Appendice de ''La Libera Parola" NUMERO -V
CREPUSCOLI
DI LIBERTA
Ma che ! Lei ha la sua carne- ;
riera forestiera colla quale parla
sempre in una lingua che non fi ca
piece; Santina non fa che portare
la roba innanzi ed indietro e cor
rere ad impostare le lettere quando
il servitore e' impegnato in antica
mera.
Non saranno poi tante le lettere,
mi immagino.
—AI contrario. I>h baronessa
«■rive sempre, scrive anche di notte
ed alla mattina per tempo, suona per
mandare alla posta.
Curioso. Io la credevo occupa
ta solamente della sua bellezza.
Si occupa anche di quella, ben
ché' non ne abbia bir-ojrno; Santina
dice che e' proprio bella come una
Il valore della Protesta Ponti
ficia nell'ultima Enciclica
Ci piace riportare questo articolo
del Dr. Giovanni Preziosi, direttore
de "La I ita Italiana", uno fra i
più competenti g tornatisi t italiani,
sugli effetti deleterit che le annuali
proteste, pontificie hanno all'Este
ro sull'ltalia e sugli italiani emi
granti.
Questo scritto e' tanto più' inte
ressante in quanto che e' dovuto al
la penna di una mona non sospet
ta di anticlericalismo, perdo' k
pubblichiamo qui appresso:
L'ultima enciclica pontificia "Pa
celli Dei munus"' che recava al
mondo cattolico con la data di Pen
tecoste la parola sulla riconciliazio
ne cristiana dei popoli, ha per l'lta
lia una significazione e un porta
to speciale, in quanto contiene un
implicito riconoscimento di Boma
capitale d'ltalia togliendo il divie
to ai viaggi dei sovrani cattolici.
Questo fatto ha dettato a tutta la
stampa italiana un commento bene
volo alia rinnovazione dalla prote
sta per lo "stato anormale" in cui
trovasi presentemente il Capo della
Chiesa.
Il testo ufficiale dice:
"Noi, considerando le mutate cir
costanze dei tempi e ia piega peri
colosa degli eventi, pur di coope
rare a questo affratellamento dei
popoli, non saremmo alieni dal mi
tigare iif qualche modo il rigore di
quelle condizioni che, abbattuto il
Principato civile della Santa Sede,
furono giustamente stabilite dai No
stri antecessori ad impedire la ve
nuta dei Principi cattolici a Roma
in forma ufficiale.
"Pero', nel tempo stesso solenne
mente proclamiamo che questa No
\ etra remissività' consigliata, o me
glio voluta, come parp, dalla gra
vita' dei tempi che corrono, non si
deve affatto interpretare quale una
tacita rinuncia di sacrosanti diritti
quasi che la Santa Sede si appagh
dello stato anormale in cui si trovi
al presnte. Che an»i le proteste eh<
i nostri Predecessori fecero più' voi
te, non punto mossi da umani in
teressi ma dalla santità" del dovere
per difendere, cioè' la dignità' ed
diritti di questa Sede Apostolica
Noi qui in questa circostanza le rin
noviamo per le identiche ragioni
chiedendo iteratamele e con mag
giore insistenza che, mentre si c
pattuita la pace tra le nazioni, ces
si anche per il Capo della Chiesi
questa condizione anormale, eh
gravemente nuoce, e per più' moti
vi, alla stessa tranquillità' dei po
poli".
Queste le parole dell'enciclica. 0
ra noi, mentre conveniamo nel ri
conoscere che l'odierna formula d
protesta e' più' temperata delle pre
cedenti, e vediamo anzi in essa ui
invito alla riconciliazione, non pos
siamo, d'altra parte, ammettere eh
l'effetto pratico dell'enciclica ne
mondo cattolico -ia quello di svuota
re di reale contenuto le obbligatori
proteste.
Se il passo dell'enciclica in diseus
sione fosse documento pontificio de
stinato all'ltalia e non al mondo in
tero, noi faremmo eco al coro degl
inni della stampa nostrana; ma ap
punto perche' il documento reca a
mondo intero la parola del Papa no
dissentiamo rispettosamente da que
sto coro.
Gli italiani non sanno di quali fu
ncste conseguenze e." stata apporta
trice all'ltalia e agli italiani all'è
stero la protesta pontificia che s
rinnova periodicamente dal 70 il
qua.
Non mi riferisco all'atteggiamen
to di governi cattolici, ma all'atteg
giamento delle popolazioni fattoli
che.
Chi, per esempio, ha v;~uto ne
gli Stati Uniti d'America che ospi
tano tanta parte della nostra emi
grazione, non ha potuto fare a me
no da) constatare da quale diffiden
za e da quanta avversione l'italiani
e' circondato tutte le volte e som
le più' in cui si trova a eon*at
to o alla dipendenza di cattolici a
merieani, specie se d'origine irlan
desi.
Nelle fabbriche dove l'elemento dj
rigente e' cattolico, ai nostri e
creata una condizione morale infe
| Madonn*. ma ha un arsenale di sa
poni e di boccette; e che lusso nella
biancheria tutta profumata, perfino
le calze ! Vuole mettere un fiore
qui ?
Sina si guardo' nello specchio fra
due candele di cera.
I n fiore dietro l'orecchio come
lo mette la Itaronessa ?
No. no. preferisco non 3 ver
nulla fra i capelli. Ci son già" lanti
fiori sull'abito che mi parra' di es
sere un cespuglio. Sollevalo adagio
per non sciuparlo. Come e' carino,
newero ?
I li amore, confermo' Marietta.
tendendo l" a bito in alto con quattro
dita e infilandolo adagi» adagio dsl
rla testa giù' giù' per le spalle e i
riore perche'... l'ltalia tiene pri
gioniero il Papa.
1 nostri sacerdoti secolari trovano
spesso ostacolo alle loro affermazio
ai patriottiche da parte della gerar
chia ecclesiastica americana, die e'
juasi tutta d'origine irlandese, jnr
he' esiste una quistione romana.
I cattolici tedeschi-, polacchi, ar
meni. irlandesi possono in quel libe
ro paese affermare, unificandoli, i
loro sentimenti di religione e di pa
[ria senza ostacoli e diffidenze, men
tre affermazioni consimili da )arte
lei cattolici italiani urtano le susoet
tibilta' degli altri cattolici. 1» sven
tolare della bandiera italiana sulle
hiese italiane d'America rette da
buoni sacerdoti italiani, fa spesso
giudicare questi per cattivi cattolici.
Chi scrive ricorda le difficolta'
?he dove' superare e non riusci' a
superarle da pertutto nel 1011
juando volle organizzare la mostra
lella scuole italiane cattoliche esi
stenti negli Stati Tniti. Perche'
quella mostra era destinata all'K-po
!izionc di Torino, la quale comme
morava il cinquantesimo anniversa
rio della proclamazione del regno di
Italia, la gerarchia ecclesiastica a
nenoana proferiva ihc le scuole cat
toliche italiane si astenessero da o
mi partecipazione.
Fin alcuni membri del Board of
nlucation della Citta' di New York
che furono da me interessati per far
partecipare alla mostra anche le
scuole pubbliche dei quartieri italia
ni della citta', aventi una percentua
le di bambini italiani superiore al
">O%, dovettero essere catechizzati
sul significato della mostra che non
voleva essere una affermazione anti
pontificia ne' anti-cattolica, ma so
lo italiana.
In America, purtroppo, fervente
italiano e' spesso termine antitetico!
di fervente cattolico.
E l'avversione starei per dire si
rinnova e si intensifica ad ogni ri
petersi di protesta da parte del Pon
tefice.
Ne' l'opinione pubblica dei catto
lici degli altri paesi del mondo e'
molto diversa. Non parlo della sola
Spagna e Francia, ma mi riferisco
all'opinione dei cattolici appartenen
ti a paesi non cattolici.
La guerra aveva modificato note
volmente questa strana situazione e
noi assistemmo all'interessamento
per la guerra italiana e per la vit
toria delle nostre armi da parte di
quei cattolici e di quelle organiz
zazioni cattoliche forestiere alleati
od associate che prima d'allora non
nutrivano per l'ltalia, con Roma
capitale, le migliori disposizioni.
Il ripetersi oggi della protesta
pontificia serve a ristabilire lo statu
quo ante, ed e' per questo che chi
scrive dissente dal coro unanime
della stampa italiana che, dimenti
cando la destinazione del documento
pontificio, si appaga di quanto nella
parola del Pontefice e' implìcito,
trascurando quello che e' esplicito:
la protesta cioè' e i suoi effetti, non I
presso i governi, ma presso una par
te non certo trascurabile dall'opi
nione pubblica di quei paesi con ;
quali l'ltalia ha interessi vitali da
affermare.
Io non dimenticherò' mai quell'i
che a questo proposito mi diceva
nel 1906 un vescovo cattolico ame- i
ricano d'origine tedesca : Mons. Metz :
vescovo di Denver nel Colorado.
"Se, egli diceva, il Pontefice «li ;
Roma, che poi e' sempre un italiano, ;
si potesse rendere conto degli effet- \
ti deleterii che la rinnovazione sen- ;
za scopo della protesta contro lo Sta- |
to Italiano produce a danno dell'l- :
talia, che pure e' il suo paese, e po
tesse sapere di quali dannose conse
guenze e' eausa qui per i milioni
d'ltaliani, non dubito nn momento
che non la rinnoverebbe, o per lo
meno la rinnoverebbe il meno pos- 1
sibile. Ma i pontefici non conoscono
l'estero".
Purtroppo, aggiungiamo noi, l'e
stero non e' conosciuto neanche !
dalla stampa italiana.
9 f>r- '
fianchi della padroneina.
Era un abito di mussolina d'lndia
leggerissima, cou otto piccole balze
sulla gonna rialzate a festone e tenu
te fisse da piccoli mazzolini di buca
ime. Al disopra della vita lunga e
•ottile lo scollo modesto era pure
fermai > sul petto dai bucaneve e due
mazzolini «lei fiore silvestre arresta
vano la breve manica uu po' più' al-,
to della pietra del braccio. Dopo aver- !
lo allacciato e assestato colla mag- :
giore delicatezza possibile intorno al
'corpo della fanciulla, Marietta in
treccio' le mani nella attitudine I«ca
la dell'ammirazione ripetendo: - Un!
a more !
Ili ri alta' N'ina appariva leggia
drisonia <■■>' suoi cedici anni, la figli- !
rina aggraziata, il volto simpatico eì
buono in mezzo a tutto quel candore ; 1
fiocco ili neve coi fiori della neve. '
Tutt'insieme una visione di purezza '
«lilla quale brillavano di innocente !
gioia i grandi e lìmpidi occhi.
Domani poi ini racconterà' tut
to divse ancora Marietta colla o-,
spansiva confidenza che le veniva
dall'affetto -incero per la sua pa
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I Si, ti descriverò' ogni cosa,
Marietta, sta sicura.
I n passo affrettato nel sa lotti no e
la voce di donna Gigia:
Sci pronta?
Fron t ß, risposi Nina aprendo
l'uscio.
Donna Gigia apparve col suo sor
riso trionfante della donna fra i qua- j
tanta e i cinquantanni cscita con '
' tutto suo onore da una Jung® batta
trlia allo specchio. Anche lei da qnal-1
che tempo mancava dalle grandi fe- j
-te e l'occasione di ritornarvi per
presentare la giovane cugin a l'aveva
messa in impeto particolare. Rinun
| riandò all'abito nero per la prima
volta dopo Ja sua vedovanza, indo?-,
! >"* va una veste di morbida seta tra il
grigio ed il lilla, ricadente dalla vita
in larghe pieghe, aperta davanti so
pra un grembiule di raso bianco do
ve ricorreva un intreccio graticolato
di nastri della medesima tinta deli
cata dell'abito e saliente fino al pet
to per aprirsi allo scollo in una du
plice berta di malines. Teneva fra le
mani un mazzo di viole mammole
sorretto da un giro di carta trafo
. rata.
j Che ti pare, Nina?
Stai benissimo, sei molto ele
gante.
Xon mi abbatte un poco que
i sto colore?
Xon direi. Ti ringiovanisce an- j
i zi ' , I
Marietta uui' le sue lodi e confor-1
' tata cosi' da un primo successo don
na (ìigia, seguita da Xina, si avvio !
nel salotto verde per incontrarsi col!
marchese Annibale che le attendeva 1
già' pronto. Mezz'ora dopo il pesante
carrozzone di famiglia li deponeva
jtutti e tre sulla soglia della Società';
del Giardino, dalle etti vetrate usci-1
,\ano fasci di luce uniti alle molli ca
denze di un walzer.
Quantunque la festa fosse già' in
cominciata molti uomini stavano in
piedi nell'antisala per essere i primi
ad accogliere le belle ritardatane. A
rienti, che si trovava fra di essi, fu j
pronto ad offrire il braccio a donna
(ìigia: ma nessuno ardi' staccare dal
marchese Annibale la fanciulla della j
, quale egli sembrava fiero e felice, I
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Influsso di ardore retrospettivo per
'quella piccola mano inguantata di
| bianco che si posava sul suo brac
' ciò. Attraversarono cosi', il bel vec
chio e la nipotina, la sala d'argento
je il gran salone d'oro portandosi nel
| salottino di fondo, molto osservati
| entrambi per la novità' della loro ap
-1 parizione in quelle sale e salutati da
igran numero di conoscenti.
! "Quel marchese Annibale di
cevano che gagliardo! Lo si cre
deva inchiodato dalla gotta sul suo
' seggiolone ed eccolo qui capace anco
ra di fare delle conquiste. Xon sa
i reblio da meravigliarsene soggiun
geva qualcuno fu ai suoi tempi
un vero Don Giovanni. Prima di am
mogliarsi visse a lungo nelle sue ter
re trattenuto dalla passione per 'la
caccia e dalla avvenenza delle brian
zole. Buono, leale, generoso, corag
gioso, benefico, era adorato dai suoi J
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la cosa non e' molto facile: /ina sei
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•'Quando si ammoglio' mise „„
poco giudizio, oh ! appena un poco
Dopo quasi dieci anni di matrimoniò
stette tre giorni lontano dal tetto ,- 0 .
niugale senza che nessuno ne' allora,
ne' poi potesse sapere dove li ave**»
i passati. La povera marchesa non po
teva darsene pace e piangeva, pi an .
ge\a. Egli la consolo' bonariamente
con questo ragionamento: "Ascolta
cara, se in «licci anni di matrimonio
e' la prima volta che ti faccio questo
torto.puoi arguire con tutta probabi
lita' che ne passeranno altri dieci
senza che ne avvenga il secondo ; die
ci anni sono molti e d0p0... dopo
non avrai più' occasione di piangere
purtroppo". La cronaca non dice sé
la marchesa si accontento' del ragio
namento".
Una risata ed altri commenti MI
nuovi arrivati.
I
J (Continua)