La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, July 19, 1919, Image 1

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    PUBUSHEP AND DISTKIBLTED UNDER PERMIT No. 500 AUTHORIZED »V THe. ACT OF OCTOBER 6, 1917. ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHILADELPHIA, PA„ BY ORDER OF THE PRESIDENT, A. S. BURLESON, POSTMASTER GEN
— I MJ m. VI 1 liti I ItCtOll/Uil 1 | rt- O. I VO X .riAO 1 Caì
LA LIBERA CAROLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 28
Ahi, serva Italia!..
Ricorre, tra due anni, il sesto
centenario della morte di Dante !
Avevamo carezzato il sogno, spe
cie dopo la titanica guerra e l'e
pica vittoria, che, all'epoca dell'e
vento solenne, il Vate divino a
vesse potuto ergersi dal freddo
avello, superbo e diritto come il
suo Farinata, per ammirare fi
nalmente la patria sua non più
ostello di dolore, ma ancora una
volta ridivenuta donna di provin
cia!
La nostra speranza è stata de
lusa e_si è infranto il nostro so
gno !_„
Continua il tuo riposo, o della
patria Nume tutelare, poiché l'l
talia, malgrado l'eroismo del suo
esercito ed i sacrifici del genero
so suo popolo; malgrado i cin
quecentomila martiri che tutto il
loro sangue diedero per la totale
redenzione; malgrado abbia sal
vato il mondo dall'estrema ver
gogna e la Francia irriconoscen
te dalla più dura schiavitù ; mal
grado tutto questo l'ltalia è an
cora serva e mancipia; è disgra
ziatamente ancora bordello.
A che giovarono infatti le quat
tordici vittorie del Carso e del
Grappa? Qual prestigio esse
hanno aggiunto alla patria no
stra che. oggi, a distanza di più
di un secolo, è novellamente con
dannata a rappresentare, nell'as
setto del mondo, l'oscura parte di
Cenerentola?
Gli Alleati nostri di ieri hanno
aguzzato gli artigli e gli appetiti
e si son divise le spoglie dei vinti,
defraudando l'ltalia dei frutti
della vittoria.
Di fronte agli abusi quotidiani
perpetrati dalla biade fatale:
Wilson, Lloyd George e Clemen
ceau che, colle manovre e cogli
intrighi, han dato esca alla fiam
ma del bolscevismo, oramai dif
fusosi sui tre quarti d'Europa ;
di fronte allo- scempio che si è
fatto di quella giustizia per la
quale si millantava di combatte- !
re, i nostri Delegati a Parigi,
quelli che tempo fa furono co
stretti ad abbandonare ad altri
le redini, mostrarono un'incapa
cità ed una debolezza quasi cri
minose, fino a permettere che
l'ltalia, la quale avrebbe dovuto ;
sedere allo stesso livello delle tre
grandi potenze che hanno impo
sto la pace di Brenno, venisse
abbassata al livello della Grecia,
della Jugo-Slavia e della Croazia.
Soltanto una volta, nell'inter- !
minabile periodo di otto mesi, es
si seppero rinvenire, nel loro cuo
re, un palpito gagliardo; quando,
disgustati per l'atteggiamento
sconveniente di Wilson, abbando
narono la Conferenza e se ne tor- ;
narono alla capitale. Giacché la
dignità dell'ltalia era stata feri
ta, e l'ltalia conosce le vie della;
fame, non quelle del disonore.
Tutto il popolo approvò il ge-j
sto fiero e dignitoso: lo dissero!
le dimostrazioni entusiastiche
che accompagnarono Orlando e
Sonnino dalla frontiera alla capi
tale ; lo confermarono le migliar ;
ia di telegrammi che da tutte le
regioni d'ltalia portarono a Ro
ma il plauso altissimo ed incondi
zionato di tutto il nostro popolo;
lo proclamarono solennemente il
Parlamento nazionale ed il Sena
to che, con votazione plebiscita
ria, diedero al Governo la più il
limitata fiducia. Ma un bel gior
no, o per meglio dire una brutta
notte, i nostri plenipotenziarii ri
presero il treno di Parigi. Un
senso di doloroso stupore corse
da un capo all'altro della Nazio
ne, quando la notizia venne divul
gata. Purtuttavia si credette che
i famigerati triumviri, scesi a più
saggi consigli, avessero richia
mata la Delegazione nostra e si
sperò che la spinosa quistione
adriatica si sarebbe subito' risol
ta ed a noi favorevolmente.
Ma fu vana lusinga e le trat
tative continuarono a trascinarsi
ancora per due mesi, in un'alter
na vicenda di trepidazioni e di
ansie, di scoraggiamenti e di do
lori.
Volgono oramai otto mesi dal
la firma dell'armistizio ed altret
tanti dall'inizio della Conferenza.
Tutte le Nazioni han raccolto i
frutti della vittoria, anche le più
piccole, anche quelle che, durante
la guerra, non conobbero sacrifi
Z EXTRA! *
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ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
"Entered as second-claas matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia. under the Act of March 3, 1879".
ci e si assisero, all'ultimo momen
to, alla tavola imbandita.
! Solo l'ltalia non sa ancora se,
dall'immane conflitto uscì vinta
o vincitrice ed una catena di ne
jmici, occulti e palesi, si accani
| scono ancora a contenderle i sa
cri diritti.
| Sono gli amarissimi frutti del
la nostra politica remissiva ed
j imbelle; sono le funeste conse
guenze delle nostre discordie e
delle discordie che tenevano di
visi persino i diversi membri del
la nostra Delegazione !
A che è servita, durante otto
mesi di vuote discussioni, la pre
senza a Parigi di una larga schie
ra di commissarii nostri, la mag
gior parte dei quali parassiti in
saziabili che si divorano il pub
blico danaro? A mantenere in
continua tensione i nervi del po
polo, ad inasprire gli animi fino
a far divampare l'incendio che
ora arde in quasi tutte le città
della penisola e che oltre al
caro-viveri divenuto insopporta
bile è dovuto anche al malcon
tento suscitato in seguito all'u
miliazione dagli Alleati inflitta
all'ltalia vittoriosa.
Malcontento giustificato e le
gittimo perchè finalmente il no
stro popolo si è accorto che i sa
crifici di quarantuno mesi di
guerra furono vani e vanamen
te sparso il sangue di cinquecen
tomila cittadini.
La nostra Missione ben altri
menti avrebbe dovuto regolarsi;
o rimaner paga dell'elemosina
che gli Alleati le gettavano sul
viso come un oltraggio e ce
dere alla violenza, rimet
tendo la partita a tempi mi
gliori: o rompere i ponti e
procedere risolutamente all'an
nessione delle terre contese.
E sarebbe stato meglio, per
chè forse oggi tutto sarebbe de
finito, dopo le immancabili prote
ste dei tutori della Jugo-Slavia.
Ma il voto del Parlamento del
29 aprile e quello del Senato era
no stati di un'eloquenza che non
ammetteva dubbi. Il popolo, e per
esso i suoi rappresentanti, erano
contrarii a qualunque rinunzia e
più che mai decisi a far trionfa
re le nostre legittime aspirazioni.
Invece, dopo la caduta di Or
lando, è chiamato tra la generale
indignazione, a reggere i destini
d'ltalia, quel Francesco Saverio
Nitti sul quale gravano mille so
spetti e diffidenze: di essere un
rinunciatario, una creatura di
Giov. Giolitti; uno che non sde
gna transigere coi sacri interessi
della patria. E nello stesso tempo
si pone il bavaglio a Gabriele
D'Annunzio ed a Sem Benelli che,
con l'ispirata parola, cercano di
mantener viva, nei petti degli
italiani, la fiamma per i sacri i
deali della patria.
Ahi, serva 1ta1ia!...,.
Con la malaugurata funambo
lesca politica di Orlando che, per
tutto il periodo della Conferenza,
non ha fatto che piegare il dorso
alternativamente a Wilson, a
Lloyd George, a Clemenceau:
con la politica fiacca del governo
che lascia per lunghi mesi inso
luta una quistione di vita o di
morte, l'ltalia nulla ha raccolto
altro che compatimento e s'è co
perta all'estero di vergogna e di
ridicolo.
Ma anche i nuovi membri, ca
pitanati da Tittoni, per nulla e
dotti dalla passata esperienza,
hanno iniziato una dolorosa ria
crucis che minaccia di prolun
garsi all'infinito.
Già il Ministro degli Esteri,
dopo poco più di una settimana
di permanenza in Parigi, sente il
bisogno di tornare a Roma per
informare il Presidente del gabi
netto del corso delle trattative.
Si ritorna forse al vecchio, deplo
revolissimo sistema di temporeg
giare? Non ha egli, il senatore
Tittoni il mandato imperativo del
popolo che non ammette compro
messi ?
Ma, nella generale iattura e
costernazione, una più grave mi
naccia si addensa sull'orizzonte
già fosco dell'ltalia. Coire una
voce, nei circoli bene informati,
secondo la quale, se Nitti fallisse
al suo scopo, il potere andrebbe
a ricadere senz'altro negli artigli
di Giovanni Giolitti che, nasco-
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEI IVI PRE, OOISI l_A FIACCOLA I INI PUGNO
PHILADELPHIA, PA., 19 LUGLIO, 1919
i sto nell'ombra, è già in agguato
.e pronto a dare il balzo.
Ove ciò avvenisse ma ten
gano lontano gli dei il sinistro
presagio! sarebbe la fine irre
parabile.
La nostra fede è salda nelle li
berissime istituzioni che ci go
vernano; ma sentiamo ciò non
pertanto, il dovere imperioso di
ammonire che il popolo, quando
si vede ingannato ed offeso, di
venta simile al mare in burrasca
che tutto ingoia nei suoi gorghi,
senza lasciare la minima traccia ;
simile all'uragano che, nella sua
| rabbia edace, tutto schianta tra
volge e trascina e la bonaccia so
pravveniente null'altro trova che
devastazione e solitudine.
Inoltre il fato recente della
Russia, della Germania, dell'Au
stria-Ungheria e dell'impero ot
! tornano è là a dimostrare, in ma
niera inconfutabile, l'alta sapien
za e la infiniti! verità contenuta
nel distico carducciano:
Passan le glorie come
(larve di cimiteri,
Come scenari vecchi crollan
(regni ed imperi !
LA LIBERA PAROLA.
a»a— mtmm i
L'ambasciatore Page
ha lasciato l'ltalia
La sera del 13 corrente è giun
to a New York, proveniente dal
l'ltalia, l'ambasciatore America
no Thomas Nelson Page, che si
era imbarcato a Liverpool sul
vapore Carmania. Egli ha annun
ziato che è tornato in America,
per rassegnare le sue dimissioni, !
personalmente.
L'Ambasciatore Page è sempre j
stato un fervente sostenitore dei ;
diritti dell'ltalia e la voce delle
sue dimissioni incominciò a cir
colare fin da quando il presidente
Wilson fece conoscere la sua av
versione alle nostre aspirazioni.
T/illustre ambasciatore ha det
to che mentre le condizioni in I- j
talia si fanno ognora più serie,
egli non dispera e crede che le
cose si accomoderanno in un mo
do soddisfacente alla patria no
, stra.
Ili scilo MODO [latte
un munì Mimile
Commentando il trattato di
pace il Daily News di London di
ce che esso "is disappointing."
Intanto, aggiunge quel giornale : j
"Il trattato oramai è stato firma- ;
to e l'unica speranza è di la
sciarlo così com'è. Una sconfitta
di Wilson in America segnerebbe
un disastro intemazionale." E
per timore di questo disastro ij
senatori dovrebbero diventare j
dei pecoroni e battere le mani al
presidente.
li Conte Macelli di Geltere
e' tornato a Washington
Lunedì mattina di questa set
timana, accompagnato da New
York dal Cav. Uff. Gaetano Poc
-1 cardi, Console Generale di Phi
ladelphia, è tornato a Washing
ton il Conte Macchi di Cellere,
Ambasciatore italiano in Ameri
'ca.
Quando si* recò in Europa egli
accompagnò il presidente Wilson
fino a Parigi e poi si recò a Ro
ma per attendervi la visita di
costui.
Oggi è nuovamente qui e noi,
nel porgergli il nostro doveroso
saluto, ci compiacciamo del suo
ritorno.
il Signor Woodrow e' in preda
ad una febbre di grandezza
Alcuni giorni fa leggemmo su
qualche giornale americano che il
generale britannico Haig accre
ditava la vittoria avutasi nella
guerra cogli Imperi Centrali al
l'lnghilterra, e Mr. Woodrow
Wilson affermava che la vittoria
completa si era avuta per opera
degli Stati X T niti.
Facciamo nostro un commento
editoriale del "The Pittsburg
Chronicle telegraph" e ripetia
mo:
"Sir Douglas Haig intimates
that Britain did ahput ali the
fìghiting in the late war and Mr.
Wilson says. America supplied ali
the idealism. Where do France
and Belgium and Italy come in?"
Grande manifestazione per il ritorno dei soldati
americani della Contea Fayette dai fronti europei
L'intervento dell'illustre Gen. Emilio Guglielmotti
(Un Figlio d'ltalia). La,
scorsa settimana, cioè da dome- 1
nica 6 a giovedì 10 corrente, in
I questa città, con parate, discorsi
ed altre cerimonie, si è festeggia
to il ritorno dei soldati, di terra
! e di mare, della Contea Fayette, I
dai fronti europei.
LE LOGGE CHE PRESERO
PARTE ALLA PARATA.
; Mercoledì 9, designato per la
parata militare, era la giornata
j stabilita altresì per la partecipa
zione degli italiani alla grandiosa
manifestazione. Infatti, inter
vennero e parteciparono alla pa
lata le logge dell'Ordine dei Figli
d'ltalia della Fayette e di altre
contee limitrofe che sono le se
guenti: Concordia e Fiorentino,
di Connellsville; Mazzini e Leo
pardi, di Uniontown; Pietro Clic
ca, di Republic; Vittorio Ema- !
nuele 11, di Fairchance; Dunbar
di Dunbar; Civiltà e Prog-resso,
di Scottdale; Nuova Camillo Beli
lo di Cavour, di Mt. Pleasant;
Alessandro La Marmora, di Lay
ton; Venezia, di Smithton; Bar
zilai, di Charleroi ; Cristoforo Co
lombo, di Belle Vernon e la Du
nant di Wilmerding.
L'APPELLO AI SOCI
DELLE LOGGE.
Ad ogni socio di queste logge
era stato inviato il seguente no
, bile appello con, riprodottavi, la
effige del brillante Emilio Gu
glielmotti, socio onorario dell'Or
dine:
'"Fratelli Carissimi,
I "Una delle più specchiate figure che
l'Ordine Figli d'ltalia in America ha
l'onore di avere tra le sue file è il fYa
; tcllo Gen. Guglielmotti, l'Eroe condot
tiero dei bersaglieri alle Gloriose bat
' glie sul Carso, attualmente attacchi!
presso l'ambasciata Italiana in Was
hington, D. C.
j "Egli verrà in Connellsville accom
pagnato dal nostro Grande Venerabile
Giuseppe Di Silvestro e sarà ospite
j del Comitato festeggiamenti per la
!"Home Coming Celebration for Sold- . 1
iers, Sailor and Marine" il giorno 3
, luglio, scelto quale Oratore Ufficiale
e prenderà parte alla Grande Parata, ]
ohe avrà luogo nelle ore pomeridiane. ,
| "Poiché l'Ordine Figli d'ltalia in ,
| tutte le manifestazioni fu sempre in
prima linea anche in questa occasione j
di sì alto significato tutti i fratelli
hanno il dovere di accorrere nelle file
delle proprie logge ed in massa com
i patta sfilare in l'arata per rendere o
j maggio agli eroi che nei campi di bat-
I taglia pugnarono per il trionfo della :
democrazia. 1
j "Questo tributo di riconoscenza dei
: Figli d'ltalia verso questa nostra Pa- !
! triadi adozione sarà un'altro attesta- 1
Ito solidale che ridonderà a decoro del <
| nome italiano. 1
"Alla testa dell'Ordine precederà la ;
; rinomata Banda "Joe Mirella di Pitts- ;
burgh, seguirà il Gran Concilio in for- (
ma Ufficiale, indi le Logge disposte .
dal Grande Venerabile, il quale sarà !
nostro Oratore Ufficiale.
"Le logge saranno incontrate al loro 1
arrivo dalla Banda dell'Ordine e do
vranno assembrarsi presso i locali del
la loggia Concordia East Main St. & '
jCarnegie Ave., alle ore 1.30 P. M. con ]
le loro Bandiere, Stendardi ed inse
gne.
"Fratelli, con la vostra numerosa
presenza nell'onorare i Reduci dai di
versi fronti d'Europa, fra i quali mol
ti nostri connazionali che combatterò-,
no sotto la gloriosa bandiera dalle !
stelle e dalle striscie, avrete l'opportu- !
nità di rendere omaggio ad un Eroe
del Fronte Italiano, al nostro Fratello
dell'Ordine Figli d'ltalia il Generale
Guglielmotti."
L'ARRIVO DEL GENERALE
GUGLIELMOTTI A
CONNELLSVILLE.
Il Generale Emilio Guglielmot
ti e il Grande Venerabile dell'o. 1
F. d'l. signor Giuseppe Di Silve
stro, partivano da Washington,
D. C. col treno delle ore 2.55 P.
M. di martedì 8 corrente ed arri
vavano a Pittsburg alla mezza
antimeridiana del 9, ricevuti al
la stazione da un gruppo di soci
dell'Ordine fra i quali erano il
Dr. A. E. Abbate, assistente
Grande Venerabile e Antonio
Certo Grande Curatore. L'aw.
A. Cianflone, per incarico ricevu
to dai Figli d'ltalia di Connells
ville, fece gli onori agli ospiti che
in automobile furono accompa
gnati al "William Penn Hotel",
ove pernottarono. Col treno del
le ore 8 A. M. dello stesso giorno
iil Generale, il Grande Venerabile,!
| l'avvocato Cianflone e Antonio
Certo partivano alla volta di Con
nellsville e quasi in ogni stazione
la comitiva si ingrossava con
nuovi fratelli che avevano sapu
to dell'arrivo dell'illustre ospite.
Alle ove 10.27 precise grida di
Evviva l'ltalia, evviva il Gene
rale Guglielmotti echeggiarono
dalla folla assembratasi alla sta
zione di Connellsville, Pa., e, con
Generale EMILIO GUGLIELMOTTI.
temporaneamente, la banda di
Joe Nirella intuonava l'inno lea
le.
L'entusiasmo di questi nostri
bravi connazionali, sia all'arrivo
che durante il percorso trionfale
del generale dalla stazione fino al
luogo dove doveva parlare, fu
semplicemente indescrivibile. Ad
essi faceva eco tutta la popola
zione americana dai marciapiedi,
rlai balconi, dalle porte dei nego
zìi.
Sull'automobile, tutta tappez
zata di bandiere italiane ed ame
ricane, presero posto il generale,
il Grande Venerabile, il Grande
Curatore Certo, l'aw. A. Cianflo
ne e il 1.0 luogo tenente aviatore
Erbert F. Dugan, figlio del
sindaco della città, che è reduce
iall'ltalia. Fra i primi ad essere
presentati al generale furono R.
De Angelis, Pasquale Bufano, A.
Schiavoni e i rappresentanti di
tutte le logge intervenute.
SE NON VEDRÒ' SVENTOLA
RE LA BANDIERA ITA
LIANA IN 15 MINUTI
ANDRO' VIA.
L'austerità della figura, bril
lantemente nobile, del generale
Emilio Guglielmotti, gli attirò le
simpatie di tutta la popolazione
che al suo passaggio lo salutava
con frenetici applausi.
Nel piazzale davanti alla Li
breria Carnegie era il palco per
gli oratori. Sia questo che l'edi
ficio della libreria erano pavesati
con le bandiere delle nazioni al
leate, inclusa la giapponese. Man
cava però quella italiana e il no
stro generale lo notò subito e in
inglese domandò forte, forte:
"Dov'è la bandiera italiana? Vo
glio vederla subito e se non sa
rà messa fra le altre in 15 mi
nuti andrò via."
L'atto risoluto, energico, del
generale Guglielmotti annichilì e
fece rimanere senza parola i
membri americani del comitato
esecutivo e lo stesso on. Rowland
B. Mahany, assistente segretarie
del Dipartimento del Lavoro che
stava parlando all'arrivo del ge
nerale, mentre dalla immensa
folla presente, composta di ame
ricani ed italiani, si sprigionò ur
uragano di applausi in appi*ova
zione della solenne protesta de
generale.
j Quando il generale si alzò per {
| parlare una grande bandiera ita
liana spiccava nel centro del fab-
Jbricato della libreria ed un'altra
sul palco degli oratori. Il genera
le parlò in inglese ed in italiano.
I suoi discorsi elettrizzarono l'u
ditorio. Appena egli ebbe termi
nato le bande Nirella e Caputo
intuonarono l'inno reale. Tutti si
I levarono il cappello, ad eccezione
di buona parte di americani ed
allora "take Qfl' your hats" inco
minciò a gridare il generale e
pregò le musiche che avevano
finito di suonare di ripetere l'in
no per vedere se gli scostumati
questa volta avrebbero adempito
al loro dovere.
Il chairman del comitato ten
tò di scusare le manchevolezze,
specialmente la seconda, dicendo
che gli americani non conosceva
no l'inno reale italiano; ma il ge
nerale, che non la perdona a nes
suno e che ha sempre pronta la
risposta da dare, gli domandò se
gli americani conoscevano la
marsigliese. Il chairman rispose
di sì, ed il Generale di rimando
mostrò la sua sorpresa per tanta
irassa ignoranza delle cose ita
liane.
Circa i due incidenti, per me
irlio corroborare questo resocon
.o. diamo la parola al "Pittsburg
Dispath" del 10 corrente:
Fa quel che devi, avvenga
che può*.
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
LA PARATA.
L'Ordine Figli d'ltalia fu di
sposto fra le grandi organizza
zioni americane. Esso seguiva i
comitati del Liberty Loan. Il cor
teo delle 13 logge era preceduto
dal maresciallo P. Bufano, dalla
banda Nirella, dalle bandiere ita
liane ed americane, dall'automo
bile col generale, Grande Venera
bile, Grandi Curatori Certo e ABSENCE OF THE ITALIAN
FLAG CAUSES HITCH
jencrale «*rvl ielmutti, Embassy At
tache, Stirs Patriotism at
ConnelUville
SOMEONE OVERLOOKED
By WILLIAM F. BROOKS
Staff Correspondent
(Special to the Dispatch)
CONNELLSVILLE, Pa., July 9
Because the Italian flag was not in
evidence in the immediate decoration,
Gen. Emilio Guglielmotti, Italian war
hero, now an attache at the Italian
Embassy at Washington, D. C., caus
ed a stir upon his arrival at the spea
kers' stand on the Carnegie Library
lawn this morning. "I want to see the
Italian flag," declared the general,
with a sweeping gesture, and he thre
atened to leave unless his country';
standards were displayed. Instantly
there was hubbub among the large
number of Italians present. There was
hand-clapping and shouts for "Viva
l'ltalia!"
It was explained that through ar
oversight by the committees the Ita
lian flag had been left rout of the
stand decorations. "I'm not so cheap,'
declared the general, who was not sa
tisfied until a large Italian flag ws;
draped from a second-story window o1
the Carnegie Library, opposite him
and a half-dozen silken banners, car
ried in the parade, had been brough
to the front of the speakers' stand and
placed beside the American standards.
Arrival of the Italian war hero,
whose gray beard and white uniform
gave him a picturesque appearence,
uccompagnied by the Westinghouse
Band and a delegation of marching
Sons of Italy, interrupted the speech
by Hon. Rowland B. Mahany, assis
tant secretary of the Department of
Labor, who represented Secretary Wil
liam B. Wilson, who was not able to
come to Connellsville, being in New
York to greet his chief, President
Wilson. Then occurred the flag inci
dent and it was several minutes be
fore the excitement subsided.
Mr. Mahany, when he resumed spe
aking, said that in a big celebration
of this kind hitches are liable to occur
and that they should be recognized in
the "sum total of the incidents."
By the time General Guglielmotti
had been introduced, Italian standd
ards were conspicuously displayed.
"I am glad to see the Italian flag fly
ing as a signal of victory for the Al
lies," he said. He spoke briefly in En
glish and afterward in Italian. The
Italians louldy applauded him.
The flag incident fresh in his mind
General Guglielmotti remonstrated
with several men who failed to remove
their hats when the band played the
Italian national anthem at the close
of his address. The general had the
band repeat the anthem.
Another thriller came when the
speakers' stand creaked beneath the
weight of scores and threatened to go
down.
Capt "Eddie" Boyle of Beaver Falls,
hero of the machine gun battalion of
the One Hundred and Tenth Regim
ent, the first speaker to be introduc
ed by Attorney H. A. Cattom of Bro
wnsville, brought a personal message
to fathers and mothers of the boys of
Connellsville's own Company D. "The
Twentyeighth was a division that was
not put in any quiet sector over the
re", said Captain Boyle, who appear
ed in civilian attire. Captain Boyle
paid his compliments to the late Maj
Thomas Anderson of Latrobe, than
whom he said there was none "gam
er." "The great American spirit at ho
me anil abroad won the war," Boyle
said. The veteran, who was severely
wounded in the Argonne drive, was
roundly cheered.
Other speakers were P. Jamarik of
Pittsburgh, representing the Czechs-
Slovaks; A. Joseph Di Silvestro of
Philadelphia, grand master of the Or
der of Sons of Italy in America for
the State of Pennsylvania, and Attor
ney Edward O. Taber of Pittsburg.
Governor Sproul was unable 'to be
lere.
Pasquale Bu-fano, prominent local
ranker; R. De Angelis, D. Vona and
Ei. Scalia of Uniontown were active on
:he committee that met General Gu
jlielmotti. Lieut Herbert Duggan, son
)f Mayor Duggan, who saw service in
1 scout plane in Italy, rode at the
Italian hero's side to the speakers'
stand. A. Cianflone, editor of an Ita
ian weekly in Pittsburg, was in the
?arty.
Secretary Mahany was escorted to
he platform by a committee from the
American Federation of Labor as foll
nvs: S. T. Ervin, representing the
he Brotherhood of Railroad Train
nen, chairman; T. J. Brennan, C. B.
Wilson, Joseph Friel, J. J. Brady, Pa
il T. McDonald and J. T. William.
Dopo del generate parld, ap
plaudito, il Grande Venerabile
iell'O. F. d'l. e poscia, nella stes
sa automobile e seguiti dalla me
iesima folia, si ando all' Hotel
Arlington, dove gli ospiti prese
io alloggio ed ivi fu servita una
solazione. Ad essa presero parte
>ltre al generate ed al nostro di
rettore, i signori: R. De Angelis,
Raffaele Scalia, A. Plundo, Dr.
Barlotti, Vincenzo Aiello, Agosti
no Colarossi, Michele De Vita,
Antonio Certo, Avv. A. Cianflo
ne, Garibaldi Fabiani.
Sul palco degli oratori la signo
rina Anna Falco, fidanzata al si
gnor Trovaioli ex venerabile del
la loggia Concordia, offri al ge
nerale una bandierina italiana
che questi appunto al guanto;
all' Hotel, la sorella di lei. signo
rina Carmelina, scusandosi di
non sapersi bene esprimere in
italiano, dono all'illustre soldato
un bouquet di garofani rossi.