La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, January 21, 1922, Image 2

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    LA LIBERA PAROLA
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CAV. A. UirsKPrE L)i SILVESTRO
IDITOR-INCHICf
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Bell Phone, Orejron, 28-6 S J.
Anno > - Sabato 21 Genn. 1922, N. •*>
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In ih# li. 3.. per tf-00
per six monthn. ..... 1.3®
* per three month» .... 0.70
motti di spirito
chiacchiere
e freddure
j il letterato.... in erba
I furibondo
noti ne posso più', gridava la ..e
-ra di lunedi' scorso, in una "shop'
delle otto strade, il letterato... in er
ba; non posso più' tollerarlo. Tutto
furibondo ed agitandosi nella perso
na come una mala femmina egli s•
apprettava allu pubblicazione di una
"lupa", non quella di Roma, sebbene
romano e' lui il drammaturgo da
rtravazzo, ma di una "lupa" in veste
umana, che molto gli assomiglia nel
la " divorazione" dei pasti che, "sba
fa" alle s/Mtlle dei gonzi, ieri anar
chici, oggi preti, giornalisti e mangia
preti.
evidentemente il "mantenuto" Falli
va con noi, ma la furibonda eccita
zione, per la quale egli si e' già' in
camminato per Noi ristuu n, non gli
fere ricordare che a "stuzzicare" i!
"cane che dorme" non fummo noi, beli
ti' colui che, senza una ragione al
mondo, salvo le "pedate" ricevute a
Reading, che vuol far risalire a noi,
rerisse la sua morie civile.
anche il prete
un prete elegante, un jm' tarchiato,
imbellettato di carminio e, guarda il
caso, si dondola anche lui. E che co
ita gli abbiamo fatto a cotesto uomo
donna, che incita il "mantenuto" con
tro di noi? Vuole anche egli stuzzi
carci?
infatti, il prete elgante, invece di
rimanersene in eliiesa a predicare il
vam/elo, che raccomanda "la pace fra
gli uomini", era anelt'egli nella "shop"
e mentre cercava di confortare e cal
mare i furori di"pulcinella", racco
mandandogli di non darci importan
za, lo consigliava a trascinarci da
vanti ai tribunal>. Avete capito, co
lendissimi lettori? Contro ili noi si
vorrebbero usare due armi: la diffa
mazione a mezzo della stampa ed il
processo in corte. Dovremmo anche
noi usare questo doppio sistema? Ci
regoleremo.
ma noti basta, perche' l'elegante
prete volle entrare anche in inerito
alla nostra capacita' intellettuale e
giornalistica q'Kii'do disse che noi
riamo capaci negli attacchi, ma non
possiamo scrivere un articolo. Ecco:
noi esercitiamo ino Ito modestamente
ma con coscienza la professione del
giornalista. Non siamo dantisti, e
non andiamo mendicando clic ci si
senta nei sproloqui.
le nostre
congratulazioni
le facciamo all'Ordine Inai/tenden
te dei Figli d'ltalia per il progresso
che esso va facendo. Noi voìi siamo
affatto gelosi degli altri, anche per
che' siamo convinti che più' organiz
zazioni nostrane vi sono, meglio di
sciplineremo i nostri connazionali.
Ci dispiace pero' che i nostri cugi
ni non facciano sempre buoni acqui
sii. Nel caso di Reading, la cui log
gia "Liberta' " si iniziava con mi di
screto numero di 128 soci precisi,
l'Ordine Indipendente, oltre ai giova
ni sopra la sessantina ht' ammesso
nel suo seno, dice l'Opinione prima
ed il Popolo di quella citta' dopi >,
una grande maggioranza di soci del
l'Ordine regolare. Questo e' l'interes
sante per i due giornali, ma
fuori i nomi a sostegno delle affer
mazioni. La verità' vogliamo dirla
noi. I soci dell'Ordine regolare en
trati a far /mrte della "Liberta' " so
no 12, ex soci, in maggioranza, della
S. Stefano di Camastra, e 4 (tre cu
gini) della Massimo D'Azeglio di
Reading. I due giornali dicono che es
si erano stati Venerabili di quelle
logge. Nói aggiungiamo qualche co
sa di più': fra essi vi e' un Supre
mo e Grande Ufficiale, ma fra essi vi
tono anche dei respinti e vi sono al
t/Usi' dei condannati in Italia le cui
fedine penali sono in nostro posses
so. Due sono stati ultimamen
' te rigettati dall'Ordine dei Figli d'lta
lia, i quali hanno trovato il toro segui
, t" e si sono ricoverati negli Indipen
denti. Ci congratuliamo dunque.
un prossimo duello
3 i giornali americani si sono diver
titi vn mondo alle simile del Comm.
Raldi il quale aveva mostrato i pu
gni all'On. Franklin Spencer Ed
mund che, al banchetto del "Milita
ri/ Order of Foreign Wars'', si per
mise di insultare il soldato Napole
tano.
Il divo d'oggi
Beniamino Gigli
Beniamino Gigli ha aperto questo
anno la stagione del Metropolitan di
N'ew York che Caruso aveva costan
temute inaugurato negli ultimi di
ciotto anni.
L'opera di apertura fu la "Tra
viata". Sono note le difficolta' gran
dissime che presenta la parte di "Al
fredo"; si tratta di uno dei ruoli più'
scabrosi e difficili del teatro melo
drammatico. Caruso canto' la parte
una sola volta, in America, e non vol
le più' tenerla: ed era Caruso! Non
v'era che Stagno, che la cantasse
con predilezione; ma il famoso teno
re aveva, oltre l'ugola, molté altre
frecce al suo arco; ed era in lui
quell'ebrezza creativa che gli dava la
Bellincioni, la mirabile "Violetta" che
egli aveva donato al teatro lirico.
Tutti gli altri tenori devono far mi
racoli di "adattamenti" con risul
tati quasi sempre negativi.
BENIAMINO GIGLI
Oggi Beniamino Gigli ricondurt
"Alfredo" al teatro di musica, nelle
sua integrità' lirica, estrosa, scenica
romantica, appassionata. E' I'"amo
roso" nel suo tipico stile di voce «
di scena. Questo suo successo asso
lutamente eccezionale e' stato mess<
in rilievo dalla critica metropolitana
severissima sempre alle prime rap
presentazioni, ed inesorabile nll'a
pertura della stagione.
"I trionfi di Gigli si sono andat
accentuando con la "Lucia", con "Ca
valleria", con la "Boheme", per cui
minare nel "Mefistofele". In questi
opera Beniamino Gigli ha rinnovai
splendidamente le sue glorie scalige
re (e' noto, ch'egli fu prescelto da To
scanini per il "Mefistofele" d'ecce
;;ione con cui l'ltalia commemoro' al
la Scala «li Milano Arrigo Boito, e(
in lui il genio musicale italiano)
Ed ha insieme rinverdito il grand*
successo che segno' l'anno scorso li
sua apparizione nell'America de
Nord, sulle scene del suo massimi
teatro che e' divenuto ormai il primi
teatro del mondo.
Suo recentissimo trionfo al Metro
politali e' stato nella "Tosca" in cu
ha cantato con Maria Jeritza, li
grande cantante boema che ha sba
'■ordito New York per la sua arti
trascinante.
Tra pochi giorni Gigli "creerà' 1
la parte di iMylio nel "Roi d'Ys" d
Lalo, una delle grandi novità' dells
stagione; e cantera', naturalmente
in francese; cantera' poi, alla fine d
gennaio, nel "re\ ival" della "Le re
ley" di Catalani, covrendo il ruok
di "Walther", per passare all"'An
(irea Chenier", quello "Chenier" ch<
0 lancio' alla rinomanza definitive
dinanzi al pubblico americano. Avre
mo quest'anno alcune, rappresenta
zioni dello "Chenier" con Gigli
protagonista superbo con TUta
Iluffo e con la Muzio.
Intanto bisogna notare che in
sieme con la stagione ufficiale del
-1 "Opera", Beniamino Gigli ha
nperto anche la stagione ufficiale dei
concerti, cantando al primo pomerig
gio musicale del "Waldorf Astoria"
dinanzi ad un pubblico scelto ed !"
telligcntissimo un vero "parterre
ile reines", poi che v'erano le signore
più note dell alta società' america
na. Fu un delirio. Perche' Gigli can
a le melodie brevi con dolcezza pa
radisiaca, con fraseggio squisito, con
lolizioso portamento. Ogni suo pozzo
■' un incanto; e si vorrebbe che l'e
stasi ch'egli largisce con la sua voce
fresca, vellutata, penetrante, caraz
zatrice, non terminasse mai...
A Washington, quando pochi gior
ni fa l'Ambasciatore di Sua Maestà'
Britannica offri' un grande ricevi
mento ai Membri della Conferenza,
Beniamino Gigli fu prescelto a can
tare. \ndava a Washington non co
nosciuto se non di nome; ne ritorna
va dopo aver conquistata la capita
le federale, affascinando l'uditorio
più' intelligente ed esigente che il
mondo ufficiale potesse offrirgli:
Gigli vide ai suoi piedi un uditorio
in cui brillavano gli alti e culti intel
letti che l'Europa ha mandato al
Convegno Internazionale por la Limi
tazione degli Armamenti; e le più'
belle signore che rendono irresisti
bile la vita mondana di Washington.
Doveva cantare quattro pezzi: ne
canto' per piegarsi alle richieste
entusiastiche dello straordinario udi
torio ben undici: in italiano, in
inglese, in francese, ed infine in na
poletano, accompagnato al piano per
i tre prima gruppi dal valorosissimo
maestro V'ito Carnevali, e per le me
lodie partenopee nientemeno che da
Ernesto de Curtis, l'autore di tante
fra le più' belle canzoni e melodie con
cui Napoli ha mandato pel mondo,
in questi ultimi tempi, la sua voce di
vina.
Ma chi e' dunque Gigli che e' ve
nuto in America, ed ha trionfato im
mediatamente e completamente, cre
ando al posto delle "Caruso's nights"
le novissime "Gigli's nights"?
Ecco qualche fuggevole cenno bio
grafico dell'impareggiabile tenore:
Nato n Recanati (Marche) nel
1890. Coltivo' il canto dalla fanciul
lezza ed appartenne al coro della
Capotta di Loreto diretto dal maestro
Quirino I.azzarini. La voce sopranilc
di Gigli, in quel tempo, era un por
tento di estensione, di limpidezza e
di gra'ia. A diciassette anni inizio'
gli studi preliminari di canto ed en
tro' nella gloriosa Accademia di San
ta Cecilia, ov'ebbe la guida sapien
te del maestro Enrico Rosati.
Nel 1914 partecipo' al concorso pe!
premio di Canto istituito dal McCor
, mick di Chicago ed organizzato da'
Maestro Campanini. Concorsero cen
todiciassette cantanti, tra cui trenta
sei tenori. Ne furono classificati tre;
e tra questi Beniamino Gigli ottenne
il premio assoluto. In conseguenza
del concorso veniva offerta al Gigli
ia scrittura per l'Opera di Chicago;
n:n il sopraggiunte scoppio della guer
ra impedi' che egli venisse in Ame
rica.
Nell'ottobre del lfil4 Gigli debut
tava al Sociale di Rovigo, nella "Gio
conda". Fu una rivelazione che gl
apri' -übito le porte dei grandi tea
tri. E venne al Costanzi di Roma
dove Gigli fu il primo interprete nel
l'opera di Puccini "La Rondine"; <
venne i' San Carlo di Napoli, e ven
ne la Scala, dove dette, tra le altr<
opere, dodici rappresentazioni d
"Mefistofole" sotto la direzione d
Toseanini; eventi memorabili tutti
Gigli fu il primo che in Italia canto
in "Lodoletta" di Mascagni; e recen
tissimamente ha creato a Buenos Ay
res il "Piccolo Marat" del grandi
maestro italiano; e l'autore gli invia
va una lettera ammirativa, affet
tuosa e riconoscente in estremo.
Tra i teatri dell'estero che Gigi
ha fatti: Montecarlo, Barcellona, Ma
drid, Buenos Aires, Rio de Janeiro
San Paolo, Rosario, Montevideo; ec
ora il Metropolitan di New York
l'Accademia di Brooklyn, e l'Accade
mia di Filadelfia.
Il suo repertorio e' ricchissimo;
oltre alle opere italiane e francesi
comprende "Lohegrin" di cui e' in
terprete sovrammirabile.
Ad un altro giorno le sue idee sul
l'opera e sui garndi interpreti moder
ni.
P. De Biasi
Gigli intasa Granase
Non e' delle qualità' artistiche de!
tenore Gigli che in questa nota in
tendiamo parlare, ma della sua mo
destia e di un ricevimento veramen
te regale offertogli dal capo-comico
signor Gennaro Granese, il 10 cor
rente mese, nella sua abitazione al
No. 1124 Passyunk ave.
Beniamino Gigli, intendiamoci, non
■' Enrico Caruso, ma egli ha tante
? tali qualità' artistiche che affasci
na il pubblico e lo conquide. Ma e'
modestissimo.
Da dopo la morte di Caruso si era
LA LIBERA PAROLA
' accesa una gazzarra nella stampa
• metropolitana ed in quella delle al
tre citta' d'America per dargli un
erede ed il nome di Gigli, come il
più' quotato, primeggiava su tutti
gli astri del mondo artistico. Ma la
troppo modestia del grande tenore
odierno fu tale che egli smenti' nella
forma più' eclatante ciò' che si an
' dava pubblicando intorno al suo
nome ed alla sua acquisita eredita'.
Esempio più' che raro di modestia
per un valentissimo artista.
* * *
Beniamino Gigli ha conquistata
Philadelphia americana e Philadelphia
j italiana. Egli ha qualche cosa di so
! /rumano in se' per cui trascina l'udi
torio agli entusiasmi più' puri.
Fra i tanti ammiratori di questa |
citta* vi e' un pazzo, il capo-comico
Gennaro Granese, che ha sempre il
nome di Gigli sul labbro, e quando hn !
la fortuna di vederlo non fa altro |
che baciarlo sulla testa.
Il 10 corrente mese, come diceva
mo, lo volle ospite in casa sua. Era
; da diverso tempo che si preparava a
| riceverlo. Durante le serate della
: San Carlo Grand Opera Company,
a noi, per tale evento, ci aveva rei- j
terato l'invito una dozzina di volte. |
Ed, occupati altrove, andammo in
fin di tuvola. Non assistemmo alla
consumazione del menu', che ci e' sta
to detto fu semplicemnte prolibato,
ma dalla soddisfazione che si legge
va negli occhi del tenore e degli altri
invitati, supponemmo che il signor
Granese, o meglio la sua signora For
tuna, che diresse la cucina, il pran
-17.0 dovette essere "fin de ciecle".
"E' un gran cuore questo signor
Granese", ci diceva il Cav. Gigli, "un
nomo generoso ed affezionato e la sua
! famiglia non e' da meno di lui a prò- ;
ligare cortesie e gentilezze".
Noi arrivammo al dolce, un dolce
' squisitissimo che invito' a diversi
bis, e tanta la squisitezza che il Dr. ,
Gennaro Granese, che, come noi, e- !
ra arrivato in ritardo, senti' il bi
sogno di far capire a Granese che ne
avrebbe gradito a casa sua, e lo eb- j
be e noi fummo anche invitati a man
giarlo.
Al fianco al Cav. Gigli era l'illu
stre maestro De Curtis, musicista di !
valore, autore di "Torna a Sorrento", 1
"Canta per me", "0' suldato nnamu
rato", "l'ammore che fa fa' "me I
r.e voglio i' all'America" e tante al
tre canzoni che si cantano per tut i
to il mondo. Fra gli altri notammo il j
I segretario del tenore, signor Renato i
ì Rossi, Dr G. Salerno, Grossi, signo-j
! ri Raffaele e Concetta Pescatore, To- i
' massino e Antonietta Civera, Luigi
e Colomba Borrelli, Michele Anasta
sio, Raffaele e Gaetano Borrelli,
Scoppelletti, Alberto Calabro', Pietro
Ippolito, signorina Amalia De Belli?,
Pietro, Teresa, Maria ed Annie Pe
scatore e i componenti lo numerosa
j famiglia dei padroni di casa coniugi ;
bignori Gennaro e Fortuna Granese
e i figli, signorine Concettina, Jean, :
Santuzza, Annie e signor Salvatore,
il rappresentante dell'Opinione Feli- !
ce Reale ed il nostro direttore.
Il tenore Cav. Gigli canto' "Torna
a Surriento", accompagnato dal mne
stro Raffaele Borrelli, e "Tu ca nun
jihiagne", accompagnato dall'autore,
j maestro Ernesto De Curtis.
I I.a signorina Concettina Granese
canto', con molta grazia, una canzo
ne scritta da suo padre signor Geli
naro, dedicata al Cav. Gigli. Ripor
tiamo una delle strofe:
'Chi ha inteso voi, n gran tenore
Non si potrei' mai dimenticare
Quando eavtae voi toccate i! cì'ore
i li questo so' Gigli lo sa fare".
! Verso le ore 4.30 p. m. il tenore
Gigli si accomiato' dalla famigli.i
Granese promettendo di serbare pe
! renne ricordo delle cortesie usategli.
IL UHM
elevato a cugino del Re
Sua Maestà' il Re d'ltalia la setti
mana scorsa firmava il Decreto che
r.omina Gran Cordone dei Sii. Mau
rizio e Lazzaro S. E..il Senatore Vit
torio Rolandi-Ricci, Ambasciatore d'l -
Italia a Washington.
Nessun onore può' ripagare il no
stro Ambasciatore per il bene che la
Sua opera, sentitamente patriottica.
< splicata nella sua permanenza in A
merica, ha apportato all'ltalia. Egli
si e' fatto amare dai Suoi connazio
nali ed ha saputo incutere nell'animo
delle autorità' americane rispetto, con
; siderazione e stima.
Lo avremo in mezzo a noi "per la
terza volta domani, nella inaugura
zione dell'Orfanotrofio dei Figli d'l
talia". Sua Eccellenza assomiglia al
le vecchie opere verdiane: più' si sen-,
tono, più' si vogliono sentire, perche'
fanno vibrare gli animi di nuovi sen
timenti. Cosi' l'Ambasciatore Ricci:
più' lo vediamo e lo ascoltiamo e
più' ci affezioniamo a Lui perche' in
Lui scopriamo nuove virtù', nuova In
ce.
Il Grande Venerabile dell'Ordine
dei Figli d'ltalia per lo Stato di
Pennsylvania, Cav. A. Giuseppe Di
Silvestro; appena avuto sentore della
onorificenza conferita a Sua Eccel
lezza, Gli telegrafava in questi sen
ili
"To His Excellency
Senator Vittorio Rolandi-Ricci
Royal Italian Ambassador
1400 N. H., Washington, D. C.
"Convinti che recente nomina e' a
deguato e giusto compenso Sua oliera
patriottica spesa nell'interesse d'ltalia
; gSjgg Prima Banca Nazionale di Pittsburgh
LA SOLA BANCA DI PITTSBURGH, PA., CHE FA VERAMENTE GLI
1 J GSIIFFIG INTERESSI DEGLI ITALIANI
) | In COMUNICAZIONE DIRETTA con le MIGLIORI BANCHE D'ITALIA
I Vende al miglior prezzo del giorno le Cartelle dell'ultimo
\ | BFf f" " TlSigti Prestito Nazionale in Lire
; IWSTÌ VAGLIA POSTALI PER QUALUNQUE PARTE D'ITALIA, COMPRE
] ' fiacri iwnmi SE LE TERRE OCCUPATE
j J risanno* f mDßte OH traini]
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FIRST NATIONAL BANK
| Angolo stli Avellile & Wtod Street '< PITTSBURGH, Pi
e degrli emigranti, noi, "Figli d'ltalia",
| inneggiamo al Primo Cittadino d'lta
j lia, che e' sempre nei nostri cuori, il
Quale la ritenne meritevole di tanta
i norifieenza e ci congratuliamo sin
i eeramente con Lei.
A. Giuseppe Pi Silvestro
Grande Venerabile" '
! Al quale telegramma l'Ambascia- i
I tore ha risposto:
"Washington, D. C., lfi genn. 1922.
! "Ill.mo Signore
il Sig. Giuseppe Di Silvestro
Grande Venerabile dell'O. F. d'l. |
3 626 So. Broad Street
Philadelphia, Pa.
'Preg.mo Sig. Di Silvestro, Cav. Gius. :
"Ho molto gradito le congratula- I
zioni ch'Ella a nome dell'Ordine Figli i
d'ltalia, ha voluto esprimermi per
l'onorificenza di Grande Ufficiale dei
j Santi Maurilio e Lazzaro di cui Sua
Maestà' si e' benignato d'insignirmi.
"Ringrazio sentitamente i membri
<li codesto Ordine e la S. V. e mi vai- j
go dell'occasione per inviarLe i sensi '
1 della mia distinta considerazione.
Il Regio Ambasciatore
V. Rolandi-Ricci" J
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C. A. Baldi) fli/iped his fingeri
across th« cloth, registering anger
He breathed deeply through rvidenet
nostrils.
"His exordium was in Italian
Competent witness say lit began wit I
some choice Italian expletives. (tli<
serpente). Then he started in En
glish.
I "A-h-h," said the Chevalier. "So
I Neapolitan are cowards. / was born
at Salerno near Naples! I know the
Neapolitan. I am sup fixed! I am in
dignant! J am in a fur-r-y!"
"But, my dear sir "began the
dismayed Mr. Edmunds.
"The Chevalier tap)>ed himself
upon the chest.
"I will prove the courage of the
Neapolitan", he announced. "I will
show that the Neapolitan does not
turn his hack to the foe. Cavallerin
liusticana! Grandissimo Pugliaccio! I
Chevalier C. C. A. Baldi himself —"
All this time Mr. Edmunds had
been waving both hands energetical
ly as he sought to stem the torrent.
j When the Chevalier ran out c.f the
i breath, muttering that he was pre
pared to resort 'o the code duello
vhenever it became ecessary Mr.
Edmonds got in a few remarks.
"I ivas talking about the OLD
TIME Neapolitan.'", he protested. "I
do not mean Modern Neapolitan. The
modem Neapolitan is a brave man.
He is a creature of high courage.
I admire him. I welcome him—"
Che figura, Mr. Edmonds.'
The Chevalier refused to be com
forted.
"When you say the Neapolitav
runs away you state an untruth", he
boomed "I, Chevalier C. C. .4. Baldi,
1 himself will show you—"
Then Mr. Edmonds capitulated.
He agreed that Neapolitans as a
genius race, species, are living he
roes. all of tkcm.
The Chevalier retired from the
banquet without liis beloved duello,
but feeling he had won a moral vic
tory."
/' duello, ditnque, conchiude VEve
ning Bulletin, e' statu evitato peruhe'
il Comm. Baldi, soadisfatto di aver j
I mabnenato Von. Edmonds, penso' che
J e.' meglio vivere uncora e continuare
a far "pc::e".