PROPER PRESSURE FOR TIRES Inflation Should Be Same for All Sea sons—Gauge Is Not Abso lutely Necessary. Tire air pressure should remain the same winter and summer, says the manager of a tire company. "Many car owners labor under a false impression regarding the tire pressure," he adds. "Tires should not be pumped up harder in the winter months. Likewise pressure should not be reduced in summer because de creases cause the tire to bend more, create more friction and naturally to generate heat. Motorists are Inclined to make a complicated matter of in flation. While too little pressure is extremely important and Is undoubt edly the biggest abuse tires are put to,, determining the proper air pres eure for tires is really a simple mat ter. "A tire gauge is not absolutely nec essary. Just stand in front or rear of your car and observe that the tires are full and round, that they do not sag noticeably under the weight of the car. Proper inflation is so important that no chances should be taken. At all times the tire should receive the benefit of the doubt." HOLDS AXLE IN ALIGNMENT Adjustable Radius-Rod Support Fash ioned for Certain Car la Easily Attached. Broad claims of merit are made for an.adjustable radius-rod support that has been fashioned for a certain type of light car. The device is intended to keep the front axle of the machine in proper alignment and relieve driv- Showing the Adjustable Radius-Rod Support in Place, Bracing the Front Axle in a Way to Prevent Back "Crawling." lug strains, says Popular Mechanics Magazine. While It is sufficiently strong to prevent an axle from "crawl ing" buck, aud a radius rod from be iug broken thereby, it has enough resil iency to take up the shock In the event of a head-on collision and safe guard the crank case from injury. At tachment of the support is A simple matter, requiring only a few minute* zt labor. FOR INCREASE OF AMPERAGE CROWD D«wn Material NMT Carte— Clamant With Small Sit af Weed and Hammer. Increaaed amperage may be aecured from partly run-down dry calla by crowding the material near the car bon element down with a amail bit of wood and a hammer. Thla looeena the obstructing mateAal from around the carbon and permlta free chemical action. The asphaltum material may be sealed again by the uae of a little ■heat FEEDING TOO MUCH CURRENT Owner Who Uaes Lights and Starter Very Little Should Avoid Over charging Battery. The man who uses lights and starter very little but does a lot of high-speed tourlng'should see to it that he is not feeding too much current to the bat tery. Most lighting systems have no adjustment for this purpose, and if so, the car should be taken to the service station and the change made. MANNER OF SHIFTING GEARS Rasping Usually Is Caused by Inequal ity Between the Engine and the Clutch Speed. If the owner cannot shift from high ! to second without grasping the gears he should accelerate his engine slightly at the time of shifting. The rapping usually is caused by an inequality in speed between the engine and the clutch. The latter, however, may drag and cause hard shifting. Opportune Arrival. Ellas' sister was discussing birth days and happened to mention the fact that he was born at noon, when he ex claimed: "Wasn't it nice that I came just in time for dinner?" The Modern Method. Waiter —"What will you have, sir?" Diner—"Oh, bring me an assortment of proteins, fats, and carbohydrates—l leave it to you, Henry—say about eight hundred calories." ®®®®@®®©®®©®©®®®®®@@@®®®®®®®®®®®®®®®®@®@@®®@®.§©@.:|S£.®®@®@.:ss®®®@sts®@®®®®©®®®®®®®®®®@®®®®®®®®@®®®®®®®® Ringraziamo ' vivamente tutti gli abbonati che si son messi in regola • coi pagamenti e preghiamo i ritardatari di affrettarsi a seguirne / l'esempio e non costringerci a sospendere l'invio del giornale. ©®®®®®®®®®®®@®®®®®®®®®®®®@®®®©©®©©®@®®©®®@®®®®@@©®©®®®®©@©®®®®®®©®®®®®@@®®@@®®©@©@@@@®®<M§MMM6M§t®®* ITALIANI! Nel recarvi a fare delle compre nei varii magazzini di- Indiana cbe fanno uso del Patrtota per la reclame della loro merce, mostrate loro il nostro giornale col relativo avviso e sa rete trattati con maggiore considera zione. ' "ì PERSHING W.S.S. LIMIT CLUB v • J LA LEALTÀ DELL ITALIA Da Washington si comunica che i Delegati Ungheresi, con un in carico diplomatico speciale si re carono a Eobia da Budapest, po chi giorni prima che il governo del conte Karolyi consegnasse le redini del potere ai bolscevichi ungheresi. La Delegazione Ungherese mi rava a provocare una rottura fra gli Alleati invocando, nell'interes se della stessa za fra l'ltalia e l'Ungheria, al leanza la quale doveva mirare e controbilanciare l'accordo esisten te fra la Francia e gli jugoslavi. La Delegazione Ungherese ripor tò un completo insuccesso, essen dosi il Governo Italiano rifiuotato di trattare con essa. E' considerato pero come molto significante il passo dato dal go verno di Karoly pochi giorni pri ma che il controllo del governo ungherese, ovvero le apparenze di controllo del governo, venisse dato ai bolscevichi. IL "N. Y. HERALD" FA GIUSTIZIA Al DIRITTI DELL'ITALIA Riproduciamo dal "N. Y. He rald" di ieri il seguente editoria le che fa tanto contrasto collo spi rito teutonico che anima editoria li e corrispondenze di altri giorna li, come ad esempio il ''Times" e il "Globe" a noi apertamente ne mici : "Gli Italiani che un tempo so spettavano che il presidente Wil son non simpatizzasse colle loro rivendicazioni accusano ora di opposizione la legazione inglese. Dovunque tale opposizione possa sorgere, essa deve essere deplora ta e riprovata. Non si deve mai dimenticare che l'ltalia, volente, o no, (ma é certo che il pentimento nazionale era contrario) fu mem bro della Triplice Alleanza e che fino da principio si fecero su di lei pressioni enormi da parte del la Germania e dell'Austria per ché si inducesse ad unirsi a loro nell'attacco contro la libertà del- I l'Europa e del mondo. Ma l'ltalia ; fedele alle sue tradizioni di liber tà non si sarebbe legata ad un trattato che la vincolava a forze immorali come quelle controllate dalla casa degli Hohenzollera e da quella degli Asburgo. La sua neutralità amichevole dapprima, e la sua entrata in guerra nel maggio dei 1915 a fian co dell'lntesa furono eventi di straordinaria importanza e confe rirono molto al risultato finale, poiché lo splendido coraggio delle truppe italiane nelle difficili ope razioni montane, la loro eroica di fesa ed infine la loro offensiva sul Piave ebbero conseguenza decisi ve. Quel Che Ora Chiede l'ltalia "L'ltalia reclama ora non solo la sua mercede, ma i suoi diritti, compreso il porto di Fiume libera to dall'odiato dominio dalle trup pe italiane, e quella posizione che sull'Adriatico può renderla una potenza marittima di prima im portanza, cosa che la Jugoslavia non arriva e non arriverà mai ad essere. Senza menomare gli sforzi né de prezzare le sofferenze degli Ju goslavi si deve ammettere che al cune delle loro pretese sono esa gerate e irragionevoli e che dal momento in cui gli Stati Uniti ri conobbero la Jugoslavia come sta lo indipendente essi spiegarono verso l'ltalia un atteggiamento che confinò coll'offesa. I diritti opprimere quelli delle grandi, per ché ciò é pericoloso, ne esse deb delle piccole nazioni non debbono bono cercare pretesti di offesa. Per esempio la domanda perentoria della Serbia per la evacuazione di Lubiana da parte della missione i taliana, domanda che segui imme diatamente ii riconoscimento dello Stato jugoslavo, fu estremamen te arrogante ed offensiva e per nulla provocata dagli Italiani. Per quanto riguarda l'occupa zione della Dalmazia e del porto di Fiume, le truppe italiane si trovano là perché esse strapparo no quelle terre dalle mani delle forze austro-ungariche a prezzo di molto sangue e di molte ricchezze, e per quanto concerne Fiume in particolare, perché Fiume é uno dei porti più caratteristicamente italiani sulla costa dell'Adriatico, come sa bene chiunque l'ha visita to. Gli abitanti dei distretti circo stanti furono durante la guerra ostili alle truppe italiane come po tevano essere, e non c'era alterna tiva per considerarli come nemici. Gli Italiani fecero ciò senza ecces siva severità secondo i termini del l'armistizio ancora in corso. Ai tempi di Cavo-ur, Mazzini e Garibaldi l'lnghilterra era la più grande amica dell'ltalia; ora non può essere ch'essa per istigazione di qualche politicante o statista dottrinario q faccendiere essa si discosti dalla sua tradizionale po litica in un momento cosi critico. Se Lloyd George prendesse quel l'indirizzo che ora si teme alla ta- ; vola della pace, l'lnghilterra get-l 1 crebbe il seme del dissenso e del | conflitto nell 'Europa meridionale j e nei Balcani, e perderebbe la po tenza e il prestigio ch'essa possie-| de ora in quelle regioni." Continua da pagina 1 le mai saperne di ricorrere ti pie- ! biseiti; come non ha voluto saper-' ne testé di accettare l'arbitratoj proposto dagli Jugoslavi. Egli si attiene ai Trattati sottoscritti e! non li considera come pezzi di car ta che si possono lacerare alla te desca. Se chiede qualche cosa di più del Trattato di' Londra, se' | chiede Fiume, lo chiede pel fatto che il contraente che ce ne impo se la rinunzia nel 1915, la Russia si ritrasse, ci abbandono, ci tradì, imponendo aU'ltalia l'onore spa v tevole di dover combattere contro tutto l'esercito Austro-Un garico, mentre una metà almeno di esso avrebbe dovuto essere trat tenuto sul fronte orientale dalla stessa Russia. Chi potrebbe dargli torto? E quanta maggior ragione non gli si dovrebbe dare, se iu nome della giustizia e del tornaconto, egli fa cesse qualche concessione a quel li che si atteggiano a nostri nemi ci? Ed io mi auguro che lo farà! * * * Tutte le contradizioni sopra no tate delle parti che le commetto no vengono giustificate con buone ragioni o con contorti sofismi ; ali mentate da interessi reali o da passioni politiche, suffragate con argomenti geografici, etnici, stori ci, economici, militari, Checchesia di essi e quale che possa essere il risultato definitivo della Conferen za di Parigi intorno alle pretese in tanto grave a tragico contra sto, una cosa appare evidente, che l'ideale enunciazione del princi pio, dell'autodecisione wilsoniana va incontro a difficoltà enormi e che la manifestazione della mede sima per mezzo dei plebisciti.—da me messi in dubbio più di un an no fa—non é possibile. Se fosse imposta riuscirebbe nelle "zone grigie" alla guerra civile. L'idealismo di Wilson, adunque, su questo punto s'infrange contro la realtà nella costituzione delle nazioni, che devono entrare nella Lega. Né mi é d'uopo rilevare che la realtà, in nome della stessa giu stizia internazionale ha imposto allo stesso Wilson una interpreta zione più restrittiva di quella pre conizzata dai Zimmerwaldiani e dai Tedeschi—sempre di accordo! —delle formule: "né vincitori né vinti, né indennità né cessioni di territori." E non mi azzardo a fare delle ironie sulla libertà dei mari sulla cui futura applicazio ne si possono chiedere edificanti informazioni a Daniels, il ministro della marina degli Stati Uniti. Queste considerazioni potreb bere autorizzare l'ipotesi cl\e se Wilson dovesse ripresentare oggi il sua Vangelo- al contatto della realtà, si sentirebbe indotto a for mule mene assolute, meno dogma tiche. Comunque, tali considerazioni —anzi tali constatazioni di fatto —devono e possono indurci al pes simismo ? possono farci irridere al l'idealismo ? No: assolutamente no. L'ideale é il grande faro che illumina il cammino ulei popoli l'ideale é la méta che si deve raggiungere, ver so la quale devon# convergere le forze degli uomini e dei popoli ci vili. Ma il porto della salvezza, ma la méta non si può raggiunge re con un sol© << ictn ,? , in un solo momento storico. Ciò non é mai avvenuto: ciò non può essere spe rato ed affermato che dagli utopi sti, dai teorici, che rasentano la pazzia. Certo é che i prineipii direttivi, che inspirano oggi la Conferenza di Parigi sono profondamente di versi e migliori di quelli che in spirarono cento anni or sono il Congresso di Vienna. La vera, la santa alleanza delle nazioni non (t ancora : ma sotto l'impulso di Wil son. tanto diverso e tanto superio re a Mettermeli, nn passo gigante sco si é fatto verso la grande mé ta, la ''Lega della Nazioni." Il resto verrà. NAPOLEONE COLOJANNI Deputato al Parlamento. 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