LA ÜBERA PAROLA
(Th e FTmm Wordl
PUBLISHED EVERY SATURDAY
CAV. A. GII SKPPE DI SILVESTRO
BDITORIN-CHICF
1626 K 'o. lìroad St., Phila.» Pa*
Bell Phone, Oregon, 28-6 S J.
Anno 5 - Sabato 14 Genn. 1922, N. '1
SUBSCRIPTIOS
In thil 0. 3.. per f- 01
•• •* " " per si* nionths l-'-
per three nionths .... 0.7 i
motti di spirito
chiacchiere
e freddure
eccetera, eccetera
il mantenuto e' anche schermidori
dalla "rimerà alzata" per mostrare le
fronte alle beffe del pubblico. Non a
vendo assolutamente . oglia di lavorar
ed essendo uno sfegatato suffragista
ha pensato che la donna poterà benis
simo sostituirlo e si fece sostituire
mentre egli, sempre girovago, se w
andava e se ne va a destra e a manca
per le redazioni di giornali, dappoiché
i suoi e.r compagni più' volte lo j.re
rero a., pedate, in cerca di una mi
veltro di lenticchie. Non e' forse veri
questo che dico? Ebbene, prendete il
formazioni a Noriis Strei, dove abiti
•<M« povera sfruttata.
il drammaturgo in erba, fischiato ec
umiliato, e' anche un letterato e cono
ree molto bene la grammatica. Quandi
ha satollato il ventre, immune da do
lori gastrici, va annoiando il pubbli
co, che lo detesta, coti la lettura de
tuoi... parti lettcrarii, drammatici
anarchico-religiosi Non dico io il re
ro? La DISCORSA pia' volte interrot
ta c poscia fatta smettere, perche' a
xeva rotti. gl'indugi degli ascoltato
ri, alla prima venuta dell'Ambasciato
re, ci da' ragione. Il tapineUo dovetti
rinfoderare le cento ottantatre cartelli
di spropositi.
il megalomane e' anche coraggiosi
ed invita a singoiar tenzone, quasi rlie
per fargli la reclame, non bastasse ri
t dipinti ad olio, sotto ai quali vorrebbt
che noi mettessimo il suo nome. E per
che' guastare le onere d'arte? Si dite i
peccato non il peccatore, gli sussurre
rebbe all'orecchio il Rev. Panbianco
Del resto il suo coraggio lo mostro' nei
fondo dei pantaloni quando Rivano
the lo aveva tenuto a casa come un
pezzente, insultato dal benficato a
Wharton Street, i oleva regalargli un
vian rovescio. Ma il buffone fece di
versi itifliini e schivo' le busse. St
ciò' non bastasse domandate a Zaf
firo di Reading perche' spari' da quel
la citta', dovi, lo sbafatore, era andate
a rifugiarsi, dopo avere insultato, con
una pagina d'improperi, quella labo
riosa colonia. Aveva subodorato pode
rosi pugni e se la diede a gambe.
il nwlo, senza residenza fissa, va in
cerca di STUZZICADENTI che do
vrebbero servirgli per le zanne dopo li
tcorpacciate ventottesche, ina sono fl
uiti I TEMPI IN CUI BERTA FILA
VA; oggi non tutti ono più' disposti
a siitollarc un serpe. E' inutile pervie
aspirare ad appuntamenti fissi o PRE
FISSI perche' gli •■insci/anno tutt.
negativi, come negative sono le qua/i
--ta' intellettuali e .novali del disonesti
politicante di Utica, N. V.
il procaccia postale
ha parlato
"Mot", disse il procaccia postale d'l
talia e lo spione di polizia d'America
"abbiamo appartenuto all'altro Oidi
ne dei Figli d'ltalia, e ce ne SORTI AI
MO per il mal governo dei suoi eap'
perciò' se non farete il vostro doveri
lasceremo anche voialtri". Bene, bravi
grido' il check artisl. Ma Salvator,
dotalo, sorpreso di lauta impudenze
"vigliacco", lo apostrofo', "fuggist
dalVOrdine regolare quando io insi
rie io che la tua accusa andasse avant
per le pedate che mi desti, menti e e
qualche anno di distanza, tu e tuo fra
tello avete, due mese fa, nuovamtnti
avanzate domande di riammissioni
che furon bollate COÌ • un timbro nero
anche perche' i capoccia sono in pos
sesso di una fedina penale che io for
vii loro.
un orfanotrofio a Torinc
non bonifica
i Palermitani
coti' avrebbe detto, secondo ci e' sta
to riferito, un pezzo grosso a Reading
nel comizio Podrecca, che riuscì' ui
mezzo fiasco unche perche' la sommi
di 150 dollari consegnati furono rac
colti per le strade.
noi riteniamo che questa sia una in
tinuazione bella c buona, perche' il pò
polo di... carta del check urtist non dici
nulla in proposito. Del resto, non ini
porta che non benefichi i Palermitani
lo facciano gli altri un Orfanotrofio i
Torino e noi batteremo le inani.
alla parola "Sons" ci
vorrebbero altre due"s'
alla parola "Sons" (of Italy) diceva
no delle mule lingue patentate, in un
farmacia, un paio di settimane fa
ci vorrebbero due altre "S" cosi s
chiarirebbe meglio che un Di Silvestr
e' grande e l'altro supremo veu. dell'O
dine dei Figli d'ltalia. Un forestieri
di Baltimore, staffilato da questi
giornale, che non sapeva spiegarsi i
rebus delle parole, venuto allora de
"una visita gradita" tutto sorridente
interloquì: "ecco, ecco, che cosa mi ha
dato Carminuccio; questi documenti
prevano che gli uomini dei quali voi
parlate furono condannati". Al che
un signora che se ne stava rannic-
chiato in t(« cantuccio tutto furente
balzo' in piedi e redarguì' l'interlocu
tore con queste parole: "si', e' vero
ihe essi furono condannati, ma per
In difesa degli emigranti italiavi; co
La Divina Commedia di Dante
ed i viaggi all'altro mondo
XXXI.
I calunniatori erano sepolti nel fuo
co fino alle labbra, e coloro che, ap
provando la loro propria condotta, ave
vano promosso lo scherno dei loro si
mili, erano affondati nel fuoco fino al
le sopracciglia. San Paolo vide poi un
abisso per coloro che ave-ano perdu
to la speranza nel Signjre ed alcuni 1
ecclesiastici, un sacerdote, un vescovo
ed un diacono puniti nel fuoco per a
ver predicato bene e razzolato mule,
come padre Zappata. Segue una lista
di peccatori pun-iti variamente secon- i
do In diversa natura dei loro peccati:
gli usurai divorati dai vermi, le lin
gue dei bestemmiatori attanagliate,
coloro, che avevano usato la magia, e
rano immersi in una caverna di fuo
co o di sangue fino alle labbra, gli a
dulteri in un lago di fuoco con cate
ne al collo insieme a giovinette che
avevano venduto il proprio onore ; i,
persecutori delle vedove e degli orfa
ni erano divorati dai vermi in un i
luogo di ghiaccio e di neve coi piedi
ignudi e le mani tagliate. Coloro che a
vevano rotto il d'giuno prima dell'o
ra stabilita soffrivano le pene di Tan
talo; i peccatori carnali erano sospe
si per i capelli o per le palpebre de
gli occhi sopra un fiume di fuoco; al
tri erano lacerati in pezzi da bestie fe- ,
roci, ecc.
Alla vista di tali tormenti San Pao
lo fu inorridito, ma dalla sua guida gli
fu detto che avrebbe veduto tormenti
sette volte maggiori di quelli. Egli in
fatti vide altri peccatori puniti in una
maniera assai più' terribile e per la
gran compassione che senti' cerco' sot
trarsi alla terribile vista. Ma i dan
nati gridarono- "O Michele, o Paolo,
movetevi n compassione di noi, pre
gate per noi il Redentore!" E l'Arcan
gelo a toro: "Piangete tutti ed io pian- j
gero' con voi, e con me piangeranno
Paolo e i cori degli angeli; chi sa che
Dio non vi usi misericordia". E i dan
nati gridano: "Miserare di noi, fi
gliuolo di Davide!" ed ecco scendere
dal cielo Cristo incoronato, e rinfac-1
eia ai reprobi la malvagità' loro, e ri
corda il sangue inutilmente vergato !
per essi. Ma Michele e Paolo e mi
gliaia di migliaia di angioli s'ingi
nocchiano dinanzi al figliuolo di Dio ■
e chiedono misericordia, e Gesù' mos
so a pietà', concede alle anime tutte
che sono in Inferno tanta grazia che i
abbiano requie e senza tormento alcu- i
no, dall'ora nona del sabato all'ora pri-1
ma del lunedi'.
Quest'episodio del riposo dei danna
ti, distingue l'apocalisse di Paolo da
tutte le altre scritture escatologiche
cristiane di quel tempo, in quanto rap- '
presenta una scuola teologica differen
te dalle dottrine della Chiesa, la qua
le ha sempre insegnato e ritenuto per
dogma «li fede l'eternità' delle pene in
fernali senza mai riposo.
Arturo Graf nel primo volume dei
suoi Miti, Leggende e Superstizioni del
Medio Evo tratta maestrevolmente di
tale questione, ma noi qui sommiamo
in breve (pianto può' interessare il let
tore.
Dal versetto di San Paolo "Come
tutti muoiono in Adamo, costi' tutti ri
tiriamo in Cristo" (I Cor. XV, 22: cf.
Rom. V. 19» fin dai primi tempi del
cristianesimo si credeva che alla fine
del mondo tutti gli uomini saranno
salvi. Al principio del secolo 111, Cle
mente Alessandrino insegnava che la
pena nell'altra vita nor. e' vendicati
va ma medicinale. Il suo discepolo O
rigenc più' esplicitamente insegno la
salvazione finale di tutte le anime,
compreso Satana, e gli angeli suoi, ed
il ritorno a Dio di quanto viene da Dio
(aporl tastasti ton paniov). Questa
dottrina fu impugnata e quindi fu
condannata dal sinodo di Alessandria
del 339, e poi dal concilio ecumenico
di Costantinopoli dell'anno 545, onde
la dottrina contrarie., che affermava
l'eternità' delle pene infernali, diven
tava un dogma della Chiesa. Ciò' no
nostante San Gregorio Nazianzeno e
San Gregorio Nisseno insegnarono la
temporalità' delle pene infernali e la
restituzione finale di tutte le creatu
re nel bene. Anche al tempo di San
Gerolamo vi erano di quelli che inse
gnavano questa dottrina.
Lo scrittore apocrifo dell'apocalisse
di San Paolo ammetteva che i danna
ti riposassero il giorno della risurre
zione di Cristo, e questa credenza era
condivisa da molti in quel tempo. In
fatti Aurelio Prudenzio (348-408) la
professa in certi versi famosi di un
suo inno: e Sant'Agostino, nel cap.
112 dell'Encheiridion, accennando a
coloro che tenevano quella credenza,
dice: "/> oenas damnatorum, certis tem
porum intervalli* eristimnet, si hoc
eis placet, aliquatenus mitigari". An
che San Giovan Crisostomo professa
va quella credenza, e nella leggenda
di San Macario egizio, narrata da Ru
fino d'Aquileia (345-410) si ricorda
che il Santo anacoreta avendo trovato 1
nel deserto un teschio, s'intrattenne
con esso a parlare delle pene dell'ln
ferno e seppe che la preghiera reca al-1
cun lieve refrigerio ai dannati. (Acta
Savetorum lì. Gennaro). Nella visione
di San Carpo, come vedremo in se
guito, Cristo mostra una grande pie
tà' per le anime che i diavoli cacciano
nell'inferno, e si dice pronto a morire
una seconda volta per gli uomini. Isi
doro di Siviglia a principo del secolo
.ne furono condannati tanti uomini
illustri in Italia per avere difeso il
popolo contro le sanguisughe del ti
po di colui che vi ha informato.
SANCIO PAN ZA
VII, credeva che i suffragi giovassero
alle anime dannate. Anche nella visio
ne di San Baronto, che risale alla fi
■ie di quel secolo, sta detto che i dan
nati sono all'ora sesta di ciascun
giorno confortati con un po' di man
na del Paradiso.
Tralasciando le altre visioni, che
iammettevano un certo riposo dei dan
nati, bisogna notare che mentre l'Apo
■alisse di San Paolo in greco ammet
leva quel riposo solo la domenica di
Kisurrezione, la Visio Paoli, la quale
iin sostanza e' la versione latina di
I -juell'opera, ammette che i dannati ri
posano tutte le domeniche, dall'ora no
na del sabato alla prima del lunedi'.
"I.a teologia del sentimento, dice il
'jraf, non fu pago di arrecare alcun
lenimento alle orrende torture delle
anime dannate, ma si ribello' anche al
dogma della eternità' delle pene e vol
le che in certi casi almeno le porte
dell'lnferno potessero riaprirsi e la
sciar libero il passo a chi le aveva var
cate una volta e che alcun'anima dan
nata potesse, per eccezione, divenire
• cittadina del cielo". E qui riporta va
rie leggende a cominciare da quella
•li Traiano imperatore, per dimostrare
come le pene dell'inferno non sono as
solutamente eterne.
In America la Chiesa Universalista
{-:<'irue questa dottrina e non ammette
l'eternità' delle pene infernali.
Dante s'attenne alla dottrina della
Chiesa, difesa da San Tommaso, da
San Bonaventura, da San Bernardo,
ritenendo che le pene dell'inferno sieno
eterne 3enza aver mai fine, e senza che
i dannati abbiano mai riposo.
Sulla porta dell'lnferno infatti lesse
| l'eternità' delle pene che ivi soffrono
i dannati.
"Dinanzi a me non fur cose create
; Se non eterne, ed io eterno duro;
\ Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate"
Inf. Ili 9.
Nel canto V parlando della bufera
ohe travolge i peccatori carnali, Dan
te dice:
La bufera inftrnal che mai noti resta
e di quei peccatori dice espressamente:
'Nulla speranza li conforta mai
\on che di posa, ma di minor pena".
La piova del terzo cerchio imperver
sa sempre ad un modo:
"Regola c qualità' mai non Ve' nova"
I dannati possono avere accresciuti
ile loro pene Inf. IX 97; anzi dopo il
I giudizio universale le loro pene saran
no maggiori Ing. VI-103-111.
Dr. F. CUBICCIOTTI
in i ni
Trasferimento d'Ufficio
dli Uffici dil Grande Concilio del
l'Ordine dei Figli d'ltalia per lo Sta
lo di Pennsylvania si sono trasferiti
al terzo piano del S. E. Cor. Uh e
! Christian Sts., sopra alla Panca Ca
• labrese, dirimpetto a quelli dove pri
' tua era insediato.
Gl'interessati ne prendano tiota.
FOS'DO US ICO MORTUARIO
, j Decessi dal 1.0 al 31 Dicembre 1921.
Boscia Nunziata di anni 51, residen
; te in Easton, Pa., moglie del fratello
Boscia Giuseppe, della Loggia E. Mil
. lo No. 128, iscritto al F. U. M. il 30
i novembre 1916, morta il 14 dicembre
,1921 per ostruzione intestinale S2OO.
[ Tancredi Raffaele di anni 35, resi
,l dente in Piitston, Pa., della moggia
Garibaldi No. 198, iscritto al F. U.
M. il 12 luglio 1917, morto il 13 di
cembre 1921, dietro operazione chirur
, ?ica S4OO.
Travinone Michelina, di anni 24, re
bidente in Broekwayville, Pa., moglie
! del fratello Travisone Giuseppe, della
Loggia Liberta' No. 20t5, iscritto al F.
U. M. l'l 1 ottobre 1916, morta il 26
dicembre 1921 al parto. S2OO.
Di Sabato Giovanni di anni 46, re
sidente in Vandergrift, Pa., della log
gia V. Emanuele 111, No. 229. iscritto
al F. U. M. il 14 agosto 1918, morto
il 7 dicembre 1921 di chirosi, S4OO.
Melchiorre Luigi di anni 53. residen
te in Philadelphia, Fa., della F. N.
Sauro No. 617, iscritto al F. U. M.
il 30 dicembre 1916, morto il 3 dicem
ore 1921 di polmonite; moglie sorella
dell'Ordine, S6OO
Bottone Sebastiano, di anni 34, re
sidente in Chester, Pa., della Loggia
Sbarco di Marsala No. 637, iscritto al
F. U. M. il 2 Luglio 1920. morto l'l 1
dicembre 1921 di polmonite S4OO.
Ferrara Annie, di anni 34, residen
te in Indiana, Pa., moglie del fratel
lo Ferrara Pietro, iscritto al F. U.
M. il 28 Settembre 1918, morta il 22
1 dicembre 1921 di bronchite, della log
gia Bandiera d'ltalia No. 773, S2OO.
J Tomatsoni Antonio di anni 35, resi
dente in Old Forge, Pa., della Loggia
Gloria No. 815, iscritto al F. U. M.
il 18 marzo 1920, morto il 30 novem
bre 1921 per infortunio sul lavoro,
dollari 400.
Greco Giuseppe, di anni 47, resi
dente in Old Forge, Pa., iscritto al
F. U. M. il 13 maggio 1918, della
Loggia Gloria, No. 815, morto il 9 di
cembre 1921, dietro operazione chirur
gica. S4OO.
IjA LIBERA PAROLA
Falbo Nur.ziato di anni 45, della log-1
già Piave No. 882, residente in Arch
bald, Pa., iscritto al F. U. M. il 3
Aprile 1919, morto il 3 dicembre 1921,
per infortunio sul lavoro. S4OO.
Giorgianni Grazia di anni 25, resi
dente in Johnstown, Pa., moglie del
fratello Giorgianni Giuseppe, della
Loggia Vate Guerriero No. 995, iscrit
to al F. U. M. il 3 giugno 1920, mor
ta il 4 novembre 1921 di tifo. $ 200.
Di Fluri Antonia di anni 27, resi
dente in Lattimer Mines, Pa., moglie
del fratello Di Fluri Giuseppe, della
Loggia Operaia Italiana No. 1043, i
seritto al F. U. M. I*B febbraio 1921
morta il 24 dicembre 1921 dietro ope
razione chirurgica SIOO.
Galbo Marianna di anni 44, residen
te in Charleroi, Pa., della loggia Giu
seppina Verdi No. 1056, iscritta al F.
IJ. M. il 28 ottobre 1920, morta il 21
dicembre 1921 di apolessia: marito
fratello dell'Ordine. S6OO.
Totale benefici $4500. Quota indi
viduale $0.42.
LA POPOLAZIONE STRANIERA
NEGLI STATI UNITI
L'uficio centrale del Censimento ha
reso noto che la popolazione totale
degli Stati Uniti al primo gennaio
1920 era di 13,920.692 con un au
mento di 4<> 1,806 sul numero totale ri
sultante dal censimento del 1910.
Di questo totale 6,493,605 erano na
turalizzati; 1,223.490 avevano soltan-j
ito la prima carta di cittadinanza; e
5,398,605 erano rimasti stranieri:
mentre sullo stato civico di 805,509 !
i persone non fu potuto fare un accer
tamento definitivo.
La più' alta percentuale dei natu
ralmati -risulta--nel North Dakota
i 73.3) mentre la più' bassa percen
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