Dalla nostra Italia UN CARABINIERE CHE SPARA CONTRO IL COGNATO CALTANISETTA, 17-Poco pri ma delle ore 24 in piazza Garibaldi avveniva fulmineamente una san guinosa rissa fra cognati per mo livi di interesse. Vitello Vincen zo di anni 31, carabiniere da poco venuto in licenza di convalesenza, esplodeva sei colpi di rivoltella, •contro il proprio cognato Geraci Giuseppe fu Francesco di anni 24, ferendolo gravemente. Alle de tonazioni accorsero moltissime persone dei circoli e del teatro Trieste. Il professor Gangitano e il dot tor Mazzoni costatarono la gravi ta delle ferite e venne subito ada giato in una barella municipale per essere trasportato all'ospedale "Vittorio Emanuele" dove gli fu rono riscontrate lesioni in varie parti del corpo giudicate guaribi li in giorni 20. Un proiettile andò a colpire un passante certo Recottone Felice zolfataio che dovette riparare al civico ospedale per lesioni ripor tate e giudicate guaribili in gior ni 20. Al brigadiere dei reali carabi nieri D'Alessio, accorso immedia tamente sul posto insieme con al tri militi e agenti di Pubblica Si curezza ( il Vitello si costituì spon taneamente consegnando la rivol tella. Egli é stato tratto nella ca serma dei reali carabinieri. LA SORELLA DI UNA SEDOT TA FERISCE IL SUOCERO DEL SEDUTTORE PALERMO, 10—Al N. 44 delia- Via XX Settembre trovasi il pa lazzo Di Giuseppe, dove é impie gato come portiere certo Costan tino Ramondella fu Simone di an ni 60. Il Ramondella ha con sé la fa miglia e in essa la figlia Con cettina la quale é una studentessa. Un giovane portalettere, che ora trovasi soldato, certo Antonino Be ri go conobbe la Concettina, e se ne invaghì. Pare che la ragazza non sia ri masta indifferente agli sguardi di fuoco del giovane innamorato; se non che un caso vice commis sario di Trevi, si avvicinarono al letto, mentre la signora Ciocca si recava ad aprire un terzo signore che sopraggiungeva pallido e af fannato, chiedendo del cav. Fer retti. —Sono il dott. Edmondo Ferret ti, cugino del cavaliere. E' in casa? La signora Ciocca non ebbe il. co l-aggio di rispondergli. Gli indicò la stanza, e il dott. Ferretti vi pe netro seguito dalla guardia Tibe rio Del Gracco. Il povero cavaliere Ferretti, ran. tolava, balbettando parole incom prensibili, lagnandosi disperata mente. La rivoltella cou la quale egli si era sparato un colpo alla fronte, giaceva sul tappeto a fian co del letto. I funzionari lo fecero con ogni eUra trasportare all'ospedale di San Giacomo, dove nonostante le cure assidue prodigategli da quei sanitari, prima dell'una cessava di vivere. L'interessamento dell'avv. Gi gi iesi e del dottor Edmondo Fer retti si spiega dal fatto che essi avevano ricevuto una lettera del cav. Ferretti, il quale invitata il cugino a venirlo subito a trovare in casa, e all'avv. Gigliesi. suo compagno di ufficio, scriveva: Vi eni subito. Mi troversa morto sul letto." L'avv. Gigliesi, prima di recarsi in via degli Avignonesi, aveva co municata la lettera al cav. Roselli del commissariato di Trevi, col quale era accorso subito, insieme col brigadiere Solitto. In tasca al povero Ferretti ven nero trovate 4 lire e 2ó centesimi. Non una lettera, non un indizio che potessero far sospettare le cause della tragica risoluzione. UN UOMO CHE RISORGE PIXEROLO —E' degente in que sto ospedale di riserva il soldato Benedetti Flavio di Borgo a Bug giano (Lucca), appartenente all'- artiglieria da campagna e inviato qui il 6 corrente dopo una lunga peregrinazione di quattordici altri ospedali. Il poveretto, che é sotto le anni fin dal settembre 1914. fu colpito da un formidabile scoppio di granata mentre stava all'osser vatorio col colonnello Ragazzoni, di cui era attendente. Il terribile scoppio fece parecchie vittime,- fra cui il colonnello stesso. Il sol dato Benedetti fu ferito, travolto e sepolto; e quando tre giorni do po fu dissotterrato e portato all'- ospedale da campo, era diventato cieco, sordo e muto ! In tale stato visse parecchi mesi. Guarirono le ferite al capo, alla gamba destra e al costato ; ma il poveretto sem brava destinato a trascinare lina vita ben infelice, quando un bel mattino il nostro giovane si sve gliò... veggente. Circa cinque me si fa scomparve la sordità ed egli poteva cosi intender benissimo chi gli parlava e a sua volta si faceva comprendere dagli altri con ab bondanti segni, avendo ancora la lingua paralizzata. Molte cure fu rono tentate nei vari ospedali in cui fu ricoverato, ma non appro darono ad alcun risultato. Giunto in questo ospedale, venne ricovera to nel reparto del dottor Luigi Mo ceseo, il quale, con l'aiuto di altri medici, sottopose il malato alla cloroformizazione. Indi, con in sistenti domande ed inviti imperi osi, lo indusse a snodare gradata mente la lingua. Dietro pazienti sforzi in poco più di mezz'ora il poveretto comincio ad articolare alcune parole; e poi, quando fu tornato in sé incominciò a parlare con speditezza, senza alcuna esita ione né titubanza. Non si può descrivere la conten tezza del povero giovane e la com mozione che suscitò nei presenti il fortunato evento. Il malato, dopo avere ringraziato il dottore e quanti lo coadiuvarono, volle che si partecipasse subito la lieta no tizia alla famiglia, e fra pochi gi orni egli stesso, ottenuta la tanto desiderata licenza, potrà recarsi a casa a riabbraciare i suoi cari. LA CONDANNA DI UN PRETE MILANO—Don Antonio Vide mari é un prete iroso che non gode soverchie simpatie nemmeno fra i suoi colleglli di sacerdozio, per il suo carattere violento che gli ha fruttato anche qualche processo e qualche condanna. E' comparso in Assise per ris pondere di varie imputazioni pro vocate dal suo atteggiamento av verso alla guerra. Fra l'altro egli avrebbe detto che bisognava tagli are la testa ai capi che l'hanno vo luta e tagliarla anche alle donne che sostituiscono i combattenti ne gli stabilimenti. Mentre poi l'au torità consigliava i cittadini a tro vare riparo nelle cantine in caso di incursioni aeree nemiche, egli in un foglietto a stampa, incitava a disubbedire a tali ordini. Don Videmari ha negato tutto ma parecchi testimoni hanno con fermata la sua irriducibile avver sione alla guerra. Un meccanico depose che in occasione del batte simo di una sua nipotina il prete volle che al nome di Vittoria, scel ta dai parenti, fosse aggiunto quel lo di Pace. In tale occasione don Videmari si sarebbe espresso con frasi ingiu riose contro gli. On. Salandra e Sonnino. Numerosi testimoni a difesa del prete hanno deposto che le di lui invettive non furono, se mai, pro nunciate durante l'esercizio del suo ministero spirituale, e quindi senza 1 abusa della sua qualità di ministro del culto. I giurati hanno quindi riposto negativamente a questi relativi. mentre hanno ritenuto colpevole don Videmari di incitamento alla trasgressione degli ordini dell'au torità relativamente alla incursi one aeree. Trattandosi di una sem plice contravvenzione, il presiden te lo ha condannato a 75 lire di multa ed a tutte le spese del pro cesso. VOLEVANO PRENDERE CINE MATOGRAFIE NELL' IN TERNO DEL VESUVIO ROMA —Il vulcanologo ameri cano Frank Perrett ha fatto un" audace ed interessante calata nel cratere del Vesuvio durante un'- eruzione spingendosi fino alla pro fondita di 250 piedi e portando li na macchina cinematografica per prendere delle .films. I risultati però non sono stati soddisfacenti poiché gli acidi che si sprigionano nel cratere rende vano l'aria quasi irrespirabile e facevano un gran male agli occhi impedendo cosi al Pellett ed agli uomini che lo accompagnavano di usare la macchina. 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