La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, November 16, 1918, Image 3

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    CRONACA DI FILADELFIA
li corollario della
grande vittoria
Ad una settimana di distanza
dellaÌG rande Vittoria Mondiale,
riportata dall'ltalia sulla sua se
colare nemica Austria per ragio
ni di forza maggiore, si verificò
la più vergognosa capitolazione
della Germania, coll'accettazione
di un armistizio per cui le ostili
tà venivano a cessare su tutti 1
fronti di battaglia. . .
Appena saputasi la notizia alle
2.30 a. m. lunedi scorso, le sire
ne ed i fischi delle fabbriche e
fattorie diedero il primo allarme,
gradatamente le vie cominciaro
no a Spopolarsi, e grida di gioia
finirono di svegliare i più neghit
tosi, fche ancora avevano piacere
di godere la compagnia di Mor
feo.
* $ *
Gl'italiani formando dei capan
nelli Jman mano ingrossandosi,
pigliarono forma ed "aspetto di
moltitudini, le quali presentan
dosi alla casa del Signor Giusep
pe Di Silvestro, lo trovarono già
in piedi e l'invitarono a mettersi
a capo di una dimostrazione,
Grande Venerabile della
Grande Loggia dello Stato di
Pennsylvania, dell'Ordine Figli
d'ltalia. Ed il Grande Venerabi
le. accattando di buon grado l'al
to sentimento patriottico, che a
ùmàva quei cuori nobili e since
i dei fratelli di tutte le Logge di
'iladelfia, con quella instancabi
: solerzia, che in lui è naturale,
rese posto negli ufficii della
irande Loggia, per mettersi a
HKsizione della colonia italia
ìa, e prendere tutti quei provve-
Ument i lli'Cr ".-..l'i I ,1 poi.'! «•<•!!-
■tare gli svariati e qualche
v'olia geniali desiderii, che ad o
gjjuno venivano dettati dall'alle
gf© e sconfinato entusiasmo del
l'ora epica, dell'ora delirante.
Col sorgere del sole, aumenta
va la gioia, aumentavano le mas
se, e gli ufficii dell'Ordine erano
divenuti la bussola guidatrice de
gli italiani, i quali volevano in un
modo od in un altro, avere la sod
disfazione di dare sfogo ai senti
liflgpti saturi di amor patrio e dì
gratitudine, verso gli eroi, che
col loro sangue avevano bagna
to, sì, ma strappato al giogo dei
barbari quelle terre irredente,
che per ben seicento anni, erano
tenute sotto servilismo da un im
pero, che oggi non è più.
LA PARATA
All'una e mezfa una parafa
movevasi dalla sede dell'Ordine !
dei Figli d'ltalia con a capo lai
musica dei bersaglieri, seguita
dal ìGrande Concilio eda tutti
quei soci che momentanea- :
mente trovavansi presenti e man
mano che proseguiva per le stra
de, il numero costantemente au- ;
meritava, ingrossando le fila dei
fratelli. Dopo avere fatto un gi
ro nei quartieri italiani ed ave- j
re irreggimentato altre bande ed j
altri italiani, inforcando Broad ;
St. si contava di avere un quin
dicimila dimostranti, che con i
loro evviva ed hurra, e con gli
inni e le marce patriottiche suo
nate dalla musica, destarono o
vunque fragorosi ovazioni dalle
migliaia e migliaia di persone,
che per Broad, Chestnut, Market,
Ardi, Sts. incontrarono. Il mas
simo dell'entusiasmo fu poi rag
giunto nei pressi della statua
della Libertà dove costretti a
fermarsi per circa dieci minuti,
gli applausi continui, le grida e
gli slanci di giubilo raggiunsero
il non plus ultra. Verso le ore 5
P.|M. i componenti il Grande
Concilio si ritirarono negli uffici
dell'Ordine preceduti dalla stessa
banda musicale che li aveva ri
levati 5 ore prime.
Gl'italiani, che furtìno al segui
to di quella parata, non solo as
sistettero ad una delle più gran
dipnanifestazioni di simpatia da:
jjarte del popolo americano; ma
con orgoglio, forse per la prima
volta negli annali della vita colo
niale negli Stati Uniti, ne apprez
zai ,o la benevola deferenza, che
sentitamente, veniva accordata
alla nostra insuperabile patria.
* « *
I Figli d'ltalia, possono anda
re superbi di avere dimostrato
in questo incomparabile momen
to, la loro compattezza, segno di
forza e civiltà ed il loro ben'ama
to duce Giuseppe Di Silvestro,
che volle, sempre volle, fortissi
mamente volle, può benissimo
dichiararsi soddisfatto e ricom
pe*J:-ato ad usura delle fatiche.
H trionfo dell'Ordine, come
quello dell'ltalia, è stato com
pleto.
GL'ITALIANI DELLA "STET
■SON" FESTEGGIANO LA
| VITTORIA ITALIANA
Nel pomeriggio di venerdì del
laiscorsa settimana i lavoranti
[CONNAZIONALI,
Comprate le azioni della quarta serie della
SONS OF ITALY BUILDING AND LOAN ASSOCIATA
che sara'emessa il terzo Mercoledì di Novem
bre dalle 7 alle IO P. M. nel palazzo della Ban
ca dei Figli d'ltalia, alle 7 strade e Christian.
I cappellai, nel cortile della fab
brica "Stetson", festeggiarono la
vittoria dell'Esercito italiano
contro la nostra secolare nemica,
l'Austria.
Erano stati invitati a parlare
sul significato della celebrazione
il signor Giuseppe Di Silvestro e
l'Avv. Eugenio V. Alessandroni,
che vi si recarono in automobi
le col signor Maugeri.
Presentato dal signor Mai re
ne parlò in italiano, applauditis
simo, il nostro direttore e dopo
di lui l'avvocato Alessandroni
pronunziò un forbito discorso in
inglese, che entusiasmò tutti, i
taliani ed americani, i quali in
ultimo gli fecero una simpatica
dimostrazione di affetto. Le ban
de dei Professori R. Garritano e
Francesco D'Agostino negli in
termezzi suonarono inni patriot
tici delle nazioni alleate.
Dopo della commemorazione i
lavoranti cappellai si formarono
in corteo e fecero una parata in
alto di città e per il quartiere i
taliano dove vive la grande co
lonia.
I comitati erano così composti :
di quello italiano facevano parte
Alessandro Mairone, Angelo
Maugeri, Angelo Serenato, Cre
scenzo Longo, Carmelo De Nata
le, Carmelo Colanaso, Michele
Tremoglie e Giovanni Salvatore;
nel comitato americano vi erano
Jacob H. School, Benj Smith,
Geo. Drain, Wm. Burckley, A.
Revello, H. Baumeister.
INNALZAMENTO DI
BANDIERE
Alle 10 strade in Oregon Ave.
sabato scorso vi fu l'innalzamen
to delle bandiere americana ed i
taliana per il cui acquisto gli o
perai della U. S. Housing Cor
poration" avevano pagato un
dollaro ciascuno.
La cerimonia dell'innalzamento
della bandiera americana fu pre
senziata da un rappresentante
federale, da Mr. Caitell per il
sindaco, dall'ammiraglio Hughes
e da altri ufficiali di questa "Na
vy Yard." Prima che si procedes
se all'innalzamento della bandie
ra italiana, avendo il chairman
annunziato che finita la loro ce
rimonia gli italiani potevano pro
cedere alla propria, tutte le auto
rità civili e militari se ne anda-j
rono.
Per la bandiera italiana parla
rono il nostro direttore e Felice
Reale. Suonarono tre bande:
quella della Navy Yard, la ber
saglieri di Sansò e l'altra di Ari
stodemo Palladino.
CELEBRAZIONE RELIGIOSA
DELLA VITTORIA
ITALIANA
II signor G. Marcolongo ci co
munica che domenica prossima
il "Modem Italian Social Club"
delle 13 strade e Dickinson, del
quale egli è presidente celebrerà
la vittoria italiana con una festa
religiosa alla Chiesa di Santa Ri
ta, Broad ed Ellsworth.
La mancanza di spazio ci im
pedisce di dare la notizia per in
tero. Nel programma vi è inclu
sa una messa solenne, parata e
concerto musicale. I soci sono in
vitati in sala pev le ore 8 a. m.
SCUOLA SERALE D'INGLESE
Abbiamo il piacere d'annun
ziare che si è aperta una scuola
serale di lingua inglese nella sa
la Evangelica italiana posta al
l'angolo di Pveed e Carlisle Sts.
La scuola è diretta dai Rev. A.
Di Domenica, B. D. il quale è coa
diuvato da parecchie abili mae
stre. Avendo diversi insegnanti
a sua disposizione, il signor Di
Domenica è in grado di dividere ,
le classi secondo la conoscenza
degli allievi.
Il metodo che si usa in questa
scuola è stato scritto dal signor
Di Domenica stesso. Esso è faci
, lissimo ed abilita l'allievo d'im
: parare a parlare, a leggere ed a
scrivere l'inglese in breve tempo.
La scuola è aperta il lunedì e
giovedì sera alle ore 7.30 precise.
L'insegnamento è gratuito.
KATHARINA BRESHKOV
SKAYA E' VIVA.
La stampa americana smenti
sce la notizia della esecuzione di
Katharina Breshkovskaya, la
nonna della rivoluzione russa, an
! zi assicura che essa è in viaggio
per recarsi negli Stati Uniti di
America.
GLI UOMINI DI ETÀ' SUPE
RIORE AI 36 ANNI SONO
FUORI DI COSCRIZIONE
Gli uomini di età dai 36 ai 45
anni che hanno ricevuto il "que
stionario" e non l'hanno ancora
| riempito, sono invitati a ritornar
lo in bianco.
LA MORDE DEL
PROF. ROSA.
Mercoledì, 13, ebbero luogo i
funerali del Prof. Alfonso Rosa,
morto nei primi giorni di que
sta settimana in seguito a malat
tia di cuore.
Alla vedova le nostre condo
glianze.
CASINO Ti! E ATRE
Nella prossima settimana si a
vrà nel Casino Theatre l'opera
comica "New Beef Trust ' sotto
la direzione di Mr. Billy Watson,
che con questa operetta si licen
zia dal pubblico di Philadelphìa.
PEOPLE'S THEATRE
Nel People's Theatre sarà da
to "No Man's Land." Artisti:
Mr. Coleman, assistito da Phil
Peters, Ilazel Lorrain, Marforie
Mandeville, Harry Harris, Sani.
Lee, Coocia ed Amato e Gert e
Gert.
miir
ll'ornine in Peni
La necessità di un Orfanotrofio
è sentita dappertutto.
Nelle precedenti pubblicazioni
abbiamo dimostrato che la guer
ra e la recente epidemia lascerà
abbandonati, per le pubbliche vie,
moltissimi orfanelli, se l'Ordine
dei Figli d'ltalia non sarà solle
cito a prendere cura almeno di
parte di essi.
Non vi è colonia italiana,
grande o piccola se si eccettui
quella di New York che ha un
ospedale italiano non risponden
te ai bisogni della massa, che ab
bia una sola istituzione necessa
ria ai bisogni dei nostri immi
granti.
I così detti prominenti, quelli
che vorrebbero farsi credere dei
filantropi, non hanno mai pensa
to a cose utili ; e, mentre si sono
arricchiti sui sudori dei nostri o
perai, non hanno avuto mai un
palpito per essi. Spettava e spet
ta all'Ordine dei Figli d'ltalia di
lare ciò che i signori prominenti
non fecero mai. E' da un paio di
anni che questo Stato si a
; gita per la erezione e manteni
mento di un Orfanotrofio.
Nell'ultima Grande convenzio
ne hi deliberato di procedere con
i lavori e il Grande Concilio ha
lanciato l'appello alle logge che
incominciano a rispondere entu
siasticamente.
II Bollettino Ufficiale dell'Or
dine del 2 e 9 corrente pubblica
degli articoli sulla necessità de
gli Orfanotrofi da parte dei vari
Stati.
Noi riportiamo l'ultimo che di
ce così:
"PEI BIMBI DELL'ORDINE
COLPITI DALLA SVENTURA
"La cura principale, cessata
l'epidemia, deve ora rivolgersi ai
bambini orfani."
Con queste parole il Commis
sario della salute pubblica di New j
York ha chiuso i suoi rapporti !
sulle fasi della epidemia che tan
to ci ha travagliati di recente.
Noi "Figli d'ltalia in America" j
abbiamo il dovere sacrosanto di
pensare ai bimbi dell'Ordine.
I bimbi dell'Ordine sono i figli
dei fratelli nostri. Nelle nostre j
Convenzioni si discusse molto
delle necessità di nostri Orfano
trofi. Nel numero scorso rilevam
mo che oggi più che mai è ne
cessario preoccuparsi degli orfa
ni dei fratelli dell'Ordine. Voglia
mo ritenere che tutte le Grandi
Logge si preoccuperanno del gra
ve problema. In New York fin
da due anni se ne discusse. Nei
New Jersey vi è un fondo di aiu
to per gli orfani. In Pennsylva
nia vi è proprio ora l'iniziativa
in corso. Sorgano gli Orfanotrofi
in tutti gli Stati, nei (piali vi so
no Grandi Logge. E' doveroso.
* # *
In nome del nostro .patto di re
ciproco ausilio, noi rechiamo con
forto ed aiuto al fratello malato.
E se la morte lo rapisce alla no
stra famiglia, noi abbiamo lacri
me per lui. E poi che, morto il
padre, alla desolazione va unita
sovente la miseria, noi soccorria
mo la vedova e gli orfani.
E poi? Faremo noi come i
buoni vicini dei piccoli e grandi
paesi nostri, che confortano la
vedova e gli orfani con una taz
za di cioccolata ed un accompa
gnamento all'ultima dimora?
No, fratelli. Noi non lo possia
mo. Quando, uscita la bara, ac
compagniamo il fratello estinto
all'ultima dimora, il nostro pic
colo poema d'amore non è anco
ra all'ultima pagina. Lo amammo
quando, in mezzo a noi, lo chia
mammo fratello e gli stringem
mo la mano in un patto di reci
proco ausilio fraterno.
Lo amammo, quando trepidam
mo per lui, sapendolo infermo.
Lo amiamo ancora quando, pian
genti, ne seguiamo la bara, e,
con l'estremo tributo di affetto,
gli rechiamo il saluto estremo
dei fratelli tutti. E lo amiamo
ancora, quando alla vedova diamo
il fondo di soccorso che fu for
mato col contributo suo e col
nostro.
Potremmo tornare, doloranti,
ma tranquilli, in seno alle Logge
per ricordarlo ancora una volta,
se non colpissero le nostre orec
chia delle grida, che non sono
soltanto quelle della vedova. Sono
le grida infantili delle deboli crea
ture che invocano il padre inva
no, e che domani avranno fame
e mancherà il pana per loro. So
no gli angioletti di oggi, gli uo
mini di domani, i fanciulli orbati
del genitore, rimasti non per
confortare la superstite compa
gna di colui che chiamammo fra
tello, ma per tormentarla vie più
LA LIBERA PAROLA
implorando pane a bastanza, ed
abiti e calze.... E la mamma pen
sa ai molteplici bisogni del corpo
e della mente di quelle creature,
al loro sostentamento ed alla loro
educazione. Lavorerà, se ne avrà
la forza; e se non potrà?....
Oh! ch'ella senta che intorno
a lei vi sono degli uomini che
hanno il culto della solidarietà
nelle lotte della vita; ch'ella sen
ta che coloro che chiamarono
fratello il padre dei suoi "bimbi
serbano il culto della fratellanza
anche quando si è schiusa una
tomba. E noi, fratelli, in nome
della giurata solidarietà, in nome
della Fratellanza e dell'Amore,
bussiamo alla porta del fratello
estinto. Apriamo le braccia agli
orfani infelici, solleviamoli, a
sciughiamo le lacrime loro, e ras
sereniamo la madre. I figli dei
nostri fratelli appartengono alla
nostra famiglia; noi non possia
mo e non dobbiamo abbandonar
li, noi non tollereremo che essi
languiscano nella miseria. Pren
diamoli, soccorriamoli, educhia
moli.
Una casa li accolga. Larga sia
la nostra ospitalità per essi. E
quando di questi arboscelli,
strappati al tronco, ne avremo
fatto degli arbusti, noi sentire
mo la gioia del beneficio recato.
Noi, che lottiamo alla ricerca
della felicità, non possiamo cer
carla solo per noi. Cerchiamola
anche per loro, per i teneri bim
bi che non possono procacciarsi
un tozzo di pane, per queste
creature che educheremo ad a
mare, e che domani ameranno,
poi che seppero di essere amati.
E i bimbi ci ben ad iranno. E
le mamme loro ci benediranno
pure. E noi benediremo, a nostra
volta, quei bimbi, poi che essi
raccoglieranno il retaggio del no
stro Programma, e, meglio di
noi. renderanno rispettata e fol
te la massa italiana in America,
perchè possa levare lo sguardo in
alto e, in nome della fratellanza,
efficacemente contribuire al
trionfo dell'Amore, qui, dove, se
tutti i popoli si amassero, al di
ÜBA UDO I ili DI HII
111.
Gli italiani in America
PITTSBURG, Agosto.
Alla porta dell'albergo ho la
sciato or ora, membri della colo
! nia che mi hanno condotto per
la serata serena e fresca a fa
re un tri io in automobile attra
verso lo Schenly Park, che si
stende, vastissimo dalla parte
; nord della città. Li ho lasciati or
ora: li ritroverò domani asseta
ti di notizie dell'ltalia, felici di
parlare con chi è, di recente, ar
rivato dall'ltalia. Ed in tutte le
'Colonie che io ed i miei abbiamo
visitate, è stato sempre così: la
constatazione della nostalgia per
il paese lontano.
Questi italiani, che la madre
patria ha, nel passato, tanto in
giustamente dimenticati, sento
no ardente e vivo l'amore della
loro terra; e con più gioia e con
più ardore lo sentono ora che
come mi diceva lino di'essi a Fi
ladelfia l'ltalia comincia ad es
sere conosciuta ed apprezzata da- j
gli americani.
Veramente, io dovetti far no
tare agli americani, al discorso
che feci al banchetto offertoci
dalla "Roman Legion" a New
York, che questi italiani che ora
essi apprezzano perchè si sono
battuti da leoni sul Piave, sono
gli stessi italiani che hanno fat
to le ferrovie, aperto le strade,
dissodato i terreni, scavate le mi
niere di cui va superba e che fan
no ricca l'America. E poiché
per incarico dei colleghi io parla
vo in inglese, gli americani com
presero bene quanto di rimprove
ro c'era nelle mie parole, per
avere essi voluto durante tanto
tempo ignorare il reale valore!
dell'ltalia e disprezzarne le colo
nie. Indubbiamente una buona
parte della colpa rii questo di
sprezzo e di questa negligenza ri
cade sui Governi italiani del pas
sato; che tutto possono aver fat
to salvo che interessarsi seria
mente delle nostre Colonie.
Io ho sentito dovunque, a New
York, a Filadelfia, qui a Pitts
burg so che lo sentirò anche
a San Francisco e a Chicago
questo medesimo rimprovero fat
to dagli italiani delle nostre co
lonie "la madre patria ci trascu
ra."
E questo è male. E' male da
due punti di vista: da quello
della colonia che, essendo abban
donata, non è tenuta dagli ameri
cani nella stessa considerazione
in cui tengono le colonie francese,
inglese e perfino irlandese; dal
punto di vista dell'ltalia che si a
liena così l'affetto e l'attacca
mento di molti suoi figli.
Al banchetto di New York,
dove il collega Pedrazzi parlò
splendidamente agli italiani, io
vidi molti dei presenti commossi
fino alle lacrime e quando ebbe
terminato il suo discorso che fu
veramente magnifico, moltissimi
Io abbracciarono e lo baciarono.
Egli disse loro, che la madre pa
tria, al cui appello hanno con en
tusiasmo e con fede risposto i
chiamati alle armi, la madre pa
tria non li dimenticherà più co
me per il passato.
Perchè bisogna che il governa
italiano riesca a capire questi
sopra delle distinzioni di razza e
di nazionalità, si potrebbe for
mare il nucleo possente per im
porre al mondo intero la Pace e
l'Amore.
Gli uomini forti debbono aver
cura degli esseri deboli, dei fan
ciulli e dei vecchi, alba i primi e
tramonto gli altri, "crepuscoli
ambedue di nostra vita," così
lontani e pur così vicini nella no
stra pietà.
Il relatore del C. E. S. ebbe an
che a scrivere:
La fondazione di un Orfano
trofio e di un Ricovero per Vec
chi Fratelli dirà a tutti gli Ita
liani degli Stati Uniti che l'Or
dine Figli d'ltalia non mira a
formare una serie più o meno
perfezionata di società di mutuo
soccorso di tipo comune; che es
so non ha solo per forma o per
pompa una organizzazione soli
da, presieduta da ufficiali gran
di e supremi ; che le solenni pro
messe della nostra costituzione
noi intendiamo mantenerle; e che
veramente ci adoperiamo a "riu
nire in una sola famiglia gli Ita
liani sparsi per gli Stati Uniti
d'America", a "essere scuola di
mutua benevolenza e previdenza
umanitaria."
La fondazione dell'Orfanotro
fio e del Ricovero dimostrerà al
(lo ver no ed al Popolo d'ltalia la
bontà dei nostri intenti, la forza
della nostra organizzazione, e la
nostra abilità di promuovere o
pere che ridondino a vantaggio
ied onore degli Italiani in Ame
rica.
Al Governo ed al Popolo degli
Stati Uniti, la fondazione del
l'Orfanotrofio e del Ricovero di
rà che noi, benché poveri ed li
mili, come i Padri Pellegrini che
ci precedettero nel viaggio immi
gratorio, non vogliamo essere di
aggravio a nessuno, e che appe
na ci siamo rimessi dal naturale
disagio dell'arrivo in terra stra
niera, abbiamo detto come i no
stri padri nell'ora eroica del no
stro risorgimento nazionale:
Gli italiani faranno da sè."
verità: quanto più un paese è ri
spettato nelle sue colonie e tan
to più quel paese può far sentire
con efficacia il peso ed il valore
della propria politica internazio
nale. lo so questo per esempio.
Il collega Cassuto ed io siamo
stati incaricati dai colleghi della
Missione di parlare, in inglese,
agli americani. Ebbene noi dob
biamo sforzarci, noi siamo obbli
gati a battere in vari modi
su lo stesso chiodo: l'imperiali
smo italiano.
Le nostre più legittime riven
dicazioni di Trento, di Trieste,
dell'lstria sembrano, a questi a
mericani, acquisti territoriali che
noi vogliamo fare; non già ripre
sa di terre che erano e sono ita
liane.
E noi dobbiamo fare discorsi,
concedere interviste, scrivere ar
ticoli per giornali americani per
sfatare questa leggenda, per cor
reggere questo errore; cioè che
l'ltalia fa una guerra d'imperia
lismo.
Chi nelle colonie aveva avuto
prima di ora incarico e possi
bilità di fai' questo? Nessuno.
Bisogna che il Governo colga
il momento ora che è propizio.
Bisogna che il Governo italiano
liberi le colonie dei funzionari
negligenti (e sono moltissimi) ;
bisogna dia più mezzi ai Consoli
volenterosi ed attivi di alcune
grandi città. Non bisogna dimen
ticare, per esempio, che New
York è, per numero di abitanti
italiani, la quinta città d'ltalia;
e a New York i membri della Le
ga Navale, ai (|iiali parlò Vitetti,
si dolgono che la colonia sia ne
gletta, e qui a Pittsburg gli ita
liani si dolgono che l'ltalia non
sia rappresentata come si deve,
e come merita, e a Filadelfia che
il Governo faccia come se la co
lonia non esistesse. Ebbene bi
sogna che il Governo ripari, o
poiché in questo tempo di guerra
non è possibile prepari fino da
ora gli elementi per riparare agli
errori ed alle negligenge dei go
verni passati. Carità di patria, e
bene inteso interesse materiale
del paese lo impongono. Non bi
sogna più che, dopo la guerra, le
colonie italiane sieno, in America,
il simbolo dell'abbandono e della
delinquenza; sieno come sono
state fino ad ieri tenute in di
sparte dal movimento, dalla vi
ta e dalla stima dei cittadini ame
ricani.
Eppure, malgrado le negligen
ze e l'abbandono, le accoglienze
fatteci dai nostri connazionali JH>-
no state sempre calorose, cordia
li ; italianissime di espressioni e
di manifestazioni. Nè dagli ita
liani soltanto. Noi abbiamo ve
duto, insieme ai membri più no
ti e più attivi delle nostre colo
nie, le personalità più eminenti
delle città che abbiamo visitato.
Al ricevimento del "Mayor" eli
New York, dove parlò, agli ame
ricani. Cassuto, erano le più no
te personalità di New York; a
Filadelfia, io avevo a fianco (c
questo mi faceva pensal e alle va
rie sorti della vita degli uomini)
il Procuratore Generale della cit
tà, e seduto alla stessa tavola d
onore, era il Presidente della "Le
ga dei Figli d'ltalia',, una asso
dazione che ad imitazione d
altre americane si è data ca
liche e titoli massonici, e parlò
Pietro Solari.
E bisogna averne goduto per
sapere quanto affetto c'è in que
sti connazionali che ci vengono
ad incontrare alla stazione, ci of
frono le loro automobili, si met
tono a nostra disposizione, fanno
di tutto per farci sentire che in
noi essi amano ed onorano la pa
tria.
Naturalmente, ben altra atmo
sfera abbiamo incontrato a Wa
shington. La squisita cortesia del
nostro ambasciatore, conte Mac
chi di Cellere, la cordialità del
l'on. Hevione, che non ha dimen
ticato di essere stato giornalista,
10 accoglienze di tutti i membri
della Ambasciata ci hanno fatto
vivere in un altro ambiente. E
non solo queste ; ma anche la par
tecipazione alle onoranze l'atte
non a noi ma, all'ltalia dai meni
li! i del Governo Americano. Al
banchetto offertoci dal Segreta
rio per la Propaganda sig. Creil,
insieme col nostro Ambasciatore
con l'ou. Hevione erano il Mini
stro Daniels della Marina, Mac
Adoo del Tesoro, il Ministro del
l'lnterno, Redfrod del Commer
cio, e il Capo della Croce Rossa.
Creil presiedeva il banchetto. E
qui sentimmo palpitare il cuore
d'ltalia nei discorsi dell'Amba
sciatore, dell'on. Bevione e di
Cassuto che, in italiano, salutò a
nome della Missione, e sentimmo
11 rispetto e l'amore per l'ltalia,
e la determinata volontà di dura
re e resistere nella guerra fino
a vittoria compiuta nei discorsi
dei Ministri americani, ai quali io
risposi in inglese, affermando
che l'ltalia ha bisogno di tutto,
perchè grandi sono le privazioni
del popolo; ma che sopratutto
occorrevano all'ltalia uomini e
grano: e l'ltalia chiede più di
quelli che di questo. E la sera,
ancora, ci trovammo fra italiani,
al banchetto offertoci dall'Amba
sciatore al New Willard Hotel.
Eravamo stati ricevuti poche ore
prima dal Presidente Wilson, nel
le cui parole sentimmo vibrare
salda la volontà di vittoria, e a
vevamo ancora negli occhi la vi
sione della semplicità della Casa
Bianca quando ci trovammo di
nanzi alla tavola ornata di fiori,
piti ancora coperta di fiori, una
tavola veramente italiana. E qui
parlò Cassuto, ed aggiunse alcu
ne parole il sig. Cappa dell' "Av
venire d'ltalia." E naturalmente
a Washington sentimmo il valore
e l'orgoglio di essere italiani.
Che dire di qui a Pittsburg?
Ora i ricevimenti cominciano ad
essere ufficiali. Alla stazione ci
aspettava il IT. di Sindaco con i
"policemen" a cavallo per farci
scorta; al lunch ha parlato Cas
suto in inglese, io in italiano e in
inglese; ma anche qui, al lunch,
al banchetto, in automobile, do
vunque ad ogni istante i nostri
connazionali ci dicono, ci ripeto
no: "fate che la patria non ci di
mentichi, fate che non siamo ne
gletti, è prima di tutto interesse
dell'ltalia."
E questa è una verità che non
ha bisogno di dimostrazione; che
il Governo ci pensi.
A. AGRESTI.
R. Consolato d'ltalia
Philadelphia, 13 Nov. 1018
Prego V. S. di volere rendere
noto ai connazionali col tramite
del Suo pregiato Giornale che
Sua Eccellenza l'Ambasciatore
ha rimesso il 12 corrente al Pre
sidente del Consiglio lire due
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