La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, August 02, 1919, Image 1

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    PUBLISHED AND DISTRI BUTED UNDER PERMIT No. 500 AL'THORIZED BY THE ACT OF OCTOBER 6, 1917, ON FILE AT THE OFFICE OF PHILADELPIIIA, rA., "V ORnER OF THE PRESIDENT, A. S. BURLESON, POSTMASTER GF.X.
LA LIBERA PARALA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 30
L'ITALIA INCOMPRESA
L'Ex-Ambasciatore d'America
presso il Governo di Roma, Tho- !
mas Nelson Page, da poco reduce
dall'ltalia, ove è rimasto per un
periodo di sei anni, ha pronunzia- !
to, qualche settimana fa, a Rich- !
inond, Va., un notevole discorso
che è tutto un inno alato all'lta- 1
lia, al suo esercito ed al suo popo- j
10, deplorando che la quasi tota
lità degli Americani non sappia
no o non vogliano comprenderla
nè apprezzarla al suo giusto va
lore.
Questa ingiustizia perpetrata
ai danni di una grande Nazione
che ha salvato la civiltà e l'lnte
sa dalla più terribile iattura, ri
marrà monumento perenne d'in
gratitudine e di vergogna per le
Nazioni che, nell'ubbriacatura
della vittoria, hanno dimenticato
le ansie del pericolo ed hanno uc
ciso, nel più generoso popolo del
mondo, l'entusiasmo e la fede.
Le affermazioni di Mr. Page ;
sono di un eloquenza impressio
nante e costituiscono il più seve
ro rimprovero agli alleati fedi
fraghi ed immemori.
—• Ciò che l'ltalia ha conqui
stato ed intrapreso nella guerra
egli disse non è stato capi
to in America. Ciò che essa ha'
sopportato e compiuto non si sa 1
affatto in questo paese. Se non
fosse stato per quello che l'ltalia
ha sopportato e compiuto nella
guerra, il risultato di questa sa
rebbe stato molto differente.
E Mr. Nelson Page ha ragio
ne; senza l'eroismo ed i sacrifici
dell'ltalia, l'lntesa avrebbe dovu
to subire le più dure condizioni
di pace a Berlino, dove il traco
tante vincitore avrebbe chiamato
gli sconfitti al redde nationem.
La battaglia di Vittorio Vene
to, vinta esclusivamente per vir
tù delle nostre armi, fu ia più
strepitosa vittoria della guerra
mondiale ed anche la più gigante
sca impresa della storia. Eppure
la stampa americana con ma
nifesta malafede la passò i
nosservata come un fatto comu
ne.
Di fronte a tanta ostinazione
irriducibile, di cui ci diedero mil
le prove la malafede, l'ignoranza
e la invidia dei nostri grandi al
leati, stimiamo opportuno illu
strare ancora una volta, ad edifi
cazione ed esempio, pur sapendo
che anche oggi la nostra sarà
vox clamantis in deserto, l'opera
meravigliosa, dal 24 maggio 1915
al 4 novembre 1918, svolta dall'l
talia, fattore principale di vitto
ria.
E parliamo prima dei sacrifici,
poi degli eroismi.
Nella lista delle perdite l'ltalia
annovera cinquecento mila dei
suoi figli, e questa cifra, conside
rata in ordine al tempo in cui la
patria nostra è entrata in guer
ra e mettendola in rapporto alla
popolazione, ci dà la percentuale
non trascurabile di 1.32. Bisogna
inoltre tener presenti i dispersi
che oggi, a distanza di tanto tem
po, non possono essere conside
rati che come perduti.
Indubbiamente le perdite mag
giori furono subite dalla Francia,
il -cui territorio rimase sotto la
sferza dello straniero per tutto il
periodo della guerra. Seconda
viene l'lnghilterra, seguita a
breve distanza dall'ltalia ed in
ultimo gli Stati Uniti. Ma se si
tien conto che l'ltalia entrò in
guerra dieci mesi dopo la Fran
cia e l'lnghilterra, il nostro con
tributo, che in via assoluta è qua
si pari al contributo inglese, re
lativamente è superiore.
Tale nostro contributo ha un
valore straordinario del quale a
vrebbe dovuto tenersi conto al
momento della liquidazione delle
indennità, se gli artefici o mani
polatori della pace, invece che
dall'ambizione e dall'ingordigia,
si fossero fatti guidare da un
sentimento di equità.
Le perdite degli Stati Uniti poi
rappresentano una cifra irrisoria
di fronte a quelle degli alleati
europei; il che dimostra sempre
più che il valore dell'in
tervento dell' America consi
ste nell'aver fornito denaro, ap
provvigionamenti ed armamenti.
Anche questo fu contributo di
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ITAUAN WEEKLY NEWS PAPER
"Entercd as second-elass matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa„ under the Act of March 3, 1579".
inestimabile valore, ma non fu
mai contributo di sangue. Forse
perciò gli Americani sentono me
no vivo il diritto alle riparazioni
e, non essendoci sangue per mez
zo, fanno i filosofi ; ma il signor
Wilson che volle fare con l'ltalia
lo scrupoloso ed il filosofo, cogli
altri alleati pù grossi. lnghi
lterra, Francia e Giappone fu
di una prodigalità troppo spin
ta che caratterizza l'avido mer
cante che ha fatto un lauto per
quanto poco lecito guadagno e
teme di perderne i vantaggi.
Accanto ai sacrifici della Na
zione, i fulgidi eroismi dell'eser
cito. La vittoria d'ltalia determi
na il crollo degli Imperi centrali
e la fine della guerra.
Se pensiamo che l'ltalia per tre
volte, con le sue forze morali e
militari salva l'lntesa, ci trovia
mo di fronte ad una realtà che
vince qualsivoglia idealità Rima
na.
Debellare un esercito in cam
po, formidabile di settanta divi
sioni e di migliaia di cannoni, in
soli 12 giorni, ha qualche co.sa di
fantastico edi fronte a questa
grande e splendida vittoria anche
la Germania deve inesorabilmen
te abbassare le armi e scontare
le infamie commesse.
Fino a tanto che esisteva l'e
sercito austriaco colla sua formi
dabile organizzazione, la Germa
nia poteva resistere ancora, an
cora combattere, ancora mercan
teggiare, il prezzo della resa, ma
dopo non più e la Germania do
vette rendersi a discrezione.
Non è dunque iperbolica l'af
fermazione che la vittoria delle
Tre Venezie salvò per la terza
volta l'lntesa, determinando ra
pidamente la fine della guerra.
La prima volta fu quando l'l
talia dichiarando la propria neu
tralità, salvò la Francia dalia
sconfitta e dalla totale invasione
tedesca, ed impedì il trionfo delle
idee e della volontà germanica in
Europa. Questa verità incontro
vertibile abbiamo più volte affer
mata ed è necessario ripeterla,
perchè si fissi nella mente di ojjni
alleato come un raggio di lue# in
candescente di purezza e di
splendore.
Una seconda volta l'ltalia, con
la dichiarazione di guerra, men
tre poteva come le altre Nazioni
ingrassare indecorosamente sulle
miserie altrui, ha costretto gli
imperi centrali a distogliere un
cospicuo contingente delle pro
prie divisioni e delle proprie bat
terie per fronteggiare le nuove
forze fresche, indomabili dell'E
sercito Italiano.
L'ltalia ha mandato i suoi sol
iati che furono esempio di im
periture virtù militari, su tutte
ie fronti dove si combatteva la
guerra della civiltà, testimonian
io così alla Francia, all'lnghilter
ra, all'America di difendere ma
terialmente i loro interessi, così
:ome le Nazioni dell'lntesa si e
rano impegnate di difendere gli
interessi dell'ltalia.
L'ltalia, fermando l'invasore
austro-tedesco sul Piave e sul
Grappa, ha salvato un'altra volta
la Francia da un'invasione per le
Alpi Occidentali ; le vie cioè che
volevano percorrere gli imperi
centrali dopo desiato l'esercito
italiano.
L'ltalia, concentrandosi sul
Piave e sul Grappa in attitudine
difensiva contro le soverchianti
forze austro-ungariche, ha con
sentito che le formidabili riserve
americane affluissero totalmen
te in Francia, per assicurare l'e
sito delle offensive di Foch.
Oggi l'esultanza per la conse
guita vittoria si va risolvendo in
delusioni amare per la perfidia
degli alleati. Più dolorosi appaio
no oggi i lutti e lo strazio dei cuo
ri; ma non dimentichiamo che,
per queste sante gramaglie che
vediamo con venerazione nel
le città d'ltalia, noi abbiamo sal
vato il nostro Paese e con esso la
civiltà dei popoli. Questi lutti
che traversano le nostre strade,
che invadono le nostre case han
no un riflesso di luce imperitura.
Essi ci sono sacri poiché sono il
prezzo col quale abbiamo dovuto
pagare la vittoria ed hanno per
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEIfVI F 3 R EU, COIVI L.A FIACCOLA I [SI PUGNO
PHILADELPHIA, PA., 2 AGOSTO, 1919
mausoleo la grandiosità delle '
Alpi, monumento che i secoli noni
potranno intaccare.
E tanto meno potranno meno
mare la portata e l'importanza
della nostra vittoria le arti inde
gne dei nostri Alleati che non ci
sapranno perdonare mai le virtù
preclari di nostra stirpe.
Ma la memoria delle nostre
gesta titaniche passerà ai poste
ri, circonfusa di gloria immorta
le ed alimentata dall'eterna fon
te della storia che non si cancel
la.
LA LIBERA PAROLA.
La partenze di Wilson
da Parigi
(Dalla "Tribuna" di Roma del
1.0 luglio 1919).
Sette mesi fa, quando il Presi
dente Wilson faceva annunziare
il suo prossimo arrivo in Europa,
un'immensa aureola di popolari
tà circondava quest'uomo; e
l'Europi l'aspettava presso che
come un Messìa d'una nuova èra
della storia e dell'umanità l'inno
vata. leri il Presidente Wilson
compiuto quello che egli giudica
come la fatica centrale ed essen
ziale pei - la ricostruzione pacifica
del mondo: ■ — la firma della pace
colla Germania è partito per
l'America, quasi tra la generale
indifferenza. Egli ha lasciato Pa
rigi in festa; ina la festa non era
più attorno alla sua persona. E'
partito quasi inosservato. Stac
catosi dal continente europeo con
la sua nave, già apparisce quale
è stato sempre tra noi: un estra
neo. Un uomo, cioè con tutto
il rispetto che si deve alla sua in
discutibile integrità mroale (Ba
ie n. d. r.) lontano e diverso
da noi tutti ; lontano e diverso
dagli eleménti che costituiscono
la nostra storia continentale e la
civiltà europea, e le nostre sacre
passioni.
Questo è anzi il punto del
dramma psicologico da cui è sta
ta percorsa tutta l'azione di Wil
son in Europa; ed il segreto del
la profonda delusione che oggi
egli lascia nel vecchio continente,
partendo per l'America. C'è stato
un momento in cui Wilson ha
creduto, forse sinceramente, di
rappresentare ed incarnare non
solamente la volontà e le aspira
zioni dell'America, ma anche la
volontà, le aspirazioni e lo spiri
to dell'Europa; ed in cui l'Euro
pa, dal canto suo, ha creduto an
cora più semplicemente di ave
re a suo interprete supremo ed
ideale il Presidente Wilson. E se
mancassero altre testimonianze
per rilevare questo profondo er
rore di cuore tra i popoli europei,
basterebbe solamente richiamare
alla memoria il trionfale viaggio
di Wilson in Italia al principio di
quest'anno, la passione fiduciosa
di amore e di rispetto con cui tut
to il popolo italiano ha circonda
to e sollevato in quei giorni la
persona del Presidente: e riflet
tere sul profondo malinteso, sul
la insanabile incomprensione che
già esisteva tra le due volontà e
tra le due anime
Non noi, dunque, vogliamo og
gi appesantirci, nel momento
della partenza di Wilson, con un
accomiato iroso o sgarbato. Il po
polo italiano ha un senso osi
squisito della sua gentilezza tra
dizionale; ha una coscienza così
sicura della incrollabilità dei suoi
diritti, che sente di poter fare a
meno financo di compiacersi di
questa oscura e silenziosa ritira
ta del Presidente; e del caos di
disordine, di passioni e di delu
sioni ch'egli lascia, partendo, in
Europa.
La pace che Wilson, con gran
di parole e* forse con grandi in
tenzioni, voleva dare a noi ed al
mondo, non è riuscito a realizzar
la. La pace che è stata conchiusa
e quelle che via via si -andranno
concludendo; sono stentatamente
aggiustate sul vecchio traliccio
diplomatico: costituito da tran
sazioni edi sopraffazioni. Wil
son, malgrado le pure intenzioni,
si è fatto complice a mano a ma
no di queste transazioni e di que
ste sopraffazioni: il suo scacco
morale ed il liquefarsi della sua
popolarità, hanno questa origine
e questa cagione essenziale. I
suoi stessi giornali americani
mettono in rilievo questo punto:
"egli ebbe essi dicono il pri
vilegio di esprimere le aspirazio
ni dei popoli. Tutti sanno ora co
me egli abbia risposto alla fede
che i popoli ebbero in lui "
E pare di sentire dietro l'eco
di queste parole americane, la
voce dolorante e disillusa della i
talianissima Fiume.
li cn 11 »
Bùi Stilli
I. iti] f. fi.
Nel 1915 fece passaggio nel
l'Ordine dei Figli d'ltalia la socie
la di M. S. San Michele di Sèrra
stretta di Steelton. Dopo non
molto tempo, e precisamente nel
l'estate del 1916, incominciò in
quella loggia un'agitazione, capi
tanata da Salvatore Acri, Mari
no Acri e Vincenzo Salerno, di
retta a far usciie la loggia dal
l'Ordine. Da agosto fino a novem
bre di quell'anno avvennero nella
loggia atti di ribellioni contro le
leggi generali e perfino minac
ce di violenza contro il venerabi
le Giuseppe Bruscia, il quale ten
tava di opporsi alle mene dei dis
sidenti.
Il Grande Concilio e special
mente il Grande Venerabile, fece
ogni sforzo per conciliare le op
poste fazioni e per ricondurre la
calma e l'armonia nella loggia;
ma i dissidenti vollero portare
assolutamente in discussione la
proposta della separazione dal
l'Ordine. Il Venerabile annunziò
che il Grande Concilio dell'Oidi- j
ne aveva deliberato che perchè la :
proposta si intendesse approvata,
essa doveva riportare i due ter
zi dei voti. Dalla votazione risul
tarono 45 voti in favore della se
parazione e '2B contro; per cui,
non avendo la proposta ottenuto
i due terzi dei voti, il venerabile
la dichiarava respinta.
Delusi da questo risultato, gli
elementi ribelli della loggia con
tinuarono a creare agitazioni e a
rendere impossibile il regolare
svolgimento degli affari della
loggia, persistendo nelle loro vio
lenze e nel non voler riconoscere
le leggi; e fu quindi necessario
metterli sotto accusa davanti al
Grande Comitato Arbitri.
All'udienza stabilita del 30 di
certibre 1916 gli accusati non si
presentarono, ma inviarono dife
se in iscritto. Il Grande Comitato
Arbitri ne condannò taluni alla e
spulsione, e taluni alla sospensio
ne; pochi furono assolti.
I condannati non si appellaro
no al Supremo Comitato Arbitri
nei 30 giorni, pome le nostre leg
gi davano ad essi diritto, ed in
vece nell'aprile dell'anno succes
sivo iniziarono un'azione presso
la Dauphin Court di Harrisburg,
asserendo che erano stati illegal
mente espulsi dalla loggia San
Michele di Serrastretta N. 329, e
che i membri rimasti detenevano
indebitamente il danaro di detta
loggia in $1500,00 e tutte le al
tre proprietà. Essi chiamarono
quali responsabili davanti la Cor
te non soltanto gli ufficiali della
loggia, ma anche ì componenti
del Grande Concilio. Chiesero li
na ingiunzione per impedire ai
convenuti di poter limitare od
annullare i loro diritti di soci in
regola della suddetta loggia, di
poter usare i fondi della loggia
stessa senza il -loro consenso ed
approvazione; e per obbligare il
Grande Concilio dello Stato ad
annullare il decreto di espulsione
e sospensione contro di essi e re
integrarli nei loro diritti di soci.
La causa fu discussa ad Harri
sburg, davanti ai Giudici On.
Kunkle e McCarrell, nei giorni
22 maggio, 7 e 14 giugno, 1918,
in cui furono sentite le testimo
nianze e le argomentazioni degli
attori. Il 6 luglio i difensori del
l'Ordine chiesero che fossero re
spinte le richieste degli avversa
ri, perchè essi non avevano rag
giunta nessuna prova dei loro
pretesi diritti.
II 16 luglio la Corte rigettò le
richieste dei soci espulsi e sospe
si della San Michele, condannan
doli alle spese ed accettando pie
namente le argomentazioni della
difesa dell'Ordine, che cioè i ri
chiedenti, come soci, dovevano
attenersi alle leggi della Istitu
zione; che essi mancarono di di
mostrare la irregolarità della
procedura per cui erano stati so
spesi od espulsi; che a loro stes
sa ammissione essi mancarono
altresì, per negligenza o delibe
ratamente, di ricorrere contro la
sentenza al Supremo Comitato
Arbitri; che essi quindi avrebbe
ro dovuto esaurire tutti i rimedi
accordati dàlie leggi dell'Ordine
prima di richiedere l'intervento
delle corti civili.
I ricorrenti si opposero al de
cx-eto della Corte, la quale però, il
26 settembre 1918, dopo aver
sentito lo svolgimento delle loro
ragioni, confermò il decreto e-1
messo.
Ne seguì un ricorso dei quere
lanti alla Corte Suprema, la qua
le, con sentenza 28 maggio-29 ■
giugno 1919, a cui parteciparono
tutti i giudici, respinsero il ricor
so, confermando la sentenza della
Colle inferiore.
In virtù di questa decisione
l'Ordine Figli d'ltalia per lo Sta
to della Pennsylvania ha ottenu
ta la sanzione ufficiale della pili
alta Corte dello Stato sulla validi
tà e legalità delle sue leggi per
quanto riguarda i Comitati Ar
bitri ed il diritto dell'Ordine di
processare i suoi memi tri che si
rendessero colpevoli della viola
zione di dette leggi e regolamen
ti ; nonché sul dovere dei soci tut
ti, che fossero stati colpiti da
sentenze arbitrali, di esaurire o
pni rimedio nell'Ordine prima di
poter ricorrere alle Corti civili
dello Stato.
I ricorrenti sono stati assistiti
dagli avvocati James A. Strana
[ìan e William'P. Argest, questo
ultimo Deputy Attorney general
dello Stato di Pennsylvania.
L'Ordine è stato difeso dagli av
vocati Philiph S. Moyer di Harri
sburg ed Eugenio V. Alessan
droni di Philadelphia.
Gli avversari dell'Ordine si av
valsero non soltanto di abili ed
eminenti legali, ma usarono tutti
irli argomenti possibili pei' attac
care la struttura della nostra or
ganizzazione. Pertanto questi at
tacchi non hanno raggiunto Io
scopo che si proponevano, e do
po la sentenza della Suprema
Corte la Grande Istituzione è di
ventata più forte c più potente di
prima.
La provincia di Palermo
all'On. Orlando
leri i rappresentanti della pro
vincia e del Comune di.Palermo
si sono recati a casa dell'Oli. Or
lando e gli hanno consegnata una
statua, offerta dal Consiglio pro
vinciale e dai sindaci della pro
vincia di Palermo, per delibera
tone presa nel giugno 1918, in
seguito alla vittoria del Piave,
:ome omaggio all'uomo, al citta
dino, allo statista. La statua,
squisita fattura dello scultore U-
Ufo, rappresenta una esile figura
di donna, in atto di proteggere
dai nembi la fiamma della fede
ad è accompagnata da una perga
mena, miniata dal pittore Lenti
ui, nella quale è trascritta una
dedica, dettata dal poeta sicilia
no, Virgilio La Scala, così conce
pita :
"A Vittorio Emanuele Orlando
che, nei giorni supremi dell'i
talica liberazione col cauto do
minatore senno e il presago
mpeto della favella nel susci
tante auspicio di un trionfale
irodigio, comentò il popolo
lo volle impavido nella scia
?ura, indomito nell'attesa, ftilmi
ìeo nella vittoria a Lui tra
e innovate genti annunciato
le fulgido d'un supremo pacifico
Doderoso destino la provincia
li Palermo questa sacra im
magine di fede che la protesa
rianimante lampada addusse
>ltre il rapace vortice dei nembi
e imperiosa ancor più in alto
divampò e sostenne offre nel
jronzo la sicula tenacia ceie
orando in ottobre 1917-giugno
1918.
Seguono le firme dei consiglie
ri provinciali e di tutti i sindaci
della provincia di Palermo.
Nella nostra famiglia
Da questa settimana abbiamo
assunto al nostro servizio, in
qualità di Agente, il signoi Ora
zio Pisciotta, residente al No.
1813 S. 17th st.
Il signor Pisciotta conta a Fi
ladelfia moltissimi conoscenti ed
amici i quali apprenderanno con
piacere di questa nomina. Egli,
nello stesso indirizzo, ha anche
un ben'avviato ufficio di Real
Estate che, sebbene da poco im
piantato, non ha nulla da invi
diare a quelli già vecchi.
Noi lo raccomandiamo ai no
stri abbonati ed avvisanti ed a
quelli che vorranno divenirlo
perchè usino al signor Pisciotta
quelle stesse cortesie che usereb
rebbero a noi, facilitandogli il
lavoro di sollecitazione di nuovi
affari e nella esazione di vecchi.
Qualunque pagamento a lui fat
to, sarà da noi riconosciuto co
me se fosse fatto a noi stessi.
ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA
Comunicazioni Élla Grande Loggia
DELLO STATO DI, PENNSYLVANIA
Oiiie del Gino e pomo
Mio prossimo Me Menine
Phila., Pa., 23 luglio 1919
Egregio Fratello
Glande Delegato,
Con la presente siete invitato
a partecipare alla Sesta Grande
Convenzione ordinaria di questo
Stato, che si terrà a Scianti n,
Pa., nella Odd Elks Hall, 123
Franklin Ave., il giorno 21 ago
sto 1919 (in prima convocazione
alle ore 9 ant. e in seconda convo
cazione alle 12) con continua
zione nei giorni 22, 23, 24 detto
mese ed anno.
Ordine del Giorno;
1. Verifica dei poteri e co
stituzione della Grande Loggia.
2. Lettura ed approvazione
dei processi verbali della Quinta
Grande Convenzione.
3. Nomina del Comitato Re
visore dei conti della Grande
loggia, Bollettino ufficiale e Fon
do Unico Mortuario, del Comita
to per l'esame delle nuove Leg
gi e di altri eventuali Comitati
speciali.
4. Orfanotrofio e Ricovero.
5. Richiesta di talune logge
per essere dispensate dal far par
te del Fondo Unico Mortuario.
(ì. Tassa unica mensile.
7. Stato morale ed economi
co della Grande Loggia (Relato
re il Grande Venerabile, Giusep
pe Di Silvestro).
8. Sul lavoro compiuto dal
Grande Concilio e sul Bollettino
Ufficiale (Relatore il Grande Se
gretario Archivista Alfredo Per
filia).
9. Processi espletati davanti
al Grande Comitato Arbitri (Re
latore il Grande Oratore Antoni
no Zaffiro).
10. Situazione finanziaria
della Grande Loggia (Relatore il
Grande Segretario di finanza Pa
olo di Peso).
11. Stato economico e fun
zionamento del Fondo Unico U
nico Mortuario (Relatore il Pre
sidente della Commissione F. U.
M. farmacista Nicola Albanese).
12. Provvedimenti per le
logge che non hanno pagata una
o più quote del F. U. M. di soci
cancellati per morosità.
13. Progetto di leggi della
Grande Loggia (Relatore il
Grande Segretario Archivista
Alfredo Perfilia).
14. Affari diversi.
15. Sede della prossima
Grande Convenzione.
16. Nomina ed elezioni:
Grande Concilio Commissione
del F. U. M. Supremi Delegati
Grandi Arbitri Commissio
ne per l'Orfanotrofio e Ricovero.
17. lnstallazione dei Grandi
Ufficiali.
Hanno l'obbligo di mandare i
loro Delegati le Logge iniziate fi
no al 21 febbraio 1919, cioè quel
le che hanno sei mpsi di anzianità
almeno (Art. 191, paragrafo 2) ;
per le altre l'invio dei delegati è
facoltativo.
Non hanno diritto a partecipa
re alla Grande Convenzione i De
legati di quelle logge che non so
no in regola di pagamento con la
capito Tax, tassa per il Pan
theon Garibaldino 1917-1918,
percentuale per le> feste fatte, co
sto di oggetti di fornitura, mul
te eventuali, ecc.
11 Grande Delegato deve esse
re fornito di credenziale firmata
dal venerabile e segretario di fi
nanza della propria loggia,- e mu
nita dal timbro a secco della stes
sa. Gli stampati di deleghe
per il Grande Delegato o per il
suo Supplente, nel caso il primo
fosse impedito, sono qui accluse.
Avvertenza. I Grandi Dele
putati col primo giorno della
Grande Convenzione, s'intendono
decaduti dalla carica.
Il Gr. Segr. Arch.
Alfredo Perfilia
Il Gr. Ven.
Giuseppe Di Silvestro
PROGRAMMA DELLA
CONVENZIONE
21 Agosto Ore 9 ant. inau
gurazione, nella Old Elks Hall,
125 Franklin Ave., con l'inter
vento dei seguenti invitati: On.
Wm. G. Sproul, Governatore del
lo Stato di Penna.; Cav. Uff.
Gaetano Poccardi Regio Console
Generale d'ltalia; Avv. Stefano
Miele, Supremo Venerabile deW
l'Ordine Figli d'ltalia; Generale
Emilio Guglielmotti, Addetto Mi
litare all'Ambasciata Italiana di
Fa quel che devi, avvenga
che può".
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
Washington ; Hon. VVm. 1. Scnaf
l'er, Attorney General dello Sta-
Lo di Pennsylvania; i Senatori
Federali Onorevoli Bcies Penro
?e, Henry Cabot Lodge, Hiram
Johnson ; i Congressmen Hon.
Fiorello La Guardia e P. McClen;
il Senatore Statale A. Devis, il
Sindaco di Scranton, Alessandro
Honnell ; il Direttore della Pub
blica Sicurezza, Colonnello Rip
[)le; il Presidente del Consiglio
Thomas Sawill con la Giunta co
munale; il Presidente dei Giudi-
L-i, H. M. Eduards; il District
Attomey W. Maxei ; il rappre
sentante del foro, W. R. Lewis;
il Regio Agente Consolare Cav.
F. Tiscar; altri funzionari locali
a i rappresentanti la stampa a
mericana e italiana.
Ore 1.30 pom., nella .sala
apertura dei lavori.
Ole 8 poni., concerto musicale.
22 Agosto Ore 8 ant., lavori
della Grande Convenzione.
OIP 1.30 poni., continuazione.
Ore 8 poni., concerto musicale.
Ore 11 poni., fuochi artificiali.
23 Agosto Ore 8 ani. alle 2
pom., lavori della Grande Con
venzione.
Ore 4. poin., parata, alla quale,
oltre ai Grandi Ufficiali e ai
Grandi Delegati, parteciperanno
tutte le logge di Scranton e din
torni. lnterverrà alla parata il.
Capitano Alessandro Sapelli, del
l'ltalian Information Bureau di
New York.
Ore 7 poni., banchetto.
21 Agosto Ore 8 ant. lavori
della Grande Convenzione.
Ore 1.30 pom., continuazione e
chiusura dei lavori.
Headquarter, Casey Hotel.
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I Grandi delegati possono scri
vere per fermare le camere al se
gretario del Comitato per la
Grande Convenzione fratello Ni
cola Forte, 112 Franklin Ave.,
Scranton, Pa.
Per i Grandi Delegati di Phi
ladelphia il treno più convenien
te è quello della Central Railord
in partenza dalla Reading Ter
minal (12th and Market Sts.) il
20 agosto alle 6 pom. e in arrivo
a Scranton alle 11.15.
LA NIPOTE DI GARIBALDI
AHI FIUMANE
FIUME, 27
Italia Garibaldi, nipote del ge
nerale, ha inviato per mezzo del
dott. Antoni, delegato dal Consi
glio Nazionale a Parigi alle don
ne fiumane il seguente dispaccio:
"Alle donne fiumane. Il fa
to d'ltalia si compie dalle Alpi al
mare, dal Brennero al Quarnero.
Lo spirito garibaldino, che non è
spento nè si spegnerà mai, aleg
gia sulla diletta città di Fiume
che sta scrivendo una fiera pagi
na di epopea italica.
Donne fiumane! Ora che i vo
stri figli, i vostri mariti, i vo
stri fratelli impugnano le armi
per difendere la città natale che
sta come sentinella sui ruderi del
Vallo romano ;. ora che le vostre
coorti, degne di vestire la cami
cia rossa, si apprestano a dare il
cuore ed il sangue all'ideale del
la patria unita, con animo "com
mosso, perchè conosco la vostra
fede e il vostro ardente ed eroico
patriottismo, vi mando il saluto
e l'augurio della famiglia Gari
baldi.
L'eco della vostra angoscia, il
grido del vostro grande amore,
spandendosi sul mare tutto no
stro, da Fiume a Caprera, si ri
percuote nella silente tomba, ove
Egli dorme. Dorme, ma vigila lo
spirito alato che è in voi fiumani,
che è nei soldati d'ltalia, che ci
trascina tutti al sacrificio come
tutti ci portferà al trionfo. Roma
o morte!, e Roma fu nostra. Ita
lia o morte, e l'ltalia sarà vostra,
0 fiumani.
1 Nel nome amato di Giuseppe
Garibaldi, o donne fiumane, con
affetto di sorella io vi bacio.
Filmato: Italia Garibaldi."