La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, January 18, 1919, Image 1

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    Published and dìstrfbuted under permit No. 500 authorized by the act of October 6, 1917, on file at the Post Office of Philadelphia, Fa., by order ot the President, A. S. Bu rleson, Postmaster G«n.
LA LIBERA PAROLA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 2
Versolapiu'grandeitalia
Attorno alla tavola della
conferenza
Finalmente, le porte del tem
pio grandioso, ove si discuteran
no le condizioni di pace ed in cui
sarà ratificato il futuro assetto
del mondo, si sono spalancate. In
questi gravi momenti passa sul
mondo, ancora insanguinato, un
senso di ansia edi trepidazione.
Ai plenipotenziari di tutti i paesi
incombe sugli omeri un carico
formidabile di doveri e di rospon
sabilità e la loro opera si svolgerà
non solo sotto gli occhi del mon
do, ma puranco sotto gli occhi
della storia.
Soprattutto pei rappresentanti
dell'ltalia la prova è ardua e dif
ficile: essi, andando a dettare, as- ;
sieme cogli altri, la prefazione al j
codice delle Nazioni, debbono te
ner presente che Roma ha creato
10 Stato per tutti i popoli ed il
Diritto per tutti gli uomini.
E' questa l'eredità immortale
di Roma e ai nostri delegati par
titi dall'Urbe, il popolo ed il par
lamento han consegnato un ordi
ne tassativo : Siate giusti con
tutti, ma difendete la patria.
Difendere la patria e farne
trionfare i sacri diritti ! ecco il
programma che, alfiere il Mini
stro Sonnino, è scritto a caratte
ri fiammeggianti sulla bandiera
che l'ltalia sventola sul Congres- j
so della Pace. E questo program
ma anche in seno alla storica a
dunanza, dovrà trovare, ne siamo
certi, il più' valido ed il più' auto
revole sostenitore nel Pres. Wil
son, il quale si dev'essere convin
to che le aspirazioni italiano sono
legittime e sulla sfua recente visi
ta a Roma ed in altre città ha
potuto constatare de visu che il
pupòlo italiano, come quando i I
soldati vigilavano nelle trincee,
rimane ancora oggi, in obbedion-l
za all'augusta parola del suo Re,
un esercito solo.
Accanto a Wilson, altri capi di
popoli non mancheranno, rispet
tosi del Diritto e scrupolosi os
servatori dei trattati, che soster
ranno le nostre ragioni, e perciò,
fin da oggi, prima che dal Con
sesso venga fuori lo storico re
sponso, possiamo affermare, sen
za atteggiarci a profeti, che le
sacre aspirazioni dell'ltalia sa
ranno solennemente riconosciute.
Ma non bisogna dimenticare
che il problema dell'Adriatico e
tra i più ardui e complicati, ed
ache il più discusso, persino da
coloro che, se non fossero acceca
ci da volgari passioni, dovi ebbero
disinteressarsene.
E' risaputo che nel periodo
corso tra la firma dell'armistizio
e l'apertura del Congresso, du
rante le mal vago ed incomposte
agitazioni degli jugo-slavi, insa
ziabili nei loro smodati appetiti,
la Francia, l'amorosa "sorella la
tina", ci ha date non poche e non
dubbie prove della sua ingratitu
dine.
Anche in questi ultimi tempi il
telegrafo ci ha appreso un dolo
roso episodio che ci rivela come
l'anima francese non siasi com
pletamente liberata, neppure a
desso, dopo l'aiuto generoso dal
l'ltalia fornitole, del lievito di ge- j
losia e di ostilità di cui ci ha
sempre gratificato.
A Zagabria un jugo-slavo tira
una fucilata contro il capitano
dei granatieri Fancetti; il gene
rale Grazioli, comandante del
presidio interalleato di Fiume,
invia telegraficamente una ener
gica protesta al generale trance
se, comandante il presidio inte
ralleato di Zagabria ed ordina
nel tempo stesso a tri i Ufficiali di
lasciare la città. Ma il generale
francese che lascia passare inos
servati certi incidenti deplorevoli
ed espone agli insulti della ple
baglia jugo-slava la nobile divisa
italiana, senza sentire il bisogno
di provvedere, non foss'altro che
in omj.gsrio ad un sentimento di
cameratismo, questo generale è
11 simbolo della sun patria dopo
la vittoria : il simbolo della Fran
cia, non più umile ed implorante
sotto la minaccia del pericolo, ma
con la testa alta che torna ad in
tercettare il cammino dell'ltalia
verso la sua ascensione, ostaco
landone le grandi rivendicazioni
nell'Adriatico; fomentando, pa
gando e mantenendo all'Estero
la popaganda jugo-slava.
Sembra una fatalità che, in
momenti decisivi della sua storia,
l'ltalia nuova debba trovare sui
suo cammino insidia ed osta
colo la Francia ; ma di questa
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
! sua perfidia essa dovrà rendere j
'conto alla posterità ed anche il!
giudizio di coloro che seggono at
ionio al tavolo della conferenza
dovrebbe essere severo verso il
paese che ripaga colla più nera ;
ingratitudine, il popolo generoso'
che rese possibile il doppio mira
colo della Marna.
Neppuie oggi, dopo mille prove
avute da Mentana ai nostri gior- ;
ni, l'ltalia non è riuscita ad e
manciparsi da quel sentimentali
smo esagerato che l'ha spesso e
sposta ai più' gravi pericoli.
Se nel 1914 non avesse obbedi
to a questo sentimentalismo, la
fantastica marcia dei tedeschi;
".on si sarebbe arrestata in pros- :
sin Irà della mèta e sarebbe cadu
j ta Parici e con Parigi la potenza
, di tutta la Francia.
E fo> se sarebbe stato meglio
per noi ! giacché il "male france-
I se" in Italia è sparso un po' dap
pertutto, ma di "bene francese"
non riscontriamo traccia in r.es
f.un luogo. *
La volontà' del popolo sovrana
Nel nostro paese, fin da quan
|do si anacciò sulla ribalta l'ele
|mento jugo-slavo, quest'accozza
glia che ebbe la pretesa di goder
.i immeritameiite i frutti della
i vittoria altrui e che, con manife
sta malafede,si rese complico del
l'Austria nel trucco ridicolo della
'cessione della flotta, si delinca.
! rono, nel seno stesso del Cover
: no, due correnti, anzi tre, quasi
i opposte e tra di loro cozzanti.
Una, la più forte e destinata a!
| trionfo, che fa capo al Ministre
«Sonnino, la quale esige il rigido
| rispetto al "Patto di Londra".
Questo patto, sancito in momenti
di ansie e di pericoli mori li, tir
j l'ltalia p AUqpt'i
dempiuto scrupolosame nFo h
i tutte le sue clausole, dalle poten
ze che lo sottoscrissero dal r?o
--i monto che l'altro contraente, poi
la parte che lo riguardava, è an
dato anche al di là dei suoi ob
blighi.
Un'altra corrente ' fa capo a
l'isso!:.ti e vorrebbe, non i capi
sce in qual modo, ; ppagai o g>i
appetiti degli Slavi che sono p'u
insaziabili della lupa dante ca e
rinunziare senz'altro a tutta la
Dalmazia e persino ad una parte
del Tirolo.
Ma questo gran rifiuto, fatto
da noi per viltade, disarmerebbe
l'orse i Croati, erodi dell'odio se
colare dell'Austria?
V'è poi una terza corrente, im
personata dal capo del Governo,
che non approva nè la patriottica
1 intransigenza di Sonnino, nò la
i soverchia codiscendenza di Bisso
lati, ed è forse la peggiore di tut
te, se dobbiamo attingere sapien
za dalla storia la quale racconta
dei Sanciti che, avendo preso pri
gioniero l'intero esercito romano,
gli inflissero l'onta di farlo pas
; saie sotto il giogo in disobbedien
za al consiglio del vecchio padre
.del duce vincitore che suggeriva
|o di massacrare tutti o :h man
j darli t atti liberi.
Una politica conciliativa, una
politica all'acqua di rose o al bro
do di giuggiole, ci sembra intem
pestiva ed indegna di una grande
j nazione, quando si va a discutere
icon un Lloyd George, dal pugno
di ferro; con un Clemenceau. che
j-u è guadagnato il soprannome di
tigre; con un Wilson, mirabile
per tenacia ed energia.
Fortunatame.uè vigila il popo
lo italiano, unito, concordi., com
patto, che dai suoi rappiv fintan
ti esige una cornetta virile.
Non certo vai re imperialisti
che, perchè il popolo cavaliere
rinnegherebbe un passato di no
bili e generose tradizioni, ma
neppure colpevoli rinunzie. P
sangue di milioni di balde giovi
nezze ron devo •„rser stato spar
jso invano nè invano essersi pro
fusa quasi per intero la ricchezza
nazionale. Tutte 'e terre gementi
sotto il giogo straniero, clic die
dero martiri alia causa della re
denzione ed in cui storia, civiltà
e costami sono italiani, debbono
torna re in gremì, o alla Gran Ma
dre, ed i confini debbono esser
sicuri da qualsivoglia insidia ne
rr'a.
Con questi intendimenti il po
polo d'ltalia si è stretto compatto
attorni al suo Ministro degli E
sten\ per aiutarlo nell'opera sua
patriottica, e deplora e'riprova lo
inespiabile atteggiamento dello
ex-Ministro BÌ3solati.
Pino a ieri la volontà della
magj; cranza potava essere dub-
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEMPRE, OOlSi !_A FIACCOLA IN PUGNO
Entered as second-class matter Aprii 19,1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879"
bia, r >a dopo il disastrosa insuc-i
cesso della con fetenza che ebbe ;
luogo domenica scorsa in Milano, j
nel teatro della "Scala", ogni
[dubbio è svanito. Il pub 1 lieo mi
lanese, numerosissimo, fece a
il_!issolali un'accoglienza ostile, di
I fronte a cui l'o vttoro dovette ri
girarsi, insegnilo dalle grida e
| dalle imprecazioi.i di tutto un
popolo, che la condotta del leader
| socialista conclamavano siccome
antipatriottica.
j Noi siamo dolentissimi di que
ste che non esitiamo a chiamare
aberrazioni, o per lo meno scru-
§1 SCOPRONO IE TOMBE...
(dall' "Asino" di Roma)
Si scopron le tombe, si levano i morti :
Dal Carso, dal Grappa sou tutti risorti,
Le bombe nel pugno, l'elmetto alle chiome
Di Trento col nome e Trieste sul cor !
Già siamo su l'Alpi, noi giovani schiere! ,
Su Brennero splendon le nostre bandiere!
\ incornino col ferro, vincemmo col foco
D'ltalia col foco, col ferro italiani
Sci fuori d'ltalia! Sei fuori, in malora!
Sei fuori a quest'ora predone stranieri !
La terra dei canti e dei mandolini
I Suonato ha i ribaldi ed i truffaldini;
Di cento chitarre armata la mano
Sul cranio villano le seppe brandir.
Bastone d'Asburgo l'lli dia non doma,
Non cede al "parecchhio" !a stirpo di Roma;
L'ltalia non soffre nomici nostrani
Nè austri o allemaui più vuole servir!
Sci fuori d'ltalia! Sei fuori, in malora!
« Sei fuori a quest'ora predone stranieri
I Le case di Trenti, Trio te, Gorizia
Di Pola e di Zara son nòstra delizia;
- Il grano dei campi che ua dì ci rubasti,
Il pan che mangiasti t'è tanto vclen !
■* —8 * ,
Alfine sf;ii 1 . ;pc c • irvn i confini;
| Alfin dell'ltalia son saldi i destini;
Toccarono i fanti l'alpina frontiera,
La nostra bandiera vittriee vi sta!
Sei fuori d'lta'in, ed era be» ora
Che andassi in mr.'ora brigante stranieri
poli eccessivi dell'Oli. Bissolati,
orchè costui è uno degli intellet
ti i u' lucidi della Camera, uno,
dei caràtteri più' integri e della
guerra una delle più' belle figuro.
Propagandista interventista atti
vo ed instancabile nel Parlamen
to e liei Comizi, soldato discipli- ■
nato e valoroso sui campi di bat
tagli', dove si guadagnò una fé-;
rita e .ina medaglia al valore.
Anch'cgh come tanti altri è
I stato preso da soverchia tonerez
•/. ' pei Jugo-slavi, ma passerà
qi osto periodo idilliaco ed allora j
■ vendei à il dovuto omaggio alla!
incroi abile fermezza dell'awer- j
savio della sua politica.
Intemperanze provvide
Anche l'opinione pubblica amo-1
ricami che fin dai primi tempi si
mostrò pienamente favorevole ai
popoli sorti dalle macerie della
Monarchia degli Absburgo, e tac
ciava l'ltalia d'imperialismo; an
che la pubblica opinione d'Ame- :
rica, sviata da coloro che faceva- !
| no propaganda a pagamento, in
. comincia oggi a cambiar rotta e
ad orientarsi verso le nostre a-!
spirazioni che riconosce giuste e
legittime.
E' il dùitto che trionfa; è il ri
cordo dei sacrifici sostenuti dai
nostro popolo e dell'alto compito
mirabilmente assolto dal nostro
esercito, massimo coefici«nte di
vittoria. Ma sopra tutto sono le
intemperante insolentì di questa
accozzaglia ierbo-criata-s'ovacca
!che vuole eleyarsi a gr„>ide na
zione, seii/.a possederne i meriti
ed i requisiti necessarii, ed avvia
no la loro causa versq.il fallimen
to. Essi si pregiudicano al co
lpetto del '..Gildo e al cospjito dei
plenipotenziarii.
Se si fodero most.ati un po'
I più discreti ed un po' più ragio
nevoli, molte cose avrebbero otte
nute, che adesso saranno ad essi
negate indubbiamente, ed -m'eb
bero trovato il popolo d'ltalia più
acquiescente e più disposto ad
appagare le canne bramose.
Ma han rotto gli argini, han
varcato i 'imiti, hanno stancato
l'umana pazienza.
E' la !- tella d'ltalia che risplen
de e li abbaglia e li accieca con la
sua vividissima luce.
LA LIBERA PAROLA.
PHILADELHPIA, PA., 18 GFNNAIO, 1919
La salute del
nostro Direttore
Grazie alle cure dell'egregio
Dr. Nicola Pernice, medico cu
rante dell'infermo, e da quelle af
fettuose della sua distinta signo
ra, costantemente al suo fianco,
delle sue sorelle e fratello, il no
stro direttore continua a miglio
rare e la insperabile miglioria è
tale che, sebbene limitatamente,
iia incominciato a ricevere amici
e 1 rateili dell'Ordine dei Figli di
nalia, del quale, in questo Stato,
egli e Grande Venerabile.
Commissioni di soci di difi'e
; ì enti logge di Scranton, Norris
town, Uniontown e di questa cit
ta la settimana ora scorsa si so
i no recate nella sua residenza a
portargli il saluto e l'augurio de
gli associati per una sollecita
guarigione. Così pure hanno
scritto e telegrafato, tra gli altri
-1 il Grande oratore per lo Stato di
Pennsylvania, signor Antonino
Zaffiro; il venerabile della loggia
I Cittadini Italo-Americani di
jSteejton, Michele Cerzullo; la
■ loggia Torricella Peligna, di Phi
jladelphia; la Nuova Luigi Cador
na di Butler (la quale ricorda an
che nel suo telegramma l'opera
attiva ed instancabile spesa dal
! Grande Venerabile per la inizia
tiva e consegna dell'Ambulanza
)di quella loggia) ; l'America, di
j Greensburg; la Goffredo Mameli,
di Coatesville; il venerabile della
loggia Ufficiali Bersaglieri di
i William.sport, signor Francesco
(Marchese; la loggia Felice Caval
lotti, di questa città; il signor
Gioacchino Cotone, ex-Grande
Curatore di questo Stato; il Dr.
Federico Lungo di Orango, N. .T„
ad altri ancora.
Un vero plebiscito! Lettere o
telegrammi sono tutti improntati
allo più schietto e sincero entu
siasmo per il nostro direttore ed
in essi si l'anno i più fervidi au
gurii per la sua guarigione con
l'augurio "che la vibrata e calda
parola del Capo dell'Ordine torni
|ad animare i fratelli in seno alle
logge" perchè, alcuni aggiungo
no, "sarebbe stata una grave ro
vina per la nostra Grande Istitu
zione se il signor Giuseppe Di
; Silvestro fosse venuto a mancar
ci, dappoiché solo per la sua fer
jrea volontà e il suo spirito di sa
j orificio è stato possibile sospin
gere l'Ordine nelle alte vette dal
| le quali Esso sventola oggi la sua
bandiera."
Fra coloro che si sono recati
nella sua residenza, a presentare
gli augurii al nostro direttore,
nominiamo a titolo d'onore i si
gnori Carmine Sateviale, oratore,
i Domenico Rozzi segretario ar
Ichivista, Antonio Tiscarelli, te
' soriere e Nicola Della Vigna, cu
ratore della Muzio Scevola di
' questa città, i quali, in nome e
| per conto della loggia alla quale
appartengono, gli presentarono
ila seguente letterina:
"La loggia Muzio Scevola No.
631 dell'O. F. d'l. in Philadelphia,
nella sua seduta di oggi, 12 gen
naio 1919, essendo venuta a co
noscenza che il beneamato Gran
de Venerabile dell'Ordine per lo
Stato di Pennsylvania, fratello
Giuseppe Di Silvestro, è «tato
colpito da malattia, gl'invia i più
j vivi cordiali e sinceri auguri d
| pronta e compieta guarigione
onde Egli possa lungamente esse
[re conservato all'affetto dei suo
I parenti, all'amore dei suoi amie:
ed alla stima dei component
l'Ordine dei Figli d'ltalia ni
quale ha sempre dedicato tutte
se stesso e di cui è stato, è e do
vrà essere sempre il Duce illumi
nato, serio e fiero, per il complete
esaudimento di quegli Ideali che
formano vanto, onore e gloria
degli italiani emigrati in Ame
rica."
Per la cronaca diciamo che di
questa loggia è venerabile, rielet
to, quell'artista impeccabile della
arte fotografica che risponde al
nome di Giuseppe Bracato, con
-audio ni num. 1172 So. Broad
St., e che nell'Ordine è un solda
to, fiero ma disciplinato, conscio
dei propri doveri per nulla pie
ghevole se un diritto gli spetta.
il Colili» te Dito
15 Gennaio.
Una notizia che si ritiene fal
sa è stata pubblicata neH' 'Eve
ning Public Ledger" di qui, nel
la quale è detto che il Colonnello
E. M. House, membro della Com
misi ione della Pace per ali stati
Uniti, sarebbe morto a Parigi.
sera del 13 correiTtr**H Pi. -
Ridente Wilson ha dato una cena
ai membri della Commissione i
stessa, nella quale hanno anche
partecipato E. N. Hurley, M. B.
Baruch. Herbert C. Hoover e
Vance McCormick. Era assente
solamente il colonnello House
perchè malato. Onesto fatto avrà
contribuito alla falsa notizia del
morte del colonnello, sebbene
al momento in cui scriviamo re
gna ancora il dubbio fra gli ami
ci e conoscenti di Mr. House,
-o e *
Da altra fonte si apprende eh.
il Colonnèllo House non è morto
ma è semplicemente indisposto <
fra qualche giorno tornerà al su*
posto nella commissione dell;
'pace.
L'ITALIA EI SUOI ALLEAI
Fino «i un certo punto ma
soltanto fino a un certo punto
non hanno torto i nostri Alleati
a trattarci come ci trattano, do
po la vittoria. L'On. Martini de
terminò, una volta, la crisi di un
Ministero il Ministero Rudinì-
Nicotera che dopo avere dato
le dimissioni e ricercato invano
per ricomporsi un successore al
ministro delle finanze, si era pre
sentato alla Camera per doman
dare un voto di fiducia con li
na battuta finale che riassumeva
tutta una situazione: "fo non
posso dare il mio voto di fiducia
a un governo che-dimettendosi
ha mostrato di non avere fiducia
in sè stesso." Ciò che gli Allea
ti, sorridendo in vario tono, ci
dicono, o ch'è peggio hanno l'a
ria di dirci, ogni volta che ritor
ni sul tappeto la così detta qui
stione dell'Adriatico. Ma noi
non possiamo essere più adriati
ci di voi stessi! E ci ricorda
no quindi tutti i brindisi <; i ban
chetti e i trattati e ffli abbracci
o Folleville! dei messi ita
liani della propaganda jougosla
va, coi messi jougoslavi della
propaganda omonima nel vasto
mondo. Chi ha mai conosciuto
questi messi ? Noi non apprendia
mo che appena oggi qualche mi
jrifico nome. Chi aveva mai. o a
vrebbe mai potuto imaginare che
rrli Annuali militari italiani cu
stodissero nelle loro pagine un
nome come quello del generale
"donato)' di regni " in sul Tami
gi? E chi sa di quanti altri, co
me lui. nella nostra infinita i<rno
ranza noi non conosciamo le pro
nta e le canzoni. Onde non sarà
inopportuno che un giorno o l'al
tro, qualcuno ci illumini e ci in
formi dei nostri veri eroi, ed e
-ponta al pubblico i passaporti
the ha'ino facilitato il loro tran
sito olt e le dogane este v p dcl
l'imrnf/it'tiifrà. >
Devono essere avvenni
; gravi "-e, sen~a dubbio, durante
un certo periodo di te mpo il
periodo immediatamente -u ,: -
sivo a Caporetto: di gi"avi • %
che noi non possiamo ;rri\ a
scoprire, senza l'aiuto, fc" ie
gli stranieri che sono -t. i
stimoni edi nettatori. C rto, in
filici periodo vi fu un «'-odo rac
capricciante di italiani, che, di
sperando di salvare l'ltalia al
Piave, andavano in fretta e furia
a salvarla a Parigi e a Londja,
in compagnia, s'intende, dei più
fidi e migliori servitori dell'Au
stria. Se non tutti Balilla, per
l'affare del sasso, non sempre a
portata di mano, i figli d'ltalia
erari tutti divenuti Machiavelli, e
tutti andavano in giro a far loro
legazioni e ambascerie e tutti
portavano qualcosella sotto il
braccio, chi un Curzolare, chi un
po' di costa dalmata, chi 1111 po'
di riva istriana da offrire ad a
mici e nemici, e propiziare la pie
la verso la povera "battuta che
non sarebbe più risorta. Anch'es
i irli scrittori, che una volta si
limitavano a far cattiva prosa e
peggiori versi per l'ltalia si mise
ro a fave diplomazia. E gli allea
ti che non comprendono sempre
la nostra lingua, mostrarono di
gustare molto il yougoslavo dei
nostri straordinarii legati ed am
basciatori di pace e d'anarchia.
E anche oggi, dopo tanta vitto
ria, essi seguitano a fìngere di
non accorgersi della più «rrande
Italia e del Governo che la rap
presenta e hanno l'aria di tratta
re sempre con quelli ambascia
tori erranti. Ma l'equivoco non è
! senza pericoli per tutti.
Certo dan saggio di molta su
perficiale filosofia i nostri alleati,
se credono di vedere giusto nel
presente e nell'avvenire srunrdan
do il mondo con irli occhi dei
giorni di festa. E danno anche
prova di una più superficiale psi
cologia se erodono di conoscere o
aver conosciuto l'ltalia attraver
so quel centinaio di noti ed igno
ti commessi viaggiatori della de
mocrazia universale che tardi e
affrettatamente, in disaccordo 0
a dispetto del ministro degli esto
ri colpevole, a sua volta, di
non essersi mai voluto piegare
alle esigenze della comune real
tà i vari uffici di propaganda
rnnÌidnvono in o-ivr» rw l'Euvonn
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che può'.
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Una Copia 3 Soldi
con quali successi e risultati tut
ti oggi alfine comprendono e con
statano. Ma l'ltalia, è bene av
vertile fin da ora, l'ltalia è altra
cosa. L'ltalia è un paese di qua
ranta milioni di abitanti che ne'
quei cento commessi viaggiatori
della democrazia universale, nè
i cinquecento deputati della de
mocrazia nazionale, hanno la ca
pacità di comprendere e rappre
sentare. E quei quaranta milio
ni di abitanti formano un popolo
di molto più serena disciplina e
molto piii tenace e profonda
virtù di quel che spesso la legge
rezza e la fatuità dei suoi gover
nanti possano far sospettare; di
sciplina e virtù di cui danno mi
rabile esempio, dopo tanti secoli
di dum attesa, i fratelli di Tren
to e Tr'este e di tutta l'opposta
riva adriatica, fieri e saldi nella
loro italianità oggi come ai tem
pi di Venezia e di Roma: mate
ria aurea della nostra storia, su
rui la stime ha immesso, per dif
ferer.zir.rli da tutti i barbari cir
costanti. il suo diviro segno in
di lì uttibile. E credono dunque
gli Alleati di ieri, e noi vorrem
mo anrha di domani, di poter*»
così allegramente scherzare con
questo popolo di quaranta milio
ni di vecchie anime e vecchie
menti latine, e ora che il pericolo
è passato mostrare di poterne
fare a meno e di sacrificare i di
vitti e le speranze ai capricci dei
loro graziosi ideologi combinati
con gli interessi dei nostri più
rozzi ed obliqui nemici? Si infor
mi il Governai francese, da sè. se
il Governo, italiano nel suo pa
storale sentimento non Ha cre
duto di informarlo, di ouel che
accade in certe torpediniere che
vergono d:> Corfù a Spalato e a
Zara per la festa coi.croati
e poi giudichi da sè, se, proprio
per onesto d 1 fatai di Quarto
|eopìHV fn mtx-hnf;atrr Ì.ì guài 1 *
d'ltab . a fin 1 o della Francia
••«•(in i diti! ed invasa ! In verità
ù che offesi noi siamo meravi
gliati e turbati di oue ta improv
■ isa oscurazione dell'animo dei
nostri alleati, che pur credevamo
illuminato, dopo le fiere sventure,
di tanta luce di gentilezza e d'a
more! Ma noi n libiamo anch'» lo
spirito abbastanza forte, per ip
portare il di queste e delle
altre foglie che ci aspettiamo an
cora di veder cadere in abbon
danza dall'albero delle nostre il
lusioni.
Pur troppo, non solo Napoleo
ne è capace di compiere in pieno
trionfo una sciocchezza più che
un delitto. E sono esecuzioni mo
rali, .che pesano nella storia as
sai più di quella del duca d'En
ghien. Ma noi vorremmo evitare
amora una sciocchezza ai nostri
Alleati, impedendo loro di alie
narsi, senza gloria, l'animo di
quaranta milioni d'italiani. Essi
non vedono, in questo momento
che tre imperi in frantumi, nel
loro trionfo, e, peggio, tre im
mense catastrofi di popoli senza
più Stato. Ma l'anarchia non è,
in tutti i tempi e in tutti i paesi,
che un fenomeno passeggero. La
vita umana tende all'unità. E,
presto o tardi, tutta questa pol
vere di popoli, che si stende fra
gli ITrali e il Reno e il Danubio,
piglierà forma e figura, e ripi
glierà pure il suo interrotto cam
mino nella storia. Gli spiriti cor
rono ormai più veloci degli anni.
E i germi che in altri periodi del
la civiltà umana richiedevano un
secolo, oggi richiedono appena
un decennio per maturare e frut
tificare. Se i nostri Alleati guar
dassero nell'avvenire con gli oc
chi dell'esperienza, anche quella
più recente, non cqn gli occhi
della festa, vedrebbero che l'lta
lia del Brennero all'ultima riva
dalmata non è soltanto per sè ma
per tutta l'Europa civile, l'ante
murale che possa tenere indietro
l'impeto delle ancora inevitabili
irruzioni.
Ma a che fare oggi previ oni?
Oggi si canta, e si beve alla Vit
toria. Ed è naturale, dopo il lun
go silenzio e il lungo morir della
trincea.
Ma sarebbe anche bene evita
re nell'ebbrezza di mettere il pie
de sugli errori del passato.
1 RASTTGXAG.