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IL VINCITORE LO STATO GIUSTO E domani? che cosa vedremo do mani quando tutti gli Stati di Euro pa sarauno usciti dal gorgo mostruo so che li travolge e ancora grondanti di spiriti e di umori di guerra, do vranno detergersi dagl'infiniti dolori, aprire le sirene vie del futuro, riprc parare nel mondo l'avvento della vi ta? Non e possibile immaginare che da questa guerra, che e' il "caos", non escano per il poi atteggiamenti insospettati di convivenza e di con trasti internazionali; e non e' possibi le neanche che le singole nazioni, ri fucinate nella guerra dai mille sacri fizi individuali e dalla disciplina so ciale più' dura, non rechino al di la' delle soglie della pace echi, vibrazio ni, necessita' e propositi vissuti nel fragore della guerra. Il tempio di Giano si chiuderà', ma dentro ai suoi battenti sara' rinserrato per sempre un grosso bottino di idee fatto sul campo di battaglia. Le concordie na zionali e le "unions sacres'' fatte di rinuncie di partiti e di sublimazioni di classi, non saranno passate invano sulle terre consacrate dai morti: sul loro solco sbocceranno domani degli avvenimenti impreveduti: e da quel la catarsa improvvisa, per cui tutti i paesi si sono come formati in una grande falange macedone per l'offesa e per la difesa, balzeranno fuori ine vitabilmente nuove forme di equili brio civile, di vita sociale e di autori tà' statale. *** E' lo Stato il grande trionfatore di questa grandissima guerra: monarchi co o repubblicano, costituzionale o parlamentare, e' lo Stato; e la' dove 10 Stato era più' vigoroso e più' mul tiplo, più' forte e più' plastico, la' la vittoria ha sorriso più' rapida e più' fedele. Le classi hanno potuto a ma la pena sopravvivere e sono state co strette alle più' penose e anche grot tesche transazioni; in partiti, quelli "borghesi" soprattutto, sono stati liquidati di colpo e dissolti nella u niformita' nazionale; la stampa ha dovuto piegare, patire la censura e idealmente sopprimersi; elo Stato soltanto ha invece potuto prosperare e giganteggiare sulla comune rovina. Ma man mano che si sviluppa la guerra con le armi al di la' delle fron © tiere, al di dentro del paese procede va a gran passi, a marcie forzate, la guerra dello Stato contro tutte le for ze civili, politiche, economiche, le forze di liberta', insomma, che ne a vevano fin qui limitata l'azione e con trastato il cammino ; e in questa guer ra contro il pubblicista, contro il po liticante, contro il povero e contro il ricco lo Stato c' riuscito sempre in controvertibilmente vittorioso. Esso amplia le proprie sfere d'influenza all'interno, corrode i territori limi trofi, usurpa funzioni nuove, si molti plica accresce senza fine la propria vi ta tentacolare. E non e' più' soltanto 11 vecchio Stato di autorità' che arre sta i cittadini, comprime i pensieri pericolosi, discioglie le associazioni nemiche dello "statu quo'' e adopera in mille modi la forza pubblica di | cui e" il depositario innappellabile; nm e' lo Stato, soprattutto, che en tra nel più' vivo e nel più' folto del tessuto sociale, che intacca senza ri guardi i processi dell'economia invul nerabile sacra alla liberta' tradizio nale, che vede gli interessi economi ci della collettività' e vi provvede, j che affronta la forza del capitale tra cotante e lo riduce "manu militari" a propositi più' miti e più' sociali, che porge il suo braccio secolare ai I ceti umili e diseredati e li solleva e li redime dalla loro dolorosa impoten za; non e' soltanto lo Stato giudice, gentarme e pubblicano, ma lo Stato industriale, commerciante, giustizie re e redentore. Ela metamorfosi e' stata rapidis sima. Lo Stato conosceva già, dove più' e dove meno, queste sue funzioni di maneggiatore e distributore di ric chezza, e, pressato dalle classi infe riori,- aveva già' esteso in tutta Eu ropa i suoi uffici di carità' pubblica, di legislazione sociale, di probivirato operaio ecc., ecc. ;ma tutto ciò' era sempre rimasto un qualchecosa di ac cessorio, di appiccicaticcio e di tolle rato, che non ne rivestiva in pieno la natura e non ne impegnava per nien te l'avvenire; il povero era il povero inferiore allo Stato e negletto, e il ricco era il ricco superiore allo Stato e da esso protetto nella maestà' seco lare dei codici. Ora non più': questo monco embrione di funzioni si e' svi luppato con una celerità prodigiosa; e la guerra, acceleratrice fantastica, ha prodotto il fulmineo miracolo: perche' essa devasta la ricchezza e lo Stato ripara, perche' essa distrugge il benessere e lo Stato lo ricrea, per che' essa e' il capriccio e la follia c conomica e lo Stato e la ragione e l'equilibrio dell'economia. Ecco che la guerra scoppia: si chiudono le frontiere da Stato a Stato, ogni pae se diventa avaro di quello che ha, e ogni paese e' costretto a produrre da se' le merci che gli occorrono o a ri nunciare a produrle e a consumarle; gli scambi più' redditizi si sospendo no, la produzione diventa innaturale, difficile e costosa e i costumi si rare fanno ;lo Stato solo assorbe vertigi nosamente la mano d'opera col reclu tamento e sperpera quantità' enormi di metallo, di carne, di stoffa di cuoio per l'esercito, corporazione privile giata di guerra; moltiplica il debito pubblico e la circolazione cartacea, fa salire i cambi e svilisce la moneta i salari diminuiscono, il disagio eco nomico si diffonde, diven ta di giorno in giorno più' povera, la decomposizione del tessuto economi co normale si accentua, domani avre mo la lacerazione e lo strazio della miseria cieca e della iniquila' senza nome. Ma lo Stato non vuole, non può' volere, esso e' li isclalo e inco lume, a mettere argine alla ruinosa fiumana di ingiustizie e di dolori. Mentre provvede alle sue 'necessita' di Stato guerriero e diventa d'un col po fabbricante di cannoni, di fucili, di scarpe e di proiettili e organizza rapidamente i mezzi produttivi che gli occorrono per raggiungere il suo scopo indeclinabile, provvede anche, e con una sensibilità' e con una pron tezza inattesa, ai suoi doveri di Sta ta civile, che ha degli obblighi di tranquillità' e di benessere verso la popolazione. La guerra gli da mille j occhi e mille braccia. Eccolo di con tro al paese che produce meno, e che ha meno denaro, diventare, commer ciante, comperare all'estero quantità' ingentissime di carne, di frumento, di merci di consumo diverse e riven derle a prezzi accettabili, dentro ai limiti che esso stesso ha fissati ; ecco lo, anche, dove questo non basta, e quando gli strati più' poveri della popolazione non possono fruire nep pure dei bassi prezzi di favore, entra re più' direttamente ancora nella di stribuzione della ricchezza e del be nessere, farsi irrogatore' gratuito di denaro, assistere senza riserva gli in digenti, stabilire nelle classi popolari CONTINUA A PAGINA 8 ALBERTO P. WYLAND DIRETTORE DI POMPE FUNEBRI E IMBALSAMATORE Aperto giorno e notte. Servizio rapido a prezzi miti TELEFONI LOCAL - BELL Spang'er, Pa. Capano & Valenti Creekside, Pa. Notaio Pubblico Spedizione oi moneta In qualunque parte d'Europa General Merchandise Ufficio di fronte la "Sala Caneva" E. J. Miller.', houeroty. 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