La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, January 11, 1919, Image 1

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    Published and distributed under permit No. 500 authorized by the act of October 6, 1917, on file at the Post Office of Philadelphia Pa., by order ot the President, A. S. Bu rleson, Postmaster Gen.
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
WITH THE LARGEST CIRCULATION ì j l /> E /y>A I^A\IJ()
| I forti caratteri sono gli Dei
I Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 11. - Numero 1
Come gii antichi romani vittoriosi
Il Presidente Wilson, questo
massimo campione della demo
crazia, questo illustre apostolo di
pace che, colla sua saggezza e
colla sua opera, ha contribuito a
spegnere l'immenso vulcano del
la guerra ed a restituire la tran
quillità ai paesi devastati e quasi
distrutti da quattro anni di stra
gi furibonde; Wilson, dopo esse
re passato a traverso i trionfi di
Parigi e di Londra, sfilante tra
due fittissime ali di popolo accla
mante ed entusiasta, è giunto fi
nalmente entro le sacre mura di
.Roma e sulla vetta dell'antico
Campidoglio, monumento sacro
a tre millenni di storia, ha rice
•\vuto, con pompa magna, il titolo,
£ oggi più ambito che mai di Civis
Ronianus.
Questa solenne cerimonia in o
nore del primo cittadino degli
* Stati Uniti che ha ben meritato
(Velia civiltà, dell'ltalia, di tutta
l'Europa richiama alla nostra
mente i trionfi degli antichi ca
pitani della repubblica, che tor
nando in patria, dopo la guerra,
carichi di spoglie tolte al nemico,
portavano sul campidoglio le a
quile trionfanti, per ringraziare
gli dei della nuova vittoria con
cessa alla potenza di Roma.
La vetusta città del Lazio è
stata la terza tappa del Presi
dente degli Stati Uniti, dopo Pa
rigi e dopo Londra. Nella capita
le francese e nella capitale del
v l'lnghilterra Wilson è stato ac
colto da tutto il popolo plaudente,
con ovazioni indescrivibili. Ma le
accoglienze del popolo romano, le
accoglienze del nostro popolo, e
rede non degenere della grandez
> 2,a antica, superano qualunque
i immaginazione, e di fronte allo
1 spettacolo sublime degli straor
i dinarii onori cui si videro fatti
segno, il Presidente e la sua gen
tile compagna furono vinti da
intensa commozione.
Gli è che Parigi e Londra so
no grandi, ma per quanto grandi
esse siano, non è impossibile tro
vare al mondo altre metropoli
i che le uguaglino. Roma-soltanto
» è immortale; di Roma ce ne è
| una sola che non ha mai avuto e
| non avrà mai riscontri ed è la
| città sacra sita sui sette colli,
| che vide trenta secoli della più
I grandiosa storia del mondo.
Le manifestazioni di Roma per
la visita di Wilson sono giunte
più direttamente al cuore dell'o
spite illustre, perchè il popolo
L italiano è senza dubbio il più de
■ mocratico della terra c quello che
■ meglio intende e condivide gli al-
Hti ideali enunciati nel decalogo
■ wilsoniano.
I Alcuni corrispondenti di alcu
gjini giornali americani han voluto
it indegnamente insinuare che, nel
le feste di Roma, ha fatto difet
to quel delirio schietto e sincero
che ha costituita la nota più sim
pàtica delle accoglienze di Pari
gi edi Londra Bestemmia!
Questi vili mercatanti della
Enna meritano semplicemente
nostra pietà. Essi che si son
nduti all'oro iugo-slavo, largito
nza misura dall'Austria che
tenta ancora, coi suoi rottami, di
ingombrare il fatale cammino
della storia e da facoltosi france
r si, nascosti nell'ombra; essi ten
jitano, colle loro spudorate ed as-
JJljsurde menzogne, di guadagnare
l'opinione pubblica americana,
alla causa di coloro che li pagano.
Ma la parte sana della popola
zione di questa grande Repubbli
ca saprà sventare le insidie lo
f sche c tenebrose e noi possiamo
attendere con traquilla sicurez
za, forti del nostro diritto, i ri
sultati dell'imminente Congres
so.
I Le escandescenze di due
diplomatici
B Purtuttavia, siccome quasi o-
Ghotiì giorno ci tocca leggere, su
| giornali di Philadelphia le
I Bncomposte agitazioni di certi
Plpersonaggi da operetta che aspi
y|rano alla notorietà, i quali, a so
g«Btegno delle quotidiane imperti-
non hanno da opporre al
tra corazza che quella della loro
■ f piccolezza che li rende quasi ir
responsabili, noi vogliamo oggi
I prendere brevemente in esame le
! amene dichiai-azioni di due diplo
f matici serbi, rappresentanti de
gnissimi di un popolo ancora qua
si selvaggio, che si son fatti in
AVANTI SEMPRE, COIVI L_A FIACCOLA I INI RUCSNO «d
"Entcred a.s second-class matter Aprii ltf, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa„ under the Act of March 3,1K79".
tervistare uno a Parigi e l'altro
a Washington, per dar libero sfo
go a tutta la bile delle loro me
schinissime anime insoddisfatte.
I due eroi della batracomio
machia sono: il Dr. M. R. Vesnit
ch, ministro in Francia e il Dr.
Srgjan Tuchich, arrivato recen
temente a Washington in succes
sione del Dr. Hinkowitch, e'il re
soconto delle loro interviste è ri
portato dal "Public Ledger" pre
cisamente nel numero del 5 cov
rente.
L'ambasciatore uscocco presso
il Governo Francese avrebbe, se
condo il corrispondente, enfatica
mente dichiarato che la Serbia
non è entrata nel conflitto euro
peo per diventar vassalla di que
sta o quell'altra potenza e che
se l'ltalia si ostinerà ad esigere
l'osservanza del Patto di Londra,
la Serbia non esiterà a muover
le una guerra ad oltranza.
Per quanto rappresentanti di
un paese, sotto mille rispetti tra
scurabile, noi stentiamo a crede
re che gli ambasciatori serbi sia
no privi del più elementare tatto
diplomatico. Ad ogni modo que
ste brevi e spavalde per quanto
ridicole dichiarazioni, suscitano
nella nostra mente una folla di
considerazioni dolorose.
Innanzitutto si può osservare
che la Serbia non è entrata nel
la guerra, ma vi è stata trascina
ta pei capelli, essa prima tra
tutte e se avesse voluto esimer
sene non le sarebbe stato possi
bile, a meno che non avesse vo
luto sottoscrivere il suo suicidio
morale. In secondo luogo, con
quale esercito serbo il poco illu
stre diplomatico vorrebbe com
battere contro l'ltalia la minac
ciata guerra di sterminio? For
se con quegli avanzi che !?. glo
riosa marina italiana, superando
mille mortali pericoli, con gene
rosa abnegazione e con enormi
sacrifici, riuscì a ridurre a salva
mento a traverso l'Albania o I' x
driatico disseminato di insidie?
Calmi i suoi spiriti bollie v i
l'incauto iugo-slavo, ;e ha a cuo
re gli interessi della sua pat riti
e se vuole che questa progredi
sca all'ombra corteo della civi!
tà e dell'amicizia italiana.
Noi, per coi'.to no tro, disp> !
come siamo alla più .sconfinata
tolleranza verso i piccoli, anche
se riottosi, in nome dei no t >
fratelli mutilati, in nome del'
madri italiane sante nel loro do
lore, in nome dei morti che chiu
sero gli occhi prima di vedere il
trionfo della giustizia, esigiamo
per la patria nostra il compimen
to delle sue legittime aspirazioni.
E null'altro.
Nò le dichiarazioni del Dr.
Tuchich, rappresentante seibo a
Washington, ci appaiono meno
peregrine.
Egli dice che la gita di Wilson,
se ha avuto successo in Francia
ed in Inghilterra, paesi profon
damenti democratici, non l'avrà
avuto in Italia, perchè questo
paese ha mire imperialistiche e
vuole ingrandirsi a dànno di al
bi popoli ; che il Patto di Londra
è contrario ai principii di Wilson
che vuole l'abolizione dei tratta
ti segreti, e che la vittoria di
Vittorio Veneto è una vittoria a
cheap, dovuta non al valore del
l'esercito italiano, ma all'opera
solerte dei popoli czeco-slovacchi
e iugo-slavi che, prima della pro
va suprema, erano riusciti a mi
nare la compagine dell'Austria
Ungheria.
Anche le cicche di quest'ani
ma tapina noi dobbiamo racco
gliere ?
Chiunque non abbia la menta
lità ristretta di un diplomatico
balcanico è in grado di com
prendere che Wilson si riferisce
ai trattati futuri e non gli è mai
passato per la mente di consi
gliare la lacerazione o l'infrazio
ne di patti esistenti, quasi fos
sero pezzi di carta.
Quanto poi alla menomazione
che osa fare della nostra vittoria,
il Dr. Tuchich non oserebbe ri
petere la vigliacca insinuazione
alla presenza del Generaii&simc
Diaz, e finge dimenticare eh ; alla
dimane dell'epico avvenimento
dai critici militari di tutto i
mondo la gigantesca battaglia d
Vittorio Veneto fu concordemen
te salutata siccome la più gran
de vittoria della storia, oltreché
la sola, l'unica, la vera e genuin?
vittoria di tutta la conflagrazio
ne europea, nella quale, fino al
l'ultimo giorno, asserviti cieca
mente all'Austria, combatteronc
con selvaggio furore, contro l'è
PHILADELHPIA, PA., 11 GENNAIO, 1919
sercito italiano, gli slovacchi e i
iugo-slavi.
La battaglia che noi abbiamo
vinta non si riscontra nella sto
ria, se non forse risalendo di se
coli e secoli, (ino allo sterminio
dei Cimbri che, rotte le chiuse
delle Alpi, violata la valle del Po,
trovarono, dopo lunga stagione,
la cattura e la morte.
Sintomi di lup-Siavismo
E basta per questa settimana.
Ma pria di lasciare la penna,
vorremmo domandare ai nostri
lettori se hanno osservato la me
tamorfosi brusca e repentina ve
rificatasi nell'indirizzo di un ma
gno giornale italiano di New
York, relativamente alla propa
ganda ed alle agitazioni iugo
slave.
Non più di venti giorni or sono
il foglio in parola aveva iniziato
una vigorosa campagna contro
quei giornali che si facevano i
portavoce di questa propaganda
e segnatamente contro il "New
York Tinies" che pubblicava le
maligne e schiocche corrispon
denze da Parigi di un certo Sel
den.
A qualche giorno di distanza,
non solo ha troncato la campa
gna, ma è giunto persino a ri
pudiare la politica di Sonnino, di
Sonnino ch'è il più saldo palladio
delle sacre aspirazioni nostre, e a
farsi campione della politica di
rinunzie dell'On. Bissolati.
E' deplorevole non è vero
per un organo magno che detie
ne la fiaccola del patriottismo
nelle Colonie di America?
Ma non bisogna dimenticare
che ;• Washington esiste un quar
tiere generale di propaganda
iugo-sli.va clic dispone di milioni
di dollari generosamente largiti
da facoltosi francesi, ai quali
turba la digestione il fantasma
di un'ltalia grande, forse più
grande della Francia.
LA LIBERA PAROLA.
[a salute del
nostro Direttore
Nelle settimane scorse, special
mente durante le feste di Natale
• C;.i odanno, sia negli uffici del
l'Ordine dei Figli d'ltalia che in
quello del giornale e nella sua re
sidenza, da logge, da fratelli, da
amici e da conoscenti, italiani ed
americani, sono continuati a per
venire al nostro direttore signor
A. Giuseppe Di Silvestro, lettere,
cai toline e telegrammi di augurii
per una sollecita e completa gua
rigione.
Fra i tanti hanno scritto o te
legrafato per l'Ordine: i Supremi
Ufficiali Oreste Giglio e Rev. Ni
cola Sabbarese; l'ex Supremo se
gretario di finanza Joseph De
Marco, tenente di ritorno dalla
Francia; il Grande-Assistente
Venerabile Dr. A. E. Abbate; i
Grandi Curatori signori Antonio
Certo e Salvatore Loiacono; qua
si tutti i grandi deputati dello
Stato; le logge 'Principe di Pie
monte, Niccolò Machiavelli, Na
poleone Colaianni, Enrico Du
nant, Dunbar, Giacomo Leopar
di, Giuseppe Mazzini, Nuova Ca
millo Benso di Cavour, Carlo Co
letti, Roma dei Cesari, Sicilia;
oltre ad innumerevoli amici. Tn
nome e per conto del Venerabile
Supremo Avv. Stefano Miele, il
signor Parisi, Supremo Segreta
rio di Finanza, si recava la setti
mana scorsa in Filadelfia per a
vere notizie dirette sulla salute
del Grande Venerabile.
Il nostro direttore ringrazia
sentitamente di questi attestati
di simpatia ed è dolente di non
poter ricevere, al presente, le vi
site di coloro che, invano, si re
cano alla sua residenza. La cal
ma, gli hanno prescritto i medi
ci, oltre al tempo, sarà la miglio
re medicina perchè egli possa ri
stabilirsi.
Intanto, chiediamo venia ai
lettori per la non avvenuta pub
blicazione di questo giornale la
settimana scorsa: la preoccupa
zione del nostro direttore per
questo ebdomadario al quale, co
me alle precedenti pubblicazioni,
ha dato la sua anima, tutto sè
stesso, è tale e tanta che il sem
plice saperlo stampato, non se
condo i suoi desiderii, sarebbe
un nuovo incentivo al suo male.
Pubblichiamo qui appresso la
dichiarazione di uno dei medici
curanti, Dr. Nicola Pernice:
In seguito a?le migliorate con
dizioni di salute del Grande Ve
nerabile dello Stato di Pennsyl
vania deil'O. F. d'l. signor A.
Giuseppe Di Silvestro, è stato
possibile permettere la sua usci
ta daK'Ospedale di Sant'Agnese,
per continuare la cura al suo do
micilio. Nonostante, però, l'av
venuto miglioramento, il signor
Di Silvestro dovrà ancora per
qualche tempo sottrarsi alle sue
usuali occupazioni, rimanendo in
un completo ed assoluto riposo,
per non compromettere l'esito
della cura con inopportuno e dan
noso lavoro mentale e tisico.
■ Milli
Così è intitolato un articolo di
fondo pubblicato dalla Gazzetta
e Bollettino di Williamsport, Pa.
il 19 dicembre 1918, e noi nel ri
portare la fedele traduzione, ci
congratuliamo coll'onesto e co
sciente scrittore, che ha il corag
gio di mettere i puntini sugi' "i",
nonostante che la vittoria italia
na sia oramai passata da circa
due mesi, e completamente mes
sa nel dimenticatoio, e negli Sta
ti Uniti e nell'Europa.
Ecco la traduzione dell'arti
colo:
"Nessuno è tanto cieco da non
vedere distintamente che l'entra
ta in guerra degli! Stati Uniti,
abbia salvato la F« ancia; che fu
rono le nostre truppe, clic mise
ro quasi fine al conflitto nel me
se di novembre, c che probabil
mente Parigi, invece di acclama
re il Presidente Wilson e sten
dere 1" nano ai commissarii della
pace delle nazioni 4lleate, sareb
be in quest'ora in mano degli
unni; pur non di meno, tutti am
mettiamo, che la maggior gloria,
un; 1 gloria "superiore a tutte le
glorie, snetta all'ltalia.
"Fin dal principio della guer
ra l'italia chiamò sotto le armi
poco meno di cinque milioni e
■ 1 zo di uomini, facenti "parte di
uria Ì olazione di 3fi.000.000 di
abitanti di cui solo 17.000,000 e
rano uomini, dei quali solo 9
milioni e ano adulti capaci ai la
vori "d alla guerra.
"L'ltalia ebbe a lamentare u
nn perdita di un milione e mezzo
di uomini; più di 350.000 mori
re o in battaglia e 100.000 pei
malattie : e ciò nonostante essn
inflisse al suo nemico la più
grande punizione che si possa
immaginare, avendo, nella sola
offensiva di giugno, lasciati mor
ti sul campo di battaglia 200.00(1
austriaci.
"La maggior parto dei combat
timenti sostenuti dall'ltalia fu
rono svolti in regioni montanose,
spesso sotto un clima rigidissi
mo, ' coefficienti, che maggior
mente rivelano il genio militare
e la pertinace costanza delle
truppe.
"Piii di 2500 miglia di strade
furono costruite sopra le Alpi e
sui monti di Albania, e più di
mille miglia di corde di ferro fu
rono piazzate sospese in aria pei
trasportare cibi, munizioni e can
noni sopra profondi abissi.
"Con tutto ciò è stata proposta
ed è incominciata una sottoscri
zione, dai giornali italiani degli
Stati Uniti, per erigere un mo
numento in onore dell'America,
da essere piazzato in New York
0 a Washington e si cerca di a
veme uno simile eretto a Roma.
Non è questo un generoso im
pulso della grandezza del cuore
italiano? Ciò rafforza ancora di
più la nostra gratitudine verso
di loro.
"Se l'ltalia non fosse entrata
in guerra, quésta sarebbe cessa
ta molto tempo fa, prima ancora
che l'America si fosse decisa a
pigliarne parte; però sarebbe
cessata col kaiser trionfante a
Parigi, invece che esiliato in fi
landa.
"Noi possiamo accettare mo
numenti dall'ltalia; ma l'ltalia
merita un monumento essa stes
sa, per la parte eroica sostenuta
durante la guerra."
*„* *
Parabola: La gratitudine non
è una virtù comune uomini,
1 quali, per diverse e svariate ra
gioni, la mettono a tacere spesso
e volentieri, facendo eccellere l'i
stinto egoistico e venale.
Qualche giornale americano,
come il Times e l'Evening I.edger
stanno ringoiando tutto quello
che avevano vomitato a favore
dell'ltalia nei momenti della vit
toria. Ora si scagliano contro di
essa, chiamandola imperialista
ed aìtvo; gl'italiani di buon sen
so si fa'ino una risata di cuore a
simili escandescenze da trivio
alle quali si abbandonano solo al
cuni corrispondenti ignoranti *
presuntuosi, e quel che è pe,ggL,
venali.
La parte sana delle nazioni di
tutto il mondo, possono certa
mente condividere tali opinioni,
perchè la storia passata e pre
sente dell'ltalia dimostra i chia
re note che esjsa non è stata e
non è imperialista, e che se oggi
per ragioni etnografiche, orco
grafiche, strategiche, per ragio
ni di razza ecc. ecc. desidera,
vuole, si è impossessata di terre,
cho tiene e terrà, non commette
nessun atto imperialistico, anzi
vuole assolutamente svellere,
sradicare fino all'ultimo l'impe
rialismo, che ancora in quei pic
coli posti si annida.
Dopo tutto non sarà certo un
corrispondente del Times o del
l'Evening Ledger che possa com
prendere e giudicare le azioni
dell'ltalia, della sua democrazia,
della sua saggezza, della sua ci
viltà di tutto ciò insomma che
giova a migliorare ed aumentare
il progresso del mondo, perchè
l'ltalia, non può essere esamina
ta dagli alcoolizzati o dai prezzo
lati. Che abbaino i cagnolini,
che raglino gli asini, che si fac
ciano difensori degli Jugo-Slavi
(intendesi austriaci della più bel
la e pura acqua) a noi fa proprio
piacere; abbiamo ottenuto due
scopi che fanno bene alla nostra
causa: il primo quello di vedere
il denaro di questi selvagsri pas
sare in mano a terze persone,
che faranno arricchire le brewe
rs;il secondo di mettere all'indice
tutti coloro che per una manata
di fave voltano bandiera, dimen
ticando un passato che a dispet
to di tutto e di tutti brilla di lu
ce divina.
La morte dell'ex
Presidente Roosevelt
Alle ore 4.15 A. M. di lunedì,
G corrente, nella un residenz •
a Sagamore Hill, nel villaggio di
Oyster Bay, N. Y., moriva l'ex
Presidente degli Stati Uniti The
odore Roosevelt. La morte fu
quasi subitanea senza che l'illu
stre defunto si fosse accorto del
la sua prossima fine.
Qualche minuto prima, il suo
servo James Amos, un giovane
negro che stava al servizio dei
Roosevelt fui da quando costoro
erano alla Casa Bianca, -i ac
corse che l'ex Presidente respi
rava pesantemente e corse a
chiamare l'infermiere. Quando
egli tornò in compagnia di que
sta l'ex Presidente aveva l, esa la
sua anima al Grande Fattore.
Fu allora chiamata la sua signora
ed anch'essa arrivò al capezzale
troppo tardi.
L'ex Presidente subì un'opera
zione lo scorso anno e già da allo
ra si nutrivano timori per lui; fu
ricoverato per 7 settimane all'O
spedale Roosevelt affetto da
reumatismo artritico nello scor
cio dell'anno scorso e ne venne
fuori nei giorni di Natale. Egli
era nato il 27 ottobre 1858 ed a
veva perciò appena compito il
GO.o anno. Fu membro della le
gislatura nello Stato di New
York dal 1882 al 1881 e da que
st'epoca egli percorse una snlen
dida carriera politica da assisten
te segretario della Marina a Go
vernatore dello Stato di New
York a Presidente degli Stati U
niti. Nella guerra contro la Spa
gna organizzò un Reggimento di
cavalleria "Rough Riderà", dei
quale fu prima luogo tenente co
lonnello e poi nominato colonnel
lo titolare.
Quando l'America entrò nel
presente conflitto egli offrì al
Governo degli Stati Uniti i suoi
servigi militari, ma vennero ri
fiutati.
Con la morte di Theodore Roo
sevelt gli Stati Uniti perdoro.
come bene ha detto l'ex Presiden
te Taft, un "brillante persona,',
gio", "grande statista" un apo
stolo di "libertà e giustizia."
funerali, per espresso desiderio
della sua signora, hanno avut.
luogo in forma privata.
ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA
Comunicazioni della Grande Loggia
DELLO STATO DI PENNSYLVANIA
CONSEGNA DELL'AMBU
LANZA DELLA NUOVA
CADORNA N. 771
DI BUTLER.
Sabato 28 dicembre la loggia ;
Nuova Luigi Cadorna N. 771 di
Butler fece la consegna dell'Am
bulanza destinata per sua inizia
tiva e col concorso della intera j
colonia al nostro glorioso Eser
cito.
Come già fu reso noto in que
ste colonne, la iniziativa per que
sta Ambulanza fu presa noi col
mo della guerra, e sebbene essa
fosse già da un pezzo pronta, non
ne fu potuta fare più presto la
consegna, prima per i troppi ini- i
pegni del Generale Guglielmotti
che doveva riceverla in rappre
sentanza del nostro Esercito, e
poi per il dilagare della epidemia
di influenza, che non permise si
facessero riunioni.e celebrazioni
di nessun genere per un abba
stanza lungo periodo di tempo.
Pertanto, cessata l'epidemia, la
loggia Nuova Luigi Cadorna ri
prese a mezzo dell'Ufficio del i
Grande Concilio le trattative col
Generale Guglielmotti, che erano
state interrotte per forza mag
giore, e il 28 la cerimonia si è po
tuta compiere.
Il Generale Guglielmotti ave
va annunziato il suo arrivo alla
stazione di Pittsburgh per la
mattina alle 7.30 da New York ;
ed erano ad attenderlo fin da
quell'ora alla stazione della Penn
sylvania il Grande Assistente
Venerabile Dr. A. E. Abbate, il
Grande Curatore Antonio Certo
e il Grande Se&rejtario Archivi
sta Alfredo Perfilia, venuto ap
positamente la sera precedente
da Phihdelphia.
TI Grande Venerabile Giusep
pe Di Silvestro, che avrebbe do
vuto accompagnare il Generale
Guglielmotti, giusta i precedenti
accordi nr< i con la Txiggia Nuo
va Cadorna, non potette farlo,
perchè malato.
11 t'T o < he co iduceva il Gene
rale Guglielmotti fece molto ri
tardo, e per questa ragione non
fu possibile partire per Butler
alle 8.30. come era nel program
ma. Col successivo freno, in par
t"tr/'i ve o mezzogiorno, il Ge
nerale Guglielmotti e i rappre
sentanti del Grande Concilio, che
doveva o giungere a Butler alle
10.30, non arrivarono invece che
dopo le due pom.
La loggia Nuova Cadorna e la
Colonia italiana di Butler si era
no preparate a fare una entusia
stica accoglienza al rappresen
tante del nostro esercito; ma il
molto ritardo nel suo arrivo gua
stò tutto il programma e l'incer
tez'/a della lunga attesa aveva
fatto sbandare parecchi.
Ciò nonostante, appena com
ivu've l'automobile in cui erano
il Generale e i rappresentanti del
Grande Concilio si riunì subito,
molta folla, con bandiere e mu
sica, e il Generale fu salutato
dalla marcia reale e fatto segno
a vivissime acclamazioni. Gli fu
offerto un magnifico fascio di
fiori dai colori italiani, stretto in
un nastro dai colori americani.
Dopo un primo vibrato saluto
dato agli italiani, dal Generale
Guglielmotti, si andò al Nixon
Hotel, ove fu dato un pranzo in
onore degli ospiti, al quale inter
vennero anche molte autorità a
meric&ne del luogo. Quindi si for
mò la parata pei- recarsi all'Au
ditorium della High School, ove
doveva aver luogo la consegna
dell'Ambulanza.
11 locale ampio ed elegante,
ornato di bandiere Italiane ed
americane, era gremito di fratel
li dell'Ordine e di connazionali
appartenenti a Società di mutuo
soccorso.
L'ingresso del Generale Gu
glielmotti fu salutato da entusia
stici applausi.
11 giudice Hon. Rieber pronun
ziò parole di circostanza, facendo
rilevare la solennità della ceri
monia.
TI Venerabile della loggia Nuo
va Luieri Cadorna N. 771, Gio
vanni Meliti, prese per primo la
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che può'.
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Una Copia 3 Soldi
aarola e con un forbito discorso,
molto applaudito, rievocò gli e-
MKodi più sa'ienti della nostra
guerra, i nostri eroi ed i nostri
martiri. Ricordò che l'Ambnlan
sa era stata fatta col concorso di
tutta la Colonia, e che la Loggia
Nuova Cadorna, che ne prese l'i
niziativa, aveva riunito a tale
icopo tutte le energie dei nostri
connazionali. Concluse piegando
l'Assistente Grande Venerabile
Dr. Abbate volerne fare la con
segna al Generale Guglielmotti
in rappresentanza del nostro E
ìercito.
Con brevi felici parole il Dr.
Abbate assolse il suo compito,
incordando tutte le iniziative be
nefiche prese dal nostro Ordine
nel periodo della guerra, di cui
anche la celebrazione attuale è
un episodio
Il Generale Guglielmotti, ne!
prendere in consegna l'Ambulan
za, ebbe parole di vivo ringrazia
mento per i promotori, e disse
che le Ambulanze non servono
soltanto per le cure pietose di
guerra, ma anche durante la pa
ce per il servizio dell'esercito-
Disse che egli ebbe sempre fede
nel trionfo nostro, ed appunto la
parola della fede egli portò alla
Suprema Convenzione dell'Ordi
ne Figli d'ltalia a Washington*
l'anno scorso, pochi giorni dopo
la disgrazia di Caporetto. Ora
quella fede è diventata realtà; e
l'ltalia, schiacciando l'Austria,
ha reso un grande servigio a tut
ti gli Alleati, perchè ha provo
cato la resa a discrezione della
Garmaaiii. E' impossibile riassu
mere il vibrante discorso del Ge
nerale Guglielmotti, nel quale e
gli sciolse anche un inno all'ope
ra dell'America, la "riserva stra
tegica degli Alleati." Applaudito
di continuo, in ultimo il Generale
Guglielmotti fu entusiasticamen
te acclamato.
Quindi egli riprese la parola in
inglese, per consegnare al Sinda
< o Ilon. Joseph ìleinehman una
bandiera americana che la loffia
Nuova Cadorna offriva ai Boy
Scouts di Butler. E il Sindaco
ringraziò vivamente commosso.
Presentò gli oratori, con ac
conce pai ole, il signor Cicco, del
la suddetta loggia, e durante gli
intermezzi tra un discorso e l'al
tro una banda musicale eseguì
inni degli Alleati.
A proposta dell' Assistente
Grande Venerabile, per acclama
zione fu deciso mandarsi un te
legramma di omaggi ? a Saia Mae
stà il Re ed un altro telegramma
di saluto al nostro Grande Ve
nerabile, con l'augurio di pronta
guarigione.
Dopo una cena intima offerta
dalla loggia al Generale Gugliel
motti e ai suoi compagni di viag
gio, questi presero il carro elet
trico per tornare a Pittsburgh,
di dove la mattina successiva il
Generale doveva ripartire per
trovarsi ad Altoona chiamatovi
dalla Colonia Italiana di colà.
INIZIAZIONE DELLA LOG
GIA NUOVA VITTORIA
ALLEATA N. 894.
Domenica 29 dicembre fu ini
ziata la loggia Vittoria Alleata
N. 894 di Herminie.
Questa loggia fu dovuta all'i
niziativa di Erminio Giammat
teo, un 'yitusiastìco fratello del
l'Ordine, ora Ex Venerabile del
la loggia Figli di Colombo di Am
bridge.
Per iniziare detta Loggia si
recò appositamente sul luogo il
Grande Segr. Archivista Alfre
da Perfilia.
Alla stazione di Irwin egli fu
incontrato dal signor Tancredi
Peruzzi, componente della nuova
loggia, ed insieme si prese il car
ro elettrico per Herminie.
Qui il Grande Segr. Archivista
fu invitato a colezione in casa del
Segretario di Finanza Enrico De
Santis.
L'iniziazione della loggia ebbe
luogo nel pomeriggio. Col consue
to cerimoniale furono istallati i
seguenti ufficiali:
Venerabile Mariano Vannelli
Assistente Venerabile, Tancredi