ÌjA LIBERk PARfìljA I forti caratteri sono gli Dei Supremi delia Stori* Nazionale. Cav A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore 1626 So. Broad Street A.NNO V. - Numero 50 Il Natale d'ltalia Dalie montagne nevose della Russia orrenda una raffica di vento freddo, glaciale, passando per le foreste balcaniche, si era 3]»nto oltre le sponde dell'A driatico, per avvolgere, ne' suoi vortici di morte, tutta l'italica Penisola, e, trasformandovi per sico l'aria balsamica delle sue valli e de' suoi monti stava per addivenire il vento maestro per le sue solazie contrade. Era il »«nto, che i Russi chiamano bol scevico, o soviettista; vento af fatto nuovo; ma che ai beati tempi rasputiniani, si agitava sempre per le steppe ghiaccia te della Siberia, sotto il nome di vento nikilista. ♦ * T In Italia, paese eminentemen te emotivo, sentimentale, la mente del cui popolo è suscetti bile per tutto ciò che sa di no vità, quel vento, per un periodo di quattro anni, aveva preso la forza di dominare tutte le altre correnti; e, siccome l'ltalia al par della Russia, ha anche mon tagne nevose, dalle Alpi al ma re, pareva che dovesse farsi il nido. E jter quattro anni ave va agghiacciato i cuori ; e per quattro anni aveva raffreddato le menti verso tutto quello che fu di bello e paro al nostro popo li»; per sostituirvi l'indifferen aa, l'incoscienza, la disobbedien m, e la rivolta disciplinare per le leggi, addivenute impotenti ntd ricordare ai popoli che ove HOM impera la legge, il caos è storno di abbrutimento, e di KBwrto nazionale Tutto era nrvolto nella bufera infernale; e persino i fiori d'ltalia i ftori delle nostre valli, dei no stri monti quei fiori, che ir rogati dalla rugiada mattutina, flchiudono all'alba, per essere badati nelle loro corolle dal più bel sole, che mai vide la Terra... sembravano poveri, intirizziti, senza profumo e senza colore; (furi, che non erano più il vanto e la bellezza di un popolo; ma prodotti di una natura, che pa reva vicino a spegnersi Ed il freddo dell'aria si era annida to anche nei cuori, e lo si senti va passando per nostre contra de, nelle quali non incontravi più i njstri baldi montanari, cfce ti salutavanp con quella squisita gentilezza innata; e non sentivi più il canto delle nostre forosette, che si facevano di la to per farti largo al passaggio, e per darti un'occhiata furtiva, «he ti empiva l'anima di dolcez za e di bontà. Tutto indifferen za, tutto eguaglianza; anzi una spavalda, artefatta omertà ave va cancellato dall'anima popola re quei sensi di gentilezza, per cui eran belle le nostre contra de, erano belli i nostri villaggi... « ♦ ♦ Ma donde n'era venuto fuori un così rapido e cattivo cambia mento di clima, di atmosfera, da mutar l'indole, le abitudini di un popolo maestro e donno di ogni più bel sentimento, che si incarna nel cuore umano?,... o»de n'era uscito l'editto, che disse alle genti di non aver ri spetto per il proprio simile, ma dì pensare solo alla propria esi stenza, anche a detrimento di quella degli altri? Il vento freddo, uggioso, che era partito dalle gole caucasiche, aveva tio vato l'ambiente favorevole per le sue folate, da condizioni poli tico-economiche-morali addirit tura disastrose, che venivano come conseguenza da una guer ra immane, e da una pace che e ra stata la negazione di tutti i principii e gli scopi, per cui la guerra fu combattuta. I disin ganni, le illusioni, unite alle a marezze, alle sofferenze, alle la grime, ai lutti, avevano fatto dèi popolo d'ltalia un popolo a pata, inerte, senza speranze, e senza ideali; un popolo che non abbia più l'ambizione per la sua stirpe, e che si lascia andare in balia di ogni corrente Allora gfi imboscati, quelli che sbuca rono dalla macchia, ove s'erano «ascosti, saltarono fuori per predicare l'odio di classe, per e aasperare i lutti di guerra, e per decantare l'uguaglianza lenini- ITALIAN WEEKY NEWS PAPER sta, ed essendo più forti, più au daci, perchè per nulla dissan guati da ferite belliche, presero il sopravvento, e addivennero i capi di un movimento rivoluzio nario, che doveva aggiogare il carro d'ltalia alle ruote maledet te dell'immenso carro moscovi ta. Nè seppero ribellarsi, nè seppero frenare, nè seppero im porre la legge quelli che furono i ministri del bell'italo regno; anzi, timidi, paurosi, perchè vec chi, o esauriti, concedevano lo ro sempre più libera mano; e sembravano essi medesimi affo gati nelle acque trotziane All'estero qualche cosa di peggio Col credito ridotto ai minimi termini, l'ltalia veniva già assegnata nel baratro della perdizione; e nessuno più pare va di aver fiducia nel suo popo lo in quel popolo clip aveva affrontato mille pericoli ed a veva sofferto la fame, pur di ot tenere Vittorio-Veneto, la cui vittoria l'unica, la sola vitto ria, aveva posto fine alh guer ra mondiale. A tanto digredito, si aggiungeva l'incapacità, la debolezza di coloro che libile con ferenze internazionali -f inuti le sperpero di tempo e di danaro e al tavolo della pie, non seppero far valere i suoildiritti ; quei diritti, che le veniamo da' suoi innumerevoli mortile dalle sofferenze de' suoi vivi 1 Essi i nostri uomini flcero la figura dei pezzenti, dei iderelit ti ; o come di quelli, i qiali, do po di aver fatto del mali hanno paura di affrontare il giudizio altrui. Dinanzi a Colui, «io fu il magno Signore, e che, kltando di palo in frasca nella aia poli tica, ebbe l'abilità di fliir di sconvolgere il mondo, esii, i no stri uomini non mossero verbo, nè protesta alcuna; e sj lascia rono dominar dal despjta wel shiano come il maestroidel vil laggio domina coll'occhil lo sco laro discoletto Qualile con seguenze? quali gli effetti morali nel nostro popoli? Quelle di farlo cadere vieppiù nella disistima all'esteri tanto più che la nullità de' sui uomi ni era messa in ridicola da una stampa prezzolata, ed a pi eter namente ostile. E dalla politica estera l'effetto si rivrberava su quella interna ...... ì nostri fratelli tenuti in non ca.', si av ventavano in lotte frtricide; perchè dal sangue fra' rno ve nisse fuori più violenti la tem pesta, per affogarvi l'ldia tut ta, in modo da non fari più ap parire neanche come £ pressio ne geografica • * • JVIa un bel giorno la Mila no nella città che si credeva la culla del bolscevisn italia no si levò un vento nuovo per l'ltalia e che appar > debole in sul principio, subito ddiven ne forte, furioso. Invase le valli lombi'ie; si elevò sui monti dell'Ai: ennino; e discese nei prati palenopei, per riscaldarsi nei crat ri vesu siani, e per innalzarsi i forma di ciclone Centomi giova ni la cui giovinezza prima vera di bellezza furo i avvol ti dalla furia del vento td ineb briati dal profumo nu< l, itali co, che era nell'aria, s allinea rono per presentarsi ai porte di Roma, e per scuote», non colle armi, ma coi cari della Patria adorata, a cui ei i aveva no dato tutto il fiore ;.la loro gioventù. E mentre pareva che cielo si dovesse oscurare per 1 tempe. sta minacciante; ment oltre i colli latini rumoreggia; pauro sa la raffica di vento, ì raggio di sole squarcia le nu, ed in mezzo alle camicie* ne vi pro ietta l'uomo del giorn il prin cipe di quelle camicia il figlio del popolo, il salvator* lella pa tria, il fratello dei frelli; vi proietta e vi lancia Pqto Mus solini Un coro d si ele va al cielo; un desi di ab bracciarsi, di strin a mano corre per la folla f il milio ne di popolo, che ; irima do veva scannarsi p' I stato di assedio, dichiara k uomini ' piccoli, ciechi, ma eiito per WITH THE LARGiT CIRCULATION AVANTI SEMPRE, COM, FIACCO! -A IN F=UCSfNJO Entered as second-class matter Aprii 19. 1018, at the poitice at PhUadelphit Pa., under the Act of March 8, 1879' somma virtù di Re esemplare, si guardano negli occhi, e la lagri ma furtiva li fa srati re fratelli, figli tutti ad un patto, e li fa in ginocchiare, pentiti, commossi, ma con nuovi propositi, dinanzi alla tomba del soldato ignoto. * ♦ * Per reggere i popoli ci vuole la mano di ferro; guai al legisla tore, che si fa conoscere fiacco j ed incapace ; i suoi governati si perdono in un libertinaggio, che porta alla perdizione ed allo sfa celo generale. La politica del Re Travicello èla più grave colpa dell'uomo di governo, che do- ; vrebbe essere subito eliminato; perchè dai suoi atti, dalle sue leggi non deriva se non crimina lità, oscurantismo del tiranno, che crea minor» numero di delit ti, e, colla minaccia del terrore, \ che non perdona, frena i popoli nei limiti della legge In Ita-! lia si sentiva ormai il bisogno di j una mano di ferro, che senza es- ! sere quella del tiranno, ricordas-1 se ed imponesse a tutti il rispet- ! to alle leggi, e disciplinasse la coscienza nazionale dai suoi atti senza criterio e senza freno E dal bisogno di sentirsi sicura mente guidati per acque meno in fide, comincia a nascere il senti mento dei propri doveri, che ge-; nererà , in un non lontano av-j venire, quella sicurezza di be nessere generale, donde ne deri-j va ogni progresso civile. Non ! più scioperi, non più invasioni di proprietà private ; non più ! lotte fratricide, che oltre a lut to. apportano vergogna e discre dito, ma la via dritta per ognu no; la via dei propri diritti, ac compagnata a quella dei propri doveri. Ed allora avverrà l'ordi ne delle cose; dall'Ordine àv- I verrà il lavoro, creatore di ogni soddisfazione umana; e dai due < cardini principali, su cui si basa • la vita dei popoli, l'ltalia si tro- ' verà subito sulla strada dei suoi ' destini. !; Questa e ormai la politica in- I terna dell'On. Mussolini, sin dal ; suo avvento al potere; ed i se- I gni, forieri di un bene sperare, i si fanno chiari tutti i giorni. 1 Alla intellgenza del suo cervello 1 non manca la forza de' suoi gio- 1 vani anni ; e la volontà che pone 1 ne' suoi atti, dice a tutti gli Ita- 1 liani che l'ora della riscossa è suonata. E l'entusiasmo, col ' quale ha cominciato la sua car- ' riera al potere, addimostra a noi 1 tutti quanto sia sacro l'amor di 1 patria; quanto sia santo l'ideai ' di Patria, che, spero, susciti an- ' che in quei petti, in cui suoni j 1 bestemmia il nome di Patria. 1 L'eco dell'unificata uniene - interna si ripeterà all'estero, o- ( ve si rialzerà il mille per cento ( il nostro credito: ed ove il Nome , d'ltalia correrà ancora benedet- \ t 0 Il qual nome ha già tenuto al to nel primo incontro coi Mini- 1 stri alleati coi quali ha parlato < da pari, ed ai quali ha detto che ' l'ltalia non è quella povera Ce- < nerentola, descritta dii pochi maiveggenti ; ma è l'ltalia di < Vittorio Veneto, i cui cinque mi- I lioni di baionette sono ancora lucenti, e che possano servire 1a patria ad ogni momento Ai 1 quali ha ricordato che l'ltalia 1 vuole si correggano gli sbagli fatti a suo danno, e che la su* zampa è pronta a cacciar la ca- ' stagna dal fuoco, se la zampa inglese o quella francese faccia- 1 no altrettanto ... Ai quali ha parlato come sa parlare l'uomo forte, l'uomo che non ha paura ; 1 come parla il giovane ; n mezzo! ai vecchi, dei quali non vuole nè il consiglio, ne' la sapienza. ♦ * » tuonate allora, o campane d'ltalia suonate a distesa • Natali- : è nato il Signore E lu, Italia mia, rivedrai i tuoi t.fcsepi, e sentirai ancora dalle tue madri raccontare ai bimbi, presso il ceppo ardente, la leg genda della Notte di Natale E dalla poesia, che spira dalla grotta di Betlem torneranno ad innamorarsi i tuoi figliuoli di riaccendere nell'anima i senti menti di virtù cristiane, che ,t;tnto care ci furono nei secoli. Allora non tornerà mai più ai tuoi monti il vento bolscevico; ma i tuoi colli avranno solo il vento tuo, il vento italico, che renderà sempre belli i Natali, che verranno Dr. LUOGONGO PHILADELPHIA, PA., iATO, 23 DICEMBRE, 1922 Frora Kcysiono Vlow Co. A bordo doiroscafo "Co-. ldmbo", della npagnia di Na-1 vigazione Ita America, alle ore 5 pome rie di mercoledì scorso, 20 corte mese, arriva va a New Yornl pier 97, S. E. il Principe Cdo Caetani, dei Duchi di Senietà, nuovo Am basciatore di M. il Ite d'lta lia a W'ashinja, D. C., ricevu to ed accolto, un popolo fe stante. Da iadelphia, con il treno delle ofe a. m., erano partiti il R. «isole Cav. Uff. L. Sillitti ed Cav. A. Giusep pe Di SilvestU Supremo Ve nerabile dell'fline Figli d'lta lia si trovavi New York dal giorno precede. In un vapho governativo! dal "Barge Gr. Oratore. La festa si svolse nella gran de Sala "Osage", al No. 764 So. Broad St. Fra gli intervenuti e ra in maggioranza il sesso gen tile. 11 Venerabile, Dr. Ricciar di, verso le ore 5 pomeridiane, dichiara aperta la doppia mani festazione con un dotto ed ela borato discorso, aj quale fece e co il Grande Segretario Archi vista. signor AH redo Perfilia, che riscosse frequenti e prolun gati applausi nella rievocazioni.- della vita dell'Ordine in Penn sylvania, specialmente quando parlò dell'Orfanotrofio e del suo direttore Dr. F. Cubicciotti. In ultimo mandò un fervido saluto alla massa dei "Figli d'ltalia" che con il suo affettuoso e soli dale contributo aveva reso pos sibile la realizzazione d'un so gno. Dopo il discorso del Grande Segretario entrava in Sala il Grande Venerabile, Cav. A. Giu seppe Di Silvestro che era venu to, come egli disse, per congra tularsi con la "Onore e Patria" e per rendere un tributo di o maggio a Colui al quale sono af fidati tanti bambini che doma ni saranno gli uomini di cui l'Ordine può menar vanto per la educazione che avranno ricevu ta nella umanitaria istituzione. Prima di chiudere il suo breve discorso, il Grande Venerabile disse sentite parole d'elogio per il Venerabile della "Onore e Pa tria", Dr. Giovanni Ricciardi, rilevando le preclari doti di mente e di cuore, e l'interessa mento e la signorilità con cui e gli ne dirige le sorti. Parlarono ancora il Cav. Ufficiale signor F. A. Travascio, presidente della Commissione Orfanotro fio, il Grande Segretario di fi nanza signor Paolo Di Peso ed in ultimo il festeggiato Dr. Cu bicciotti che, con alata parola, ringraziò la loggia del servizio per fumatori che aveva voluto offrirgli e tutti gli oratori per le lusinghieri parole dette al suo indirizzo. Intanto comunicherò che nel Gimnasium dell' Orfanotrofio, per onera del bidello sig. Roz?i è stato innalzato il "presepio" che tutti i soci delle logge, previo permesso, potranno visitare ri manendo esposto al pubblico fi fino alla domenica del 6 gennaio 1923. - Da alcune signore e signorine furono distribuiti paste e rin freschi, mentre una orchestrina invitava i ballerini a fare quat tro salti di waltzer.