La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, December 14, 1918, Image 1

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    Published and distributed under permit No. 500 authorized by the act of October 6, 1917, on tile at the Post Office of Philadelphia Pa., by order of the President, A. S. Burleson, Postmaster Gen.
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
"Entered as second-class ma<tcr April 19,1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879".
WITH THE LARQEST CIRCULATION L A LIBERA
I forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO 1. -Numero 35
LE MEME DEGLI JUGO SLAVI
E IL DOVERE DELL'ITALIA
Le continue intemperanze alle
quali si vanno abbandonando o
gni giorno i Jago-Slavi, mettono
a dura prova la longanimità del
l'ltalia.
Essi, col loro atteggiamento o
stile ed insidioso, colie loro pre
tese pazze ed insensate mostra
no di essere ingrati verso una
, Nazione che, pur avendoli avuti
t nemici fino alla vigilia della no
stra vittoria, non ha esitato a
stendere ad essi la mano per e
iStollerli dalla polvere in cui vis
sero per tanti anni e nella quale
probabilmente sarebbero rima
sti in eterno, se l'ltalia non si fos
? se fatta campione della loro cau
sa, alla quale ha sacrificato i
più baldi tra i suoi figli.
La stampa della Penisola, indi
spettita pei torbidi che vanno o
vunque suscitando questi mal-]
consigliati, i quali obbediscono
forse ad una parola d'ordine del
l'Austria che ancora non sa ras-
Hgnarsi a morire, invoca dal
Governo energici provvedimenti,
pei estirpare il male prima che
allarghi le sue radici,
fcll "Giornale d'ltalia" è sopra
tutti gli altri confratelli, quello
che si dimostra il più severo ed I
il più radicale ; e siccome il "Gior
nale d'ltalia" è notoriamente ;
l'organo dell'on. Sonnino, che non
fu mai eccessivamente tenero
verso questa gerite sbucata fuo
| ri all'ultima ora, noi possiamo es- 1
! sere sicuri che la nostra causa,
? nella prossima conferenza, è affi
, data a buone mani ; la barca del
| la. nostra politica è guidata da
lun nocchiero energico ed esper
ito.
[ 1 ìugo-slavi dovrebbero bene j
fmostrarsi soddisfatti delle gene
irose concessioni dell'ltalia, che,
tper quieto vivere ed in omaggio
a quei sentimenti di libertà che
sono nelle tradizioni del nostro
popolo, {ia sacrificato alcune bel
le regioni che sono anelanti di ri
congiungersi alla loro Madre Glo
riosa e magnanima.
In virtù del Trattato di Lon
dra, stipulato in un'epoca in cui
I l'ltalia avrebbe potuto affacciare
pretese imperialistiche in cam
\ bio del suo intervento, quasi set-
Itecento chilometri di costa adria
f tica vennero generosamente as
segnati ai Jugo-Slavi, i quali nul-i
Jla hanno fatto, durante tutto il
[periodo della guerra, per meri-
Itarsele ed in questo assetto rita
glia s'è magnanimamente assog
f gettata a dolorose rinunzie.
In questo stato di cose, gli
[smodati appetiti di un elemento
t turbolento che vorrebbe farsi
I scudo della propria debolezza,
[non fanno che pregiudicare la
[causa della Jugo-Slavia, invece di
I avvantaggiarla.
Subito dopo la grande vittoria
[italiana e all'indomani della fir-
Ima dell'armistizio che segnò il
[crollo dell'lmpero austriaco, una
[turba di forsennati Slavi e Croa
|ti occuparono Fiume, terroriz
i zandone gli abitanti di razza ita
> liana. Più tardi non si acconten
[tarono di Fiume, ma spinsero le
! mire avide ed insaziabili su Trie
j ste, Gorizia, Gradisca ed in que- j
Isti ultimi giorni han reclamato
persino il possesso di Udine.
In ufia parola l'ltalia dovrebbe
E ceder Toro allegramente tutti i
i frutti delle sue vittorie e rinun
ciare alle sue sante aspirazioni,
aggiungendo per soprammercato
anche una nobile provincia di cui
mantenne incontrastato il suc
cesso fino al disastro di Capo
retto.
Ma l'umana pazienza ha i suoi
i limiti gd anche la mosca che si
; posa ripetutamente sulle coma ;
del bove finisce per dargli fa
stidio.
Un popolo che, senza alcun
merito, vorrebbe ingrandirsi cal
pestando i più sacri diritti di
una Nazione magnanima che T»e
ha infranto i ferrei ceppi, si ren
de immeritevole di qualsivoglia
concessione e di fronte al suo
contegno deplorevolissimo. l'lta
lia si sente libera da tutti i suoi
impegni.
E' vero che il Trattato di Lon
dra stabilisce categoricamente
ciò che spetta all'ltalia, ma esso 112
non esclude che, alla resa finale
dei conti, in vista dell'immenso,
contributo dato dalla nostra pa- j
tria al conseguimento della vit
toria, essa non possa porre sul
tappeto nuove quistiòni concer
nenti altre città ed altri territo
f* nel suddetto trattato non con
mplati.
La feroce ostilità addimostra
gli dai Jugo-Slavi, oggi che ancor
■ vivo dovrebbe essere in loro ili
' ; sentimento di gratitudine, dà
pieno diritto all'ltalia di prende
-1 re le maggiori precauzioni contro
un nemico turbolento che domani
potrebbe molestarne i confini e
che oggi si addimostra indegno
di quella libertà che altri gli han
no generosamente assicurata.
Non è tempo di colpevoli in
dulgenze e di imperdonabili de
bolezze. Nel futuro Congresso
della pace l'ltalia dovrà esigere
jil possesso di tutte quelle terre
che le spettano per diritto stori
co e per posizione geografica, an
che se coloro che fanno gli idea
listi nelle cose altrui, volessero
rimproverarla di far la parte de!
■ leope; senza preoccuparsi delle
i grida e degli schiamazzi di insul
si pretendenti.
Gli altri delegati, i rappresen
j tanti delle Nazioni vittoriose,
non potranno negarle l'appoggio
più cordiale ed incondizionato, a
meno che non volessero dimenti
care che l'ltalia è stato il fattore
massimo di vittoria nel mortale
conflitto tra la civiltà e la barba
rie e che se l'ltalia non fosse sta
ta, oggi tutta l'Europa sarebbe
alla mercè di un efferato tiranno,
112 Quando gli Slavi che ogjri gra
jcidano come i ranocchi del pan
[ tano, si saranno persuasi di que
sta verità oggimai universal
mente riconosciuta, allora desi
i steranno dalle loro pretese balor
de e si accontenteranno di quelle
concessioni, qualunque esse sia
no, che potranno venir loro dalla
generosità degli Alleati. Giacché
| sarebbe per loro una pericolosa
illusione far soverchio assegna
mento sull'appoggio di Wilson.
E' vero che l'illustre Presiden
te degli Stati Uniti ebbe a scri
vere tempo fa che gli italiani
sono al di sotto dei cinesi, ma da
quell'epoca ad oggi, molta acqua
è passata sotto i ponti, e molte
jcose Wilson ha imparato che pri
ma ignorava, e sopratutto ha im
parato a conoscere l'ltalia che.
tra le nazioni del mondo, è indub
biamente la più democratica e la
più cavalleresca.
LA LIBERA PAROLA.
Dal fronte francese
Quel che scrivono i soci
dell'Ordine Figli d'ltalia
Per mezzo del Sig. Michele
Morrone, corrispondente di que
sto giornale da Pittsburgh, ci
vengono mandate due lettele di
soldati italiani, che trovatisi nel- 1
l'esercito americano in Francia e
che noi volentieri pubblichiamo:
La prima lettera, ricevuta dal
Signor Gaetano Intrieri della
Loggia Regina Elena N. 586 di
Sharpsburg, così incomincia:
30 Ottobre.
"Mio caro e buono amico,
"La tua lettera fu ricevuta
con molta gioia, ed arrivò in un
momento in cui ne avevo molto
bisogno, perciò te ne ringrazio
immensamente. Le tue parole mi
dettero molto coraggio e mi aiu
tarono ad andare avanti. Una
voce invisibile mi sussurrò: Co
raggio, Michele! non vedi che i
fratelli di loggia sono con te? Ed
è col nome.vostro sulle labbra,
sperando di ringraziare tutti
personalmente al mio ritorno,
che il mio coraggio e la mia forza
1 si centuplicarono.
"Pensando all'Ordine dei Figli
d'ltalia, ed alla Loggia della qua
le feci parte, mi sento molto or
goglioso di aver preso le armi
contro il distruttore della civiltà,
e vi assicuro che compierò il mio
dovere fino all'ultimo, perchè
vinceremo. Fui contento nel, sen
tire che la nostra Loggia ha dato
per la grande causa 7 giovani
vite, onore per essa che così pa
triotticamente opera. Personal
mente mi sento orgoglioso e fie
ro, pensando al giorno in cui fui
! accettato, come fratello dell'Or
dine.
"In quel tempo debbo dire
francamente, non ne conoscevo la
glande sua forza, adesso però è
, differente, ed un piccolo esempio
|Ve ne darà 1> prova. Un ufficiale
ideila mia compagnia, sapendo
|che io appartenevo ai Figli d'l
talia, oggi stesso, in poche paro
le mi spiegò che cosa volesse dire
appartenere ad una tale istitu
zione e mi chiamò fortunato ad
essere uno dei membri, perchè \
l'avvenire è con noi.
"Un altro fatterello mi capitò,
a Parigi, quando la nostra banda
1 trovandosi in quella città fummo !
AVANTI SEMPRE, CO IN! L_A FIACCOLA irsi PUGNO
PHILADELPHIA, PA., 14 DICEMBRE, 1918
invitati in numero di sei dal
Co ite Alberto di Castiglione, il
quale di domandò quanti di noi
facessero parte dell'Ordine Figli
d'ltalia.
"Rimase sorpreso nell'appren
d re che solo io ero il fortunato
e per dimostrarmi il suo òppi ez
zamento mi abbraccio, tanto che
gli altri miei camerati, promise
. o che non appena ritornati in
America si sarebbero iscritti alla
nostra grande Istituzione.
"Dà il mio saluto di cuore a
tutti i fratelli della Loggia e dì
pure che il mio cuore è con loro
in tutti i momenti, sperando di
riabbracciarli al mio ritorno.
"In quanto alle cose di qua non
dico niente, perchè voi le sapete
di già. Finisco col salutare gli
amici, salutami mia sorella, a te'
un abbraccio, colla speranza di
stringerti presto la mano.
Tuo Aff.mo
Michele Carricato."
La seconda scritta di.llo stes
GRANDE LOGGIA DELLO STATO DI PENNSYLVANIA
INIZIAZIONE DELLA LOG
GIÀ AUSONIA N. 903.
Domenica primo dicembre eb
be luogo a Erie, Pa. la iniziazio
ne delia Loggia Ausonia N. 903,
una vecchia Società autonoma
che ha fatto passaggio nell'Or
dine.
A dirigere la cerimonia si recò
sul posto il Grande Segretario
Archivista Alfredo Perfilia, il
quale, partito la sera di sabato da
Philadelphia, arrivò a Erie pochi
minuti prima dell'una pomeridia
na della domenica.
Alla stazione ferroviaria erano
ad attendere la loggia Salvatore
Spinuzza N. 578 con accapo il
Venerabile Salvatore Cassata, la
quale Loggia doveva fare da ma
drina alla nuova Consorella; una
rappreselitai ìza della locale Log
gin Il Risveglio N. 451, tra cui
il Venerabile Egidio Agresti,
l'Avv. Petrillo, il Sig. Pasqualic
chio ed altri, e i componenti del
la nascente Loggia con a capo il
reo Venerabile Paolo Storace.
Alla stazione si trovava anche
la musica di North East, compo
sta in gran parte di soci della
Spinuzza, diretta dal maestro Lo
iacono, la quale, con ammirevole
spirito di sacrificio, venne a pre
stare gratuitamente servizio per
l'occasione.
11 Grande Segretario Archivi
sta, sull'automobile del Sig. Pa
squallcchio, seguito da tutti
quelli che erano intervenuti alla
stazione, mentre la musica suo
nava gli inni patriottici lungo il
percorso, si recò subito alla sala
ove la Loggia II Risveglio era
riunita in seduta, e portò ad essa
il saluto del Grande Concilio.
1 Chiusa la seduta di detta Log
gia, si passò nella stessa sala
alla iniziazione della nuova Log
gia Ausonia N. 903. Come si è
già accennato, fece da madrina
la Loggia Salvatore Spinuzza
N. 578 di North East presieduta
dal Venerabile Salvatore Cassa
ta, il quale chiamò ad assisterlo !
quale Araldo l'Oratore della
Loggia TI Risveglio N. 451, Gio- j
vanni Mannucchi.
Iniziati i nuovi soci, il Gl ande
Segretario Archivista Alfredo,
Perfilia procedette alla istallazio
ne della nuova Loggia e alla im
missione in possesso dei suoi uf
ficiali, con l'assistenza dell'Aral
do in persona- rlj Egidio Agresti,
Venerabile della Loggia II Risve
glio. Gli Ufficiali della nuova Log
gia Ausonia N. 903 sono i se- :
guenti:
Venerabile, Paolo Stoace
Assistente Venerabile, Filippo
Chichetti Ex Venerabile, Al
fonso Mariani Oratore, Bene-|
detto Siciliano Tesoriere, Giu
seppe Zambelli Segr. di finan
za, Benvenuto Bernardini Se
gretario Archivista, Emilio Ver
decchia Curatori: Gabriele
Venturino, Antonio Tullio, Gali
leo Ferrucci, Antonio Gallo
Cerionieri : Gaetano Minotti,
Vincenzo Magri Sentinella
interna, Gennaro Sansone
Sentinella esterna, Luigi Mazza.
Terminata la cerimonia, la
nuova Loggia, con a capo le ban
diere sociali e la musica di North
East, e seguita dai soci delle
S Logge Spinuzza e il Risveglio,
marciò in parata per le vie della
Colonia italiana, sciogliendosi do
po un lungo giro nella sala delle
sue adunanze, ove più tardi si
.sarebbe tenuto un comizio di
propaganda.
Dopo un pranzo familiare
offerto al Grande Segretario Ar
chivista, al quale intervennero i
Venerabili delle Logge: Spinuz
za, 11 Risveglio e Ausonia e po
chi altri soci, si ritornò infatti,
1 verso le sei pomeridiane, nella
so signor Carricato "è diretta alla
Loggia Regina Eletto, di Sharps
burg: "31 Ottobre.
Fratelli tutti della Loggia Regi
na Elena No. 586,
"Vengo a portarvi colla pre
dente il saluto sincero che un vo
stro fratello nutre per voi tutti,
sebbene una immensa quantità
di acqua ci separi, » pure il mio
pensiero è costantemente con
voi.
"Il sagrifizio e le pene della
vita sono niente, sapendo di com
battere per gli ideali di Libertà,
Uguaglianza e Fratellanza che
sono le tre grandi parole del no
jstro Ordine, e che adesso mi
danno forza e sostegno in questi
| campi insanguinati della Francia,
j "Fratelli miei: finalmente il
mondo incomincia a respirare
i meglio, il barbaro è all'inizio del
la sua completa rovina; però bi
sogna rimaner fermi ancora per
chè l'umanità ha forse bisogno
di altre giovani vite, e sebbene
j sala della Loggia Ausonia, che |
era gremita di componenti le
suddette Logge ed anche di
| estranei.
Aprì la seduta il socio Giovali- !
ni D'Amato, che cantò talune
romanze, e fu applauditissimo.
i Quindi fu invitato a parlare il
Grande Segretario Archivista, il j
(piale fece la storia dell'Ordine, e
i si fermò ad illustrare più special- ì
mente i benefici del Fondo Unico
Mortuario e la iniziativa dell'Or
fanotrofio presa dalla Grande
Loggia della Pennsylvania.
A lui fecero seguito il Venera
bile della Spitiuzza Salvatore
j Cassata, il Venerabile della Log
gia Il Risveglio Egidio Agresti,
il Venerabile della neo Loggia !
! Ausonia Paolo Sotrace e l'Orato- !
re della Loggia II Risveglio Gio-i
vanni Mannucchi.
Negli intermezzi eseguì un ap
plaudito programma musicale la
i banda di North East.
: Tirate le sfornine, fu una bella j
giornata di propaganda per l'Or- !
dine, e tutto lascia sperare che
tra breve altre Logge nasceran
no in Erie e vicinanze.
La neo Loggia offrì a tutti gli
intervenuti vermouth, sandwi-1
ches, birra e sigari, e per festeg
giare il lieto avvenimento, a tar
da ora, quando la riunione fu
chiusa, Giovanni Mannucchi vol
le offrire in casa sua una botti
glia di spumante al Grande Se
gretario Archivista e agli altri
amici. E il giorno successivo,
prima della partenza, il Grande
Segretario Archivista, fu tenuto |
anche a pranzo dal Mannucchi,
insieme al Venerabile della Sni- j
nuzza e al Venerabile e Tesorie
re della neo Loggia Ausonia,
mentre la sera della iniziazione
egli fu ospite in casa di que
st'ultimo.
La nuova Loggia conta una
cinquantina di soci, ma essa è
destinata ad aumentare subito di
numero, stante l'attività del Ve
jnerabile, che è da tutti ricono
sciuta, come è riconosciuto l'in-
Lteressamento spiegato per l'or
ganizzazione di essa, da parte di
Egidio Agresti, Venerabile della
Loggia II Risveglio.
ALTRE INIZIAZIONI
DI LOGGE
Domenica 8 dicembre si sono
iniziate altre due Logge : la
Maggiore Francesco Baracca N.
885 di Wishaw, e la Nuova Piave
N. 890 di McKeesport.
Delle l'ispettive cerimonie da
remo il resoconto nel prossimo
numero.
PER L'ORFANOTROFIO
E RICOVERO
Il Grande Deputato della Log
gia Nuova Camillo Renso di Ca
| vour N. 874 di • Mt. Pleasant,
I Ferdinando Dori, ci scrive:
"La Loggia Nuova Cavour
tenne una seduta straordinaria
per il disbrigo dei lavori, assi
stita da me. Tn prfrno luogo feci
discutere l'affare dell'Orfariotro- j
fio, e dopo che ebbi spiegato i j
benefici che sene ottengono,
quasi tutti i soci pagarono i cin- j
que dollari, eccetto quelli che non
erano presenti a causa di malat
tia. Domenica prossima vi sarà
la seduta ordinaria, si riscuoterà
il resto e vi sarà subito mandata
jla moneta."
Il Grande Deputato della Log
gia Gorizia N. 623 di Conshoho
cken, Giovanni Durante, ci comu
nica quanto segue:
"Sulla comunicazi' del Gran
■| de Concilio circa i lanotrofio
•';da erigersi si decise «he ogni
i j fratello acquisterà i dollari cin
|que di biglietti a ciascuno spet
| tanti, ed a tal uopo venne nomi
, |nato un Comitato per la distri
i buzione di essi biglietti, compo
le aspirazioni della nostra Gran
de Italia sono quasi compiute, e
il vessillo tricolore sventoli sugli
edificii di Trento e Trieste, pure
sapete meglio di me che la guerra
non è finita. La vittoria completa
! dipende da voi, con avere la vi
sione chiara dell'avvenire e fidu
cia nel governo; se voi ci segui
rete, noi. da parte nostra, vi as
sicuriamo certa la vittoria.
"Parlando dell'Ordine una sola
parola vi dico: abbiate piena fi
ducia in chi ne è a capo e presto
ne vedrete il
; posso assicurarvi che ritornando
io dedicherò anima e corpo per il
I benessere dell'Ordine e special
' mente per la nostra Loggia, spie
gando ai ritrosi che cosa si pensi
di esso in Europa.
"Finisco la presente coli' ab
j bracciarvi tutti, Fratelli carissi
j mi ; il mio cuore batte sempre a
j fianco x del vostro, e sperando di
rivedervi, sono Vostro Fratello
Michele Carricato."
; sto di Adamo Ciccotti, Francesco
[ Talone e Giovanni Finocchiaro.
La seduta era presieduta dal Ve
nerabile Antonio Talone che
malgrado le sue occupazioni dà
tutto il suo tempo disponibile a
beneficio della Loggia e dell'Or
dine in generale."
Il Segretario Archivista della
Loggia Marsicana Villa Glori N.
i 230 di Sykesville, Concetto Gras
| si, ci informa così :
"Sull'erigendo Orfanotrofio e
Ricovero venne deliberato all'u
nanimità di acquistare i biglietti
pagandone l'importo seduti» stan
te, edi prelevare dalla cassa
l'importo per i fratelli che erano '
iissenti dalla seduta, poiché sia
mo ben certi che tale importo
; sarà da ogni fratello rimborsato !
nella prossima riunione
Il Grande Deputato della 'Log
gia Dunbar N. 833 di Dunbar,
Pa. signor Domenico Vona ci ;
manda una lettera da cui stral
ciamo (pianto segue:
"Feci comprendere ai soci il
: bisogno dell'Orfanotrofio, special- <
mente ora in cui tanti figli di no- <
stri fratelli e sorelle sono rimasti 1
in mezzo a una strada. E tutti
i presenti si alzarono ad unani- !
mità dicendo che non solo la Log
gia Dunbar darà la quota che ad
essa spetta, ma lavorerà, ed al 1
più presto, per fare di più."
CRONACA DELLE LOGGE
La Loggia Fratelli Bandiera
N. 285 di Soldier, festeggiò il 28
novembre la presa di Trento c ,
I Trieste inaugurando le bandiere
sociali.
| Padrino e madrina per la ban
diera americana furono il socio
Nicola Pino e la Signorina Adele
Nucerina; per la bandiera italia
na il socio Gaetano Falsetti e la ;
signorina Alice Nucerina.
Alla cerimonia era rappresen
tata la Loggia Ettore Fieramo
sca N. 678 di Tyler, la Loggia
Fuori i Barbari N. 860 di Rey
noldsville e la società di M. S. di
Wishaw in persona del suo Pre
sidente Luigi Zambaldi.
Dopo l'inaugurazione delle
bandiere si marciò in parata, che
era aperta dalla musica diretta
dal socio Francesco A. Pallone.
Alla parata parteciparono tutte
le rappresentanze, tra le quali
spiccava la Loggia Fieramosca
con le sue bandiere, ed anche gli
: alunni delle scuole pubbliche con-;
dotti dalle insegnanti.
Tornati in sala, vi furono mol
ti discorsi pronunziati dal Sig.
Ermando Carletti, ufficiale del
l'Ordine del Moose, in inglese,
dal Venerabile della Fieramosca
Salvatore Pane, dal Presidente
della Società di M. S. di Washaw
Luigi Zambaldi, dal primo Cura
tore della Loggia Fuori i Barba
ri, Onofrio Schelliggio, dall'Ora
tore della Loggia Fieramosca
Giovanni Imperiale; dall'Ex Ve
nerabile della Fratelli Bandiera,
j Paolo Orlandi e dall'attuale Ve
nerabile Francesco Barletta.
Nel pomeriggio vi fu ballo fino
'alle nove di sera, col concorso
della musica diretta da F. A.
Pallone.
La Loggia Fratelli Bandiera ci
incarica di mandare un saluto a
tutti i Figli d'ltalia e uno specia
le ringraziamento a quelli che
parteciparono alla sua celebra
zione.
*** Nella sua ultima seduta la
Loggia Nuova Camillo Benso d<
Cavour N. 874, presente il Gran
de Deputato Ferdinando Dori e
dopo un suo patriottico discorso
circa la vittoria delle nostre
armi, deliberò di mandare un te
legramma di omaggio e di saluto
a Sua Maestà Vittorio Emanuele
ITT, primo Soldato d'ltalia.
Hill HI 11 HWIO DI AD
VII.
Ancora una parola sulle Colonie
San Francisco, Cai. Agosto.
Ed ora, da questa bellissima
città posta come Roma su
colline; risorta, dopo l'incendio,
più bella di prima per volontà ed
opera della popolazione, vanto
degli italiani per averne rico
struito, primi, il primo quartie
re; da questa città il cui cielo pe
ìennemente azzurro, il cui clima
temperato mi ricordano tanto be
ne l'ltalia, parliamo un po' delle
accoglienze che le colonie italia
ne, in ogni città, hanno fatto e si
preparano a fare alla Missione.
Diciamola subito, non potreb
bero essere più calde, nè più cor
diali. Dovunque passiamo, sia
che la fermata sia lunga, sia che
sia breve noi troviamo sempre al
le stazioni i nostri connazionali
che insieme alle autorità ameri
cane ci invitano a colczioni, a se
rate, a banchetti organizzati in
nostro onore, e vogliono che noi
parliamo loro delle condizioni d'l
talia, vogliono che noi diamo loro
notizie d'ltalia, vogliono udire da
noi la voce viva della patria lon
tana.
Passando dalla stazione di
Weed una colonia di barcaiuoli,
che lavorano là vicino, sapendo
che il treno non si sarebbe fer-""
mato aveva preparato un pacco
di scatole di sigarette e di siga
ri che ci fu lanciato nel treno in
sieme al grido di Viva l'ltalia!
Kansas City, Saint-Louis, Fi
ladelfia, Pittsburg rappresentano
cari ricordi di questa nostra gi- !
ta.
Queste Colonie italiane spe
cialmente della California sono
ricche. 1 primi italiani che arri
varono a San Francisco aspri la
voratori, uomini intelligenti e
arditi sono oggi milionari. C'è a
Los Angels un grande pro
prietario italiano, che possiede il
più grande vigneto del mondo ;
c'è a San Francisco un vec
chio arzillo e bene in gam
ba produttore di vino, che ven
ne qua, con i genitori bam
bino povero e nudo, oggi è alla
testa della più grande corporazio
ne vinicola del mondo. Vi sono
banchieri, ingegneri, uomini d'af
fari che, dal nulla, si sono fatta
una posizione di prim'ordine,
specialmente nel Sud e nell'Est.
Perchè queste regioni, special
mente la California, sono state
arricchite dalla attività del lavo
ro italiano.
Lo riconobbe il sindaco di San
Francisco Rolpt nel grande rice
vimento che egli ci diede al To
wn Hall. E a San Francisco una
grandissima parte del commercio
californiano è in mano degli ita
liani, e, fatto curioso ma che ha
la sua logica spiegazione, italiani
di alcune regioni d'ltalia sono
predominanti in certe attività
piuttosto che in altre. Per esem
pio: il commercio della frutta è
nelle mani dei Genovesi, i quali
sono pure potentissimi nel celo
finanziario; i muratori, gli scul
tori, i decoratori sono toscani, il
commercio del pesce si divide fra
genovesi e meridionali in gene
re; quello del vino fra piemonte
si e lombardi; le botteghe nella
città sono, in grande parte, te
nute da lucchesi: i mestieri più
umili come venditori per le vie,
sterratore, facchini, sono eserci
tati da meridionali: fuori alle vi
gne, ai pozzi di petrolio, alle mi
niere di carbone e di rame ci si
trovano di tutte le regioni ; ma
sempre con la predominanza, in
una data località, di regnicoli
provenienti da una medesima re
gione. E la spiegazione del fatto
è semplice. Un emigrante si è
fermato in un luogo qualunque
ed ha trovato da allogarsi bene.
Dopo un po' di tempo ha fatto
venire la famiglia, poi i parenti;
poi gli amici e conoscenti hanno
seguito la corrente; così villaggi
intieri del Mezzogiorno d'ltalia o
del Settentrione si sono trapian
tati in America. E queste colo
nie tutte, sentono la nostalgia
della patria. Molti lavorano quà
un periodo di tempo, poi torna
no; molti rimangono; ma anche
Z EXTRA! Il
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che può'.
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Una Copia 3 Soldi
questi che interessi e consuetu
dini legano a questa terra tanto
che se ne fanno e se ne sono fatti
cittadini, non dimenticano la pa
tria antica: piuttosto si dolgono
di essere dimenticati.
Ora questo è un problema al
quale il Governo dovrà seriamen
te pensare. Le nostre colonie pos
sono essere, saranno anzi certa
mente una seria forza politica in
America. Già la colonia di San
Francisco lo è: il suo voto deter
mina una elezione. Ma perchè le
colonie italiane sieno utili alla
Madre Patria, bisogna che la Ma
dre Patria sappia organizzare la
difesa dell'ltaliano, e la scuola i
taliana. Scuole italiane ve ne so
no, indubbiamente, nelle grandi
città americane; ma carità di pa
tria vieta di dire in quali condi
zioni esistano. E questo basta,
non è vero?
Bisogna dunque che il Governo
italiano ottenga dal Governo a
mericano che nelle scuole ' ele
mentari frequentate da ragazzi
italiani, si insegni l'italiano come
vi si insegna il francese e vi si
insegnava il tedesco : e, mi dico
<no persone competenti, che otte
nere questo non sarà difficile: e
bisognerà che si decida a spen
dere più denaro per i suoi fun
zionari all'estero. E questo io
lo so sarà un po' difficile. Ep
pure bisognerà che a questo - sia
pure dopo la guerra il Gover
no italiano si decida.
Le Colonie possono essere una
forza politica di prim'ordinei
Quando un paese ha, all'estero,
colonie rispettate e stimate quel
paese può far sentire meglio e
con maggiore efficacia la sua vo
ce. E il momento non potrebbe
essere più favorevole di ora.
v ia, via che ci addentriamo ncs
gli Stati noi sentiamo che l'lta
lia è, di più in più, compresa e ri
spettata. La nostra vittoria sul
Piave ha soltanto cancellato la
penosa impressione provocata da
Caporetto, ma ci ha acquistato
intiera la simpatia di questo po
polo che ama chi si batte bene.
Alla udienza concessaci dal
Presidente Wilson noi lo udimmo
parlare come un sincero amico
dell'ltalia. L'ltalia può essere
certa di avere nel Presidente de
gli Stati Uniti, non soltanto un
ammiratore ed un amico, ma an
che uno che l'ama sinceramente.
E appunto per questo bisogna
che si riesca, ora, a ottenere che
nelle scuole americane s'insegni
l'ltaliano? e bisogna fondare,
scuole. Specialmente qui agli Sta
ti Uniti.
Il popolo Americano sa il va
lore e la potenza della scuola. Nel
nostro rapido giro noi siamo pas
sati traversando l'Arizona
ove sono i villaggi delle tribù in
diane. Ebbene vicino ad Albu
querque, a Dodge City, a Eaco
ma, in mezzo ai villaggi fatti di
case di paglia e fango quali era
no ein ogni villaggio le so
le costruzioni in muratura? La
scuola, la residenza del maestro
e la chiesa. Le due prime erette
dal Governo, la terza per conto
della Missione. Bisogna dunque
che le colonie abbiano le loro
scuole, e decenti, collocate in am
bienti sani o puliti. E bisogna
che i Consoli e Vice -Consoli ale
no uomini abili, intelligenti e di
carriera.
E qui tocco un altro tasto do
loroso. Naturalmente non parlo
per oggi. Oggi e finché dura
la guerra il Governo e il popolo
italiano non possono occuparsi
che della guerra ;ma la guerra
non dura in eterno, e le questioni
coloniali, compresa la rappresen
tanza del Governo nelle cqlonie,
dovranno essere sistemate. La
nostre colonie non sono cattive,
tutt'altro; hanno difetti e debo
lezze; ma il loro fondo è buono
ed il loro amore per la Madie Pa
tria non è morto negli italiani
' che sono qua. Il trattato recente
mente passato fra l'ltalia e Sta
> ti Uniti, a proposito della incor
porazione nell'esercito america
no degli italiani residenti qua, è
s stato provvidenziale e savio. Mol
i ti di questi italiani che altrimen
-ti sarebbero stati perduti per
sempre per l'ltalia ci rimangono