LA LIBERA PARALA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. Cav A. Giuseppe Di Silvestro, Direttore 1626 So. Broad Street A.NNO V. - Numero 5 - Echi deirinaugurazione dell'OllanotroHo dellUF.d'Ldi Penna. fissi lisi! E' la prima volta che nelle Colo nie italiane d'America si e' avuto tan to consenso di simpatia e di ammira- | zione, specialmente da parte degli a mericani autorità' e notabilità' per una manifestazione eminentemen- ; te patriottica ed umanitaria, qual'e' stata quella della inaugurazione del l'Orfanotrofio dell'Ordine dei Figli d'ltalia di Pennsylvania a Concordvil f le, Pa., e dello scoprimento del busto ! a Dante, il quale, opera ammiratissi ma del giovane scultore Onorio Ruo | tolo, di New York, sorge dietro il can cello di entrata. Nel numero scorso di questo giorna i le ci provammo, nei limiti del possi [ bile, di riferire sull'avvenimento, o ■ mettendo pero' di pubblicare nella lo [ ro integrità', i diversi discorsi pronun- I ziati, lettere e telegrammi di adesio | ne e di incoraggiamento, nomi dui I partecipanti al banchetto ed altro an [ cora. Ed incorremmo anche in altre [ omissioni ed errori. Non potemmo, I per esempio, e non le possiamo nean- I che oggi, nominare tutti i rappresen | tanti delle logge venuti da fuori, ma ■ sentiamo il dovere di dire che da I Monongahela venne i! signor Vincen | zo Bartolotta, venerabile di quella A I milcare Cipriani, loggia che e' fra i le più' disciplinate ed affezionate al m l'Ordine. K II coro di approvazioni per la bella ■ opera portata a compimento dai "Fi gi gli d'ltalia" di Pennsylvania ha avuto W larga eco nella stampa americana ed | in quella italiana. Con profusione di t particolari hanno riferito sull'avveni §|, mento i giornali americani Inquirer, f Public Leidger, Record <>d Evening !|j Bulletin di Philadelphia ed il Mor tai ning Republican di Chester, Pa. Di ■[ quelli italiani, che fino ad oggi se ne ■ sono occupati ampiamente, vanno ali li noverati il "Progresso Italo-America- V no" di New York, che, oltre al rap ( presentante locale capitano Cgstanti- I no Costantini, mando' un redattore Ì speciale nella persona del collega F. Panciatichi; l'Opinione, di questa cit ta', che ingiustamente ha lamentato il mancato invito; La Voce della Co lonia di Philadelphia, Le Forche Cau dine ed il Corriere di New Haven, Conn., La Difesa di Lawrence, Mass., L'Eco del Rhode Islam! di Providen ce, R. I. e la Liberta' di Chester, I Pa " Non possiamo riprodurre i resoconti ■ fatti da tutti i giornali che se ne sono K occupati: ne pubblichiamo qualcuno ■ di quelli di fuori dello Stato di Penn ■ sylvania. Le Sortile Caudine (,Ve?c Haven, Comi., 28 genn. 1922) "L'ORFANOTROFIO DEI FIGLI d'I TALIA" DELLA PENNSYL VANIA E' UN FATTO COMPIUTO "I Figli d'ltalia della Pennsylvania, possono dirsi superbi della loro ma gnifica ascensione. Quel che sembrava e sembra tuttora per gli eterni pia gnucoloni e detrattori del nostro buon nome una chimera si trasforma in realta' per questi bravi fratelli, nel cui dizionario non trovano scritto ii vocabolo: 'lmpossibile', Quanto, infat ti, abbiamo letto intorno alla indimen ticabile festa che si svolse, alla pre- I senza del Regio Ambasciatore d'ltalia, I Vittorio Rolandi-Ricci, in Concordvil | le, per l'inaugurazione dell'Orfanotro ' fio dell'Òrdine Figli d'ltalia, e' suf- I ficiente per proclamare che la gran- I de famiglia di questo potentissimo ■ Ordine, incede a passi da gigante, po ■ co curandosi dei lilipuziani .dalla ■ mente ottenebrata, che fanno ridere | quando vogliono far piangere e vice versa. L'evento ha in se' un signifi cato chevnon può' sfuggire a coloro che parlano di noi in buona od in ma la fede, inquantoche' l'erezione di un Orfanotrofio per il ricovero dei picco li connazionali, orbati dei loro geni tori, attesta sempre per la comunità', che lo erigge, un'alto grado di evo luzione. Per la qual cosa noi siamo •fl lieti riconoscere nel grande esercito Idei Figli Pennsylvania, ' : 3 che viene diretto, con vera competen- J za tattica e strategica, dal carissime amico, collega e fratello nostro, cav Giuseppe Di Silvestro, l'avanguardia delle nostre masse immigrate. A buor diritto questi nostri fratelli possono a visiera alzata, al cospetto della pa tria lontana e di questa adottiva, prò I clamare la santità' della bandiera da j essi abbracciata. L'Orfanotrofio di | I Concordville, nel quale trovano rico- : ! vero oltre 110 orfanelli, s'inaugura,! ; come ognuno vedo, su basi granitiche 1 e sotto i migliori auspici. ! "11 Regio Ambasciatore d'ltalia, ohe ' si e' reso tanto benemerito delle no j Ktre colonie, non avra' potuto, Dome nica scorsa, non asciugarsi una la grima davanti a cosi' sublime opera idi carità' edi patriottismo! Noi sia mo, per la circostanza, doppiamente felici, e nella qualità' d'italiani e nel l'altra di grcgarii r.on ultimi nella > compagine dell'Ordine Figli d'ltalia. "L'esempio della Pennsylvania serve a noi anche di monito perche' esso ci insegna la via da seguire perche' an che' anche i Figli d'ltalia del Connec ticut, abbiano, in un prossimo futu ro, il loro orfanotrofio, t omo a Con cordville, che ha l'Orfanotrofio, che porta il nome del Divino Alighieri, per simboleggiare, nella forma più' , alta la Grande Italia, cosi' anche il Connecticut dovrà' domani averne un ; consimile. "E' con tali auguri, che noi ben volentieri e col cuore inviamo alla ' tirando Loggia della Pennsylvania e! con essa al suo Grande Venerabile, Ca valier Giuseppe Di Silvestro, un so lennissimo encomio. l.e Forche Caudine" La Difesa ' (Lawrence, Max*., 28 Gennaio, 1922) 1 L'ORDINE DEI FIGLI D'ITALIA I NELLA PENNSYLVANIA "Domenica scorsa, a Filadelfia, fu inaugurato l'orfanotrofio dell'Ordine Figli d'ltalia, insieme ad un busto di ; Dante, opera stupenda di Onorio Ruo j tolo, piazzato nel grande atrio del ma gnifico edificio. ' Fu una celebraziorte trionfale. V'in | tervennero l'Ambasciatore italiano a Washington, il Governatore della Pennsylvania e molte altre autorità' -lello Stato e della citta'. Tutti i gior nali americani di Filadelfia, domenica mattina, avevano stampato colonne in tere, salutando la meravigliosa isti tuzione dell'Ordine dei Figli d'ltalia. "Gli americani, che guardano di mal occhio, sospettosi, tutte le associa zioni degli emigrati, questa volta, da vanti alla realta'd'un edificio e di una istituzione che provvedere' alla vita all'educazione degli orfani,' hanno .sgranato gli occhi e gridato evviva, evviva ! "Benedetti i fratelli che han saputo dare l'opera loro, con entusiasmo; e son riusciti a creare qualche Cosa che fa onore all'Ordine, agli italiani tut ti ed all'ltalia. Perche' ciò' che s'è' fatto a Filadelfia, non s'e' fatto al trove? "Sono gli italiani della Pennsylva nia pilt' ricchi di quelli di New York e del Massarhussets? Sono più' nume rosi? Di altra specie? più' buoni c fattivi? "Niente. Gl'ltaliani, i Figli d'lta lia della Pennsylvania hanno avuto la fortuna d'avere a capo uomini di men te e di cuore, uomini che non han pensato soltanto a sfruttare l'Ordine, uomini che non sono andati in cerca di vento e di danaro, ma han voluto es ser capi per creare qualche cosa che sia gloria della istituzione insieme e gloria loro. "Sia lode al Di Silvestro, direttore della Libera Parola, a suo fratello, ed a tutti coloro che furono e sono stret ti d'attorno a questi uomini fattivi. "L'Ordine Figli d'ltalia ha bisogno di uomini che sappiano saciifica re, d'Ttnmini che abbiano la forza di effettuarle. La gran massa dei fra telli e' disposta a tulio, pronta a tut to, ma se mancano le idee solide e gli uomini pratici, tutti restano delusi, scoraggiati, indolenti. "Perche* l'Ordine dei Figli d'ltalia del Massachusetts non ha ancora neppure l'idea di creare una istituzio ne qualunque? "Perche' i capi non valgono, eonsu mano il tempo a correr di qua e di la', come staffette, a correggere errori fatti ed approvati prima, a far nuovi errori, corrompendo animi e leggi, Ordini del giorno, banchetti e taffe rugli, ecco l'opera degli ufficiali gran di e piccini dell'Ordine Figli d'ltalia nel Massachusetts. Vi spira dentro un vento infido: quello della discordia. Vi spira dentro un'aura malefica di sovversivismo. V'e' chi vuole e disvuo le, e consuma tempo e denaro guar dando al sole dell'avvenire. "Io non sono contro le idee e le fedi più' avanzate, se queste son mosse da cuori sani, da menti adatte a farle fecondare e realizzare. Son contro i sospiri, le invettive, e le maledizioni AVArsJTI SE IVI PRE, COfSJ L_A FIACCOLA I INI PUGNO 'CI PHILADELPHIA, PA., SABATO, 5 FEBBRAIO. 1922 ìm issi il 1 p léél I. I M< fc «g ,- $ | Mi| i 111 I ì liiiijii iu ut im i U I mUMtiiìiMH^tL't'Ul'Uvt milu ma .j/t m iw| H, ; | oo ' —B^ &k oo MAO «:CCC 9sW* - ; ; CCCC- I.a tarya offrila dalle Inr/f/lr di Pennuyleanin - atupif■ la "Itoli/i ' Wo. 77 dell'O. F. d'l 'Il i'hiladelplua - al ' Ci'rande Venerale dello Stala. Car. A. (1 iurte i>)>e Di Siiuefitro, che c' siala incastrata in uno dei n ari dell'Or fanotrofio ad imperitura memorili di ehi l'olle, ferma: etile eolie la umanitaria luti/azione. Quelita larga e' ope perà dello Scultore Onorio liaotolo, di Neie York. r ——————— _ lei perdigiorno. Credere non basta; bisogna, cll'istebso tempo, volere e fa "Ma i poveri di spirito elle hanno retto e r ":gono le sorti dell'Ordine nel ! nostro Stato, ne' c redono, ne' vogliono j e, in quanto al fare, sono inetti non solo, ma ombrosi, gelosi in modo che | tengono fronte a chi veramente vuol fare qualnhe cosa, "E fino u quando? E' un po' di risveglio, i fratelli tutti devo no pensare, non farsi trasportare dai soliti ciarloni. Dal dire al fare c'e' di mezzo il mare. Le sirene, che cor voci aspre e chiocce e suon di ma no, vi parlano eternamente dell'avve nirc, senza mettere mai avanti un pro petto fattibile, non le dovete ascolta re. Pochi discorsi e molti fatti. "Pensate, che' n'avete tempo, ad uo mini di mente e di cuore, non allo parvenze che paiono persone. "Se i fratelli del Massachusetts ve dessero l'edificio sorto a Filadelfia, sentirebbero nel cuore una puntura a troce d'invidia. Perche' la Pennsylva nia si', e noi no? Perche' a capo del l'Ordine Figli d'ltalia della Pennsyl vania vi sono stati e vi sono uomini sodi, con vedute larghe e tenacia; a spri riprendere, Riusti nel decide re, senza borie inutili, pacificatori con severo giudizio contro amici *e nemi ci. '"Perche' noi abbiamo soltanto fo mentato discordie e pettegolezzi, che annoiano, scoraggiano, deprimono e ci tolgono ogni entusiasmo ed ogni spe ranza di riuscire nella scalizzazione dei nostri ideali. A. C." I "Figli d'ltalia" del Massachussets sono più' giovani di quelli di Penn sylvania, ma siamo sicuri che, col tem po, anch'essi succederanno n. il. r. Ciò' che dicono altri giornali "La Voce della Colonia" nel reso conto pubblicato al posto d'onore ha voluto fare omaggio ai Figli d'ltali? di Pennsylvania e specialmente al Grande Venerabile Cav. A. Giuseppe Di Silvestro quando ha detto: "Ai Fiali d'ltalia tutti, al Cav. Giù seppe Di Silvestr. . i sensi della nostra profonda ammirazione e riconoscenza, per la magnificente opera compiuta I con sacrifizio di tempo, di moneta <■ ! più' ancora, attraverso una enormità' 'di maldicenze. Avanti o Legioni dei ■ Figli d'lti'.lia, n voi l'orgoglio di più' «randi prodigi". , Altrove, parlando del Grande Vene | rabile, chf fece 11 presentazione del | l'Orfanotrofio a S. E. l'Ambasciatore, La Voce «lilla Colonia soggiunge: "11 Cavalier Di Silvestro era commosso ed aveva gli occhi umidi di pianto, ed e' doveroso dirlo, la sua commozione la commozione di tutti. Istante indi meli'icabile (ii sentire di tenerezze ine splicabili". * # Hi "La Liberta' " (li Chester ricorda che quando il Veni rabile della Loggia "Italia" Antonio l'ilauri presento' la targa di bronzo a nome di tutte le logge della Pennsylvania al tir. Ve nerabile, questi, volto ai fratelli dis- J ce; Quantunque porti il mio ritratto, [ ouesta e' la targa vostra, perche' l'Or ; fanotrofio non sarebbe oggi un fatto compiuto, se non mi aveste voi sorret to moralmente e finanziariamente". * ♦ » La stampa americana, come abbiamo già' detto, e' stati» unanime nel coro di approvazioni, specialmente verso il Grande Venerabile. Il "Philadel phia Record" del 23 gennaio u. s. in un certo punto dice: "The dedication was made the ocoasion of honoring two men, one death and one living. Dante, in vvhose spirit of moral uprit ness the orphanage was built, and .1. Giuseppe Di Silvestro, grand master of the Sons of Italy in Pennsylvania, whose entusiiism and hard work were responsible for its achievement". Partenze da Philadelphia Vine Street Pier AMERICA 18 Marzo TAORMINA \ 22 Aprile AMERICA 4 Maggio AMERICA 22 Giugno il discorso mi M. De » I.a mancanza di spazio ci impediva nel numero scorso, di riportare per in tero i discorsi dei diversi oratori; ne' per la stessa ragione, possiamo pub Mirarli ocjri, Diamo pero' ospitalità solamente a quello del Prof. De Vitis ? chiediamo scusa at>li interessati si non facciamo altrettanto per essi. Nel suo discorso il Prof. De Vitir, abruzzese di nascita e socio della log {Ha "Enrico Dunant" (|i Wilmi rding Pa.. commemoro' l'Altissimo Poeta. 1! Prof. \. RI. De Vitis, che e' onore dell'italianità' in America, e' membri onorario della Reale Accademia Ispa no-Americana e Professore della Fa 'colta' della Fifth ave High School, Pittsburgh, Pa. ! Ecco il suo discorso: Fa quel che devi, avvenga che può'. Abbonamento Annuo $ 2.(M1 UNA COPIA 3 SOLDI li 11. Me Api ——- | Phila., Pa 3l Genti. 1922H i Cuv Di Silvestro, Compio il grudito iti' r i co G/-|| ridatomi do S. E. il Regio ylm-H ha sentore, Senatore l r . Rolandm Ricci, di i in graziare lu S. V. per II il modo col quale fu organizzai (o il ricevimento fatto in di Sua Eccellenza in octasiotu l dello recenti finita a Philadcl-1 pitia per Vinaugurazione del i VOrfcii 'drof io dell'Ordine Figli I d'ltalia. Anco/a itm* volta IJC >'innovo\ j Vespi essionc del mio viro coni-1 piacimento per l'opera a ria r patriottica compiuta! dal-fl VOrdine cor V istituzione rfc/-| VOrfanotrofio Italiano in Con cord lille, e Le porgo, Signor ! Cai oliere, gli atti della m ia'di-\ sfintissina considera fitwte. Il Regio Cai sole LUIGI SILUTTI Cu e. C use ppi Pi Silvestro Gr. \'cn. dell'O. /•'. d'l. per lo Stato di Pennsylvania I 1626 Se. firttud Street } VbUadclphia, Pa. ' 11 ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER WITH THE LARGEST CIRCULATION Entered as second-class matter April 19, 1918, at the post office at Philadelphia. Pa., under the A l of March 3. 1879". "Anniversaries are useful in that they concentrate attention on those worth while. They serve to recall to u.«, in the midst of our busy every day life, great men and great events. "Of the great Italian Dante, whose death six hundred years ago the world renKml»'rs with honor, Ruskin that he was the outstanding figure among all men that have lived on earth. Whatever we may think per sonally, it is the concensus of opinion amonjr the great critics of literature that Dante is certainly one of the three greatest writers the world has ever known, the others being Homer and Shakespeare. "Dante's genius was shown in his extraordinary imagination. For six hundred years he has made all the horrors of hell seem intensely real to the ignorant, and that, probably, has been a useful preventer of crime. In his "Paradise", the most magnificent of all the "Divine Cotnedy", he has shown the beauty of heaven, of divi ne justice, as no other writer evei has done, and that, surely, has beer of great service to the human race. We would express our opinion some what differently from Ruskin am say not that Dante is the first among men, but that he is among the world's [ jjrrentost teachers, one of" the truly I great. "Dante Alighieri, the father of th< \ Italian language, was born at Floron ■ <•«■ in 12(55, a ehitil of burgher parents, ! well-to-do but not of noble origin. The ( ; first thing; we know of him is his moe- I i ting with Heutrice, in his ninth year. ; She made such an impression upon him that his whole life was molded by that meeting:. They met but seldom; ;;t eighteen they passed on the street ; and exchanged a few words of greet j ing. Hut she married another, and at I the age of twenty-four she died. Her death was a trreat blow to Dante, and then his determination wan for-! med to write of manhood »» never had been done before. This purpose he most wonderfully fulfilled in sue cessfully exalting the glorification of i womanhood in his immortal master ' piece. "Dante gave himself to public life and became a prior in his beloved city of Florence. He early took part in the continual struggle existing bet ween the two opposing factions of the Guelph and the (ihibellines. In his effort to banish from the city the leaders of both parties, he himself was exiled and-'his property confiscated. In 1316 the government of Florence ' issued a decree allowing the exiles to return on payment of a fine, but Dante indignantly refused to acknow ledge thus that he had been in the wrong. He continued visiting various cities, and finally went to Ravenna, where he died September 14, 1821. There he lies buried this day. "The 'Divine Comedy' was written during the poet's nineteen years of exile. Dante really called it "Comme dia" - > oi'icdn - because of its prospe rous ending. The prefix "divine" was | given it later by its admirers, and no i wonder, for this poem is not only a ! compendium of the total knowledge of the Middle Ages written in a style at j once admirable and initable, but it marks the beginning bf the sweet Ita lian language. "This master poem is divided into thre;' parts: Hell, Purgatory, and Pa radise, emblematic of the threefold state of man - sin, grace, and beati tude. Each part is divided into thirty three cantos in allusion to the years of our Saviour's iife, and the triply rhyme suggests the Holy Trinity. "The 'Divine Comedy' is sometimes called the epic of man, for the action of the whole work deals with the state of the soul after death. Allegorically, the subject of this work is man, ir. so far as by merit or demerit in the eroreisi of free will, he is exposed to the rewards or punishment of justice. "Dante is undeniably one of the loftiest souls the world has ever known. His genius and heart were comprehensive. In the domain of latir gunge, of music, of art, of relipnn, of history of phil isephy, and of worldly wisdom, everywhere was his home. His character was firm as steel, pure as gold. He loved his fatherland as only a child con love the mother, but justi ce and truth were dearer to him than the earthly fatherland. The sorrow of exile he bore not only manly, but even with Christ-like patience. In bitter affliction he turned his eyes from the outer to "the inner world, from the earthk and temporal to the true and eternal fatherland, from innumerable fruitless wranglings of his time and country to the great spiritual conflicts of all nations and times, and he brought together all the multiplied thousands of small and great specu lations, struggles, questions, and rid dles of the human breast and of hu man life into a great sublime whole, and what he had seen as unity he re vealed in the hitherto unattained eu phony of the language of temporary und future ages. "Viewed from without, Dante's life would -t em a failure he lost Bea trice, the city he served made him an exile, his hope for a united Italy was Shattered, and yet these disappoint ments made hini what he was, and developed in him his marvelous cha racter. He was human like other men. His portraits show him stern but strong. His courage to stick to his purpose and to dare to write what he believed made him the man he looks, but withal he had a rare tenderness of soul which manifested itself in his pity for his friends, for the birds and little children. "How just and fitting, then, it is, that a marble likeness of the divine poet who loved children so well should adorn the home of the little parentless ones of his own race and blood, those little trailing clouds of glory come from God here, four thousand mill's from his beloved city, in a God chosen land of golden opportunities! "This noble institution, of which my native state of Pennsylvania may well be proud, given the lie to the erroneous statements of those calami ly-howlers and narrow minded bigots who forget thai their parents or their ancestors were at one time immigrants to this wonderland - it tdves the lie IO those bigots, 1 say, who are loud in their wales that this country is on the road to destruction because we arc letting in people of a culture different from ours. My friends, America's lof ty position in the world today is due in no sma l ! measure to the fusion of the best elements of all the nations of Kurope whose hildren settled here. We need and we should welcome with open arms all the good, honest, and industrious people of all the civilized nations. If we live righteous lives ourselves they will not hesitate to follow our lead and help us in our task of making this the best country on earth. "Certainlj these same views must have been held by that noble Italian, I)r. Sellaro, of New York City, who a little more than u decade ago con ceived the idea of starting the Order of the Sons of Italy 111 America. And what is the purpose of disorganiza tion, might be asked? The Sons of Italy purpose to gather into one great family all those people of Italian an cestry scattered throughout America and to promote among them a spirit of moral, civic and intellectual fellow ship, to keep alive in their hearts love for the land of their ancestors but to becomegood, dutiful and law-abiding citizens of this country. This, my friends, is what is sought by this or ganization which counts a membership of more than one hundred and fifty thousand, over twenty thousand of whom are in Pennsylvania. "As a testimonial that their aspira tions are not empty dreams, we have here today this fine institution whose upkeep is maintained by monthly dues contributed by every Son of Ita ly in Pennsylvania. While to perpe tuate the memory of a great poet we have unveiled a bust and named an institution after him, the Orphanage itself is a living monument to the irenius of an adopted Son of Pennsyl vania, to that weather beaten though invincible paladin of the Italian in America, Grandmaster Chev. A. Jo seph Di Silvestro. "The Italian in America has been grossly misjudged in the past. He has been judged by the exception and not the rule. Our defamers hive for irotten that we Americans of Italian ancestry are threefold Americans: the New World was discovered by an Ita lian, it was named after an Italian, and its material development i- due in a very large measure to hundred* of thousands of Italian workingmen, for there is scarcely a square mile of developed land in this country which some Italian or other has not helped develop with the brawn of his arm and the sweat of his brow. But since the Italian language and Italian culture are so different from the Anglo-Saxon, up to very recently the Italian, with