La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, April 01, 1922, Image 1

Below is the OCR text representation for this newspapers page. It is also available as plain text as well as XML.

    LA LIBERA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
Cav A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore
1626 So. Broad Street
ANNO V. - Numero 13
"Un'amara sorpresa...."
|| L'avv. Jerome J. Licari di
iNew York, Venerabile Supremo
dell'Ordine Indipendente dei
Figli 'l'ltalia, ha scritto una
lettera al direttore de "Il Nuo
vo Vessillo" della metropoli, che
quel giornale ha pubblicato
nel suo numero del 18 Marzo
U. s., nella quale egli, costretto
ad ammettere che le 27 logge
guadagnate recentemente dagli
Indipendenti nel New England
non si erano staccate dall'Ordi
ne regolare ma ne costituivano
■hno separato, dice che !a noti-
Heia, con la prefazione equivoca,
Melala dai giornali, gli cagionò
gli;)' "amara sorpresa". Nono
| Stante, secondo noi, la equivoca
zione abbia notevolmente raffor
zata la sua candidatura per la
stessa carica, con profusione di
ordini del giorno richiesti o con
sigliati, imposti o magari spon
tanei, siccome e' l'avv. Licari a
dirlo, noi vogliamo ammettere
por un momento che le prefazio
ni equivoche o i commenti di
pennaiuoli venduti, gli abbiano
veramente "cagionata un'amara
«sorpresa" che il dignitario degli
Indipendenti avrebbe potuto ri
sparmiarsi se fosse stato più'
chiaro e sincero nel partecipa
re alla stampa. Ma in tempo di
preparazione di elezioni qualun
que equivocazione e' utile a pro
muovere e raccomandare la pro
pria candidatura.
Ne' vale il dire che il suo "co
municato parlava chiaro". Per
chè, se i giornalisti che abbiamo
ragione di ritenere, almeno nel
la minoranza, uomini dotati di
una certa cultura e di buon sen
so, hanno abboccato all'amo, al
cuni, quelli in mala fede, sfre
nandosi contro l'Ordine dei Fi
gli d'ltalia, gli altri, i non ma
levoli, sorprendendosi di una ta
le defezione, che cosa non
avranno capito i poveri lettori
che non vanno tanto per il sot
tile nell'interpretazione di quan
. to viene loro ammannito?
[ Prima pero' di addentrarci
; nella disamina delle buone inten -
zioni dell'avv. Licari, crediamo
di adempiere un dovere, spe
cialmente verso quel pubblico
che si rallegrava del supposto
disgregamento dell'Ordine rego
lare, riproducendo, da "Il Nuovo
Vessillo", la sua lettera indiriz
zata al suo direttore che è la se
guente:
l New York, 8 Marzo, 1922.
Sig. Vincenzo Capparelli,
288 Mulberry St.,
; Manhattan, N. Y. C.
Mio caro Capparelli,
L" scorsa settimana Ella ha
gentilmente pubblicato nel suo
diff ì'sissiitfb "Nuovo Vessillo" la
notizia che l'Ordine Indipenden
te Finti d'ltalia aveva guadagna
to ventisette logge nel Massa
chusetts. Accetti i miei più'
sentiti ringraziamenti per la sua
squisita cortesia.
S' non che, non le nascondo
che la prefazione (fifa* notizia,
benché' più' o meno lusinghiera
sul mio conto, mi cagiono' una
amara sorpresa. Il prefatore
supjmn èva che le logge in parola
si finsero staccate dall'Ordine
Figli d'ltalia in America per
entrare in quest'Ordine. Ciò non
e' eii'itto. Quelle logge costitui
rono un Ordine separato, cioè
V "Ordine Figli d'ltalia nel New
England"; e non costituivano
parte dell' "Ordine Figli d'lta
lia" nelle località' del New En
gland. cioè' nel Massachvssets e
Stai limitrofi, come mal si in
terpreto'. Del resto il comunica
to parlava chiaro!
tMa istituzione Italo-Ami ri
catta guidata intelligenten ente,
nonjia bisogno, mio caro Capar
relli, di simili strategie più' o
meno lodevoli. Io non sono re-
Impnsabile del passato perche'
non c'ero; ma ora che ci sono e
finche ci sarò', stia ben sicuro
che ciò' non occorrerà', eccetto
in casi di gravissime provocazio
ni. C'è tanto, ma tanto campo
vergine da sfruttare! Sa quanti
siamo in America gl'ltaliani or
ganizzati (senza contare le unio
ni di lavoro) in Ordini, Società,
MÈphe, etc.? Non più' di trecen-
cioè' "tre quarantesimi"
totale di circa quattro milio
wt. Come vede, non c'è' bisogno
■Urubare; anzi c'è ancora molto
>!
la rovo per me, per lei e per tut
ti coloro che abbiamo il dovere
di aiutare, d'assistere e di mi
gliorare i nostri fratelli italiani
pia' deboli. Le cifre dimostrano
altresì' la stolta insipienza di
qualunque istituzione Italo-Ame
ricana che volesse pretenderla a
rappresentante di "tutti" gli I
taliani degli Stati Uniti Sarebbe
come se una mieroscopolica lagu
na dicesse a un'altra laguna mi
nore: "Togliti, io sono il mare".
Abbiamo molto lavoro innanzi
a noi, mio caro Capparelli e
per assolvere il nostro mandato
utilmente dobbiamo amar tutti i
nostri fratelli italiani, dovunqu.
li troviamo, o appartengano a un
Ordine o ad un altro, o non ap
partengano a nessun ordine. La
nostra meta, la meta di tutti de
v'essere la forza < il prestigio
della nostra stirpe in America.
E se lavoriamo con fede e con
tolleranza, ognuno entro la no
stra orbita pel bene di tutti, U
assicuro che presto vedremo fra
noi l'unione "spirituale" che so
la può' fare battere sincrona
mente i quattro milioni di cuori
italiani negli Stati Uniti. Ed o
gni altra unione non monta, glie
-10 assicuro di bel nuovo.
Salutandola distintamente mi
dico:
JEROME J. LICARI
Supr. Venerabile O. I. F. d'l.
"C'è tanto, ma tanto campo
vergine da sfruttare !", dice l'av
vocato Licari. Propriamente co
si'. Non ci sarebbe perciò' biso
gno, quando si e' capaci d'infil
trarsi fra l'elemento vergine, di
raccogliere i rigettati e pli e
spulsi, per fatti immorali, da al
tre organizzazioni, per ingrandi
re le proprie file. O di accettare
coloro che non hanno voluto a
dempiere i proprii doveri altro
ve, o di promettere gli stessi be
nefizi che pagano altri, o di mi
nacciare quelli che non hanno
peli sulla lingua con la rappre
saglia di un vecchio assistentato,
che nelle cose dei due Ordini
c'entra come il cavolo a meren
da. Più fatti ci vogliono, mene
chiacchiere; più arrosto, meno
fumo; più generosità, meno mi
nacce; più galantomismo, meno
rappresaglie.
"....e per assolvere il nostro
mandato utilmente dobbiamo a
mar tutti i nostri fratelli italia
ni, dovunque li troviamo, o ap
partengano ad un Ordine o ad
un altro, o non appartengano a
nessun Ordine", continua l'avv.
Licari. Ben detto, noi aggiun
giamo. Perchè questo si avveri i
fatti debbono rispondere alle
parole.
Quando, invece, come a Rea
iling, Pa., durante una manife
stazione umanitaria nella quale
parlò Guido Podrecca, si ascolta
no, dal Venerabile Supre
mi dell'Ordine Indipendente dei
figli d'ltalia, che risponde al no
me di Jerome J. Licari, del
e insinuazioni contro l'Or
fanotrofio dei Figli d'l
talia di Pennsylvania, l'unica I
stituzione umanitaria italiana
lei genere negli Stati Uniti, u
jeendo in ridicoli raffronti;
luando, per esempio, un grega
rio degli Indipendenti, dopo a
rerlo provocato con pubblicazio
-11 diffamatorie ed avere ani
nannito contro di lui anche un
lumero unico, fa arrestare il
•apo dell'Ordine regolare di
Pennsylvania, e l'avvocato Lica
i, invece di intervenire, a met
:ere pace, soffia sul bracie
e acceso; quando, dice
vamo, si opra così, significa
ihe "non si amano tutti i nostri
'rateili italiani, dovunque li tro
■ iamo, o appartengono ad un Or
line o ad un altro, o non ap
partengano a nessun Ordine", e
e nostre belle, melliflue parole
servono per nascondere il pen
siero; in altri termini, il più del
ie volte si predica bene e si
••azzoli male.
* * *
In occasione della pubblicazio
ne della notizia equivoca, del
passaggio cioè delle 27 logge del
\ T ew England agli Indipenden
ti. alcuni giornalisti prezzolati,
?he disonorano la nobile missio
ne, reiteravano il rimprovero al
l'Ordine regolare di avere delle
AVANTI SEM PRE, CON L_A FIACCOLA I INI PUGNO <=£~T
I J -
: leggi che impediscono ai suoi as- i
sodati di passare fra le file dei;
cugini ed a questi di entrare a
far parte del primo. Prima, pe
rò. non era così. Quando l'Ordi
ne dei Figli d'ltalia volle ferma
re un altro equivoco, di coloro
che volevano ingrandire le pro
prie iorze a spese degli altri, fu
costretto di correre al riparo. Del
vesto si può negare che gl'lndi
pendenti sono contro i Regolari?
Se non fosse così perche' essi si
allontanarono da questi? Perchè
non si sono voluti mai riunire?
E, ci si dica, si può essere nello
stesso tempo con Dio e col dia-i
volo?
Fra le tante pratiche fatte
per la fusione dei due Ordini, o
riginate sempre da quello rego
lare, ricordiamo a noi stessi le
più' recenti, che del resto abbia
mo sempre ripetute sulle colonne (
di questo e di altri gior
nali da noi precedentemente i
i'iretti. Prima della Convenzio-
UiiiiinintdKncilnhriiie
Calzolai Glie fanno i giornalisti
Pigmei della penna, rintanatevi!
Girali» llolrttìiìo
La cosa e' cominciata a
scherzo, ma pare che diventi se
ria. Io che mi proponevo rende
re ilari i lettori de "La Libera
Parola", con un soggetto ameno,
gaio, dilettevole, m'accorgo che
il soggetto non e', noi, tanto
gaio per (pianto io abbia suppo
sto. Veramente la facezia non
e' del caso. Si tratta >ìi giorna
lismo, d'opinione pubblica. Si
I tratta d'un Direttore - Proprie
tario che paga per avere un gior
nale ed in cambio riceve un fo
glio di carta straccia. Si tratta
del pubblico che mette fuori i
suoi bravi soldini e compra zi
baldoni di scritti inutili. Vedete
che il fatto non e' tanto semplice
per (pianto sembrava al princi
pio. Risogna che me ne occupi
seriamente e lo faccia coll'inten
zione di compiere un dovere, per
illuminare quelli che non sono !
pratici di giornalismo italo-ame
ricano. Per trattare l'argomen
to, si presta appieno il giorna
le italiano che si pubblica qui,
in Filadelfia: L'Opinione.
L'Opinione? Ma di chi? Di
alcuni calzolai che non han- '
no nessuna opinione. Non scrivo- ;
no perche' non sanno scrivere.
Gli articoli pubblicati un mese j
prima sui giornali d'ltalia di
ventano corrispondenze partico- 1
lari pel redattore-capo dell'Opi- 1
nione. La prima pagina e' piena '
•1 i queste corrispondenze. Ed il (
Direttore-Proprietario, pagando,
è' burlato. Ed a sua volta, in
buona fede, e' obbligato a burla- i
re il pubblico che lo paga. Ma I
coma si definisce uno sconcio si
mile? E' presto detto:
Lettori, io credo che se ab- '
biate bisogno d'una porta voi vi '
affrettate a chiamare un fale- t
gname. Se avete bisogno di r
rifare un muro voi v'assicurate s
la cooperazione d'un muratore. 1
Se in casa vostra si guasta la
conduttura elettrica voi telefo- '<■
nate perche' venga all'è- *
lettrieista; ma. Santo Dio, pel f
giornale L'Opinione non c'è hi- s
sogno d'essere giornalisti per 5
appartenere a quella Redazione. £
Là non c'è bisogno di dimostra- :
re un passato giornalistico. Non <
! c'è bisogno di sapere scrivere.
La pratica giornalistica e' una (
dote inservibile. La Tecnica e la !
grammatica non sono necessarie. (
Qualunque calzolaio può* dive- 1
nire redattore dell'Opinione. E '
l'inettitudine assoluta trionfa »
per l'incompetenza di chi dovreb- i
be controllare e giudicare. Ed il <
pubblico resta nauseato. E non *
rispetta più' i veri giornalisti, s
Fa di tutta erba un fascio. Quan- I
do gli capita sott'occhi un gior- <
1 naie italiano, lo getta vi ada si i
PHILADELPHIA, PA., SABATO, 1 APRILE, 1922
1 !>e Simrema tenutasi nel gen
naio del 1915 in Philadelphia, il
Concilio Esecutivo Supremo di
ramo' una circolare invitante
gli Indipendenti ad entrare nel
l'Ordine dei Figli d'ltalia, non
per esser\ i assorbito, ma come
forza uguale. In Philadelphia di
verse volte vi è stato il movi
mento per l'Unione dei due Or
dini, l'ultima iniziativa presa
dal Signor Giuseppe Bruno,
allora direttore del "Mastro
Paolo". I dignitani dell'Ordine
regolare in Pennsylvania aveva
no fatto sapere che prima di ef
fettuarsi l'unione essi avrebbero
rassegnato le dimissioni. Gli In
dipendenti non ne vollero sape
re. anzi tentarono di mettere
sotto accusa il signor Bruno che
allora era loro socio.
Figurarsi ! Il gigante che chia
mava il nano ad unirsi ad enso
come forza uguale e quest'ulti
mo che si rifiutava !
Chi vuol tenere dunque divise
le colonie? Chi «i so paro' dall'Or
dine regolare? Chi non ha volu
to mai unirsi? Chi giuoca sul
l'equivoco per ingrandire le pro
prie file? Ecco perche' l'Ordine
dei Figli d'ltalia ha sancito che
"i deve essere o con Dio o col
diavolo.
LA LIBERA PAROLA
disgustato perche' crede siano
tutti I'istesso, tutti stupidi e
sconclusionati tome il giornale
L'Opinione. Nei Caffé, nei Ri
storanti, negli Alberghi, nei Cir
coli, nei Ritrovi, si commenta il
posto degradante dove, per ope
ra dell'Opinone, e' caduta la
stampa Italiana in Filadelfia.
11 pubblico compra il giornale,
lo paga, perchè vuol legger, vuo
le notare svolto un pensiero,
commentato un fatto politico;
vuol'essere istruito, illuminato;
ma invece d'essere illuminato,
leggendo l'Opinione, trova la
via dell'incretinimento progres
sivo. Ma che cosa c'è da legge
re in quest'Opinione? si diman
dano tutti. Chi e' che scrive? Do
verono gli articoli? Quale que
stione politica è trattata? Oh, sì,
c'è qualcosa, ripete alcuno: c'è
l'articolo Pro Ospedale. E via,
leggiamolo, ridiamo, sollazzia
moci un poco. E' così. I redatto
ri dell'Opinione sorprendono la
buona fede di chi li paga. Ed il
Direttore Proprietario, per con
seguenza, è obbligato a burlare
i suoi lettori. Un lavoro di for
bici non merita la considerazio
ne di chi pubblica un giornale.
Le forbici sono la penna degli
calzolai non dei giornalisti. Il
pubblico paga per leggere quel
lo che si scrive in Redazione non
per leggere quello ch'è stato pub
blicato sui giornali d'ltalia un
mese prima. I calzolai dell'Opi
nione, in mancanza di lesina e
trincetto, fanno u.so delle forbici
ed io, che non sono un giornali
sta, dalle colonne de "La Libera
Parola" grido:
Abbasso le forbici
Ed infatti: Se un paio di for
bici bene affilate formano la fe
licita' d'un tagliatore, d'un sar
to, che mediante <iuelle, riesce a
rendere elegante un giovanotto;
se un bel paio eh forbici serve
ad aiutare una sarta nel confe
zionare un abito e rendere ele
gantissima una signora; se le
forbici sono utili alle madri di
famiglia, alle buone massaie che
se ne servono pei lavori donne
schi; un paio di forbici e' la ver
gogna d'un giornalista che si ri
spetta. I Ivano le forbici, io gri
do, per le buone massaie; ma
Abbasso le forbici per il redat
tore d'un giornale. Le forbici so
no l'arma del giornalista misero,
deficiente, che non ha una pen
na, che non può fare assagna
mento sulle sue idee, sulla sua
intelligenza, sul suo discerni
mento. Le forbici sono la risorsa
dei giornalisti a corto d'argo
menti. Non potendo esprimere,
su d'una questione, il pensiero
proprio ricorrono alle forbici per
esprimere il pensiero altrui. Con
un colpo di forbici lunghe un
metro si da' alla macchina com
positrice; lavoro per due ore, poi
un secondo colpo, poi un terzo ed
il giornale è fatto ed il Proprie
tario e' burlato ed il pubblico pu
re. Ma fra questo pubblico, gior
nalisti calzolai, c'è qualche let
tore competente che scovre le
vostre gherminelle, svela che
voi non scrivete perche' non sa
pete scrivere e dichiara, final
mente, che voi frodate perche'
percepite un salario pel quale
non date nessun lavoro.
Che cosa e' un giornale?
L'ha definto iìastignac, il pri
mo giornalista d'Europa: 11
giornale e' lo specchio su cui si
riflettono tutti gli avvenimenti
del giorno, avvenimenti politici,
artistici, letterari, tutti e tutti
debitamente commentati. Il gior
nale moderno deve riportare
tutto ciò' che si svolge, nelle
ventiquattro ore, in arte, in
scienza, in lettere, in sport, in
politica, in tutto il mondo. Dia
mo uno sguardo all'Opinione e
vediamo quali sono i fatti che si
riflettono su quello specchio.
Specchio? Ma quale specchio?
'inolio e' un cristallo opaco, vo
lato, smorto, su cui noi; si riflet
te niente, manca totalmente il.
passaggio alla luce. L'Opinione,
che vuol'essere un giornale, è
un foglio di carta straccia che
dovendo essere uno specchio e'
invece un cristallo punteggiato,
picchiettato, chiazzato; è roso
agli orli e presenta colpi e tra
fitture. Secondo la definizione
di Rastlgnac, l'Opinione, dunque,
è uno specchio rotto, frantuma
to. E su questi frantumi, su que
sta rovina, su queste macerie in
tellettuali ballano una ridda cu
riosa, fantastica, alcuni pig
mei della penna. Ed il loro Diret
tore-Proprietario li vede ballare
senza musica e batte loro le ma
ni.
Riepilogando
Con questo breve articolo l'O
scuro Cullino s'è prefisso due
cose: Richiamare l'attenzione
del pubblico su gli spropositi
dell'Opinione ed aprire gli occhi
al Direttore - Proprietario, oc
chi che rimangono abbastanza
chiusi.
Sono riuscito nel mio inten
to?
Se sono riuscito, un grido di
protesta dovrà' levarsi dal pet
to di tutti gli italiani contro li
na pubblicazione sciocca, insi
gnificante, ed anche perniciosa.
Se sono riuscito, il Direttore-
Proprietario dell'Opinione dovrà
dire: Se m'hanno burlato finora
non mi burleranno più.
Nell'ipotesi ch'io non sia riu
scito non mi resta che gridare
con tutta la mia voce;
Vira l'ignoranza!
Trionfino sempre i giornalisti
calzolai!
OSCURO COLONO
» ♦. .♦ >; >: >: >' >; >:
Al pia IR
E' rimasto sul marmo e sul
tavolo di redazione tanto mate
riale che sarebbe stato suffi
ciente a riempir i un altro gior
nale come questo: articoli, uè
'ippello ai Figli d'ltalia di Penn
sylvania, reeocont di avvali
meli come lineilo, specialmente,
ilei ricevimento dato a bordo del
rapoi e "Colombo" della Naviga
zione Generale Italia, con l'inter
vento di S. E. il Senatore Vitto
rio Rolandi-Ricci, Ambasciatore
di S. M. il Re d'ltalia., corri
spondenze, fcc. Speriamo di po
terlo ospitale nel prossimo nu
mero.
li Hi
D C.
■•"•"•-•-Ci »"t- r
Partenze da Phìladelphia
Vine Street Pier
AMERICA 4 Maggio
AMERICA 22 Giv.gnc
NELL'ORDINE FIGLI D'ITALIA
L'attivita' del Grande Venir.
A Vandergrift
La sera ilei 16 Marzo u. a., i
Cav. A. Giuseppe Di Silvestro
Grande Venerabile di Pennsyl
vania, partiva alla volta di Van
dergrift dove, la mattina seguen
le, alla stazione ferroviaria ve
niva ricevuto dal signor Frani
Ceraso, ex consigliere comunale
e venerabile della locale loggia
Vittorio Emanuele 111. e dai so
ci di essa Giuseppe Calderazzo
Giuseppe e Fedele Colaprico
' U'.gi e Francesco Pugliese i
Giuseppe Intrieri. Più tardi gli
fu presentato il signor Vincen
zo < uoio, socio della loggia, eH
ex presidente della Società' Fra
terna.
L invito al Grande Venerabile
ei'ii stato rivolto perche', prima
dell'inaugurazione, egli potesse
ammirare il monumentale fab
biicato sociale, che e' il più'
grande ed il più aristocratico in
(ulta la citta. Ma a questo pro
posito non possiamo dire di più
per non precedere l'inaugura
zione di esso, che avra' luogo
»'erso la fine di Maggio con una
.sorpresa per l'Ordine e per la co
lonia italiana di Vandergrift.
Dopo di essere stato ospite gra
ditissimo della famiglia Ceraso,
che offrì un pranzo al Grande
Venerabile, (|tiesfo, con la stes
sa comitiva di fratelli, su appo
sito automobile partì alla volta
ili
New Kensington
arrivandovi verso le ore 3 pome
ridiane. Ivi, nella Moose Hall,
erano ad attendere il dignitario
un comitato di uomini della log
gia Nuova Italia e ili donne del
la Italia Redenta. Espletati,
durante il pomeriggio, affari di
secondaria importanza, la sera
intervenne e parlo' in una gran
de sala dello stesso fabbricato,
alle due logge riunite. Lo ac
compagnava il Grande Curatore
Antonio Certo.
A Pittsburg
Tutta la giornata di Sabato,
18 Marzo, egli rimase nel Fort
l'itt Hotel per conferire con rap
presentanti di logge di paesi li
mitro'i con i quali aveva preso
precedenti impegni.
Il Grande Venerabile, durante
la sua permanenza nell'Hotel, fu j
onorato della visita di un Comi
tato composto degli avvocati Ca
ntalo e Fortunato, e dei signori
Aìdisert. impiegato nell'Ufficio
del Coroner, e D'Onofrio. I no
stri amici conferirono con il Cav.
Di Silvestro circa l'attivila' po
litica nello Stato di Pennsylva
nia per le prossime elezioni go
vernatoriali e senatoriali. Essi
discussero sulla probabilità' di
formare un fronte unico, di i
taliani dell'Est e di quelli dell'O
vest dello Stato ed appoggiare
quei candidati che daranno ai
nostri connazionali più' garan
zie e maggiore riconoscimento.
Nulla di concreto pero' fu stabi
lito volendo attendere che il cielo
politico si rassereni. Assistettero
itila discussione i due Grandi Uf
iiciali locali, Dr. Abbate e Anto
nio Certo.
A Greansburg ed
o Wilmerding
Domenica, li), fu una gior
nata di arduo lavoro per il Gr.
Venerabile. Nelle ore antimeri
diane egli iniziò alle due di,
Grecnsburg, "Monte Grappa", 1
femminile, ed "America" ma-i
schile, oltre un centinaio di prò-:
li.ni d ambo i sessi; ela sera, a
VV ihnerding, tutti i componenti
di una Società' di Mutuo Soc
corso nella Loggia "Enrico Du
riant". con l'intervento del
le socie della Loggia femminile
Porta Pia. A questo proposito
diamo hi parola alla Consorella
Stella d'ltalia, giornale di Green
sburg, del 25 Marzo u. s.
GREENSBURG
Iniziazione in massa
Gl'ornata indimenticabile quel
lo di Domenica scorsa. La colo
nia senti' un fremito di vita no
vella, e ritempro' la sua psiche
nell'amore alla patria raccoglien
dosi sotto l'egida del glorioso
Leone di San Marco.
Le Logge locali, "America" e
Fa quel che devi, avvenga
che può'.
Abbonamento Annuo $ 2.00
UNA COPIA 3 SOLDI
"Monie Grappa" raccolsero o'v
j brindanti, copioni, frutti delia lo-
Iro propaganda, ed un centinaio
' di persone, i/omini e, donne, ac
corsero, ricche di nobile entusia
" sino, ad ingrossare le file del no
stro benemerito e potente Ordi
~ I /ve.
v ' Per la circostanza, avemmo il
gradito piacere e l'ambito onore
1 ili accogliere il Grandi Venera
bile per queste Stato, Cav. A.
Giuseppi Di Siivestro, direttore
• dilla battagliera "La Libera Pa
:, rola".
1 La imponente cerimonia di i
~ niziazione si svolsi a porte aper
ti nella vasta sala dell'l. O. O.
F. iti HV.s7 Ott rman Street, ed
:'ii pubblico enorme, estraneo ai
nostri riti, gran' l'aula per ap
' prendere i principili, che inqua
drano le finalità' del nostro Or
; | dine.
L'iniziazione, funzionante da
1 Araldo il collega Cav. I)i Silve
" atro, fu diretta dal nostro C.
1 Pitocchi, ex Granile Venerabile
' | per lo Stato di New York.
' Uno scelta ed ottima orche
-1 stra giucche' ci fu negato il
permesso di avere la intera ban
da musicali che tanto gentil
mente si era offerta svolse un
j magnifico programma e merito'
il nlouso dei presenti.
L'egregio Prof. Charles La
Cioppa, stimato maestro della
banda Kelly and Jones, si rive
lo' ottimo direttore di orchestra
e fu applauditissimo.
A cerimonia finita, il nostro
C. Pitocchi inizio' la serie dei
discorsi parlando con vero entu
siasmo della missione dell'Ordi
ne >n '"apporto ai problemi nazio
nali e coloniali.
Lo seguirono, presentati da
lui, i signori Rasile, Grande De
putato dilla Loggia "America",
D'Alessio, Venerabile della
"Muova Camillo Benso di Ca
vour" con sede in Mt. Plcasant;
Cavaliere, Grande Deputato de
ia ' Monte Grappa"; Moscia, Ve
nerabile della Loggia "Ameri
■o"; la signora De Bono, Vene
rabile della "Monte Grappa", il
signor Ferrara, quale presidente
delle Società' Unite Colombo
| Grande Italia ecc.
In ultimo, presentato dal no
stro C. Pitocchi, prese la parola
7 Gronde Venerabile Cav. A.
\ Giuseppe Di Silvestro, che, con
fede di Apostolo, regge, da anni,
I le sorti dell'Ordine in questo
; Stato.
Il Cav. Di Silvestro fu elo
quente, affascinante, e seppe,
come sempre, entusiasmare la
folla.
In questa breve nota di crona
ra ìion ci e' possibile poter dare
per intero il suo smagliante di
scorso. Solo diciamo che il Cava
\ li ere Iti Silvestro fu felicissimo,
convincente, persuasivo.
Il pubblico seppe apprezzarlo
ed rmmirarlo e gli tributo', in
ultimo, una vera ovazione.
Ospiti del Venerabile signor
Do'iato Moscia, e, accolti con
garbo squisito . signorile dalla
sua distinta signora, il Grande
Venerabile, il nostro C. Pitocchi
id altri fratelli gustarono un
ottimo pranzo.
Nel pomeriggio ci recammo ad
iniziare la vecchia Stciet/i' di M.
S. di Wilmerding nelle file del
l'Ordine.
Ma su questo argomento pre
feriamo non trattenerci, lascian
do la parola al corrispondente
ordinario di Wilmerding. I let
tori passino alla quarta pagina.
La famiglia della STALLA, e
con essa tutti i Figli d'ltalia,
rinnova la sua simpatia al Gran
de Venerabile Cav. A. Giuseppe
Di Silvestro.
A WILMERDING
Strepitoso successo
(L G.) L'Ordine dei Figli
I d'ltalia ha scritto un'aurea pa
gina nella sua magnifica storia.
La colonia, oggi, e' unito sot
\to l'egida del "Leone di San
Marco", e si avvia a nuovi e piiC
splendidi progressi.
Il sogno del Dottor Barlotti,
del sig. Volpe ecc., e' divenuto un
fatto compiuto.
Questi visionari dell'ideale,
come li chiamiamo un vo' tut- ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
-Entered as wond-clw matter April 19, 1918, at the post uffice at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3. 1879".
WITH THE LARGEST CIRCULATION