LA LIBERA PAROLA
(Th o Freo Word
PUBLISHED EVERY SATURDAY
• v
A. GIUStPPE 01 SILVESTRO
EDITOR-IN-CHIEF
/ 626 So. lìroad St., Phila . Pa.
Bell Ph »ne. Dickinson WVI J.
Anno 2. - 23 Agosto - No. 33
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POLITICA L AD VER TISEMENTS
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ALI FAKE AMRTJSEMENTS PQSTiVELY RETUSEO
biamo visto immischiare in olez
zo ai suoi connazionali. Oggi ap
prendiamo che egli è rappresen
tante di numerose Società e or
ganizzazioni italiane e ne godia
mo. Ma di quali, di grazia?
Il Cav. Nardi, che fu "spokes
manparlando al giudice a no
me dei delegati disse che essi
non erano in politica. Può darsi ;
ma allora perchè quelle cariche
di interpreti di Corte, di impie
gati comunali e di assistente Ci
ty Solicitor?
E' INDECENTE
L'Evening Bulletin del 15 cor
rente mese, in una sua nota edi
toriale attacca l'on. John M. Pat
terson perchè, accettando la can
didatura a sindaco, non si è pri
ma dimesso dall'ufficio di giudi
ce e lo invita a far ciò se non
vuole rimanere sotto la vergo
gna di aver tradita la nobile po
sizione che egli occupa.
Ecco quanto quel giornale di
ce:
"PATTERSON S DECENT
DUTY
IL GIUBILEO DELLA VITTO
RIA DEVE SERVIRE DI
PARAVENTO A
VARE.
Il proposto giubileo per il ri
torno dei soldati e per la pace
conchiusa deve servire di "para
vento" a Vare pei' attirare i voti
dei soldati al suo "garcon" e
pantalone ne pagherà le spese.
Il colonnello Meehan dice che
il miglior ricevimento che si po
tesse fare ai soldati sarebbe, co
me ha fatto Boston, di dar ioro
100 dollari ciascuno invece di
spenderne 100 mila per attirare
i voti dei soldati al candidato a
sindaco nella "ticket" del con
trattore Vare.
LA RISPOSTA dell'On. MOORE
. Al. NOSTRO TELEGRAM
MA DELLA SCORSA
SETTIMANA
In data del 15 corrente mese
l'on. J. Hampton Moore rispon
deva al telegramma speditogli
dal nostro direttore nel quale e-
la
f PRIMA BANCA NAZIONALE A PITTSBURGH j
(First National Bank at Pittsburgh, Pa.) |.
CAPITALE E SOPRAVANZO $ 5 MILIONI
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ra detto che costui si metteva a
completa disposizione del candi
dato Indipendente a sindaco di
Philadelphia.
La risposta dice così:
"Mr. A. Joseph Di Silvestro
Editor of La Libera Parola
Philadelphia, Pa.
PER FINIRE
Circola insistente la voce in
colonia, ed è stata messa in gviro
da un italiano, amico intimo del
giudice Patterson, che nelle
prossime elezioni dei candidati a
Sindaco Charles, alias cavaliere
I, capitanerà gli elettori a fa
fore dell'on. Moore e Fioravante,
cavaliere 11, quelli che voteranno
per il giudice Patterson. Anche
a non volerci credere, basterà
guardare l'Opinione, la pettegola
di Philadelphia. per convincerse
ne.
Mlì»
del pubblico
14 Agosto 1919.
Caro Direttore,
A quando la conclusione delle
nostre sacrosante aspirazioni ?
E' una domanda che vi sentite
rivolgere ad ogni istante da per
sone di ogni sesso e condizione
che si lasciamo guidare, non tan
to dal sentimento quanto dalla
ragione e si preoccupano dei
danni economici per questo sta
to d'incertezza e delle conseguen
ze avvenire. Leggo molto i gior
nali e mi fanno male. Le notizie
che giungono dall'ltalia sono
tutt'altro che soddisfacenti, mi
indispettiscono. Vedo che la po
vera Cenerentola troppo lusinga
ta e finemente raggirata deve
starsene zitta e lasciar decidere
le sue sorti, se e quando si deci
deranno, dai prepotenti e falsi a
mici che vorrebbero tenerle un
piede sul collo. Vedo l'ipocrisia
della SORELLA LATINA che
mai si smentisce; vedo nell'oriz
zonte la minaccia di non avere
la sovranità adriatica e di veder
risorgere l'idra funesta degli A
sburgo; vedo ricomparire, come
l'ombra di Macbeth il giolittismo
nefasto; vedo depreziati i no
stri valori, intralciato il commer
cio e le industrie camminar len
tamente. Ma non è dunque pos
sibile trovar degli uomini di go
verno abili a mandare innanzi
con dignità, con onore la nostra
gloriosa barca? Che fa Tittoni?
Io credo nulla di più dei suoi pre
decessori ! Io debbo dirlo con do
lore, ma francamente, non credo
più in nessuno. In questo mo
mento vedo la mancanza di un
Cavour, di un Rattazzi, di un Ri
casoli, di un Lanza, di un Sella,
di un Minghetti, di un Depretis,
di un Cri. pi, di un uomo, insom
ma, che s'innalzi al di sopra del
le caste politiche, che anteponga
alla propria ambizione, ai prepri
interessi, l'interesse dell'ltalia
nostra e la sua dignità. Che so
no, che cosa provano in questi
storici momenti le meschine
querele, gl'insulti, le ciarlatane
rie di tutti i partiti?
Se uomini che occupano posi
zioni eminenti nel Paese si per
dono come donnicciuole, oh, sa
rebbe meglio, meglio assai esse
re umile popolano, che può van
tare la nobiltà del suo lavoro e
della serietà del carattere! A me
sembra, stando qui, e non cono
scendo gli avvenimenti che per
mezzo dei giornali di assiste
re ad uno spettacolo in un'im
menso teatro. Il teatro è il mon
do.
Le scene variano col semplice
variar dell'atmosfera politica e
gli attoi'i succedono agli attori.
Ma il mondo è sempre quello.
Meschino per le sue invidie, per
!e sue gelosie, per le sue RIN
NOVATE egemonie, per gl'im
perialismi più o meno larvati,
per la smania di arrivare alla
ricchezza, per le sue decadenze
morali, artistiche e letterarie,
per le nullità politiche, pter il ge
suitismo dei finti credenti e per
la prepotenza dei Servi di Cristo,
E tu, direttore carissimo, ag
i giungi ciò che, in questo mo
mento di profondo scetticismo, a
me sfugge; ciò che io non com- <
prendo.
Brutti e torbidi momenti que
sti! Voglia il tempo (il solo ga
lantuomo in tanto basso affari
smo) far sì che al giungerti di
questa mia lettera la fortuna d'l
talia sia assicurata e la sua stel-1 «
la brilli serena sul popolo che 1
tanto ha sofferto, che tanto ha 1
pianto e che tanto ha speso.
Tuo, ÜBI. 1
Alla chiara e caustica esposi- '
zione del nostro collaboratore j
Übi, che cosa dovremmo noi ag
giungere? Una sola cosa, quella i
cioè che l'ltalia, a causa dei suoi s
dirigenti, persegue ancora la po- •
litica della rinunzia. Si legga in <
proposito l'articolo di fondo.
n. d . r. i
- r
'Jt ytapoli
(Nella Leggenda e nella Storiti., J
Dal seno squarciato
Di cento vulcani,
Dal cielo baciato
Dai ceruli piani
Tra l'onde, o Partenope, r
Scendesti, "divina"
Di sogni fatina!
c
Se figlia del cielo,
0 vaga Sirena.
Oppure di Eumelo,
C'ii mai si die pena?
Intanto da secoli
Ti assidi Regina
Di galuca marina!
Dai flutti incantati '
Già, (prima ch'Enea
Venisse), allettati
11 canto tuo aveva, —
Pei dolci declivii
Dei colli Flegrei,
Ed Attici e Eubt'i . .
v
Sen venner Cilici,
Egizi, Ateniesi,
Cimmeri, Fenici
E quei Calcidesi, il
Che dalla Propontide
Portaron gli allori li
Fra i canti ed i fiori. g
Del genio dei Dori ti
Spiasti il mattino,
Avesti languori s
"Color Bizantino".... * j
Munifici Cesari
Ti teser la mano, ,
Augusto e Adriano! (
Allor che il destino, '
Fatale Nocchiero,
Nel mare azzurrino j
Depose l'lmpero,
Rendesti ad Augustolo,
Nell'etermo Castello,
L'esiglio più bello!
Vedesti sul Sarno
1 Goti, a Narsete,
Con Re Teia, indarno,
Protender la rete ...
Vincesti col fascino
Degli occhi maliardi
I Re Longobardi!
Se il vii Saraceno. £
Predando, venia
Sul turgido seno
Di Santa Lucia,
V'è Cesare Console,
E Sergio e i Normanni
Ti molcion gli affanni!
Ti amaron gli Svevl,
Non già l'Angioino .
La morte piangevi
Del bel Corradino. .
Palermo coi V'esperì
Tergeva le offese
Del boia francese! .
Procace, Tu adeschi
L'auster Laterano...
Ti amò papa Fieschi
E papa Prignano
Conquidi un Pontefice
Che freme, si affanna,
Ma assolve Giovanna....
Se il Re d'Aragona,
Ribaldo, ti offende,
II canto tuo sprona
E gli animi accende.
Al vimlice popolo,
Contr'ogni balzello,
Tu dai Masaniello!
Scomparve il Borbone...
Gli Asburgo son d'ieri
Capestri e prigione
Son nomi stranieri.
Oh! brilli dei liberi
Sul mondo la face,
Foriera di pace!
Ti bacia, "infiammato,''
Il diro Vesevo....
Col pino piumato
Si desta "il Longevo,"
Coprendoti, ignivomo,
Di lava e lapilli,
Per vezzi e gingilli....
Dai colli Flegrei
Al lido Stabiano;
Dall'erma Pompei
Al bell'Ercolano
Tu trionfi e tripudi!
Nell'alma Natu/a
Che in Te s'infutura!....
< Providf'ice, R. 1., luglio 191>. j
Prof. V. E. CINQUEGRANA |
LA ÜBERA PAROLA
cortesie cò
auòaci imprese
le memorie
in queste lente mattinate estive vi
è chi sente acre, indoma, la nostalgia
dell'amore e delle care cose passate:
vi è chi, con un sottile tremore, siede
presso la vecchia scrivania, apre il ti
retto per tanti anni chiuso, spiega le
lettere ingiallite e consumnte alle pie
ghe (oh lettere tante volte lette!) e
si affonda con amara voluttà nei ri
cordi che palpitano da quelle care re
liquie d'amore.
Sono piccoli biglietti ricoperti di fi
nissima scrittura vacillante (non for
se la creatura amata, scrivendo, tre
mava di dolcezza ? ) piccoli fiori sec
chi su cui è scritta una data quella
data treccioline bionde o brune i
cui sottili e secchi capelli si spezzano
fra le dita; nastri scolorati; guanti
gualciti; piccole cosucce care —un
mondo di tenerezze, uno sciame di so
gni.
Oh, come i ricordi non morti ripul
lulano nelle anime nostre deserte! Oh
come un tenue profumo quel pro
fumo, il suo profumo quasi lonta
no, quasi invecchiato, ci fa fremere
di memore voluttà!
C'è chi ha amato molte donne e |
nel suo cervello passano, in folla, i '
fantasmi lieti. Fanciulle dai capelli di
oro. e dagli occhi color del mare; fan
ciulle dalle chiome e dagli occhi neri;
magnifiche donne vibranti di vita; o
figurine sottili, anemiche, quasi spa
renti; e visioni di boccuccie di rosa,
di sguardi assassini, di sorrisi di per
dizione. Maia, Concetta, Violetta;'
Anna, Xelda, Ines, Lucia. Elvira, do
ve siete, dove siete voi mai ?
C'è chi ha amato l'unica, la sola,
l'Eletta e la rivede alta, soave, pu- j
ra, luminosa, irresistibile. Giacché chi i
ha amato un'unica donna, la sente vi- 1
vere e palpitare in sè, e ne geme, e ]
ne piange la sparizione, struggendosi l
d'una lenta tenerezza. Giacché chi ha '
amato una sola donna ha sentito, ha i
vissuto la passione, e la sente e la
vive sempre, nella memoria dell'lndi-1
menticabile!
* * *
il motto
è di Ruggero Bonghi: Perchè il do
lore? Perchè vi potesse essere la
gioia.
• « *
la filigrana
vi sono fiori tutto l'anno, ma nes
suno di essi vale i fiori che ìa fecon
da primavera genera a mille a mil
le. Cosi è della vita: in ogni età si a
ma e si pensa, ma nessun amore è
così caldo, nessun pensiero così po
tente come gli amori ed i pensieri
della giovinezza.
La primavera della vita ha tutto
per sè: ricchezza inesauribile di crea
zioni, varietà di forme, soavità di
profumi, potenza e grazia, forza e
bellezza.
* * *
intermezzo passionale
ad Anna:
la luce del ve&pero, era divina. Il
crepuscolo aveva una dolcezza im
mensa che mi dava uno struggimen
to accorato d'amore. Il vasto giardi
no s'allargava davanti, e l'occhio si
perdeva nel lungo viale solitario che
andava a congiungersi a guisa di uno
strascico alla villa campeggiante co- j
! SPAZIO RISERVATO]
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fluttuante dei pendii vegetati, sui cul
mini della città medioevale, il soie con
un ultimo desiderio, s'indugiava, in
tagliando nell'orizzonte di fiamma la
sagoma aspra d'angoli, di freccie, di
pinacoli neri, salienti alla conquista
del cielo, simili ad un avanzo di fore
sta mistica. Giungeva una brezza vi
tale, recando tesori di effluvj: s'indo
vinava il fremere lontano di tutta
quella vegetazione aspirante alla glo
ria dell'alto...
I Nel cielo di viola la tua figura si
stagliava, come un'apparizione idea
le. Perchè sorridevi così stranamente,
perchè avevi quello scintillìo negli oc
chi ?
Io esitavo.
Poco> a poco il cielo s'oscurò; la vii -
j la si dileguò come l'ombra di un ma
niero sognato, la stella d'oriente tre
molò di luce e di vita.
Allora tu sorridesti alle mie paro
le supplicanti; tu non mi credesti, fo
sti senza pietà! E le ime ferite senti
vano lo spasimo ulcerante di quell'i
ronìa crudele!
Eppure il mio amore è sempre vi
vo ed insostenibile. Anna, Anna, se
anche fossi morta da lunghi anni le
mie ceneri palpiterebbero nel letto di
i terra: la mia polvere sentirebbe il tuo
alito, si commuoverebbe tremando
! sotto i tuoi piedi, e germoglerebbe '
in fiori di porpora!
♦ » ♦
il mio album:
senza un granello di follìa, nulla si
fa al mondo che sia grande e savio.
* * *
i al nuovo amore
un angelo passar vidi per via
| Ed i capelli avea color de l'oro;
| il volto pieno di malinconia,
I le vesti di finissimo lavoro.
| Un dardo giunse allor nell'alma mia,
1 a farvi la ferita ond'io m'accoro,
> ed io che contro avea lottato
i caddi come un babbeo innamorato !
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remain on the bench while going
before the people' as a candidate
for the Mayoralty nomination
ha s -: been questioned.
"Of course, in one sense, he is
as much entitled to hold on to
his place in Court No. 1 as Con
gressman MOORE is to retain
his seat in the House at Wash
ington.
"But in point of property the
re is a certain moral sense whi
ch applies peculiarly to the judi
ciary in connection with such a
question, and that is that it is
unbecoming and undesirable
that a Judge should remain on
the bench while seeking another
office in a political campaign,
not to speak of a campaign in
which he may make his appea
rance as the representative of a
faction.
"Under such circumstances it
is usually contended that a Jud
ge should resign. Sometimes he
does, and sometimes he simply
continues to sit quietly in the
performance of his customary
judicial duties, without taking
any active, or public, part in the
campaign.
"ln the case of Judge PATT
ERSON as a candidate, he has
been chosen at the instance of a
factional boss, and the nature
of the impending contest is such
that a large portion of his fel
low citizens would look with
stern disapproval on his conduct
if he were to stay on the bench
while playing the role of a cham
pion and standard bearer of the
VARES.
"It is, therefore, to be taken
for granted that the Judge will
he prompt to resign his seat in
Court No. 1. If he were not to
do so, he would be chargeable
with a gross breach of the deli
cate honor which a Judge should
be scrupulous to observe if we
are to yield to him at all the
right of jumping down into the
arena and entering the lists as
a boss favorite in factional poli
tics."
"Dear Mr. Di Silvestro,
"Your cordial offer of support
pleases me highly and is much
appreciated. I am particularly
glad that loyal American citi
zens of Italian birth or parenta
ge in Philadelphia have looked
with favor upon my candidacy
for the Republican nomination
for Mayor of Philadelphia.
Yours very truly
J. Hampton Moore."