La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, April 01, 1922, Image 1
LA LIBERA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. Cav A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore 1626 So. Broad Street ANNO V. - Numero 13 "Un'amara sorpresa...." || L'avv. Jerome J. Licari di iNew York, Venerabile Supremo dell'Ordine Indipendente dei Figli 'l'ltalia, ha scritto una lettera al direttore de "Il Nuo vo Vessillo" della metropoli, che quel giornale ha pubblicato nel suo numero del 18 Marzo U. s., nella quale egli, costretto ad ammettere che le 27 logge guadagnate recentemente dagli Indipendenti nel New England non si erano staccate dall'Ordi ne regolare ma ne costituivano ■hno separato, dice che !a noti- Heia, con la prefazione equivoca, Melala dai giornali, gli cagionò gli;)' "amara sorpresa". Nono | Stante, secondo noi, la equivoca zione abbia notevolmente raffor zata la sua candidatura per la stessa carica, con profusione di ordini del giorno richiesti o con sigliati, imposti o magari spon tanei, siccome e' l'avv. Licari a dirlo, noi vogliamo ammettere por un momento che le prefazio ni equivoche o i commenti di pennaiuoli venduti, gli abbiano veramente "cagionata un'amara «sorpresa" che il dignitario degli Indipendenti avrebbe potuto ri sparmiarsi se fosse stato più' chiaro e sincero nel partecipa re alla stampa. Ma in tempo di preparazione di elezioni qualun que equivocazione e' utile a pro muovere e raccomandare la pro pria candidatura. Ne' vale il dire che il suo "co municato parlava chiaro". Per chè, se i giornalisti che abbiamo ragione di ritenere, almeno nel la minoranza, uomini dotati di una certa cultura e di buon sen so, hanno abboccato all'amo, al cuni, quelli in mala fede, sfre nandosi contro l'Ordine dei Fi gli d'ltalia, gli altri, i non ma levoli, sorprendendosi di una ta le defezione, che cosa non avranno capito i poveri lettori che non vanno tanto per il sot tile nell'interpretazione di quan . to viene loro ammannito? [ Prima pero' di addentrarci ; nella disamina delle buone inten - zioni dell'avv. Licari, crediamo di adempiere un dovere, spe cialmente verso quel pubblico che si rallegrava del supposto disgregamento dell'Ordine rego lare, riproducendo, da "Il Nuovo Vessillo", la sua lettera indiriz zata al suo direttore che è la se guente: l New York, 8 Marzo, 1922. Sig. Vincenzo Capparelli, 288 Mulberry St., ; Manhattan, N. Y. C. Mio caro Capparelli, L" scorsa settimana Ella ha gentilmente pubblicato nel suo diff ì'sissiitfb "Nuovo Vessillo" la notizia che l'Ordine Indipenden te Finti d'ltalia aveva guadagna to ventisette logge nel Massa chusetts. Accetti i miei più' sentiti ringraziamenti per la sua squisita cortesia. S' non che, non le nascondo che la prefazione (fifa* notizia, benché' più' o meno lusinghiera sul mio conto, mi cagiono' una amara sorpresa. Il prefatore supjmn èva che le logge in parola si finsero staccate dall'Ordine Figli d'ltalia in America per entrare in quest'Ordine. Ciò non e' eii'itto. Quelle logge costitui rono un Ordine separato, cioè V "Ordine Figli d'ltalia nel New England"; e non costituivano parte dell' "Ordine Figli d'lta lia" nelle località' del New En gland. cioè' nel Massachvssets e Stai limitrofi, come mal si in terpreto'. Del resto il comunica to parlava chiaro! tMa istituzione Italo-Ami ri catta guidata intelligenten ente, nonjia bisogno, mio caro Capar relli, di simili strategie più' o meno lodevoli. Io non sono re- Impnsabile del passato perche' non c'ero; ma ora che ci sono e finche ci sarò', stia ben sicuro che ciò' non occorrerà', eccetto in casi di gravissime provocazio ni. C'è tanto, ma tanto campo vergine da sfruttare! Sa quanti siamo in America gl'ltaliani or ganizzati (senza contare le unio ni di lavoro) in Ordini, Società, MÈphe, etc.? Non più' di trecen- cioè' "tre quarantesimi" totale di circa quattro milio wt. Come vede, non c'è' bisogno ■Urubare; anzi c'è ancora molto >! la rovo per me, per lei e per tut ti coloro che abbiamo il dovere di aiutare, d'assistere e di mi gliorare i nostri fratelli italiani pia' deboli. Le cifre dimostrano altresì' la stolta insipienza di qualunque istituzione Italo-Ame ricana che volesse pretenderla a rappresentante di "tutti" gli I taliani degli Stati Uniti Sarebbe come se una mieroscopolica lagu na dicesse a un'altra laguna mi nore: "Togliti, io sono il mare". Abbiamo molto lavoro innanzi a noi, mio caro Capparelli e per assolvere il nostro mandato utilmente dobbiamo amar tutti i nostri fratelli italiani, dovunqu. li troviamo, o appartengano a un Ordine o ad un altro, o non ap partengano a nessun ordine. La nostra meta, la meta di tutti de v'essere la forza < il prestigio della nostra stirpe in America. E se lavoriamo con fede e con tolleranza, ognuno entro la no stra orbita pel bene di tutti, U assicuro che presto vedremo fra noi l'unione "spirituale" che so la può' fare battere sincrona mente i quattro milioni di cuori italiani negli Stati Uniti. Ed o gni altra unione non monta, glie -10 assicuro di bel nuovo. Salutandola distintamente mi dico: JEROME J. LICARI Supr. Venerabile O. I. F. d'l. "C'è tanto, ma tanto campo vergine da sfruttare !", dice l'av vocato Licari. Propriamente co si'. Non ci sarebbe perciò' biso gno, quando si e' capaci d'infil trarsi fra l'elemento vergine, di raccogliere i rigettati e pli e spulsi, per fatti immorali, da al tre organizzazioni, per ingrandi re le proprie file. O di accettare coloro che non hanno voluto a dempiere i proprii doveri altro ve, o di promettere gli stessi be nefizi che pagano altri, o di mi nacciare quelli che non hanno peli sulla lingua con la rappre saglia di un vecchio assistentato, che nelle cose dei due Ordini c'entra come il cavolo a meren da. Più fatti ci vogliono, mene chiacchiere; più arrosto, meno fumo; più generosità, meno mi nacce; più galantomismo, meno rappresaglie. "....e per assolvere il nostro mandato utilmente dobbiamo a mar tutti i nostri fratelli italia ni, dovunque li troviamo, o ap partengano ad un Ordine o ad un altro, o non appartengano a nessun Ordine", continua l'avv. Licari. Ben detto, noi aggiun giamo. Perchè questo si avveri i fatti debbono rispondere alle parole. Quando, invece, come a Rea iling, Pa., durante una manife stazione umanitaria nella quale parlò Guido Podrecca, si ascolta no, dal Venerabile Supre mi dell'Ordine Indipendente dei figli d'ltalia, che risponde al no me di Jerome J. Licari, del e insinuazioni contro l'Or fanotrofio dei Figli d'l talia di Pennsylvania, l'unica I stituzione umanitaria italiana lei genere negli Stati Uniti, u jeendo in ridicoli raffronti; luando, per esempio, un grega rio degli Indipendenti, dopo a rerlo provocato con pubblicazio -11 diffamatorie ed avere ani nannito contro di lui anche un lumero unico, fa arrestare il •apo dell'Ordine regolare di Pennsylvania, e l'avvocato Lica i, invece di intervenire, a met :ere pace, soffia sul bracie e acceso; quando, dice vamo, si opra così, significa ihe "non si amano tutti i nostri 'rateili italiani, dovunque li tro ■ iamo, o appartengono ad un Or line o ad un altro, o non ap partengano a nessun Ordine", e e nostre belle, melliflue parole servono per nascondere il pen siero; in altri termini, il più del ie volte si predica bene e si ••azzoli male. * * * In occasione della pubblicazio ne della notizia equivoca, del passaggio cioè delle 27 logge del \ T ew England agli Indipenden ti. alcuni giornalisti prezzolati, ?he disonorano la nobile missio ne, reiteravano il rimprovero al l'Ordine regolare di avere delle AVANTI SEM PRE, CON L_A FIACCOLA I INI PUGNO <=£~T I J - : leggi che impediscono ai suoi as- i sodati di passare fra le file dei; cugini ed a questi di entrare a far parte del primo. Prima, pe rò. non era così. Quando l'Ordi ne dei Figli d'ltalia volle ferma re un altro equivoco, di coloro che volevano ingrandire le pro prie iorze a spese degli altri, fu costretto di correre al riparo. Del vesto si può negare che gl'lndi pendenti sono contro i Regolari? Se non fosse così perche' essi si allontanarono da questi? Perchè non si sono voluti mai riunire? E, ci si dica, si può essere nello stesso tempo con Dio e col dia-i volo? Fra le tante pratiche fatte per la fusione dei due Ordini, o riginate sempre da quello rego lare, ricordiamo a noi stessi le più' recenti, che del resto abbia mo sempre ripetute sulle colonne ( di questo e di altri gior nali da noi precedentemente i i'iretti. Prima della Convenzio- UiiiiinintdKncilnhriiie Calzolai Glie fanno i giornalisti Pigmei della penna, rintanatevi! Girali» llolrttìiìo La cosa e' cominciata a scherzo, ma pare che diventi se ria. Io che mi proponevo rende re ilari i lettori de "La Libera Parola", con un soggetto ameno, gaio, dilettevole, m'accorgo che il soggetto non e', noi, tanto gaio per (pianto io abbia suppo sto. Veramente la facezia non e' del caso. Si tratta >ìi giorna lismo, d'opinione pubblica. Si I tratta d'un Direttore - Proprie tario che paga per avere un gior nale ed in cambio riceve un fo glio di carta straccia. Si tratta del pubblico che mette fuori i suoi bravi soldini e compra zi baldoni di scritti inutili. Vedete che il fatto non e' tanto semplice per (pianto sembrava al princi pio. Risogna che me ne occupi seriamente e lo faccia coll'inten zione di compiere un dovere, per illuminare quelli che non sono ! pratici di giornalismo italo-ame ricano. Per trattare l'argomen to, si presta appieno il giorna le italiano che si pubblica qui, in Filadelfia: L'Opinione. L'Opinione? Ma di chi? Di alcuni calzolai che non han- ' no nessuna opinione. Non scrivo- ; no perche' non sanno scrivere. Gli articoli pubblicati un mese j prima sui giornali d'ltalia di ventano corrispondenze partico- 1 lari pel redattore-capo dell'Opi- 1 nione. La prima pagina e' piena ' •1 i queste corrispondenze. Ed il ( Direttore-Proprietario, pagando, è' burlato. Ed a sua volta, in buona fede, e' obbligato a burla- i re il pubblico che lo paga. Ma I coma si definisce uno sconcio si mile? E' presto detto: Lettori, io credo che se ab- ' biate bisogno d'una porta voi vi ' affrettate a chiamare un fale- t gname. Se avete bisogno di r rifare un muro voi v'assicurate s la cooperazione d'un muratore. 1 Se in casa vostra si guasta la conduttura elettrica voi telefo- '<■ nate perche' venga all'è- * lettrieista; ma. Santo Dio, pel f giornale L'Opinione non c'è hi- s sogno d'essere giornalisti per 5 appartenere a quella Redazione. £ Là non c'è bisogno di dimostra- : re un passato giornalistico. Non < ! c'è bisogno di sapere scrivere. La pratica giornalistica e' una ( dote inservibile. La Tecnica e la ! grammatica non sono necessarie. ( Qualunque calzolaio può* dive- 1 nire redattore dell'Opinione. E ' l'inettitudine assoluta trionfa » per l'incompetenza di chi dovreb- i be controllare e giudicare. Ed il < pubblico resta nauseato. E non * rispetta più' i veri giornalisti, s Fa di tutta erba un fascio. Quan- I do gli capita sott'occhi un gior- < 1 naie italiano, lo getta vi ada si i PHILADELPHIA, PA., SABATO, 1 APRILE, 1922 1 !>e Simrema tenutasi nel gen naio del 1915 in Philadelphia, il Concilio Esecutivo Supremo di ramo' una circolare invitante gli Indipendenti ad entrare nel l'Ordine dei Figli d'ltalia, non per esser\ i assorbito, ma come forza uguale. In Philadelphia di verse volte vi è stato il movi mento per l'Unione dei due Or dini, l'ultima iniziativa presa dal Signor Giuseppe Bruno, allora direttore del "Mastro Paolo". I dignitani dell'Ordine regolare in Pennsylvania aveva no fatto sapere che prima di ef fettuarsi l'unione essi avrebbero rassegnato le dimissioni. Gli In dipendenti non ne vollero sape re. anzi tentarono di mettere sotto accusa il signor Bruno che allora era loro socio. Figurarsi ! Il gigante che chia mava il nano ad unirsi ad enso come forza uguale e quest'ulti mo che si rifiutava ! Chi vuol tenere dunque divise le colonie? Chi «i so paro' dall'Or dine regolare? Chi non ha volu to mai unirsi? Chi giuoca sul l'equivoco per ingrandire le pro prie file? Ecco perche' l'Ordine dei Figli d'ltalia ha sancito che "i deve essere o con Dio o col diavolo. LA LIBERA PAROLA disgustato perche' crede siano tutti I'istesso, tutti stupidi e sconclusionati tome il giornale L'Opinione. Nei Caffé, nei Ri storanti, negli Alberghi, nei Cir coli, nei Ritrovi, si commenta il posto degradante dove, per ope ra dell'Opinone, e' caduta la stampa Italiana in Filadelfia. 11 pubblico compra il giornale, lo paga, perchè vuol legger, vuo le notare svolto un pensiero, commentato un fatto politico; vuol'essere istruito, illuminato; ma invece d'essere illuminato, leggendo l'Opinione, trova la via dell'incretinimento progres sivo. Ma che cosa c'è da legge re in quest'Opinione? si diman dano tutti. Chi e' che scrive? Do verono gli articoli? Quale que stione politica è trattata? Oh, sì, c'è qualcosa, ripete alcuno: c'è l'articolo Pro Ospedale. E via, leggiamolo, ridiamo, sollazzia moci un poco. E' così. I redatto ri dell'Opinione sorprendono la buona fede di chi li paga. Ed il Direttore Proprietario, per con seguenza, è obbligato a burlare i suoi lettori. Un lavoro di for bici non merita la considerazio ne di chi pubblica un giornale. Le forbici sono la penna degli calzolai non dei giornalisti. Il pubblico paga per leggere quel lo che si scrive in Redazione non per leggere quello ch'è stato pub blicato sui giornali d'ltalia un mese prima. I calzolai dell'Opi nione, in mancanza di lesina e trincetto, fanno u.so delle forbici ed io, che non sono un giornali sta, dalle colonne de "La Libera Parola" grido: Abbasso le forbici Ed infatti: Se un paio di for bici bene affilate formano la fe licita' d'un tagliatore, d'un sar to, che mediante <iuelle, riesce a rendere elegante un giovanotto; se un bel paio eh forbici serve ad aiutare una sarta nel confe zionare un abito e rendere ele gantissima una signora; se le forbici sono utili alle madri di famiglia, alle buone massaie che se ne servono pei lavori donne schi; un paio di forbici e' la ver gogna d'un giornalista che si ri spetta. I Ivano le forbici, io gri do, per le buone massaie; ma Abbasso le forbici per il redat tore d'un giornale. Le forbici so no l'arma del giornalista misero, deficiente, che non ha una pen na, che non può fare assagna mento sulle sue idee, sulla sua intelligenza, sul suo discerni mento. Le forbici sono la risorsa dei giornalisti a corto d'argo menti. Non potendo esprimere, su d'una questione, il pensiero proprio ricorrono alle forbici per esprimere il pensiero altrui. Con un colpo di forbici lunghe un metro si da' alla macchina com positrice; lavoro per due ore, poi un secondo colpo, poi un terzo ed il giornale è fatto ed il Proprie tario e' burlato ed il pubblico pu re. Ma fra questo pubblico, gior nalisti calzolai, c'è qualche let tore competente che scovre le vostre gherminelle, svela che voi non scrivete perche' non sa pete scrivere e dichiara, final mente, che voi frodate perche' percepite un salario pel quale non date nessun lavoro. Che cosa e' un giornale? L'ha definto iìastignac, il pri mo giornalista d'Europa: 11 giornale e' lo specchio su cui si riflettono tutti gli avvenimenti del giorno, avvenimenti politici, artistici, letterari, tutti e tutti debitamente commentati. Il gior nale moderno deve riportare tutto ciò' che si svolge, nelle ventiquattro ore, in arte, in scienza, in lettere, in sport, in politica, in tutto il mondo. Dia mo uno sguardo all'Opinione e vediamo quali sono i fatti che si riflettono su quello specchio. Specchio? Ma quale specchio? 'inolio e' un cristallo opaco, vo lato, smorto, su cui noi; si riflet te niente, manca totalmente il. passaggio alla luce. L'Opinione, che vuol'essere un giornale, è un foglio di carta straccia che dovendo essere uno specchio e' invece un cristallo punteggiato, picchiettato, chiazzato; è roso agli orli e presenta colpi e tra fitture. Secondo la definizione di Rastlgnac, l'Opinione, dunque, è uno specchio rotto, frantuma to. E su questi frantumi, su que sta rovina, su queste macerie in tellettuali ballano una ridda cu riosa, fantastica, alcuni pig mei della penna. Ed il loro Diret tore-Proprietario li vede ballare senza musica e batte loro le ma ni. Riepilogando Con questo breve articolo l'O scuro Cullino s'è prefisso due cose: Richiamare l'attenzione del pubblico su gli spropositi dell'Opinione ed aprire gli occhi al Direttore - Proprietario, oc chi che rimangono abbastanza chiusi. Sono riuscito nel mio inten to? Se sono riuscito, un grido di protesta dovrà' levarsi dal pet to di tutti gli italiani contro li na pubblicazione sciocca, insi gnificante, ed anche perniciosa. Se sono riuscito, il Direttore- Proprietario dell'Opinione dovrà dire: Se m'hanno burlato finora non mi burleranno più. Nell'ipotesi ch'io non sia riu scito non mi resta che gridare con tutta la mia voce; Vira l'ignoranza! Trionfino sempre i giornalisti calzolai! OSCURO COLONO » ♦. .♦ >; >: >: >' >; >: Al pia IR E' rimasto sul marmo e sul tavolo di redazione tanto mate riale che sarebbe stato suffi ciente a riempir i un altro gior nale come questo: articoli, uè 'ippello ai Figli d'ltalia di Penn sylvania, reeocont di avvali meli come lineilo, specialmente, ilei ricevimento dato a bordo del rapoi e "Colombo" della Naviga zione Generale Italia, con l'inter vento di S. E. il Senatore Vitto rio Rolandi-Ricci, Ambasciatore di S. M. il Re d'ltalia., corri spondenze, fcc. Speriamo di po terlo ospitale nel prossimo nu mero. li Hi D C. ■•"•"•-•-Ci »"t- r Partenze da Phìladelphia Vine Street Pier AMERICA 4 Maggio AMERICA 22 Giv.gnc NELL'ORDINE FIGLI D'ITALIA L'attivita' del Grande Venir. A Vandergrift La sera ilei 16 Marzo u. a., i Cav. A. Giuseppe Di Silvestro Grande Venerabile di Pennsyl vania, partiva alla volta di Van dergrift dove, la mattina seguen le, alla stazione ferroviaria ve niva ricevuto dal signor Frani Ceraso, ex consigliere comunale e venerabile della locale loggia Vittorio Emanuele 111. e dai so ci di essa Giuseppe Calderazzo Giuseppe e Fedele Colaprico ' U'.gi e Francesco Pugliese i Giuseppe Intrieri. Più tardi gli fu presentato il signor Vincen zo < uoio, socio della loggia, eH ex presidente della Società' Fra terna. L invito al Grande Venerabile ei'ii stato rivolto perche', prima dell'inaugurazione, egli potesse ammirare il monumentale fab biicato sociale, che e' il più' grande ed il più aristocratico in (ulta la citta. Ma a questo pro posito non possiamo dire di più per non precedere l'inaugura zione di esso, che avra' luogo »'erso la fine di Maggio con una .sorpresa per l'Ordine e per la co lonia italiana di Vandergrift. Dopo di essere stato ospite gra ditissimo della famiglia Ceraso, che offrì un pranzo al Grande Venerabile, (|tiesfo, con la stes sa comitiva di fratelli, su appo sito automobile partì alla volta ili New Kensington arrivandovi verso le ore 3 pome ridiane. Ivi, nella Moose Hall, erano ad attendere il dignitario un comitato di uomini della log gia Nuova Italia e ili donne del la Italia Redenta. Espletati, durante il pomeriggio, affari di secondaria importanza, la sera intervenne e parlo' in una gran de sala dello stesso fabbricato, alle due logge riunite. Lo ac compagnava il Grande Curatore Antonio Certo. A Pittsburg Tutta la giornata di Sabato, 18 Marzo, egli rimase nel Fort l'itt Hotel per conferire con rap presentanti di logge di paesi li mitro'i con i quali aveva preso precedenti impegni. Il Grande Venerabile, durante la sua permanenza nell'Hotel, fu j onorato della visita di un Comi tato composto degli avvocati Ca ntalo e Fortunato, e dei signori Aìdisert. impiegato nell'Ufficio del Coroner, e D'Onofrio. I no stri amici conferirono con il Cav. Di Silvestro circa l'attivila' po litica nello Stato di Pennsylva nia per le prossime elezioni go vernatoriali e senatoriali. Essi discussero sulla probabilità' di formare un fronte unico, di i taliani dell'Est e di quelli dell'O vest dello Stato ed appoggiare quei candidati che daranno ai nostri connazionali più' garan zie e maggiore riconoscimento. Nulla di concreto pero' fu stabi lito volendo attendere che il cielo politico si rassereni. Assistettero itila discussione i due Grandi Uf iiciali locali, Dr. Abbate e Anto nio Certo. A Greansburg ed o Wilmerding Domenica, li), fu una gior nata di arduo lavoro per il Gr. Venerabile. Nelle ore antimeri diane egli iniziò alle due di, Grecnsburg, "Monte Grappa", 1 femminile, ed "America" ma-i schile, oltre un centinaio di prò-: li.ni d ambo i sessi; ela sera, a VV ihnerding, tutti i componenti di una Società' di Mutuo Soc corso nella Loggia "Enrico Du riant". con l'intervento del le socie della Loggia femminile Porta Pia. A questo proposito diamo hi parola alla Consorella Stella d'ltalia, giornale di Green sburg, del 25 Marzo u. s. GREENSBURG Iniziazione in massa Gl'ornata indimenticabile quel lo di Domenica scorsa. La colo nia senti' un fremito di vita no vella, e ritempro' la sua psiche nell'amore alla patria raccoglien dosi sotto l'egida del glorioso Leone di San Marco. Le Logge locali, "America" e Fa quel che devi, avvenga che può'. Abbonamento Annuo $ 2.00 UNA COPIA 3 SOLDI "Monie Grappa" raccolsero o'v j brindanti, copioni, frutti delia lo- Iro propaganda, ed un centinaio ' di persone, i/omini e, donne, ac corsero, ricche di nobile entusia " sino, ad ingrossare le file del no stro benemerito e potente Ordi ~ I /ve. v ' Per la circostanza, avemmo il gradito piacere e l'ambito onore 1 ili accogliere il Grandi Venera bile per queste Stato, Cav. A. Giuseppi Di Siivestro, direttore • dilla battagliera "La Libera Pa :, rola". 1 La imponente cerimonia di i ~ niziazione si svolsi a porte aper ti nella vasta sala dell'l. O. O. F. iti HV.s7 Ott rman Street, ed :'ii pubblico enorme, estraneo ai nostri riti, gran' l'aula per ap ' prendere i principili, che inqua drano le finalità' del nostro Or ; | dine. L'iniziazione, funzionante da 1 Araldo il collega Cav. I)i Silve " atro, fu diretta dal nostro C. 1 Pitocchi, ex Granile Venerabile ' | per lo Stato di New York. ' Uno scelta ed ottima orche -1 stra giucche' ci fu negato il permesso di avere la intera ban da musicali che tanto gentil mente si era offerta svolse un j magnifico programma e merito' il nlouso dei presenti. L'egregio Prof. Charles La Cioppa, stimato maestro della banda Kelly and Jones, si rive lo' ottimo direttore di orchestra e fu applauditissimo. A cerimonia finita, il nostro C. Pitocchi inizio' la serie dei discorsi parlando con vero entu siasmo della missione dell'Ordi ne >n '"apporto ai problemi nazio nali e coloniali. Lo seguirono, presentati da lui, i signori Rasile, Grande De putato dilla Loggia "America", D'Alessio, Venerabile della "Muova Camillo Benso di Ca vour" con sede in Mt. Plcasant; Cavaliere, Grande Deputato de ia ' Monte Grappa"; Moscia, Ve nerabile della Loggia "Ameri ■o"; la signora De Bono, Vene rabile della "Monte Grappa", il signor Ferrara, quale presidente delle Società' Unite Colombo | Grande Italia ecc. In ultimo, presentato dal no stro C. Pitocchi, prese la parola 7 Gronde Venerabile Cav. A. \ Giuseppe Di Silvestro, che, con fede di Apostolo, regge, da anni, I le sorti dell'Ordine in questo ; Stato. Il Cav. Di Silvestro fu elo quente, affascinante, e seppe, come sempre, entusiasmare la folla. In questa breve nota di crona ra ìion ci e' possibile poter dare per intero il suo smagliante di scorso. Solo diciamo che il Cava \ li ere Iti Silvestro fu felicissimo, convincente, persuasivo. Il pubblico seppe apprezzarlo ed rmmirarlo e gli tributo', in ultimo, una vera ovazione. Ospiti del Venerabile signor Do'iato Moscia, e, accolti con garbo squisito . signorile dalla sua distinta signora, il Grande Venerabile, il nostro C. Pitocchi id altri fratelli gustarono un ottimo pranzo. Nel pomeriggio ci recammo ad iniziare la vecchia Stciet/i' di M. S. di Wilmerding nelle file del l'Ordine. Ma su questo argomento pre feriamo non trattenerci, lascian do la parola al corrispondente ordinario di Wilmerding. I let tori passino alla quarta pagina. La famiglia della STALLA, e con essa tutti i Figli d'ltalia, rinnova la sua simpatia al Gran de Venerabile Cav. A. Giuseppe Di Silvestro. A WILMERDING Strepitoso successo (L G.) L'Ordine dei Figli I d'ltalia ha scritto un'aurea pa gina nella sua magnifica storia. La colonia, oggi, e' unito sot \to l'egida del "Leone di San Marco", e si avvia a nuovi e piiC splendidi progressi. Il sogno del Dottor Barlotti, del sig. Volpe ecc., e' divenuto un fatto compiuto. Questi visionari dell'ideale, come li chiamiamo un vo' tut- ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER -Entered as wond-clw matter April 19, 1918, at the post uffice at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3. 1879". WITH THE LARGEST CIRCULATION