La ragione. (Philadelphia, Pa.) 1917-????, April 25, 1917, Image 3

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    Una ritirata strategica
DELLA CAVALLETTA
La Cavalletta è in pericolo e
batte in ritirata. Celta in fla
grante reato di ricatto, nega d'a
ver attaccato e tace questa volta
le lodi dei banchisti suoi natu
rali protettori. Atteggiandosi a
critico superiore della discipli
na dell'altrui pensiero, afferma
che alla nostra risposta manca
va perfino la "momentanea coe
sione logica di idee e di argomen
ti". Guardate che bella bestia è
la Cavalletta. Le mandibole sue
sono sempre le stesse, ma la cer
vice sua non è più quella.
E' stata bastante una risposta
qualunque, priva di coesione lo
gica di idee e d'argomenti, pei
farla saltare maledettamente in
ritiiata.
Noi avevamo molto pacifica
mente affermato che, se don Pro
copio si fosse limitato a fare un
attacco qualunque contro la Ban
ca Figli d'ltalia, tanto per accon
tentare i mandanti esterrefatti,
la sarebbe stata quasi quasi pu
lita, dato il sue enorme appeti
to e le precarie condizioni di sa
lute, in certo modo passabili, ma
poiché più che un attacco contro
la Banca suddetta, egli fa ripe
tutamente la lode sperticata di
un'altra Banca, che dei Figli d'l
talia non è, il motivo non con
fessato dell'attacco diventa trop
po palese, perchè possa, quella
sembianza di serietà e convinzio
ne con cui cerca di mascherarlo,
illudere qualsiasi imbecille.
Infatti, la Cavalletta, avvista
si dell'imprudenza commessa, si
difende negando d'aver attaccato
ed affermando d'aver soltanto
parlato di passaggio intorno al
Comunicato Felici- Ma la malac
corta Cavalletta, fra cicale grille
e zanzare senza riferirsi affat
to al detto comunicato, aveva
sotto il titolo "Rinascenza Ban-,
caria" attaccato la Banca Figli
d'ltalia, e fatto l'elogio di un'al
tra.
La mancanza della momenta
nea logica di idee e d'argomenti
non soltanto ha fatto saltare in
ritirata la Cavalletta, col ren
derla muta circa le virtù tauma
turgie della Banca del suo cuore
e con il fargli negare l'attacco
contro la Banca Figli d'ltalia per
giovare agli interessi di quella,
ma ha messo in più chiara evi
denza il motivo non confessato
dell'attacco stesso, poiché la ma
laccorta vorace bestiolina mostra
cIK vergognarsene, confessando
implicitamente la reità dell'asso-,
ciazione dell'attacco e della lode
surriferita.
Il mendacio, la malafede sono
state scoperte anche questa vol
ta dalla Cavalletta medesima,
perchè, giova ripeterlo, le sue
mandibole sono sempre le stesse,
ma la bella cervice non è più
quella.
Ma la Cavalletta vuol nascon
dere la ritirata col divergere l'at-j
tacco della Banca Figli d'ltalia,
"ai suo primo vice Presidente. La]
* diversione dell'attacco è soltan-,
to una finta finché il motivo del
l'aggressione contro la Banca te
sté menzionata dura ed è
tale da fare arrossire la verde
Cavalletta.,
Un savio ha detto che i brut
ti non arrossiscono. Nondimeno,
bisogna rendere al rodente ani
male la giustizia di farle manife
sto che esso fra i segreti pascoli
dell'erbacce bancarie e da solo
non arrossisce del suo ricatto, ma
di fronte al pubblico ha conser
vato quel po' di pudore consiglia
to dal bisogno di far credere al
la verità, serietà e convinzione
dei suoi fatti e dei suoi argomen
ti.
Il bel rossore delle verdi guan
cie ricorda il casto pudore del
l'antico peccatore d'lppona. Nisi
casti salterò cauti. Ma lo sforzo
della Cavalletta d'arrossire in
pubblico del losco attacco perpe
trato ha fallito perchè sua nuda
vergogna appare pubblicamente
esposta, allorquando essa nega la
verità stampata. Si legga fra Ci-1
cale, Grilli e Zanzare del primo
numero e si troverà l'attacco ri
catto nudo d'ogni pretesto di co
; mento a comunicato di sorta,
composto probabilmente prima
dell'arrivo del comunicato conve
nuto. Non solo, ma per detta di
Vincenzo Titolo, la Cavalletta,
dietro richiesta di questi e del
grossiere, aveva promesso di non
pubblicare.
La Cavalletta, ritirandosi nel
! l'imminenza del pericolo di disfa
cimento, grida cli'è stata attac
cata e minacciata. E con ragio
ne. Noi abbiamo detto che pa
ghiamo a ceffate e a punta di
stivali chi del riratto ha fatto il
I fine oltreché il mezzo della sua
esistenza.
La Cavalletti! s'aspettava altra
biada che ceffate e calci, ond'è
che vedendosi delusa della sua
speranza d'impinguarsi facendo
si comprare il silenzio, grida che
; essa è minacciata. Non ha spe
ntimi la Cavalletta di mangiare
a due mandibole. Il suo silen
zio non trova compratori dalla
nostra parte, ma il suo stridere
i è incoraggiamento e piacere per
fare la reclame alla nostra Ban
ca.
La cavalletta ha domandato
: che si definissero i caratteri di
stintivi, le qualità rigenerative
della Banca Figli d'ltalia e noi lo
abbiamo fatto.
Se la Cavalletta era sincera
nella lode della Banca del suo. ..
stomaco, è invitata a cicalare e
grillare di quali virtù superiori
questa è dotata e che la rendono
cosi cara al suo cuore.
Come in rapporto alla guerra
; Europea, la Cavalletta teutonica
e i teutonici pirati si sono schie
rati dalla parte della forza deva
statrice e spogliatrice, così an
che qui, nella colonia dalla stessa
; parte s'accampano. Il diritto, la
' ragione, la rivendicazione che la
Banca Figli d'ltalia rappresenta,
! quale istituzione che insegna ed
! esercita la classe lavoratrice nel
principio della cooperazione e del
; l'emancipazione dai rapaci inter
; medial i, non aspetteranno certa
mente l'appoggio di chi s'è but
-1 tato sempre a corpo morto dalla
i parte della biada, della frode,
j della spogliazione sicaria. La Ca
! valletta in tutte altre faccende
j affacendata non si cura di dirit
j ti, d'emancipazione, di progres
| so, di benessere delle masse la-
I voratrici.
Quelle, essa pensa, son cose da
j lasciarle a chi non vuol rodere.
"Io rodere voglio", proclama la
! Cavalletta e l'ho con te, Caval
lotti, che intendendo porre fine
alle piraterie di certi banchisti,
mi impedisci di rodere le loro
prede.
Fra Cavalletta e Cavallotti vi
è un abisso di disciplina di pen
siero, di costumi, d'ardimenti e di
iniziativa che non è colmabile da
j nessuna amenità, com'è quella
; con cui si parla di Bresci come si
J farebbe d'un banchista privato
.qualsiasi.
E' l'ora in cui i re restano mu
ti e parlano i popoli.
Il giornalista più colto e più
cavalleresco che l'ltalia posseg
ga ha cinto della sua prosa una
ghirlanda d'alloro attorno al ca
po d'un altro italiano che si fece
giustiziere d'una tigre spagnuo
| la. E voi, miserabile untorello,
che avete appreso sociologia e la
■ nozione delle idee libertarie dal
la Carolina Invernizio, pigliatevi
sulla verde guancia questa: E'
l'ora in cui i re se ne stanno mu
ti e parlano i popoli, e quest'al
tra: non c'è alcuno che sia più
realista del re, il quale non pre
ferisca d'essere Bresci che un
mostricciattolo, che s'è preso cu
' ra nella morta opinione del Po
polo della salute del Kaiser, co
me 1111 medico di Corte, pagato a
: tanto per visita settimanale.
Per godervi la buona gra
-1 zia dei banchisti teutonici non
avete avuto un brivido per le
| barbarie alemanne e come il te
desco turco Guglielmo, imperato
re di tutti i ladri e di tutti i sica-
I ri, quanto voi, avete per quat
tro dollarar.ci fatto stare in ago
| nia mezza Europa- Un cinico di
: un tedesco non può aver tenerez
iza per una istituzione che ale
! manna non sia. Tedescofilo è un
eufemismo per austriacante. Au
striacanti non è più possibile pro
ì clamarsi fra gli Italiani, ma te
descofili sì. Il vostro posto è fra
gli austriacanti-tedescofili, quali
Valente, Ambrogetti e monsi
gnor Gerlack, nemici d'ogni dife
sa degli Italiani in Italia, come
voi e gli altri sudditi elettivi del
l'impero bicipite siete nemici d'o
gni difesa degli Italiani all'este
ro. La Banca Figli d'ltalia è sor
ta e non morrà.
Cavallotti ha la spada al fian
co ed è spadaccino tale, che non
degna di scendere a tenzone con
la Cavalletta. La Banca è dei Fi
gli d'ltalia e la guardia è nume
rosa e provata in guerra.
Uno dei firmatari
Nicola Ri vano Asti
Comunicato
Lo pubblichiamo senza correg
gerlo perchè non perda della
sua originalità.
Bridgeport, 17-4, 1917.
Mr. A. Viglione
1212 So. Sth Street
Philadelphia, Pa.
Caro Amico e Fratello,
Giorni fa nel svolgere un'oc
chiata attraverso le colonne del
la rivista settimanale cioè Ja
Rassegna che si publica in Phila
delphia, mi è venuto sottocchi un
selvaggio articolo, ma più selvag
gio il firmatario essendo che con
tiene accuse senza fondamento,
all'alta onorabilità di rispettabile
persone che hanno avuto la no
bile idea di formare una grande
azienda bancaria, che è sorto co
me per incanto, esercitando un
servizio inappuntabile per il be
nessere dell'intera Colonia, ed in
vidiato da taluni truffatori, ed io
conoscendo affondo da dove par
te l'accusa non posso passare
inosservato, senza far conoscere
al pubblico quel che lui a suo
tempo l'u capace ed il modo di
truffarmi, perciò prego la S. V.
di volermi fare la gentilezza di
pubblicare nei prossimi numeri
speciali quanto segue:
Tempo fa, nc-1 corso del 1908,
il Signor Garibaldi Felice eserci
tante un business di Grosseria ed
io informato di trattarsi di una
persona onesta e meritevole, cre
detti di servirmi da lui per in
viargli delle piccole ordinazioni
di merce, ciò che lui poteva es
sermi utile, in due o tre miei or
dini che io in buona fede gli man
davo avanti l'ammontare, mi
mandava sempre la mercedi più
che io glie lo rimettesse alla
prossima ordinazione, trascorso
così molto tempo acquistandosi
la mia fiducia, in una di tale or
dinazioni io gli mandai il rima
nente precedente che ammonta
va a quattro o cinque dollari che
non ricordo preciso e di più altri
$12.00 che mi avesse spedita al
tra merce, e dopo che lui eblie
ricevuto tale ordine non mi spe
dì nulla non solo, ma dopo scritto
oltre tre o quattro lettere senza
farsi più vivo, dopo cinque o sei
mesi mi venne da un suo compa
gno non tanto forse più meno ri
spettabile persona di lui, che il
Signor Garibaldi Felice era par
tito alla volta d'ltalia e se io mi
avesse voluto servire da lui ciò
che io non feci, e fin da allora
non ho mai inteso più il nome di
dette persone e adesso ho avuto
una grande sorpresa sentendo
che faceva parte anche del po
tente ordine Fgli d'ltalia in A
merica, e nel modo come lui si è
comportato verso dei propri fra
telli dell'Ordine, mi auguro fin'o
ra che tale canaglia venga scac
ciata via con il disprezzo che me
rita e nessun altro abbia fede in
lui, e di quel che ha fatto pubbli
care nei giornali.
LA RAGIONE
Caio fratello A. Viglione vi
prego di darci voi miglior schia
rimento alla povera mia presen
te dichiarazione ,vi pi ego scusar
mi di non essere molto sperto di
tale cose, così fate voi alla me
glio che potete.
Fraternamente vi saluto
A. De Pascale
239 Hust St.,
Bridgepoit, Pa.
Discorsi di sottosuoli
GUAMMATICA NOSTRANA
Cumparu cecato, che cosa te
ne pare di cumparu Nino, abitua
jto alle capriole funambulistiche?
Non eliditi vuie cumparu, che è
da irresponsabile essere ieri
col Ribelle contro il denegato, ed
oggi col degenerato contro vussi
gnuria che fate parte della vera
| ragione ?
Il cecato. Cumparuccio mio:
io non m'incarico di certe cose,
i anche perchè molte volte sono
occupato a preparale feste per i
genetliachi dei tanti figli che
i ho, tanto è vero che per
quelli che dimenticano l'in
vito sono costretto andare per
sonalmente alle loro case. Io l'ho
sempre detto che comparuccio
Nino non sente vergogna di quel
lo che fa, specialmente ora che
è mal consigliato. Del resto la
VOZZA piace a tutti.
Cumparu cecato, mio: ve
; n'è un altro di volta faccia. Ti
1 ricordi quel famoso commemora
tore di Colombo col discorso di
donna giovgiiuiina? Ti ricordi
quando dall'angolo delle nove
i strade e Kimball tu, io e Don
Raffaele facevamo la spia men
tre donna giovannina faceva
prendere tutto le pose al comme
mora tore? Eppure oggi si è fat
to elevare alla carica di presiden
te carbonaro per fare attaccare
donna giovaninna, sol perchè
questa non ha fatto comprerare
dalla banca carbone da lui.
Il cecato. A questo mondo
chi sale e chi scende. Oggi angio
j lino è denaroso e fa il comodo
| suo. Ecco perchè si è permesso
Idi prelevare 100 dollari dai due
cento di colletta che gli furono
raccolti per metterlo fuori col
piede nel di dietro, dalla corte
forestica. Anche io ho pensato a
| volere fare soldi. Ho pensato di
andare a New York, alla fabbri
ca di monete false che una volta
aveva sede a West Houston fra
i Sullivan e McDougal. Ho preso
anche informazioni dalla vedova
del marito vivente.
Fra quelli che danno l'offa
al sicario austriacante vi fos
sero anche gl'lndipendenti ?
Panni di sì, perchè l'altra
sera, una certa loggia gii conce
deva, in forma Ufficiale, la infa
me mercede che danno i manda
tari uso Palizzolo sotto forma di
$5 al mese. Si vede che quei si
gnori stanno molto male in gam
ba se credon di poter salire col
fare attaccare la colossale Isti
tuzione dei Figli d'ltalia.
La microscopica Loggia è
vero che deliberò 5 dollari, ma
| da questi pare ci voglia sottrarre
la provvigione il capo calzolaio
militale
— Potrebbe pure darsi, ma io
non so. Credo però che lo sguat
tero, elevato alla carica di cassie
re, lo impedirà, imponendo al suo
i subalterno, che scrive sulla poli
tica estera, di proteggere il de
naro del degenerato.
Al sicario austriacante piac
ciono molto i peperoni e di quelli
forti.. rossi e lunghi. Li
mastica deliziosamente perchè
non li paga.
Il fruttivendolo Musillo delle
I nove strade prega il degenerato
di passargli quei cento quaranta
soldi perchè non è detto che in
| questa benedetta colonia si deb
|ba vivere parassi tariamente.
I due compari.
Voti di protesta per i sicarii
E DI SOLIDARIETÀ' PER I GALANTUOMINI
Court Americo Vespucci No. 2-Ì4
F. of America
E' venuta a conoscenza di noi
soci della Coite Americo Ve
spucci No. 234 F. of A., la pub
blicazione d'un certo giornale co
loniale, il quale ha scritto artico
li, che hanno di mira di danneg
giare la reputazione dell'Ammi
nistrazione della Banca Statale
Figli d'ltalia e per conseguenza
la Banca istessa.
Noi soci di detta Corte, essen
do azionisti della Sons of Italy
State Bank, protestiamo contro
tale attentato ed incoraggiamo i
nostri amici di dare tutto il loro
appoggio alla suddetta Banca ed
alla sua Amministrazione, in cui
abbiamo trovato onestà e genti
lezza e perciò vi abbiamo riposto
la nostra intera fiducia.
Siamo pienamente convinti che
l'istituzione di questa Banca ha
avuto di mira il solo bene della
colonia e che gli attacchi insul
si e bassi di certa stampa non
produrranno nessuna scalfittura
all'lstituzione ed all'Amministra
zione.
Aristodemo Palladino, Seg. Fin.
1502 Moore St.
Vito Gallo, Chief Ranger
907 Moore St.
* * *
Loggia Gabriele D'Annunzi»
La Loggia Gabriele D'Annun
zio No. 187, dell'Ordine Figli d'l
talia, nella sua seduta ordinaria
del 15 corrente, disgustata del
l'ambigua condotta del fratello
Angelo Cuscino, lo denunzia for
malmente alle Autorità Superio
ri e chiede che esse adottino
quelle misure efficaci ed energi
che, necessarie al caso, e contro
il Cusano c altri!
che avessero preso parte nella
campagna avversa
all'Ordine ed alla Sons of Italy
State Bank, perchè, dice la Log
gia, questa colpa non è affatto
dissimile dalle altre, che cadono
sotto la giurisdizione delle nostre
leggi.
PENSIERO GENTILE
Martedì sera ebbe luogo, nella
Sons of Italy Hall, la seduta or
dinaria della Loggia Italia No.
77, riuscita, per numero impor
tantissima. Dopo avere espletato
gli affari di ordinaria ammini
strazione, gli intervenuti ad una
nimità ed in mezzo al più sincero
entusiasmo, allo scopo di riaf
fermare l'alta stima che il Gran
de Venerabile gode nella vecchia
Loggia di cui fu benemerito fon
datore, stabilirono, per la prima
seduta di maggio, di dare uno
"smoker" in suo onore nell'occa
sione della sua iniziazione al 5.0
grado.
Fu scelto all'uopo il seguente
I Gomitato: Giulio Carunchio, Vin
cenzo Titolo, F. Sinatra, N. Ri
vano, L. Atella, G. Modestino,
G. Ramagli, R. Giardulli, P. Ma
lito.
PER LA VERITÀ'
Quando il primo ed il secondo
numero della Fogna uscivano per
appestare i suoi pochi lettori, e
noi prendevamo la decisione di
stampare "La Ragione", il nostro
fratello Grande Venerabile Giu
seppe Di Silvestro era fuori Phi
ladelphia, essendo egli partito la
mattina di martedì 10 e tornato
il martedì successivo 17 corren
te- Egli dunque non sapeva nulla
degli attacchi alla sua persona,
all'Ordine e alla Banca ; come i
gnorava le risoluzioni da noi
prese.
'via siccome del bello e cattivo
tempo il merito o la colpa è sem
pre del Di Silvestro - come egli
dice - il degenerato se l'è presa
con il nostro Giuseppe che non
c'entrava proprio affatto.
Anzi nella seduta della Loggia
Italia, martedì scorso a sera, egli
venne appositamente per pre
garci di desistere dal proponi
mento di fare il giornale e vede
1 re se non fosse stato più conve
niente adottare altri mezzi. Quan
do peiò gli facemmo osservare
che il degenerato aveva minac
ciata - il solito ricatto * .Aia lette
ra aperta contro di lui e se noi
, non avessimo mantenuta la pro
messa sarebbe stato indice di de
bolezza e di paura, egli non ha in
sistito più, ma ci ha pregati di
non occuparci di lui perchè alla
difesa propria ci penserà Giusep
pe Di Silvestro-
La Ragione
Al degenerato
traditore
della Patria
Noi ti conosciamo bene, dege
nerato, come liene conosciamo
quelli che stanno dietro le tue
spalle. La tua qualità di sparafli
die non ci mette spavento, ma fa
ranno spavento ai tuoi mandanti
le nostre mani incallite.
Tu sai che noi non fummo mai
spacciatori di moneta falsa. Non
abbiamo mai venduto medicine,
pi ù o meno importate che hanno
la potenza di mandare all'altro
mondo tanti poveri mal consi
gliati. Noi non abbiamo fatto mai
man bassa nelle Banche dei pie
coro e di qualche Conte nella qua
lità di ragionieri ; non abbia
mo mai sollecitato dottori a pre
scrivere medicinali importati,
pur non avendo nessuna attinen
za con la malattia.
Noi non abbiamo mai organiz
zato nè consigliati fallimenti ; noi
mai inoculammo alle nostre don
* Tic. giorni dopo i'i par
to, mali innominabili. Noi non ab
biamo preso danaro da Comitati
Tedeschi per barattale la nostra
patria, uso Ambrogetti, Valenti
e Compagni; in Italia non siamo
ricercati dai Marescialli Capez
: zuti ; nei banchetti non abbiamo
mai trafugato posate apparte
nenti al trattore, nè siamo pro
prietari di Banche sull'orlo del
fallimento. Infine le nostre sorel
le non han mai fatto mettere
pargoletti prematuri nello spiri
to da nessun Coriangiolo.
Nei prossimi numeri, mettere
mo i puntini sugli i; la Colonia
ha il diritto di saper tutto e spe
cialmente sugli zii delle oneste
nipote.
Francesco Tropea
Ai velenosi serpenti
Il sole di Aprile pare che abbia
: prodotto un effetto non uguale
agli altri anni, specie 111 questi
j primi giorni. A dispetto del fred
[ do che mantiene una temperatu-
I ra al di sotto della normale, pu-
Ire vi sono in Colonia certi ani
| mali immondi che, sentendo il
1 profumo primaverile di prodotti
j benigni, escono dai loro lordi lu
| panari e, camminando a passi
lenti verso l'orlo del precipizio,
vanno incontro alla distruzione.
Oramai sarebbe tempo di fi
nirla e raccomando alle persone
coscienti di riunirsi in una poten
tissima schiera, dar la caccia a
questi viscidi serpenti e schiac
ciar loro la testa, prima che il lo
ro veleno attossichi le radici di
una pianta fruttifera e feconda.
E perchè quest'opera potesse es
sere portata a compimento e de
bellare coloro che ai-mano la ma
no del sicario in quest'opera di
epurazione, dovremmo avere dal
• la parte nostra il Grande Conci
lio della Pennsylvania dei Figli
| d'ltalia che bandisse il boicottag
gio, fra i proseliti dell'Ordine,
contro i proveditori di fondi e gli
avvisanti del foglio ricattatore.
John B. Acchione, Venerabile
della Loggia C. Coletti N. 311