PUBUSHEP AND DISTKIBLTED UNDER PERMIT No. 500 AUTHORIZED »V THe. ACT OF OCTOBER 6, 1917. ON FILE AT THE POST OFFICE OF PHILADELPHIA, PA„ BY ORDER OF THE PRESIDENT, A. S. BURLESON, POSTMASTER GEN — I MJ m. VI 1 liti I ItCtOll/Uil 1 | rt- O. I VO X .riAO 1 Caì LA LIBERA CAROLA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street ANNO 11. - Numero 28 Ahi, serva Italia!.. Ricorre, tra due anni, il sesto centenario della morte di Dante ! Avevamo carezzato il sogno, spe cie dopo la titanica guerra e l'e pica vittoria, che, all'epoca dell'e vento solenne, il Vate divino a vesse potuto ergersi dal freddo avello, superbo e diritto come il suo Farinata, per ammirare fi nalmente la patria sua non più ostello di dolore, ma ancora una volta ridivenuta donna di provin cia! La nostra speranza è stata de lusa e_si è infranto il nostro so gno !_„ Continua il tuo riposo, o della patria Nume tutelare, poiché l'l talia, malgrado l'eroismo del suo esercito ed i sacrifici del genero so suo popolo; malgrado i cin quecentomila martiri che tutto il loro sangue diedero per la totale redenzione; malgrado abbia sal vato il mondo dall'estrema ver gogna e la Francia irriconoscen te dalla più dura schiavitù ; mal grado tutto questo l'ltalia è an cora serva e mancipia; è disgra ziatamente ancora bordello. A che giovarono infatti le quat tordici vittorie del Carso e del Grappa? Qual prestigio esse hanno aggiunto alla patria no stra che. oggi, a distanza di più di un secolo, è novellamente con dannata a rappresentare, nell'as setto del mondo, l'oscura parte di Cenerentola? Gli Alleati nostri di ieri hanno aguzzato gli artigli e gli appetiti e si son divise le spoglie dei vinti, defraudando l'ltalia dei frutti della vittoria. Di fronte agli abusi quotidiani perpetrati dalla biade fatale: Wilson, Lloyd George e Clemen ceau che, colle manovre e cogli intrighi, han dato esca alla fiam ma del bolscevismo, oramai dif fusosi sui tre quarti d'Europa ; di fronte allo- scempio che si è fatto di quella giustizia per la quale si millantava di combatte- ! re, i nostri Delegati a Parigi, quelli che tempo fa furono co stretti ad abbandonare ad altri le redini, mostrarono un'incapa cità ed una debolezza quasi cri minose, fino a permettere che l'ltalia, la quale avrebbe dovuto ; sedere allo stesso livello delle tre grandi potenze che hanno impo sto la pace di Brenno, venisse abbassata al livello della Grecia, della Jugo-Slavia e della Croazia. Soltanto una volta, nell'inter- ! minabile periodo di otto mesi, es si seppero rinvenire, nel loro cuo re, un palpito gagliardo; quando, disgustati per l'atteggiamento sconveniente di Wilson, abbando narono la Conferenza e se ne tor- ; narono alla capitale. Giacché la dignità dell'ltalia era stata feri ta, e l'ltalia conosce le vie della; fame, non quelle del disonore. Tutto il popolo approvò il ge-j sto fiero e dignitoso: lo dissero! le dimostrazioni entusiastiche che accompagnarono Orlando e Sonnino dalla frontiera alla capi tale ; lo confermarono le migliar ; ia di telegrammi che da tutte le regioni d'ltalia portarono a Ro ma il plauso altissimo ed incondi zionato di tutto il nostro popolo; lo proclamarono solennemente il Parlamento nazionale ed il Sena to che, con votazione plebiscita ria, diedero al Governo la più il limitata fiducia. Ma un bel gior no, o per meglio dire una brutta notte, i nostri plenipotenziarii ri presero il treno di Parigi. Un senso di doloroso stupore corse da un capo all'altro della Nazio ne, quando la notizia venne divul gata. Purtuttavia si credette che i famigerati triumviri, scesi a più saggi consigli, avessero richia mata la Delegazione nostra e si sperò che la spinosa quistione adriatica si sarebbe subito' risol ta ed a noi favorevolmente. Ma fu vana lusinga e le trat tative continuarono a trascinarsi ancora per due mesi, in un'alter na vicenda di trepidazioni e di ansie, di scoraggiamenti e di do lori. Volgono oramai otto mesi dal la firma dell'armistizio ed altret tanti dall'inizio della Conferenza. Tutte le Nazioni han raccolto i frutti della vittoria, anche le più piccole, anche quelle che, durante la guerra, non conobbero sacrifi Z EXTRA! * RISPARMIATE MONETA! S« farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio P. LA BOCCETTA 901*803-005 So. Bth STREET*. PHILADELPHIA, PA. ove troverete specialità* per abiti da farsi su misura. Abiti di battesimo, Vesti p«r giovanotte, Vestiti perragaizi. Camieie, Camicette, dottane, Cappelli ed altro. * ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER "Entered as second-claas matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia. under the Act of March 3, 1879". ci e si assisero, all'ultimo momen to, alla tavola imbandita. ! Solo l'ltalia non sa ancora se, dall'immane conflitto uscì vinta o vincitrice ed una catena di ne jmici, occulti e palesi, si accani | scono ancora a contenderle i sa cri diritti. | Sono gli amarissimi frutti del la nostra politica remissiva ed j imbelle; sono le funeste conse guenze delle nostre discordie e delle discordie che tenevano di visi persino i diversi membri del la nostra Delegazione ! A che è servita, durante otto mesi di vuote discussioni, la pre senza a Parigi di una larga schie ra di commissarii nostri, la mag gior parte dei quali parassiti in saziabili che si divorano il pub blico danaro? A mantenere in continua tensione i nervi del po polo, ad inasprire gli animi fino a far divampare l'incendio che ora arde in quasi tutte le città della penisola e che oltre al caro-viveri divenuto insopporta bile è dovuto anche al malcon tento suscitato in seguito all'u miliazione dagli Alleati inflitta all'ltalia vittoriosa. Malcontento giustificato e le gittimo perchè finalmente il no stro popolo si è accorto che i sa crifici di quarantuno mesi di guerra furono vani e vanamen te sparso il sangue di cinquecen tomila cittadini. La nostra Missione ben altri menti avrebbe dovuto regolarsi; o rimaner paga dell'elemosina che gli Alleati le gettavano sul viso come un oltraggio e ce dere alla violenza, rimet tendo la partita a tempi mi gliori: o rompere i ponti e procedere risolutamente all'an nessione delle terre contese. E sarebbe stato meglio, per chè forse oggi tutto sarebbe de finito, dopo le immancabili prote ste dei tutori della Jugo-Slavia. Ma il voto del Parlamento del 29 aprile e quello del Senato era no stati di un'eloquenza che non ammetteva dubbi. Il popolo, e per esso i suoi rappresentanti, erano contrarii a qualunque rinunzia e più che mai decisi a far trionfa re le nostre legittime aspirazioni. Invece, dopo la caduta di Or lando, è chiamato tra la generale indignazione, a reggere i destini d'ltalia, quel Francesco Saverio Nitti sul quale gravano mille so spetti e diffidenze: di essere un rinunciatario, una creatura di Giov. Giolitti; uno che non sde gna transigere coi sacri interessi della patria. E nello stesso tempo si pone il bavaglio a Gabriele D'Annunzio ed a Sem Benelli che, con l'ispirata parola, cercano di mantener viva, nei petti degli italiani, la fiamma per i sacri i deali della patria. Ahi, serva 1ta1ia!...,. Con la malaugurata funambo lesca politica di Orlando che, per tutto il periodo della Conferenza, non ha fatto che piegare il dorso alternativamente a Wilson, a Lloyd George, a Clemenceau: con la politica fiacca del governo che lascia per lunghi mesi inso luta una quistione di vita o di morte, l'ltalia nulla ha raccolto altro che compatimento e s'è co perta all'estero di vergogna e di ridicolo. Ma anche i nuovi membri, ca pitanati da Tittoni, per nulla e dotti dalla passata esperienza, hanno iniziato una dolorosa ria crucis che minaccia di prolun garsi all'infinito. Già il Ministro degli Esteri, dopo poco più di una settimana di permanenza in Parigi, sente il bisogno di tornare a Roma per informare il Presidente del gabi netto del corso delle trattative. Si ritorna forse al vecchio, deplo revolissimo sistema di temporeg giare? Non ha egli, il senatore Tittoni il mandato imperativo del popolo che non ammette compro messi ? Ma, nella generale iattura e costernazione, una più grave mi naccia si addensa sull'orizzonte già fosco dell'ltalia. Coire una voce, nei circoli bene informati, secondo la quale, se Nitti fallisse al suo scopo, il potere andrebbe a ricadere senz'altro negli artigli di Giovanni Giolitti che, nasco- WITH THE LARGEST CIRCULATION AVANTI SEI IVI PRE, OOISI l_A FIACCOLA I INI PUGNO PHILADELPHIA, PA., 19 LUGLIO, 1919 i sto nell'ombra, è già in agguato .e pronto a dare il balzo. Ove ciò avvenisse ma ten gano lontano gli dei il sinistro presagio! sarebbe la fine irre parabile. La nostra fede è salda nelle li berissime istituzioni che ci go vernano; ma sentiamo ciò non pertanto, il dovere imperioso di ammonire che il popolo, quando si vede ingannato ed offeso, di venta simile al mare in burrasca che tutto ingoia nei suoi gorghi, senza lasciare la minima traccia ; simile all'uragano che, nella sua | rabbia edace, tutto schianta tra volge e trascina e la bonaccia so pravveniente null'altro trova che devastazione e solitudine. Inoltre il fato recente della Russia, della Germania, dell'Au stria-Ungheria e dell'impero ot ! tornano è là a dimostrare, in ma niera inconfutabile, l'alta sapien za e la infiniti! verità contenuta nel distico carducciano: Passan le glorie come (larve di cimiteri, Come scenari vecchi crollan (regni ed imperi ! LA LIBERA PAROLA. a»a— mtmm i L'ambasciatore Page ha lasciato l'ltalia La sera del 13 corrente è giun to a New York, proveniente dal l'ltalia, l'ambasciatore America no Thomas Nelson Page, che si era imbarcato a Liverpool sul vapore Carmania. Egli ha annun ziato che è tornato in America, per rassegnare le sue dimissioni, ! personalmente. L'Ambasciatore Page è sempre j stato un fervente sostenitore dei ; diritti dell'ltalia e la voce delle sue dimissioni incominciò a cir colare fin da quando il presidente Wilson fece conoscere la sua av versione alle nostre aspirazioni. T/illustre ambasciatore ha det to che mentre le condizioni in I- j talia si fanno ognora più serie, egli non dispera e crede che le cose si accomoderanno in un mo do soddisfacente alla patria no , stra. Ili scilo MODO [latte un munì Mimile Commentando il trattato di pace il Daily News di London di ce che esso "is disappointing." Intanto, aggiunge quel giornale : j "Il trattato oramai è stato firma- ; to e l'unica speranza è di la sciarlo così com'è. Una sconfitta di Wilson in America segnerebbe un disastro intemazionale." E per timore di questo disastro ij senatori dovrebbero diventare j dei pecoroni e battere le mani al presidente. li Conte Macelli di Geltere e' tornato a Washington Lunedì mattina di questa set timana, accompagnato da New York dal Cav. Uff. Gaetano Poc -1 cardi, Console Generale di Phi ladelphia, è tornato a Washing ton il Conte Macchi di Cellere, Ambasciatore italiano in Ameri 'ca. Quando si* recò in Europa egli accompagnò il presidente Wilson fino a Parigi e poi si recò a Ro ma per attendervi la visita di costui. Oggi è nuovamente qui e noi, nel porgergli il nostro doveroso saluto, ci compiacciamo del suo ritorno. il Signor Woodrow e' in preda ad una febbre di grandezza Alcuni giorni fa leggemmo su qualche giornale americano che il generale britannico Haig accre ditava la vittoria avutasi nella guerra cogli Imperi Centrali al l'lnghilterra, e Mr. Woodrow Wilson affermava che la vittoria completa si era avuta per opera degli Stati X T niti. Facciamo nostro un commento editoriale del "The Pittsburg Chronicle telegraph" e ripetia mo: "Sir Douglas Haig intimates that Britain did ahput ali the fìghiting in the late war and Mr. Wilson says. America supplied ali the idealism. Where do France and Belgium and Italy come in?" Grande manifestazione per il ritorno dei soldati americani della Contea Fayette dai fronti europei L'intervento dell'illustre Gen. Emilio Guglielmotti (Un Figlio d'ltalia). La, scorsa settimana, cioè da dome- 1 nica 6 a giovedì 10 corrente, in I questa città, con parate, discorsi ed altre cerimonie, si è festeggia to il ritorno dei soldati, di terra ! e di mare, della Contea Fayette, I dai fronti europei. LE LOGGE CHE PRESERO PARTE ALLA PARATA. ; Mercoledì 9, designato per la parata militare, era la giornata j stabilita altresì per la partecipa zione degli italiani alla grandiosa manifestazione. Infatti, inter vennero e parteciparono alla pa lata le logge dell'Ordine dei Figli d'ltalia della Fayette e di altre contee limitrofe che sono le se guenti: Concordia e Fiorentino, di Connellsville; Mazzini e Leo pardi, di Uniontown; Pietro Clic ca, di Republic; Vittorio Ema- ! nuele 11, di Fairchance; Dunbar di Dunbar; Civiltà e Prog-resso, di Scottdale; Nuova Camillo Beli lo di Cavour, di Mt. Pleasant; Alessandro La Marmora, di Lay ton; Venezia, di Smithton; Bar zilai, di Charleroi ; Cristoforo Co lombo, di Belle Vernon e la Du nant di Wilmerding. L'APPELLO AI SOCI DELLE LOGGE. Ad ogni socio di queste logge era stato inviato il seguente no , bile appello con, riprodottavi, la effige del brillante Emilio Gu glielmotti, socio onorario dell'Or dine: '"Fratelli Carissimi, I "Una delle più specchiate figure che l'Ordine Figli d'ltalia in America ha l'onore di avere tra le sue file è il fYa ; tcllo Gen. Guglielmotti, l'Eroe condot tiero dei bersaglieri alle Gloriose bat ' glie sul Carso, attualmente attacchi! presso l'ambasciata Italiana in Was hington, D. C. j "Egli verrà in Connellsville accom pagnato dal nostro Grande Venerabile Giuseppe Di Silvestro e sarà ospite j del Comitato festeggiamenti per la !"Home Coming Celebration for Sold- . 1 iers, Sailor and Marine" il giorno 3 , luglio, scelto quale Oratore Ufficiale e prenderà parte alla Grande Parata, ] ohe avrà luogo nelle ore pomeridiane. , | "Poiché l'Ordine Figli d'ltalia in , | tutte le manifestazioni fu sempre in prima linea anche in questa occasione j di sì alto significato tutti i fratelli hanno il dovere di accorrere nelle file delle proprie logge ed in massa com i patta sfilare in l'arata per rendere o j maggio agli eroi che nei campi di bat- I taglia pugnarono per il trionfo della : democrazia. 1 j "Questo tributo di riconoscenza dei : Figli d'ltalia verso questa nostra Pa- ! ! triadi adozione sarà un'altro attesta- 1 Ito solidale che ridonderà a decoro del < | nome italiano. 1 "Alla testa dell'Ordine precederà la ; ; rinomata Banda "Joe Mirella di Pitts- ; burgh, seguirà il Gran Concilio in for- ( ma Ufficiale, indi le Logge disposte . dal Grande Venerabile, il quale sarà ! nostro Oratore Ufficiale. "Le logge saranno incontrate al loro 1 arrivo dalla Banda dell'Ordine e do vranno assembrarsi presso i locali del la loggia Concordia East Main St. & ' jCarnegie Ave., alle ore 1.30 P. M. con ] le loro Bandiere, Stendardi ed inse gne. "Fratelli, con la vostra numerosa presenza nell'onorare i Reduci dai di versi fronti d'Europa, fra i quali mol ti nostri connazionali che combatterò-, no sotto la gloriosa bandiera dalle ! stelle e dalle striscie, avrete l'opportu- ! nità di rendere omaggio ad un Eroe del Fronte Italiano, al nostro Fratello dell'Ordine Figli d'ltalia il Generale Guglielmotti." L'ARRIVO DEL GENERALE GUGLIELMOTTI A CONNELLSVILLE. Il Generale Emilio Guglielmot ti e il Grande Venerabile dell'o. 1 F. d'l. signor Giuseppe Di Silve stro, partivano da Washington, D. C. col treno delle ore 2.55 P. M. di martedì 8 corrente ed arri vavano a Pittsburg alla mezza antimeridiana del 9, ricevuti al la stazione da un gruppo di soci dell'Ordine fra i quali erano il Dr. A. E. Abbate, assistente Grande Venerabile e Antonio Certo Grande Curatore. L'aw. A. Cianflone, per incarico ricevu to dai Figli d'ltalia di Connells ville, fece gli onori agli ospiti che in automobile furono accompa gnati al "William Penn Hotel", ove pernottarono. Col treno del le ore 8 A. M. dello stesso giorno iil Generale, il Grande Venerabile,! | l'avvocato Cianflone e Antonio Certo partivano alla volta di Con nellsville e quasi in ogni stazione la comitiva si ingrossava con nuovi fratelli che avevano sapu to dell'arrivo dell'illustre ospite. Alle ove 10.27 precise grida di Evviva l'ltalia, evviva il Gene rale Guglielmotti echeggiarono dalla folla assembratasi alla sta zione di Connellsville, Pa., e, con Generale EMILIO GUGLIELMOTTI. temporaneamente, la banda di Joe Nirella intuonava l'inno lea le. L'entusiasmo di questi nostri bravi connazionali, sia all'arrivo che durante il percorso trionfale del generale dalla stazione fino al luogo dove doveva parlare, fu semplicemente indescrivibile. Ad essi faceva eco tutta la popola zione americana dai marciapiedi, rlai balconi, dalle porte dei nego zìi. Sull'automobile, tutta tappez zata di bandiere italiane ed ame ricane, presero posto il generale, il Grande Venerabile, il Grande Curatore Certo, l'aw. A. Cianflo ne e il 1.0 luogo tenente aviatore Erbert F. Dugan, figlio del sindaco della città, che è reduce iall'ltalia. Fra i primi ad essere presentati al generale furono R. De Angelis, Pasquale Bufano, A. Schiavoni e i rappresentanti di tutte le logge intervenute. SE NON VEDRÒ' SVENTOLA RE LA BANDIERA ITA LIANA IN 15 MINUTI ANDRO' VIA. L'austerità della figura, bril lantemente nobile, del generale Emilio Guglielmotti, gli attirò le simpatie di tutta la popolazione che al suo passaggio lo salutava con frenetici applausi. Nel piazzale davanti alla Li breria Carnegie era il palco per gli oratori. Sia questo che l'edi ficio della libreria erano pavesati con le bandiere delle nazioni al leate, inclusa la giapponese. Man cava però quella italiana e il no stro generale lo notò subito e in inglese domandò forte, forte: "Dov'è la bandiera italiana? Vo glio vederla subito e se non sa rà messa fra le altre in 15 mi nuti andrò via." L'atto risoluto, energico, del generale Guglielmotti annichilì e fece rimanere senza parola i membri americani del comitato esecutivo e lo stesso on. Rowland B. Mahany, assistente segretarie del Dipartimento del Lavoro che stava parlando all'arrivo del ge nerale, mentre dalla immensa folla presente, composta di ame ricani ed italiani, si sprigionò ur uragano di applausi in appi*ova zione della solenne protesta de generale. j Quando il generale si alzò per { | parlare una grande bandiera ita liana spiccava nel centro del fab- Jbricato della libreria ed un'altra sul palco degli oratori. Il genera le parlò in inglese ed in italiano. I suoi discorsi elettrizzarono l'u ditorio. Appena egli ebbe termi nato le bande Nirella e Caputo intuonarono l'inno reale. Tutti si I levarono il cappello, ad eccezione di buona parte di americani ed allora "take Qfl' your hats" inco minciò a gridare il generale e pregò le musiche che avevano finito di suonare di ripetere l'in no per vedere se gli scostumati questa volta avrebbero adempito al loro dovere. Il chairman del comitato ten tò di scusare le manchevolezze, specialmente la seconda, dicendo che gli americani non conosceva no l'inno reale italiano; ma il ge nerale, che non la perdona a nes suno e che ha sempre pronta la risposta da dare, gli domandò se gli americani conoscevano la marsigliese. Il chairman rispose di sì, ed il Generale di rimando mostrò la sua sorpresa per tanta irassa ignoranza delle cose ita liane. Circa i due incidenti, per me irlio corroborare questo resocon .o. diamo la parola al "Pittsburg Dispath" del 10 corrente: Fa quel che devi, avvenga che può*. Abbonamento Annuo $ 2.00 Una Copia 3 Soldi LA PARATA. L'Ordine Figli d'ltalia fu di sposto fra le grandi organizza zioni americane. Esso seguiva i comitati del Liberty Loan. Il cor teo delle 13 logge era preceduto dal maresciallo P. Bufano, dalla banda Nirella, dalle bandiere ita liane ed americane, dall'automo bile col generale, Grande Venera bile, Grandi Curatori Certo e ABSENCE OF THE ITALIAN FLAG CAUSES HITCH jencrale «*rvl ielmutti, Embassy At tache, Stirs Patriotism at ConnelUville SOMEONE OVERLOOKED By WILLIAM F. BROOKS Staff Correspondent (Special to the Dispatch) CONNELLSVILLE, Pa., July 9 Because the Italian flag was not in evidence in the immediate decoration, Gen. Emilio Guglielmotti, Italian war hero, now an attache at the Italian Embassy at Washington, D. C., caus ed a stir upon his arrival at the spea kers' stand on the Carnegie Library lawn this morning. "I want to see the Italian flag," declared the general, with a sweeping gesture, and he thre atened to leave unless his country'; standards were displayed. Instantly there was hubbub among the large number of Italians present. There was hand-clapping and shouts for "Viva l'ltalia!" It was explained that through ar oversight by the committees the Ita lian flag had been left rout of the stand decorations. "I'm not so cheap,' declared the general, who was not sa tisfied until a large Italian flag ws; draped from a second-story window o1 the Carnegie Library, opposite him and a half-dozen silken banners, car ried in the parade, had been brough to the front of the speakers' stand and placed beside the American standards. Arrival of the Italian war hero, whose gray beard and white uniform gave him a picturesque appearence, uccompagnied by the Westinghouse Band and a delegation of marching Sons of Italy, interrupted the speech by Hon. Rowland B. Mahany, assis tant secretary of the Department of Labor, who represented Secretary Wil liam B. Wilson, who was not able to come to Connellsville, being in New York to greet his chief, President Wilson. Then occurred the flag inci dent and it was several minutes be fore the excitement subsided. Mr. Mahany, when he resumed spe aking, said that in a big celebration of this kind hitches are liable to occur and that they should be recognized in the "sum total of the incidents." By the time General Guglielmotti had been introduced, Italian standd ards were conspicuously displayed. "I am glad to see the Italian flag fly ing as a signal of victory for the Al lies," he said. He spoke briefly in En glish and afterward in Italian. The Italians louldy applauded him. The flag incident fresh in his mind General Guglielmotti remonstrated with several men who failed to remove their hats when the band played the Italian national anthem at the close of his address. The general had the band repeat the anthem. Another thriller came when the speakers' stand creaked beneath the weight of scores and threatened to go down. Capt "Eddie" Boyle of Beaver Falls, hero of the machine gun battalion of the One Hundred and Tenth Regim ent, the first speaker to be introduc ed by Attorney H. A. Cattom of Bro wnsville, brought a personal message to fathers and mothers of the boys of Connellsville's own Company D. "The Twentyeighth was a division that was not put in any quiet sector over the re", said Captain Boyle, who appear ed in civilian attire. Captain Boyle paid his compliments to the late Maj Thomas Anderson of Latrobe, than whom he said there was none "gam er." "The great American spirit at ho me anil abroad won the war," Boyle said. The veteran, who was severely wounded in the Argonne drive, was roundly cheered. Other speakers were P. Jamarik of Pittsburgh, representing the Czechs- Slovaks; A. Joseph Di Silvestro of Philadelphia, grand master of the Or der of Sons of Italy in America for the State of Pennsylvania, and Attor ney Edward O. Taber of Pittsburg. Governor Sproul was unable 'to be lere. Pasquale Bu-fano, prominent local ranker; R. De Angelis, D. Vona and Ei. Scalia of Uniontown were active on :he committee that met General Gu jlielmotti. Lieut Herbert Duggan, son )f Mayor Duggan, who saw service in 1 scout plane in Italy, rode at the Italian hero's side to the speakers' stand. A. Cianflone, editor of an Ita ian weekly in Pittsburg, was in the ?arty. Secretary Mahany was escorted to he platform by a committee from the American Federation of Labor as foll nvs: S. T. Ervin, representing the he Brotherhood of Railroad Train nen, chairman; T. J. Brennan, C. B. Wilson, Joseph Friel, J. J. Brady, Pa il T. McDonald and J. T. William. Dopo del generate parld, ap plaudito, il Grande Venerabile iell'O. F. d'l. e poscia, nella stes sa automobile e seguiti dalla me iesima folia, si ando all' Hotel Arlington, dove gli ospiti prese io alloggio ed ivi fu servita una solazione. Ad essa presero parte >ltre al generate ed al nostro di rettore, i signori: R. De Angelis, Raffaele Scalia, A. Plundo, Dr. Barlotti, Vincenzo Aiello, Agosti no Colarossi, Michele De Vita, Antonio Certo, Avv. A. Cianflo ne, Garibaldi Fabiani. Sul palco degli oratori la signo rina Anna Falco, fidanzata al si gnor Trovaioli ex venerabile del la loggia Concordia, offri al ge nerale una bandierina italiana che questi appunto al guanto; all' Hotel, la sorella di lei. signo rina Carmelina, scusandosi di non sapersi bene esprimere in italiano, dono all'illustre soldato un bouquet di garofani rossi.