La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, November 02, 1918, Image 2

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    LA LIBERA PAROLA
(The Frce Word)
PUBLISHED EVERY SATURDAY
by
A. GIUSEPPI-: PI SILVESTRO
eoitor-in-chief
906 Carpenter St. Phila., Pa.
Brìi Phone. Walnut 74-72
Anno 1.-2 Novembre. 1918- No. 29
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LA LIBERA PAROLA
calia i diecimila ufficiali di ogni
specie che le occorrono in più.
Ha trovato un industriale, il
Redford abile di larghe vedute e
ne ha fatto il Ministro del Com
mercio; e poiché la Croce Rossa
è, per gli Stati Uniti e per le Na
zioni alleate, qualche cosa di più
clie una semplice organizzazione
per soccorrere i feriti, ha trova
to un milionario di buona volon
tà e ne ha fatto il capo-supre
mo.
Il Congresso aveva dato a Wil
son, per le spese imprevedute
non so più quanti milioni di dol
lari, egli ha chiamato a sè Creil,
un giovine ma abile funzionario,
e ne ha fatto il capo della pro
paganda per la guerra: il Gallen
ga d'America. Così, con la scel
ta dei migliori uomini, con la
concorde volontà della Nazione,
Wilson ha affrontata la guerra.
E le lotte politiche? Qui, ora
come altrove, tacciono repubbli
cani e democratici, progressisti
il nuovo partito creato da
Roosevelt e socialisti sono
concordi nella volontà di fare,
portare a fondo e vincere la guer
ra.
Le prossime elezioni avranno
luogo nel 1920. Tanto oramai
se, quod Deus avertat, la guerra
durerà ancora a capo degli
Stati Uniti non potrà andare che
un uomo il quale voglia e con tut
ta energia, portare alla buona fi
ne la guerra. Un continuatore
della politica di Wilson.
In quanto ha rapporto ai pro
blemi di guerra, chè per quanto
concerne i problemi interni
quantunque le lotte politiche
tacciano ci sono molti che
pensano in modo diverso dal Pre
sidente.
Nè potrebbe essere altrimenti.
Molti problemi politici non sono
qui altro che problemi di carat
tere economico.
Valga un esempio: lo Stato ha
messo la mano sulle ferrovie, le
ha unificate e fatte sue. La misu
ra è provvida ed opportuna
date anche le necessità della
guerra. Ma gli interessi delle
Compagnie hanno creato una
corrente sfavorevole alle statiz
zazioni. Certo la grande massa
della popolazione, che ha sentito
il beneficio del provvedimento,
loda il Governo per questo suo
atto ed invoca che si statizzino
egualmente il servizio telegrafi
co, i servizi della illuminazione
e delle acque; ma ciò non ''«glie
che vi sieno uomini e giornali
fieramente opposti a questi prov
vedimenti e che dichiarano aper
tamente, che finché dura la guer
ra e per le necessità della guerra,
le cose possono anche andare be
ne così; ma che, finita la guerra,
devono tornare allo stato di pri
ma. Questo è dunque un proble
ma che il Governo dovrà affron
tare con carattere definitivo, e,
forse, fino da ora ci si prepara.
Un altro problema, e gl'ave, è
quello del voto femminile. Alcu
ni Stati lo hanno risoluto per
conto proprio, e in codesti Stati,
nell'Ohio per esempio, le donne
concorrono, come gli uomini, alle
elezioni. Ma questo non è un
provvedimento della Unione. E
vi sono molti che temono i i>os
sibili risultati reazionari della
concessione del voto alle donne
in tutta la Nazione. Da par
te loro le donne han
no, ora, adottato 1 metodi
turbolenti che adoperarono, pri
ma della guerra, le loro consorel
le inglesi. Anche qualche giorno
fa una folla di donne si recò di
nanzi alla Gasa Bianca a fare li
na manifestazione rumorosa. Ne
furono arrestate una ottantina.
Ora questo movimento che qual
che anno fa faceva ridere, da da
pensare. Bisogna riflettere che
diecine di migliaia di donne la
vorano, anche nei cantieri dello
Stato, e la loro opera è utile alla
produzione di guerra, ed alla vita
delle città. Sono donne negli uf
fici, su gli ascensori, si i trama,
ai torni, alle leve, alle macchine
dovunque erano uomini che sono
andati alla guerra. E molte più,
via via che le leve andranno in
tensificandosi, molte prenderan
no posti di uomini. E tutte que
ste cittadine vogliono il voto.
Certamente lo avranno. Non ora,
ma finita la guerra lo avranno:
c'è però chi si preoccupa della ri
strettezza di vedute politiche del
la donna, e vede come primo ri
sultato di questo voto, un regres
so su la via delle libertà pubbli
che, che qui sono grandissime.
X
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(First National Bank at Pittsburgh, Pa.)
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First National Bank at Pittsburgh, Ra.
FIFTir AVENUE AND
I
Certo il Governo, ora, nè cede,
nè è disposto a cedere; nè il Con
gresso sembra preoccuparsi mol
to di ciò che vogliono le donne;
anzi, nella maggioranza, i sena
tori sono contrari alla concessio
ne del voto; ma anche questo è
un problema che il Governo do
vrà affrontare con ben altri
provvedimenti e per altre vie che
qualche blando arresto.
Vi sono poi le questioni opera
ie: i* problemi del dopo guerra.
Non i problemi economici inter
nazionali che, dopo la guerra, na
sceranno dai nuovi legami e rap
porti fra i popoli alleati; ma i
problemi intemi, problemi di par
tecipazione degli operai, ai gua
dagni degli industriali, problemi
di soprannumero di mano d'ope
ra, problemi di lavoro femminile
in concorrenza col lavoro maschi
le. Sono, giù per su, problemi
dello stesso caratteri di quelli
che si presentarono in tutte le
nazioni ora in guerra, senonchè,
qui agli Stati Uniti, codesti pro
blemi si presenteranno più ur
genti e più complessi e per la for
za delle organizzazioni operaie,
che qua sono potentissime, e per
chè gli operai sono qua più esi
genti che altrove.
L'operaio degli Stati Uniti è
abituato ad un genere di vita e
ad una tal somma di comodi che
in Europa è ignorata completa
mente. Si parla dei comodi degli
operai inglesi e francesi ; ma so
to niente di fronte al confort cui
è abituato l'operaio americano.
Ogni casa di operaio quà è for
nita di tutti i comodi che si tro
| vano soltanto nelle case della me
dia borghesia francese ed italia
na. L'operaio americano non può
fare a meno del bagno quotidia
no, della buona tavola, e di buone
vesti uscendo dal lavoro. Il suo
salario è alto: ma desidera par
tecipare ai guadagni della azien
da ove lavora. Già molti grandi
industriali hanno adottato il
principio della partecipazione a
gli utili ed una forte agitazione
ha ora luogo perchè questo prin
cipio sia esteso dovunque.
Oggi e domani dunque. Oggi
tutto per la guerra, domani alle
ni il benefiche e proficue opere del
la pace. A. AG R ESTI.
ACCOMIATANDOMI DAGLI
AMICI
31 Ottobre.
Caro Poppino I)i Silvestro.
Alla vigilia di allontanarmi da
Filadelfia, per recarmi alla nuova
dimora di New York, sento il do
vere di salutare tutti gli amici
e conoscenti che mi hanno sem
: pie incoraggiato ed appoggiato.
Nei quattordici anni circa di
residenza in questa città ho cer
cato di fare sempre il mio dove
re vivendo onestamente del mio
, lavoro senza mai deviare dalla
retta via. Da modesto operaio ho
, preso parte a tutti i movimenti
per la redenzione morale della co
• ionia italiana e, con i miei com
pagni di lavoro, sono stato sem
, pre contro i mestatori che han
. no tentato di inquinarne le sane
■ energie.
Dai primi giorni quando misi il
' piede in Filadelfia ebbi la fortu
. na di conoscere i fratelli Giusep
-1 pe e Giovanni Di Silvestro e mi
■ son sentito sempre orgoglioso o
i gni qualvolta ho potuto seguirli
! nella loro opera combattiva ed
■ altruistica, e tale affetto per es
i si rimarrà sempre saldo nel mio
' cuore. Più volte, da certi avvol
toi si è tentato di farmi deviare
dalla via tracciatami, fino a boi
cottarmi negli affari, ma sempre
inutilmente perchè ho preferito
soffrire la miseria piuttosto che
1 cedere. Di ciò non mi pento.
Prima di partire ho un altro
dovere, quello cioè di chiedere
1 scusa verso qualche amico since
ro, se gli ho mancato di rispetto,
e verso gli amici e i fratelli del
l'Ordine dei Figli d'ltalia, della
loggia "Italia" specialmente, se
qualche volta, involontariamente,
ho mancato.
Come socio prima e come vene
rabile ora della "77" credo di fi
vere assolto modestamente il mio
compito e mi auguro che essa vo
glia mantenersi sempre in alto
la cittadella dell'Ordine in que
sta città ed impedire che degli
"arrivisti" ne monopolizzino le
sante aspirazioni.
Infine rinnovo i miei ringrazia
menti ai fratelli Giuseppe e Gio
vanni Di Silvestro ed a tutti i
miei amici e fratelli che mi sono
stati vicini nelle gioie e nei do
lori.
Ringraziandoti, caro Peppino,
della pubblicazione della presente
credimi Sempre tuo
FRANCESCO SILVAGNI
I «
La congiura del silenzio
ola Gonsegna di equivocare
E' semplicemente irritante il
trattamento che si fa alla nostra
Italia, l'unica nazione che ha
combattuto da sola la sua guer
ra, dopo di avere salvata la Fran
cia ed aiutata la Russia.
Se non fosse stato per il disa- j
stro di Caporetto voluto dai ne
mini interni clero e socialismo
ufficiale, auspice Giolitti e dal
la gelosia delle nostre alleate
mancanza di aiuti più volte ri
chiesti e promessi la guerra
sarebbe stata decisa dal nostro
Esercito allora in esso non vi
era l'ombra di nessun soldato
straniera— il quale avrebbe con
tinuato a marciare su Vienna,
spianando la via di Berlino. Del
resto, quel disastro fu vendicato
dai nostri valorosi sul Piave e il
loro spirito di sacrificio e di eroi
smo non si discute.
Intanto oggi dobbiamo assi
stere ad una commedia che di
sgusta. Se è il fronte francese ad
essere attivo, la stampa, questa
meretrice che concede le sue gra
zie ai migliori offerenti, esalta
gli eserciti alleati, meno i soldati
italiani che pure combattono e
roicamente in Francia e dap
pertutto; se l'attività, invece, si
svolge nel nostro fronte, allora
sono i soldati inglesi e francesi
a vincere, come se il nostro valo
roso esercito fosse assente.
A far cessare questo disgu
stante trattamento non valgono
le continue proteste che si man
dano ai giornali americani, i qua-1
li vi rispondono che le notizie lei
ricevono così da fonte inglese o
francese e che essi vi mettono so
lamente i titoli che sono più ir
ritanti del contenuto.
E le notizie di fonte italiana
sono impedite dalla censura o la
nostra patria non ha cura della
sua dignità e, sopratutto, di quel
la dei suoi figli all'estero i quali,
in compenso dei loro sacrifici per
l'attaccamento alla madre comu
ne, debbono essere umiliati di
fronte a quelli di altre nazionali
tà?
Auguriamoci che i nostri uo
mini di governo facciano almeno
valere i loro diritti nella conclu
sione della pace ; ma abbiamo ra
gione di dubitarne. Basti dire
che, in un fatto di tanta capitale
importanza, quale è quello del
Consiglio interalleato, riunitosi a
Versailles, dopo la seconda riu
nione dei rappresentanti delle
nazioni alleate, mancavano sola
mente quelli d'ltalia neile perso
ne di Orlando e Sonnino.
Il 28 Ottobre u. s. il signor
Francesco Siracusa inviò una let
tera-protesta all'Evening Ledger
per il modo equivoco seguito nella
pubblicazione di notizie che ci ri
guardano e il giornale americano
rispose inneggiando all'Esercito
italiano. Noi però avremmo pre
ferito che quella risposta fatta al
signor Siracusa, invece di essere
chiusa in una busta, fosse stata
pubblicata per dare agio ai letto
ri indigeni di conoscere la nostr?
patria. Ma le glorie d'ltalia deb
bono essere solamente bisbiglia
te in segreto, perchè dicendole a!
AVVISO POLITICO A F>AOi AIVI E NTO
LE ELEZIONI DI MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 1918
namiMMKMmmwMmKrjmmMmmmmmmmßmmnmmmnmMrwmmMMTmmmmmrvmmrmrì IIIM .I Mirra
Votate per SPROUL e per Tiritera lista Repubblicana dello Stato,
Votate per ALEXANDER SIMPSON, Ir. a Giudice della Corte
Suprema.
Votate in favore degli emendamenti alla Costituzione.
- Votate per i Candidati Repubblicani al Congresso.
E' importante che i Repubblicani siano in controllo del Governc
per definire le importanti questioni che sorgeranno a guerra finita.
VOTATE L'INTERA LISTA REPUBBLICANA MARTEDÌ VENTURO
/ . J.L.. . »
LA LIBERA PAROLA
pubblico lo impedirebbe la cen
sura.
Ecco le due lettere: quella del
signor Francesco Siracusa e la
risposta fattagli dall' Evening
Ledger :
Signor Direttore della
"Libera Parola"
Nell'Evening Ledger del 28 ot
tobre, leggevasi a capo linea
quanto appresso:
BHITISH CROSS THE PIA
VE AND TAKE 2000 PIUSON
ERS.
Il sottoscritto, sentendosi ur
tato ed umiliato per questa conti
nua soppressione del nome ita
liano, in tutte le fasi concernenti
questa maledetta guerra, alla
quale gli italiani hanno portato,
se non il più grande contributo,
certo uno dei più grandi, avendo
per ben due volte salvata Parigi
ed alla loro entrata in guerra,
salvata la Russia, e con essi tut
to il mondo civile dall'invasione
barbara, scrisse una lettera ri
sentita, nella quale faceva rile
vare all'editore dell'Evening Led
ger, se non altro la poca corret
tezza.
A tale risentimento il Signor
Morris Lee, redattore capo, gen
tilmente rispondeva colla lettera
che qui accludo, e pei 1 la quale il
sottoscritto ringrazia sentita
mente in nome della nostra pa
tria, per le belle parole molto lu
singhiere in essa contenute.
Non faccio commenti. L'ltalia
Ufficiale faccia valere i suoi di
ritti. Dev.mo
F. SIRACUSA
* * *
MIMI
DOMENICO DE PAOLS, Prop
32 E. Church Street, Uniontown. Pa
11 ritrovo preferito degl'im
piegati, commessi viaggiato
ri e buongustai in generale i
quali nel Colombo Restau
rant trovano cibi sani ed a
prezzi convenienti, oltre al
servizio inappuntabile e cor
tese. —:— —: —
UFFICIALE DECORATO
"La Tribuna" di Roma pub
blica:
"IL TENENTE CORSI
"Apprendiamo con piena sod
disfazione che il sottotenente
Giovanni Corsi, da Capestrano, è
stato su proposta del Genera
le, comandante il Corpo di spedi
zione in Macedonia insignito
della Croce di Ferro, al merito
di Guèrra.
Questa distinzione pi emia l'o
pera e l'attività non comuni del
valoroso Tenente, il quale da di
verso tempo fa efficace opera di
propaganda in Macedonia, par
lando con quello slancio che lo di
stingue alla truppa, la quale lo
ascolta col massimo piacere.
Congratulazioni ed auguri."
RICERCA DI PERSONA
I)a Washington, Pa., il giorno
6 marzo u. s., si allontanava dal
la sua famiglia, senza lasciar
traccia di sè, il giovane Raffaele
o Ralph Marino, figlio del signor
Ferdinando, ex Venerabile di
quella loggia Leonardo Da Vin
ci. Il 15 luglio ha compiuto il
18.mo anno di età e frequenta
va il secondo anno dell'High
School.
Questo giornale sarà grato a
chiunque potrà darci notizia del
giovane Marino ; un fervido ap
pello intanto rivolgiamo all'im
mensa famiglia dell'Ordine dei
Figli d'ltalia perchè i suoi com
ponenti si cooperino alla ricerca
di lui onde riportare la tranquilli
tà nell'animo, giustamente, addo
lorato, di un padre.
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Managing Editor