La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, February 08, 1920, Image 1

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    PI'BI.ISHED AND DISTRIBUTED UNDER PERMIT NO "500 AITH
ZED BY THE ACT OF OCTOBER 6. 1917, ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHILADELPHIA, PA., BY ORDER OF THE PRESIDENT, A. S. BI'RLESON, POSTMASTKK CKN
1 forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A . GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
1626 So. Broad Street
ANNO 111.-Numero 5
INDIE E COMMENTI
i Mancanza di "Reclame"
Ci sono di quelli che negano l'utili
tà della "reclame" quando sia esclusi
vamente commerciale ; di questo pa
rere sono la maggioranza degli italia
ni d'ltalia. Dubitiamo, però, che gli
Italiani d'America siano della stessa
opinione.
Possiamo infatti osservare tutti i
giorni che le nostre glorie e le nostre
attività sono spesso misconosciute e
malgiudicate; di noi all'estero si cono
scono c, magari si esagerano le dif
ficoltà e le deficienze, non si esaltano
mai i lati buoni e non si mettono mai
nella debita luce gli sforzi che noi
facciamo per elevarci e ritornare
quelli che siamo stati un tempo.
Ebbene, la colpa è nostra e nostra
soltanto; noi non sappiamo farci la
"reclame", non sappiamo metterci in
evidenza; non abbiamo ancora com
preso come sia utile, tanto dal lato
materiale che da quello morale, far
ci conoscere ed apprezzare dagli
stranieri; vedete un,po'; un professo
re di Bologna ha isolato il bacillo del
la malattia del sonno, attorno al qua
le si scervellavano d'u tanto tempo gii
scienziati dei due emisferi; un inge
gnere italiano a Parigi ha fatto degli
esperimenti straordinari col telefono
senza fili; chi ne parla? chi se ne oc
cupa? Ci sono ora in America parec
chie personalità distinte del nostro
mondo scientifico; il Prof. Volterra
dell'Università di Roma, uno dei no
stri più illustri matematici che sta
facendo un corso all'università di Ca
lifornia la quale, sia detto fra paren
tesi, ha per Rettore un altro italiano;
abbiamo in America il Prof. Ettore
Cadorin. distintissimo scultore veneto
che illustra con conferenze i lavori
del genio italiano; abbiamo Padre Se
teria, uno degli uomini più colti e
degli oratori più affascinanti davant.
al quale tanti astri di prima grandez
za impallidiscono un be' po'. Ebbene,
attorno a loro si fa la congiura del
silenzio.
Bisogna cambiar strada; mettersi a
fare né più nè meno di quello che fa
cevano i tedeschi con costanza e con
discernimento; dobbiamo penetrare
nella vita commerciale e politica di
questo paese, se vogliamo che esso ci
creda qualche cosa, perchè gli ameri
cani più di qualunque altro popolo
giudicano le persone dai risultati e dal
successo che esse ottengono. E' neces
sario che ci mettiamo in prima linea
senza false modestie, (che la modestia
è una moneta che non corre in Ame
rica), prendiamo parte alla vita com
merciale e politica e, sopratutto, di
ciamo sempre a tutti ciò che abbiamo
fatto e ciò che faremo, proprio come
fanno tutti, in modo da richiamar la
attenzione altrui sopra di noi.
E' necessario che dimentichiamo u
na buona volta di darci addosso l'ur
i'altro come tanti cani affamati, per
-hè ci facciamo un male terribile de
<iua!e tutti i giorni vediamo le conse
guenze.
Quest'opera non sarà, pur troppo
nè semplice nè breve, ma è tuttavia
necessaria, se vogliamo essere qua!
che cosa e, d'altra parte, è infinita'
ivvente più facile di affermarsi grada
tamente e sicuramente, con vantag
gio materiale anche immediato, anzi
ché cercare di affermarsi con urn
sforzo gigantesco come quello dell'ul
tima guerra che costò tanto sangue i
tanto denaro alla nazione e che puri
non è servito allo scopo. Tanto è veri
he tutto è relativo e U gran mass,
del pubblico americano non ha ancor;
capito la grandezza dell'opera dell'l
talia nella guerra, semplicemente per
chè nella sua mente collettiva, il con
eetto dell'italiano e della sua efficien
za è tuttora molto basso.
Diciamolo pur francamente: gli a
mericani, dopo aver combattuti i te
deschi ed averli visti annientati, han
V) sempre per essi un grande rispet
to; essi ne ammirano sempre la for
za e l'organizzazione. Passato il pe
riodo acuto della lotta e sopiti gli o
dii i tedeschi saranno di nuovo adorat
in America come lo erano una volta <
quando si parlerà della guerra e dellt
atrocità da essi commesse, si trove
ranno dei faciloni che getteranno tut
ta la colpa sul governo del tempo e
non sul popolo tedesco, aiutandolo co
si a ristabilire il suo credito morale.
Per gli italiani le cose andranno, su
per giù, come sono andate finora, st
l'ltalia non si deciderà a tenere una
politica differente da quella fin qu;
tenuta, nel senso di far comprendere
all'America, e dicendo così intendiamo
dire alle masse del popolo americano,
che l'ltalia per coltura, per organiz
zazione di vita sociale ed economica
non è seconda a nessuno.
Sarebbe desiderabile a questo sco
po un accordo fra le"~forze dei partiti
più evoluti del nostro paese per pro
cedere di comune accordo a quest'ope
ra di elevazione tanto necessaria e
pur tanto lontana.
La questione irlandese
Molti non sanno neppure che ci sia
una questione irlandese; ma essa c'è
e si fa sempre più grossa, insieme a
parecchie altre che agitano i popoli
soggetti alla dominazione britannica.
Gli italiani d'America abituati a ve
dere gli irlandesi in una luce poco
benevola, non si sono mai interessati
molto alle sorti di un popolo che ha
delle grandi qualità e dei grandi di
fetti e che da secoli combatte la sua
guerra d'indipendenza contro un nemi
ITALIAN WEF.IvLY NEWS PAPER
ico strapotente e implacabile. Ma gli
italiani d Italia non debbono diluenti
i care che l'lrlanda ha combattuto
! sempre come ha combattuto l'ltalia
per un sogno di autonomia che i più
jcredono irrealizzabile.
I Gli inglesi, da canto loro, esageran
do i difetti del popolo irlandese, lo
chiamano ignorante e bevitore, super
stizioso e fanatico, ma non è men vero
che gli irlandesi hanno delle qualità
geniali e artistiche che mancano as
solutamente agli inglesi; ad ogni mo
do, il fatto che gli irlandesi siano un
popolo più o meno simpatico, non
modifica per niente il loro diritto a
governarsi da sè.
Riusciranno gli irlandesi a far vale
re le loro ragioni presso il popolo in
glese? Ne dubitiamo. Sta però il fat
to che l'lrlanda aspetta soccorso dai
suoi tigli che sono emigrati tn Ame
rica; è la sola speranza che le resta.
1 seguaci della Repubblica Irlandese
fanno adesso un'attiva propaganda in
questo paese per raccogliere i fondi
necessari! a continuare nella lotta con
tro l'lnghilterra e i loro sforzi trova
no larga eco di simpatia e di aiuto.
(ili italiani che hanno compiuto la
loro indipendenza nazionale, dopo un
secolo di lotte atrocissime, non posso
no a meno di simpatizzare con i figli
della verde Erinni, nello sforzo Una»
ce che essi compiono per la redenzione
del loro paese, tanto più che i meto
di inglesi di predominio non sono i
gnoti a noi per prove passate e, pur
troppo, anche recenti. »
LA LIBERA PAROLA.
SCIOPERI IN ITALIA
Noi siamo per quegli scioperi eln
tentano al miglioramento delle class.'
lavoratrici, ma non per quei movimen
ti sfrenati, senza obbiettivo, i quali,
specialmente nell'ora present. . creane
il maggior disagio alla nazioni e per
conseguenza al pubblico.
La mania degli scioperi è un male
che affligge tutto il mondo in questo
periodo di dopo-guerra e, naturalmen
te, non c'era da aspettarsi che l'ltalia
ne fosse immune. Ma quello che non
ci aspettavamo erano lo agitazioni in
tempestive di funzionarli e di lavora
tori che, per essere addetti a pubbli
ci sei-vizi, dovrebbero sentire maggior
mente il peso della loro responsabili
tà. Lasciarsi trascinare da teorie par
tigiane e compromettere seriamente il
benessere avvenire del paese, solo
perchè così piace a pochi capoccia che
hanno bisogno di notorietà per prescn
tar la propria candidatura alle prossi
me elezioni. Via, è un po' troppo inge
nuo e anche troppo colpevole!
Non era ancora finito lo sciopero
dei "postelegrafonici" (come' si dice
con espressione orribile, per designare
tre categorie d'impiegati dello Stato)
che ecco lo sciopero dei ferrovieri; per
fortuna, il buon senso ha prevalso e
l'opinione pubblica, condannando le a
gitazioni inconsulte, ha dato al gover
no la forza morale necessaria a fron
teggiarle e a vincerle. Che cosa sa
rebbe successo se gli scioperi dei pub
blici sei-vizi fossero riusciti?
11 paese sarebbe stato gettato in un
caos orribile che avrebbe reso impos
sibile il funzionamento del governo e
l'esercizio dei poteri pubblici; le na
zioni estere avrebbero riguardato la
situazione nostra come disperata e il
discredito finanziario ne sarebbe stata
la prima e più logica constguenza.
Se si vuole veramente che l'ltalia
compia, senza inciampi troppo gravi,
l'opera della sua ricostruzione econo
mica, è necessario che tutti diano la
loro cooperazione sincera e leale aiu
tando il governo ad uscire dalle diffi
coltà presenti. In Italia, al momento
attuale, non esiste il bisogno di al
cuna agitazione politica, poiché non
manchiamo di libertà e di giustizia;
se ci guardassimo attorno a osserva
re quante ne abbiano altri paesi, l'A
merica per esempio, troveremmo che
abbiamo nel nostro paese una liber
tà di parola, di stampa, e personale
che, stanno diventando sempre più un
mito nella proverbiale "Sweet land of
Liberty".
"G. FERRANTE
tornando in America
Il .signor Joseph De Marco, ex Su
premo Segretario di finanza dell'Or
dine figli d'ltalia, che, durante il pe
riodo della guerra mondiale, t stato
in Italia nella qualità di segretario
della umanitaria Istituzione Y. M. C.
A., ha scritto da bord« del vapore, in
cui era imbarcato per far ritorno in
mezzo a noi, una letterina al nostri
direttore.
Quando questo giornale vedrà la lu
ce il signor De Marco sarà già in A
merica e noi gli diamo il benvenuto,
come, a mezzo nostro, glie lo danno '
tanti consoci dell'Ordine ed una lunga
schiera di amici ed ammiratori che so- :
no contenti del suo ritorno .
iNella lettera il signor De Marco
dice;
"Sul mare, 27 gennaio, 1920. ;
"Caro Di Silvestro,
"Doman l'altro, 29 corrente mese, '
sbarcherò a Slrw York.
"Nella mia lettera scrittati da San ;
Michele nelle Aazorre non ricordo se '
ti ho comunicate che fra i passeggie- 1
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEMPRE, C O fNJ l_/\ FIACCOLA I Psl PUGNO
Entrred as second-cliw matter Aprii 19, 1918. at the post oftice at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879".
i l, i ne n inno viaggiato c <n me vi era
iì Dr. Adotto Vinci, Consigliti*'? di H
mig razione presso la R*cm Araba
soiatii d'ltalia a Washington. Egli vie
ne per stabilire uffici in New York ed
in altri centr. negli Stati Uniti nell'in
teresse dei nostri emigranti.
"Naturalmente gli ho parlato del
nostro Ordine, del quale egli apprezza
la forza numerica, ceononrea e mora
le, e dei fratelli Di Silvestro, spiegan
dogli I lio, uno di C-M, tu sei riuscito
a creare e ad amministrare la nostri
Organizzazione nella Pennsylvania,
in un modo esemplare. Egli si ricorda
di tuo fratello Giovanni nel Primo
Congresso degli Italiani all'Estero, te
nutosi in l'hiladclphia, al quale presi
parte anch'io.
'Ho voluto scriverti di questo ini
L'italian Star Line resta muta
Figli d'ltalia, siate cauti prima d'investire i vostri risparmi
La "ltalian Star Line" ha creduto
bene di non dare le spiegazioni da noi
richiestele. Che essa abbia voluto i
gnorare il nostro giornale è affai
suo; ma ignorare il pubblico, in mez
zo al quale le azioni sono stute ven
dute o si venderanno ancora, non è
buona politica, se essa «i sente in gra
do di assumersi le responsabilità che
le incombono.
Quale fiducia può ispirare una Com
pagnia ohe, di qua e di là, va sbrai
tando il patriottismo dell'opera che si
accinge ad espletare; i favolosi gua
dagni the promette ai nostri coloni e
la rivoluzione che intende di apporta
re nel commercio marittimo, se alle
prime domande, cortesemente fatte,
in nome e per conto del pubblico, che
lui diritto di sapere, si nasconde e ri
fiuta le spiegazioni chieste?
Sono stato sciocche le nostre do
mande? Ragione di più per risponder
ci e metterci a tacere. •
Due settimane or ,-ono fu a Pliila
delphia il signor Giovanni lì. Tresca,
uno dri pizzi grossi della
e s'incontrò con il nostro direttore.
1 ornato a Pittsburg la Compagnia ci
laceva giungere un telegramma ano
nimo. Diciamo anonimo perchè sotto
il nome "ltalian Star Line" non sap
piamo chi sia stato a telegrafarci.
Il telegramma dice cosi:
"Pittsburg, Pa., Jan. 22, 1920
"Mr. Giuseppe Di Silvestro
Care cf ltalian Ne\vspap< r
102(5 So. lìrnad St.
Philadelphia, Pa.
"l a ringraziamo per la cortese ac
coglienza usata al nostro signor Tre
cca e siamo lieti invitarla al meeting
generale dogli azionisti della nostra
Corporazione, ben s'intende rimborsali
do tutte le spese onde convinci la con
evidenti prove di quale serietà e cor
ri tte za e onestà può vantarsi la nostra
Corporazione e come essa sia prossi
ma al conseguimento di quegli seop'
che taluni dando prova della loro in
telligenza e tali altri della loro mala- '
fede si scalmano tanto da far credere
irrealizzabili.
ltalian Star Line".
Come il pubblico vede questo è un
invito al nostro direttore di recarsi a
Pittsburgh per assistere ad un "meet
ing generale" degli azionisti.
A prima vista il pubblico potrebbe
commentare che ad un invito così cor
tesemente fattoci non avremmo dovu
to mancare. Noi però spieghiamo le
ragioni perchè abbiamo declinato di
essere presenti:
1. Il nostro direttore per le ore
10 a. m. del 2 febbraio era invitato
a presentarsi davanti alla Corte of
Common Pleas No. 5, giudice Martin,
per espletare il suo mandato di giu
rato;
2. Se, per ogni appunto o critica
che un giornale fa a questa od a quel
la Compagnia o Knte, per assicurarsi
della bontà dell'una o dell'altra si do
lesse correre per i diversi punti degli
Stati Uniti, invece del direttore di un
giornale un uomo sarebbe costretto
a fare il commesso viaggiatore;
.'5. Per dare delle spiegazioni al
pubblico non era necessaria una riu
nione di azionisti, anche se generale.
Quali spiegazioni possono dare i soci
della "ltalian Star Line?" Tutto al
più potrebbero ripetere quello che è
stato loro detto dai propagandisti, di
rigenti e ideatori della Compagnia.
Ed allora perchè non darle diretta
mente costoro invece che aspettare la
"riunione generale" degli azionisti?
Queste spiegazioni furono richiesto
circa tre mesi fa a mezzo lettera di
questo Agente Generale. Sono mai ve
nute? Vi è bisogno degli azionisti per
dire qual'è il capitale iniziale? Se gli
Amministratori sono possessori di a
zioni, ecc. ecc.?
4. Ammesso che il nostro diret
tore si fosse recato alla "riunione ge
nerale" degli azionisti in Pittsburg e
si fosse convinto dalla serietà, correi- 1
tozza ed onestà della "ltalian Star
Line" e di queste sue convinzioni ne
avesse messo a parte il pubblico dei
nostri lettori, chi ci avrebbe garanti
to che questi non avrebbero esclama
lo: gatta ci cova! Perciò, se non si ha
! paura della pubblicità, che benefiche
rebbe la "ltalian Star Line" se dalle
: spiegazioni si potranno dedurre "la
| --erietà. correttezza ed onestà di essa,
! le spiegazioni si diano direttamente al
pubblico e noi, se le crederemo giuste,
! saremo i primi ad appoggiare l'im
! presa. Potrà darsi che queste deluci
dazioni vengano. Fino ad oggi che
1 scriviamo mercoledì 4 corrente me
' se nulla abbiamo ricevuto.
♦ * *
1 Intanto, eLa parecchie località
'specialmente da associati all'Ordine
PHILADELPHIA, PA., 8 FEBBRAIO 1920
portante personaggio diplomatico, che
a me ha fatto una favorevolissima
iimpressione, perchè tu sia pronto a
dargli l'appoggio possibile per l'e
spletamento del suo alto e delicato uf
ficio. Egli verrà a Philadelphia e si
procurerà il piacere d'incontrarti. Ma
se tu nel frattempo ti recherai a Wa
shington non mancare di portargli
l'omaggio dei fratelli dell'Ordine di
cotesto Stato.
"Perdona gli errori che riscontrerai
nella presente: a bordo vi è una mac
china dattilografica, che dovrebbe es
sere gettata a mare mentre funziona
ancora.
"Saluti carissimi comuni a tue fra
tello ed a Perfilia, e credimi
tuff
Joseph De Marco"
Figli d'ltalia ci pervengono lettere
che domandano spiegazioni, altre che
•ci dicono della solidarietà alla nostra
onesta Campagna.
li» una lunga missiva in inglese,
! autor» ci dice: "This letter : s not for
publications." Vorremmo potere ade
rire alla richiesta, ma la lettera in pa
rola ha una grande importanza e nei
ne diamo dei periodi staccati, senza
riportare la località dalla quale ci è
pervenuta ed altre cose che potrebbe
ro scovrire l'autore.
La lettera incomincia: "1 ani read
ing with inueh pleasurer the articles
concerning the Italian Star Line,
wliich is being organized and shares
already placed on the market for
sale". Kssa continua:
"Some tin>e ago, te engrneer, who is
apparently at the head of the project,
and a number of bis co-operators whe
re to see me and tried tbeir best lo
persuade me to take the Agency fot
the sale of the shares. Sizing the
groupe up, 1 iliade up my r.iind that
.they had ti» -liA\v me mure alile Im
siness meri than what thej were, to
a thing of this kiwi, and refused to
recomniend it and also refused te ta
ke the agency."
"The peeuliat ity of the persona who
carne bri. was the l'art that I conti
nually iilquired as to the persons at
the head of the conci rn, 1 asked for
circulatv-, and full and complete infor
mation, bui they ver» nevcr able to
give me anything to even try to aro«e
the most inlinite interest in the pro
ject. 'l'ln y never mcntioned who were
at the head of it, and ali could get
front them wa . engineer and others.
The thing here turimi out as a joke."
Il «olito sistema usato con tutti.
Pantalone deve solamente metter fuo
ri denaro; altro non deve sapere. Se
poi pantalone vuole maggiori epiegu
■ zioni si rechi a Pittsburg, al "meeting
generale" degli azionisti, dove, con un
discorso patriottico sulla necessità «lei
dopo guerra, lo si convincerà".
La lettera conchiude:
"lt is abiut ti me that a stop should
he iliade in trying to use the' Order
Sons of Italy for commercial reasons.
( l'arole sante!) The trick is being
pulled off ali over the country, and
thè well thinking meniber of the Or
der is commencing to get tireil of it
where he sees with bis own eyes the
deliberate iniposition of certain meni
bers forced on innocent and well mea
ning brothers in order that tbeir ga
me will he launced to their sole intc
rested, and when that has been ac
coniplished, the meaning of the words
fraternily and brolherly love is for
gotten.
"This sanie practice and unconscien
tious imposi tion on the brother if
continue will he the cause of the total
destruction of such organization, and
I sincerely hope that some reparation
will be soon provided in such cases
and niay the Order will long live and
continue to ilo good to mankind, as it
has done in the past, but shun the
imposter, who Comes to us disguised
as brother but we find him to be a
traitor."
Sebbene nello Stato di Pei i.sylva
nia, in seno all'Ordine, vi sia molta
disciplina e dalle autorità vi si eser
citi una amorevole rigidità, noi ab
biamo sempre dubitato che, intromet
tendovisi degli impostori, come li
chiama l'autore della lettera suddet
ta, e sostituendosi alla presente am
infnistrazione uomini senza coscienza,
esso potesse diventare un "bazar".
Gli associati dell'Ordine si lagnano
perchè sono oberati di spese. Infatti
; se, alle tasse che vi si pagano, e
sono minime alle beneficenze e o
pere patriottiche che a suo mezzo si
compiono, sj debba aggiungere anche
I il commercialismo equivoco, è natura
,le che i soci si sentano stanchi. La
(colpa però è di questi stessi e di nes
sun altro.
Più volte gli associati sono stati av
vertiti di non appoggiare iniziative
che non siano della loro organizzazio
ne ed a proprio beneficio. Se essi vo
gliono credere al primo arrivato e
sborsare denaro ad occhi chiusi senza
investigare o chiedere informazioni è
logico che "chi è cauea del suo mal
pianga sè stesso".
Se tutti i soci dell'Ordine la pensas
sero come l'autore della lettera in in
glese indirizzata al nostro direttore,
non esisterebbero inganni nè inganna
ti e la Grande Istituzione Italiana si
salverebbe degli impostori che vor
rebbero minarne l'esistenza.
Figli d'ltalia, siate cauti!
NOI.
il ina id yanii d'ili nei Ptni iti i Mei ht
il nsii il i Bili Hi # ni
Signore e Signori,
Desidero in primo luogo rinnovare
residente e ai componenti dell'As
sociazione de; Figli d'ltalia i miei più
sentiti ringraziamenti per la dignità
conferitami di fratello onorario r co
sì pure per questa calorosa ed ami
chevole manifestazione con la quale
in tale occasione hanno voluto ono
rarmi.
Confesso di non aver letto gli Sta
tuti della Associazione; ma da quanto
ini è stato autorevolmente detto, la
Società, mentre si propone di svilup
pare nei suoi soci di nazionalità ame
ricana quei sentimenti di assoluta le
altà che essi debbono alla patria «li
adozione, tende, allo stesso tempo, a
conservare a quest'ultima il beneficio
di (juella antica civiltà di cui gli a
mericani d'origine italiana, .sono de
positarli a condizione di conservarne
la memoria e la pratica.
Indirettamente l'Associazione mi
rerebbe pure a rinsaldare con i vin- ■
coli della parentela quegli antichi le
gami di amicizia che hanno sempre
reso i rapporti fra i due paesi così
cordiali e piacevoli.
E' in questo spirito che ho accet
tato » considerato come atto lusin
ghiero e gradito l'invito fatto al rap
presi ntante ufficiale d'ltalia di far
parte, a titolo onorario, dell'Associa
zione.
L'ORGOGLIO DI SENTIRSI
ITALIANI.
Né, o Signori, io potrei ad ogni mo
llo rendervi maggiore omaggio che
col considerarvi come coloro cui fu
confidata la face di una civiltà che
non conobbero e che sentono il dovere
«li mantenerla accesa per farne dono
alla nuova loro patria.
Questa repubblica fondata prin
cipalmente dalla razza anglo ■ sas
soni «li cui ha ritenuto la impronta
« la lingua, si andò trasformando nel
la sua imperiale carriera, sicché la
sua missione parve essere «jiiella «l'ac
cogliere tutti i popoli « d unificarli nel
le loro varif tà, come Homa antica ac
coglieva tutte le l azze e tutti' le ri -
ligioni ««i ai nuovi dei offriva ospita
lità e culto.
Fra i tempii che i vari popoli eri
gi ranno per rendere sempre più ma
gnifica <iu< sta t« ri a non sia «li'tto che
quello edificato dal popolo italiano sia
un no splendido.
Nobilissimo compito è il vostro se
saprete porne il fondamento con le
vostre virtù ataviche ed onorarlo con
le creazioni del vostro genio adattato
al nuovo ambiente. K non vi mancherà
la pubblica riconoscenza se saprete
conservai - ! quella maggiore sensibili
tà alla bellezza ed alla forma, qui i
profondo sentimento della famiglia,
dell'ordine i «lei diritto che sono pri •
cipue «loti della gente italica, per por
tale il vostro discernibile contributo
alla grandezza, comune.
In quest'opera apparirà tanto mag
giore il vostro merito in quanto la
maggior parte di voi non giunse qu'
accompagnata dall'aureola della ric
chezza «) della potenza, e ciò nondime
no sapete mostrare «piale preziosa
materia si nasconda anche sotto la ru
vida scorza dell'operaio e «lei conta
dino. "
Egli è certo ita deplorare che la vo
stra patria d'origine per circostanze
storiche che tutti conoscono, non potè
darvi tutti liuti mezzi e coi quali al
tri popoli più fortunati di voi emigra
rono.
L'ITALIA DURANTE IL
CONFLITTO MONDIALE.
Ma in compenso vi die il sentimen
to di una indistruttibile grandezza, «li
una vetusta saggezza, di una incom
parabile compagine familiare, tali da
fornirvi i motivi di un orgoglio che vi
fa gli uguali di chicchessia.
L'orgoglio delle origini, se bene in
teso e quando non trasmodi in jattan
za, è fonte di <|uella dignità senza «li
cui non si diventa cittadini di una de
mocrazia. E peri") entrando nel superbo
edificio di questa grande America non
chiudete la porta dietro le vostre spal
le, ma lasciate socchiuso l'uscio per
poter rimirare la vecchia casa e trar
ne materia di conforto e di ispirazio
ni'. Rimiratela, l'antica madre, colle
sue innumerevoli città «ricolme di mo
numenti e di storia, generatrice di
pensieri e «li concetti immortali. Ri
cordate i villaggi da cui scendeste,
penduti sulle colline, così pieni di dol
cezza nella trasparenza del cielo, la
loro piazza, il campanile, la fontana.
Né «limenticate il focolare, dove a se
ra si riuniva la famiglia come qual
che csa di intimo, «li augusto e di sa
cro.
Visione di lavoro e tenacia, «li
semplicità e di splendore, di una glo
ria che sempre si rinnovella.
Poiché, se alcuno asserisce che la
grandezza e la virtù dell'ltalia appar
tengono al passato e che voi siete gii
esuli di una patria «legenere, voi po
trete citare l'esempio dei nostri uomi
ni del Risorgimento da Mazzini a Crio
berti, da Cavour a Garibaldi, figure
universali che grandeggiano sulla
scena del mondo e che furono circon
dati da una pleiade di seguaci, ognu
no dei quali, per la nobiltà dei pro
positi e l'austerità «leila vita, potreb
be figurare nelle Vite di Plutarco o
fra i fondatoi-i della Repubblica ame
ricana.
LA CRISI ATTUALE.
Ma che dire- del'meraviglioso spet
tacolo che diè di sé l'ltalia' quaniio,
JMppil
scoppiata la grande guerra, si trovò
al trivio, o di combattere con la Ger
mania, o di restare neutrale, o
di prendere parte con l'lntesa.
Se la dichiarazione della neutralità
salvò l'Europa liberale dall'immanca
bile disastro, l'entrata in guerra del
l'ltalia dimostrò il suo profondo sen
so di responsabilità verso gli interessi
generali, perchè ebbe luogo all'indo
mani di una delle più memorabili
sconfitte dell'esercito russo e, (piando
le sorti degli alleati parevano compro
messe. E leggete e tenete bene im
pressa la storia dettagliata della no
stra guerra. Né lasciatevi vincere in
questa lettura da quel senso di stan
chezza die va prevalendo come rea
zione alla eccitazione passata.
E' destino dell'ltalia che ella non
possa conseguire nulla sènza un mag
giore lavoro.
Così tutti gli eroismi, tutte le su
blimi privazioni attraverso cui noi
per quattro anni tenemmo un eserci
to considerato fra i più potenti del
mondo cosi fermo, che non se ne lidi
inai parlare sul fronte francese, e fi
nalmente li' distruggemmo, sono sta
ti per fatalità di eventi o cattiveria
digli uomini avvolti in una nebbia che
li ha nascosti alla conoscenza delie •
masse.
E' perciò necessario che fra i coni- ,
piti vostri sia (niello di diradare tali
veli. Il volto dell'ltalia apparirà allo- ,
ra, quale noi nell'amore e nella cono- :
scenza che abbiamo di lei lo raffigu
riamo: sublime.
Questa, o signori, è la figurazione
epica dell'ltalia che voi potete tra
smettere come prezioso retaggio ai
vostri discendenti.
Ma ogni medaglia ha il suo rove
scio.
'Putte le nazioni, 1111 no gli Stati li
ni ti, e ciò perchè vi parteciparono
per un anno soltanto, sono uscite dal
ia guerra in uno stato di maggiore o
minori' isaurimento e traversano una
crisi di ricostituzione. L'ltalia non vi
fa eccezione.
Ciascuno stato U nde tutte le pro
prie energie a ristabilire le condizio
ni normali della produzione e degli
Keiumbi senza dei quali non vi è pro
sperità o ricchezza.
L'lnghilterra, per citare i maggiori,
con l'attività della sua marina ed in
tensificando l'esportazioni di quei
prodotti che il pos-'esso delle materie
prime le consente di manifatturare.
La Francia, stimolando la produ
zione del territorio grande, fertile e
ricco di fi ITO e di carbone, raccoglien
do l'oro che a migliaia i forestieri at
tratti dalla sua piacevole civiltà le ri
versano.
E l'ltalia? Saremmo noi por caso
confrontati da una situazione senza u
scità? Sarebbe ver;> ciò che le propa
gande interessate a denigrarci vanno
spargendo sul nostio immancabile fal
limento, dipingendo il paese come pra
ticamente in istato di rivoluzione?
L'AFPELLO PER IL 6.0
PRESTITO ITALIANO.
Non lo credete. La solidità della no- !
stra situazione è provata a luce di
mezzogiorno dalla fiducia del pubbli
co che ha risposto all'appello del Go
verno sottoscrivendo in pochi giorni
10 miliardi pel nuovo prestito con le
migliori speranze di raggiungere i 1">
miliardi. 11 popolo italiano non sa sol
tanto morire per la patria. Esso ha
due grandi virtù civiche che sono alla
base di igni potenza politica. Paga,
quando è necessario, le tasse, e la
vora.
Nessun altro paese si è sottomesso
finora volontariamente «d un così se
vero regime d'imposte come l'ltalia
t per assicurare il servizio del debito
pubblico. Anche ora su più larga sca
la avverrà quanto si è verificato per
11 passato, che coloro che presteranno
denaro all'ltalia si arricchiranno.
Il lavoro poi, o Signori, rappresen
ta nella produzione con l'intelligenza
all'organizzare i tre (piarti del valo
re del prodotto.
E' in questo il segreto come noi,
pure importando a prezzi enormi le
materie prime, possiamo produrre.
IL PROLETARIATO:
LA GRANDE RISERVA
DELL'ITALIA.
La sicurezza dell'avvenire e della
ricchezza d'ltalia sta nel suo magnifi
co proletariato e nella sua perenne ge
nialità, nelle sue robuste braccia, e
nel suo agile cervello.
Parole queste inutili a d isi a voi
che con questo patrimonio in gran
parte giungeste agli Stati Uniti, o in
Argentina, o nel Brasile, o in Algeria,
o in Francia e vi elevaste a conside
revole ricchezza.
Le altri nazioni f sportarono in que
sti paesi capitali. Essi al primo vio
lento uragano dileguarono.
Noi esportammo uomini. E gli ita
liani rappresentano tutt'ora all'estero
una ricchezza di diecine e diecine di
miliardi.
Anche per questo motivo il regime
oei cambi e dei prestiti, se non fosse
influenzato da elementi d'ordine gene
rale ai quali pel momento non pos
siamo sottrarci, dovrebbe escere ri
solto da noi con maggiore facilità.
L'equilibrio finanziario del mondo
non può ristabilirsi che per mezzo
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«lei canali naturali. Ogni artificio è de •
stimiti) u fallire.
UN NOME NON
PRONUNCIATO: FIUME.
Se- tutte Ir colonie italiane all'i.-.to
ro sentissero r comprenelessero la lo
ro attuale funzione nella ricostruzio
ne dell'ltalia, e sapessi ro la forza Hi
cui dispongono, il problema finanzia
rio dell'ltalia sarebbe il primo ad es
sere risolto, con enorme vantaggio di
tutti i paesi interessati.
10, o Signori, parlando questa
sera ho deluso una vostra aspettativa
non facendo un nome che è sulle lab
, bradi tutti. Ma è con questo nome
nel cuore che io concludo formulando
pi r i Figli d'ltalia l'augurio che essi,
divenuti cittadini d'America, onorino e
.si onorino del nome d'ltalia.
Signori vi pn irò di bere con me al
Presidente dogli Stati l'niti ili Air.,
fica e al Re d'ltalia.
Il riposo festivo dei
giornali in Italia
j 11 testo del Regolamento che disci
plina l'applicazione del decreto sul ri
| poso festivo dei giornali è il segui n
! te:
! Art. I. Dal 1.0 gennaio 1 !)20 tutt*
ì giornali debbono pretermettere, ogni
settimana, un numero di tutti- le loro
i edizioni.
Art. 2. 1 giornali che escono nel
mattili" sospenderanno le pubblica
eazioni nelle prime ore del mattino
della domenica e le riprenderanno alli
stesse ole del martedì. Alla domenica
i giornali non potranno pubblicare chi
una sola edizione in ogni città e in
modo che la compilazione del giornale
sia termianta alle ore fi antimeridia
ne, dalla quale ora fino al pomeriggio
del lunedi e cioè fino a quando i gior
nali non abbiano ripreso il loro la
volo e il loid turno normale, non è
permessa la pubblicazione ili alcun
giornale, anche non quotidiano, di al
cuna (dizione, sia normale che spe
ciale, per avvenimenti improvvisi, ili
: alcun supplemento, di alcun bollettino
di qualsiasi tenore.
Art. 1 giornali che escono nelli
ore meridiane e pomeridiane sospen
deranno la pubblicazione il sabato, per
riprenderla alla stessa ora del lunedì.
Art. 4. Non è consentito per nessun
motivo di fare edizioni straordinarie
nel periodo di tempo in cui per gli ai
tieoli precedenti, e sospesa l'edizione
principale.
Art. (ì. Le precedenti disposizioni
applicano anche alla pubblicazione
delle agenzie di qualsiasi natura, con
qualunque mezzo grafico siano edite.
Art. fi. Nel pomeriggio della dome
nica fino al lunedì mattina non è per
messa la vendita di nessun giornale.
Restrizioni oi leleorommi io iiolia
Le restrizioni imposte ai telegram
mi privati dall'Amministrazione ita
liana sono state ridotte alle seguenti:
1. I telegrammi' privati devono
essere redatti in linguaggio chiaro, in
una delle lingue italiana, francese, in
glese, portoghese, spagnola, giappo
nese e teelesca.
2. Tuttavia sono ammessi i tele
grammi privati redatti in linguaggio
convenuto per mezzo di qualsiasi co
dice a stampa o privato, spediti di»
ditte commerciali e industriali e da
, Ixinche ben conosciute oppure ad esse
diretti, alla condizione che sia presen
tato il codice adoperato per la reda
| zione su eventuale richiesta dell'uffi
cio tele-grafico interessato.
3. ln nessun caso sono ammessi
, telegrammi privati redatti in linguag
gio cifrato.
4. I telegrammi sono accettat
a rischio elei mittenti e perciò l'Ammi
-1 nistrazione si riserva la facoltà eii
non concedere rimborsi eli tasse per
telegrammi ritardati por cause non
; imputabili ad errori od emissioni dei
servizio telegrafico.
Sottoscrizione
Pro D'finiiiinzio e li itti
i A NOSTRO DISCARICO
l'hiladelphia, l'a., 31 genn., 1920.
' Abbiamo ricevuto da La Libera Pa
rola elollari venti per la quindicesima
. lista di sottoscrizione Pro D'Annunzio
. e Fiume Italiana.
Sons of ltaly State Bank
Luigi Corona, Cashier
ERRATA CORRIGE
Nel numero scorso, parlando della
' Società italiana di Beneficenza, che a
: veva contribuito 20 dollari alla sotto
scrizione prò D'Annunzio, incorremmo
in un errore: elicemmo che di essa è
presidente il signor Cesare Finocchi,
> invece questi è segretario ed il signor
) Ernesto Vece presidente.