*~u ut « /w7 ™" ,! ' il TERESA RAQUIN -11 giovane aveva profittato larga-' mente dell'ospitalità'. Prima di tor nare a casa. all'uscire dall'ufficio, egli passeggiava un po eon Camil- j lo lungo il fiume: che' arabidue tro vavano il loro conto in quella inti mità'; si annoiavano meno e giron zavano chiacchierando. Poi si deci devano di andare a mangiare la mi nestra da mamma Raquin. Ixirenzo apriva da padrone la bottega ; aiede* va a cavalcioni sulle sedie fumando, come se foe-e casa propria. L» presenza di Teresa non lo im pacciava per nulla. Egli trattava la giovane donna con scioltezza amiche vole, scherzava con lei , le rivolgeva triviali galanterie, senza che una an ta ruga del suo viso si movesse. Camil lo rideva, e siccome sua moglie non rispondeva all'amico che con monosil- . ' ~ ... _ .. ... _ , , n . . 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W Wp| qualunque altro Fratto h J | Dipartimento dei depositi a riiparmio Dipartimento estero Biglietti marittimi aperti tutti i vener Chiedete Catalogo e Listino Prezzi VINO-DIGESTO di' sera dalle ore 7 alle 9, oltre all'orario regolare. MONTICELLI jj SOUTHWARK NATIONAL BANK • 610 So. Second Street, Philadelphia, Pa. 1 Tank /\. 1 raVOSCÌO | ; li MEMBRI DEL FEDERAL BESERVE SYSTEM RISORSE OLTRE $11,000,000.00 ! labi, era fermo nel credere si ti «testas sero cordialmente. Anzi un giorno fece dei rimproveri a Teresa a prc | posito di ciò' ch'egli chiamava fred dezza per Lorenzo. Lorenzo aveva indovinato: egli era diventato l'amante della moglie, t'a mico del marito, il figlio viziato del la madre. Egli non aveva mai via auto in un simile soddiafacimento dei »uoi appetiti. Egli si addormentava in fondo agli infiniti godimenti ac cordatigli dalla famiglia Raquin. E la »ua posizione in quella famiglia •embravapli naturalisaima; a Camil lo dava del tu senza collera e senza rimorso; non invigilava neppure i pro pri pesti e le proprie parole; tanto egli era certo di mantenersi prudente • calmo; l'egoismo col quale assapora va la sua felicita', lo proteggeva con- tro ogni errore. In bottega, la tua 1 amante diventava una donna ugual* ] ad un'altra, che non bisognava ab- < bracciare, che non esisteva per lui ( D'altra parte »e non la baciava di- • ■anzi a tutti e' perche' temeva di i non poter ritornare. Questa unica coi gfgruen&a lo fermava. Altrimenti a* vrebbe riso di gusto del dolora Al Camillo e di quello di sua madre. Egli non aveva coscienza di ciò* a 1 cui la sua parte di quell'infedeltà* j avrebbe potuto dar occasione : ere deva di operare semplicemente come chiunque si fosse, da uomo povero ed nffsißHto. Donde la sua beata tran quillità, la sua audacia prudente, la sua aria disinteressata e beffarda. Terasa, più' nervosa, più' furente di lui. era costretta a recitare una parte, e essa la recitava alla perfezio ne. merce' la fine ipocrisia acquistata nella sua educazione. Per 15 anni , ella aveva mentito, soffocando le feb bri, mettendo una implacabile volon i ta' nel parere chiusa e addormentata. ■ Poco le costava di porsi sul viso la i maschera da morta, che formava un i viso di ghiaccio. Quando Lorenzo en . trava. la trovava grave, ammusonita, - col viso più' lun;roi le labbra più' sottili. LA LIBERA PAIOLA Era brutU, bisbetici, inawicinabile. E ••egli le pari»va, ella rispondeva con tono asciutto. Del resto essa non esagerava i suo» affetti, rappresenta va il suo antico personaggio, senza svegliare l'attenzione con iscarbo mag | giore. Quando a lei trovava un'acre voluta' nell'ing-annare Camillo e la j signora Raquin; non era, come Lo renzo, affondata nel bosso soddisfa - cimento dei suoi desideri, inconsciente idei dovere, ella sapeva di fare il male ! e la pigliavano voglie feroci di alzarsi da tavola e di baciare Lorenzo sulla bocca, per mostrare al marito ed alla zia che ella non era stupida e che ave va un amante. \ quando a quando l'accoglievano im peti di gioia, e allora, per quanto fosse , buona commediante, non poteva trat tenersi dal cantare, quando 1 amante i era uscito ed essa più' non temeva di i; tradirsi. Cotali allegrie subitaneo . andavano a versi della signora Ra • quin, che accusava la nipote di trop pa gravita'. La giovane donna compe i ro' dei vasi di fiori e ne adorno' la i;finestra della sua camera: poi fece . ! tappezzare quella stanza di carta nuo ,l va, poi volle un tappeto, cortine, mobili . di palissandro. Tanto lusso era per i Lorenzo. La natura e le circostanze pareva , avessero fatta quella donna per quel- ì ) ' l'uomo e li avesse spinti l'uno verso . i l'altra. Tra tutti e due, la donna ner- : vosa e l'uomo ipocrita, l'uomo sanqui- gno, vivendo da bruti, coetituivano una eoppia legata saldamente. Si orni- , pietà vano, si proteggevano scambie -1 volmente. Di sera a tavola, nei palli ai bagliori della lucerna, sentivasi la j i forza dela loro unione, nel vedere il j 1 faccione ridente di Lorenzo di contro j alla maschera muta ed impenetrabile , di Teresa. j Erano dolci e tranquille serate. Nel j silenzio, nell'ombra trasparente e intie-, . pidita, dicevansi parole amichevolLTut , ti si stringevano intorno alla tavola, . dopo la frutta e chiacchieravano de' . mille casi del di', dei ricordi del gior i no innanzi e delle speranze della do > mane. Camillo amava Lorenzo, quanto egli poteva amare, da egoista soddi -! sfatto, e pareva che Lorenzo gli ri cambiasse pari affezione; e infatti c'e i ra tra essi uno scambio di frasi ami t \ che, di gesti scherzevoli, di sguardi -'premurosi. La signora Kaquin, dal i ; placido viso, metteva tuta la sua pace r intorno ai figli, nell'aria tranquilla da [questi respirata. Sembrava, insomma, di vecchi amici che si conoscessero fili ! nell'intimo del cuore e si addormentas sero sulla fede della loro amicizia. ' E Teresa, immobile e tranquilla, co -Ime gli altri, guardava quelle gioie 1 comuni, quelle pieghevolezze sorriden- j I ti. Dentro di lei erano risa selvagge, ; 'tutto l'essere suo beffeggiava, men ! il viso conservava una fredda rigidea- ! za. Ella diceva tra se', con raffinatez : za di voluttà', che alcune ore addietro ; ell'era nella camera attigua, seminu- . ! da, scapigliata, sul petto di Lorenzo; , ! ella si ricordava ogni particolare di ! quel pomeriggio di passione insensata, 1 si spingeva nella sua memoria, ed op ì poneva quella scena ardente alla sce ,|na morta che aveva sott'occhio. Oh: ' come la ingannava quella buona gen ■ te, e come era felice d'ingannarla con una prudenza si' trionfale! Era a due > passi dietro quel sottile tavolato che -lella riceveva un uomo: cola' si avvol ■ tolava nelle acredini dell'adulterio. E ■ il suo amante a quell'ora diventava . p er lei uno sconosciuto, un collega del i marito, una specie d'imbecille e d'in -1 truso, del quale essa non doveva cu ccarsi. Quell'atroce commedia, quegli » inganni della vita, quel confronto tra i baci ardenti del giorno e la indiffe renza vinta della sera, infondevano nuovi ardori nel sangue della giovane donna. Quando la signora Raquin e Camil lo scendevano, per caso, Teresa spicca va un salto, con brutale energia ap- I piccicava silenvàosamehte le proprie labbra sulle labbra dell'amante, ne' | si moveva, anelante, soffocando, fin che' non udiva scricchiolare il legno ! dei gradini della scala. Allora, con moto pronto, ella ripigliava il suo po sto e ritornava la sua smorfia ammun sonita. Lorenzo con voce calma, con tinuava con Camillo le chiacchiere in ! terrottc. Era un lampo di passione, rapido, fulmineo, in un cielo morto. Al giovedi', la sera era un po' più' ■ animata. Lorenzo, che in quel giorno i si annoiava a morte, ascrivevasi tutta -1 via a dovere di non mancare neppure : ad una sola della riunioni : per iscopo ■ di prudenza voleva esesre conosciuto e ' stimato da tutti gli amici di Camillo. ' ; Doveva star ad udire le ciarle di Gw- I vet e del vecchio Michaud; Miehaud - narrava sempre le solite storie di uc - 1 cisioni e di furti; Grivet parlava nel ì ! a (Continua)