La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, November 22, 1919, Image 1

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    /• ÜBI.ISHED AND DISTRIBUTED UNDER PEKMIT NO cnn »,
- AITHORI/ED BY THE ACT OP OCTOBER 6. 1917. ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHII,A DELPHI A, PA.. BY ORDER OP THE PRESI DENT. A. S. BURI ESON, I*OSTMAS'I'EK UHM.
LA LIBERA
1 forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
1626 So. Broad Street
I ANNO 11. - Numero 46
REVISIONE INEVITABILE
Il tramonto dell'intelligenza di
Wilson, nelle condizioni patologi
che che vengono giorno per gior
no illustrate dai Bollettini della
Casa Bianca, non è possibile non
richiami l'attenzione dei pleni
potenziari del Congresso sulla
necessità che appare a tutti evi
dente, di una certa revisione dei
criterii e dei metodi, e anche del
le tesi, che guidarono il Presi
dente, più che nella discussione,
nella imposizione dei suoi ver
detti intomo alle questioni più
delicate, per le potenze europee
fra le quali delicatissima per
l'ltalia, quella di Fiume e di tut
to il problema adriatico.
Era evidente, pei- mille segni,
in eh e prima che la malattia si
manifestasse in tutta la sua vio
lenza, che il Presidente Wilson
non era nel pieno equilibrio delle
Bue pur tanto alte facoltà, quan
do si trovava di fronte alla que
stione di Fiume e dell'Adriatico.
La sua ingiustificata avversione
sontro l'ltalia (la quale non eb
t>e mai altro che ragioni di liuo
aa reciproca e cordiale conniven
ta con la grande Repubblica del
ie Stelle) e contro i rappre
sentanti dell'ltalia al Congresso
(i quali per la persona di lui non
ivevano avuto altro sentimento
ìhe di deferenza ed ammirazio
ìe) e la sua irriducibile, quasi
pettegola ostinazione nel contra
ltare, direttamente o di traverso,
le soluzioni che non includessero
Argia il riconoscimento del diritto
Italiano, ma rappresentassero al-
Hneno una transazione non lesiva
fed offensiva delle nostre difese
B—■ rivelavano, insieme, una spe
cie di fobia, una mania, che nè
|inotivi politici, o dottrinari, o
ipnorali, riuscivano allora a spie-
Sr-'.ie, e che spiega soltanto oggi
Ha catastrofe cerebrale che il
■jisordine intellettivo, il processo
Hi dissociazione tra le idee e i
piatti, tra i propositi e le sanzioni,
e l'incoerenza nell'applicazione
Mei principii, e la disparità nel
trattamento verso l'una o l'altra
potenza avevano già iniziato,
e, quel ch'è peggio per noi, illi
bato ai nostri danni. Noi cerca
paino in altre sedi la causa: e la
aede non era che nel cervello, che
cominciava a vacillare, e perdere
la sua coesione e la sua solidità.
Le influenze esteriori Banca,
propaganda jugoslava, sugge
stioni di organi northcloffiani,
insidiosi interessi di alleati
non potevano che agire facilmen
te e nefastamente sopra un cer
vello che di giorno in giorno si
intorbidiva e perdeva la concen
trazione dei suoi supremi poteri.
ST Come mai un uomo che abban
donava, con un tratto di penna,
milioni e milioni di tedeschi al
dominio di potenze straniere e di
ttuova formazione, diventava co-
B meticoloso nel calcolare le ili
ft trazioni più capillari degli Sla
vi nel territorio di Fiume?
E Come mai un uomo che cedeva
tona provincia popolata di milio
ni e milioni di cinesi al Giappo
ne al Giappone che è il nemico
naturale degli Stati Uniti di
ventava così puntiglioso nel seg
mentare, in tutte le direzioni,
rlstria, ab aeterno italiana, e su
Sogni segmento elevava la ban
4iera dei suoi principii che a-
Veva pur tanto facilmente ab
bassato nientemeno che nella più
grande questione della guerra :
i'ia questione della libertà dei ma
ri?
1 Come mai un uomo, che tanto
aveva predicato il rispetto alla li
bertà dei popoli, e il dovere de
gli estranei di non ingerirsi nel
■Ee faccende di casa altrui, lancia
va quel manifesto al popolo ita
liano contro il capo del governo
e il ministro degli esteri, cioè gli
autorizzati rappresentanti dalla
volontà nazionale, e do
po che ebbe avuto la debite ri
esposta, non si piegò, anzi si irri
gidì e diventò più sdegnoso ed
Kiiquo?
■ Quell'uomo non era p.u il si
gnore, nella sfera del suo ideale ;
non era p ù il governatore, nella
Bfcra della sua coscienza; non e-.
:la più il direttore, nella sfen
iella sua azione: egli non era più
eh uno strumento nelle mani al- ;
tru : uno strumento, che giorna
Ìisl ambiziosi, uomini d'affare
industriosi, diplomrtci improv
pati, e non improvvisate coazio
ni, potevano e dovevano r.uscire
a volgere a loro profitto e ai no-
Étri danni, sol che avessero indo
virato per solleticare le p ù de
boli molle della sua non pili re se
ntente personalità: sol che fosse
ro riusciti a tenere continui i
contatti con la sua ombra, che
nel disfac mento della personali
tà, doveva ingigantire ad ogni
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
WITH THÈ LARGEST CIRCULATION
tratto negli specchi innunierevo
i delle sue disciolte facoltà. Tut
ti gli studiosi di psichiatra san
no che la vanità e l'incoerenza
sono i segni precursori del di
sordine e della degenerazione ce
rebrale: vanità e incoerenza, che
lon si son mai tanto chiaramen
te manifestati in Wilson, quan
to nelle relazioni con l'ltalia. Va
nità nel Manifesto, nel quale e
?li si sovrappone più che al go
verno, alla Corona, che, sola, nei
conflitti, ha la potestà di rivel
arsi al pcpolo, e oltre la Corona
jarla ed agisce come un politeti
:e della libertà, che viceversa
ioi disprezza e distrugge nell'as
soluto del suo volere. Incocrenza,
ielle 'dee e nei metodi, che fan
-10 della trattativa diplomatica
in'azione arbitraria e, perchè ar
bitraria, cioè non rispondente a
ìessun elemento di diritto edi
"atto, provvisoria, e per se stes
sa invalida e caduca. La questio
le di Fiume e con essa e pei e:■<
sa la questione dell'Adriat : cc
soggiacquero alla progrediente
•r.si; e non possono perciò asso
utamente essere risolute sulla
>ase di una trattativa diplomati
la, pervasa dall'arbitrio di una
personalità i>olitica, la quale a
rcva perduto, con la sanità intel
ettuale i freni inibitori della cri
,ica e il senso morale della giu
itizia.
Quella vanità e quella incce
enza alla vigilia della caU'istro
fe, assunsero la forma sintetica
ipica del mendacio, rivelato al
senato dal senatore Morris:
nendacio quattro volte recidivo,
n quattro città diverse, per so
itenere con l'argomento dei
Giappone la tesi della Lega della
dazione: dopo che il Norris ave
na avvertito, e Wilson aveva da
.o atto dell'avvertimento, che
1 trattato segreto del Giappone
!on l'lnghilterra è del 1916 e l'in
ervento del Giappone IH Ila
fuerra del 1915. Mendacio, che
•ivela tutta l'iniquità e l'assur
lità, e l'inaccettabilità, del trat
amento fatto all'ltalia, in ccn
'ronto del Giappone, nella que
stione dell'Adriatico. Per l'ltalia
Wilson non riconosce il Trattato
11 Londra, perchè è un trattato
secondo lui secreto, e contrario
li suoi principiò Per il Giappo
ìe, a giustificare la concessione
lello Scian Tung, non solo rico
icsce, ma inventa un trattato
secreto con l'lnghilterra che non
;siste anteriore all'entrata in
juerra e che invece posteriore di
in anno; onde a noi toglie quello
•he il patto di guerra ci assicura,
> assicurava, invocando il prin
:'pio della non validità dei trat
tati secreti ;e, viceversa, dà al
Giappone e giustifica quello che,
n nessun patto primitivo il
Giappone aveva fissato con gli
illeati, con il principio del rispet
to ai trattati secreti, e con la re
troattività di un trattato secre
to che possa dargli modo di invo
lare quel principio. Ond'egli era,
; si manteneva, nello stesso tem
-30, fuori dei pri.ncipii, fuori del
a storia, e fuori della morale, se
; vero che la morale deve avere
i base per lo meno la verità sto
rica!
I nostri alleati hanno sempre
sostenuto, durante la dittatura
ii Wilson sul Congresso, che essi
si ano pronti a tener fede ai trat
tati, o ad accettare la discussio
ne e la trattazione delle nostre
questioni in relazione ai trattati,
ma che Wilson e poiché Wil
son mettersi d'accordo con
Wilson—
Ma ora che Wilson è caduto, e
l'esame spregiudicato di tutti gli
atti da lui compiuti contro di noi
dimostra a luce equatoriale che
quelli non sono l'effetto di una
dottrina e di una coordinata
se enza polit ca, ma invece l'ef
fetto di un disordine intellettivo,
e portano l'impronta del male
che, in così breve volgere di tem
po, si deveva rivelare in tutta la
sua estens'one e crudeltà, non
sentono essi stessi il bisogno di
quella revisione che noi invochia
mo, e senza dubb o consenttreb
be ad accettare 1 Senato deila
Grande Repubblica, che, per tan
ti segni, ha d mostrato di essere
accanto a noi nella rivendicazio
ne del nostro diritto e nella
rtizione alla patente ingustizta
che ti Pres'derte Wilson ci ha
voluto infliggere contro ì suoj
princ pii stessi, e contro la più
v'va e mai irt rrctt" trad zone'
di leale am'eizia tra l'ltal a e g i
Strati Uniti?
Per questa rev'scne no: ci np
p: li timo ncn scic al partto Re
pubblicrro di cpics'z ene al Pre
s'r'ente Wilson m." anche al par
tito demccrat'cc, che dal Pie-
AVA INI TI SEMPRE, CON L_A FIACCOLA IINI RUGIMO -'d
; «'(ì ir. si-cund-class matter Aprii 19, 1918, at the post office u l'hiladélphia, Pa., under the A t ol March 3, 1879".
-1 dente Wilson può assumere e
d.fendere l'ered.tà dei principii,
non certamente degli errori da
, lui compiuti, in istato di non
perfetta consapevolezza, in con
trasto coi suoi principii.
In vista della qual revisione,
10 credo si potrebbe anche non
avere troppa fretta nel conclu
dere sulla traccia degli anti
chi errori, e prima di ripigliare
in esame tutta la materia che si
riferisce ai nostri diritti e ai no
stri trattati tanto nella que
stione particolare di Fiume che
nella questione generale dell'A
driatico. RASTIGNAC.
11 llAdt I li
L'on. Napoleone Colaianni, spic
cando. nella sua Rivista Popolare dei
:il> settembre-15 Ottobre u. s., come fu
determinata la spedizione D'Annuii
zio, definisce "turp ssiiiia" la malafe
di di Wilson il quale, anche ora che
giace sul letto del dolore, si schiera
contro l'ltalia, contro la giustizia,
contro i famosi 14 punti-burletta.
Kcco quanto dice l'on. Colaianni:
"Come In <lel< rminata la spedizione
IVA «nunzio.
"I precedenti delle vicende della
quistione ili Fiume spiegano l'esaspe
razione ùt! patriottismo della nobilis
sima città e la rischiosa decisione ili
D'Annunzio e dei suoi legionari il
flore dello esercito, della marina e del
la gioventù d'ltalia, che comprende i
più valorosi reduci della guerra, tra
i quali Luigi Rizzo.
"fiume ha dato le prove della pro
pri;! italianità; Fiume iia manifesta
to la irrevocabile volontà di unirsi al
l'ltalia, come la lìglia che dopo lungo
e violento distacco mostra l'ardente
desidi rio di riunirsi alla madre; Fiu
me ha fatto appello agli Italiani, alla
Conferenza di Parigi ed in ultimo al
Senato americano invocando il rispet
to di i proprii diritti e della propria
decisione. Invano! Il grande gesuita,
il despota della democrazia america
na, Wilson, forte dell'acquiescenza e
goistiea ni interessata, della vita c
della ni l'amia ingratitudini verso l'l
talia di Lloyel George e di Cleinenceau,
calpesta quei diritti, calpesta spieta
tamente quella volontà, contro i ilog
mi ili I suo stesso Vangelo di menzo
gna e di ipocrisia.
"Da malafede turpissima ili Wilson
è stata da lui stesso rivelata c illu
strata. Kgli nella tournée di conferen
ze per difendere la sua politica a Co
lumbus considt io gl'ltaliani ili Fiu
me come una COLONIA. l'uò ignora
re igli che la italianità ili Fiume è
stata riconosciuta da secoli dagli Ab
sburgo e dai Magiari: in un atto so
lenne di Maria Ti usa e negli accor
di conseguenti all'Ausglcichung del
18(17 tra l'Austria i l'Ungheria? Wil
son dichiarò che non poteva tener con
to del trattato di Londra perche Se
greto e da lui ignorato (?!); ma par
lando a Los Angeles giustificò la ces
sione dello Chantung al Giappone
perchè l'lnghilterra glielo aveva pio
messo per indurlo alla guerra. Ma
questa promessa non risultava da un
trattato segreto conchiuso dagli altri
prima che gli Stati Uniti entrassero
in guerra né più, nò meno come il
trattato ili Londra che faceva le sue
promesse all'ltalia?
"Il diritto di Fiume preesisteva al
la guerra. Nè l'ltalia nè altre poten
ze potevano intaccarlo a meno che non
si voglia ammettere l'assurdo; e cioè:
che una guerra intrapresa per dare il
diritto all'autodecisione dei popoli do
veva toglierlo a Fiume!
"Come se non bastasse la violazio
ne del diritto sopraggiunse l'lnchie
sta sui fatti di giugno. In quell'ln
chiesta ebbe parte il Generale Di Ro
bilant, che tradì l'ltalia da lui rap
presentata e sostenne le ragioni della
Francia.
"La partenza delle truppe italiane
da Fiume come conseguenza dell'ln
chiesta, l'umiliazione inflitta al nostro
1 paese, il pericolo di veder sottoposta
Fiume alla polizia straniera dopo tan
ti secoli di autonomia colmarono la
misura.
"D'onde l'esasperazione e le deci
sioni ispirate alla disperazione di Fiu
me, di D'Annunzio, dei suoi legio
nari."
I conli della li il Rio
si nel (ionie li Cele
"La Tribuna" di Roma del 22 Otto
bre u. s. così comentava la morte del
Conte Macchi di Cellere, Ambasciato
re italiano agli Stati Uniti:
"La triste notizia sarà appresa con
grande dolore nella Capitale, dove il
conte Macchi di Cellere e noto, e dove
è stato sempre circondato di infinite
amicizie e di infinite simpatie.
"Egli era, di istinto, di educazione,
di cultura, di animo, un gentiluomo
perfetto, si potrebbe anzi dire il gen
tiluomo per eccellenza: un superstiti
tipo della vita mondana di altri tem
pi, nella quale erano ancora in onori
e significavano una differenza socia
le, la finezza del g sto, il garbo dei
modi, la cortesia degli atti e l'elegan
za della parola e del pensiero.
"Ma non so'o un uomo di monde
nel --enso storco della parola: eg' :
era a iche uno st -elioso attento e sa
gace, o, ncl'a s.'.a carriera, un fido e
PHILADELPHIA, PA., 22 NOVEMIRE 1919
diligente servitore dello Stato e del
Paese.
Laureatosi nella Università di Ro
ma, egli entrò subito, dopo splendidi
esami, nella carriera diplomatica, che
percorse, grado a grado, al Ministero
prima, poi nelle Missioni all'estero.
"Al Ministero fu segretario parti
colare del conte d'Arco, poi del mar
chese Visconti-Venosta, poi dell'on.
Tittoni. All'estero, fu segretario di
Legazione a Buenos-Ayres, poi a Wa
shington, e in seguito Ministro a Bue
nos-Ayres e Ambasciatore a Wash
ington.
"Non è il momento questo di giudi
care dell'opera di lui, come ambascia
tore, durante la guerra. Gli elementi
del giudizio dati anche gli interes
si estranei e mutevoli, e l'incoercibi
le carattere degli uomini di Stato che
hanno diretto e governato la diplo
mazia dell'lntesa, specie 1111 Congres
so di Parigi non ancora a noi noti,
non ci possono permettere di formu
lare accuse o difese. Ma ehi scrive
queste rapide parole, per l'antica, co-
D'ANNUNZIO AGLI ITALIANI
degli Stati Uniti
D'Annunzio ha consegnato, prima
che partisse, a Withney Warren, que
-1 Sto scritto che soltanto adesso è rese
pubblico:
"Fratelli, ve ne ricordate? Non ci
doveva essere più l'Atlantico fra la
patria che sanguinava sotto l'urto del
nemico e quella che sovrabbondava
sotto il vostro lavoro. Quando la gen
te che vi ospita riconobbe aitine per
|nemico il nostro nemico, riconoscendo
alfine la santità della nostra
guerra, parve che vi ristampasse
e vi ribattezzasse nella verità della
causa una. 11 capo degli Stati Uniti
parve sollevarsi sopra gli uomini per
convertire in atto le granili paiole e
seite dalla sacra bocca ili Àbramo
Lincoln in quii cimitero ili Getty
sburg santificato due volte dalle ossa
dei morti e dal sangue dei combat
tenti. Parve estendere a tutta la ter
ra la sentenza che l'eroe aveva posta
sulla Nazione, "lo dico che il mondo,
con l'aiuto di Dio, deve avere una
nuova nascita nella libertà".
"Vi ne ricordate? Avevamo dovuto
patire la legge ili tutti i sacrifizi re
dentori in terra. Avevamo dovuto pa
tire il tradimento e la rinnegazionc.
Avevamo dovuto sopportare la percos
sa, l'ingiuria, la vergogna, tutti gl
strazi. Ed eravamo rimasti in piedi,
con le nostre armi in pugno. Avevann
stretto i denti sul nostro dolore, mu
tandolo in ferreo proposito. Avevamo
fatto il patto con la vittoria e con la
morte."
Il poeta evoca la vittoria italiana
ed il martirio ili Fiuro<* e il suo gri
do: Raccogliete di la dall'Oceano il
grido di Fiume e sollevatelo.
"Vi porla questo messaggio un
grande cittadino americano che, fin
dal principio della guerra si mostrò
coraggiosamente devoto alla nostra
eausa e considerò l'ltalia come la sua
liatria seconda, e la difese e la sosten
ne a viso aperto. Serbate nella vostra
memoria e nella vostra riconoscenza
il suo nome: Whitney Warren.
"Fgli viene a voi da Fiume. Kgli ha
veduto la città nel giubilo e la città
nel lutto. Egli ha veduto tutto un po
polo fuso in una anima sola dall'eb
brezza della libertà, e mille e mille
mani agitare lo stesso laro, e mille
e mille gote gettare lo stesso grido.
Egli ha velluto tutto un popolo silen
zioso e composto, lungo le vie, all'om
bra delle bandiere abbrunate, piange
re i primi morti, piangere i elue gio
vani aviatori che in mezzo alla terra
dell'ardore avevano acceso il rogo del
loro sacrifizio, piangere la coppia ala
ta che in mezzo alla città aveva ac
ceso il suo olocausto. Egli ha qui ri
conosciuto il viso eiella gioia italiana,
ha riconosciuti/ il viso del dolore ita
liano, l'uno e l'altro scolpiti con quel
| la stessa forza inimitabile che lo stra
niero ammira in una figura toscana o
in una figura lombarda".
Nessuno dice il poeta può du
bitare dell'italianità di Fiume.
"L'opposizione della Francia è scos
sa, la opposizione dell'lnghilterra
muta colore. La generosità del popolo
francese si solleva e supera gli uo
mini di Stato vacillanti. E il popolo
inglese, che nei secoli onorò la giu
stizia, non più si ricorda eli e|uel suo
poeta ebro della bellezza e della sven
tura d'ltalia, il quale cantò i suoi
canti "prima dell'alba?" Egli anche
i ggi parla, con la voce dell'ltalia po
vera e delusa, all'lnghilterra che dal
la letta esre carica di preda: "O ma
dre di Cromwell, o terra che nutristi
Milton, noi tu venire come un'amica
" EXTRA! "
RISPARMIATE IVIOIN EL~T A !
Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio
P. LA BOCCETTA
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ove troverete specialità' per abiti da farsi su misura. Abiti di battesimo.
Vesti per giovane. te, Vest ti per ragazzi. Camicie, Caminetto, Sottane,
Capitelli ed altro.
stante amicizia che lo legava a Vin
cenzo Macchi di Cellere, per l'intima
conoscenza che <|uesta amicizia gli
consentiva dell'animo e dell'intelli
genza di lui, per 1e manifestazioni e
le confidenze avute nei più travagliati
momenti delle nostre trattative alla
Conferenza questo può affermare:
che l'opera del nostro Ambasciatore
agli Stati Uniti fu sempre dominata
e pervasa dal più alto senso d'amore
e di religione per la patria lontana.
"Partito da Parigi, nel luglio, con
l'animo pieno di amarezza, nel viag
gio che doveva essere l'ultimo, egli
non portava più con sè la speranza e
la fenle, che avevano sorriso alle al
tre sue partenze, e un velo di tristez
za, per la prima volta ondeggiava
dinnanzi ai suoi occhi che nel passa
to avevano soltanto conosciuto le ro
see visioni
"Ora, inaspettata la morte!
"Alla contessa iH Cellere e ai fi
gliuoli, che lo adoravano, e ch'egli a
elorava, e ai fratelli di Roma, le no
stre profonde condoglianze."
verso ì miei nemici e tendere la ma
no ai miei traditori?"
"Ormai tutti sanno che la questio
ne di Fiume è una questione di alta e
bassa finanza. Non si tratta di prin
cipii sacrosanti nè di alcuno fra i
quattordici punti troppe volte troppo
crudelmente violati. Si tratta di un
] grosso e losco affare. Chiedete al pro
bo Giorgio Herron i nomi ili quelli
che, a proposito del baratto di Fiume,
egli chiama "banchieri diplomatica
mente privilegiati".
"Può il popolo americano perme t
tere che la pura vittoria sia lacerata
elagli artigli d'un branco ili rapinato
ri? Può il popolo americano permet
tere che, per favorire cotesto branco,
sieno disconosciuti e calpestati i di
ritti dei vincitori, i diritti dei morti e
degli invalidi, i diritti del patimento
e della pazienza, i diritti della costan
za e della speranza, del sangue e elei
sudore ?"
| D'Annunzio ilice poi che l'ltalia, per
, vincere l'Austria e per aiutare l'In
; tesa ha levato cinque milioni di sol
dati; la vittoria le è eostata un miliiw
| ne ili morti e di mutilati, un altro mi
lione di fi riti e d'invalidi; due milio
ni d'ltaliani puri, senza mescolanze
inè colori. L'America su la nostra
| fronte non ha avuto se non un morto
.e quindici feriti, in combattimento.
! "L'ltalia ha patito la rovina di una
jvasta provincia che era il puro fiore
d'ltalia, la più sincera figura terrestre
|dell'anima italiana. Ila gettato nella
fornace i tre quarti della sua ricchez
za totale. Dopo aver portato il giogo
della «ruerra, poita penosi#..iinamente
il giogo della pace. Vive da mesi e
I mesi come se la lotta non fosse stata
interrotta, continua a soffrire i tor
menti delle annate più dure.
"Ma l'America rigurgita di ricchez
za. L'emblema della nostra antica
Venezia dogale è divenuto il suo em
blema; la cornucopiaco traboccante
di dovizia terrestre e manna. Essa ha
conseguito, con la guerra, il dominio
del mondo.
i "Come può quindi negare alla sua
alleata dolorosa e sanguinosa l'aiuto
che è chiesto non soltanto in oro ma
1 , in ispirito ?
"Ci dev'essere dunque, fratelli, sem
|pre un capestro sospeso sul colle del
iri talia nell'Adriatico? Il destino di
| Nazario Sauro è dunque il nostro de
| stino ?
"Non è vero. Non può esser vero.
I Fermamente crediamo che non può
essere. Ditelo al popolo che vi ospita
| e vi adotta ; elitelo anche in nome di
| quel poeta combattente che, nel cele
| brare la marcia dell'America in armi,
|si ricorelò della vecchia canzone di
j.lohn Brown. Ditelo in nome del difen-
I sore di Fiume, per quel ramoscello di
[ lilla offerto dal Walt Whitman alla
1 bara di Abramo Lincoln.
"I difensori di Fiume non possono
riconoscere il giogo, nè vorranno mai
sottomettersi. Essi sono tutti latini;
ciò è dire: uomini liberi.
, "La causa dell'America in armi fu
la causa loro. La causa della nobile
I America, non immemore della parola
che risonò nel cimitero di Gettysburg,
lè la loro causa.
j "E, se nuovo sangue debba essere
versato, e fratelli, quel sangue ricada
sul capo che il destino sembra aver
già percosso.
"Addì 12 ottobre 1919: nell'anniver
sario dell'America scoperta da un
Italiano.
GABRIELE D'ANNUNZIO."
ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA
Comunicazioni della Grande Loggia
DELLO STATO DI PENNSYLVANIA
INIZIAZIONE DI UNA NUOVA
LOGGIA A NANTY (ILO, PA.
Domenica U novembre, noi vasto
campo minerario di Nanty Glo, è sta- 1
ta iniziata la loggia "Fiori, Suoni e
Carini" N. UGO. Quei bravi minatori
erano raggianti di gioia per essere
battezzati nell'Ordine Figli d'ltalia, e
fin eia)le prime ore del mattino erano
in attesa di ricevere i fratelli della
loggia "Avanti Savoia" di Altoona,
che doveva fungere da madrina alla
cerimonia.
Giunto il Grande Curatore Antonio
Certo di Pittsburgh, si procedette al
la iniziazione dei nuovi soci, e mercè
l'intelligente cooperazione del Vene
rabile e drgli altri ufficiali della log
gia Avanti Savoia, i lavori riuscirono
ordinati e solenni, tra l'entusiasmo
«lei nuovi e dei vecchi fratelli. Fun
zionò da Araldo il fratello F. Longo
della loggia madrina.
Alla line della cerimonia il Gran
de Curatore invitò a parlare il vene
rabile V. Spiridigliozzi.ed i fratelli
F. Longo e G. Albanese della loggia
Av;;nti Savoia. Indi parlarono l'ora
tore G. Albi rtelli e l'assistente vene
rabile 1.. Chiari della nuova loggia;
tutti applauditi.
Prese quindi la parola il Grande
Curatore Antonio Certo, il quale lu
meggiò la storia dell'Ordine d> i Figli
d'ltalia in America, annoverando i
benefici apportati ai fratelli e alla ma
dre Patria; parlò del Fondo Unico
Mortuario, dell' Orfanotrofio, del!-
borse ili studio e di quanto di bello e
di pratico si prefigge di fare ancora
l'Ordine; raccomandò in ultimo di es
sere vigili e solerti per la propagan
da della Istituzione e per la difesa
della Patria nostra osteggiata nei suoi l
supremi diritti.
Infine il fratello K. R. Montagna,
musicista ili valore, neo venerabile
della "Fiori, Suoni r Carmi", con fe
lici parole ringraziò i componenti la
loggia madrina e si augurò che con
l'aiuto ilei bravi minatori di Nanty
(•lo la loggia possa ben presto diven
tare numerosa e rispondente alla di
gnità e all'onore dell'Ordine Figli d'l
talia.
Va data lodo a tutti i nuovi fratelli
di Nanty Glo per il modo generoso
con cui hanno ricevuto i fratelli della
loggia madrina, offrendo loro in ogni
casa pranzi innaffiati da vini generosi.
Il Grande Curatore Antonio Certo e il
venerabile di detta loggia V. Spiridi
r.ozzi furono ospiti del fratello E.
11. Montagna.
La sera di lunedi 10 corrente i com-1
ponenti la neo loggia diedero un bal
lo a beneficio della loggia etessa. Una
ottima orchestrina diretta dal fratel
lo Prof. E. lì. Montagna, con scelti
pezzi musicali allietò gli intervenuti,
e le danze si protrassero lino a tarila
ora. La festa si chiuse inneggiandosi
all'Ordine Figli d'ltalia come apporta
tore di una novella era nel campo mi- ;
ncrario di Nanty Glo.
i Gì; ufficiali della nuova loggia sono i
i seguenti:
Venerabile, e U. Montagna Assi
stente venerabile, Luigi Chiari Ex
venerabile, Carlo Ceria Oratore,
I Giuseppe Albertelli Tesoriere, A
bele Borocco Segretario di finanza,
Leonardo Selvaggio Segretario ar
chivista, Guido Ceria, Curatori:
j Costantino Ceria, Cristoforo Solari,
1 Alfonso Ceria, Giacomo Dellafiora,
'Alfredo Ferri Cerimonieri: Stefa
no Martinazzi, Giovanni Barcella
Sentinella interna, Angelo Pinali
| Sentinella estrena, Amedeo Bacci.
PER LA NOMINA
IH SOCI ONORARI.
| Talune logge hanno comunicato al
Grande Concilio di questo Stato la no- j
| mina, da esse fatta, di soci onorari, '
con preghiera di volerne prendere no
ta.
Il Grande Concilio ha dovuto ri
spondere che non poteva prendere no
ta delle nomine di tali soci onorari,
perchè esse non erano state fatte se
condo legge c dall'autorità che ne ha
il diritto.
Per norma delle altre logge, credia- i
mo qui opportuno ricordare che i soci :
onorari possono essere nominati sol
tanto dalla Suprema Loggia o dal Su
premo Concilio.
L'Art. 33 delle leggi generali della
Suprema loggia dispone testualmente
così :
"I fratelli onorari sono quelli che
per meriti personali o per meriti ac
quistati presso l'Ordine, sono nomina
ti tali dalla loggia Suprema, o dal
Supremo Concilio di propru iniziati
va, o su proposta di un Grande Con
cilio o di una loggia filiale, per il tra
mite del Grande Concilio.
"Fratelli onorari non possono esse
te che coloro i quali godono di una
indiscutibile rinomanza.
"Vengono iniziati dal Concilio dello
Stato, dal quale dipende la loggia o :
cui sono affiliati".
Fa quel che devi, avvenga
che può'
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
! Si tenga dunque bene in mento?
quello che la legge vuole a riguardo
dei Soci Onorari; e cioè che issi deb
bono avere una "indiscutilbile rino
manza" per "meriti personali o per
i leriti acquietati plesso l'Ordine", e
i he la loro nomina, anche se propo
sta dalle logge (per il tramite del
Grande Concilio) deve crine re fatta
dalla Suprema loggia o dal Supremo
Concilio e la loro iniziazione dal Gran
de Concilio dello Stato.
FONDO l MCI) MORI'I ARIO
Decessi dal 1.0 al ,'tl dicembre 1919.
Canzari Mario, di anni 27, residen
te in Philadclphia, l'a., della loggia
U Basile N. 205, iscritto al F. IT. M.
il '29 -.aggio morto il l Ottobre
1919, di andrace SIOO.
Linda Hiatu'hi, di anni 34, reciden
te in Steelton, l'a., moglie del fratello
Bianchi Achilli, della loggia Citt. It.
Amcr. N. 221, iscritto al F. li. M. I*ll
Ottobre 1916, morta il 30 Settembre
19)9 di eclapsia S2OO.
Lavia Giovanni, di anni 'll, residen
te in Harrisburg, l'a., della loggia
Citt. It. Ann r. N. 224, iscritto al F.
U. M. l'il Ottobre 1916, morto il 30
Settembre 1919 di nefrite S4OO.
Luci Francesco, di anni 24, residen
te in Kidgway, Pa., della loggia Fra
telli Cairoti, N. 286, iscritto al F. U.
M. I*ll Ottobre 1916, morto il 26 Set
tembre 191 Sal fronte in Francia dol
lari 400.
(ìiuliano Matilde, di anni 34, resi
dente in Pittsburgh, l'a., moglie del
fratello Giuliano Giuseppe, della log
gia Citt. It. Anier. N. 317, iscritto al
F. U. M. l'l 1 Ottobre 1916, morta il 20
Ottobre 1919, di parto,
i Azzarello Santo, di anni 45, reciden
te in Midland, Pa., della loggia l'ro
v're
F. U .AI. il 14 Ottobre 1918, morto il
2". settembre 1919 ».-r suicidio S4OO
Galasso Michele, di anni 50, resi
dente in Pliila., l'a., della loggia L.
Zuppetta, numero 675 iscritto al
F .U. AI. il 26 febbraio 1917, morto il
26 ottobre 1919 di carcinoma S4OO.
Casalio Antonio, di anni 44, resi
dente a Marcus Hook, l'a., della log
gia 1 Vespri N. 703, iscritto al F. U.
M. il 19 Agosto 1919, morto il 28 Ot
tobre 1919 di engefalite S4OO.
Marino Angela, di anni 45, residen
te in Italia, moglie del fratello Mari
no Rinaldo, della loggia A. La Mar
mora N. 730, iscritto al F. U. M. il 10
Agosto 1917, morta il 4 Agosto 1919
di polmonite S2OO
Borrelli Costantino, di anni 26, re
sidente in I'hila., Pa., della loggia F.
P. Tosti, No. 748, iscritto al F. U. M.
il 20 Agosto 1917, morto il 5 Ottobre
1919 di tubercolosi acuta S4OO.
Totale benefici . ... $3100.00
Eccedenza del soldo extra $1632.20
I
(Imita individuale $ 0.31
Totale iscritti al 31 Ottobre 1919,
No. 16322.
Sottoscrizione
Pro D'Ani fi suoi uniti
Onde venire in aiuto della balda ed
eroica schiera dei volontari i quali,
impavidi, sfidando le ire del nostro
Governo e di quelli alleati, seguono il
loro conduttore Gabriele D'Annunzio,
apriamo una pubblica sottoscrizione.
Il denaro, man mano che verrà rac
colto, sarà trasmesso a mezzo della
Banca dei Figli d'ltalia.
ERRATA CORRIGE
Nella sottoscrizione pubblicata sul
numero scorso siamo incorsi in un er
rore. Il totale, invece di essere $23
per due contribuzioni ricevute: loggia
Da Vinci $lO e loggia Rapisardi sl3,
fu di sl3. Correggiamo l'errore anche
nel totale generale che invece di dol
lari 1048.32, come pubblicato, dev'es
sere $1058.32.
DIAMO L'OTTAVA LISTA:
Dalla loggia Carlo Pisacane N.213
O. F. d'l. di Philadclphia, Pa., $10.00;
Domenico-Rodia $1 e Stanislao Rpdia
$0.25, soci di essa; Dalla loggia Roma
dei Cesari N. 188 O. F. d'l. di Dubois,
Pa., della quale è venerabile Eugenio
Guido, raccolti da un comitato compo
sto dei signori V. Di Cerbo, V. Dami
niani e V. Marietta per Du Bois e G.
Spina ed E. Pingitori per Eriton $53.
Totale $64,25 Totale precedente
$1058.32 Totale generale $1122.57.
A NOSTRO DISCARICO
Abbiamo ricevuto da La Libera Pa
rola dollari ventitré per la sesta lista
di sottoscrizione prò D'Annunzio e
Fiume Ital'ana.
The of Italv State Bank
per Luigi Corona, Cashier."