Palma, Segr. Arch. 1331 Reed St. Per la verità' Un settimanale della colonia, ha stampato che la Banca Figli d'ltalia mi aveva licenziato per ragioni di economia. Questa notizia è naturalmente falsa e tendenziosa ed io sento il dovere di dichiarare, per la ve rità, che ho lasciato il mio servi* zio spontaneamente, avendo fat to acquisto di una farma in Vi neland, N. J., ove mi sono ritira to con la famiglia. Phila., 8 maggio 1917. Gaetano Ferreri.