La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, February 06, 1921, Image 1

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    PUHLISHED AND Dli-TItIBUTED U NDER PERMIT N o 500 AUTIIORI7, KD BY THE ACT OF OCTOBER C, 1917. ON FILE AT THE POST-OFF,CE OF PHILADELPHIA. PA.; BY ORDER OF THE PRESIDENT, A S BIjRI-ESON POSTMASTFU GEN
LA LIBERA PAROLA
j I forti caratteri sono gli Dei
i Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO. Direor
-1626 So. Broad Street
ANNO IV. - Numero 6
Per l'Orfanotrofio dei figli d'ltalie
XI.
Abbiamo ricevuto, dal Grande Con
[ cHlo dell'Ordine Figli d'ltalia !u
r Pennsylvania, un quadro sinottico
sull'esito del REFERENDUM per
l'Orfanotrofio, con minuziose Indlca
: zloni, più' esaurienti di come lo ave
va Ideate e suggerite il signor Anto
tonto Cavalieri, tesoriere della loggia
America di Greensburg. Il quadro oc
cupa quattro pagine della misura
B%xll ognuna e ci e' impossibile po
terlo inserire. Esso e' stato spedito a
tutte le logge dello Stato Pubblichia
mo invece la lettera che l'accompa
gna e che ratifica il reseconto da noi
dato nel numero scorso La lettera «li
ce cosi':
AI VENERABILI
RISULTATO DEL REFERENDUM
PER L'ORFANOTROFIO
Nell'approvare l'Ordine del giorno
circa il Referendum per l'Orfanotro
fio Statale, da sottoporsi al voto dei
singoli fratelli, la Grande Convenzio
ne di Seranton, del 1919, dispose che
il risaltato del Referendum dovesse
essere comunicato in dettaglio a tut
te le Logge.
In omaggio alla volontà' espressa
dai Grandi Delegati, e' stato formula
to un quadro completo della votazio
ne fatta a tale riguardo nelle Logge :
e qui acclusa se ne rimette copia da
leggersi in assemblea.
In tale quadro sono state anche e
lencate le Logge che hanno date ri
sposte senza specificare il numero dei
voti ; quelle la cui votazione deve ri
tenersi nulla, perche' non hanno te
nnto in considerazione le proposte
tassative fatte dalla Commissione au
torizzata, o perche' il loro rapporto
non e' giunto entro il termine stabilito
o perche' il numeo dei votanti non
era legale: quelle infine che non han
n® risposto affatto.
Riassumendo: 157 Logge hanno vo
tato in favore del Referendum, la più'
gran parte all'unanimità'; 10 Logge
hanno votalo contro : 2 Logge pa
rità' di voti; d Logge, di Seranton e
dintorni, hanno detto che' il Referen
dum non era conforme a quanto fu
stabilto nella Grande Convenzione,
senza peraltro dire dove stia la dif
ficolta': 2 Logge non hanno risposto
entro il termine prescritto: 4 Logge
hanno dato risposte che sono nulle,
perche' non hanno deliberato sulle
proposte formulate dalla Commissio
ne; l'ultima Loggia inizata non ha
fatto in tempo a deliberare; 21 Log
ge non hanno risposto.
In seguitoci risultato della vota
zione, che e' novella prova dello spiri
to filantropico ed umanitario da cui
e' animata la grandissima maggioran
za dei Fieli d'ltalia della Pennsylva
nia. ora saranno espletate le pratiche
per l'acquisto del fabbricato di Con
cordville, che diventerà' subito pro
prietà' dell'Ordine, per «ccoglietvi
più' tardi gli Cilrfhi dei fratelli mor
ti.
La comunicazione e" firmata dal
Grande Venerabile e dal Grande Se
gretario Archivista.
« ♦ ♦
Trascuriamo, per uu momento, gli
avversarli nostrani ed interessiamo
ci si signori preti cattolici di Pitts
burgh, i quali, per avere noi rivolto
loro un complimento, un elogio, che
essi invece chiamano "veleno" e "ma
ligne insinuazioni", ci dedicano u
na colonna di... parole.
Ci preme farvi notare Innanzi tut
to, signori preti, che noi ncn siamo
soliti ad "insinuare" ne' a ' maligna
re", semplicemente perche' abbiamo
il coraggio dello no9tre azioni e non
siamo stati educati alla scuola della
gesuiteria In quella nota, che vi ha
toccato 1 nervi, noi volemmo fare u
na costatazione di fatto. ammessa
già' da un vostro collega, dal Rev.
Padre Bjuavcntura Plscopo.
Voi ci rimproverate che noi non
leggiamo il vostro giornale, perche',
se lo leggessimo, aggiungete, non a
vrecuno fattS certe dichiarazioni. La
omissione da parte nostra, a uon leg
gere un giornale che non e' nostro
potrebbe essere giustificata; ma la
vostra ignoranza delle cose eh» ne
"La Trlnacria" «crivono 1 vostri «tes
si colleghi, intorno allo stesso sog
cetto in contesto, e' sinceramente in
giustificato.
Noi, dunque, dicevamo che la "ini
ziativa dell'Ordine Figli d'ltalia in
Pennsylvania", circa l'Orfanotrofio,
"aveva svegliato i preti di Philadel
phia e Pittsburgh". Ai preti di que
st'ultima citta', intanto, facevamo l'e
loglo'che essi, a preferenza di quelli
di Philadelphia, "lavoravano alacre
mene". Vi e' qualche cosa di male
In questa affermazione, anche se no
stra spontaneamente, da indurre 1
preti di Pittsburgh a scrivere una
colonna di.... parole? Ma l'afferma
zione non e' nostra. Noi non abbiamo
fatto altro che ripetere quanto il Re
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
WITH THE LARGEST CIRCULATION
perendo Padre Bonaventura Piscopoj
pubblicava su "La Trlnacria" del 31
" 'dicembre u. s., e la redazione di quel
1 giornale avrebbe dovuto tener pre
-3 : sente, a cosi' breve distanza, lo scrlt
r to del Reverendo 11 quale diceva:
~ ; "Ma se lo affermo e dico, e non ne
faccio uu mistero, che l'Orfanotrofio
"jdi Oakmont si deve appunto al Figli
1 d'ltalia CHE LO ISPIRARONO. E fra
le glorie del vostro Ordino questa
1 certo sara" la più' SPLENDENTE. E
se dovessi io dettar la lapide da piaz
-1 zarsi sul fronte a quell'Ostello, co
" mincerei tori- Orfanotrofio italiano
" del Western Pennsylvania ISPIRATO
1 DALL'ORDINE FIGLI D'ITALIA, ecc.
" ecc.
E' AL VOSTRO ORDINE CHE SI
DEVE TANTA NOBILE IDEA, e 11
mio augurio più' caldo e' questo che
quando avrete l'Orfanotrofio di Fila
delfia, ne facciate un altro nollti rit
ta' di New York, ecc. ecc."
) Dunque, signori preti d. Pltls
" burgh, slamo noi i "maligni insinua
i tori?" Re lo fossimo diremmo che l'i
■ dea del vostro Orfanotrofio e' venuta
: fuori quando quella dell'Orlila»" .si sta
: va traducendo in fatto, e ue spleghe
• remnio i perche'. Se noi fossimo insi
uuatori dovremmo confessare che. In
l buona fede, abbiamo raccolta la "ma
■ Ugna insinuazione" dal Rev. Padre
■ Bonaventura Plscopo. Invece noi.
: contrariamente a voialtri, crediamo
l che 11 Reverendo Padre era sincero
quando riconosceva all'Ordine l'ldea
■ nobilissima dell'iniziativa dell'Orfa
• notroflo, che ora e' pronto e correda
i to della mobilia, pagalo fino all'ulti '
mo soldo. *
I preti cattolici di Pittsburgh, a!
! meno quelli che sono preposti alla re
■ dazione de ' La Trlnacria". predicano
l bene e razzolano male. Altrimenti. '
' per dare prova che in certe iniziative
l umanitarie, "non si deve perder lem
■ po, ne' sciupare inchiostro in vane|
quisquilie", non avrebbero dovuto ac
- celiare comunicati di disfattisti di
tutte le opere buone, facendoli prece
ì dere dal si dice, dal si crede "che vi
sia qualche voce Isolata dicente che
: nell'Orfanotrofio che vorrebbero fon
dare 1 Figli d'l., si vorrebbe una e
. ducazlone senza religione e senza
Dio". Sono quesl» le gesuitiche. In
maligne, le velenose insinuazioni. -
1 L'Ordine Figli d'ltalia, signori pio
ti, e" costituito dello stesso elemento
di cui si compongono le colonie ita
liane di America, In esso, come nello
colonie, vi sono cattolici, metodisti, e
piscopall, ecc. L'Ordine perciò', vuole,
anzi pretende, che ognuno abbia II
culto per la propria fede. Foco per
che' nell'Orfanotrofio, i cattolici vi
toveranno il loro Dio, 1 metodisti 111
; proprio, gli episcopali lo stesso.
! Noi, pero, abbiamo ragione di ripe
tere, e lo ripetiamo con ia massima
buona fede, che nell'Orfanotrofio dei
preti, non importa quale nome esso
porterà', saranno ricoverati solamen-J
te 1 cattolici, sia che questi formino
| il 100 per cento o il 99 per cento de- .
! gli italiani di America,
j Diteci, preti, accettate voi nello i
j vostre chiese italiani che hanno II I
culto per un'altra religione se prima
essi non la abiurano? Ammettete voi
nelle vostre chiese e benedite le sai
me di quelli che In vita non pratica
rono la vostra religione? Battezzate,
cresimate, unite In matrimonio colo
ro che non sono cattolici? O so I po
veri bisognosi sono costretti di rivol
gersi alla vostra pietà', pregandovi
rhe rinchiudiate 1 loro orfani nel vo
stro Orfanotrofio, pretenderete che
ossi abiurino la propria religione? B<-
i*osi' non e',noi ci ricrediamo di quan
to abbiamo affermato: se cosi' e', noi
ripetiamo che l'Orfanotrofio di Pitt
sburgh, anche se denominato Italia
no, accoglierà' solamente 1 cattolici.
La questione di.... lana caprina, o
preti cattolici de La Trlnacria, la fa
te voi. L'Ordine non si e' fatto sor
passare da chicchessia. Esso ha già'
pronti 1 fabbricati per l'Orfanotrofio
, e la mobilia necessaria. Aspettiamo
ora che quello di Oakmont sia tutto
pagato, moblgliato e pronto per es
sere aperto. Del resto non dipende
dalle intenzioni, ma dalle circostan
ze, se uno può' essere pronto prima
dell'altro. Ed abbiamo finito con 1
| preti.
» « »
\ Se dovessimo pubblicare tutte le
j lettere di Figli d'ltalia che noi rice
viamo e che l'Ufficio del Grande Con
cilio riceve, di solidarietà' per le au- j
torlta' dell'Ordine in Pennsylvania e
di protesta contro i tre o quattro di- '
[jsfattlsti delle opere buone avremo bt
■ ! sogno di un giornale molto vo- 1
' luminoso o di dilungarci fino all'lnfl
' nlto. Questa rubrica pero* e' per ea
t sere chiusa salvo Che la necessita'
. non ne richieda la continuazione.
) In questo numero pubblichiamo, rt-
I ducendole, due lettere di protesU
X 3** AVAINJXI SEMPRE, CON LA FIACCOLA I (SI PUGNO
Kntcred a* second-cla.ss mnttcr Aprii 19, 191 S, at (he post office at Philadelphia, under the Act of March 3. 1879"
I contro gli aggressori del Grande Se
gretario di finanza, oltre ad un te
| legramma apologetico per l'Orfano
trofio dol
■■ .. ■ ■ ? ■£::
• - /•' ' :
SALA DA PRANZO NELL'ORFANOTROFIO DI CONCORDVILLF, PA,
(Come e' attualmente e' capare di dire posto a cento orfani. Se la necessita' lo riehiedeia' si può' togliere il
nriro da un lato ed an.pliarìa quasi di »r triplo).
' SUPREMO SEGRETARIO ARCH.
Giuseppa Ei Silvestro,
j- (ir. Venerabile ilell'O. F. d'l.
J'er lo stato di Pennsylvania.
Philadelphl», Pn.
"Rallegranti vivamente esito refe
rendimi cotesto State, favorevole Orfa
notrofio trionfando cosi' su irr.iglo
neròle opposizione. Saluti.
Umberto Billi". |
• • «
"Grande Concilio dell'O. F. d'ltalia
in America,
SIGNORI.
"I.a I.oggia Italia, No. 77. nella
•sua seduta ordinarla del 17 gennaio
1921, venuta u conoscensa dell'atto
brigantesco commesso a danno del
I rateilo Paolo DI Peso da un gruppo
di socil defìa Loggia Napoleoni: Oo
lajamii No. MI, per Istigazione di
terzi:
DELIBERA
1. protestar» contro slmili alti
(■«lneschi ed Invita Ij Grande Conci
ìio a prendere misure severissime con
tro gli autori materiali dell'aggres-|
• lone ed i suoi Istigatori, affinchè'
questi vengano espulsi per non più'
! appartenere all'Ordine;
I 'l. -di dare tutta la sua aolldarle
! ta' " simpatia al fratello DI Peso ed
•si Grande Concilio;
3. di «lare Incarico'al suo Ve
nerabile. fratello Severino Verna, di
maudare un comunicato alla stampa
smentendo la falsa voce messa In gi
ro dal disfattisti dell'O. F. d'l. che
la Loggia Italia ha rotato contro l'Or
fanotrofio, e che questa trovasi In
condizioni finanziarle tali da sospen
dere 1 pagamenti.
"La Loggia Italia, tiene a far co
noscere al fratelli dell'Ordine che,
non solo ba votato ad unanimità' le
proposte del Grande Concilio riguar
dante l'Orfanotrofio, ma anche, ut
jgran numero di fratelli si sottoscris
sero volontariamente per,una quota
annuale dal *IO.OO al $5.00; inoltre
fa pure conoscere al calunniatori che
II suo fondo e' di J1 900.17 (milleno
vecento dollari e diciassette soldi i
capitale questo, da permettere alla
Loggia non soltanto di aiutare 1 prò- '
prl fratelli, ma anche di fare opere
i di beneficenza come ha sempre fatto |
per Io passato.
Beverino Verna, Venerabile
802 Christian St."
• + •
PER CERTI PULCINELLI
Coraopolls, Pa., 29 Gsnn. 1921.
"Giuseppe DI Silvestro
Gr. Ven. 0., F. d'l. Stato di P»
Philadelphla, Pa.
"Egrejio Amico e Fratello,
"Avevo letto gl'lnsensati attacchi
del DI Clemente e compagni e crede
vo che questo fosse un caso Isolato
e non avrei mal creduto che 1 soste-
I nitori di questo rinnegato, per riu
scire nel loro deleterio intento, aves
sero usato la violenza. Ma mi sono ri
creduto quando ho rilevato le prò.
dezze del caini della loggia Napoleo
ne Colajnnni No. 141 di costa', che
hanno vilmente aggredito 11 Grande
Segretario di finanza fratello Paolo
| di Peso. Sebbene distante, sento ri
brezzo per cotesti farisei emi sov
aveugo dei sistemi che 11 Di Clemente
PHILADELPHIA, PA., 6 FEBBRAIO 1921
praticava all'ultima Grande Conven
zione di Seranton. Vid ricorderete che
lo ero Grande delegato, Erano vicine
alla mia camera 11 De Clemente, c-h<
I»ol conobbi o pochi altri cospiratori
che lavoravano a -leti intento dell'Or
dine. Nel battibecchi si fentiva par
laro sempre il Di Clemente, il quale
istruiva i suol compagni per< he
quando si sarebbe aperta la dlseusslo
u" sull'Oi fanot rofio ti fossero divisi
in gruppi disponendosi in diversi|
putiti uella siila i 'ÌÌre ostruzioni rno
ogni qualvolta si foriero pronunziati
buoni discorsi In favore dell'Orfano
troflo.
Ul in proverai diverso volir il Di
Clemente d U suo gruppetto, anche
in seduta pubblicamente, quando
incominciarono a mettere In pratica
,il loro malevole proponimento, poi si
I fece IH votazione c rimasi sorpreso di
vederli votare favorevolmente e godei
cho e si si erano ilei eduli.
Come e' nata poi questa vllisslma
campagna da parte di ehi prima era
contrario, poi favorevole ed o*gl nuo- i
vamente contratto
"Se non fossero caini, se avessero
un scuso di responsabilità' e di sen
timento umanitario colesti pochissi
mi rinnegati non avrebbero avversa
ta l'opera più' bella e piti' filantro
pica che l'Ordine in Pennsylvania ha
oramai porcata n compimento.
| "ril pensi esi consideri ei e la-log
gia Italiana di Beneficenza di questo;
i paese, della quale mi onore di essere '
11 venerabile, fin dal 1911 sta pagan
do 40 dollari e più' al mese per due
orfani di un fratello morto, che erano!
allora uno di clnquo anni e l'altro di
tei e mezzo, per ricoverarli in un Or
fanotrofio cattolico vicino Carnegie, !
oltre a J3OO pagati per redimere dal
debito un LOT di 'erreno lasciato dal
defunto fratello Giampietro, per il
lunle paghiamo anche SSO all'anno ili
tasse in modo che quando gli orfani 1
saranno grandi troveranno intatta la
| proprietà' lasciata dal proprio genito
re. SI pensi e si consideri anche come
sono trattati i po\eri bimbi in certi
'irfanotrofl confessionali, nel quali
non vi e' il dlrelto controllo del no
stri fratelli come sara' per quello del
nostro Ordine, lo non intendo altac- (
care nessuna religione, nla desidero
constatare e far prendere nota che
le monache In quell'Ospizio poetava
no pendente al fianco, ognuna, una
strisela di cuoio che serviva loro per
essere usata «enza misericordia con
tro i disgraziati. Fummo costretti a
farli uscirò da quel luogo. Tentammo
poscia di farli entrare, sempre a pa
gamento, in altri Orfanotrofi e bus
sammo anche alle porte di quelli prò- !
testanti senza nessun risultato. Allo
ra il affidammo alle cure di un fra- j
tello che li educa insieme al figli. E
quanti altri casi come questi della
j mia loggia sono nella file del nostro j
1 Ordine? A questi fatti dovrebbero me- j
| ditare 1 caini prima di combattere
eerte opere.
"Vi saluto fraternamente, egregio ,
Grande Venerabile, e sempre avanti .
per il bene dell'Ordine., senza tener 1
conto del latrati del cani arrabbiati, !
Vincenzo Crocco, Venerabile
Loggia Italiana di Beneficenza"
* • •
li Signor Crocco 6i sorprende del
pulcinelli che si contraddicono ad o
gni cambiar di stallone. Sono pro
prio cosi' certi buffoni. Ricordiamo
che all'ultima Grande Convenzione di
. Scranton un certo tale che voleva ri
farsi la reputazione e farsi eleggere
ad una carica, per mostrare che egli
era favorevole all'Orfanotrofio che in
sieme al comitato Riforma aveva av
verano, pago' la sua rata iniziale se
duta stante in chc-k ili cinque dolla
ri. Tornato u Philadelphia fu nomina
to Grandé Debutato di una loggia «
nella prima visita fattale parlo' con
tro la umanitaria Istituzione. N« vo-
J lete di wiu"?
Ciilmiie i pena Hi none
I Dalla Loggia Carlo Fabronl No. 98,
; il .NVwarli, N. j., fu sollecitato tem
| po fa il Grande Concilio della Penn-i
;syivanla a Interessarsi della sorte di
un nostro conni*zinnale, < i rio * ntonin
: Palma, detenuto nelle cacerl di Wil- I
1 kes Barre, Pa., e condannato a morte,
sulla imputazione di avere, con un
(colpo di rasoio alla gola, ucciso un
ungherese In casa propria.
I Da Informazioni degne di fede ri
sultava ulte nessun tcstlmohe oculare
aveva attestate la colpabilità' del
l'alma. Il processo fu imbastito dulia
polizia, la quale credè' di aver trova
to in Palma l'uccisore dell'ungherese I
per il tatto di essergli stato trovato in
tasca un fazzoletto macchiato ili san
: gue; mentre 11 Palma, con dodici to
' sUmonl, provava che da una settima
na gli grondava sangue dal naso.
Polche' Il Palma aveva inoltrata i
domanda di commutazione ili pena, il
j Grande Venernblle del Figli d'ltalia
| della Pennsylvania prego' Il signor A-
I postino Branca, di Harris-bug, Vene
j tabllc della Loggia Cittadini Italo A
mericani No. 224. ili voler prendere
in cuore le sorti di quel dlsgazlato
| connazionale.
Il Signor Branca ha fatto ogni
'sforzo perche' fosso condonata la pe
| na di morte, e chiese ed ottenne al
l'uopo un'udienza dal Vice Governa
; tore Hon. Beidleman, che o' il Presi- ,
sidente del Board of Pardon.
La Commissione prese in esame li
' caso la prima volta nel mese di no
vembre scorso; ma per quanto il Vice
Governatore fosse ben disposto, gli
altri componenti la Commissione non
! si pesunsero, e la decisione fu riman-
J data.
Nell'ultima sessione invece, ad on- |
ta dell'accanita resistenza del Dis
trici Attoruey di Scranton, che so
stenne a spada tratta la colpabilla' 1
del Palma, la Commissione decise
per la commutazione di pena, rlman- |
dando il Palma a un penitenziario.
Bisogna esser grati al Vice Gover
natore della Pennsylvania, il quale,
j prendendo a cuore le raccomandazlo- *
;ni dell'Ordine ha salvato la vita dt
j un nostro connazionale, che tutto fa
j ritenere sia innocente del delitto at-
I diluitogli.
NELLA NOSTRA FAMIGLIA
' Un'alta preziosa conquista per la
: nostra famiglia. 11 signor Costantino
Villari, Grande Deputato della Log
jgla Pace, No. 491 e segretario archi
| vista della loggia Vittoria Emanuele
ti di Pittsbugh, dell'Ordine del
j Figli d'ltalia, si e' spontaneamen
!te offerto a rappresentare il nostro
! giornale nella laboriosa colonia ita
! liana a East Libety di quella citta'.
Il signor Villani, ha. virtù' poco
: comuni, e' intelligente, energico, atti
| vo, puntualissimo. Se ci dilungassimo
; a parlare di lui menomeremmo le au«
, I qualità'. Diciamo solamente che egli
le' autorizzato a sollecitare avvisi e
' | abbonamenti per La Libera Parola e
. ad esigerne Non lo racco
• mandiamo a nessuno, perche' il si
-9 gnor Villani BÌ raccomanda da se'.
La Divina Commedia di Dante
ed i viaggi all'altro mondo
Influenza delle leggende orientai:
IV.
Qua»! tutta la letteratura Assira
derivo' dall'Accadiana o Caldea. Oli
Assiri furono detti I Romani dell'an
tica Asia; la loro nazione era una
nazione di soldati e di legislatori, non
di scrittori. Da Babilonia copiarono
| tutto il loro sapere, arte, scienza, let
teratura. Come gli antichi Caldei, es
si aprirono Biblioteche e le fornirono
li libri presi o copiati dalle antiche
Biblioteche di Erech, Slppara ed al
tre citta'. Anche I loro templi furo
no fabbricati di mattoni ad imitazio
ne di quelli di Babilonia, e le tavolet
,e di creta di Nlnive arricchirono le
librerie assire.
La più' famosa biblioteca' babilo
nese fu quella di Agane', presso Slp
liara, fondata dal re Sargone I. Lo
storico l'eroso da questa Biblioteca
tradusse In greco la grand'opera di a-
Istronomla e di astrologia In 72 libri.
Il Re Sargone fu uno dei «primi ad
Incoraggiare la letteratura. Al suo
tempo già' la lingua Accada era di
ventata una lingua morta, conosciu
ta solo dai dotti, come accadde nel
medio evo della lingua latina. I li
bri perciò' di quella nuova bibllote
! ca erano o tradotti dalla lingua Ac
cadlana. o compilati su quelli antichi.
| prendendo ad imprestito fin le parole
tecniche. Lo stesso re Sargone prese
iI titolo di DADIIRUM, consigliere,
clic era un titolo dato al principi ac
; i ndiani. Una curiosa leggenda ci e'
tata tramandata riguardo all'lnfan- i
zia di quel Monarca, slmile a quella
ili Mose', di Perseo e <ll Romolo. "Mia ,
1 madre, dice egli, era una esiliata,
mio padre uou lo conosco 11 fratello
; di mio padre governava 11 paese. Nel
la citta' di Azupiranu, sulla riva
ilei fiume Eufrate, mia madre esilia
ta mi concepì' e mi diede alla luce In
luogo nascosto. Essa mi pose in una
(cesta di giunchi e la chiuse col co
perchio spalmato di bitume. MI glt
to' nel fiume che non mi inghiotti'.
Il fiume mi trasporto' al barcaiuolo
Acci. 11 barcaiuolo Acci per la pietà'
ilei suo cuore mi prese. Il barcaiuolo
Acci mi nutrì' come suo figlio. Il bar
caiuolo Acci mi fece tagliaboschi. E
'quando lo era tagliaboschi la Dea
ißtar mi amo'
I Come 11 lettore vede la nascita mi
racolosa di Mose, di Perseo e di Ro
molo e' comune leggenda del grandi
uomini. Con ciò' non si nega l'esi
stenza storica di quel personaggi, ma
solo si osserva come I nostri antichi
solevano rivestire di un'aureola stu
pefacente I grandi personaggi, e sole
vano attribuire loro nascita miracolo
sa come un'etichetta per provare la
loro divinità'.
Ritornando al viaggio di Gisdubar
all'altro mondo, ondo nbbiamo prese
le mosse di questa digressione, no!
possiamo rintracciarvi altre leggen
de ed altri miti sviluppati da scrlt- ;
ii>rl posteriori.
Nel poema epico di quell'eroe cal
deo infatti troviamo tra l'altro un,
sogno, nel quale egli vide che le stel
le del cielo caddero sul suo dorso,
mentre un leono come un mostro gli
si avventava contro.
VI e' una descrizione della sua gi- .
ta al di la' dei confini della terra,
ove trovo' degli scorpioni a guardia
delle porte dei sole.
In queste ultime leggende, e' chla
; ro che li viaggio di Gisdubar com"
i quello della Oca Istar e' un mito del
viaggio del sole nelle varie costella
zlonl dello zodiaco. Tutte le leggen
<le # della discesa all'lnferno degli Del
dopo la loro morte non sono altro che
1 un mito solare. La loro permanenza
i per tre giorni nelle regioni Infernali |
si riferisce all'antichissima credenza
che 11 sole per tre giorni rimanesse
; senza moto nel periodo dell'equinozio I
| di primavera, cioè' dal 21 al 23 Mar-'
zo. Una antica leggenda persiana ci
fa sapere della discesa di Crlsna nel
' l'lnferno, e del suo ritorno sulla ter
ra quando Orsus, la Dea della prima
vera aveva vinto 11 Dio dell'lnverno.
Dello stesso genere sono le leggende
di Prometeo, di Adone e di Osiride,
come vedremo In seguito.
Riguardo alla leggenda di Istar,
i bisogna notare che essa era prima
considerata come la Dea Terra. Or
la terra durante l'inverno perde tutti
> 1 suol fiori, le sue erbe e sembra che
■ muoia per ritornare di nuovo vesti
ta delle sue gemme a primavera.
ESCATOLOGIA DELI'AVESTA
> La religione di Zoroastro e' ricca
i di miti ed ha un'escatologia più'
, ricca dell'Assiria e di Babilonia. L'A
-3 j vesta inculcava un'etica di alta mo
rale ed insegnava una sistematica
dottrina riguardo al premio ed alla
: pena nella vita futura. Quivi le peri
Fa quel che devi, avvenga
che può'
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
pezie dell'anima dopo la morte sono
descritte con minuti particolari.
Per tre notti dopo la morte l'ani
ma siede nelle vicinanze del cadave
re e propriamente vicino alla testa,
e durante questo tempo gode un gran
diletto, se e' un'anima buona. Alla
fine del terzo giorno sente un'aura
leggiera che spira dal sud. coiwun
gradevole sentimento di esser rinata
in un luogo p'ieno di alberi ed erbe
fragranti. L'anima cattiva al contra
rlo si sente misera difrante quel tre
giorni, ed infine c' assalita da un tur
bine veemente che spira dal nord.
Quando l'anima del defunto, buona o
cattiva, dopo il terzo giorno si di
parte da questo mondo, deve attra
versare 1 angusto ponte CHINVAT
ove spiriti buoni e cattivi si conten
dono il passaggio. All'arrivo di una
anima di buoni pensieri, di buone o
pere, di buone parole e di buona re
ligione, viene incontrata alla testa
del ponte da una bella giovane, che e"
la sua propria coscienza. Da essa
viene condotta al luogo del Giudizio,
ove sta aperto un libro nel quale
stanno scritte tutte le buone e le cat
tivo opere fatte durante la vita. Al
lorché' per le buone opere l'anima
e' ammessa, vien ricevuta con molte
acclamazioni dalle celesti potenze, e
le viene assegnato un posto fra mol
ti scabelll dorati.
L'Elisio dell'Avesta e' descritto co
me una montagna sacra, la cui som
mità' e' sempre illuminata da fulgida
i luce, e non \ i si fa mai notte, ne'
Ivi sono venti caldi o freddi, ne" ma
lattie e lo nubi non vi possono arri
i vare Ai piedi della montagna vi e'
| un grande mare. Il MAR DELL'ES
SEUE In moz'o a cui cresce l'albero
della vita. Le acque del maro sono
bollenti. Sull'albero della vita vi o'
in uccello divino; quando 66 ne vola
lontano, da quel sito dove sta appol
laiato. vi germogliano mille ramoscel
li, e dove l'uccello posa i pie' mille
ramoscelli ne cndono.
Questo mistico uccello era detto
l'uccello di Karshlpta.
Un uccello simile occorre frequen
temente nella mitologia indiann. 11
divino uccello degli Accadi rubo' 11
fulmine dal cielo, come Prometeo, e
fu impotente ad impartire la cono
scenza del fuoco all'uomo (Sayce
Hibbert Lectures 1887) I Semiti di
Babilonia identificarono quest'uccel
lo col dio dell'agricoltura Zu, che in
forma »li uccello raii' agli Dei le ta
volette del destino.
Distinto dall'Eliso degli Dei e dal
l'lnferno de! moHi e' Il Cielo di Lu
ce di Yima, detto Vara, che significa
ORTO CHIUSO, ed e' un duplicato del
legno nel quale regnava durante l'e
tà' dell'oro, prima che questo mon
do fosse creato. Quell'orto era stato
formato dal biondo Yima. il buon pa
store, per comando del Creatore, Altu
ra Mazda, in vista della distruzióne
che doveva avvenire del mondo ma
teriale. divenuto corrotto, in modo
i-be In quell'orto si potesse conserva
're la semente dell'uomo e di tutti
gli animali e piante. In quest'orto Yi
ma costruì' un serbatoio sui cui or
jll vi era gran quantità' di cibi. A
quelita infelice regione l'uccello Kat-
Fhipta porto' l'Avesta e lo predico' a
quegli abitanti che menavano una
! vita tutta piena di gioia e di piaceri.
Cola' non vi era nessuno che soffris
se caldo o freddo, malattia o vec
chiaia e neanche la morte. Quegli a
bltantl erano in perfetto stato di sa
lute, nessuno aveva difetti corporali
:o mentali: non vi era ne' malizia, ne'
liiifria, nessuna cattiva passione lel
l'anlma.
Nelle più' antiche leggende Caldee
Bla' si trova la nozloue dei sette cie
li. Questa divisione del cielo in set
:e differenti parti si deve indubbia
-1 mente alla teoria astronomica del set
te pianeti che giravano intorno alla
terra.
Dante porto' il numero dei cieli a
dieci, secondo le idee astronomiche
1 dei suol tempi Introdotte dagli arabi.
Ai sette originali ne aggiunse
I altri tre, cioè 11 cielo delle stelle fis
! se, il cielo cristallino e l'empireo.
Dr. F. CUBICCIOTTI
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