LA LIBERA PAROLA
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LA LIBERA PAROLA
Peruzzi Ex Venerabile, Rocco
Conti OraTore, Francesco
Ruzza Tesoriere, Antonio Si
moni Segr. di Finanza, Enri
co De Santis Segretario Ar
chivista. Albino Sperduti Cu
ratori: Scipione Montini, Maria
no Costanza, Cataldo De Masi,
Pietro Simoni. Angelo Pilotti
Cerimonieri: Arcangelo Belli.
Carlo Egidi Sentinella inter
na, Simone Simonetti Senti
nella esterna, Enrico Guerrieri.
Espletata la cerimonia, parla
rono il fratello Bufalini della
loggia di Ambridge, il Venerabi
le della inizianda loggia Mariano
Vaiinelli e l'Assistente Venera
bile Tancredi Peruzzi.
Infine prese la parola il Gran
de Segretario Archivista Alfre
do Perfilia, il quale esoidi dicen
do che la nascente loggia può be
ne andar lieta del nome assunto,
perchè se prima la vittoria degli
Alleati era una nostra speranza,
ora è indiscutibile e radiosa real
tà.
Spiegò quindi lungamente il
programma dell'Ordine, e racco
mandò ai nuovi soci la iniziativa
dell'Orfanotrofio, tanto necessa
rio nel momento attuale.
Una buona orchestrina compo
sta di fratelli della loggia ralle
grò la riunione.
Prima di partire, il Grande Se
gretario Archivista fu ospite del
Venerabile Mariano Vannelli, in
casa del quale rimase a pranzo,
insieme all'Assistente Venerabi
le Tancredi Peruzzi, al Tesoriere
Antonio Simoni e al Segretai io
di Finanza Enrico Do Santis.
Questa nuova loggia, sebbene
attualmente poco numerosa, è de
stinata però ad aumentare ben
presto di componenti, perchè
liei-mime conta molti italiani, i
quali aspettavano soltanto che la
loggia si iniziasse regolarmente
per far domanda di appartenervi.
PER I PROFUGHI
DEL VENETO.
Somma precedente $35.416.69
Contribuzione Loggia
Silvio Spaventa, No.
611 8.00
Residuo festa Loggia
Nuova Italia No.
305 1.60
Totale generale $35.426.29-
ORFANOTROFIO
E RICOVERO.
Continuiamo a registrare le a
desioni e le contribuzioni per
l'Orfanotrofio e Ricovero perve
nute al Grande Concilio.
Dal Venerabile della loggia
Pricipe di Piemonte N. 210, Do
menico Scotti:
"Pregiomi trasmettervi un
check di SIBO.OO, quale seconda
contribuzione di fratelli di que
sta loggia per l'erezione dell'or
fanotrofio e Ricovero. Vi sono de
gli altri che ancora non hanno e
seguito il loro versamento, pur
avendomi assicurato che per il 5
gennaio si metteranno in perfet
to regola."
Dal Segretario Archivista del
la loggia Alba Nova N. 462, Car
lo Pezzana:
"Accludo check di $150.00 in
conto dei biglietti per l'Orfano
trofio e Ricovero. Siccome l'insi
diosa malattia ha colpito molti
nostri fratelli, essi non hanno a
vuto l'agio di poter intervenire
alla seduta per fare il loro dove
re. Appena potremo riunirci tut
ti vi spediremo il resto."
Dal Segretario di finanza del
la loggia Marsicana Villa Glori,
No. 230, Pasquale Sinibaldi •
"Vi rimetto $5.00 che abbiamo
riscossi dal nuovo socio Pasquale
Granattese per i biglietti dell'Or
fanotrofio e Ricovero, in occasio
ne della sua iniziazione avvenuta
il 22 dicembre."
Dal Segretario di Finanza della
loggia Dante Alighieri, Carlo
Ferrigno:
"Accludo alla presente un che
ck di $120.00 per biglietti prò
Orfanotrofio e Ricovero finora
venduti in questa loggia."
Dal Venerabile della TiOgtria
Niccolò Machiavelli N. 664, Giu
stino Corbi:
"Ricevetevi $19.00 come prime
anticipo del prezzo dei biglietti
per l'Orfanotrofio e Ricovero. Ho
incominciato il lavoro per la di
stribuzione dei biglietti, e tutte
credo che andrà bene."
Dal Dr. Lorenzo Alvino, Vene
rabile della loggia Terza T tali £
N. 174:
"Vi accludo un check di
della loggia Terza Italia N. 174
in conto dei biglietti prò Orfa
notrofio e Ricovero."
VISITE ALLE LOGGE.
Domenica 5 Gennaio il Grande
Segretario Archivista Alfredo
Perfilia si recò di buon'ora a
Norristown. La mattina ogli as
sistette alla seduta della Loggia
La Fraterna N. 674, e dette esau
rienti spiegazioni circa il F. U.
Mortuario.
Nel pomeriggio il Grande Se
gretario Archivista intervenne
alla riunione della loggia Anto
nio Meucci N. 306. ed anche qui
parlò del F. U. M. in rapporto
alla recente epidemia, e dell'eri
gendo Orfanotrofio.
In fine della seduta la loggia,
su proposta del Dr. Remo Fabbri,
diede incarico al Grande Segreta
rio Archivista di portare al Gran
de Venerabile i sentimenti di de
vozione e di riconoscenza della
loggia stessa per il suo lavoro a
NOTIZIE DALLE COLONIE
WASHINGTON, PA.
9 Gennaio.
IL MULATTIERE NON VUOL
FINIRLA
(A. Maiello) Avevo creduto
che l'ex mulattiere, adibito alla
pulizia delle "sputacchiere" in
una di queste istituzioni finanzia
rie, convinto che per la sua po
chezza mentale e per le sue azio
ni poco pulite dovesse tenersi
fuori di ogni contesto, si fosse
rassegnato a tapparsi la bocca e
continuare i suoi giuochi di pre
stigio in danno dpi poveri gonzi
che depositano dieci per ritirare
cinque. Ma il ciarlone, che sa an
che cantare alla luna nel mese di
maggio, non sa trattenere la sua
sudicia lingua e sparla su tizio e
su caio, inventandone di cotte e
di crude.
Ora va blaterando fra i suoi
lanzichenechi che io qualche tem
po fa gli abbia scritto una lette
ra di sottomissione e che molto
non passerà che. genuflesso, do
vrò ricorrere a lui a chiedergli
perdono e ad ottenere la plenaria
indulgenza. Non per nulla que
sto "tanghero" qualche tempo fa 1
fu definito, a pagamento si capi
sce, il papa o papà della colonia.
Se l'ex mulattiere vuol dare li
na prova delle sue asserzioni e
mostrarsi, una volta tanto, uomo
veritiero non ha da fare altro che
pubblicare la lettera che egli pre
tende io gli abbia scritto. Se al
tri giornali si rifiuteranno pre
gherò il direttore de La Libera
Parola perchè metta a sua dispo
sizione le colonne di questo gior
nale.
Altrimenti rimarrà sempre pa
ri a sè stesso: un maligno ed un
?omaro.
LANSDALE, PA.
6 Gennaio. '
(F. C.) ln questa pa
lifica colonia si è svolto uno di
drammi possibili solo dove
imperano i Don Giovanni.
Alle 6 P. M. del 2 corrente, al
l'ora in cui alcune giovanotte u
àcivano dal lavoro dalla fabbrica
ii tessuti di certo Brumbaugh,
ia diciottenne italiana signorina
grazia Gagliano, residente in Li-
Tie St. venne presa a viva forza
ia un corpacciuto italiano e spin
ta a via di urti su un'automobile
.he aspettava e che si diede a
precipitosa fuga. Fu aiutato da
in altro italiano che fu poi sco
perto essere certo Frank Masca
i.
La signorina Gagliano è figlia
ii Frank Gagliano fabrro-ferraio
li qui.
Il rapitore crudele è un certo
Frank Marino, di anni 28 al qua
e il genitore della giovanetta, e
juesta stessa, aveva già rifiuta
la la mano di sua figlisi. Egli è
stato arrestato ed ora è in calm
iere senza il beneficio della ga
anzia, sotto le diverse accuse di
atto, cospirazione, con intento
li uccidere e porto d'arma senza
aermesso, essendo stato trovato
n possesso di un revolver col
luale minacciò diverse volte la
dttima ed il "detective" che lo
aveva arrestato. Sono stati an
;he all'estati Charles Sax, pro
prietario dell'automobile. Frank
Mascari di qui e i coniugi Loret
ta di vicino Gwynedd per aver
partecipato alla cospirazione.
Quando il Marino fu rinchiuso in
arcere pregò perchè gli si resti
tuisse il suo> revolver volendo por
fine ai suoi giorni, esclamando:
'Voglio uccidermi ; tanto ora tut
to è finito per me."
benefìcio dell'Ordine, e di volergli
esprimere gli auguri di pronta!
guarigione.
Dopo la fine della seduta, che
jìì protrasse fino a circa le sette
pomeridiane, il Grande Segreta
rio Archivista fu ospite del Ve
nerabile Giovanni Durante, e ri
partì verso le nove alla volta di
Philadelphia.
UNA BANDIERA.
Da un gruppo di operai, tutti
fratelli dell'Ordine, tempo fa
venne regalata alla Remington
Arms Co. di Eddystone, Pa. una
bandiera italiana di seta perchè
potesse essere esposta insieme
alle altre bandiere degli Alleati.
Ora essendo stata chiusa quel
la fabbrica d'armi, dal fratello
Benedetto Palladino, della Log
gia Giulio Cesare Capaccio N.o
140, quella bandiera è stata con
segnata al Grande Concilio.
Ringraziamenti a lui e agli
suoi compagni per il gentile pen-
I siero.
La signorina Gagliano ha rac
contato la sua odissea in questo
modo:
"Uscivo dalla fabbrica Brani
baugh quando fui presa a viva
forza da due uomini mascherati
che mi minacciarono col revolver
in mano.
"Prima di me, per isbaglio, a
vevano presa un'altra giovanetti!
Rose Shemper ma, accortisi del
l'errore e riconosciutami fra le
altre, lasciarono quella e si lan
ciarono su me.
"L'automobile sul quale mi a
vevano forzata corse precipitosa
mente per circa 6 miglia; mi con
dussero dapprima in casa dei co
niugi Loretta e dopo nella "boar
ding house" di Mr. and Mrs.
Manheg, la quale casa è nelle
proprietà del colonnello Louis J.
Kolb.
"Una prima volta fuggii da
questa casa, alla cui famiglia il
Marino mi aveva presentata per
sua moglie e mi diedi a corsa pre
cipitosa fra un bosco. Ma fui ri
presa e ricondotta colà. Intanto
ìnsi di rassegnarmi al destino e
ni misi a leggere un giornale.
Eludendo la vigilanza del Marino,
'he aveva minacciato di revolver
ne e la signora Manheg se io
'ossi riuscita a fuggire, scrissi
•on un lapis sulla parte bianca
lei giornale che passai alla pa
liona di casa: "Sono stata rapi
a; telefona al detective Steven
,on di Lansdale e digli che io so
lo qui."
"Verso le ore 5.30 A. M. del
fiorno seguente, 3 corrente, la
ignora Manheg, con una scusa,
e venne fatto di uscire e di tele
onare. Immediatamente Mr.
Stevenson si recò dove io ero ri
overata e puntandogli il revol
ver in petto imponendogli di al
are le braccia lo trasse in arre
to e con me lo condusse a Lans
lale. Ora sono sofferente per i
naltrattamenti ricevuti."
Ai don Giovanni di questa spe
ie, i quali vorrebbero, con la for
:a brutale, imporre i loro istinti
nalvagi su giovani donzelle, nes
luna pena è sufficiente e se vi so
lo di quelli che corrono in aiuto
ostoro sono indegni di apparte
ìere all'umanità.
(n. d. r.).
BROWNSVILLE, PA.
6 dicembre.
INONDAZIONE
(X). Una grave inondazio
ìe, quasi pari a quella del 1907,
la nuovamente colpita questa
:ittà, il 2 corrente mese. Circa
100, fra residenze private e case
on negozii, sono state inondato.
Vacqua della riviera Mononga
ìela alle 2 pomeridiane aveva
jià raggiunto un'altezza di qua
antuno piedi, cioè nove di più
iell'altezza normale, e ha conti
nuato a crescere.
Centinaia di persone che eran<
corse a salvarsi nei secondi (
terzi piani delle case, furono sai
/ate la mattina seguente da pie
coli battelli.
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l iti secondo
il gii li li
IX.
Una pagina di storia
ANNAPOLIS, Md., Agosto.
Niente di nuovo qui. Una co
struzione bella, dalle linee archi
tettoniche semplici e severe: una
raggiera di grandi palazzi irra
diatisi dalla cappella, dove le
grandi vetrate istoriate sfavilla
no di luminosi colori sotto il sole.
La cappella è il centro di que
sta officina di uomini. Gli ameri
cani sono, sinceramente, credenti
cristiani.
Giù nella cripta la tomba del
l'Ammiraglio Paul Jones, il fa
moso comandante del Bonhom
me, il primo Direttore dell'Acca
demia Navale. Intorno alla tomba
le bandiere delle navi della sua
squadra. Un silenzio mistico ad
dormenta tutte le cose, affievolì-,
sce le voci. La penombra pare|
inviti alla preghiera.
Improvviso uno squillo di trom-1
ba echeggia fuori. Esco all'aper- ]
to. Dinanzi al braccio principale |
sono schierati mille quattrocento j
allievi ufficiali. Dall'altro lato j
seicento riservisti uomini pro
venienti dalla marina mercantile
si preparano al rancio. Prima
della guerra riservisti non ce n'e
rano, e gli allievi ufficiali non
superavano mai i novecento. An
che qui la guerra ha attivato le
opere, ed aumentato gli uomini.
Prima della guerra il corso era
di tre anni, ora è di un anno; e
per molti rami dei servizi di ma
rina è ridotto a tre mesi.
L'Accademia Navale di Anna
polis è di molti decenni, nota in
tutto il mondo. Più grande del
l'Accademia Navale di Green
which, in Inghilterra, è la fucina
dove si preparano uomini per
tutte le speciali operazioni della
marina da guerra. Escono di qui
i macchinisti ed i cannonieri;
ufficiali sempre. Gli uomini sono
allenati ed istruiti nei campi na
vali e sulle navi da guerra. Ma
in fondo, questa Accademia non
ha nulla di diverso dalle altre
accademie di tutti i paesi. E' più
grande e più bella, almeno di tut
te quelle che io ho veduto.
Possiede però una cosa che
tutte le altre non hanno. Una gal
leria che è una pagina di storia.
Una galleria di tre vaste sale,
ed una più piccola.
Nelle tre grandi sale sono ri
cordi della guerra di Cuba, della
guerra delle Filippine, della spe
dizione contro i Boxers. C'è un
pezzo del siluro che affondò il
Maine; vi sono armi catturate
agli spagnuoli, e ai seguaci di A
guinaldo lo sfortunato eroe
filippino—; vi sono bronzi, vasi,
ornamenti cinesi. C'è la spada
dell'ammiraglio Dewey, il vinci
tore di Cervera; c'è il modello
del primo Monitor che servi nella
guen'a di Secessione.
La piccola sala è una raccolta
di memorie saci'e: Le bandiere
della guerra della Indipendenza.
Sono qui tutte le bandiere prese
dal piccolo esercito di Washing
ton agli inglesi. Tappezzano il
muro, cuoprono il soffitto, il
grande stendardo reale, preso
dagli americani alla battaglia di
Stancenton, forma il centro di
una parete.
Io penso : è di ieri questa lotta
di due popoli. Il piccolo esercito
delle tredici stelle, aveva di fron
te a se il forte esercito dell'lm
pero Britannico, e nell'esercito
Britannico c'erano dei tedeschi.
Erano pochi e male armati i
soldati delle tredici stelle; ma a
vevano per se la fede che scrolla
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le montagne e fa camminare su
le acque; avevano per capo
Washington e per legislatore
Jefferson.
Erano pochi e mal provvisti.
La oggi opulenta Filadelfia era
allora una piccola cittaduzza che
non aveva che una campana; la
campana santa che oggi gli A
mericani conservano come uno
dei loro più sacri cimeli e che al
lora battè la prima volta a mar
tello chiamando a raccolta i colo
ni per la guerra.
Erano poveri e pochi malgrado
l'aiuto di Lafayette ma ave
vano l'anima indomita e la vo
lontà tenace, e dopo otto anni di
guerra, potettero contare le ban
diere prese su i campi di batta
glia al nemico vinto. E quelle
bandiere son qui; tutte, di tutte
le battaglie. Bruciacchiate dal
fuoco, stracciate dalla mano che
le volle ghermire e dalla mano
che le difese. Sono qui tutte, con
le loro aste spezzate, con i loro
stemmi logori dalle lunghe fa
tiche.
Ed oggi, ricchi e potenti: li
beri e forti, i discendenti dei co
loni di Filadelfia, dei combattenti
di tante battaglie nella Virginia,
oggi dalle loro città ricche, popo
lose, felici essi mandano istan
cabilmente agli avversari diven
tati oggi compagni d'arme, uomi
ni, munizioni ed armi. Navi e de
naro; pane e cannoni.
Io penso : come muta la storia !
Ma su tutte, una bandiera più
grande fatta di tante bandiere:
una bandiera che accolse lagrime
di passione e disperati addii. La
grande bandiera che accolse il
feretro di Abramo Lincoln nel
suo viaggio attraverso gli Stati
Uniti, per il riposo eterno nella
modesta tomba.
Io penso alla gloriosa ode di
Whitman: "O captain, my cap
tain". Alle' parole della poesia,
squillanti come una disperata
musica guerriera, manifestanti,
nel vincitore della guerra di Se
cessione, l'uomo che sopratutto
volle, e fermamente volle, la uni
tà degli Stati.
Quella grande bandiera è qui,
chiusa in una cassa di vetro ; po
sta in alto perchè nessuno possa
toccarla come una cosa sacra ; co
me una cosa divina.
Io penso alla grande giustizia
delle cose. Lincoln salvando la
Unità degli Stati, salvò, allora
per oggi, la libertà del mondo.
E in quella piccola stanza si
racct-xlie tutta la grande storia
della libertà degli Stati Uniti:
tutta la forza e la volontà del
popolo: come in un fulgido scri
gno è contenuta, là dentro, la
grande gemma della libertà.
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