La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, November 30, 1918, Image 1

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    Published and distributed under permit No. 508 authori/.cd by the act of October 6, 1917, on file at the Post Office of Philadelphia Pa.. by order ot the President, A. S. Bu rleson, Postmaster Gen.
LA LIBERA PAROLA
1 forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO I. - Numero 33
! IL MOMENTO CRITICO ;
I "Beati quelli che più hanno,
■ perchè più possono dare."
Queste parole, pronunziate sul
s lo scoglio di Quarto dal poeta-sol
ì dato, dal grande suscitatore di
1 entusiasmi, da colui che, nei mo-
I menti di ansia, seppe additare al
§ popolo italiano la via da seguire,
!* pel conseguimento dei suoi alti
destini, queste stesse parole, pos
sono ripetersi anche oggi, che l'l
stalla ha compiuto la sua magnifi
ca impresa di redenzione,
i Sembrerebbe che colla sua
spettacolosa vittoria, col colpo
fi formidabile con cui ha prostrato
P nella polvere il suo secolare ne
mico, la patria nostra avesse fi
nalmente assolto il suo compito,
che null'altro le rimanesse da fa
re e che, dopo circa quattro anni
di burrasche, di sacrifici e di fa
tiche fosse finalmente tornato ;>
brillare sull'orizzonte ii sole del
la tranquillità e della pace fecon
da.
fi Purtroppo il Governo ed il po
polo non possono ancora assidei
si sugli allori, ed altre prove,
V forse non meno gravi di quelle
'È subite in quattro anni di guerra,
/ li attendono.
Il nemico è schiacciato, non
® v 'ha dubbio ed all'armistizio im
kUf posto al vinto, terrà dietro ine-
Hf luttabilmente la pace, per quan
| to le trattative non mancheran
■ no di riuscire lunghe e laboriose.
Ma, chiuso il tempio di Gia
! no, e speriamo che rimanga chiu
fi so in eterno, gravi problemi si
R presentano all'ltalia, che esigo-
P no una rapida soluzione.
La guerra ha quasi tutto as
lysorbito: l'invasione dei barbari,
resa possibile dopo l'immeritata
littura di Caporetto, molto Lia di
trutto che bisogna ricostruire.
I che non potrà farsi in un gior
o, ma sarà necessario un lungo
eriodo di tempo.
E per quest'opera di ricostru
ione, per questo lavoro di re
taurazione, il Governo ha an
ara bisogno del generoso con
orso di tutto il popolo italiano,
quale mostra di esser pronto a
uovi sacrifìci per la grandezza
la prosperità della patria.
Dal popolo d'ltalia, uscito te
tè da una prova lunga e formi
abile, noi emigrati dobbiamo
rarre ispirazione ed esempio.
Tra tutti i problemi che at
andono di essere affrontati vi
ilmente, uno ne campeggia alla,
oluzione del quale noi possiamo
are un valido contributo.
In Italia i viveri sono scarsi e
! popolazioni languiscono per fa
ìe e per malattie, tristi conse
uenze della grande conflagra
ione. Le provviste sono quasi
sauri te ed il raccolto è ancora a
ìolti mesi di distanza.
La dimane è gravida di mi
acce ed il compito di coloro cui
petta provvedere è più difficol
)so che mai.
Fino alla conclusione della pa
ì, occorre provvedere al mante
imento di circa un milione di
rigionieri austriaci che debbono
ssere trattati umanamente, per
liè la nobile Italia rifugge dal
i rappresaglie.
ER Bisogna anche nutrire, almeno
1 fino alla prossima estate, più d'
1 mezzo milione di profughi che.
E restituiti oggi ai domestici lari.
K hanno trovato la casa spoglia ed
I il campicello deserto, perchè il
I barbaro invasore, in un anno di
P oppressione, ha asportato ogni
H cosa, null'altro lasciando che le
■ vestigia della sua devastazione e
I della sua ferocia insaziabile.
Ben diceva il nostro Ministro
I del Tesoro, l'On. Francesco Save
■ rio Nitti, allorquando la guerra
I maggiormente infieriva, che il
■ periodo che teneva dietro imrne-
S diatamente alla cessazione delie
B ostilità, sarebbe stato ancora più
BK oscuro e più difficile. Oggi le na-
I fi zioni belligeranti, tutte indistin
gi tamente, sentono il peso di que
lli sta dura verità; ma più di ogni
■ altra lo sente l'ltalia, fra tutte
■ la più povera e che ha più limi-
I tate risorse.
Ancora: la guerra vittoriosa
I ha allargato i confini della pa
[ tria; due nobili province che ge-
I mevano da tanto tempo sotto il
[ più esoso giogo straniero, ci so
no state restituite, Trento e Trie-
B ste si sono finalmente riabbrac
|\ ciate con Roma immortale. Que
ste due province, per tutta la du-
II rata della guerra e specialmente
■V negli ultimi tempi, han subito
[>, l dai loro secolari oppressori, gli
| J stessi trattamenti cui furono as-
K soggettati i paesi invasi .dopo il
V disastro di Caporetto, perchè gli
l 'g austriaci tenevano le terre irre
i* m dente in conte di paesi nemici,
kl Ed i nostri baldi soldati, en-
ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER
WITH THE LARGEST CIRCULATION
AVANTI SEMPRE, CON l_A FIACCOLA I INI PUGNO
"Entered as sfcond-class matter Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March 3, 1879".
trando vittoriosi in quelle città
che erano la mèta delle loro aspi
razioni, trovarono un popolo fe
stante ed entusiasta, ma lan
guente di misèria e di fame.
Anche quella popolazione ha
bisogno di tutte le nostre cine,
delle cure paterne del nostro Go
verno. Anzi per esse il Governo
d'ltalia deve mostrare maggiore
sollecitudine; deve mostrarsi più
generoso, più amorevole, perchè
esse, fin dai primi tempi, debbo
no saper valutare la enorme dif
ferenza tra il passato governo
tirannico e dissanguatore ed il
regime attuale, fatto di liberali
tà e di amore.
Dinanzi ad un programma co
sì vasto e formidabile, qual'è il
dovere che incombe a noi italia
ni emigrati?
Lo abbiamo già detto colle no
bili paiole di Gabriele D'Annun
zio: Beati quelli che più hanno,
perchè più possono dare, e d'al
tra parte un suggerimento l'a- j
(•emmo subito dopo la distati
austriaca dalle nostre Autoriti
che sono qui in rappresentanza
del patrio Governo, sebbene di
suggerimenti, quando trattasi di
opere patriottiche o di opere fi
lantropiche, le colonie degli Sta
ti Uniti abbiati sempre dimostra- j
to di non avere bisogno.
L'On. Bevione, in una specie
di circolare alla stampa, racco
mandava o suggeriva agli Italia
ni di America di inviare tele
grammi di congratulazione ai
principali fattori della Vittoria e
danaro, danaro, danaro ai Comi- j
tati Centrali a beneficio dei Pro
fughi e dei Redenti.
Occorrerebbe adunque che i
dappertutto, nei grandi e picco- :
li centri, ovunque risuoni il dol
ce idioma materno, si costituis
sero comitati che lavorassero ala
cremente per sollecitare l'obolo
della fraterna carità. Soltanto
con la più sconfinata generosità,
soltanto con l'invio di soccorsi co
lossali il popolo italiano, residen
te negli Stati Uniti che, durante
il periodo della guerra ha avuto
agio di accumulare vistosi rispar
mi, potrà rendersi degno del po
polo d'ltalia che durante lo stes
so periodo, ha dimostrato coi sa
crifìci, colla perseveranza, coi
fatti di essere un popolo di eroi
e di giganti.
In Filadelfia si è già costituito
un Comitato per la bisogna che
ha mandato in giro in numero
strabocchevole le schede, e noi
vogliamo augurarci che grandi
somme saranno raccolte; ma noi,
esclusivamente per il vantaggio
della buona causa ci facciamo le
cito di osservare che non è suc
ciente, di fronte alle condizioni
tragiche della nostra patria, di
mettere in sriro una quantità di
liste di sottoscrizione, aspettan
do che ritornino come sono stat
inviate o che vadano smarrite.
Occorre un'altra propaganda;
occorre fare il massimo sforzo
per venire in aiuto della nostra
Italia in quest'ora di sua reden
zione.
La Colonia di Philadelphia ha
dato più volte prove della sua
generosità, della sua filantropia.
. In occasione del terremoto Si
culo-Calabro; e più tardi al tem
po dell'altro che distrusse quasi
totalmente la Marsica inviò vi
stosissime somme in Italia, a be
neficio dei fratelli bisognosi.
Oggi ci troviamo dinanzi ad un
cataclisma più terribile del ter
remoto, di fronte al cataclisma
della guerra e che guerra!
e la labbia distruttrice degli uo
mini è più cieca della rabbia dei
ciechi elementi.
Lettere dal froS
Il nostro Charles M. Maioriel
lo torna a scriverci dal fronte, e
questa volta pregandoci di pub
blicare una nobilissima lettera di
due signorine italiane di Capri,
le sorelle Giuditta e Maria Tra
ma, lettera di saluto che esse di
ressero al comandante della spe
dizione americana, perchè la co
municasse agli ufficiali e soldati
delle truppe corse in aiuto del
l'Esercito italiano.
Nella certezza di far piacere
ai lettori di questo giornale pub
blichiamo l'una e l'altra, cioè la
lettera del Maioriello e quella del
le due signorine.
"Headquarters American Mili
tary Mission to Italy A.
P. 0. 901-E, Italy Ameri
can Expeditionary Forces.
26 Ottobre, 1918.
"Carissimo Di Silvestro:—
"Nell'ultima mia lettera a te
diretta, ti parlavo dell'entusia-
HILADELPHIA, PA., 30 NOVEMBRE, 1918
smo degli italiani verso le truppe
Americane, fin dal primo giorno
"dal loro arrivo in Italia. Diversi
sono stati i modi con cui hanno
mostrato quest'entusiasmo, ma il
migliore saluto è pervenuto al
Generale comandante le truppe
Americane in Italia, da due gio
vinette dell'isola di Capri.
"Questo saluto è contenuto in
una nobile lettera, che mostra
tutta l'anima ed il sentimento i
taliano.
"Questa lettera mi ha talmen
te commosso, che ho chiesto il
permesso all'Ufficiale incaricato
della censura di copiarla e man
darla a te, onde possa essere pub
blicata nel tuo giornale La Libera
Parola, conoscendo il programma
che detto tuo giornale segue.
"Io mi trovo ancora presso
questo Qurtier Generale dove il
mio lavoro è molto interessante.
"Ho avuto occasione di incon
trare diversi amici di Filadelfia,
i quali si trovano qui con le Se
zioni di Ambulanze e tutti sono
contenti dell'opportunità offerta
loro di vedere la patria dei loro
genitori.
"Nient'altro per oggi ; salutan
doti ben distintamente,
Tuo
Charles M. Maiolicalo.
"Generale :
"A lei ufficiale della forte e li
bera America, a lei duce dei prodi
soldati, venuti d'oltre oceano a
pugnare coi nostri eroici fratelli
noi- la causa nobile e grande di
'il erta e redenzione; a lei noi
ORDINE! FIGLI D'ITALIA lisi AIVI EIRIC A
Grande Loggia dello Stato di Pennsylvania
PER 1/ORFANOTKOFIO
E RICOVERO.
Vi sono disgraziatamente nel
le nostre file taluni soci che sono
assolutamente ignari delle cose
dell'Ordine, perchè non interven
gono in Loggia o non leggono le
comunicazioni della Loggia stes
sa o del Grflnde Concilio.
Da ciò consegue che essi, non
sapendo darsi ragione di tante
cose, spesso seminano la diffiden
za e il sospetto, e più spesso ec
citano nelle Logge discussioni o
ziose, che ritardano il compimen
to delle nostre migliori iniziati
ve.
Questo doloroso fenomeno si
sta verificando specialmente per
i.l progetto dell'Orfanotrofio e Ri
covero, a proposito del quale si
va dicendo da taluni che il pro
getto stesso non è stato sottopo
sto prima all'approvazione delle
Logge.
La verità è precisamente l'op
posto, e ciò ci conferma maggior
mente che molti soci non ricorda
no o non hanno mai preso conto
delle più importanti cose dell'Or
dine.
Sta in fatto che tutte le Log
ge del nostro Stato ebbero con
uaticipazione di qualche mese
l'Ordine del giorno della Grande
Convenzione che doveva tenersi
in l'niontown nell'agosto del
1917. In tale ordine del giorno
era anche inserita la proposta
dell'Orfanotrofio. Le Logge la di
scussero e dettero ai loro Dele
gati il mandato di votare favo
revolmente al progetto.
Riunita la Grande Loggia, es
sa, col voto unanime dei Grandi
Delegati, deliberò la erezione del
l'Orfanotrofio, ed il Grande Con
cilio fu specificatamente autoriz
zato a mettere in esecuzione ta
le progetto; autorizzazione che,
d'altronde, non era neanche ne
cessaria, perchè spetta al Gran
de Concilio per legge di eseguire
e far eseguire le deliberazioni
della Grande Loggia. E questo
esso sta facendo.
E' ovvio poi che il deliberato
per la erezione dell'Orfanotrofio
ha effetto non soltanto per le
Logge che vi presero parte, ma
anche per quelle che si formaro
no più tardi, perchè tutte le Log
ge debbono rispettare le leggi e
sistenti.
Con ciò speriamo di aver chia
rita la posiziona, per quelli alme
no che in buona fede ritenevano
che le Logge non fossero state
interpellate.
* * *
Abbiamo ricevute molte lette
re in favore dell'Orfanotrofio da
parte di Logge e fratelli ; ne pub
blichiamo qualcuna:
Da Antonio Farina, Venerabi
le della Loggia Regia Marina N.
507 di Pittsburgh ;
"Con la presente vi accludia
mo un check di $300.00 come
principio di pagamento per i bi
glietti mandatici per l'Orfanotro
fio e Ricovero.
"Vi notifichiamo ufficialmente
,che nella seduta in cui furono
e giovinette italiane per le sorelle
d tutte della patria, per l'anima
i stessa d'ltalia, inviamo conimos
> se e orgogliose, l'omaggio nostro
1 di riconoscenza, di ammirazione
I e di fede.
? "Perchè lei sappia, e con lei
- sappiano i suoi ufficiali e soldati,
che in ogni cimento, in ogni pro
ì va, noi li abbiàmo seguiti e li se
i guiamo, col pensiero e col cuore
- pregando e benedicendo.
"Sappiamo che in quest'ora di
- vigile attesa, che prelude il gior
-1 no di vittoria e di gaudio, le ani
i me nostre sono a loro intensa
- mente unite, piene di sicura fede
- nell'attesa del sacro domani.
1 "Perchè o prodi soldati e uffi
-1 ciali americani, paladini crociati
della libertà e del diritto; l'ltalia
' nostra, per i principi per cui vol
■ le la guerra e l'ha condotta con
tanta eroica fede ed invitto ardo
" re per la redenzione delle sue ter
• re oppresse e per il trionfo della
* libertà e (lei diritto universale,
ì sui suoi campi martoriati e su
1 tutti i campi d'onore; l'ltalia no
ì stia, per tutti i suoi dolori, per
tutte le sue sventure, per tutte
" le sue fedi, per tutte le sue spe
ranze, ben si sente orgogliosa di
tendervi le braccia e applaudirvi,
fiera di aver confuso nelle prove
più difficili e ardite al nostVo
- sangue il suo sangue.
i j "E in quest'ora solenne del De
\, stino che si volge con certezza di
i ferro, essa è con voi in una sola
ii attesa, in un sol volere, in una
i I sola fede di vittoria e di pace.
presentati i biglietti ed io spie
gai ai fratelli lo scopo di essi, tut
ti si levarono in piedi ad applau
dire, e ad unanimità fu delibe
rato di mandare un encomio al
Grande Venerabile, che come ca
po dell'Ordine nella Pennsylva
nia sta spendendo tutte le sue e
nergie per il miglioramento del
la nostra famiglia.
"Siamo fiduciosi che sotto la
sua guida e quella deli intero ;
Grande Concilio, non molto r.
lungo vedremo sorgere in questo
Stato l'umanitaria Istituzione,
dove gli orfani dei nostri fratelli
saranno non solo educati al ri
spetto della Nazione che ci ospi
ta, ma anche all'amore verso l'l
talia nostra, madre di civiltà nel
mondo."
Da Francesco Roncone, Vene
rabile della Loggia Italiana di
Beneficenza N. 369 di Cqraopo
lis:
"E' stata incominciata in se
duta straordinaria la distribuzio
ne dei biglietti pio Orfanotrofio e
Ricovero, e come primo versa
mento, qui vi accludo check di
8400.00."
Da Crescenzo Rio, Segretario
di finanza della Loggia Ettore
Fieramosca N. 078 di Tyler:
"Abbiamo tenuta una seduta
straordinaria per l'Orfanotrofio e
Ricovero, con l'intervento del
Grande Deputato fratello Benia
mino Coppolo, il quale ha parlato
a lungo sull'argomento.
"Pienamente soddisfatti co
minciammo la vendita dei bigliet
ti, che fruttò subito la somma di
$265.00.
"Ad altri fratelli che si trova
no fuori villaggio è stato scritto,
ed e„si non tarderanno a spedire
la loro quota."
Da Giuseppe Naccarato, Segr.
di finanza della Loggia Regina
Elena N. 586 di Sharpsburg:
"Vi accludo money order di
$200.00 per i biglietti venduti
dell'Orfanotrofio e Ricovero. In
seguito vi spediremo il resto co
me sarà raccolto."
Da Pasquale Buono, della Log
gia Cooperativa tra Calzolai No.
665:
"Qui acclusi troverete due
checks, uno di $115.00 e l'altro
di $33.00 che vanno devoluti prò
Orfanotrofio.
"Per ora non si è potuto fare
di più, stante la malattia; ma a
! miglior tempo faremo quanto è
nostro dovere."
Da Ettore Radicchi, Venerabi
le della Loggia Umberto I, No.
' 750 di Susquehanna:
"Vi rimetto check di SIOO.OO
per le cartelle dell'Orfanotrofio
consegnate. Ci ostacola che mol
tissimi sòn malati. Ma attendete
" e tutti i fratelli di questa Log
gia non mancheranno di fare il
~ loro dovere."
Da Leonardo Reda, Venerabile
- della Loggia Fratellanza Italiana
N. 310.00:
e i "Incluso alla presente vi ri
ci'metto un check prima
■ | "E noi deboli giovinette, e con
i noi le sorelle di patria, per il vo
■ stro eroico ardimento, per il san
• gue profuso, il dolore patito, per
; l'ardore consunto e rinnovellato
con i nostri fratelli e per loro,
i non possiamo che amarvi, e sì,
■ noi vi amiamo vigili e care, come
le vostre sorelle lontane.
"Questa certezza giunga a voi
' gradita o ufficiali e soldati, eroi
noti ed oscuri; sia per voi come
il simbolo vero di quella comu
nione di fede, di propositi e di
• azione che lega il popolo nostro*
all'America, espressione fervente
■ e sentita di ogni moderna ci
viltà.
"E assuma il nostro piccolo
gesto la bellezza di un simbolico
rito che dia la visione del trionfo
di libertà e di diritto ai popoli
. j tutti ; dia la visione del giorno di
■vittoria e di gloria in cui si le
verà alto anche l'inno di benedi
i zione e di gaudio per l'ltalia tut
, ta compiuta, per il valore e il
sangue dei nostri eroici soldati e
di voi, sulle Alpi e sul mare.
"Le inviamo, Generale, dei bi
gliettini che preghiamo vorrà di
videre fra i suoi ufficiali come per
un saluto, un affetto gentile.
"Giungano a lei, ai suoi ufficia
-1 li. care le nostre parole incapaci
1 e nossano tutti sentire in esse
vibrare l'anima nostra giovinetta
nel grazie più riconoscente e più
vivo.
Giuditta e Maria Trama."
18 Ottobre, 1918.
somma raccolta dei biglietti per
l'Orfanotrofio e Ricovero.
"Al più presto vi faremo per
venire l'intero ammontare."
La Loggia Sante Fumali No.
413 avverte che i soci avendo do
vuto sborsare poco tempo fa una
| rilevante quota per l'acquisto
j delle bandiere, ora si è deciso che
pagheranno a rate la quota per
.l'Orfanotrofio, ed ha rimesso una
! prima quota di $22.00.
La Loggia Carlo Alberto No.
272 di Harrisburg scrive che i bi
glietti sono stati consegnati ad
ogni fratello e per la seduta pros
sima sarà spedito l'importo.
La Loggia Nuova Camillo Ben
so di Cavour N. 874 di Mt. Plea
sant informa che sono stati di
stribuiti i biglietti e che i soci so
no tutti entusiasti per l'Orfano
trofio.
I seguenti fratelli hanno dato
magnifico esempio di attacca
mento all'Ordine, acquistando al
tri biglietti oltre quelli ad
spettanti, e cioè:
Mario D'lJrso della Rapisardi
N. 220, cento biglietti France
sco Lucente, della Pietro Micca
N. 556, venti biglietti Antonio
Zocco, della Orsogna N. 77!), 30
biglietti Luigi Galotti, della
Umberto I N. 750, cento biglietti
Antonino Arcidiacono della
Mario Bianco N. 702, venti bi
glietti.
IL GRANDE VENERABILE
A HARRISBURG.
Nelle ore pomeridiane del 21
corrente il Grande Venerabile
Giuseppe Di Silvestro si è recato
ad Harrisburg per visitare le
Logge di Harrisburg e di Steel
ton.
Per tale occasione, dai rispetti
vi Segretari era stato emanato
invito a tutti i soci delle Logge
Carlo Alberto N. 272 di Harris
burg, Cittadini Italo-Americani
N. '224 e San Michele di Serra
stretta N. 329 di Steelton.
Alle ore Bi, il Grande Venera
bile, accompagnato dai fratelli A
gostino Branca, Pietro Magarò,
Tommaso Cornelia ed altri, si re
cò nella Croatia Hall, che era gre
mita di Figli d'ltalia, i quali lo
accolsero entusiasticamente.
Dopo aver dette parole di rim
pianto per i fratelli che rimasero
vittime della epidemia, il Grande
Venerabile esaltò la vittoria del
le nostre armi. Parlò poi dell'Or
fanotrofio e del Fondo ' Unico
Mortuario, facendo rilevare che
nessuna Istituzione, neanche tra
quelle americane, ha dato prova
di sè stessa in questa epidemia
come la nostra, che ha pagato pei
benefici la somma di circa novan
ta mila dollari.
Le tre Logge hanno accettate
i biglietti per l'Orfanotrofio (
presto ne rimetteranno l'impor
to, avendone parecchi soci gii
■ fatto il pagamento.
i Nella stessa seduta fu delibe
rato di commemorare la vittori
- come da circolare mandata dai
ii l'Ufficio del Grande Concilio.
UH «10 11 Ilio 91 HI
V.
La missione della Stampa
Italiana agli Stati Uniti
IMPRESSIONI D'AMERICA
j, Su la linea del Kansas, Agosto.
! Ho da passare due giorni e
• due notti in questo vagone. Sono
dunque tranquillo. Niente rice
vimento dai Mayors, niente co
lazioni, banchetti e feste dalla
Roman Legion o dai Figli d'lta
lia. Sono tranquillo, e sicuro di
lavorare in pace. Raccolgo dun
que i miei appunti, e, nella me
moria, ripasso e rivedo le fasi
di questo viaggio.
I Curioso, quando io penso che
- sono alla bellezza di quasi 6 mila
miglia lontano da Roma, non mi
. pare possibile che io abbia fatto
. tanta strada in così poco tempo.
■ E mi lamentavo della lentezza
del xnx, il piroscafo che mi sbar
cò a New York! La campagna,
ì fino ad ora ha tutti gli aspetti
. della campagna italiana. Rara
t mente si riesce a rendersi conto
i della vastità delle pianure colti
vate di mais, o, nel Maryland, di
tabacco. Anche i fiumi che ho
veduti fin'ora, meno l'Hudson,
non hanno niente di straordina
rio. Il Monongahela e l'Ohio, a
Pittsburg; il Mississippi, a San
Louis non sono più larghi del Te
vere a Roma e del Po a Mezza
nacorte. Profondi sì, e in conse
guenza navigabili per lungo
tratto nell'interno dalla foce; ma
larghi di quella larghezza che è
nella immaginazione di noi ita-,
liani per i fiumi americani chej
non lo sono affatto. Comode vie l
di commercio ed in taluni punti
graziose, stazioni estive. Gli a
. mericani usano affittare certe
barche-villini (diver-h«use) su
i le quali passano il tempo di va
i canza scendendo o risalendo il
• fiume, la imbarcazione tirata da
• un mulo affittato anche lui come
i la barca e il barcaiuolo che ne
ha cura.
E mentre la imbarcazione vil-
leggiante, viaggia piano piano
I lungo la sponda, e si arresta ai
punti più ombrosi, e presso le
imboccature delle strade che
conducono ai villaggi ; in mezzo
ai fiumi galleggiano grandi cata
ste di legname, abbandonate alla
corrente, file triangolari di tron
chi d'albero che vanno, come
zatteroni, dove le aspettano, cin-j
quanta o cento miglia più lonta
no gli incaricati di caricarle nei
vagoni in partenza per l'Ovest e
per l'Est, o di trasportarle alle
segherie più prossimi.
11 viaggio è rapido, del resto,
non è il caso davvero di scoprirei
l'America; ma ciò che colpisce il !
viaggiatore è la immensa esten
sione dei campi coltivati a grano 1
turco. Per miglia e miglia il tre
no corre a grande velocità a tra
verso pianure tutte gialle e verdi
del prezioso cereale. Poi boschi
succedono a boschi folti e fìtti,
senza falci sopra un suolo lieo- :
perto di tanti strati di fogli»-
macinate da inverni infiniti. Ej
nelle grandi praterie pascolano
armenti di migliaia di pecore; e
• quando il treno sosta alle stazio
) ni sono centinaia e centinaia di
• strazii per gli animali che da al
- cuni Stati saranno spediti verso
tutto il mondo; ma specialmente
. verso Chicago, la citta ammazza
) toio per eccellenza.
Da Pittsburg in giù, verso
_ l'Est o verso il Sud il paese è
j agricolo: da Pittsburg in su è
. industriale. Veramente si può
anche dire da Saint Louis in giù,
. poiché sono a Saint Louis le
. grandi segherie della National
Timber Co., che impiegano 4000
. operai ; ma è a Pittburg, che la
. sciamo dietro di noi il paese fu
) moso e le centinaia di comignoli
e fumaioli sparsi per la campa
. glia. Del resto anche l'aspetto dei
3 villaggi è diverso. Da Pittsburg
e andandp verso il Nord sono grup
. pi e file di case sempre bensì
. la graziosa e leggera casa di le
o gno americana che si serrano
e intorno alla scuola e al City Hall,
;i poco lottino dalla fabbrica. E il
a!villaggio, o la piccola città ha
;l tendenze ad ingrandirsi, ad e
EXTRA!
RISPARMIATE: rviorsi E:TAI •
Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio
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Vesti per giovanotte, Vest'ti per ragazzi. Camicie, Camicette. Sottane,
Cappelli ed altro.
! Fa quel che devi, avvenga ;
che può'.
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Saldi
stendersi non perdendo però mai
il contatto del giardinetto di una
casa col giardinetto dell'altra; di
una strada coll'altra. Sovente
se è una cittadina con una
pretenziosa Fifth Ave Quinto
viale cui fanno capo tutte le
strade minori.
Perciò le vie e le case, in Ame
rica, hanno tutte una medesima
pianta geometrica. Saint Louis
è organizzata come New York;
Washington come Chicago. Una
0 più strade in senso longitudi
nale, più ampie, più larghe, più
ricche strade di affari, di in
teressi e di lusso, tagliate a bloc
chi di 120, o di 360 metri da altre
strade in senso orizzontale a
quelle e più strette, qua ìicchi
centri di popolazione ove si vive
mentre là si lavora esi fanno
affari.
Questa sistemazione che io
constatai 20 anni or sono quando
fui la prima volta agli Stati Uni
ti è la stessa tutt'ora e do
vunque; così che quando avete
impalato come si leggano e si
numerano le strade di una città
americana, voi sapete regolarvi e
orizzontarvi in tutte le città e in
tutti i villaggi d'America. Siste
ma comodo, facile e sbrigativo.
Da Saint Louis in giù, dunque,
il paese è agricolo. L'aspetto dei
villaggi è diverso. Le case si ag
gruppano all'ombra degli alberi;
orti e giardini confondono la loro
bellezza ed i loro prodotti. Soven
te la casa e la fattoria fanno
tutt'una, e poco lontano sono la
tettoia dell'automobile e la stalla
e il pollaio; lontano è il porcile.
Il villaggio, la piccola città cuopre
una vastissima area disseminata
com'è fra campi e prati ; interca
lati da filari di alberi, sovente
perduti parte in mezzo al bosco
e parie intomo alla stazione fer
roviaria. Perchè, in questo paese
di grande attività, la stazione, la
ferrovia sono il cuore e l'arteria
del movimento commerciale na
zionale. Della vita insomma.
Ed oggi anche dell'entusiasmo
nazionale. Perchè le stazioni, og
gi, sono ingombre di soldati che
partono cantando la "Over the
re" accompagnati dalle madri,
dalle sorelle, dalle fidanzate che
sventolano i fazzoletti finché il
treno è lontano, e non piangono
ma hanno sulle labbra una cara
parola: sii fortunato!
Così ne vedemmo imbarcarsi
per l'Europa in un pollo dell'A
tlantico.
Risogna pensare un po' a que
sti giovani che vanno tanto lon
tano a combattere in una guerra
nella quale non è coinvolto nes
sun loro interesse materiale;
pensarci per capire la grandezza
del loro animo.
Vanno alla guerra e sanno be
ne perchè. Il loro paese era ed è
ricco, era ed è rispettato, non a
veva nulla da temere: ma perchè
sono stati offesi il diritto e la
libertà ; questo paese, che è nato
appunto da rivendicazioni di di
ritto e di libertà, manda i suoi
figli alla guerra. Ed essi ci vanno
sapendo questo; ed i loro cari,
che sanno questo, approvano la
guerra, la vogliono, la sostengo
no ed augurano al partente di es
sere fortunato.
11 Direttore delle acciaierie
Camegie, col quale parlavo gior
ni fa mi diceva: "Dite bene, in
Italia, che noi non facciamo la
guerra per interessi, nè di dolla
ri, nè di territori: abbiamo in
ricchezza più di quanto ci occor
re, ma non potevamo lasciare im
puniti delitti come la violazione
, del Belgio e la guerra sottomari
na e vinceremo la guerra do
vessimo, per ciò, sacrificare tutti
1 nostri uomini." E questi che mi
parlava ha due figli e due nipoti
in Francia, alla guerra. Egli, del
l esto, disse giù per su quello che,
ricevendoci alla Casa Bianca, ci
disse il Presidente Wilson.
La Casa Bianca non ha niente
di molto particolare. Tutta cir
condata da alberi, piccola e tutta
bianca, con un semplice portico
di quattro colonne sembra l'abi
tazione modesta di un ricco bor
ghese di buon gusto. 11 salone dei
ricevimenti è nudo, bianco, senza
sedie, dà, per tante finestre, sul
giaudino, e la porta di dove entra