LA LInERA PAROLA .'The Free Word) PUBLISHED EVERV SATUHDAV by A. GIUSEPPE I>l SILVESTRO EDITOR-IN-CHIEF 906 Carpentcr St. l'hila., fa. Beli PtKKM. Waimal H-71 Anno I. - t Novembre, IVIi - No. M SUBSCRIPTION One yur, in uvucc $ 2.00 Si* month» „ . . „ 1.25 Storie copy 0.03 ADVERTISING RATES per Inserltcn Diiplay adt. per ìnch. ungie co!unr,n 50.75 Politicai nolicc» ' " " 1 .00 Amuacmcnti " " " 0.75 p«r month Display iàt. per ioch, tinaie column 52.00 Politicai noticet « « « 3.00 Amutemerts " " " 2.00 Rcading mattcr per line of 13 em» 0.15 Xranslationandset up type paid teparately Ali payments must be made to LA l.llìh.RA PAROLA buon animo, per aumentare sem pre più il prestigio delia Patria di fronte agli Alleati, coi quali la nostra causa si intensifica, cosi nei cimenti della guerra, come nei benefizi che ne deriveranno. Con questa preparazione l'lta lia si è lanciata alla rivincita. Alla gigantesca battaglia impe gnata i! 24 ottobre anniversa rio di Caporetto parteciparo no 51 divisioni italiane, 3 ingle si, 2 francesi, una czeco-.slovacca ed un reggimento americano, contro 63 divisioni austro-unga riche. E ad onta della superio rità di numero, il generale Diaz ha sconfitto completamente il nemico. Cinquecentomila prigionieri catturati dagli Italiani, prima della firma dell'armistizio, e il colossale bottino stanno a dimo strare che non è poi- esagerazio ne di entusiasmo che la stampa americana ha proclamata la vit toria d'ltalia come la più grande nella storia. E la sua importanza diventa sempre più grande, quan do si rifletta alla vasta e simulta nea partecipazione delle truppe italiane negli altri fronti della guerra: specialmente in Francia con mezzo milione di uomini e con un altro corpo di esercito nei Balcani. L'Austria Ungheria, per ope ra dèi L'esercito Italiano, è com plefegfnente fuori della guerra: ed ora più che mai è dimostrata la consistenza del programma Bell'ltalia, che cioè "la via di Ber lino è quella di Vienna". Adesso i iio» li i soldati hanno aperto da soli la via; ed ove la Germania non accetti i termini dell'armi stizio che le salarino imposti, a vrà il tracollo appunto da quella strada. Lo riconosce apertamen te uno dei più eminenti uomini politici di Washington, il Sena tore Smith. "Non solo l'Austria è completamente eliminata come belligerante egli ha detto ma agli Alleati è aperta ogni via e concessa ogni facilità per oc cupare, in breve lasso di tempo, importanti territori germanici, e constringere il governo tedesco .ad accettare le condizioni che gli Alleati imporranno." Questo sarà un altro magnifico successo dei soldati nostri. E noi crediamo che in quest'ora essi non domandano altro che di com piere quest'opera grandiosa. Si, andate, o soldati d'ltalia; andate, finite di liberare i popoli dagli ul timi furori della forza immonda. Andate alla vittoria senza mac chia. Tutta l'Europa, tutta l'uma nità pensante è con voi ! Assistere aìla decomposizione di due Imperi di ferro, guardare i suoi monarchi che non sono più che due spettri, vedere la puni zion© co i vicina del delitto, pen sare che sono compiuti i sogn della no tra giovinezza umiliata e dover ciò a questa Italia che fornì a tutti, col tributo delle sue vene aperte, il tempo di resiste re e di redimersi, questo è vera mente il più alto spettacolo eh la storia abbia offerto agli uo mini. ALFREDO PEREI LIA. Fttiiihiltìeli Nella piccola, ma laboriosa co lonia italiana di Kiverside, N. J. martedì scorso fu festeggiata li . strepitosa vittoria delle nostre armi. Ne avevano presa l'inizia tiva la loggia Nino Bixio N. 58s dell'O. F. d'l. e la Società di M. S. Umberto li di Savoia. Il comi tato preparatore era composte dei signori: Giammaria Melfino, Rosario lannuzzi, Eleuterio De Santis, Nicola MoreHi, Bartolo meo Di Pasquale, Benedetto Do natello e Alfredo Conti. Per tutta la giornata prestò servizio una banda musicale di retta dal signor Aristodemo Palladino. Come preludio alla festa vi fu una grande parata. Al Corteo, che girò per le principali strade della città, presero parte la log gia, la società e gli italiani tutti. In una piazza ebbe luogo la commemorazione con discorsi pronunziati da due ministri evan gelici e dal signor Palladino. Do po di ciò il corteo, tornato al pun to di partenza, si sciolse e nella sala sociale furono offerti dei rin freschi a tutti i partecipanti. Nell'assieme una magnifica di mostrazione il cui ricordo rimar rà perenne in Riverside. OOOOOOOOOOCOOC>OCOOOOOOOOOOOOOCHX>OC>OCK>OOCK>OOCK>C«OO^ PRIMA BANCA NAZIONALE A PITTSBURGH 1 (First National Bank at Pittsburgh, Pa.) CAPITALE E SOPRAVANZO S 5 MILIONI KS Ispezionata dal Governo i Vaglia Postali e Telegrafici al miglior cambio della giornata. - Servizio diretto col Ministero per depositi alle Casse Q di Risparmio Postali del Regno d'ltalia. - Accetta depositi ad interessi e rimborsa qualunque somma senza bisogno di ..... i: a riunirei preavviso. - Accurato e sollecito servizio gratuito per recapito di corrispondenza a chiunque ne faccia ricniesta in p viandoci l'indirizzo. -La Banca fornisce qualunque informazione venisse richiesta, rispondendo immediatamente. First National Bank at - Pittsburgh, Ra. I FIFTH AVENUE I •iooo' OOCX OOOOOOO©OOOOOOOOOOOOOOC>OOOOOOOOOOOOOOOOOOOCHÌOCOOOOOOCHSOOCKBOBSOOOOOOOOOOOOpCUfOÌXtXtOOOOOOOOOOOàrO(X>OpOOOC^OO^OOOOpO^OOOOOOOOCKKfOWXOOCKfOOOCK^OOOOÌKOCKKKSSO%_ I 111 ti Siili» [.... CI «BUI Il 24 Ottobre 1917, dopo un lungo ciclo di magnifiche vittorie che avevan portato il nostro eser cì to in vista della mèta dei no stri sogni, la povera Italia, ab bandonata con imperdonabile in gratitudine dagli alleati, minata dalla insidiosa propaganda tede sca, tradita all'interno dai di sfattisti neri e dai disfattisti ros si, subì l'onta ed il disastro di Caporetto. Il 24 Ottobre 1918, un anno giusto dalla data fatale, dopo una attesa lunga e paziente, dopo u na preparazione intensa e febbri le, dopo avere indarno sollecita to un largo invio di uomini dal l'America che pure assolda, a centinaia di migliaia i nostri gio vani, l'ltalia ha rotto finalmente gl'indugi e, facendo-adeguamen to sulle sole sue forze, poiché per cinquantamila anglo-f ranch i-a --mericani che combattono sul no stro suolo, vi sono non meno di cinquecentomila dei nostri che, oltre i confini, si battono valoro samente per altre terre, ha lan ciato la più spettacolosa offensi va della guerra, prostrando al suolo in meno di dieci giorni, il nemico più formidabile, dopo la Germania. Dinanzi all'eloquenza dei fatti, il mondo è rimasto attonito, co me percosso da un formidabile annunzio. La stampa americana, che non ebbe mai una parola buona per i duecento cinquanta mila fratelli, veterani gloriosi .di vittorie im mortali, che bagnano col loro sangue gentile ii suoio cieiic Fian dre; che non ha mai fatto cenno delle nobili gesta degli Italiani in Macedonia ed altrove, mentre ha prodigato laudi sperticate persi no ai Greci, entrati in campo al l'ultim'ora; all'annunzio dell'im pareggiabile trionfo italiane han masticato verde, e per quan to è stato ad essi possibile, har cercato di menomare il meritc del nostro esercito, dividendole cogli alleati che sul nostro fronte avevano solamente un' esigua rappresentanza. Quest' atteggiamento ostile della stampa straniera ha aguz zato gli insani appetiti degli arri visti e dei pigmei, oggi che, pei l'antico valore del nostro eserci to, il sentiero, fino a ieri mala gevole e pericoloso, è divenute facile e piano; oggi che l'immen so edificio costruito in quaranti anni riagli Imperi centrali, è crol lato miseramente nella polvere sotto i fieri colpi della potenzt italica. Ed all'ultima ora, nell'immen so agone mondiale, sono spuntat come funghi, i jugo-slavi accam panti diritti sulla Dalmazia, si Gorizia, e bontà loro anche su Trieste, e i Greci, entrati ir lizza quarantacinque giorni oi sono, ossia all'inizio dell'avanza ta nei Balcani. I Greci sorto que gli stessi che, conseguenti alh loro perfìdia antichissima, har tenuto per lunghi mesi immobi lizzato in Salonicco un poderose esercito alleato, che non potevi avanzare nel timore eli essere as salito proditoriamente alle spalli dalla soldataglia di Costantino; Greci che han ceduto soltanto al la violenza elegli alleati e ne han no abbracciato la causa quande l'orizzonte cominciava a rischia farsi per le Nazioni dell'lntesa Orbene, costoro spingono cupid sguardi sull'Asia Minore, si Costantinopoli, sul Dodeca neso, sul!' Albania; quasi chè P Italia avesse com battuto al fianco della Germania e dell'Austria ed oggi, fiaccata, dovesse subire la spoliazione de! nemico vincitore. Pretese insulse e ridicole eli gente che vorrebbe elevarsi a na zione libera, raccogliendo il frut to degli altrui sacrifici. Ma non è il momento di sover chie preoccupazioni. I cani possono ben latrare rab biosamente alla luna nelle silenti c; suggestive notti d'estate; ma la candida, la placida luna che assiste muta ed indifferente al fato degli Asburgo, continua ta cita e solenne la sua peregrina sione a traverso l'azzurro infi nto. L'ltalia dovrebber o ficcarse lo in mente gli arrivisti ed i pig mei è entrata in guerra libe amente ed in momenti critici e lifficili, per completale la sua u iità e per strappare i suoi figli ill'esoso giogo elei barbari. Per luesta causa santissima e nobi !ss ima essa ha sacrificato un milione e mezzo dei migliori tra i suoi figli; ha profuso sessanta o settanta milioni di lire; ha quasi totalmente dato fondo alle sue limitate risorse. Il suo popo lo, stretto in fascio formidabile, senza distinzione di parti edi fede, ha sopportato, con romana fermezza, i più duri sacrifici, le più grandi privazioni. In verità sarebbe mostruoso se, dopo quarantadue mesi di e roismi, altri raccogliesse il gui derdone dei nostri sforzi genero si; se questo guiderdone se lo dividessero tra "loro, complici e consenzienti le glandi potenze, gli ineffabili Jogo-Slavi e i Gre ci di dubbia fede che il moderno Ulisse che li governa dittatoria mente vorrebbe oggi ricondurre, con astuzie simili a quelle del ca vallo di Troia, all'antico splen dore. Ridiamoci sulla insidiosa e puerile propaganda e deploriamo soltanto che questi arrivisti e pigmei trovino simpatizzanti per sino entro i confini d'ltalia. Esiste un Trattato di Londra le cui clausole le potenze fuma tane hanno il sacrosanto dovere di rispettare. L'ltalia ha avuto il disastro di Caporetto e fu una disgrazia im meritata; ma quel disastro tenne dietro ad una lunga serie di ful gide vittorie e dopo quel disastro essa, con le sole sue forze, ha sa puto cancellare l'onta della fata le giornata ed ha saputo inflig gere, al suo secolare nemico, la sconfitta più grande che la storia militare ricordi. Onore diituitie all'ltalia, a que sta Nazione nobile e cavalleresca che sul principio salvò l'lntesa dalla rabbia teutonica ed oggi si è rivelato il principale fattore di vittoria. Il premio che le spetta e che risponde alle sue secolari aspira zioni cui immolò una lunga cate goria di martiri illustri, nessu no ha il diritto di contestarglielo. Diversamente la santità dei trat tati sarebbe un'ironia anche pei popoli pugnanti per la civiltà, i quali si metterebbero cosi allo stesso livello dei tedeschi che i trattati definivano null'altro che pezzi di carta straccia. Il che non avverrà A Trieste ci siamo e ci re steremo ! LUIGI CORONA. Roma papale e la Guerra All'Egregio Sig. Direttore della "Libera Parola' Philadelphia, 28 Ott. 1918 Signor Direttore, La direzione del Momento, pei tema di polemiche e per ragion che si riserba di rivelare a VÌVJ voce, declina, con una lettera mol to cortese, firmata dal Prof. Fa rina. di pubblicare l'accluso serit to, che risponde ad un articok apparso in quel foglio qualche settimana fa. Le sarei grato s< lei volesse accoglierlo nel sue giornale. A me piace la discussione se rena che fa risaltare il vero e giova ad illuminare i lettori. Grazie e saluti. Suo Dev.mo (Rev.) T. E. della Cioppa. L'articolo "Un cardinale italia no" apparso il 5 Ottobre nel set timanale "Il Momento" mi sem brò destinato a difendere l'atteg giamento dèi Papa e del'suo Cle ro nel presente conflitto dei po poli. La verità quindi e ivi svi sata con arteficio sottile, che svia chi legge. Non è il cardinale Maffi che possa degnamente appellarsi ita liano, ma un numero considere vole di vescovi e di preti che sono poi appellati liberali. Ciò è vero come è vero che il Papato ed il Clero devoto ed intransigente nu trono aspirazioni e rivelano ten denze favorevoli agl'lmperi Cen trali, spesso in modo astuto ed occulto e qualche volta in manie re apparenti ai pochi, che cono scono l'anima clericale d'ltalia. Contro costoro la stampa italia na ele turbe nazionali si sca gliano con eccedente ferocia e con linguaggio ingiurioso, poiché non possono intendere le mire del Pa pato politico e del Clero. Questi hanno ragione di mo- LA LIBERA PAROLA strarsi in favore dei Teutonici, perchè la vittoria di costoro si gnificherebbe una certa vittoria del Vaticano e dei clericali. La vittoria dell'Austria cattolica im porterebbe la vittoria delle ambi zioni regie e politiche del Papa, mentre la vittoria delle N'azioni Alleate importerà il trionfo del l'ltalia conti aria al Papa, il trion fo delle nazioni ove prevale l'ele mento non cattolico-latino, il trionfo delle Chiese libere e osti li al Pontefice romano, che disco noscono e oppugnano, come isti tuzione politica e dispotica e co me origine dei mali religiosi e delle discordie tra i cristiani au tentici. La vittoria delle nazioni dell'lntesa darà alla Chiesa An glicana ed alle Chiese Greche un impulso ed un valore ben grande e diminuirà l'autorità del Papa to politico e religioso e seppelli rà nell'oblio eterno il Papato re gio. Il Clero romano e ligio al Pontefice Sommo sa bene tutto ciò e quindi sente il dovere di sperare per i suoi trionfi e non per i trionfi dei suoi avversari. Ma queste speranze divengono e vanescenti sempre più che l'ora della pace si avvicina ed il giudi zio della Germania barbara si prepara. Noi che crediamo nelle leggi provvidenziali e nei consigli divi ni, noi sentiamo nell'animo la certezza che quel Vaticano che non è mai stato neutrale e non ha levato la voce contro i barba ri, se non solo quando lanciava no bombe alle chiese e ne distrug vegano le guglie secolari,quel Va ticano dovrà subire ancora una volta il giudizio di Dio, nel cui nome pretende di operare e di condannare, e diventare sempre più trascurabile davanti al mon do moderno. Già, chi ode più la voce di (|uei che s'appella succes sore del povero pescatore di Ga lilea, dell'apostolo Pietro? Qual valore hanno più le corrisponden ze diplomatiche del Vaticano? Qual valore hanno le sue .scomu niche e le sue censure? Il mon do cammina e le anime si salva no e si elevano, ma non per il po tere di Leone, di Pio odi Bene detto, ma per l'opera di Dio e del suo Cristo e per l'attività della sua Chiesa. So bene che anche oggi dopo tanto cammino nella vita t nella luce vi sono miriadi di anime pic cine e che gemono sotto i ! calicò di pregiudizi a di idee pagane, e che queste mi chiameranno sacri lego, temerario e dannato, perchè oso vilipendere il Santo Padre, ma so anello molto bene che, se | Cario d'Austria e Guglielmo di Germania dovranno capitolare e cadere per forza d'eventi, dopo che per secoli ebbero ad inchinar si alla dinastia del Kaiser, anche il decrepito istituto del Papato è destinato ornai a declinare al tra monto od a trasformarsi. 11 XX Settembre è passato an cora una volta stridendo pei giar dini del Vaticano e sul capo de Pontefice: muori! E l'eco di mille voci ha ripetuto ovunque: Tutto si trasforma o muore! T. E. della Cioppa Chiesa dell'Emmanuello, Phila. Sempre così, Pasquale Farina. Quando gli conviene, allora egli è il direttore del "Momento"; quando poi si tratta di assumer |si delle responsabilità il nostro personaggio sparisce, o fa sa pere che "11011 c'era", o che da rà le spiegazioni a voce o per let tera. Quando si ignorano le regole più elementari del giornalismo o non si ha il coraggio di mostrarsi tutto di un pezzo, non si ha neanche il diritto di profanare li na professione così nobile. Pasquale Farina è capace di farvi insultare nel suo foglio, e quando voi, per difendervi, vole te rispondere, allora egli vi fa sa pere che non può permettervelo perchè vi sono ragioni "domesti che" che ne lo impediscono; pe lò egli vi parlerà la prima volta :he avrà l'occasione di incontrar ci. Fintanto, però, si tratti di jolemiche personali lo si potreb je anche compatire, profano co ri'è del giornalismo; ma è sor irendente che Pasquale Farina si iebba rifiutare di pubblicare ar .icoli obbiettivi ed innocui cornei 1 surriportato del Rev. della Cioppa. (n. d. r.) PANETTERIA ITALIANA NICOLA MARINELLI 1020 So. Bth St. Phila.. Pa. Gli artefici del disastro di Caporetto I millantatori del patriottismo di Filadelfia e di altrove, equivo cando sul significato della data del XX Settembre, hanno nega to, nel modo più assoluto, che questa celebrazione debba essere considerata come festa nazionale e da "zingari di fiera" hanno per fino lanciata una scommessa di cento dollari a sostegno della loro asserzione, I lettori ricorderanno che noi. con argomenti inconfutabili, li abbiamo smentiti ed inchiodali a fianco dei Gerlach e dei raidul ti. Ma se vi fosse ancora bisogno di altre prove, potremmo citare tutte le pubblicazioni d'ltalia non facenti parte della stampa disfattista le quali, parlando della celebrazione della data fati dica di quest'anno la definiscono la Grande Festa Nazionale. La "Tribuna" di Roma del 20 settembre u. s. così annunziava la celebrazione del XX Settembre da parte della cittadinanza d Roma: "IL XX SETTEMBRE "Domani la nostra GRANDE FESTA NAZIONALE che sarà celebrata con straordinaria so lennità e concorso di gioventù italiana e dei nostri alleati, avrà un'eco in tutto il mondo civile." » • » Lo stesso giornale nel giorno seguente, 21, pubblicando il reso conto della festa del XX Settem bre, svoltasi "nelle altre città del Regno," dice: "L'ANNIX ERSA RIO NAZIONALE e stato solen nemente festeggiato a Milano, Torino, Venezia, Genova, Pado va, Ferrara, Como, Rovigo, Sira cusa, Messina, Perugia, Alessan dria, Siena, Parma, Livorno, Sal somaggiore, Aquila." * # * II Senatore Tittoni, nel suo di scorso commemorativo, pronun ziato a Porta Pia, definiva il XX Settembre DATA DI REDEN ZIONE CIVILE E POLITICA, proprio come l'abbiamo definita noi, aggiungendo essere "ventu roso ed augurale che in questo iriorno sia riaffermato altamente il grande principio della redenzio ne internazionale." Chi è stato dunque a deturpa re nelle colonie italiane d'Ameri ca il significato della festa del XX Settembre, noi o i seguaci di Faidutti e compagnia? RICERCA DI PERSONA Riproduciamo qui sopra la fo tografia della signora Giuseppina Di Lello la quale, da circa due mesi, ha abbandonato la propria residenza al N. 4684 Umbria St., Manayunk, portando seco S2OO e lasciando il marito Nicola Di Lel lo e due teneri figliuoli, presen temente malati. Il marito è pron to a dare una ricompensa di SSO a chiunque potrà dargli notizie della moglie. La moglie stessa potrà scrivere al predetto indi rizzo e far conoscere al marito ove trovasi ed egli è disposto a I non darle alcuna molestia purché prenda presso di sè i bambini, pronto a passare il dovuto man tenimento. Hi RUM DOMENICO DE PAOLS, Prop. 32 E. 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