Publi&hed and cfistrilftite d under permit No. 500 authorized by the act of October 6, IVÌ7, un uìe at the Post Office of Fhimotìphia, fcy order nt the Prcsident, A. S. Bu rleson, Post master Gen. LA LIBERA PAROLA I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale. A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street ANNO 11. - Numero 6 L'impudenza della stampa e degli uomini di Governo Continua la gazzarra della stampa gialla Dal giorno in cui le operazioni di guerra son terminate cogli ar mistizi imposti all'Austria e alla Germania, i giornali delle na zioni alleate, e specie i giornali di America, ne hanno stampate di cotte e di crude, nei riguardi dell'ltalia. Subito dopo la disfat ta austriaca, magnificando il va lore dei soldati italiani, esaltaro no la nostra vittoria che defini rono la più grande impresa mili tare della storia. Ma si accorsero ben presto di aver dato un passo falso, un pas so nocivo ai loro piani egoistici e si affrettarono a mutar rotta. Venne più tardi la resa incondi zionata della Germania, svanì il pericolo tedesco che, fino alla battaglia di Vittorio Veneto era stato formidabile, e dissero allo ra che la vittoria italiana non e ra stato che una passeggiata mi litare, perchè la compagine del l'esercito austriaco era stata rot ta in precedenza dalla continua ed attiva propaganda esercitata dai popoli oppressi dal giogo de gli Asburgo. Non paghi di questa ingiurio sa calunnia, smentita mille volte dai nostri condottieri, che as seriscono i Jugo-Slavi a ver combattuto fino all' ul timo giorno, con accanimento feroce tra le file dell'esercito au striaco, iniziarono una campa gna sleale contro l'ltalia, dipin gendola avida di conquiste, addi rittura ossessionata di mire im perialistiche, spinta unicamente da! desiderio di divorarsi, come Saturno i proprii figliuoli, i po veri Jugo-Slavi, anelanti alla vi ta che la matricida vorrebbe ad ogni costo soffocare. In altri ter mini l'ltalia, la vera salvatrice della Francia e"della civiltà, co lei che ha dato al mondo, in qua rantino mesi di asprissima guer ra, gli esempii più fulgidi di ab negazione edi sublimi sacrifici, veniva dipinta siccome una vol gare ricattatrice. Oggi, dopo l'apertura delle As sisi intemazionali per la conclu sione della pace ed il futuro as setto del mondo, quella stessa stampa che ci ha parlato fino a ieri di imperialismi, di camorre e di ricatti, ci fa assistere ad un nuovo fenomeno, non sappiamo se più balordo o più maligno. Comunque, è sempre l'ignoran za é la malafede che prevalgo no. A sentir dunque la stampa a mericana, sembra che, nella con ferenza, l'unico a far le spese della discussione sia il loro Pre sidente. Gli altri delegati si ac contentano di pendere dalle lab bra di quest'uomo che spande in torno asè fiumi di sovrumana sapienza. A volte interloquisce anche Lloyd George che, tra tut ti gli altri, in qualche modo sa far tesoro delle dottrine del Di vino Maestro e Clemenceau, un po' più raramente del collega in glese, si azzarda a far sentire ti midamente la sua voce. Ma i delegati italiani non sono che quattro mummie, quattro fi gure decorative che si recarono da Roma a Parigi per riscaldare, non le panche, come gli scolaret ti della scuola, ma le soffici pol trone sulle quali schiacciano for se dolci sonnellini, sognando la grandezza della patria che, con quistata sui campi di battaglia, svanisce come fumo sotto i colpi di maglio della formidabile dia lettica Wilsoniana. A sentire i giornali di qui, quegli stessi giornali cioè che parlarono fino a ieri di camorré, di imperialismi e di ricatti, i no stri plenipotenziarii alla Confe renza fanno pompa di un muti smo che dovrebbero invidiar lo ro persino i pesci dell' "amaris simo Adriatico." Ma in questo caso essi non sembrano i rappresentanti di li na Nazione turbolenta ed irre quieta che la cortesia dei nostri Alleati si compiace dipingere sic. come depredatrice e ricattatrice. Ma anche questo è una volga re menzogna della stampa ame ricana. Noi sappiamo e tutto il mondo sa (quella parte che è a conoscenza dellar politica internazionale) che, dei quattro rappresentanti d'ltalia, ciascuno «eparatamente vale bene un Wil son, un Lloyd George, un Cle ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER "Entered a.s second-class mattcr Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879". menceau! Sono tutti e quattro ] vecchi parlamentari che, per ol jtre trent'anni, cento volte hanno | affrontato impavidi, superando | le, le più furiose burrasche delle discussioni e delle polemiche. [Possono esser sicuri quindi i giornali d'America che uomini (come Sonnino, Salandra, Orlan ; do, Barzilai mal si adattano a parti secondarie, anche se tro vansi di fronte ad uomini che la ; guerra ha tolto inaspettat amen te e momentaneamente alla me diocrità ed alla folla. Ma le cose a Parigi non si svolgono proprio come questi fo gli asseriscono. Un alto personaggio francese | che conosce a fondo i problemi europei, che è in grado di sapere j dello svolgimento della confe renza più dei corrispondenti a jmericani, famigerati ed ignoran ti, e che sopratutto, a differenza di costoro, sente il pudore e la di gnità di sè stesso, assicura che, nelle quotidiane discussioni, Son nino è la figura più eminente, perchè è il più vecchio Statista d'Europa, il solo che si trova al potere dall'inizio della guerra, I quello che ha maggiore esperien za; esperienza che è stata spes so di aiuto agli altri delegati, al | lorchè si trovavano di fronte a gravi ostacoli, e alcuni suoi con j sigli sono stati di un valore in calcolabile per Clemenceau. nel l'arduo compito di presidente della Conferenza. Non solo: ma i delegati ifurio si e francesi han preso a stimare moltissimo il Ministro italiano per le alte qualità ed il suo in gegno; egli è il solo, tra i delef-t --ti, che parla con uguale facilità, l'italiano, l'inglese ed ii francese e che non ha bisogno di inter preti. j Questo noi sapevamcelo elo | sanno, assieme con noi. tutti nuelli che conoscono l'ltalia mo jderna, i quali certo non osereb bero affermare che gli italiani sono al di sotto dei cinesi. Ma i giornalisti americani lo ignorano ; lo ignora per conse guenza anche la maggior parte j di ouesto popolo. Su tanto miseria intellettuale sorvoliamo generosamente, e ! tiriamo innanzi chè la vita è gio- I conda! Le amenità' dell'Oli. Daniels, ministro della marina in America Noi non ricordiamo e quindi non possiamo accertare con as soluta sicurezza se, in occasione di un grande convegno delle flot te delle diverse Nazioni del mon do, fu l'attuale Ministro della Marina On. Daniels od il suo pre decessore ad estendere l'invito anche alla flotta svizzera. Ma o lui o un suo collega, il fatto è avvenuto e sto a dimostrare di quale levatura e di quale compe tenza siano gli uomini preposti, al governo di questa grande re pubblica. Ora il Signor Daniels, poiché da molti anni è spento l'eco della sua cantonata, troppo mador nale per un Ministro della Ma rina, tenta far parlare nuova mente di sè con una nuova scem piaggine, perchè incapaci di met tersi in luce con qualche buona iniziativa. Egli recentemente avrebbe di chiarato che la resistenza sul Piave nel 1917 si deve alle trup pe italiane aiutate dalle truppe anglo-franco-americane. Per fortuna certe dichiarazio ni fantastiche di personaggi eroi comici non hanno valore di sorta, e la storia, più che la balordag gine di un ministro ignorante e in malafede, dira a chi va dovu to il miracolo della resistenza sul Piave, più memorando dei mira colo de'la Marna. Ma il "Corriere della Sera" di A.ilano, dopo avere vibratamente protestato contro le insulsaggini di Daniel, sfata la leggenda e mette le cose a posto, esponendo la verità vera ed intera: Subi to dopo il disastro di Caporetto i governi inglese e francese erano disposti ad inviare immediata mente aiuti, ma il generalissimo Foch si oppose dicendo che per ragioni tecniche la linea del Pia ve non avrebbe potuto esser mantenuto e fece premure per che le nostre truppe si ritirasse ro fino alla linea più breve del Mincio. WITH THE LARGEST CIRCULATION AVANTI SEM F>F?E;, CON LA FIACCOLA I (NI PUGNO ì 0 strategìa impareggiabile del Comandante Supremo!..... Se il nostro Generale, condot tiero veramente geniale e degno i di stare alla testa di tutti gli e ; selciti, avesse seguito i consigli del Capo Supremo, Venezia, Man tova e tante altre nobili città no stre si sarebbero dovute sacrifi care all'avidità dei barbari. Ma esse vennero risparmiate unicamente per virtù italica, poi ché Foch non permise che le truppe anglo-francesi passassero il Mincio. Le quali cominciarono ad arrivare soltanto la prima set timana di dicembre, in settori re- j lativamente calmi, come quello di Montello e di Monte Tomba." Bisogna che gli Alleati si ras- j segnino e riconoscano, una buo na volta che, nella lotta furibon da ingaggiata contro gli Imperi | Centi-ali, l'ltalia ha rappresenta ta una parte principalissima. Se l'ltalia non fosse stata, og- ! gi la Francia non abuserebbe della vittoria e Wilson non si at teggerebbe ad arbitro dei desti ni del mondo. LA LIBERA PAROLA. 1 Gonfini della Jugo-Slavia La Semalhe Letteraire di Gi nevra del 16 gennaio 1919 pub-; blica un articolo di un tale M. D. Marinkovitch, intitolato "Lo Sta to dei Serbi, dei Croati e degli j Sloveni", al quale è annessa una cartina con i confini di questo nuovo Stato. Come risulta dalla stessa 1e mire imperialistiche di questo Stato che è ancora in gestazione, non hanno confini : Albania, Gre cia, Ungheria, Italia, vengono sbocconcellate allegramente. Lo appetito è certo di gran lunga superiore alla forza digestiva dello stomaco di questi signori. ! All'Albania portano via Scuta ri ed una lunga striscia di terri-j torio a nonente dei laghi di Och rida e Presba. Alla Grecia tolgono un vasto territorio triangolare, il cui ver tice Sud arriva alla regione del l'Olimpo. In Ungheria si spingo no fino al Nord di Szeghedin. Al l'ltalia poi tolgono tutta la Dal mazia con tutte le sue isole, Fiu me con le isole del Quarnero, l'lstria, Trieste, tutte le Alpi Giulie, Palmanova, Udine e prò- j vincia fino al Tagliamento, Tol mezzo e le Alpi Cantiche. Questo Signor Marinkovitch è I un vecchio diplomatico sevbo, e j un di lui fratello prese parte alle | deliberazioni per la formazione del nuovo Stato, come rappresen- ; tante del partito progressista, j Non si tratta quindi di uno scal manato qualunque, ma di perso na molto vicina ai circoli diri genti. E' certo che l'ltalia ci tiene al l'amicizia di quei 12 milioni di uomini die dovrebbero formare la nuova lugoslavia, e ci tiene tanto più in quanto che fra gli stessi ci sono almeno un milione e mezzo di italiani; ma l'ltalia non comprende come questi uo mini di Stato Jugoslavi non av- j vertono l'immenso beneficio che j avrebbe la loro nazione quando riuscisse a coltivare con serietà \ d'intenti e con sincerità, l'amici zia di uno Stato di quasi 40 mi lioni d'italiani che in fatto di po tenza verrà ad occupare nel mon- j do uno dei primi posti ; uno Sta- ! to al quale tutti i popoli oppressi dall'Austria-Ungheria devono la loro liberazione. Gli Italiani si rifiutano di di- ; scutere la carta geografica del Signor Marinkovitch per il ri- 1 spetto che devono a loro stessi, ma non possono non avvertire il Signor Marinkovitch ed i suoi a mici sugli effetti che indubbia mente sarà per produrre nello spirito pubblico, in Italia e all'E stero, questa lóro strana propa ganda, la quale nel mentre man ca del più elementare senso co mune, non può avere altro risul tato che quello di mettere in guardia l'Europa che si accinge a regolare definitivamente le questioni territoriali delle vario/ Nazioni, contro gli istinti rapaci dei portavoce di un popolo il qua le per tutta gratitudine verso chi lo ha messo in condizione di disporre di sè stesso, pretende di spogliarlo del suo più legittimo possesso, e non rifugge di met tere le mani sul territorio di tut- Iti gli altri popoli che gli sono 'confinanti. PHILADELPHIA, PA., 15 FFBBRAIO, 1919 Per il Signor Marinkovitch e compagni, l'ltalia avrebbe sacri | fieato sul campo di battaglia cen j tinaia di migliaia dei suoi mi gliori giovani, avrebbe impegna | to tutte le sue ricchezze, avreb be vinto la più grande battaglia che la storia ricordi per gli effet ti che ha prodotto, distruggendo ! il più antico ed uno dei più ag guerriti imperi del mondo, per che cosa? Per regalare ai sedicenti Jugo i slavi le terre italiane della Dal mazia, di Fiume, dell'lstria, del Friuli orientale, nonché le Alpi Gamiche e la Provincia di Udi ne! ! Gli Sloveni e i Croati non de vono dimenticare che essi sono stati fino alla disfatta di Vitto rio Veneto del 24 ottobre 1918 i più ferventi sostenitori dell'lm pero Austro-Ungarico, e se di fronte agli Italiani, dai quali fu rono battuti, essi hanno pretese così smodate da voler non solo privarli dei frutti della vittoria col voler estendere i loro domini | sulle Provincie italiane dell'lstria e della Dalmazia, ma per fino al di là dei vecchi confini del Regno d'ltalia, si può immaginare quan to legittime possano essere le pretese che essi avanzano sopra i territori degli altri popoli mi- ! nol i con essi confinanti. ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA COMUNICAZIONI della firande Loggia di Penna. PER L'ORFANOTROFIO E RICOVERO. Continuano le adesioni e le ri messe per l'Orfanotrofio e Rico vero Statale della Pennsylvania. Il segretario della loggia La Vittoria No. 731 di Brownsville, [Pietro Cesarone, scrive: "Rimetto Check di S2O per bi glietti venduti per l'Orfanotro fio." Il segretario di finanza della: loggia Corona d'ltalia N. 707 dij Eilwood, Vincenzo Simeone: "In questa mia racchiudo che ck di SIOO raccolti finora per la vendita dei biglietti Orfanotro fio e Ricovero ; nella prossima se duta manderemo un altro accon ; to." Il segretario archivista della i loggia Conte di Torino N. 850 di 1 Braddock, Luigi Manocchia: "Nella seduta scorsa portai in loggia i biglietti per l'Orfanotro fio, e i soci rimasero tutti con tenti della iniziativa della Gran ide Loggia, e potete essere sicuri che, pure un po' in ritardo, que sta loggia non rimarrà indietro alle altre Consorelle anzi mi a spetto qualche cosa di più." Il Venerabile della loggia Pie tro Metastasio N. 539 di Bristol j Guido Merlo, ha depositato per sonalmente in ufficio un check di S2O, per essere aggiunto alla somma da quella loggia versato ì n conto biglietti Orfanotrofio e Ricovero. PROSSIME INIZIAZIONI DI NUOVE LOGGE. Il 20 corrente mese di febbraio sarà iniziata a Scranton la loggia jßicciotti Garibaldi N. 913, una I vecchia ed autorevole società che ha fatto passaggio nell'Ordine. La domenica successiva 23 ! febbraio sarà iniziata la Trento e |Trieste Liberate N. 918 di Gre enville. La prima domenica di marzo sarà iniziata la Vittorio Ema nuele di Elie, ove un grande mo vimento per l'Ordine si sta veri ficando da qualche tempo, ad o pera di fratelli delle logge già ivi costituite. Hanno ottenuta la dispensa e jdebbono fissare la data della loro iniziazione la Belmonte Meza giio N. 899 e la Andre d'Tsernia N. 916 di Philadelphia e l'ltalia N. 915 di New Castle. 'visite alle logge. In seguito a richiesta di quella loggia, lunedì 3 febbraio il Gran de Segretario Archivista Alfredo Perfilia. visitò la Gianfelice Gi no N. 878 di Freeland. La seduta era affollatissima. Ad onta che quella loggia abbia pochi mesi di vita, essa si va ra- I pidamente affermando tra l'ele -1 mento italiano, e in occasione I della visita del Grande Segreta rio Archivista furono iniziati li na ventina di nuovi soci, tra cui l'Avv. M. S. De Pierro, il quale, benché sia cresciuto ed abbia compiuto i suoi studi nell'am biente americano, pure ha volu to far parte del nostro Ordine, e invitato a parlare ha sciolto un inno all'avvenire della nostra i stituzione. Alla fine della seduta il Gran de Segretario Archivista rivolse utili ammaestramenti ai soci e li incitò a farsi strenui propagan disti dell'Ordine in quella contra da, ove altre logge dovranno sor gere al più presto. La sera egli fu ospite del ve nerabile della loggia, Gaetano I Veraldi. » * * Nel pomeriggio di domenica 9 febbraio il Grande Segretario Archivista visitò la loggia Sici lia N. 666 di Norristown, e nel suo discorso parlò specialmente del F. U. M. e dell'Orfano!rofio. In fine egli annunziò che in o maggio alle logge di Norristown il Grande Concilio ha deciso di tenere la sua prossima riunione entro il mese di marzo in tale lo calità; e l'assemblea accolse con molta soddisfazione tale notizia. CRONACA DELLE LOGGE. Il 24 febbraio corrente, alle o re 3 pom., la loggia Saverio Fri scia N. 655 di Norristown com memorerà il defunto dottor Save i rio Friscia, di cui essa porta il nome. La commemorazione si terrà alla Scheetz's Hall, Main & Cherry Sts. Oratore ufficiale sa rà il dottor Giuseppe Pasceri del la Loggia Cadorna N. 412 di Fi ladelfia. Un orchestrina suonerà l'inno dei Figli d'ltalia e gli inni pa triottici. La loggia Saverio Friscia N.o 655 invita alla commemorazione tutte le consorelle di Norristown e vicinanze. indi statisti in io perii ilio ili L'ex presidente degli Stati U niti William Howard Taft, come del resto Io sosteneva il defunto ex presidente Theodore Roose velt, sostiene che all'ltalia deve essere restituita l'ltalia Irreden ta. Tutti coloro che conoscono la ; storia, le ragioni geografiche, et ; nografiche e linguistiche, non possono non riconoscere i nostri | diritti, inalienabili, oltre che su Trento e Trieste, su Fiume e sul la costa Dalmata. L'lllustre ex presidente, in un suo articolo "A league witli teeth is indispensable", pubblicato sul "Public Ledger" del 2 corrente, | parlando dei diritti delle diverse Inazioni diceva fra l'altro: "The ì estoration of Alsazia-Loraine to | France ... The same view justi fies the delivery to Italy of Ita-1 lia Irredenta." Avete capito, Mr. Wilson ? Noi siamo vostri ammi | l atori, ma non rimangiate i vo- j stri quattordici punti ! IL SENATO DEGLI STATIUNI TI PER I ROOSEVELT Due importantissime leggi ha preso in considerazione il Sena to degli Stati Uniti: una, con la quale viene assegnata alla vedo va dell'lllustre defunto una pen sione vitalizia di 5 mila dollari al l'anno, oltre al privilegio gratui tamente del servizio postale; l'al tra, con la (piale si stabilisce di chiamare "Rosevelt National Park" il distretto "California Giant Reawood" della Capitale. % W» Anche Filadelfia renderà il suo tributo di affetto al defunto ex presidente, chiamando "Roose velt Boulevard" uno dei boule vards di questa città. * * * Il Congressman repubblicano di un distretto di Philadelphia On. Edmonds ha presentato un progetto di legge al parlamento , degli Stati Uniti perchè il 27 ot ■ tobre, data di nascita del defun i to ex presidente Theodore Roo sevelt, venga dichiarata festa nazionale. ♦» * „ i TI Canale del Panama, se il se - nato degli S. U. adotterà la pro -j posta fatta dal senatore Smoot, ; I repubblicano di Utah, verrà - chiamato: "Roosevelt Canal." PERCHE' IO SONO ANTIFEMINISTA Sebbene con ritardo riprodu ciamo, a puntate, sulle colonne di questo giornale, "Perchè io sono antifeminista", un magistrale ar ticolo del Dr. I). Petillo, pubbli cato su I>a Rivista Medica dello scorso dicembre, della quale PS lustre sanitario era direttore. L'articolo in parola è una disii mi na serena, obiettiva e scienti fica dell'ardua questione che si a gita nel nuovo e nel vecchio mon do e che distrugge tutte le .... buone o cattive ragioni di cui si avvalgono le irrequiete suffra gette a sostegno della loro causa. Pur non essendo completamen te d'accordo col Dr. Petitfo, l'ar ticolo ci è piaciuto e lo abbiamo letto più di una voli* , siamo si curi che anche i lettori del nostro giornale lo leggeranno con pia cere. I. Mi perdonino i lettori de La Pareli del Medico, ma io ho da sfogare un vecchio rancore contro il movimento feminista. Sì, io sono antifeminista e lo sono quanto il trisavo del bisnonno del mio trisavo, se lo volete Bapere. Ma intendiamoci, sono contro quel fo minismo isterico, epilettico, chiacchie rino e vuoto che ha creato la suffra gette e tutto quel pandemonio di nuo ve tendenze politiche, artistiche, in tellettuali, morali, sessuali, economi che, industriali, giornalistiche che dal sufragismo è venuto nascendo in que sto principio di secolo e che minaccia di travolgere l'umanità nel più tragi co anarchismo sociale. Poiché non ei tratta più di un movimento che abbia mire precise e confini determinati, es so non mira più alla rivendicazione dei diritti femminili e allo specifico assestamento degli specifici doveri del la donna, esso non si appella più alla ragione ed al diritto ed alla natura ma va giù nella sua furia devastatri ce schiamazzando libertinamente co me un esercito di poeti futuristi sca gnanti per l'aere libere parole che nessuno comprende, ma dilaga nella manomissione dei diritti naturali del la donna calpestandone 1 doveri, ma va oltre la comprensione logica di quel mondo feminile che l'etica, la fi siologia, la storia erano venuti cosi pazientemente costruendo com* il sa cro rifugio a tutti gli eroismi misco nosciuti del maschio. La suffragette età a capovolgere l'etica sessuale, come sta a infrangere i canoni fondamentali della fisiologia p a rinnpcmr** I» nit'i nuv» irlnrin In e a rinnegare le più pure glorie che la storia umana nei suoi tragici sobbal zi sul percorso dei secoli è venuta ac cumulando a perpetua testimonianza di quanto la civiltà deve all'eterno fe minino. E tutto ciò è brutto, ingiusto e pe ricoloso. Il fepiinismo moderno deve rifare la sua strada e ritrovare eà stesso, chè, via facendo, s'è perduto negli andirivieni angusti e senza sole ilei demagogismo ove non è eco che risponda alle sue diatribe forsennate. Vero è che non è facile comprendere ancora quale sia il contenuto pratico e razionale del suffragismo moderno e le sue finalità mediate e lontane e 1« basi reali su cui possa reggere e so stenersi senza precipitare nel grotte ico. O che cosa vuole dunque una suf fragette T Fingiamo di averla qui, dinanzi a noi, armiamoci di santa pazienza * la sciamola dire: Noi vogliamo che la società ci of fra parità di condizioni nella lotta col maschio. Noi vogliamo rivendicare tutti i diritti femminili finora calpe stati dal maschio. La donna non i inferiore al maschio e non va trattata unicamente come obbietto di piacere o come schiava della maternità, nè va esclusa dalla lotta per l'esistenza, per la civiltà, ecc. In media la donna ha una intelligenza non inferiore a quel la dell'uomo. Essa è in grado di giu dicare, di criticare, di concorrere alla costruzione pratica della società, essa può contribuire allo sviluppo della co noscenza, può e vuole aggiungere a quelle del maschio le proprie energie nella creazione del nuovo e nella rin corsa verso la verità, essa vuole muo versi attivamente non restare inerte nella corrente tumultuosa delle vicen de della storia, essa vuole infine con tribuire come meglio le pare e le con viene alla politica, alla scienza, all'ar te, all'industria, al commercio eccete ra, eccetera, eccetera.... E se la suffragette è di quelle dernier cri, nella foga della sua prote sta potreste sentirla gridare:. "E non vogliamo portare i capelli lunghi per far piacere agli uomini, e non vogliamo vestir più la gonnella, e inforcheremo gli occhiali per dispet to e avremo i tacchi bassi e portere mo il bastone e ci sentiamo investite del diritto di fumare in pubblico se ci piacerà..." *£ EXTRA! 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Essa, sd per giù, di rebbe: E, perdio, .siamo stanche di ca dere ammalate ad ogni giro di luna, siamo stanchissime di dover pagare con nove interi mesi di indicibili sa crifizi il prezzo di un momento di gio ia, no, aon vogliamo essere conside rate come ... fabbriche di bambini, non vogliamo riconoscere il matrimonio, vogliamo gli stessi diritti dell'uomo, non vogliamo più a lungo tollerare una morale a parte che ci condanna col marchio del disonore...." ♦ » » La verità vera è che il feminismo, in fondo, è una questione sessuale co me tanti altri problemi della vita mo derna. Esso, storicamente, va rintrac ciato in un periodo in cui il sesso era l'unico movente della vita individuale e collettiva dell'uomo. Ricostruitemi la leggenda delle A mazzoni e vi avrete già prima che la storia della faimìglia si sia iniziata, un vero c propro tentativo di afferma zione feminista; la quale, anche a vo lerla considerare una verità storica, andrebbe interpretata come un feno meno di solidarietà feminile, contro la libera poligamia del maschio, non frenata da alcuna etica sociale e non punita da alcuna legge umana. Il ma schio nella sovrana potenza del suo sesso si arrogava il diritto di impre gnare una intera tribù femminile on de questa era costretta a rifugiarsi, per un bisogno di difesa, in una spe cie di.... impero femminile. Alla posso del maschio si controppose la forza del numero, ma che questa non vales se quella lo prova il ratto (ratto delle Sabine ecc.) che si sostituì come atto di violenza a quello che prima era un diritto assunto in nome della incon trastata supremazia mascolina. Ecco qui le prime lotte, i primi antagoni smi sessuali traverso cui la istituzio ne familiare ha dovuto cozzare nel suo divinire storico. Diritti prepotenti del la virilità e libertà di volere o repel lere da parte della donna, potestà ma scolina e istintiva libertà di scelta femminile: altrettante forze antago nistiche roteanti intorno al fulcro del ia lamigiia e perpetuanti nella socie tà odierna questa fatale tragedia del l'amore nella quale maschio e femina, soggezicne ed übbidienza, possesso e acquiescenza, signoria e schiavitù e giù giù fino agli ultimi elementi del suo contenuto concettuale, spermato zoi ed ovuli, azzardando la medesima parte e corrono, pur nell'attrito eter no delle loro diversità, sulle tracce del medesimo destino che è la creazione e la perpetuazione della creatura u mana. , Non v'erano dunque ancora i pro fessori di Fisiologia e di Anatomia che stabilissero le differenze strut turali e fisiologiche fra l'organismo maschile e femminile; non ancora la psicologia e l'etica razionale erano venute a dirci dei varii aspetti spiri tuali della vita della donna in contrap posizione di quelli della vita del ma schio, non gli economisti a fissarci i limiti dell'attività della natura fem minile; la realtà era, prima che le no stre facoltà speculatici la trovassero e la fissassero; il maschio, per una i neluttabile legge naturale e quindi nei limiti della giustizia pura e del diritto, affermava la sua supremazia sulla femina e insieme ci costruivano pur nella lotta fra temperamenti e interessi e tendenze irreconciliabili, quello che oggi l'umanità ha fra le più sacre reliquie della storia, l'istituto familiare. E venne l'amore a cemen tare le differenze e sopraggiunse il vincolo morale a rendere continuativa e salda l'unione fra l'uomo e la donna, e il maschio si assunse l'idealità del potere, fondata sul consenso recipro co per proteggere la sua donna e i suoi figli dai pericoli provenienti dal la loro debolezza. Avemmo così la fa i miglia moderna poggiata su questa i triplice idealità che è come un tripodo • d'oro inamovibile e indistruttible. i Questo, dopo tutto, èil concetto e tico della famiglia odierna, che dalla morale cristiana vien detta paterna e che io per un senso di cavalleria pro porrei di chiamare materna se ciò po tesse bastare a frenare le ire delle no stre suffragettes. Da questa parvenza di padronanza ideale esercitata dal maschhio nella vita familiare, derivatagli da circo stanze storiche e da ragioni fisiologi che ineluttabili, da questo senso di protezione di cui la femina si sente in vestita nella famiglia e, fuori della fa miglia, in tutte le estrinsecazioni del la vita sociale, è naturale o, meglio, s'è perpetuata una lenta, incessante e istintiva protesta della donna fino a dirompere, ai giorni nostri, in un a perto movimento feminista che è es i senzialmente antimascolino. Ed è antimascolino in MtH la e-