Una ritirata strategica DELLA CAVALLETTA La Cavalletta è in pericolo e batte in ritirata. Celta in fla grante reato di ricatto, nega d'a ver attaccato e tace questa volta le lodi dei banchisti suoi natu rali protettori. Atteggiandosi a critico superiore della discipli na dell'altrui pensiero, afferma che alla nostra risposta manca va perfino la "momentanea coe sione logica di idee e di argomen ti". Guardate che bella bestia è la Cavalletta. Le mandibole sue sono sempre le stesse, ma la cer vice sua non è più quella. E' stata bastante una risposta qualunque, priva di coesione lo gica di idee e d'argomenti, pei farla saltare maledettamente in ritiiata. Noi avevamo molto pacifica mente affermato che, se don Pro copio si fosse limitato a fare un attacco qualunque contro la Ban ca Figli d'ltalia, tanto per accon tentare i mandanti esterrefatti, la sarebbe stata quasi quasi pu lita, dato il sue enorme appeti to e le precarie condizioni di sa lute, in certo modo passabili, ma poiché più che un attacco contro la Banca suddetta, egli fa ripe tutamente la lode sperticata di un'altra Banca, che dei Figli d'l talia non è, il motivo non con fessato dell'attacco diventa trop po palese, perchè possa, quella sembianza di serietà e convinzio ne con cui cerca di mascherarlo, illudere qualsiasi imbecille. Infatti, la Cavalletta, avvista si dell'imprudenza commessa, si difende negando d'aver attaccato ed affermando d'aver soltanto parlato di passaggio intorno al Comunicato Felici- Ma la malac corta Cavalletta, fra cicale grille e zanzare senza riferirsi affat to al detto comunicato, aveva sotto il titolo "Rinascenza Ban-, caria" attaccato la Banca Figli d'ltalia, e fatto l'elogio di un'al tra. La mancanza della momenta nea logica di idee e d'argomenti non soltanto ha fatto saltare in ritirata la Cavalletta, col ren derla muta circa le virtù tauma turgie della Banca del suo cuore e con il fargli negare l'attacco contro la Banca Figli d'ltalia per giovare agli interessi di quella, ma ha messo in più chiara evi denza il motivo non confessato dell'attacco stesso, poiché la ma laccorta vorace bestiolina mostra cIK vergognarsene, confessando implicitamente la reità dell'asso-, ciazione dell'attacco e della lode surriferita. Il mendacio, la malafede sono state scoperte anche questa vol ta dalla Cavalletta medesima, perchè, giova ripeterlo, le sue mandibole sono sempre le stesse, ma la bella cervice non è più quella. Ma la Cavalletta vuol nascon dere la ritirata col divergere l'at-j tacco della Banca Figli d'ltalia, "ai suo primo vice Presidente. La] * diversione dell'attacco è soltan-, to una finta finché il motivo del l'aggressione contro la Banca te sté menzionata dura ed è tale da fare arrossire la verde Cavalletta., Un savio ha detto che i brut ti non arrossiscono. Nondimeno, bisogna rendere al rodente ani male la giustizia di farle manife sto che esso fra i segreti pascoli dell'erbacce bancarie e da solo non arrossisce del suo ricatto, ma di fronte al pubblico ha conser vato quel po' di pudore consiglia to dal bisogno di far credere al la verità, serietà e convinzione dei suoi fatti e dei suoi argomen ti. Il bel rossore delle verdi guan cie ricorda il casto pudore del l'antico peccatore d'lppona. Nisi casti salterò cauti. Ma lo sforzo della Cavalletta d'arrossire in pubblico del losco attacco perpe trato ha fallito perchè sua nuda vergogna appare pubblicamente esposta, allorquando essa nega la verità stampata. Si legga fra Ci-1 cale, Grilli e Zanzare del primo numero e si troverà l'attacco ri catto nudo d'ogni pretesto di co ; mento a comunicato di sorta, composto probabilmente prima dell'arrivo del comunicato conve nuto. Non solo, ma per detta di Vincenzo Titolo, la Cavalletta, dietro richiesta di questi e del grossiere, aveva promesso di non pubblicare. La Cavalletta, ritirandosi nel ! l'imminenza del pericolo di disfa cimento, grida cli'è stata attac cata e minacciata. E con ragio ne. Noi abbiamo detto che pa ghiamo a ceffate e a punta di stivali chi del riratto ha fatto il I fine oltreché il mezzo della sua esistenza. La Cavalletti! s'aspettava altra biada che ceffate e calci, ond'è che vedendosi delusa della sua speranza d'impinguarsi facendo si comprare il silenzio, grida che ; essa è minacciata. Non ha spe ntimi la Cavalletta di mangiare a due mandibole. Il suo silen zio non trova compratori dalla nostra parte, ma il suo stridere i è incoraggiamento e piacere per fare la reclame alla nostra Ban ca. La cavalletta ha domandato : che si definissero i caratteri di stintivi, le qualità rigenerative della Banca Figli d'ltalia e noi lo abbiamo fatto. Se la Cavalletta era sincera nella lode della Banca del suo. .. stomaco, è invitata a cicalare e grillare di quali virtù superiori questa è dotata e che la rendono cosi cara al suo cuore. Come in rapporto alla guerra ; Europea, la Cavalletta teutonica e i teutonici pirati si sono schie rati dalla parte della forza deva statrice e spogliatrice, così an che qui, nella colonia dalla stessa ; parte s'accampano. Il diritto, la ' ragione, la rivendicazione che la Banca Figli d'ltalia rappresenta, ! quale istituzione che insegna ed ! esercita la classe lavoratrice nel principio della cooperazione e del ; l'emancipazione dai rapaci inter ; medial i, non aspetteranno certa mente l'appoggio di chi s'è but -1 tato sempre a corpo morto dalla i parte della biada, della frode, j della spogliazione sicaria. La Ca ! valletta in tutte altre faccende j affacendata non si cura di dirit j ti, d'emancipazione, di progres | so, di benessere delle masse la- I voratrici. Quelle, essa pensa, son cose da j lasciarle a chi non vuol rodere. "Io rodere voglio", proclama la ! Cavalletta e l'ho con te, Caval lotti, che intendendo porre fine alle piraterie di certi banchisti, mi impedisci di rodere le loro prede. Fra Cavalletta e Cavallotti vi è un abisso di disciplina di pen siero, di costumi, d'ardimenti e di iniziativa che non è colmabile da j nessuna amenità, com'è quella ; con cui si parla di Bresci come si J farebbe d'un banchista privato .qualsiasi. E' l'ora in cui i re restano mu ti e parlano i popoli. Il giornalista più colto e più cavalleresco che l'ltalia posseg ga ha cinto della sua prosa una ghirlanda d'alloro attorno al ca po d'un altro italiano che si fece giustiziere d'una tigre spagnuo | la. E voi, miserabile untorello, che avete appreso sociologia e la ■ nozione delle idee libertarie dal la Carolina Invernizio, pigliatevi sulla verde guancia questa: E' l'ora in cui i re se ne stanno mu ti e parlano i popoli, e quest'al tra: non c'è alcuno che sia più realista del re, il quale non pre ferisca d'essere Bresci che un mostricciattolo, che s'è preso cu ' ra nella morta opinione del Po polo della salute del Kaiser, co me 1111 medico di Corte, pagato a : tanto per visita settimanale. Per godervi la buona gra -1 zia dei banchisti teutonici non avete avuto un brivido per le | barbarie alemanne e come il te desco turco Guglielmo, imperato re di tutti i ladri e di tutti i sica- I ri, quanto voi, avete per quat tro dollarar.ci fatto stare in ago | nia mezza Europa- Un cinico di : un tedesco non può aver tenerez iza per una istituzione che ale ! manna non sia. Tedescofilo è un eufemismo per austriacante. Au striacanti non è più possibile pro ì clamarsi fra gli Italiani, ma te descofili sì. Il vostro posto è fra gli austriacanti-tedescofili, quali Valente, Ambrogetti e monsi gnor Gerlack, nemici d'ogni dife sa degli Italiani in Italia, come voi e gli altri sudditi elettivi del l'impero bicipite siete nemici d'o gni difesa degli Italiani all'este ro. La Banca Figli d'ltalia è sor ta e non morrà. Cavallotti ha la spada al fian co ed è spadaccino tale, che non degna di scendere a tenzone con la Cavalletta. La Banca è dei Fi gli d'ltalia e la guardia è nume rosa e provata in guerra. Uno dei firmatari Nicola Ri vano Asti Comunicato Lo pubblichiamo senza correg gerlo perchè non perda della sua originalità. Bridgeport, 17-4, 1917. Mr. A. Viglione 1212 So. Sth Street Philadelphia, Pa. Caro Amico e Fratello, Giorni fa nel svolgere un'oc chiata attraverso le colonne del la rivista settimanale cioè Ja Rassegna che si publica in Phila delphia, mi è venuto sottocchi un selvaggio articolo, ma più selvag gio il firmatario essendo che con tiene accuse senza fondamento, all'alta onorabilità di rispettabile persone che hanno avuto la no bile idea di formare una grande azienda bancaria, che è sorto co me per incanto, esercitando un servizio inappuntabile per il be nessere dell'intera Colonia, ed in vidiato da taluni truffatori, ed io conoscendo affondo da dove par te l'accusa non posso passare inosservato, senza far conoscere al pubblico quel che lui a suo tempo l'u capace ed il modo di truffarmi, perciò prego la S. V. di volermi fare la gentilezza di pubblicare nei prossimi numeri speciali quanto segue: Tempo fa, nc-1 corso del 1908, il Signor Garibaldi Felice eserci tante un business di Grosseria ed io informato di trattarsi di una persona onesta e meritevole, cre detti di servirmi da lui per in viargli delle piccole ordinazioni di merce, ciò che lui poteva es sermi utile, in due o tre miei or dini che io in buona fede gli man davo avanti l'ammontare, mi mandava sempre la mercedi più che io glie lo rimettesse alla prossima ordinazione, trascorso così molto tempo acquistandosi la mia fiducia, in una di tale or dinazioni io gli mandai il rima nente precedente che ammonta va a quattro o cinque dollari che non ricordo preciso e di più altri $12.00 che mi avesse spedita al tra merce, e dopo che lui eblie ricevuto tale ordine non mi spe dì nulla non solo, ma dopo scritto oltre tre o quattro lettere senza farsi più vivo, dopo cinque o sei mesi mi venne da un suo compa gno non tanto forse più meno ri spettabile persona di lui, che il Signor Garibaldi Felice era par tito alla volta d'ltalia e se io mi avesse voluto servire da lui ciò che io non feci, e fin da allora non ho mai inteso più il nome di dette persone e adesso ho avuto una grande sorpresa sentendo che faceva parte anche del po tente ordine Fgli d'ltalia in A merica, e nel modo come lui si è comportato verso dei propri fra telli dell'Ordine, mi auguro fin'o ra che tale canaglia venga scac ciata via con il disprezzo che me rita e nessun altro abbia fede in lui, e di quel che ha fatto pubbli care nei giornali. LA RAGIONE Caio fratello A. Viglione vi prego di darci voi miglior schia rimento alla povera mia presen te dichiarazione ,vi pi ego scusar mi di non essere molto sperto di tale cose, così fate voi alla me glio che potete. Fraternamente vi saluto A. De Pascale 239 Hust St., Bridgepoit, Pa. Discorsi di sottosuoli GUAMMATICA NOSTRANA Cumparu cecato, che cosa te ne pare di cumparu Nino, abitua jto alle capriole funambulistiche? Non eliditi vuie cumparu, che è da irresponsabile essere ieri col Ribelle contro il denegato, ed oggi col degenerato contro vussi gnuria che fate parte della vera | ragione ? Il cecato. Cumparuccio mio: io non m'incarico di certe cose, i anche perchè molte volte sono occupato a preparale feste per i genetliachi dei tanti figli che i ho, tanto è vero che per quelli che dimenticano l'in vito sono costretto andare per sonalmente alle loro case. Io l'ho sempre detto che comparuccio Nino non sente vergogna di quel lo che fa, specialmente ora che è mal consigliato. Del resto la VOZZA piace a tutti. Cumparu cecato, mio: ve ; n'è un altro di volta faccia. Ti 1 ricordi quel famoso commemora tore di Colombo col discorso di donna giovgiiuiina? Ti ricordi quando dall'angolo delle nove i strade e Kimball tu, io e Don Raffaele facevamo la spia men tre donna giovannina faceva prendere tutto le pose al comme mora tore? Eppure oggi si è fat to elevare alla carica di presiden te carbonaro per fare attaccare donna giovaninna, sol perchè questa non ha fatto comprerare dalla banca carbone da lui. Il cecato. A questo mondo chi sale e chi scende. Oggi angio j lino è denaroso e fa il comodo | suo. Ecco perchè si è permesso Idi prelevare 100 dollari dai due cento di colletta che gli furono raccolti per metterlo fuori col piede nel di dietro, dalla corte forestica. Anche io ho pensato a | volere fare soldi. Ho pensato di andare a New York, alla fabbri ca di monete false che una volta aveva sede a West Houston fra i Sullivan e McDougal. Ho preso anche informazioni dalla vedova del marito vivente. Fra quelli che danno l'offa al sicario austriacante vi fos sero anche gl'lndipendenti ? Panni di sì, perchè l'altra sera, una certa loggia gii conce deva, in forma Ufficiale, la infa me mercede che danno i manda tari uso Palizzolo sotto forma di $5 al mese. Si vede che quei si gnori stanno molto male in gam ba se credon di poter salire col fare attaccare la colossale Isti tuzione dei Figli d'ltalia. La microscopica Loggia è vero che deliberò 5 dollari, ma | da questi pare ci voglia sottrarre la provvigione il capo calzolaio militale — Potrebbe pure darsi, ma io non so. Credo però che lo sguat tero, elevato alla carica di cassie re, lo impedirà, imponendo al suo i subalterno, che scrive sulla poli tica estera, di proteggere il de naro del degenerato. Al sicario austriacante piac ciono molto i peperoni e di quelli forti.. rossi e lunghi. Li mastica deliziosamente perchè non li paga. Il fruttivendolo Musillo delle I nove strade prega il degenerato di passargli quei cento quaranta soldi perchè non è detto che in | questa benedetta colonia si deb |ba vivere parassi tariamente. I due compari. Voti di protesta per i sicarii E DI SOLIDARIETÀ' PER I GALANTUOMINI Court Americo Vespucci No. 2-Ì4 F. of America E' venuta a conoscenza di noi soci della Coite Americo Ve spucci No. 234 F. of A., la pub blicazione d'un certo giornale co loniale, il quale ha scritto artico li, che hanno di mira di danneg giare la reputazione dell'Ammi nistrazione della Banca Statale Figli d'ltalia e per conseguenza la Banca istessa. Noi soci di detta Corte, essen do azionisti della Sons of Italy State Bank, protestiamo contro tale attentato ed incoraggiamo i nostri amici di dare tutto il loro appoggio alla suddetta Banca ed alla sua Amministrazione, in cui abbiamo trovato onestà e genti lezza e perciò vi abbiamo riposto la nostra intera fiducia. Siamo pienamente convinti che l'istituzione di questa Banca ha avuto di mira il solo bene della colonia e che gli attacchi insul si e bassi di certa stampa non produrranno nessuna scalfittura all'lstituzione ed all'Amministra zione. Aristodemo Palladino, Seg. Fin. 1502 Moore St. Vito Gallo, Chief Ranger 907 Moore St. * * * Loggia Gabriele D'Annunzi» La Loggia Gabriele D'Annun zio No. 187, dell'Ordine Figli d'l talia, nella sua seduta ordinaria del 15 corrente, disgustata del l'ambigua condotta del fratello Angelo Cuscino, lo denunzia for malmente alle Autorità Superio ri e chiede che esse adottino quelle misure efficaci ed energi che, necessarie al caso, e contro il Cusano c altri! che avessero preso parte nella campagna avversa all'Ordine ed alla Sons of Italy State Bank, perchè, dice la Log gia, questa colpa non è affatto dissimile dalle altre, che cadono sotto la giurisdizione delle nostre leggi. PENSIERO GENTILE Martedì sera ebbe luogo, nella Sons of Italy Hall, la seduta or dinaria della Loggia Italia No. 77, riuscita, per numero impor tantissima. Dopo avere espletato gli affari di ordinaria ammini strazione, gli intervenuti ad una nimità ed in mezzo al più sincero entusiasmo, allo scopo di riaf fermare l'alta stima che il Gran de Venerabile gode nella vecchia Loggia di cui fu benemerito fon datore, stabilirono, per la prima seduta di maggio, di dare uno "smoker" in suo onore nell'occa sione della sua iniziazione al 5.0 grado. Fu scelto all'uopo il seguente I Gomitato: Giulio Carunchio, Vin cenzo Titolo, F. Sinatra, N. Ri vano, L. Atella, G. Modestino, G. Ramagli, R. Giardulli, P. Ma lito. PER LA VERITÀ' Quando il primo ed il secondo numero della Fogna uscivano per appestare i suoi pochi lettori, e noi prendevamo la decisione di stampare "La Ragione", il nostro fratello Grande Venerabile Giu seppe Di Silvestro era fuori Phi ladelphia, essendo egli partito la mattina di martedì 10 e tornato il martedì successivo 17 corren te- Egli dunque non sapeva nulla degli attacchi alla sua persona, all'Ordine e alla Banca ; come i gnorava le risoluzioni da noi prese. 'via siccome del bello e cattivo tempo il merito o la colpa è sem pre del Di Silvestro - come egli dice - il degenerato se l'è presa con il nostro Giuseppe che non c'entrava proprio affatto. Anzi nella seduta della Loggia Italia, martedì scorso a sera, egli venne appositamente per pre garci di desistere dal proponi mento di fare il giornale e vede 1 re se non fosse stato più conve niente adottare altri mezzi. Quan do peiò gli facemmo osservare che il degenerato aveva minac ciata - il solito ricatto * .Aia lette ra aperta contro di lui e se noi , non avessimo mantenuta la pro messa sarebbe stato indice di de bolezza e di paura, egli non ha in sistito più, ma ci ha pregati di non occuparci di lui perchè alla difesa propria ci penserà Giusep pe Di Silvestro- La Ragione Al degenerato traditore della Patria Noi ti conosciamo bene, dege nerato, come liene conosciamo quelli che stanno dietro le tue spalle. La tua qualità di sparafli die non ci mette spavento, ma fa ranno spavento ai tuoi mandanti le nostre mani incallite. Tu sai che noi non fummo mai spacciatori di moneta falsa. Non abbiamo mai venduto medicine, pi ù o meno importate che hanno la potenza di mandare all'altro mondo tanti poveri mal consi gliati. Noi non abbiamo fatto mai man bassa nelle Banche dei pie coro e di qualche Conte nella qua lità di ragionieri ; non abbia mo mai sollecitato dottori a pre scrivere medicinali importati, pur non avendo nessuna attinen za con la malattia. Noi non abbiamo mai organiz zato nè consigliati fallimenti ; noi mai inoculammo alle nostre don * Tic. giorni dopo i'i par to, mali innominabili. Noi non ab biamo preso danaro da Comitati Tedeschi per barattale la nostra patria, uso Ambrogetti, Valenti e Compagni; in Italia non siamo ricercati dai Marescialli Capez : zuti ; nei banchetti non abbiamo mai trafugato posate apparte nenti al trattore, nè siamo pro prietari di Banche sull'orlo del fallimento. Infine le nostre sorel le non han mai fatto mettere pargoletti prematuri nello spiri to da nessun Coriangiolo. Nei prossimi numeri, mettere mo i puntini sugli i; la Colonia ha il diritto di saper tutto e spe cialmente sugli zii delle oneste nipote. Francesco Tropea Ai velenosi serpenti Il sole di Aprile pare che abbia : prodotto un effetto non uguale agli altri anni, specie 111 questi j primi giorni. A dispetto del fred [ do che mantiene una temperatu- I ra al di sotto della normale, pu- Ire vi sono in Colonia certi ani | mali immondi che, sentendo il 1 profumo primaverile di prodotti j benigni, escono dai loro lordi lu | panari e, camminando a passi lenti verso l'orlo del precipizio, vanno incontro alla distruzione. Oramai sarebbe tempo di fi nirla e raccomando alle persone coscienti di riunirsi in una poten tissima schiera, dar la caccia a questi viscidi serpenti e schiac ciar loro la testa, prima che il lo ro veleno attossichi le radici di una pianta fruttifera e feconda. E perchè quest'opera potesse es sere portata a compimento e de bellare coloro che ai-mano la ma no del sicario in quest'opera di epurazione, dovremmo avere dal • la parte nostra il Grande Conci lio della Pennsylvania dei Figli | d'ltalia che bandisse il boicottag gio, fra i proseliti dell'Ordine, contro i proveditori di fondi e gli avvisanti del foglio ricattatore. John B. Acchione, Venerabile della Loggia C. Coletti N. 311