La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, April 29, 1922, Image 1

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    f — "
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
Civ A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore
1626 So. Broad Street
ANNO V. - Numero 17
il h Si» felli Minteli CIUM oline ti li ini
Che ne pensano le Colonie italiane d'America?
ORDINE IND. FIGLI
d'IT ALI A
Loggia Suprema
New York, 20 aprile, 1922.
Sig. Giuseppe Di Silvestro,
Direttore della "Libera Parola"
Philadelphia, Pa.
Con preghiera di pubblicare
nella "Libera Parola".
Egregio Sig. Direttore,
Mi capita solt'occhio or ora
un articolo pubblicato nella
sua "Libera Parola" del 1 apri
le corrente, in cui Ella s'è«beni
gnata di prodigarmi quasi tre
colonne. Le son grato d'avervi
inserita la mia lettera. Chi la
leggerà vi troverà le risposte
ai suoi commenti. Non le ho
§critto prima perchè l'articolo
non mi fu spedito.
Tolga il cielo ch'io, capo d'una
grande istituzione italo-america
na, m'abbassi a parlay la lin
gua del dispetto, del dileggio,
dello scherno, sapendo che lè
mie parole aizzerebbero miei
fratelli italiani contro gli altri
loro e miei fratelli. Quindi non
farò moto dei motivi volgari e
delle scortesie ch'Ella a torto si
compiace d'imputarmi. Anzi
voglio confessarle che, attra
verso alle mordacie del suo ar
ticolo, ho potuto leggervi
un motivo generoso da parto
sua. La vera cagione della sua
collera è ch'Ella vorrebbe l'u
nione di tutti gl'italiani d'A
merica in un sol Ordine e per
ciò combatte ( a modo suo )
tutto ciò che (a suo modo di
vedere) impedisce il consegui
mento del suo ideale. Nel caso
mio Ella mi tiene il broncio,
non per ragioni espresse nel
l'articolo, ma perchè non riusci
to ad acquistare ventisette nuo
ve logge all'Ordine Indipen
dente. Figli d'ltalia; ed ogni
loggia, o ogni intelligenza re
clutata in qualunque istituzio
ne simile all'Ordine Figli d'l
talia deve naturalmente farlo
ombra.
Ebbene, io non credo che
come adesso stanno le cose
si possano fondere le istituzio
ni italo-americane in una sola
per arrivare ad una perfetta
unione; credo anzi che sem
pre come stanno adesso le cose
la compagine nostra potrà
essere molto più forte per mez
zo di una benevola intesa fra
di esse. Credo che il concetto di
una sola istituzione che com
prenda ed assorba tutte le for
ze numei'iche e spirituali della
nostra razza in America sia
per lo meno prematuro. Ciò
non s'è ancora avverato nem
meno fra i tedeschi che hanno
il genio dell'organizzazione. In
fatti son quasi dieci milioni ne
gli Stati Uniti e la loro massi
ma federazione (sciolta poi du
rante la guerra) non raggiun
se che men di cinquecentomila.
Ci sono però stati sempre pa
recchi Ordini tedeschi che, co
me è noto, hanno insieme for
mato una salda compagine. Se
ciò fanno i tedeschi, perchè
non gli italiani? almeno per o
ra che non possiamo far di me
glio? Questo credo io.
Ma Ella crede il contrario.
Ella crede che per conseguire
vera unione gl'italiani debbano
fondersi subito in una'sola or
ganizzaione, cioè nell'Ordine
Figli d'ltalia. Nobile e santa
aspirazione dal suo punto di
vista. Ma per ottenere quello
scopo, cioè per attirare gl'ita
liani delle altre istituzioni nel
-1 Ordine Figli d'ltalia, bisogne
rebbe che Ella e coloro che la
pensano come lei (parlo dal
suo punto di vista) comincia
ste a far propagnda benevola;
a predicar pace ed amore e a
darne l'esempio; ad inculcare
lo spirito di disciplina, ch'è co
operazione non asservimento ;
insomma ad adoperarvi tanto
che un bel dì le masse dovreb
bero sentire spontaneo il biso
gno dell'unione per mezzo del
fusione. Questa parrebbe la
via più logica e più spedita. In
tanto che cosa fa lei? Da un la
to desidera teoricamente l'u-
nione di tutti gl'italiani, dal
l'altro lato (mi permetta la
franchezza) viene di fatto a
fomentarne la disunione sfer
zando. pungendo, beffeggiando
continuamente. Per esempio,
Ella si compiacque qualche
tempo fa di regalare l'appella
tivo di "Pulcinella" ai fonda
tori d'una loggia dell'Ordine
Indipendente Figli d' Italia.
Crede che la sua cortese quali
fica abbia avvicinato o allon
tanato il conseguimento del
ideale? Un'altro esempio. C'è
un fratello dell'Ordine Indipen
dente Figli d'ltalia ch'Ella,
per ragioni che non conosco, si
compiacque di punzecchiare, di
ingiuriare, di ferire, di scudi
sciare a sangue nel suo gior
nale, mettendo anche in gioco
questioni che desecravano la
santità della famiglia, tartas
sandolo in mille maniere. Un
bel di' quegli perdette i lumi
e la fece arrestare per libello.
Or Ella nel suo articolo incol
pa me per non aver impedito
l'arresto. E che c'entro io? Fui
forse io che le intinsi la penna
d'acredine? Le cito questi e
sempi, come potrei citargliene
molti altri, a malincuore e col
solo intento di dimostrarle che,
con metodi ingenerosi, Ella sta
frustrando una sua aspirazione
generosa.
Dopo quasi un ventennio di
vita, l'Ordine Indipendente Fi
gli d'ltalia non è più una tesi,
ma una bella, forte e pulsante
realtà. Sulla sua esistenza
non si può più discutere, come
non si discute sulla nascita di
un uomo adulto. Quando nac
que forse contava venti perso
ne; ora ne conta più di quaran
tamila che l'han trovato fatto e
v'han lavorato e combattuto
per tanti anni. Ella non vorrà
biasimarli se l'amano ardente
mente, com' Ella ama l'Ordine
a cui ha dato le sue energie.
Son molte migliaia di persone,
ognuna delle quali pensa ed ha
diritto di pensare col proprio
cervello. Mi fa sorridere certa
ottima gente d'ottime intenzio
ni quando innocentemente Sug
gerisce d'unire i due Ordini
maggiori come se si trattasse
d'incollare due fogli di carta.
C'è una compagine spiritua
le ch'è più bella e più gentile
dell'unione fisica ch'Ella anela
e n'è, per così dire, l'anima. Es
sa nasce dalla volontà d'amarsi,
non dai decreti d'un Concilio Su
premo. Senz'essa qualunque de
creto crolla come muro senza
remento; con essa nasce spon
tanea senza decreti la coopera
zione ed esiste vera unione,
anche fra venti Concilii Supre
mi. Io mi sto adoperando a tut
t'uomo di cementar questa com
pagine che almeno per ora
e' la più pratica. Perchè non
adoperarci tutti vèrso lo stesso
fine? E se ci arriviamo, quan
ta opera meritoria per la no
stra stirpe non avrem compiu
to! Ma per arrivarci bisogna
non intinger di fiele nè la pen
na nè la lingua. Gl'improperi e
le contumelie fanno cattivo san
gue non solo fra coloro che han
la leggerezza di lanciarseli ma
anche fra i loro seguaci ; il che, |
per me, costituisce una specie
ili delitto. Sa che cosa bisogna
fare? Risogna sederci intorno
ad un tavolo e senza borie o
preconcetti discuter la pace e
l'armonia fra i due Ordini. Co
sì solo essi potranno affratel
larsi e, l'uno a fianco dell'al
tro, lottare per l'affermazione
della nostra razza qui in Ame
rica. Eccole una proposta con
creta. .
E non m'accusi più di mene
elettorali. Il mio lavoro è sce
vro d'avidità di lode o tremor
di biasimo. Non mi tocca nè
1 una riè l'altra: nè il coro degli
"Osanna" ne' gli urli dei "Cru
cifige", a cui del resto deve es
ser avvezzo anche lei.
Salutandola distintamente,
suo,
Jerome J. Licari
Supremo Ven.
La nostra mai smentita im
parzialità giornalistica ci ha
fatto pubblicare la lettera, che
; J-- AVANTI SEI IVI PRE, OOfM l_A FIACCOLA IIN PUGNO '*TZ
PHILADELPHIA, PA., SABATO, 29 APRILE, 1922
proccio questi ndtetri commenti,
dell'avv. Jerome J. Licari, Ve
nerabile Supremo dell'Ordine
Indipendente Figli d'ltalia, no
nostante essa, sebbene lun
ghetta. non risponda affatto al
nostro articolo pubblicato su
queste colonne il primo del
coi l ento mese.
Intanto dobbiamo fare le no
stre scuse all'avv. Licari se
non gli facemmo tenere, com'è
di dovere, copia del giornale
cho conteneva il nostro artico
lo: ci era stato promesso il suo
indirizzo, ma poi non ci fu co
municato e noi dimenticammo
di fare ricerca ad' altra fonte.
Del resto, ignorando il suo in
dirizzo, spedimmo il nostro
giornale a New York, ad altro
dignitario dell'Ordine Indipen
dente. nella speranza che fosse
letto dall'interessato.
Fatta questa nostra leale di
chiarazione incominciamo a
confutare, per quanto lo spazio
ce lo concede, la risposta del
l'avv. Licari.
Nel nostro articolo del 1.0
aprile dicevamo: che la notizia
dell'entrala delle 27 logge del
A T ew England in (invilo Indi
pendente, nel modo com'era
s'tata data alla stampa, aveva
generato il sospetto che esse si
fossero staccate dall'Ordine re
golare; che l'Ordine Indipen
dente ammetteva nel suo seno i
rigettati e gli espulsi, per fatti
immorali, di altre organizzazio
ni; che il Venerabile Supremo
degli Indipendenti, avv. Jero
me J. Licari, nella conferenza
tenuta dall'Oli, l'odrecca a Rea
ding, fece delle insinuazioni
contro l'Orfanotrofio dei Figli
d'ltalia di Pennsylvania. l'Uni
ca Istituzione umanitaria ita
liana negli Stati Uniti, uscen
do in ridicoli raffronti.
A queste nostre accuse, che
non suonano ne scherno uè di
leggio, l'avv. Licari non ha cre
duto di rispondere e poi si per
mette di scrivere che attingere
di fiele la penna e la lingua è
un delitto. Ben detto. Ma il Su
premo Venerabile dell'Ordine
Indipendente, attingendo la sua
lingua nel fiele, accumulato
dalla gelosia, commise un vero
delitto, non contro uomini
ma contro la più grande
opera umanitaria portata a
compimento dall'Ordine di
Pennsylvania. E nel fiele attin
se la sua penna quel "fratello
dell'Ordine Indipend.", il qua
le, senza essere mai stato pro
vocato, scrisse e pubblicò, su
"Il Popolo" di Reading, Pa., 4
colonne di prosacela contro il sot
toscritto, intitolandola la "Morte
civile". E nel fiele aveva attinto
'ci lingua quel tale da noi definito
"pulcinella", il quale, mentre;
l'Ordine regolare aveva respin
to la sua domanda, contempo
raneamente contribuiva a fon
lare la loggia Indipendente a
Reading, dicendo che era stato
lui, spontaneamente, ad .uscir
sene da esso ed a criticarìo, ad
insidiarne la reputazione. Ma
l'avv. Licari confessa candida
mente che per ragioni che non
conosce il sottoscritto avrebbe
'punzecchiato", ingiuriato, ecc.
scc. E se non conosceva le ra
gioni, se non sapeva che il pri
mo insultato era stato il sotto
scritto dal suo "fratello Indi
pendente", perché ne parla?
Forse perchè lo hanno voluto
far parlare così?
E come si può avere intesa
con uomini tanto perversi che
tentano di minare la reputazio
ne delle persone e, peggio, la
esistenza di opere umanitarie?
L'avv. Licari, (secondo il
suo modo di pensare) mi accu
sa di portargli il broncio sol
perchè egli è riuscito ad acqui
stare ventisette nuove Logge
all'Ordine Indipendente Figli
d'ltalia. Piano, avvocato. Quel
le logge erano ansiose di get
tarsi nelle braccia di chi voles
se raccoglierle. L'Ordine Figli
d'ltalia dello Stato del Massa
chusset NON VOLLE AC
CETTARLE. Allora l'avvoca
to Licari, che non era stato lui
il primo a sapere dell'esistenza
di quelle logge in cerca di un
asilo, senza nessuno sforzo, si
recò nel Massachussets, le rac
colse e se le legittimò. Portare
il broncio, e perchè? Se avesse
fatto un male all'Ordine rego
lare, forse sì ; ma egli ha rac
colto delle povere anime gemel
le "che la diritta via avevano
smarrita" ed io plaudo a chi le
ha redente. Non deve perciò par
lare di broncio l'avvocato Lica
ri, salvo non l'abbia fatto per
la mania di "bloflare" i suoi
fratelli, dei quali egli non ha
più nulla da temere perchè la
sua elezione è oramai assicurate
ed io mi congratulo con lui e gli
auguro di poter disciplinare,
non asservire, quelle 27 logge
del Massachusetts.
L'avv. Licari parla di unione
spirituale. SÌhcome ci sembra
che egli ignori tante cose, ci per
mettiamo di dirgli che il sotto
scritto è stato sempre il fauto
re di una intesa, quando l'U
nione di fatto non si è potuta
compiere. I defunti Grandi Ve
nerabili D'Aguanno e Dr. D'A
loia, se fossero ancora viventi,
non potrebbero negare che io
ho «empre auspicata ' l'unione
spirituale. L'attuale Grande
\ enerabile Signor Falanga ed il
Grande Oratore Prof. Titolo
debbono anche ammettere chi
quanto ho affermato risponde
alla verità. Ma è così odiose
sentire dal Supremo Venerabi
le degli Indipendenti che si
suggerisce di unire i due Ordi
vi maggiori come se si irritas
se d'incollare due fogli 'li. car
ia! Si capisce bene perchè l'avv
Licari non vuole la Uniene d
fatto. Se avvenisse alle carichi
non ci sarebbe posto per tutti
Le colonie italiane e la «stani
pa prendano nota e rimprove
i-ino non noi ma chi ha colpa d
voler tener gli italiani disuniti.
Si vuole un'intesa spirituale'
Ebbene, avanti; il sottoscritti
ne garantisce l'attuazione pei
la Pennsylvania.
A Giuseppe Di Silvestro
Per iiiiiDJisiiiieiiisitti
italo-americani
Aderendo all'invito di S. E
l'Ambasciatore d'ltalia, Senato
re Vittorio Rolandi-Ricci, ed a
prendo la sottoscrizione nelk
colonne di questa modesta ma
fiera palestra d'italianità, pei
un viaggio d'istruzione degli
studenti italo-americani in Ita
lia, non avevamo nessun dubbie
sul responso che ne avremmo a
vuto. Le immense legioni dei
'"Figli d'ltalia" hanno capito
che cosa significhi essere stati
designati dall'illustre rappre
sentante del nostro Governo a
compiere un'opera così nobile e
patriottica e perciò, orgogliosi,
rispondono all'appello loro lan
ciato.
Nonostante la crisi di lavoro
che attraversiamo; nonostante
i continui appelli fatti agli al
fieri dell'ltalianità per contri
buire ai l altre cause non meno
nobili di quella attuale; nono
stante l'alto costo della vita, per
l'Ordine Figli d'ltalia non esi
stono difficoltà che esso non
sappia superare. Infatti nella
coscienza dei suoi associati si va
facendo strada il concetto che la
italianissima Istituzione non e
siste solamente per il mutuo
soccorso ma, spazzato lo spirito
'li regionalismo ed il settarismo
per questa o quella religione per
questo o quel partito politico,
tutti uniti, nel nome della Pa
tria comune e nella fede sui suoi
destini, gli arditi dell'italianità
in America marciano trionfal
mente verso la "Vittorio Vene
to" delle nostre sante rivendica
zioni in questa terra ospitale.
Su, avanti, fratelli; che mai si
affievolisca quel sentimento pu
rissimo di Patria anche per la
ouierna chiamata. Ogni sacrifi
zio che noi facciamo, per opere
come quella che oggi ci siame
apprestati a compiere, è nullo
di fronte allo scopo che si rag
giunge, mentre ci rendiamo be
nemeriti della umanità. Ma dob
biamo essere solleciti, senza ti
tubanza.
Sottoscrizione
QUARTA SCHEDA
Da "La Libertà", gior
nale di Chester, Pa., di
retto dal Cav. N. Alba
nese $29.50
Lomonaco Brothers 5.00
Henry Di Berardino 10.00
Dalla Loggia E. De Deo 10.00
Dalla Loggia C. Batti
sti $10: da F. Rizzi 1, 11.00
Dalla loggia La Vittoria:
G. Cesaroni 1, G. Colet
ti 1, P. Cesaroni 0.50,
I Piscioni 1, G. Petran
costa 1, R. Petrella 5,
C. Martello 1, A. Scutil
lo 1, G. Macario 0.50,
D. Cicchetti 1, G. Di
Guglielmo 1, P. Caru
so 1, G. Spinelli 0.50, D.
Tutini 0.50, V. Posca
rella 1, G. Citro 0.50, U.
Pasquini 1, R. Trionvi 1 19.50
Dalla Loggia Suoni Fiori
e Carmi No. 069: J. Al
bertelli 1, J. Mosti 1, A.
Ceria 1. A. Ferri e mo
glie 2, C. Castaldo 1,
A. Dino 1. .1. Inpolito
0.25, V. Ridoli 0.50, F.
Tonelli 0.50, A. Mene
gatti 0.25, Rosa Previ
0.25, N. Bianchi 1. O.
Silingardi 1, A. Chia
ro 1, Lamonica 0.50, C.
Zito 0.50, I). Previ 0.25,
G. Calza 0.25, A. Pinoli
0.50, L. Chiari 0.50, S.
Marlinazzi 0.50, C. Ce
ria 0.50, G. Ceria 0.25,
T. Ceria 0.25, A. Salvit
ti 0.50. B. Sul vitti 0.25,
S. Foresti 0.40, P. Lai
ti 0.25, A. Pai'ison 0.25,
C. Bertuzzi 0.50, E. Cri
mi 0.50. Carlo Ceria
0.50, Irma Ceria 0.50,
L. Selvaggio 1, T. Cal
ligaro 0.25, 1). Ghirar
dini 0.50, A. Marchetti
0.10. P. Tomasel 0.50,
S. Bakhvin 0.25, A.
Montefardino 0.50, Giu
seppina Cornetti e fi
gio 1, V. Tromba 0.30,
A. Mezzano 0.25, A. Za
briciah e moglie 1, P.
Bronzini 1, Giov. Sai
vitti 1, 1). Salvitti 1,
| G. Spadaccini 0.50. 28.53
Totale delle partite $113.55 j
Somma precedente 572.98
Totale generale $686.53
R.toolato'd'ltalia
IN PHILADELPHIA
II R. Consolato d'ltalia in !
Philadelphia rende noto ai citta
dini italiani pertenenti ai comu
ni annessi al Regno a norma dei
trattati di San Germano e di
Rapallo, nati negii anni 1901-
1902-190,3 e 1904, che, in appli
cazione del R. Decreto 19 Set
tembre 1921 No. 1331, essi han
no obbligo di farsi iscrivere nel
le liste di leva del comune di !
pertinenza facendone domanda
a questo R. Consolato oppure
alle RR. Agenzie Consolari se
guenti :
Pittsburgh, Pa.
Scranton, Pa.
Altoona, Pa.
Erie, Pa.
Charleston, S. C.
Wilmington, Del.
Baltimore, Md.
Clarksburg, W. Va.
Northfork, YV. Va.
Norfolk, Va.
Savannah, Ga.
Eguale obbligo hanno i citta
dini italiani pertinenti ai detti
comuni nati negli anni 1899 e
1900 i quali, aver ottenu-J
to riforma definitiva sotto il
cessato regime, non abbiano
prestato servizio nè nell'eserci
to Austro-Ungarico nè nell'e
sercito italiano, nè in altro e
sercito alleato od associato.
Per qualsiasi chiarimento gli 1
interessati sono invitati a ri
volgersi a questo R. Consolato
oppure alle predette RR. Agen
de Consolari dipendenti.
* * ♦
A report has recently appe
ard in American Press Corre
pondence from Genoa that the
luestion of the Inter-Allied
Debts has been raised by the I
talian Delegation on the Finan
ze Commission of the Genoa
Conference on Aprii 13th, and
immediately overruled by the
Chairman Sir Robert Home,
on the Ground that no useful
progress could be made without
die partecipation or assent of
the American Government.
Such a report is formally de
nied and declared to have no
foundation whatever".
Philadelphia, Pa., li 21 apri
le 1922.
Il R. Console SILLITTI
DAL GREATER PITTSBURG
Baccanale di inesattezze
La... "povera vittima" o dot
tor Alvino che dir si voglia, si
è fatto scrivere una lettera di
auto difesa, nella quale non so
lo non ha avuto il fegato di di
re, o far dire intera e nuda la
verità; ma ha anche dettato un
mondo di inesattezze, che, se
condo il solito, gettano una luce
odiosa sui medici e "prominen
ti" italiani.
Anni or sono, egli, tanto per
fare una... gran cosa, altamen
te impipandosi della Colonia,
dei "prominenti" (che brutta
parola'), ma non dimenticando
ili invitare parecchi Consiglieri
i Comunali americani, diede ur.
concerto a prò' di un erigendo
I ospedale italiano.
Fu un fiasco... per le medesi
|me ragioni che hanno indotto,'
oggi, la Vittima, a fare quello
|c!ie ha fatto. In breve, egli len
ita un gran colpo, di propria te
; Pta; e quando esso gli va a ma-!
j le, sono i professionisti, i "pro
minenti" ed i coloni che ne han
no la colpa e che non ascoltano,
io rispondono alle parole di Za
ra thusta.
La Vittima, nella sua lettera,
| tenta ragionare, perchè non è
convinto che il pubblico non ha
l'obbligo morale di intervenire,
!" sussidiare imprese di privati.
La 1 ittima parla dei meriti
del sanatorio al quale diede il
nome pomposo di Ospedale Ita
liano di Pittsburgh.... Avrebbe!
ragione, se non ci fosse questo
periodo conclusivo dei medici di
; Pittsburgh, riuniti dal Cav. Te
lonio Lucci: "L'Ospedale Alvino
non è adeguato ai bisogni della
colonia, perchè non rispondente, j
per la-sua costruzione e per il
suo arredamento, alle esigenze,
della scienza moderna e che, !
quindi, non vale la pena riscat-j
! tarlo dai negri".
I dottori Conti, Maselli e Res- :
; sa, con forti argomentazioni, |
dimostrarono, anche, in tale riu
nione, perchè l'Ospedale di l'aul
son ave. era stato un insuccesso.
Ed ora sfato la leggenda del
la carità, e dei due letti per i |
poveri.
Se i due letti furono messi a
disposizone della pubblica cari
tà, l'atto non fu spontaneo.
S. E. l'Ambasciatore Roland)-
Ricci non avrebbe inaugurato
l'ospedale, se la carità pubblica
non avesse trovato posto in ta
le istituzione.
Non bisogna scrivere di sus- j
surri di mene misteriose, non !
bisogna atteggiarsi a vittime, \
sol perchè un paio di sfaccen
dati, che spendono i giorni in I
una barberia di Larimer ave.,'
parlano di sacrifizii e sacrifica
ti, di boicottaggio e boicottati...
Non è, forse, così?...
II R. Agente Consolare, Cav.
Lucci, fu intervistato, consulta
to e.... (perchè no?) seccato,
l'anno scorso, per sollecitare lo
intervento di S. E. l'Ambascia- '
tore.... Oliando seppe egli della
vendita dell'Ospedale?... Ve lo 1
dice il Cav. Lucci stesso: "La
vendita dell'Ospedale fu portata :
a mia conoscenza dal Dott. Al
vino, il quale venne a trovarmi
in ufficio. Lo pregai di sopras
sedere perchè desideravo di ri- !
volgere un caldo appello alla co- j
lonia onde salvare l'ospedale, 1
ma egli rispose che la vendita !
doveva oramai considerarsi con- !
elusa, poiché aveva ricevuto un ;
anticipo di mille dollari, sul
prezzo convenuto".
Avete capito, o signori del'
l'inclita?
Ed ora una mia dichiarazio
ne: Forse sono stato rude nel
The Sons of Italy
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mio argomentare; però ho fat
to ciò non perchè spinto da ani
mosità. Mi ha mosso solo il de
siderio di mettere la piaga a
nudo: di stabilire le responsabi
lità; e di dire al dottore Alvino
che gli errori non si correggono
con le insinuazioni e le pose da
vittima.
La Colonia vi dà da vivere e
vi ha aperto vasto campo per e
sercitare con dignità la vostra
professione; i medici sono vo
stri amici : non dimenticate ciò.
Però la Colonia ha subito, per
opera vostra, una durissima u
miliazione. Xn ; quotidiani ame
ricani si è parlato non poco del
la vendita del Pittsburgh Ita
han Hospital ai negri. Gli ame
ricani che lessero tale notizia,
hanno ancora una volta classifi
cato gli italiani per quello che
> non sono, perchè essi non san
no che l'ospedale di Paulson a
venue non era istituzione colo
male. Vi incombe, caro dottore
Alvino, l'obbligo morale di
smentire.... Avrete il coraggio
di farlo??...
Ed ora a noi
La brava persona del giorna
le settario ha degli stelloncini
!>er me. Ecco la mia ri-posta
Voi, caro giornalista, avete dei
ineriti e dei demeriti. Fra i de
meriti avete anche quello di arzi
gogolare tanto da annoiare;
! quindi io per il primo non mi
prendo fastidio di rispondere.
Ora, se l'ho fatto è stato per
mettere i punti sugli i, e per
larvi note delle cose che non sa
pevate. Fi ciò senza rancore.
Al periodico che prende cap
pello c credo che io alluda ad es
so con un mio periodo, ecco
quanto ho da dire. Prima di
stampare, bisognerebbe dare al
redattore della Disunione i ma
j noscritti a correggere. Certo, il
direttore di quel foglio ha po
ta familiarità con la grammati
ca, è volgaruccio e sa fare mol
to male il funambolo, l'acrobata. "
Io non ho mai chiesto al quar
to potere in genere ed alla Di
xunione in ispecie, di essere ai
miei ordini: so tenere la penna,
e "La Libera Parola" mi ono
ra, col noverarmi fra i proprii
corrispondenti e redattori.
Non appartengo a nessun pri
mo potere perchè se così fos
se, sarei alla testa di un popolo,
di uno stato: ma gli orbi sono
orbi.... e tante cose non le posso
no vedere.
La Disunione, che da oggi in
poi chiamerò il periodico delle
definizioni (avete letto come de
finisce la colonia ed il proprio
programma di disorientamen
to?) per me non ha colore, nè
sapore.... Quale campagna edu
cativa e morale ha fatto fino ad
oggi?... Ha detto le solite paro
le altisonanti e vuote, che io
sento dire e senza risultato,
perchè mancano di fatti con
creti e praticità, da quindici an
ni ! Crede il direttore del foglio
del quale sarebbe molto meglio
non parlare che una certa te
stata, fatta ad arte per pigliare
i pesciolini all'amo, costituisca
l'orientamento e colore di un
periodico?
Un... T. di Tarascone (come
Partenze da Philadelphia
Vine Street Pier
AMERICA 4 Maggio
DUCA degli ABR. 27 Giugno
AMERICA .3 Agosto
AMERICA 20 Settembre
AMERICA 3 Novembre
AMERICA 21 dicembre ITALIAN WEEKLY JNEWSPAPLR
"B.ilm-1 a, s<-coiM|.cla.s» mailer April HI. 1»1«. at Ihe pout irflln at I'hili.-lflphi.u I'n.. uncW the A.l ~f March 1ST!!".
WITH THE LARGEST CIRCULATION