LA LIBERA PAROLA (TH « Fra* Word) PUBLISHED EVERY SUNDAV ■ v A. GIUSEPPE DI SILVESTRO ■ DITOR-IN-CMIEF 1626 So. liroad St., Phila.. Pa. Bel! Phone. Dickinson M-M J- Anno 4.-5 Giujrno 1921 - No. 23. SUBSCRIPTION lu the t*. 3.. per year 12.00 M " " " per sta months 1.15 " " ** per three months .... 0.70 lai ForeitfU Couiitrle*. per year 3.00 ** per 8 months . . 1.75 per 3 tnontha . . 1.10 ! CO MMERCI AL AÒVER TI SE Ai E\ TS Display Far insnrtlon # Leti than SO Incheii. per Incb bj co!urna fi.oo Contrai ; for 100 . 0.75 " m . 0.70 " 500 . 0.65 ! , ** •• tono " o.tìo " IMO " " . 0.55 Road 'n ki Mattar 10 tirst page. per agate Une $0.35 In ali other paies, por agnte Uno .... 0.15 AMUSFMENTS Display rhtntren. Concerta, eie., per lnch by column. each Ingertlon fi.oo Readlng t\Sl «attor Tbeatres. Concerta, etc.. In first pace. per acato Une. eaeh Inaertlon . . fi. beatrea. Concerta, etc.. In ali other pa ge*. per acato Une. each lnaertlon 0.15 POLITICA L A OVERTISEMENTS Rate» matte on application ut fike iovertisemmts posimeiy refuseo impressionato il Mondo; e nella me moria dell'uno e dell'altra, Lei pre sente, io invito perciò' i Fratelli di sangue in questo pubblico comizio ad alzarsi in piedi «1 ossequentemente (iridare con me: "Viro l'ltalia. Viva il Ut, T'iwi il /oro Ambasciatore!" 11 discorso del avv. Di Silvestro L'avv. Giovanni Di Silvestro, Assi stente Venerabile Supremo dell'O. F. d'l., improvviso' uno dei suoi di scorsi più' felici, che fu tutto un inno ali'ltalia ed all'opera da essi» ppiepata in guerra, per il consegui mento della vittoria, e, dopo l'armisti zio, per il ristabilimento della pace e, rivolto ai, giovanetti esploratori ita liani, "Boy Scouts" in nome dei quali egli parlava, esalto' le bellezze della patria dei loro padri, parlo' delle grandezze e delle gloriose memorie della vecchia capitale del mondo e chiuse l'alata perorazione con la fa mosa apostrofe oraziana: "O sole che nasci, fa che nel tuo corto, non Marnivi nulla di più' bello ne' più' (frinde ili Roma!. .., Il discorso dell'Avvocato Di Silve stro, elettrizzo' letteralmente l'udito rio che gli prodigo' una di quelle di mostrazioni alle quali Giovanni Di Silvestro e' abituato da lunghi anni. Parlarono in seguito, applauditi, e ti dispiace di non poterne riportare il testo di alcuni, che non abbiamo, il Cavalier Emanuele V. H. Nar di, per la Federazione italiana, il signor Giuseppe Falanga, Gran de Venerabile dell'Ordine Indipen liente dei Fisrli d'ltalia; lo studente Dante Pigossi, per il Cicrolo Univer sitario della Pennsylvania; il Cav. Uff. Francesco A. Travascio per la classe operaia ed il Cav. Giuseppe Di Silvestro per l'Ordine Figli d'l talia di questo Stato. Il discorso dello studente Pigossi "Eccellenza, "Mi e' grato associarmi a tante migliaia di nostri fratelli, ed in nome del Circolo Italiano dell'Universita" di Pennsylvania, do' a Voi il benve nuto di affetto. Dico di affetto per che' tale e' il vincolo che oggi unisce a \ oi i milioni di nostri connazionali di questo paese, i quali vedono in \ oi, piuttosto che il diplomatico, il pa dre, il maestro, il duce. Dal giorno che con la \ ostra presenza avete onorato questa grande terra, i nostri cuori palpitano con maggior brio per la pa tria doi nostri genitori, e mai come in questo momento ci sentiamo orgo gliosi di chiamarci figli d'ltaliani; poiché' Voi siete l'esponente di tutte le virtù' della nostra razza, e rap presentate per noi il simbolo vivente dell'italinnita'. Da molto tempo si at tendeva un Duce, o Eccellenza, e mi e' grato poter asserire che la Vo stra venuta sognala il principio di una nuova era per il popolo italiano di questo paese. Continuate quindi, ad additarci la via, che' siamo pron ti a seguirvi. "Ed ora a voi, miei connazionali, miei fratelli. In questa solenne occa «ione, in presenza del nostro ama to Ambasciatore, vi esorto ad unir vi in sacro ed indistruttibile patto poiché' c'e' iln grave compito da e spletare, od il successo di esso di pende dalla unanimità' della vostra cooperazione. E fato ormai innega bile che gli Italiani qui non godono della giusta considerazione cui da' lo ro diritto il loro grande contributo al lo sviluppo di questa nazione, e mi sembra che àia arrivato il momento opportuno di agire, col proposito di effettuare delle relazioni più' ami cbevoli e più' cordiali tra il nostro popolo e quello americano. La indif ferenza con cui siamo trattati in questo paese si deve, secondo il mio modesto parere, in gran parte a ma Untesi e preconcetti. E nostro dover. quindi, far si che questi malintesi e svaniscano, ed il sol mo do di raggiungere a questo scopo e d farci conoscere per mezzo delle nostre opere e della nostra lingua. Le nostre opere in questo paese già' parlane con linguaggio molto eloquente, ma la nostra lingua no! la lingua di Dan to e' considerata come se fosse la lingua di un paese incivile. Sappiate adunque che nelle scuole e nel collegi «li questo paese tutte le lingue s'insegnano: greco, latino, francese, spagnuolo, tedesco, ma l'italiano e quasi misconosciuto. Pensateci, fra telli, i vostri figliuoli, i vostri fra telli e sorelle che frequentano le scuole sono obbligati a studiare il francese, lo spagnuolo, il tedesco, per che' e' negato loro il diritto di studia re la lingua dei loro genitori. "Pensateci: nello Stato di New York i studenti ascritti ai corsi di francese e spagnuolo contano dai ven ti ai trenta mila; quelli ascritti ai corsi di lingua italiana, solo tre o quattrocento. Terribili e vergognose cifre, ma cifre che corrispondono al la realta'. E quel che ho detto ri guardo allo Stato di New ork può' dirsi pure di questo Stato e di tutti gli altri dell'Unione. Se non altro, i nostri connazionali di New York si sono messi all'opera, e coll'aiuto del la stampa italiana, sono in via di realizzare i loro scopi, come vien di mostrato dal fatto che in varie delle loro High Schools, e' stato introdotto l'insegnamento dell'italiano. E voi, connazionali di Pennsylvania, conna iionali di Phliadelphia, che cosa vi proponente di fare a questo riguardo? Niente? No. Nel nome della nostra cara ed adorata Italia, nel nome dei vostri genitori, nel nome del nobile retaggio che essi vi hanno lasciato, nel nome del nostro amato Amba sciatore, vi esorto a mettervi all'ope ra per questo nobile scopo. Dimenti cate ogni questione personale, e come un sol uomo rispondete all'appello della patria lontana, poiché' in questo caso e' l'ltalia che parla, l'ltalia che aspetta la giusta rivendicazione dei suoi diritti. Pensate che siamo mi- lioni, e !a nostra voc? tion può* non trovare eco. Inaugurate immediata mente una campagna ; fate appello a tutti sii Italiani, per mezzo diretto o a mezzo della stampa, affinchè' essi e rigano che i loro figliuoli e i loro parenti, richiedano nelle scuole l'inse gnamento dell'ltaliano. "Non possiamo dire che gli Ameri cani sono contrari a questo. Egli e' che sino ad oggi gli Italiani istessi so no stati indifferenti; ma appena mo strerete alle autorità' scolasticeh che vi e' un numero sufficiente che lo richie de, gli Americani saranno contenti di offrire loro questo insegnamento. A mezzo della nostra lingua gli Ame ricani impareranno a rispettarci, e solo cosi' possiamo sperare di ottene re il giusto apprezzamento del gran de contributo che la nostra gente ha dato alla civiltà'. Per parte di noi studenti potete fidare *ul pieno appog gio del Circolo Italiano dell'Universi tà' di Pennsylvania, non solo in que sta iniziativa, ma in tutte le inizia tive che, come la presente, hanno un nobile fine. "Ed ora, Eccellenza, passo a rin graziarvi per l'alte sr.orc che ci a vete conferito, e, facendo eco ai sen timenti dei miei compagni di studio, grido, viva il nostro Ambasciatore; viva il popolo Americano; viva le glorie dell'ltalia". Cosi' parla il Cav. Ufi F. A. Travascio "Eccellenza, Signori tutti: "E' stato sempre mio fermo cqn vincimento che la Società' si possa paragonare ad un maestoso e giova ne albero dalla ricca e verde sua chio ma lanciata allo spazio, cioè' lancia la al Progresso della sua bellezza. "Ora, se vero e' che questa chioma sociale e' rapresentata dalle classi in tellettuali e privilegiate esposte util mente al sole, non e' meno vero che ■dano le radici poi che porgono la vera vita a questo splendido albero che e' l'operaio, cioè' quella classe che assiduamente e pazientemente lavora, quasi incognita e segreta, a mante nerne attiva la esistenza e verde il suo fogliame, anche qui tra gli ita liani di Filadelfia. "E' pertanto uopo che Lei scenda ad essa Eccellenza in questo momento, cioè' scenda in mezzo a questa classe lavoratrice e fondamen tale che ne prepara la linfa ed il sangue cittadino. "Ora, io che modestamente ho sem pre lavorato per i bisogni di tal clas se, che ho l'onore di rappresentare, sono proprio il primo a gridare che essa non si e' mai tirata in disparte a tuttocio' che incombeva proprio alla salute di queste radici. "Le quali, per funzionare bejie, han bisogno continuo, pero', di essere mondate dalle erbe selvatiche che im pediscono al sole di vivificarle e di animarle nei più' profondi meandri della terra; han bisogno di essere inaffiate tutti i giorni per sviluppar si ed estendersi con profitto gene rale; ed han bisogno di essere pur gate dai lumaconi che ne divorano il potere assorbente e la stessa linfa per proprio tornaconto! "Ma, Eccellenza, onde ottenere la forza di queste radici, cioè' di que sto popolo italiano operoso di Fila delfia, non basta solamente di por gergli i raggi del sole, cioè' la vir tù' e la capienza, di cui non mancano, ina necessitano anche e precipuamen te l'assistenza pratica alla sua pro sperita' e vitalità' che si domanda o ra al Patrio Governo. "E la classe che io rappresento lo reclama Eccellenza perche' se gli operai italiani di Filadelfia son corsi sui campi di battaglia al primo appello della Patria, cosi' parallela mente a loro sembra che la Patria dei>ba spalleggiarli e meglio proteg gerli perche' assurgano sempre me glio a quel tale vantato Progresso Ci vile! "Non solo, ma noi abbiamo qui, per,! esempio, Eccellenza una ricca categoria di associazioni più' o me io filantropiche tra i nostri compa- ! gni di lavoro e, tuttavia, non si può' negare che queste benemerite istitu zioni sono tutte per iniziativa e sforzo 1 particolare, e quindi di una stabilita' che confina con la malattia. I "I lavoratori, pertanto, vagheggia no io direi come una specie di controllo nuovo e solido da parte del Governo Italiano per queste istituzio |ni di mutuo soccorso, di beneficenza e di altre che potrebbero e dovrebbe ro sorgere totalmente coll'ausilio mo rale e materiale del Governo. "I lavoratori italiani, fra le tante altre diverse necessita', sentono il bi sogno, fra circa 200.000 persone. Ec cellenza, per esempio di un ospedale italiano dove i loro compagni derelit ti, da pochi o nulli mezzi di fortuna, possano trovar ricovero come in casa propria, assistiti e confortati da mente e da mano di italiani. "I lavoratori d'ltalia difettano di un ufficio e servizio celtico; essi di fettano di giardini d'infanzia, di a sili infantili, di ricoveri ed assisten ze ad invalidi, ai feriti, ai mutilati, alla vecchiaia; essi difettano somma | mento di scuole italiane, prettamen te italiane e laiche! "Ora se il Governo italiano Ec cellenza si disinteresserà' o conti nuora' a disinteressarsi di tutti questi impellenti bisogni di questi baldi lavo ratori, mi permetta pur dire a nome di essi che io rappresento, che non si potrà' mai parlare del progresso d'ltalia qui in America, perche' il progresso fomentato ed alimentato dalle sole forze particolari sara' sem pre misero! "lo Eccellenza a nome di [uesta splendida e disciplinata clas se di operai, sogno appunto una be neficenza molto espansiva, perche' il carattere italiano non perda (per manchevole protezione, incoraggia mento od aiuto della Patria) quella nobiltà', quella previggenza e quella voce che le assegna la storia, e che meglio ancora, le nssegna la moder nità democratica dei nostri tempi! "Questi voti e desideri che faccia no eco, perciò', in questo momento so lenne, e che siano raccolti nell'anima lei maggiore e democratico ed insi gne rappresentante d'ltalia, cioè' da Sua Eccellenza, Signor Ambascia tore, ed essi saranno centuplicatamen te felici ed orgogliosi della Sua de > ferente presenza quest'oggi in mez zo a loro, che, a nome mio, Le fanno auguri di quel già' fulgido successo, i di già' tanto a lor favore, e che e' /anto e gloria della grande Patria che nobilmente e degnamente Lei rap presenta". il discorso del Gr. Ven. del l'Ordine Figli d'ltalia Ultimo a parlare, prima di Sua Ec cellcn'.a, e' il Cav. Giuseppe Di Sil vestro, Grande Venerabile dell'Ordine dei Figli d'ltalia per Io Stato di Penn sylvania, il quale, fra l'altro, disse; "Ho un compito molto modesto e limitato. Eccellenza; quello cioè' di dirLe, sinteticamente, dell[ordine dei : Figli d'ltalia in America, del quale, in questo Stato di Pennsylvania, so no l'umile capo; Le parlerò', dicevo, della grandiosa, anzi sarei tentato a dire, senza la più' menoma intenzione di volere offendere altre organizza zioni che hanno con noi comuni le idealità' e le aspirazioni, dell'unica Associazione, che in questa terra j scoperta da un italiano e perciò' «nostra ha saputo compiere il mi racolo di raccogliere nel suo seno cir ca 200 mila connazionali, di ogni cre jdo politico o fede religiosa, in qua j lunque regione d'ltalia essi o i loro genitori siano nati. Non sara' perciò' d mio un discorso dalla forma alata; sara' in\ece la semplice esposizione della nostra breve, ma gloriosa esi stenza, della quale siamo orgogliosi e di cui siamo sicuri, sara' orgoglio :sa Vostra Eccellenza e la nostra a dorata Patria, che dal suo labbro ap prenderà' della nostra laboriosità', del i nostro lavoro di penetrazione nel Pae se che ci ospita, per rivendicare il prestigio ela dignità' nostra; del | nostro attaccamento all'ltalia, dell'in teresse che qui noi prendiamo per la difesa di ogni cosa italiana, special mente degli interessi della classe o peraia, di quella umile classe per la quale Ella nutre tanta simpatia, de- side rosa Vostra Eccellenza di venir ne quotidianamente a contatto. "Sebbene, corno dicevo, modeste o limitato sia il mio compito, ho vo luto pero' fissarne le idee sulla car : ta. ■!* # * j "L'Ordine dei Figli d'ltalia m A merica, sorto il 1905 per opera di un illustro nostro connazionale di New York, il colto ostetrico Dr. Vincenzo Sellare, il cui nome rimarra' peren nemente consacrato nella storia delle colonie italiane di qui, conta oggi cir | ea 1100 logge, in America e nel Cana da', con otto Grandi Logge in altret tanti Stati e con circa 200 mila asso ì ciati, come ho avuto occasione di dire | più' sopra. , "Non credo sia ovvio ripetere che Esso, sotto il suo vessillo ed al ruggi ta del Leone, che e' il nostro stemma, ha riunito tutti i buoni italiani spar si per l'America, promuovendo fra cs- : il miglioramento morale, intellet tuale e materiale; combattendo il pre giudizio e la superstizione; educando ; :lla mutua benevolenza, imprimendo nei suoi associati principìi in armo nia con le concezioni moderne della solidarietà' sociale, contribuendo a mantenere accesa la fiamma del cul- to della Patria, provvedendo alla diffusione della lingua italiana, che e' la lingua ufficiale dell'Ordine, nono stante che, per questa nostra imper donabile colpa, rinnegati della nostra bella Italia abbiano fatto riferire alle autorità* che non eravamo degni di ottenere il riconoscimento legale, per-. LA LIBERA PAROLA che* il nostro Ordine era troppo ita liano. "Eccellenza: a parte gli altri mezzi, merce' i quali noi provvediamo alla diffusione della lingua italiana, il no stro Stato ha, da circa tre anni, sta bilito borse di studio por quegli ita liani, fiorii di soci dell'Ordine, che. desiderosi di continuare negli studi, non ne hanno i mezzi. Chi non ama la sua Patria d'origine, non può' neanche dirsi buon cittadino ameri cano. Con l'insegnamento della nostra lingua i connazionali impareranno a maggiormente amare l'ltalia. "L'Ordine dei Figli d'ltalia, Eccel lenza, e' retto con sistema democrati co rapresentativo; accoglie nelle sue logge uomini e donne, con eguali di ritti e doveri; da' ai suoi associati sussidii settimanali in caso di \nalat tia, assistenza medica, soccorsi alle famiglie in caso di morte dei loro con giunti a mezzo delle rispettive Casse di previdenza, accoglierà' nei suoi Or fanotrofi, già' pronti per essere aper ti, educherà' ed incamminerà' nella •.ita del dovere i futuri uomini del domani, rimasti erbati di uno o di entrambi i genitori. "Ma questi sono benefici materia li, che se dicono molto per i nostri associati, non danno pero' una idea I esatta di ciò' che l'Ordine ha sapu 'to fare per mantenere alto il presti gio di questa Italia errante e la di gnità' della nostra amata Patria. "Non vi e' stato sopruso o ingiusti zia, Eccellenza, purtroppo anche da parte di chi avrebbe dovuto sentire vii stessi palpiti, sopruso ed ingiu stizia che si son commessi o si e' tentato di commettere in danno dei nostri emigrati o contro il nostro buon nome, su cui l'Ordine non abbia pre so la parola e fatto ringoiare gli i insulti o preteso una riparazione con tro il sopruso e la ingiustizia commes si ai nostri danni. "Non voglio annoiare Lei ed il pub blico, qui presente, con l'enumerare tutti gli incidenti occorsi e l'azione da noi svolta. Le dico semplicemente che l'Ordine, per la sua compattezza K per l'unita' delle sue forze, oggi e' amato, rispettato e temuto dalle auto rità' e da eminenti americani di tutte lo graduazioni sociali, sia nei paesi di Pennsylvania che in quelli di altre parti dell'Unione. "Dovunque ci rechiamo noi trovia mo logge perche' osse esistono in circa 27 Stati. I nostri fratelli, educati ad un unico principio, ad una medesima Tede, pronti a svolgere un'azione co mune, si muovono ed agiscono ad un . solo cenno, ad una sola parola. La no ! stra Istituzione, Eccellenza, non e' che un grandissimo Esercito disciplinato, votato al benessere individuale e cil lettivo dei suoi associati ed all'amore i per il nostro Paese e per quello in ! cui viviamo. "Pero', sebbene nella nostra costi tuzione e' detto che dobbiamo riu nire in una sola famiglia tutti gli italiani sparsi per gli Stati Uniti d'America, suoi territorii e dipenden te, in mezzo a noi non trovano po sto quelli che non accettano i nostri principii, che non lavorano per man tenere salda la nostra compagine e ohe non sono italiani di mente di cuo re e d'azione. La maggior parte di noi, Eccellenza, e' nazionalista, anzi oggi e' fascista, non per solidarietà' alle lotte cruenti che si sono svolte recentemente in Patria, ma noi voglia mo essere un fascio di forze combat tenti per la prosperità' economica del nostro Paese e per la rivendicazione dei suoi diritti internazionali, acqui siti con tutte le guerre combattute per l'lndipendenza, l'ultima delle qua li ebbe il suo epilogo a Vittorio Ve neto, quando l'Eroico Esercito italiano, esso solo, senza appoggi, vinse contro •in nemico più' agguerrito e superio re di numero, per salvare chi oggi ci compensa con la più' nera ingratitu ; dine. "In questo momento mi sovvengo che intorno all'Orbine, specialmente ; in Italia, per le "denominazioni" o i "titoli" di logge" e di "venerabili", | si e' creata la leggenda che esso sia massonico. Di questa leggenda si ser lve anche il clero per combatterci, : commettendo la più' grande ingiusti zia, per non dire altro, contro la più' patriottica ed umanitaria Istituzione. ; Nulla di tutto ciò'! La nostra stessa costituzione e' li a provare il contrario od i preti cattolici che appartengono j alla nostra famiglia abbiamo il | Rev. Silipigni all'alta carica di Su ; premo Curatore e che non hanno rinunziato al loro Ministerio, no' I l'hanno rinnegato, possono far fede che le mie affermazioni sono esatte. "Ne' il fatto che noi siamo contro il pregiudizio e la superstizione può' | militare in favore della leggenda, perche' il pregiudizio e la superstizio ne, che non sono esclusivamente re iigiosi, sono anzi dannosi, sia alla ro iigione che a qualsiasi altra esplica zione sociale. Mpntre ci auguriamo che i male informati si ricredano, ci au ! sturiamo che Sua Eccellenza, tornan do in Patria, riuscirà', verso il Go verno e verso il popolo, a dissipare la falsa leggenda. 'L'Ordine dei Figli d'ltalia in A merica ha contribuito con vistose som me ai Prestiti Nazionali Italiani, in lire ed in dollari, ai Prestiti di guer ra americani, alla Croce Rossa Ita liana, alla Croce Rossa Americana, alle speso necessarie per mantenere al culto delle genti la casa nella quale ! vissero Garibaldi e Meucci a Statcn Island, al fondo per le famiglie dei richiamati sotto le armi, ai soccorsi per i danneggiati dai terremoti, per le vedove e gli orfani dei soldati ita liani morti in tiuerrn, per i profughi lolle torre invase, per la patriottica j impresa IVAnnunziana, ecc. '"Per anzianità' la Grande Loggia ; di Pennsylvania e* la terza. Essi fu costituita il 27 Aprile 1913. Ha per- : ciò' un brevissimo periodo di vita di I 8 anni in confronto delle grandi o-j pere compiute per i suoi associati e [ per la madre Italia. "La nostra Grande Loggia ha fama I di essere la più' disciplinata dell'Ordi no, ed ha risposto sempre, mettendosi ; in prinm linea, agli appelli di solida j rieta' nazionale. Per questa sua disci ! plinatezza io, il suo modesto cai», so ! no appellato lo czar. Non e' vero. Deb ' ho e voglio smentire questa qualifica alla Vostra presenza, Eccellenza, ed al cospetto di questo pubblico, di cui i tre ouarti appartengono all'Ordine dei Figli d'ltalia. "Se il pretendere che un Ente del , quale si e' a capo aia disciplinato ed omogeneo; se il volere che siano ri spettate le leggi che furono approva te e promulgate dagli appartenenti all'Ente stesso; se i richiami e gli ammonimenti, se Marginare la propa ganda deleteria al predetto Ente ed all'italianita'; se, dicevo, tutte que ste qualità' da parte di chi ha una grave responsabilità' costituiscono czarismo, in questo caso io sono su perbo dell'aggettivo di cui qualcuno mi qualifica e continuerò', durante il mio termine amministrativo, a compie re l'opera mia come per il passato. ♦ ♦ "Ho parlato finora dell'Ordine in generale. Adesso voglio segnalare più' dettagliatamente le «benemerenze di noi di Pennsylvania. "La nostra Grande Loggia per le famiglie dei richiamati, che si tro vavano nelle sue file, raccolse circa 7000 dollari: consegno' al Principe di Udine sll 900 per le vedove c gli orfani dei soldati morti in guerra; sottoscrisse circa 35 mila dollari per i profughi delle regioni nvase; le sue logge (attualmente 201 ) si sottoscris sero quasi tutte quali socie perpetue della Croce Rossa italiana con una contribuzione complessiva di circa 7 mila dollari a beneficio di quella u nianitaria Istituzione, ottenendo la medaglia d'oro di benemerenza che fu consegnata al Grande Venerabile dal beneamato defunto Ambasciatore ('onte Macchi di Cellere, in occasione Ideila Grande Convenzione di Scran | ton, tenuta nel 1919. Per l'ultimo Pre stito Italiano in dollari, le sole sotto ; scrizioni fatte per il tramite della 'Grande Segreteria, senza contare quelle e sono le piti' fatte dai .soci e dalle logge dirottamente ammontarono alla somma ili 50 mila dollari. Altre contribuzioni d'indole morale fece la Grande Loggia di que sto Stato. Alla Missione capitanata dal Principe di Udine consegnammo, : per il Generale Cadorna, che la storii. rivendicherà* certamente, una perga mena ed una medaglia d'oro cesella la di brillanti. Al primo Reggimento di Ambulanze, che dal campo di Al lento» ti, parli' per il iiuslru fronte, ! offrimmo una bandiera italiann, la i;uale, sventolando per le vie di Roma, porto' agli italiani d'ltalia il saluto e l'augurio dei fratelli di oltre mare; altre logge: la Dante, di , Chester, con quella colonia; la Prin cipe di Udine, di Philadelphia, la Muova Luigi Cadorna, di Butler, of frirono altre Ambulanze al nostro ca rissimo fratello, generale Emilo Gu glielmotti, per l'Esercito Italiano. | "Il nostro Ordine riscuote il plau , so generale, ed a questo coro di ap provazioni non sono stati estranei illustri personaggi della Nostra Pa tria. Noi siamo orgogliosi ed onorati ;di fregiarci dei nomi di nostri fra -1 telli onorarii, quali il Senatore Gu glielmo Marconi, la Dottoressa Maria i Montessori', Gino Caproni, il defunto , Senatore Mayer Des Planches, ex j Ambasciatore negli Stati Uniti; il [Comm. laccarini, attualmente in Missione nell'America, che in questo I momento trovasi seduto vicino a noi, il i Gen. Emilio Guglielmotti, l'attivo apo stolo della propaganda italiana in America; il Colonnello Pizzarello, l'ex Vmbnsciatore Barone Avczzana e la i sua distintissima signora, che veniva j iniziata da questa Gr. Loggia lo scor , so anno, il giorno 11 di questo mese, ed altri ancora. j "Avremo occasione. Eccellenza, di ! mostrarle l'ultima opera da noi com i piuta, un'opera veramente tangibile, | se, come promise a me a Wa shington e come Ella ha ripetuto per ! lettera la scorsa settimana, interver j ra' all'inaugurazione dell'Orfanotro l fio, che avra' luogo con la commc : morazione di Dante Alighieri, al cui j Altissimo nome esso si intitolerà'." II discorso di $. E. l'Ambasciatore Terminato il discorso del Cav. Giu seppe Di Silvestro, che fu efficacissi mo e compendio' in sintesi meravi gliosa tutte le benemerenze dell'Ordi ne di cui egli e' capo in Pennsylva nia, fin dalla istituzione della Gran de Loggia, il Regio Console Cav. Uff. Sillitti prego' l'On. Rolandi- Ricci a voler indirizzare la sua paro la autorevole, attesa con vivissima 1 ansia da tutti gli spettatori, alla Co- ! lonia di Philadelphia. Quando gli antichi popoh si accin gevano ad un'impresa ardua e. gran diosa, invocavano lo muse e l'alto in gegno. A chi ci appelleremo noi che non possiamo assurgere alle vette del Parnaso e non possiamo neppure fare assegnamento sul nostro ingegno? Comunque, la volontà' e' grande, ed il benigno lettore vorrà' perdonarci le nostre manchevolezze. Quando S. E. si leva in piedi per parlare, il pubblico gli ripete la stessa dimostrazione di entusiasmo colla quale lo ha salutato al suo arri vo e poi si accinge ad ascoltarlo con deferente silenzio. Il discorso dell'Ambasciatore, ele vatissimo, denso di concetti, toccante tutti gli argomenti, ha tenuto, per più' di due ore, incatenato l'uditorio; ma noi riteniamo che se fosse conti nuato fino a tarda sera o fino a notte inoltrata, l'uditorio, attentissimo, lo a vrebbe ascoltato sino alla fine. Egli ha esordito cosi': "Miei connazionali di Philadelphia! "Per la prima volta dopo la guerra e la vittoria, per la prima volta dopo l'armistizio, per la prima volta dopo la pace laboriosa e difficilmente con seguita, vi giunge diretto il saluto del la patria lontana. "L'ltalia vi vuole, l'ltalia vi desi dera, l'ltalia sa che voi siete suoi fi- K ]j ; S a che siete esuli volontari che in estranee contrade avete ingaggiato una battaglia economica, con l'onesto lavoro ed avete vinto, E molti dei vostri sudati risparmi sono andati in Italia a impinguire le Casse dello , Stato. "Ma voi non siete creditori dell'lta lia, poiché' nessun figlio può' segnare a debito della Madre ciò' che le da'. , Voi avete ben meritato della pa tria, perche' siete venuti altrove a cercare un benessere che, in tempi burrascosi, la patria non poteva dar vi. "Oggi pero' l'ltalia non ha da invi diare nulla a nessuno; se non più' grande, essa e' pari a qualsivoglia grande potenza europea. Non c'e' bi sogno di riandare oggi le glorie di due millenni di storia, perche' possia mo bene essere orgogliosi del presen te. Ma un popolo che, come noi, può' vantare nobili tradizioni, ha delle <»ra \ i responsabilità', poiché' il passato gli impone dei doveri e degli oneri non indifferenti. Se un popolo tra ligna non ha diritto di ascrivere a suo vanto i fusti ili una tta scorsa: Mal giova illustre nangiie ad animo che longue'.... "I,'ltalia poteva bene rimanersene neutrale, nella guerra mondiale, perche' non fummo aggrediti. Nes suno al mondo aveva diritto Idi obbligarla a schierarsi o coll'uno o coll'altro dei combattenti. Noi, in tutte Ile occasioni, ci eravamo levati d'im paccio con le sole nostre forze, e quan ; do avemmo bisogno dell'aiuto stranie ro. lo pagammo lautamente. "Quando, il 24 maggio 1915, scen ! demmo in campo, le condizioni degli alleati erano disastrose: la Russia to talmente sconfitta, le falangi di Ma ikensen avevano rivalicato i Carpazi: la Serbia era stata invasa; il Belgio distrutto,; undici distretti della Fran ila occupati dall'esercito tedesco e rlnghilterra aveva toccata una sono ra batosta. Noi, dunque, per deci derci, non guardammo dove era la ■ ittoria, sibbene dove era la giustizia, perche' il nostro paese, per tradizione, iu sempre il difensore degli oppressi. "Un grande italiano, sei volte con , dannato a morte in contumacia per l che' reo di aver voluto l'unita' d'l talia, scriveva ad un amico, perche' l'avesse comunicato ad un altro ami co, l'on. Visconti Venosta, che nel 1878 fera diventato ministro della Monar chia, che compito dell'ltalia era di li berare la Serbia, la Slavia e gli altri paesi che gemevano sotto il dominio dell'Austria ed il grande Genovese e' stato profeta. "Avrebbe potuto almeno la grande proletaria domandare alle nazioni al leate più' ricche il danaro necessario per tirare innanzi la guerra; ma non mendico' nulla e spese 118 miliardi del suo patrimonio nazionale. Oggi può' j anche affermare a voce alta che fara' ; onore ai suoi impegni. I "Undici volte .i nostri eserciti furo no salutati dalla vittoria; dopo undici vittorie, come gli altri, dopo gli altri, : avemmo la nostra sconfitta, Caporet to. Ma dopo appena un anno si ebbe | Vittorio Veneto, per cui un Impero 'li 4f> milioni crollo' miseramente e quella fu la più' grande vittoria del [ la guerra che decise del trionfo de gli alleati. Pi guisa che si può' affer mare che nell'immenso dramma l'lta lia e' stata la protagonista : tutti gli J altri furono suoi cooperatori. | "All'indomani dell'armistizio, quando | ancora le strade del Regno pullulava - j no di feriti e di mutilati e i cadaverei I dei morti giacevano ancora inespol ;ti (noi avemmo 563 mila morti, 380 mila mutilati) le madri di questi infe j liei vollero seco i figli dei carnefici dei martiri di Milano e di Belfiore e j li tennero seco e li nutrirono per il periodo di nove mesi, mentre l'ltalia comprava il pane all'Estero pagando ; lo al prezzo della sterlina e del dolla- I ro. "Fino a poco tempo fa gli stranieri j andavano ripetendo che in Italia si e ! ra alla vigilia, o meglio si era in pie na rivoluzione, poiché' si erano viste sventolare parecchie bandiere rosse, e j perche' i cittadini non avevano più' voglia di lavorare. Bandiere rosse vennero issate sulle < fabbriche dagli operai ai primi di | settembre del 1920; ma il giorno 22 ; gli stessi operai le tolsero dal loro po sto. E poi i buoi han paura del rosso, gli italiani no. "Dopo le elezioni in Inghilterra. Lloyd George annunzio' che i costitu zionali avevano riportata 228 mila vo ti; i socialisti 210 mila. Forze qua si ugualmente divise; perche' dunque | dovremmo preoccuparci noi, mentre in Italia la maggioranza dei costitu zionali e' enorme? Quanto alla pigrizia che, secondo lo straniero, sembra aver pervaso la popolazione d'ltalia, il Regio Amba | sciatore ci presenta una statistica con- I f ovantissima, che ci fa sentire tutto j : l'orgoglio di essere italiani, i "Il 92 per cento di tutta la super ficie del Regno e' coltivata, eppure bisogna tener presente che in Italia ci sono le Alpi e tutto il territorio e' corso dagli Appennini. Nel 1920, che fu un anno pessimo per la raccolta, l'ltalia ebbe una pro duzione relativamente di gran lunga supcriore a quella di tute le alti® na . zioni del mondo in frumento e vino Il nostro patrimonio zootecnico col. la lunga guerra venne totalmente di' strutto; oggi, a meno di tre anni dal l'armistizio, quel patrimonio e' rico struito in proporzioni più' vaste del l'antiguerra. Al presente abbiamo i n fatti tre milioni di caprini; 13 m ji io ni di ovini; e milioni, 500 mila bovi ni; 2 milioni di cavalli, ed abbiamo persino un milione (parlo di quelli a quattro gambe, osserva argutamente l'illustre oratore) di asini. E bisogna tener presente che l'lta lia e' un paese prevalentemente a gricolo, poiché' sui 40 milioni di abi tanti, 27 milioni sono agricoltori, 04 - sia circa il G6 per cento. Passando ad un altro ramo, quello delle industrie, Sua Eccellenza os serva che l'ltalia ebbe, dalle insidie dei sottomarini distrutto il 61 per cen to della sua flotta mercantile; oggi detta flotta e' uguale a quella che a vevanto prima della guerra e coi ->4 vapori impostati nei diversi cantieri tra qualche anno l'ltalia possederà' una flotta mercantile che raggi Un . gera' il 150 per cento della potenziali, ta' che aveva nel periodo dell'ante guerra. "L'America, nella meccanica, ha raggiunto il grado più' alto; eppure, in molte cose, essa ha bisogno dell'in' dustria italiana. "Noi siamo poveri di carbone e fino ad oggi lo abbiamo pagato a prezzi esosi, perche' nessuna nazione, ne' In ghilterra ne' America, ne' altri ce l'hanno ceduto mai a prezzo ragio. nevole. E l'ltalia ha elettrizzato già' 1500 chilometri di ferrovie e tra fasi che tempo ne avremo elettrizzato altri "iSOO chilometri. Cosicché', miei con nazionali, commenta l'Ambasciatore quando qualche straniero verrà' a dirvi che l'ltalia e' in rivoluzione ed il suo popolo e' preso dalla mania del . non far nulla, voi rispondetegli colle i stesse parole che il Cardinale d'Este disse a Ludovico Ariosto, dopo che tostui gli ebbe terminato la lettura del *uo Orlando Furioso. "Veramente la frase non e' del tutto parlamentare, ma poiché' la disse un Cardinale, credo di avere il diritto di poterla ripetere io in un pubblico comi zio: "Mesaer Ludovico, dovete siete an dato a pescarle tutte queste cogito, neriel" "Del resto, adesso l'entità' della nostra vittoria comincia ad essere ri conosciuta anche al di fuori dei con fini del Regno, senza attendere il giu dizio della storia lontana, ed a ripro va S. Eccellenza legge, tradotta in italiano, la dedica che l'ex Ambascia tore Americano a Roma, Nelson Page, ha posto al suo libro sulla guerra e che suona cosi': "Con richilinno, che col suo troivmn * coi tuoi sacrifici, ancor piti' eroici, tanto contribuì' alla conservazione di quella civiltà' che tanto aveva contri buit.o a creare". »opo di che l'oratore entra ia un altro argomento e dice: "Ora, miei connazionali, passiamo ai vostri difettucci. Forse adesso non mi applaudirete tanto, ma i vostri ap plausi sarebbero più' meritati, poiché' vi dico la verità'. "Siate uniti. Voi vivete in terr» straniera e quindi siete come un eser cito non ancora smobilizzato, perche' dovete lavorare alla conquista dei vo stri diritti. "Bandite dai vostri petti la vanita'. Il vocabolario italiano contiene un er rore che dovrebbe essere corretto. Esso infatti dice: Vanita', sostantivo femminile, dovrebbe dire invece in quest'altro modo: Vanita', sostantivo d'ambo i sessi. i "Poi, rivolto ai Grandi Venerabili dei due Ordini, propone loro di fon dare una scuola d'italiano e prometta di venirla ad inaugurare egli stesso. "Volete un Ospedale egli con i tinua fatelo coi vostri soldi, ma non j chiedete nulla alla patria, come 1» ' patria non deve chieder nulla a voi, poiché' c'e da augurarsi che il terre ! moto non abbia stabilito in casa no ì stra la sua stabile residenza. I "L'ltalia potrà' mandarvi a soe spese un Dottore; potrà' mandarvi tre o quattro chirurghi operatori, per che' noi vantiamo la migliore scuoi» medica del mondo, ma non può' fa' 6 di più'." La folla degli ascoltatori pendo sempre dal labbro dell'illustre diplo matico, ma il suo discorso volge al termine, ed egli cosi' conchiude: "Miei connazionali! Io vi ringraffl» di questo indimenticabile ricevimento' ma come Vittorio Rolandi-Ricci, io i ringrazio. Come rapresentante del R* d'ltalia, no, perche' era vostro dove re di farmelo. "Evviva il Re! " Migliaia di grida, compendiate i# un unico grido formidabile, ripetono più' volte: Evviva il Re; e mentre gì' applausi scroscianti ed entusiastici sa i lutano il discorso poderoso e magistra le, accompagnata dal Cav. Giuseppe Di Silvestro, si avanza nel palcosce nico, dalla porta di sinistra, la si gnorina Consiglia Palladino, fig® del bravissimo connazionale nostro Palladino, vestita con i colon della bandiera italiana che offre a Su» Eccellenza un bouquet di garofani ros si e, commossa, riesce appena a bal bettare lo seguenti parole: "Eccellenza, "In nome di questa eletta schieri di connazionali, Le offro questi fi orl nei quali e' sintetizzato tutto l'affetto che noi sentiamo verso Sua Eccellen za e per la nostra Patria adorata". Mentre la Sala si viene lentamen te sfollando, Sua Eccellenza passa ni Green Room, a fianco del Palcosce nico, dove gli vengono presentati una infinita' di connazionali, dei quali ri cordiamo i medici signori Dr. Giusepjj