/• ÜBI.ISHED AND DISTRIBUTED UNDER PEKMIT NO cnn », - AITHORI/ED BY THE ACT OP OCTOBER 6. 1917. ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHII,A DELPHI A, PA.. BY ORDER OP THE PRESI DENT. A. S. BURI ESON, I*OSTMAS'I'EK UHM. LA LIBERA 1 forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 1626 So. Broad Street I ANNO 11. - Numero 46 REVISIONE INEVITABILE Il tramonto dell'intelligenza di Wilson, nelle condizioni patologi che che vengono giorno per gior no illustrate dai Bollettini della Casa Bianca, non è possibile non richiami l'attenzione dei pleni potenziari del Congresso sulla necessità che appare a tutti evi dente, di una certa revisione dei criterii e dei metodi, e anche del le tesi, che guidarono il Presi dente, più che nella discussione, nella imposizione dei suoi ver detti intomo alle questioni più delicate, per le potenze europee fra le quali delicatissima per l'ltalia, quella di Fiume e di tut to il problema adriatico. Era evidente, pei- mille segni, in eh e prima che la malattia si manifestasse in tutta la sua vio lenza, che il Presidente Wilson non era nel pieno equilibrio delle Bue pur tanto alte facoltà, quan do si trovava di fronte alla que stione di Fiume e dell'Adriatico. La sua ingiustificata avversione sontro l'ltalia (la quale non eb t>e mai altro che ragioni di liuo aa reciproca e cordiale conniven ta con la grande Repubblica del ie Stelle) e contro i rappre sentanti dell'ltalia al Congresso (i quali per la persona di lui non ivevano avuto altro sentimento ìhe di deferenza ed ammirazio ìe) e la sua irriducibile, quasi pettegola ostinazione nel contra ltare, direttamente o di traverso, le soluzioni che non includessero Argia il riconoscimento del diritto Italiano, ma rappresentassero al- Hneno una transazione non lesiva fed offensiva delle nostre difese B—■ rivelavano, insieme, una spe cie di fobia, una mania, che nè |inotivi politici, o dottrinari, o ipnorali, riuscivano allora a spie- Sr-'.ie, e che spiega soltanto oggi Ha catastrofe cerebrale che il ■jisordine intellettivo, il processo Hi dissociazione tra le idee e i piatti, tra i propositi e le sanzioni, e l'incoerenza nell'applicazione Mei principii, e la disparità nel trattamento verso l'una o l'altra potenza avevano già iniziato, e, quel ch'è peggio per noi, illi bato ai nostri danni. Noi cerca paino in altre sedi la causa: e la aede non era che nel cervello, che cominciava a vacillare, e perdere la sua coesione e la sua solidità. Le influenze esteriori Banca, propaganda jugoslava, sugge stioni di organi northcloffiani, insidiosi interessi di alleati non potevano che agire facilmen te e nefastamente sopra un cer vello che di giorno in giorno si intorbidiva e perdeva la concen trazione dei suoi supremi poteri. ST Come mai un uomo che abban donava, con un tratto di penna, milioni e milioni di tedeschi al dominio di potenze straniere e di ttuova formazione, diventava co- B meticoloso nel calcolare le ili ft trazioni più capillari degli Sla vi nel territorio di Fiume? E Come mai un uomo che cedeva tona provincia popolata di milio ni e milioni di cinesi al Giappo ne al Giappone che è il nemico naturale degli Stati Uniti di ventava così puntiglioso nel seg mentare, in tutte le direzioni, rlstria, ab aeterno italiana, e su Sogni segmento elevava la ban 4iera dei suoi principii che a- Veva pur tanto facilmente ab bassato nientemeno che nella più grande questione della guerra : i'ia questione della libertà dei ma ri? 1 Come mai un uomo, che tanto aveva predicato il rispetto alla li bertà dei popoli, e il dovere de gli estranei di non ingerirsi nel ■Ee faccende di casa altrui, lancia va quel manifesto al popolo ita liano contro il capo del governo e il ministro degli esteri, cioè gli autorizzati rappresentanti dalla volontà nazionale, e do po che ebbe avuto la debite ri esposta, non si piegò, anzi si irri gidì e diventò più sdegnoso ed Kiiquo? ■ Quell'uomo non era p.u il si gnore, nella sfera del suo ideale ; non era p ù il governatore, nella Bfcra della sua coscienza; non e-. :la più il direttore, nella sfen iella sua azione: egli non era più eh uno strumento nelle mani al- ; tru : uno strumento, che giorna Ìisl ambiziosi, uomini d'affare industriosi, diplomrtci improv pati, e non improvvisate coazio ni, potevano e dovevano r.uscire a volgere a loro profitto e ai no- Étri danni, sol che avessero indo virato per solleticare le p ù de boli molle della sua non pili re se ntente personalità: sol che fosse ro riusciti a tenere continui i contatti con la sua ombra, che nel disfac mento della personali tà, doveva ingigantire ad ogni ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER WITH THÈ LARGEST CIRCULATION tratto negli specchi innunierevo i delle sue disciolte facoltà. Tut ti gli studiosi di psichiatra san no che la vanità e l'incoerenza sono i segni precursori del di sordine e della degenerazione ce rebrale: vanità e incoerenza, che lon si son mai tanto chiaramen te manifestati in Wilson, quan to nelle relazioni con l'ltalia. Va nità nel Manifesto, nel quale e ?li si sovrappone più che al go verno, alla Corona, che, sola, nei conflitti, ha la potestà di rivel arsi al pcpolo, e oltre la Corona jarla ed agisce come un politeti :e della libertà, che viceversa ioi disprezza e distrugge nell'as soluto del suo volere. Incocrenza, ielle 'dee e nei metodi, che fan -10 della trattativa diplomatica in'azione arbitraria e, perchè ar bitraria, cioè non rispondente a ìessun elemento di diritto edi "atto, provvisoria, e per se stes sa invalida e caduca. La questio le di Fiume e con essa e pei e:■< sa la questione dell'Adriat : cc soggiacquero alla progrediente •r.si; e non possono perciò asso utamente essere risolute sulla >ase di una trattativa diplomati la, pervasa dall'arbitrio di una personalità i>olitica, la quale a rcva perduto, con la sanità intel ettuale i freni inibitori della cri ,ica e il senso morale della giu itizia. Quella vanità e quella incce enza alla vigilia della caU'istro fe, assunsero la forma sintetica ipica del mendacio, rivelato al senato dal senatore Morris: nendacio quattro volte recidivo, n quattro città diverse, per so itenere con l'argomento dei Giappone la tesi della Lega della dazione: dopo che il Norris ave na avvertito, e Wilson aveva da .o atto dell'avvertimento, che 1 trattato segreto del Giappone !on l'lnghilterra è del 1916 e l'in ervento del Giappone IH Ila fuerra del 1915. Mendacio, che •ivela tutta l'iniquità e l'assur lità, e l'inaccettabilità, del trat amento fatto all'ltalia, in ccn 'ronto del Giappone, nella que stione dell'Adriatico. Per l'ltalia Wilson non riconosce il Trattato 11 Londra, perchè è un trattato secondo lui secreto, e contrario li suoi principiò Per il Giappo ìe, a giustificare la concessione lello Scian Tung, non solo rico icsce, ma inventa un trattato secreto con l'lnghilterra che non ;siste anteriore all'entrata in juerra e che invece posteriore di in anno; onde a noi toglie quello •he il patto di guerra ci assicura, > assicurava, invocando il prin :'pio della non validità dei trat tati secreti ;e, viceversa, dà al Giappone e giustifica quello che, n nessun patto primitivo il Giappone aveva fissato con gli illeati, con il principio del rispet to ai trattati secreti, e con la re troattività di un trattato secre to che possa dargli modo di invo lare quel principio. Ond'egli era, ; si manteneva, nello stesso tem -30, fuori dei pri.ncipii, fuori del a storia, e fuori della morale, se ; vero che la morale deve avere i base per lo meno la verità sto rica! I nostri alleati hanno sempre sostenuto, durante la dittatura ii Wilson sul Congresso, che essi si ano pronti a tener fede ai trat tati, o ad accettare la discussio ne e la trattazione delle nostre questioni in relazione ai trattati, ma che Wilson e poiché Wil son mettersi d'accordo con Wilson— Ma ora che Wilson è caduto, e l'esame spregiudicato di tutti gli atti da lui compiuti contro di noi dimostra a luce equatoriale che quelli non sono l'effetto di una dottrina e di una coordinata se enza polit ca, ma invece l'ef fetto di un disordine intellettivo, e portano l'impronta del male che, in così breve volgere di tem po, si deveva rivelare in tutta la sua estens'one e crudeltà, non sentono essi stessi il bisogno di quella revisione che noi invochia mo, e senza dubb o consenttreb be ad accettare 1 Senato deila Grande Repubblica, che, per tan ti segni, ha d mostrato di essere accanto a noi nella rivendicazio ne del nostro diritto e nella rtizione alla patente ingustizta che ti Pres'derte Wilson ci ha voluto infliggere contro ì suoj princ pii stessi, e contro la più v'va e mai irt rrctt" trad zone' di leale am'eizia tra l'ltal a e g i Strati Uniti? Per questa rev'scne no: ci np p: li timo ncn scic al partto Re pubblicrro di cpics'z ene al Pre s'r'ente Wilson m." anche al par tito demccrat'cc, che dal Pie- AVA INI TI SEMPRE, CON L_A FIACCOLA IINI RUGIMO -'d ; «'(ì ir. si-cund-class matter Aprii 19, 1918, at the post office u l'hiladélphia, Pa., under the A t ol March 3, 1879". -1 dente Wilson può assumere e d.fendere l'ered.tà dei principii, non certamente degli errori da , lui compiuti, in istato di non perfetta consapevolezza, in con trasto coi suoi principii. In vista della qual revisione, 10 credo si potrebbe anche non avere troppa fretta nel conclu dere sulla traccia degli anti chi errori, e prima di ripigliare in esame tutta la materia che si riferisce ai nostri diritti e ai no stri trattati tanto nella que stione particolare di Fiume che nella questione generale dell'A driatico. RASTIGNAC. 11 llAdt I li L'on. Napoleone Colaianni, spic cando. nella sua Rivista Popolare dei :il> settembre-15 Ottobre u. s., come fu determinata la spedizione D'Annuii zio, definisce "turp ssiiiia" la malafe di di Wilson il quale, anche ora che giace sul letto del dolore, si schiera contro l'ltalia, contro la giustizia, contro i famosi 14 punti-burletta. Kcco quanto dice l'on. Colaianni: "Come In <lel< rminata la spedizione IVA «nunzio. "I precedenti delle vicende della quistione ili Fiume spiegano l'esaspe razione ùt! patriottismo della nobilis sima città e la rischiosa decisione ili D'Annunzio e dei suoi legionari il flore dello esercito, della marina e del la gioventù d'ltalia, che comprende i più valorosi reduci della guerra, tra i quali Luigi Rizzo. "fiume ha dato le prove della pro pri;! italianità; Fiume iia manifesta to la irrevocabile volontà di unirsi al l'ltalia, come la lìglia che dopo lungo e violento distacco mostra l'ardente desidi rio di riunirsi alla madre; Fiu me ha fatto appello agli Italiani, alla Conferenza di Parigi ed in ultimo al Senato americano invocando il rispet to di i proprii diritti e della propria decisione. Invano! Il grande gesuita, il despota della democrazia america na, Wilson, forte dell'acquiescenza e goistiea ni interessata, della vita c della ni l'amia ingratitudini verso l'l talia di Lloyel George e di Cleinenceau, calpesta quei diritti, calpesta spieta tamente quella volontà, contro i ilog mi ili I suo stesso Vangelo di menzo gna e di ipocrisia. "Da malafede turpissima ili Wilson è stata da lui stesso rivelata c illu strata. Kgli nella tournée di conferen ze per difendere la sua politica a Co lumbus considt io gl'ltaliani ili Fiu me come una COLONIA. l'uò ignora re igli che la italianità ili Fiume è stata riconosciuta da secoli dagli Ab sburgo e dai Magiari: in un atto so lenne di Maria Ti usa e negli accor di conseguenti all'Ausglcichung del 18(17 tra l'Austria i l'Ungheria? Wil son dichiarò che non poteva tener con to del trattato di Londra perche Se greto e da lui ignorato (?!); ma par lando a Los Angeles giustificò la ces sione dello Chantung al Giappone perchè l'lnghilterra glielo aveva pio messo per indurlo alla guerra. Ma questa promessa non risultava da un trattato segreto conchiuso dagli altri prima che gli Stati Uniti entrassero in guerra né più, nò meno come il trattato ili Londra che faceva le sue promesse all'ltalia? "Il diritto di Fiume preesisteva al la guerra. Nè l'ltalia nè altre poten ze potevano intaccarlo a meno che non si voglia ammettere l'assurdo; e cioè: che una guerra intrapresa per dare il diritto all'autodecisione dei popoli do veva toglierlo a Fiume! "Come se non bastasse la violazio ne del diritto sopraggiunse l'lnchie sta sui fatti di giugno. In quell'ln chiesta ebbe parte il Generale Di Ro bilant, che tradì l'ltalia da lui rap presentata e sostenne le ragioni della Francia. "La partenza delle truppe italiane da Fiume come conseguenza dell'ln chiesta, l'umiliazione inflitta al nostro 1 paese, il pericolo di veder sottoposta Fiume alla polizia straniera dopo tan ti secoli di autonomia colmarono la misura. "D'onde l'esasperazione e le deci sioni ispirate alla disperazione di Fiu me, di D'Annunzio, dei suoi legio nari." I conli della li il Rio si nel (ionie li Cele "La Tribuna" di Roma del 22 Otto bre u. s. così comentava la morte del Conte Macchi di Cellere, Ambasciato re italiano agli Stati Uniti: "La triste notizia sarà appresa con grande dolore nella Capitale, dove il conte Macchi di Cellere e noto, e dove è stato sempre circondato di infinite amicizie e di infinite simpatie. "Egli era, di istinto, di educazione, di cultura, di animo, un gentiluomo perfetto, si potrebbe anzi dire il gen tiluomo per eccellenza: un superstiti tipo della vita mondana di altri tem pi, nella quale erano ancora in onori e significavano una differenza socia le, la finezza del g sto, il garbo dei modi, la cortesia degli atti e l'elegan za della parola e del pensiero. "Ma non so'o un uomo di monde nel --enso storco della parola: eg' : era a iche uno st -elioso attento e sa gace, o, ncl'a s.'.a carriera, un fido e PHILADELPHIA, PA., 22 NOVEMIRE 1919 diligente servitore dello Stato e del Paese. Laureatosi nella Università di Ro ma, egli entrò subito, dopo splendidi esami, nella carriera diplomatica, che percorse, grado a grado, al Ministero prima, poi nelle Missioni all'estero. "Al Ministero fu segretario parti colare del conte d'Arco, poi del mar chese Visconti-Venosta, poi dell'on. Tittoni. All'estero, fu segretario di Legazione a Buenos-Ayres, poi a Wa shington, e in seguito Ministro a Bue nos-Ayres e Ambasciatore a Wash ington. "Non è il momento questo di giudi care dell'opera di lui, come ambascia tore, durante la guerra. Gli elementi del giudizio dati anche gli interes si estranei e mutevoli, e l'incoercibi le carattere degli uomini di Stato che hanno diretto e governato la diplo mazia dell'lntesa, specie 1111 Congres so di Parigi non ancora a noi noti, non ci possono permettere di formu lare accuse o difese. Ma ehi scrive queste rapide parole, per l'antica, co- D'ANNUNZIO AGLI ITALIANI degli Stati Uniti D'Annunzio ha consegnato, prima che partisse, a Withney Warren, que -1 Sto scritto che soltanto adesso è rese pubblico: "Fratelli, ve ne ricordate? Non ci doveva essere più l'Atlantico fra la patria che sanguinava sotto l'urto del nemico e quella che sovrabbondava sotto il vostro lavoro. Quando la gen te che vi ospita riconobbe aitine per |nemico il nostro nemico, riconoscendo alfine la santità della nostra guerra, parve che vi ristampasse e vi ribattezzasse nella verità della causa una. 11 capo degli Stati Uniti parve sollevarsi sopra gli uomini per convertire in atto le granili paiole e seite dalla sacra bocca ili Àbramo Lincoln in quii cimitero ili Getty sburg santificato due volte dalle ossa dei morti e dal sangue dei combat tenti. Parve estendere a tutta la ter ra la sentenza che l'eroe aveva posta sulla Nazione, "lo dico che il mondo, con l'aiuto di Dio, deve avere una nuova nascita nella libertà". "Vi ne ricordate? Avevamo dovuto patire la legge ili tutti i sacrifizi re dentori in terra. Avevamo dovuto pa tire il tradimento e la rinnegazionc. Avevamo dovuto sopportare la percos sa, l'ingiuria, la vergogna, tutti gl strazi. Ed eravamo rimasti in piedi, con le nostre armi in pugno. Avevann stretto i denti sul nostro dolore, mu tandolo in ferreo proposito. Avevamo fatto il patto con la vittoria e con la morte." Il poeta evoca la vittoria italiana ed il martirio ili Fiuro<* e il suo gri do: Raccogliete di la dall'Oceano il grido di Fiume e sollevatelo. "Vi porla questo messaggio un grande cittadino americano che, fin dal principio della guerra si mostrò coraggiosamente devoto alla nostra eausa e considerò l'ltalia come la sua liatria seconda, e la difese e la sosten ne a viso aperto. Serbate nella vostra memoria e nella vostra riconoscenza il suo nome: Whitney Warren. "Fgli viene a voi da Fiume. Kgli ha veduto la città nel giubilo e la città nel lutto. Egli ha veduto tutto un po polo fuso in una anima sola dall'eb brezza della libertà, e mille e mille mani agitare lo stesso laro, e mille e mille gote gettare lo stesso grido. Egli ha velluto tutto un popolo silen zioso e composto, lungo le vie, all'om bra delle bandiere abbrunate, piange re i primi morti, piangere i elue gio vani aviatori che in mezzo alla terra dell'ardore avevano acceso il rogo del loro sacrifizio, piangere la coppia ala ta che in mezzo alla città aveva ac ceso il suo olocausto. Egli ha qui ri conosciuto il viso eiella gioia italiana, ha riconosciuti/ il viso del dolore ita liano, l'uno e l'altro scolpiti con quel | la stessa forza inimitabile che lo stra niero ammira in una figura toscana o in una figura lombarda". Nessuno dice il poeta può du bitare dell'italianità di Fiume. "L'opposizione della Francia è scos sa, la opposizione dell'lnghilterra muta colore. La generosità del popolo francese si solleva e supera gli uo mini di Stato vacillanti. E il popolo inglese, che nei secoli onorò la giu stizia, non più si ricorda eli e|uel suo poeta ebro della bellezza e della sven tura d'ltalia, il quale cantò i suoi canti "prima dell'alba?" Egli anche i ggi parla, con la voce dell'ltalia po vera e delusa, all'lnghilterra che dal la letta esre carica di preda: "O ma dre di Cromwell, o terra che nutristi Milton, noi tu venire come un'amica " EXTRA! " RISPARMIATE IVIOIN EL~T A ! Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio P. LA BOCCETTA 90 1 nO3-905 So. Bth STREET . PHILADELPHIA. PA. ove troverete specialità' per abiti da farsi su misura. Abiti di battesimo. Vesti per giovane. te, Vest ti per ragazzi. Camicie, Caminetto, Sottane, Capitelli ed altro. stante amicizia che lo legava a Vin cenzo Macchi di Cellere, per l'intima conoscenza che <|uesta amicizia gli consentiva dell'animo e dell'intelli genza di lui, per 1e manifestazioni e le confidenze avute nei più travagliati momenti delle nostre trattative alla Conferenza questo può affermare: che l'opera del nostro Ambasciatore agli Stati Uniti fu sempre dominata e pervasa dal più alto senso d'amore e di religione per la patria lontana. "Partito da Parigi, nel luglio, con l'animo pieno di amarezza, nel viag gio che doveva essere l'ultimo, egli non portava più con sè la speranza e la fenle, che avevano sorriso alle al tre sue partenze, e un velo di tristez za, per la prima volta ondeggiava dinnanzi ai suoi occhi che nel passa to avevano soltanto conosciuto le ro see visioni "Ora, inaspettata la morte! "Alla contessa iH Cellere e ai fi gliuoli, che lo adoravano, e ch'egli a elorava, e ai fratelli di Roma, le no stre profonde condoglianze." verso ì miei nemici e tendere la ma no ai miei traditori?" "Ormai tutti sanno che la questio ne di Fiume è una questione di alta e bassa finanza. Non si tratta di prin cipii sacrosanti nè di alcuno fra i quattordici punti troppe volte troppo crudelmente violati. Si tratta di un ] grosso e losco affare. Chiedete al pro bo Giorgio Herron i nomi ili quelli che, a proposito del baratto di Fiume, egli chiama "banchieri diplomatica mente privilegiati". "Può il popolo americano perme t tere che la pura vittoria sia lacerata elagli artigli d'un branco ili rapinato ri? Può il popolo americano permet tere che, per favorire cotesto branco, sieno disconosciuti e calpestati i di ritti dei vincitori, i diritti dei morti e degli invalidi, i diritti del patimento e della pazienza, i diritti della costan za e della speranza, del sangue e elei sudore ?" | D'Annunzio ilice poi che l'ltalia, per , vincere l'Austria e per aiutare l'In ; tesa ha levato cinque milioni di sol dati; la vittoria le è eostata un miliiw | ne ili morti e di mutilati, un altro mi lione di fi riti e d'invalidi; due milio ni d'ltaliani puri, senza mescolanze inè colori. L'America su la nostra | fronte non ha avuto se non un morto .e quindici feriti, in combattimento. ! "L'ltalia ha patito la rovina di una jvasta provincia che era il puro fiore d'ltalia, la più sincera figura terrestre |dell'anima italiana. Ila gettato nella fornace i tre quarti della sua ricchez za totale. Dopo aver portato il giogo della «ruerra, poita penosi#..iinamente il giogo della pace. Vive da mesi e I mesi come se la lotta non fosse stata interrotta, continua a soffrire i tor menti delle annate più dure. "Ma l'America rigurgita di ricchez za. L'emblema della nostra antica Venezia dogale è divenuto il suo em blema; la cornucopiaco traboccante di dovizia terrestre e manna. Essa ha conseguito, con la guerra, il dominio del mondo. i "Come può quindi negare alla sua alleata dolorosa e sanguinosa l'aiuto che è chiesto non soltanto in oro ma 1 , in ispirito ? "Ci dev'essere dunque, fratelli, sem |pre un capestro sospeso sul colle del iri talia nell'Adriatico? Il destino di | Nazario Sauro è dunque il nostro de | stino ? "Non è vero. Non può esser vero. I Fermamente crediamo che non può essere. Ditelo al popolo che vi ospita | e vi adotta ; elitelo anche in nome di | quel poeta combattente che, nel cele | brare la marcia dell'America in armi, |si ricorelò della vecchia canzone di j.lohn Brown. Ditelo in nome del difen- I sore di Fiume, per quel ramoscello di [ lilla offerto dal Walt Whitman alla 1 bara di Abramo Lincoln. "I difensori di Fiume non possono riconoscere il giogo, nè vorranno mai sottomettersi. Essi sono tutti latini; ciò è dire: uomini liberi. , "La causa dell'America in armi fu la causa loro. La causa della nobile I America, non immemore della parola che risonò nel cimitero di Gettysburg, lè la loro causa. j "E, se nuovo sangue debba essere versato, e fratelli, quel sangue ricada sul capo che il destino sembra aver già percosso. "Addì 12 ottobre 1919: nell'anniver sario dell'America scoperta da un Italiano. GABRIELE D'ANNUNZIO." ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA Comunicazioni della Grande Loggia DELLO STATO DI PENNSYLVANIA INIZIAZIONE DI UNA NUOVA LOGGIA A NANTY (ILO, PA. Domenica U novembre, noi vasto campo minerario di Nanty Glo, è sta- 1 ta iniziata la loggia "Fiori, Suoni e Carini" N. UGO. Quei bravi minatori erano raggianti di gioia per essere battezzati nell'Ordine Figli d'ltalia, e fin eia)le prime ore del mattino erano in attesa di ricevere i fratelli della loggia "Avanti Savoia" di Altoona, che doveva fungere da madrina alla cerimonia. Giunto il Grande Curatore Antonio Certo di Pittsburgh, si procedette al la iniziazione dei nuovi soci, e mercè l'intelligente cooperazione del Vene rabile e drgli altri ufficiali della log gia Avanti Savoia, i lavori riuscirono ordinati e solenni, tra l'entusiasmo «lei nuovi e dei vecchi fratelli. Fun zionò da Araldo il fratello F. Longo della loggia madrina. Alla line della cerimonia il Gran de Curatore invitò a parlare il vene rabile V. Spiridigliozzi.ed i fratelli F. Longo e G. Albanese della loggia Av;;nti Savoia. Indi parlarono l'ora tore G. Albi rtelli e l'assistente vene rabile 1.. Chiari della nuova loggia; tutti applauditi. Prese quindi la parola il Grande Curatore Antonio Certo, il quale lu meggiò la storia dell'Ordine d> i Figli d'ltalia in America, annoverando i benefici apportati ai fratelli e alla ma dre Patria; parlò del Fondo Unico Mortuario, dell' Orfanotrofio, del!- borse ili studio e di quanto di bello e di pratico si prefigge di fare ancora l'Ordine; raccomandò in ultimo di es sere vigili e solerti per la propagan da della Istituzione e per la difesa della Patria nostra osteggiata nei suoi l supremi diritti. Infine il fratello K. R. Montagna, musicista ili valore, neo venerabile della "Fiori, Suoni r Carmi", con fe lici parole ringraziò i componenti la loggia madrina e si augurò che con l'aiuto ilei bravi minatori di Nanty (•lo la loggia possa ben presto diven tare numerosa e rispondente alla di gnità e all'onore dell'Ordine Figli d'l talia. Va data lodo a tutti i nuovi fratelli di Nanty Glo per il modo generoso con cui hanno ricevuto i fratelli della loggia madrina, offrendo loro in ogni casa pranzi innaffiati da vini generosi. Il Grande Curatore Antonio Certo e il venerabile di detta loggia V. Spiridi r.ozzi furono ospiti del fratello E. 11. Montagna. La sera di lunedi 10 corrente i com-1 ponenti la neo loggia diedero un bal lo a beneficio della loggia etessa. Una ottima orchestrina diretta dal fratel lo Prof. E. lì. Montagna, con scelti pezzi musicali allietò gli intervenuti, e le danze si protrassero lino a tarila ora. La festa si chiuse inneggiandosi all'Ordine Figli d'ltalia come apporta tore di una novella era nel campo mi- ; ncrario di Nanty Glo. i Gì; ufficiali della nuova loggia sono i i seguenti: Venerabile, e U. Montagna Assi stente venerabile, Luigi Chiari Ex venerabile, Carlo Ceria Oratore, I Giuseppe Albertelli Tesoriere, A bele Borocco Segretario di finanza, Leonardo Selvaggio Segretario ar chivista, Guido Ceria, Curatori: j Costantino Ceria, Cristoforo Solari, 1 Alfonso Ceria, Giacomo Dellafiora, 'Alfredo Ferri Cerimonieri: Stefa no Martinazzi, Giovanni Barcella Sentinella interna, Angelo Pinali | Sentinella estrena, Amedeo Bacci. PER LA NOMINA IH SOCI ONORARI. | Talune logge hanno comunicato al Grande Concilio di questo Stato la no- j | mina, da esse fatta, di soci onorari, ' con preghiera di volerne prendere no ta. Il Grande Concilio ha dovuto ri spondere che non poteva prendere no ta delle nomine di tali soci onorari, perchè esse non erano state fatte se condo legge c dall'autorità che ne ha il diritto. Per norma delle altre logge, credia- i mo qui opportuno ricordare che i soci : onorari possono essere nominati sol tanto dalla Suprema Loggia o dal Su premo Concilio. L'Art. 33 delle leggi generali della Suprema loggia dispone testualmente così : "I fratelli onorari sono quelli che per meriti personali o per meriti ac quistati presso l'Ordine, sono nomina ti tali dalla loggia Suprema, o dal Supremo Concilio di propru iniziati va, o su proposta di un Grande Con cilio o di una loggia filiale, per il tra mite del Grande Concilio. "Fratelli onorari non possono esse te che coloro i quali godono di una indiscutibile rinomanza. "Vengono iniziati dal Concilio dello Stato, dal quale dipende la loggia o : cui sono affiliati". Fa quel che devi, avvenga che può' Abbonamento Annuo $ 2.00 Una Copia 3 Soldi ! Si tenga dunque bene in mento? quello che la legge vuole a riguardo dei Soci Onorari; e cioè che issi deb bono avere una "indiscutilbile rino manza" per "meriti personali o per i leriti acquietati plesso l'Ordine", e i he la loro nomina, anche se propo sta dalle logge (per il tramite del Grande Concilio) deve crine re fatta dalla Suprema loggia o dal Supremo Concilio e la loro iniziazione dal Gran de Concilio dello Stato. FONDO l MCI) MORI'I ARIO Decessi dal 1.0 al ,'tl dicembre 1919. Canzari Mario, di anni 27, residen te in Philadclphia, l'a., della loggia U Basile N. 205, iscritto al F. IT. M. il '29 -.aggio morto il l Ottobre 1919, di andrace SIOO. Linda Hiatu'hi, di anni 34, reciden te in Steelton, l'a., moglie del fratello Bianchi Achilli, della loggia Citt. It. Amcr. N. 221, iscritto al F. li. M. I*ll Ottobre 1916, morta il 30 Settembre 19)9 di eclapsia S2OO. Lavia Giovanni, di anni 'll, residen te in Harrisburg, l'a., della loggia Citt. It. Ann r. N. 224, iscritto al F. U. M. l'il Ottobre 1916, morto il 30 Settembre 1919 di nefrite S4OO. Luci Francesco, di anni 24, residen te in Kidgway, Pa., della loggia Fra telli Cairoti, N. 286, iscritto al F. U. M. I*ll Ottobre 1916, morto il 26 Set tembre 191 Sal fronte in Francia dol lari 400. (ìiuliano Matilde, di anni 34, resi dente in Pittsburgh, l'a., moglie del fratello Giuliano Giuseppe, della log gia Citt. It. Anier. N. 317, iscritto al F. U. M. l'l 1 Ottobre 1916, morta il 20 Ottobre 1919, di parto, i Azzarello Santo, di anni 45, reciden te in Midland, Pa., della loggia l'ro v're F. U .AI. il 14 Ottobre 1918, morto il 2". settembre 1919 ».-r suicidio S4OO Galasso Michele, di anni 50, resi dente in Pliila., l'a., della loggia L. Zuppetta, numero 675 iscritto al F .U. AI. il 26 febbraio 1917, morto il 26 ottobre 1919 di carcinoma S4OO. Casalio Antonio, di anni 44, resi dente a Marcus Hook, l'a., della log gia 1 Vespri N. 703, iscritto al F. U. M. il 19 Agosto 1919, morto il 28 Ot tobre 1919 di engefalite S4OO. Marino Angela, di anni 45, residen te in Italia, moglie del fratello Mari no Rinaldo, della loggia A. La Mar mora N. 730, iscritto al F. U. M. il 10 Agosto 1917, morta il 4 Agosto 1919 di polmonite S2OO Borrelli Costantino, di anni 26, re sidente in I'hila., Pa., della loggia F. P. Tosti, No. 748, iscritto al F. U. M. il 20 Agosto 1917, morto il 5 Ottobre 1919 di tubercolosi acuta S4OO. Totale benefici . ... $3100.00 Eccedenza del soldo extra $1632.20 I (Imita individuale $ 0.31 Totale iscritti al 31 Ottobre 1919, No. 16322. Sottoscrizione Pro D'Ani fi suoi uniti Onde venire in aiuto della balda ed eroica schiera dei volontari i quali, impavidi, sfidando le ire del nostro Governo e di quelli alleati, seguono il loro conduttore Gabriele D'Annunzio, apriamo una pubblica sottoscrizione. Il denaro, man mano che verrà rac colto, sarà trasmesso a mezzo della Banca dei Figli d'ltalia. ERRATA CORRIGE Nella sottoscrizione pubblicata sul numero scorso siamo incorsi in un er rore. Il totale, invece di essere $23 per due contribuzioni ricevute: loggia Da Vinci $lO e loggia Rapisardi sl3, fu di sl3. Correggiamo l'errore anche nel totale generale che invece di dol lari 1048.32, come pubblicato, dev'es sere $1058.32. DIAMO L'OTTAVA LISTA: Dalla loggia Carlo Pisacane N.213 O. F. d'l. di Philadclphia, Pa., $10.00; Domenico-Rodia $1 e Stanislao Rpdia $0.25, soci di essa; Dalla loggia Roma dei Cesari N. 188 O. F. d'l. di Dubois, Pa., della quale è venerabile Eugenio Guido, raccolti da un comitato compo sto dei signori V. Di Cerbo, V. Dami niani e V. Marietta per Du Bois e G. Spina ed E. Pingitori per Eriton $53. Totale $64,25 Totale precedente $1058.32 Totale generale $1122.57. A NOSTRO DISCARICO Abbiamo ricevuto da La Libera Pa rola dollari ventitré per la sesta lista di sottoscrizione prò D'Annunzio e Fiume Ital'ana. The of Italv State Bank per Luigi Corona, Cashier."
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