La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, September 21, 1918, Image 2

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    LA LIBERA PAROLA
(The Kree Word)
PUBLISHED EVERY SATURDAY
by
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO
EDITOR-IN-CHIEF
906 Carpcnter St. Phila., Pa.
Bell Phonc, Walnut 74-72
Anno 1.-21 Settembre. - No.
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LA ÜBERA PAROLA
tato attestato di stima agli Italia
ni, i quali, per la loro costante la
boriosità, per il loro rispetto alle
istituzioni di questo paese, han
reso grandi e segnalati servigi
alla Confederazione Nord Ameri
cana. Egli chiuse augurandosi
che, conìe per lo passato, anche
oggi gl'ltaliani risponderanno u
nanimi agli appelli ilei Presiden
te Wilson per facilitare l'opera
dell'America ed iiccelerare l'ora
della vittoria della giustizia e del
la democrazia.
Dopo del Sindaco fu invitato a
parlare dall'istesso posto, perchè
tutti avessero potuto conoscere il
nostro Ordine, il fratello Giovan
ni Torchio, delegato dal Grande
Venerabile ad iniziare la Nuova
A. Volta. Egli parlò a lungo sul
la necessità d'una grande orga
nizzazione, come la nostra, rile
vandone gl'immensi benefìci ma
teriali e morali. Provò come le
piccole associazioni non possono
finanziariamente e moralmente
compiere ciò, che oggi ha di bi
sogno la nostra massa emigrata e
chiuse sciogliendo un voto che
tutti i nostri connazionali, cono
sciuta la grandezza e la bontà
del nostro Ordine,accorrano a noi
per stringerci tutti insieme e sa
lutale il dì. che ci troverà riuni
ti tutti in una sola famiglia.
Entrati in sala si diede princi
pio alla cerimonia d'iniziazione.
Faceva da madrina la Loggia
Salvatore Barzilai di Charleroi e
quando giunse il momento d'i
stallare gli Ufficiali della nuova
Loggia, prese la direzione della
funzione il fratello G. Torchio,
assistito, in qualità di Araldo,
dal fratello Antonio Balsano.
Venerabile della Loggia madrina.
Gli Ufficiali istallati furono:
Venerabile, Giuseppe Tonello;
Ass. Venerabile, Giovanni Di Lo
renzo; Ex Venerabile, Carlo Sup
po; Oratore, Tommaso Muia; Te
soriere, Giuseppe Ritacco; Segr.
di Fin., Domenico Perrotta; Se
gretario Arch., Pietro Guara
scio; Cerimonieri, Donato Muso e
Giovanni Colli ; Curatori : Enrico
Bacchetti, Nunzio Sanzi, Giusep
pe Greco, Domenico Reda, Fran
cesco Dentri ; Sentinella Int. Gio
vanni Fragomeni: Sentinella e
sterna, Luigi Di lulius.
Dopo la cerimonia parlò pel
primo il Venerabile della Loggia
madrina A. Balsano, al quale ten
nero dietro Di Lorenzo Giovan
ni, a nome della nuova Loggia;
Riva Francesco, il Rev. Scarpitti
Fortunato, Leone Giuseppe. Il
Venerabile della nuova Loggia.
Tonello Giuseppe, chiuse la breve
serie dei discorsi, ringraziando le
rappresentanze delle Logge in
tervenute e promettendo loro di
non demeritare nell'avvenire la
stima e l'affetto di tutti i fratel
li, perchè compiranno tutto inte
ro il proprio dovere onde render
si degni di appartenere all'Ordine
Figli d'ltalia.
Alle ore 8.30 p. m., fu dichiara
ta chiusa la funzione ed i fratel
li della nuova Loggia, insieme al
le rappresentanze delle altre Log
ge, passarono in altro locale, do
ve fu loro offerto un delizioso ed
abbondante trattenimento.
Il fratello Torchio, insieme ad
altri cinque fratelli, fu ospite del
neo Tesoriere, fratello Giuseppe
Ritacco, il quale è stato l'organiz
zato re instancabile e disinteres
sato della Loggia Nuova Ales
ar: dro Volta.
♦ * *
Domenica 15 corrente fu ini
ziata nell'Ordine la Loggia Gian
felice Gino N. 878 di Freeland.
Fece da madrina alla iniziazio
ne la Loggia Garibaldi N. 198 di
Pittston, con a capo il Venerabile
Achille Vena.
Diresse la cerimonia il Grande
Segretario Archivista Alfredo
Perfilia, il quale, giunto da Phi
ladelphia alle ore 1.38 pom., alla
stazione di Hazleton, fu ivi rice
vuto dal Venerabile eletto della
neo Loggia Gaetano Veraldi, dal
Segretario Archivista Calmine
Brienza e da altri soci; e poi col
carro elettrico tutti si recarono
a Freeland.
La iniziazione della Loggia eb
be luogo verso le ore 6 pom. Fu
rono istallati i seguenti Ufficiali
col concorso dell'Araldo nella
persona del Segretario Archiv.
della Loggia madrina, Luigi Pa
ce:
Venerabile, Gaetano Veraldi;
Assistente Venerabile, Carmine
Vietri; Ex Venerabile, larrusso
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Giuseppe; Oratore Angelo Rossi;
SegT. Archivista, Carmine Brien
za ; Segretario di finanza, Carmi
ne Pruonto; Tesoriere, Santo Di
chiaro; Curatori: Francesco Rus
so, Domenico Pietro, Nicola Ci
polletta, Gerardo Mazziotti, An
gelo Cordaio; Cerimonieri, Luigi
Fortunato; Ciriaco Santoro; Sen
tinella interna. Giovanni Amon
tehro; Sentinella esterna, Nicola
Di Feo.
Dopo l'insediamento parlaro
no: il Venerabile della neo Log
gia Gaetano Veraldi, il Segreta
rio Archivista Carmine Brienza;
l'Oratore Angelo Rossi, Gerardo
Moziotti che è uno dei Curatori, e
per la Loggia madrina il Venera
bile Achille Vena, il Segr. Archi
vista Luigi Pace e l'ex Venerabi
le Felice Cardasela.
Con dispiacere di tutti, i rap
presentanti della Loggia madri
na dovettero subito ripartire per
chè obbligati a fare parecchie
ore di carro per tornare a Pitts
ton. Intanto i soci della nuova
Loggia passarono nella sala sot
tostante; e qui, mentre prima
nella sala della iniziazione erano
stati offerti agli intervenuti ver
mouth e sigari, fu consumato un
copioso lunch. Dopo di esso il
Grande Segretario Archivista Al
fredo Perfilia pronunziò un di
corso, lumeggiando gli scopi del
l'Ordine, e fermandosi sul pro
getto di istituzione dell'Orfano
trofio e Ricovero coll'incitare i
nuovi fratelli a volervi dare tutto
il loro concorso.
La riunione si sciolse ad ora
tarda, inneggiando all'avvenire
dell'Ordine, e con l'augurio che
presto una nuova loggia si or
ganizzi ad Hazleton, ove esiste
una numerosa colonia di italiani.
Il Grande Segretario Archivi
sta fu ospite del Venerabile <]HÌ
la Loggia di Freeland, Gaetano
Veiialdi, e ripartì la mattina suc
cessiva alla volta di Phiiadel
phia.
LA LOGGIA MARCONI N. 165
PER I/ORFANOTROFIO
Oltre ad aderire ai provvedi
menti riguardanti ogni socio i
scritto, adottati dal Grande
Concilio allo scopo di formare il
fondo per l'erigendo Orfanotrofio
e Ricovero, la benemerita Loggia
Guglielmo Marconi N. 165 ha
votato un'offerta straordinaria
per il fondo stesso, offerta che ci
è comunicata con la seguente let
tera :
"La Loggia Guglielmo Marco
ni N. 165, avendo preso nota del
la gl ande opera umanitaria pro
gettata del nostro Ordine coll'e
rigendo Orfanotrofio, che dimo
stra ancora una volta quanto pur
il "vis unita fortior" nel cuore c
nella mente degli Italiani, in se
duta ordinaria del 15 corrente, ha
delibemto ad unanimità di con
tribuire dal fondo di cassa eoa la
somma di dollari cento per la be
nefica Istituzione.
"Sperando che ciò sia di sprone
alle altre Logge che compongono
il nostro Ordine.
"G. CURINGA,
Segr. Archivista".
CONCORSO"
-, t
h, aperto un concorso per un
Assistente Segretario dell'Ufficio
del F. U. M. di questo Stato.
A questo concorso possono par
tecipare fratelli e sorelle dell'Or
dine Figli d'ltalia in America, i
quali dimostreranno di possedere
le necessarie cognizioni, special
mente in materia di contabilità.
Ogni domanda di concorso de
ve essere corredata da titoli sco
lastici e da referenze di ben ser
vito, rilasciate dagli Enti, presso
i quali si è stati in precedenza
impiegati.
La Commissione si riserba il
diritto di sottoporre i candidati
ad un esame orale per provarne
la capacità.
L'orario d'Ufficio è di ore 8 al
giorno ed il compenso settimana
le andrà da un minimo di $15.00
ad un massimo di $20.00 a se
conda la capacità. Saranno prefe
riti i candidati c ìe sanno scrive
re a Typewriter.
Le domande di partecipazione
al concorso debbono inviarsi non
più tardi del 10 ottobre prossimo
al Presidente della Commissione
de! F. U. M.
Farm. Nicola Albanese
Chester, Pa.
Spirato questo termine, non
sarà tenuto conto di quelle che
potessero giungere dopo.
Farm. N. Albanese, Pres.
G. Torchio, Segretario
LA LIBERA PAROLA
COMPLICITÀ' 0 PECORISMO ?
Fu veramente la Federazione
delle Società Italiane ad autoriz
zare Carmine Baldi, a scrivere al
Presidente Wilson perchè proi
bisse la commemorazione del 20
Settembre ?
Carmine Baldi dice di sì. Quin
di questa Federazione, che il Bal
di questa volta ha interesse a di
re che esiste, ha incaricato lui,
suo presidente, a dare quel passo,
che l'ha precipitato nell'abisso,
da cui nessuna t'orza varrà a
trarlo e nel quale ha trascinato
con sè i membri tutti della Fede
razione. Questo così detto ente
morale, la cui abnegazione è sta
ta strombazzata ai quattro venti ;
questa Federazione che, a senti
re il Baldi, in tutte le manifesta
zioni d'italianità e di filantropia è
stata sempre la prima; questa
Federazione, che portava alle
stelle il Cavaliere Uffi, Uffi come
colui, che, con la sua onnipoten
za, ogni porta aprisse (leggi City
Hall) e dimostrasse che il disin
teresse, la beneficenza, la solida
triottismo ed italianità: questa
Federazione stessa, d'un colpo,
lia buttata la maschera ed ha det
to: "lo mentisco!"
Sì ! perchè ora è chiaro che l'i
pocrisia più sfacciata e la ofanità
camuffata da legge morale son
servite ad adescare i gonzi ed a
buttar cenere agli occhi degli
sciocchi, per rivelarsi e dire al
Presidente Wilson: "Noi fingem
mo, noi mentimmo la nostra pre
dicata italianità! 11 20 Settem
bre non lo si commemori! Quel
giorno, che ci ricorda quando in
Roma Capitale si sanciva un dog
ma e si santificava un'ideale rag- j
giunto, noi ci vestiremo di nere :
gramaglie, e, col capo asperso di
cenere, noi piangeremo, come gli
Ebrei sotto le mura di Sionne, la
perdita del 3.0 Regno. Per pietà,
Presidente Wilson, proibite, evi- 1
tate lo scandalo ! Anatema ! Alia-,
tema!"
Ecco quanto avete fatto, al di- 1
re di Baldi, voi membri della Fe
derazione ! Con l'autorizzarlo a
commettere l'atto il più vile, il l
più impatriottico, voi vi siete
resi suoi complici, ed il biasimo
che piove su lui da ogni angolo j
delle colonie Italiane d'America,
voi lo raccogliete assieme con lui,
poiché voi così voleste; voi lo in
caricaste, e vi legaste a lui con la
catena della colpa, poiché assas
sino è chi commette un delitto,
assassino è chi lo coadiuva, lo
! spinge, o, potendo evitarlo, non lo
evita; ladro è chi ruba, come la
dro è colui che gli regge la scala.
Ecco la complicità vostra, signo
, ri della Federazione.
Ma .sarà poi vero quanto ha
detto Carmine Baldi ? Che non
; sia questo uno dei suoi sgambet
ti da funambolo per dire: io lui
incaricato ; ma lo feci a malin
cuore! Voi sapete che io sono
massone e non mi sarei mai so
gnato!.. 10. vi pare? Io?
E verosimilmente potrebbe an
che essere ; ammettiamo anzi che
.va così. Resterebbero con ciò
scusati i membri della Federazio
ne? Niente affatto. Chi non ha
coscienza della propria indipen- ;
denza; chi crede che un Caglio
stro qualunque possa arrogarsi il
dritto di fare e di disfare a pia
cer suo ; gl'incoscienti che chiu
dono gli occhi alle svergognatez
ze di un capo, scusandosi col di
re: io non ne so niente; questa!
sorte di gente è colpevole di un
delitto, che tende ad avvilire l'u-i
| mana società ; un delitto, che de- j
i nota malvagità, se non ignoran
za voluta; un delitto che ci ricor-j
ria il feudalismo e la sferza e ri
bassa l'individuo al disotto dell'u
mano livello: questo delitto è il
[pecorismo; pericoloso quanto o
gni altra piaga sociale, perchè fa
forti i prepotenti a scapito della
dignità umana; fa dare l'appella-'
; tivo di intelligente all'avventu
riero, e suggella sè stesso con lo
appellativo di pecora! Di qui noni
si scappa: foste voi, signori della
Federazione, i complici o le peco
re?
Non foste i primi? E perchè
non smentiste? Nell'ultima sedu
ta, quando si accettavano le di
missioni del Prof. P. Farina, del
lo scultore Giuseppe Donato e del
Dr. Alfredo D'Aloia, ci fu forse
qualcuno che domandò delle spie
gazioni, sulla cagione delle dimis
sioni in parola o su quanto veni
va pubblicato dai giornali locali
e di fuori circa l'ultimo gesto di
Kocambole? E' sorto forse qual
che membro della Federazione a
domandare la luce e a dare la col
pa dell'avvenuto a chi spetta?
Nulla di tutto ciò.
Non foste i secondi ? Ed allora
perchè non vi ribellaste? Anziché
restare sotto l'incubo di un'altra
accusa, che potreste ritenere in
giusta, perchè non alzate la voce
e liberamente come fanno i ne
poti di Giovanni da Procida e di
Pier Capponi, non date il bando
a chi d'ltaliano ha il nome sol
tanto; e che solo per ostentazio
ne e vanagloria, si fregia il petto
d'un croce che ha troppa attinen
za col 20 Settembre?
Con quale coraggio da oggi in
poi voi della Federazione userete
più la parola patria e patriotti
smo ?
La lettera di Carmine Baldi a
Wilson ha coverto di vergogna
voi della Federazione, perchè in
vostro nome egli l'ha scritta, e
con tal gesto il vostro nome egli
ha cancellato dall'elenco dei veri
figli di Roma.
Noi pubblicheremo l'elenco
dei soci della Federazione
ed ogni qualvolta cotesti signori
si presenteranno al pubblico con
qualche loro iniziativa o parteci
pazione a manifestazioni patriot
tiche, ricorderemo sempre che
essi non sono degni di una Italia,
la cui Unità hanno cainescamen
te calpestata, e la Colonia li tenga
nel conto che meritano. Non è
opera di dissidio questa; è opera
d'epurazione: che non ci si con
fonda in seguito. E il Cavaliere
dalle tristi figure porti pure le
traduzioni in Inglese coperte di
lagrime a chi siede in alio; noi ci
serviremo del testo italiano per
smascherarlo.
Signori della Federazione, ave
te ancora tempo per riabilitarvi
agli occhi della Colonia; ma fino
ad allora noi non lasceremo di
sussurrarvi all'orecchio: Compli
cità o pecorismo?
IL SANNITA
HENÌOJOMO
Quando le nostre armi vittorio
se entreranno nei territorii ne
mici, noi non favoriremo la di
struzione delle cattedrali, non di
struggeremo le università, come
i tedeschi hanno fatto a Louvain,
non forzeremo all'amplesso le
donne, nè tampoco le stupreremo,
non castreremo i ragazzi. Non
approveremo il massacro della
popolazione civile, la tortura, non
bruceremo uomini e donne avan -
zati d'età non crucifiggeremo i
soldati feriti, non uccideremo a
colpi di baionette i bambini nel
le loro culle, trasportandone po
scia i loro corpicini alla testa dei
reggimenti, come un trofeo di vi
gliaccheria. Noi non uccideremo
nessuna infermiera tedesca, come
è successo alla Edith Cawell, non
getteremo delle bombe sopra gli
ospedali; non inoculeremo nei
prigionieri dei germi di malattie,
nè tampoco daremo ai loro bam
bini dei dolci e confetti avvelena
ti ; non commetteremo dei furti
sulle proprietà private, nè di
struggeremo gli alberi e le pian
te. In una parola non metteremo
in pratica i dettami della KUL
TU-RA.
Quel che non si deve dimenticare
Tutto ciò non sarà mai da noi
dimenticato, e non permetteremo
a qualunque italiano di dimenti
care, che tutto ciò è stato com
messo dalle orde barbare degli
unni durante la guerra. Essi han
no commesso tutti questi vanda
lismi sotto gli ordini dell'alto co
mando, ed anche per propria ini
ziativa, perchè la loro natura è
selvaggia. Questo è quello che
dovrebbe essere impresso in ogni
soldato italiano, in modo da sa
persi regolare ed ispirarsi a se
conda delle circostanze, tutte le
volte che s'incontrerà con un te
desco. Questo è quanto gl'italiani
dovrebbero avere sempre impres
so nelle loro menti, in modo da
aumentare ed intensificare inde
fessamente la loro vigilanza ed
indurire il loro cuore, quando si
trovano in presenza di codeste vi
pere e dei loro inganni, le quali
s'insinuano, s'ifiltrano nelle no
stre masse per continuamente
nuocerci. Queste sono le ragioni
per cui ogni uomo che si rispet
ta e che ha decoro e sentimen
to deve, finché in vita, bandire
completamente ogni relazione di
affari, di amicizia, di conoscenza
con tutto ciò che è tedesco.
Noi vogliamo le rappresaglie;
esigeremo dalla Gei-mania, il
più che sia possibile, riguardan
ti indennità per tutti i danni ma-
teriali arrecati al Belgio, alla
Francia, all'ltalia, alla Serbia, ai-
Montenegro, alla Rumenia, al
l'Albania, anche ammesso che ciò
debba completamente dissan
| guarla, conservandola in tale sta
! to per centinaia e centinaia di
anni. Dovremmo completamen
te spazzare tutti i simpatizzanti
tedeschi, ed i tedeschi inclusi nel
territorio degli alleati, confinan
doli, non in posti dove essi po
tranno godere un buon tratta
mento; ma in luoghi dove si fa
rà loro sentire, se n'on tutto, al
meno in parte il rigore che la lo
ro esecranda razza, ha imposto
a degli innocenti. Dovremmo
mandare tutte le spie, i
bombardieri, i dinamitardi
non nelle carceri, ma nelle
file avanzate del fuoco.
Dovremo imprimere ai nostri sol
i dati, che il loro principale dovere
è quello di ammazzare gli unni;
e che se per avventura è gioco
forza prendere dei prigionieri, pi
gliarli ; ma ricordarsi che è sem
pre meglio di ammazzare.
Semplice giustizia
, Agire in questo modo non èda
selvaggio, no., è sete di sangue;
è semplicemente umanità, giusti
zici. Monstruosa ingiustizia sa
rebbe, il lasciare che i tedeschi
paghino tutta quella indennità
che potrà ricavarsi dalle opera
zioni militari ; sarebbe inumanità
il lasciare al largo tanti innume
revoli cospiratori criminali, sa
rebbe sete di sangue, il rispar
miare la vita di pochi, che lascia
ti in loro balia, ammazzerebbero
migliaia e migliaia di innocenti ;
sarebbe un oltraggio all'umanità
ed alla civiltà trattare alla pari
0 con fiducia, coloro che hanno
mostrato di essere intrinsicamen- !
te criminali e depravati. Non vo- j
giiamo che i soldati che attuai- i
mente combattono per delle ra
gioni sante, debbano degradarsi
a scendere allo stesso livello di co
loro contro dei quali essi stanno
combattendo. Uomini che uccido
no cani idrofobi, delle serpi vele
nose, e che distruggono dei ver
mi nocivi, non si potranno chia
mare destituiti, non si sono desti
tuiti, non si sono degradati. Al
contrario l'aver compito delle
; buone azioni ed avere liberato il
mondo da pericoli, ci eleva, solle
vandoci all'apice della gloria mo
rale. I nostri soldati che uccide
ranno i barbari per il bene dell'u
manità, sentiranno il loro senti
mento esaltarsi come quello dei
crociati, e come quello dei grandi
uomini, che hanno sempre com
battuto per il progresso e per il
diritto, uscendo vincitori dopo
una lotta titanica.
Noi vogliamo la rappresaglia,
non quella imposta dalla crudel
tà, ma vogliamo la rappresaglia
continua, inesorabile, senza fu
gare e violentare donne e ragaz
ze, senza schiavitù, senza delitti,
senza criminalità, senza sacrile
gio; ma forza, forza senza limi
te, e sopratutto per il presente, la
forza che ammazza gli unni.
Francesco Siracusa.
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