Published and distributed under pe. mit No. 500 authorizcd by the act of October «, 1917, on lile at the Post Office of Philadelphia, Pa.. by order ot the President, A. S. Burleson, Postmaster Gen. I forti caratteri sono gli Dei Supremi della Storia Nazionale, t A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street I. - Numero 23 LO «EU HI'OHI lIHIE l iiit mi tini MII SIIMI unii) P Nelle scorse settimane abbia ' mo assistito ad una polemica che '.si è andata svolgendo tra alcuni membri dell'Ordine degli Indi . pendenti, polemica che ha segna ta la prima tappa verso quelle sfacelo ineluttabile, cui l'lstitu ii zione precipita con fantastica ve llocità. Noi non ci occuperemo oggi di ! questa polemica, perchè essa è di I carattere esclusivamente perso r naie. ' Dall'"Opinione" del 25 agosto apprendiamo che la Domenica precedente, e proprio il 18 stesso \ mese, ebbe luogo qui in Filadel | fia, la Grande Convenzione, nella quale, con leggerezza imperdona | bile e sintomatica, si procedette all'elezione degli Ufficiali che do vranno comporre il nuovo Gran de Concilio Statale : in altri ter mini, sulle macerie ingombranti o sulla sabbia, si costruisce l'2di ficio sulla cui solidità non può farsi alcun assegnamento, perchè porta con sè il peccato di origine. Nello stesso comunicato si leg geva che, dopo avere assodato al cune pendenze interne, che non potevano rendersi palesi,poiché le leggi generali vi si opponevano, si passò alla nomina ed all'elezio ne ecc ecc Questa dichiarazione è grave, molto gi - ave, di un'incoscienza ta le che va oltre i limiti di qualsiasi immaginazione. In una Istituzione come quelle dei due Ordini Figli d'ltalia nulla deve esser tenuto celato al pub blico controllo, all'infuori dei se greti ritualistici a mene che l'Ordine degli Indipendenti non .sia una accozzaglia di gesuiti e di disonesti, i quali non vogliono mettere in luce le loro azioni po co pulite. E se così fosse, essi, , gli Indipendenti, non avrebbero alcun diritto all'esistenza; non a i vrebbero diritto a vivere in mez zo a quella comunità alla quale negano persino il rendiconto mo rale del loro operato. Si dice che i confronti siano o diosi, ma molte volte essi s'im pongono come una necessità. L'altro Ordine, quello genuino, quello dei veri "Figli d'ltalia" non accoglie nelle sue file le not tole ed i pipistrelli ; osso compie tutto alla luce del sole ed in que sto precisamente sta il segreto d§l suo sviluppo, del suo progres so, della sua continua e rapida ascensione. Esso offre alla curiosità ed al l'indagine del pubblico, a mezzo ■el "Bollettino Ufficiale" e della stampa coloniale, tutto ciò che nel suo seno si compie: scrupolo so rendiconto delle operazioni del "Fondo Unico Mortuario" e della 'Grande Loggia", delle somme, lelle vistose somme che raccoglie contribuisce per i profughi e Ber la Croce Rossa; del danaro [che sta pagando fin dall'inizio della nostra guerra maggio f1915 alle famiglie dei richia mati e del danaro che largisce ai bisognosi per beneficenza. P Questo per quanto riguarda il finanziario; ma anche dal la to morale non si è meno scrupo losi. Ela stampa pubblica setti- Sjanalmente i processi che si svol ; gono nell'Ordine, le punizioni che si applicano, i provvedimenti che vengono adottati. In una parola rene e di pubblica ragione tutta la sua vita, interna ed esterna, sic ché esso può paragonarsi ad una casu di cristallo limpido e terso, nella quale tutti indistintamente, fratelli ed estranei, possono spin jfere il loro sguardo e farvi le più accurate e minuziose indagini. L'Ordine Indipendente invece, i nello Stato di Pennsylvania, ope ra ed agisce in guisa da legitti mare il sospetto e la diffidenza; Vgisce ed opera come un'accolita ìi gesuiti edi cospiratori delle tenebre. Il vecchio Grande Concilio, d'infausta memoria, otto o dieci 1 mesi addietro fu, dalle Autorità Supreme, sospeso dall'esercizio .(JeJle sue funzioni per malversa zione di fondi e per altri fatti di sonesti. Di questa misura radi cale il pubblico non ha saputo j mai nulla e, quel che è peggio, non ne seppero nulla neppure i fratelli, derelitti ed ingannati, i quali avrebbero avuto un certo diruto e l'inganno si protrasse al- ; les amente per il periodo di pa recchi mesi. Solo più tardi, di straforo si seppe che il Grande Concilio era stato sospeso ed una inchiesta era stata ordinata. L Dove è andata a finire quell'in- ! ITALIAN WEEKLY NEWS PAPER chiesta famosa? Vi è stata o non vi è stata appropriazione di da naro dal fondo di cassa, di quel danaro che i Soci pagano con su pina incoscienza, attratti da un falso miraggio e da fallaci pro messe ? Perchè si son tenuti celati i ri sultati di essa inchiesta? Sono forse vere le voci che cor rono che cioè furono diversi a di vidersi il bottino e le opime spo glie? Queste sono domande legittime che corrono sulle bocche di tutti, siano essi membri dell'Ordine de gli Indipendenti, siano coloni di sinteressati ; ma a queste doman de non si può rispondere, perchè bisognerebbe rimuovere un velo che nasconde agli occhi del pub blico un cumulo di vergogne. Ma perchè preoccuparsi di si mili quisquilie? 11 nuovo Gran de Concilio è stato formato e qui sta il busillis; gli Ufficiali eletti indosseranno la magnifica scar pa, emblema del loro grado, cor reranno di loggia in loggia cor bellando i vecchi fratelli; colle in sinuazioni e cogli inganni tente ranno di attirarne altri nella tra ma. Ma frattanto a pentola bol le, la pentola che dovrà inelutta bilmente portare allo sfacelo, al tonto finale, se i nuovi ammini stri! tori non avranno la capacità ed il coraggio di scoprire gli altri imbrogli e poi col bisturi estirpa re il focolare d'infezione che mi na l'intero organismo. Riusciranno questi signori nel loro arduo compito? Non faccia mo prognostici perchè non siamo figli di profeti. Ma se dovessimo informare il nostro giudizio alia deplorevole leggerezza con cui hanno accettato le cariche, sen za prima esigere che un'inchie sta, seria e dignitosa, avesse as sodato le vecchie responsabilità, non vi sarebbe adito a lusinghie re speranze. Noi non vogliamo atteggiarci a maestri e a pedagoghi, ma non e sitiamo ad affermare che il pri mo atto del nuovo Grande Conci lio, dovrebbe essere quello di mettere tutte a nudo le colpe del le passate gestioni, e così facen do avrebbero di un tratto ricon quistato la fiducia e le simpatie degli associati e del pubblico. LA LIBERA PAROLA. n arisi" Egregio Sig. Direttore, In occasione del XX Settembre la Loggia Italianji "Roma" h:; pubblicato il manifesto qui acclu so al quale la S. V. è pregata dare pubblicazione nel Suo pregiato giornale : "Tu solo, o ideal, sei vero" Gipsuè Carducci. ITALIANI, Il XX Settembre 1870 veniva restituita all'ltalia la sua Capita le. Attraverso la breccia di Por ta Pia entrava lo spirito dei nuo vi tempi che bandiva per sempre la superstizione e l'oscurantismo. L' "idea" aveva trionfato ; allo ra, e allora soltanto, l'ltalia potè dirsi fatta e compiuta. Anche oggi l'ltalia in anni combatte per un' "idea", per la li bertà delle nazioni tutte; ed ha a compagni, nella lotta contro la tirannia e la rapina, i popoli li beri. ITALIANI, I questjora tragica di sangue e di passione ci siano di guida e di sostegno i fasti luminosi del pas sato. Dalla virtù dei padri nostri, che tutto sacrificarono per la Pa tria e per la libertà del pensiero umano, attingiamo forza e fede; e questa forza e questa fede tra smettiamo ai nostri fratelli com battenti sul Piave glorioso e sul le balze del Grappa. Nella ricorrenza del XX Set tembre il nostro pensiero sia ri volto a Roma e all'ltalia che pu gna e vince per i popoli oppressi. Nè ci turbi, in questa fausta ricorrenza, l'agitazione complot tata dal connubio di falsi patrio ti e di preti. Roma è conquista intangibile della civiltà e gli ita liani di Philadelphia risponderan- WITH THE LARGEST CIRCULATION AVANTI SEMPRE, CON LA FIACCOLA IIN PUGNO "Entered as sccond-chuss mattcr Aprii 19, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa., under the Act of March ."5, 1K79". no degnamente ai nemici della Patria e dell'Umanità. Loggia Massonica Ital. "Roma" all'obbedienza del Grande Oriente d'ltalia Il Yen. Dr. D. BAGLIVO Phila., Pa., XX Settembre 1918. * * ■* Viva il XX Settembre CONNAZIONALI: La data fatidica del XX Set tembre segna.per l'ltalia e per il mondo intero l'evento più glorio so dell'Evo moderno. Quest'anno, grazie al movi SUDATE 0 FUOCHI A PREPARAR METALLI Sì; al cospetto dell'ultima in famia perpetrata dall'essere più nefasto della Colonia, che supera e direi quasi cancella le mille e mille altre di cui egli si rese col pevole nella sua movimentata e si sten za di famigerato masnadie -10; di fronte al sozzo rettile che coll'ebete sorriso sul labbro, stri scia cauto e circospetto, fino a raggiungere la vittima designa ta per sprizzargli la bava ed il tossico sul volto, io provo tanto sdegno e tanto raccapriccio, che neppure una lunga serie di arti coli come questo che oggi mi ac cingo a scrivere, sarà sufficiente a dare sfogo all'ira che mi bolle nei petto e al profondo | ribrezzo che sento ogni giorno più accentuato per questo grosso vermine che meriterebbe di esse re schiacciato senza misericor dia. Perciò dunque sudate o fuochi a preparar metalli e qualunque cosa si dica o si scriva ad illu strazione di quest'ultima infa mia, qualunque linguaggio si a doperi, violento o scurrile, per bollare a sangue la perfidia e la vigliaccheria del maledetto mal vagio, saranno sempre inadegua ti alla bisogna. Oggi più che mai Vorrei che questa mia povera (penna l'osse un ferro rovente per bollarvi tra gli occhi la coten na canaglia prepotente! Udissero i connazionali di Fila delfia e specialmente quelli che si lasciano ingannare dal bugiardo sorriso e dalla falsa reclame del la c'laque, e se hanno nelle vene un po' di sangue, debbono sentir si presi da sdegno e guardarsi dalle insidie del notturno rapace che domani uno qualunque di noi potrebbe far bersaglio del le sue basse vendette. Tra i parecchi giovani italiani, che facendo onore alla colonia, conseguivano quest'anno la lau rea. dopo aver completato i loro studi, uno ve n'era, non più gio vane. ma già nel colmo della ma turità, che appunto per questo acquistava diritto, a preferenza di tutti gli altri che insieme con lui hanno superato il cimento, al la generale ammirazione: Gio vanni Di Silvestro. Quest' uomo che ha sulle spalle circa quarant'anni, che è padre di cinque figli ed è quasi continuamente distratto da fac cende molteplici, nel superare fe licemente gli esami, ha dato una splendida prova di volontà e di tenacia. Ma quando tutto sembrava ter minato; quando egli stava per stendere la mano sulla mèta lun gamente agognata; quando tutti i suoi colleghi ricevettero dall'U niversità la carta con la quale ve niva loro comunicato il consegui mento della laurea, a Giovanni Di Silvestro era riserbata una do lorosa delusione. Quest'uomo che aveva saputo emulare nel nobile agone degli studi i baldi giovani ventenni, che alle astruse materie aveva dedicato le ore rubate al sonno ed agli affetti familiari ed alle ca rezze dei figli, quest'uomo in ciampava in un ultimo ostacolo erettogli clandestinamente sui suoi passi, dall'essere più abbiet to e più vigliacco che placenta muliebre abbia potuto mai conce pire. Una iena in forma umana, o o per meglio dire, un rettile im mondo, come si espresse il capi tano Zampaglione nel banchetto dei giornalisti, strisciando miste riosamente, si insinuava tra i componenti del Board e lasciava cadere una denuncia che era una coltellata vibrata alla schiena di Giovanni Di Silvestro. Chi è questo serpe? Dice un PHILADELPHIA, PA., 21 SETTEMBRE, 1918 mento della Roman Legion, tutte le colonie italiane d'America fe steggiano la memorabile Breccia di Porta Pia. La rispettabile e no bile colonia di Filadelfia, malgra do i tranelli di taluni depravati nemici di ogni progresso civile, molale e sociale, ha mostrato di essere conscia di se stessa col ce lebrare, come mai ha fatto nel passato, l'istorica data ! La Prima Chiesa Battista Ita liana, sempre fedele promotrice dello spirito di libertà, di amore e di patriottismo verso la Patria di origine e quella d'adozione, per non dividere le forze, invece di commemorare tale evento nel giorno che ricorre il 48.m0 anni proverbio: Is feeit cui prodest. La infamia fu commessa da chi aveva interesse a commetterla; da chi odia mortalmente Giovan ni Di Silvestro come il gufo ed il barbagianni odiano la luce del so le; perchè Giovanni Di Silvestro, nella sua non breve carriera gior nalistica, nei Comizi e dovunque ha concorso poderosamente ad abbattere la nefasta influenza dell'eroe delle tenebre. Questo serpe, in Colonia, lo co noscono quasi tutti per le sue ri balderie e tutti quelli che lo co noscono, sentono per lui odio o disprezzo; meno un'esigua mino ranza di giannizzeri, che gli stan no continuamente alle costole, i quali però non sono sinceri. Di quest'uomo, recentemente, ebbi occasione di rivedere la fo tografìa su un giornale di sette od otto anni fa. Allora aveva baffi e capelli neri, ed ora capel li e baffi son diventati quasi per fettamente bianchi e sulla faccia, che sembra di bronzo, si so no aperte rughe profonde ed in delebili. Più che gli otto anni che gli passarono sulle spalle, hanno con tribuito a compiere la brusca me tamorfosi la nostra lotta inces sante, senza quartiere, e i latrati della sua inquieta coscienza. Ma noi non desisteremo, lino a quando non gli avremo strappato i denti ad uno ad uno e lo avre mo ridotto nell'impossibilità di fai' male; il che costituisce per lui una seconda natura. _ Costui, ìoso dall' invidia più volgare e più livida, perchè la sua numerosa prole e cresciuta su ignorante come un branco di somari, affinata solo nella malva gità appresa alla scuola paterna; quest'uomo, di cui un figlio, ten tò defraudare lo State Board con un volgale trucco, per rubare li na laurea che altrimenti non po teva conseguire, come l'asino che indossa la pelle del leone; questo uomo mal poteva sopportare che Giovanni Di Silvestro, senza trucchi, senza furti, senza ingan ni, ma col solo ingegno e colla so la volontà tenace, fosse riuscito a conquistare una nobile posizione. E lanciò la denunzia. O per meglio dire ne fece lanciare due in uno stesso tempo da due ame ricani che pensavano a Giovanni Di Silvestro come lo scrivente pensa ai monarchi delle favole azzurre; e di uno ha ingannato la buona fede, questo è risaputo; dell'altro avrà forse vinto la ri luttanza. Che autore o ispiratore dell'in famia sia stato l'uomo al quale alludo e di cui tutti i lettori han già riconosciuto il ceffo sinistro, non è da mettersi in dubbio. Già da quasi un anno si sapeva che si veniva ordendo la bassa con giura ai danni di Di Silve stro; uno dei figli del mal vagio ispiratore, il più crimina le dei fratelli, colui che tempo addietro ebbe un quarto d'ora di celebrità ridicola per essersi eret to a campione della causa di suo padre c a direttol e del battaglio, aveva detto a un egregio giovane connazionale ed aveva ripetuto anche ad altri che Giovanni Di Silvestro non sarebbe stato mai avvocato, perchè aveva riportato una condanna. A costui fece eco un altro ceffo che mangia alla greppia del vigliacco cospiratore. Eccolo dunque, o amico lettore, il contenuto della denunzia. Si riesumavano i fatti di tredici o quattordici anni fa, allorquando Giovanni Di Silvestro, per una nobile campagna giornalistica che ridonda tutta ad onore di chi l'ha sostenuta, venne condanna to, assieme col Direttore di que sto settimaale e con Carlo Tre : sca, a tre mesi di carcere. Reato di stampa, dunque; con i danna tutt'altro che infamante, versario della presa di Roma, ha pensato di celebrarlo nel giorno di Domenica, 22 corrente. Questa commemorazione avrà luogo nella South Broad Street Baptist Church, Angolo di Broad e Reed Streets, alle 4 P. M. pre cise. La conferenza d'occasione sarà tenuta dal ministro della Chiesa, Rev. Angelo Di Domenica, B. D., il quale sarà coadiuvato dalla sua congregazione col canto di parec chi inni patriottici. La colonia italiana di Filadel fia è cordialmente invitata d'es sere presente a questa comme morazione patriottica. IL COMITATO. dalla quale forse in Italia non sarà esente qualche ministro e che indubbiamente moltissimi autorevoli parlamentari hanno riportata, perchè essa anzi colà costituirebbe un titolo d'onore. Giovanni Di Silvestro venne condannato a tre mesi dalle Cor ti, senza aver nulla commesso; egli che, con nobile intendimento, aveva tentato di esporre alla lu ce ciò che in quell'epoca si com piva all'ombra del Consolato! La verità veniva brutalmente stroz zata e la penna infranta. Ma al di sopra di tutte le Cor ti e di tutti i Tribunali del mon do sta il giudizio della pubblica opinione che molto difficilmente si inganna. E l'opinione pubblica non condannò i fratelli Di Silve stro e Carlo Tresca, ma ne fece la più splendida apoteosi. Durante il periodo di detenzio ne delle tre vittime di un nobile dovere, le carceri erano divenute come un santuario, ove giornal mente numerosi connazionali traevano come in pellegrinaggio, tanto che i tre prigionieri, agli occhi dei custodi e del personale delle prigioni, avevano assunto proporzioni fantastiche di perso naggi illustrissimi. E quando, scontata la pena, fu rono rimessi in libertà, fu una generale manifestazione di giu bilo ed i connazionali di tutte le gradazioni sociali, dal lavoratore all'industriale .il professionista, vollero onorarli con un banchet to spettacoloso che è rimasto ce lebre negli annali coloniali. Per fortuna, le arti del mascal zone, sono state sventate a tem po dal buon senso di coloro che dovevano dare il loro giudizio sulla vigliacca denunzia e Gio vanni Di Silvestro, sebbene con qualche mese di ritardo, è stato ammesso all'esercizio della pro fessione, dove lo attendono nuovi e più superbi trionfi. Ma dall'ultima infamia del cro cefisso farabutto io attingerò nuova forza per continuare ad in chiodarlo alla gogna, a smasche rarlo al cospetto della colonia, a gittar fango e disprezzo sui suoi goffi atteggiamenti di ipocrita fi lontropo. RICHEL. I condannati del processo di Torino Sono stati condannati, per di sfattismo, dal tribunale di Tori no, alcuni nostri connazionali i cui nomi rileviamo da la Tribuna di Roma. La sentenza, in sintesi, dice co sì: Visto gli articoli del Cod. pen. per l'esercito; dichiarato il tradi mento interdetto, condanniamo: Francesco Barberis, a 6 anni di reclusione. Pianetfu Giuseppe, a 3 anni ed 1 mese di detenzione. D'Alberto Saverio, a 8 anni ed 1 mese di detenzione. Maria Giudice, a 3 trenni ed 1 ' mese di detenzione. Rabezzana Pietro a 4 anni di detenzione. Menotti Serrati a 3 anni e 6 mesi di detenzione. Il Tribunale assolve per non provata reità Boccignomi Virgi nio, Cavallo Leopoldo, Acutis An selmo, Faggiano Luigi, Ercole Ettore, Chignoli Luigi e Zocca Elvira ed ordina la loro scarcera zione. Il Tribunale ha applicati in so stanza gli articoli 72 e 74 del Cod. Pen. per l'Esercito accogliendo le . richieste del P. M. per Barberis, Rabezzana e Serrati e diminuen do lievemente la pena per gli al tri. ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA Comunicazioni della Grande loggia DELLO STATO DI PENNSYLVANIA PER L'ORFANOTROFIO E RICOVERO Con una circolare diretta ai so ci tutti, il Grande Concaio ha co municato ;.d essi n progetto per I Orfanotrofio e Ricovero, fa cendo vivissimo appello al loro volenteroso concorso. Nella circolare è detto: "Il continuo accrescersi della nostra famiglia, sia per nuovi e lementi che vengono ad iscriversi nei ruoli delle Logge già esisten ti, sia per nuove Logge che ven gono ad aumentare il numero del le Consorelle, porta necessaria mente con sè anche l'accrescersi dei bisogni della nostra Istituzio ne. "Se ieri erano poche le vedove dei I rateili nostri che venivano a bussare agli Uffici dell'Ordine, 0 che ci scrivevano lettere pieto se per invocare l'aiuto e l'assi stenza in favore dei loro orfani, oggi-esso o:io molte, e più diven ter. mio per ogni mese che passa. Entrando nell'Ordine, ognuno di noi ha promesso di aver cura del fanciullo, di lenire i mali del •e vedove derelitte e degli orfani piangenti; ognuno di noi ha so lennemente giurato di aiutare le vedove e gli orfani dei fratelli morti, secondo le nostre forze. Ed ora, noi non possi: mo più ol tre rimandare a casa, semplice mente con buone parole,le vedove che vengono ad affidarci le loro creature perchè esse non hanno i mezzi per sostentarle; nè possia mo più oltre rispondere con let tere evasive a quelle che invoca no soccorso da lontano. "Taluni dicono che possono servire al caso gli Orfanotrofi a mericani. Bisogna però prima di tutto osservare che la preferenza nell'ammissione in essi è accorda ta naturalmente agli orfani di genitori americani; e se fosse fa cile per tutti di ottenerla non si spiegherebbe come tante vedove di I rateili nostri si rivolgano in sisOntemente all'Ordine, pur sa pendo che noi finora non abbiamo un Orfanotrofio. "In secondo luogo, noi che ci chiamiamo Figli d'ltalia e che serbiamo perciò vivo in fondo al cuore il sentimento di nazionali tà, dovremmo un giorno doloro samente constatare che gii orfani dei nostri fratelli, accolti nelle istituzioni americane, per forza di cose sarebbero destinati a per dere ogni cognizione del loro Pae se di origine. "Deve anche considerarsi che il prolungamento della guerra e 1 estensione del servizio militare porteranno fatalmente ad un au mento sempre crescente nel nu mero degli orfani. E perciò l'Or dine nostro non può più oltre di lazionare l'esecuzione di questa parte ira le più umane e merito rie del suo programma di assi stenza. "Al problema degli Orfani va annesso anche quello dei fratelli vecchi, (Immuti inabili al lavoro. E la necessità impellente di un Ricovero per i vecchi si farà sen tire urgentemente tra non molto tempo, quando cioè i primi che entrarono nell'Ordine comince ranno a subire gli effetti fatali del temi» che non perdona. "Dobbiamo dunque assoluta-, niente creale una-Istituzione no-j stra, che abbia il duplice scopo di accogliere gli Orfani dei fratelli e i vecchi soci dell'Ordine inabili al lavoro." Si spiega poi nella circolare il modo come sarà formato il fondo per le spese d'impianto; si elen cano i premi che saranno accor dati ai soci e alle Logge che con correranno in miglior modo alla raccolta dei fondi, e si conclude così : "Se la Grande Loggia deliberò già dallo scorso anno la erezione dell'Orfanotrofio e Ricovero, vuol dire che tutte le Logge, a mezzo dei loro delegati, dovettero rico noscerne l'assoluta necessità. Poiché dunque una solenne e u nanime decisione ha sancito il do vere dei Figli d'ltalia della Penn sylvania di metter mano senza indugio a quest'opera nostra, che v* EXTRA! « RISPARMIATE MONETAI Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio P. L_A BOCCETTA 901-903-805 So. Bth STREET*. PHILADELPHIA, PA. ove troverete specialità' per abiti da farsi su misura. 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Nutriamo fiducia che tutti sa i» anno e vorranno fare il proprio dovere e che il progetto possa en trare subito nel terreno della pra tica attuazione. INIZIAZIONE 1)1 NUOVE LOGGE, Per delegazione del Grande Assistente \ onerabile Dr. Abba te, è stata iniziata domenica 1.0 settembre dal fratello Nicola Ca ruso, Oratore della Loggia Pitts burgh N. 74 i> Grande Deputato (lella Ellwood City N. 698, la nuo va Loggia Giordano Bruno N.o ! 875 di Farrell, Pa. Il fratello Caruso fu ricevuto alla stazione dai componenti la neo Loggia e dai rappresentanti della Loggia Madrina, Nuova Luigi Cadorna N. 771 di Butler, Pa. Sfilando in parata, con a ca po una banda muxitìale, si andò nella sala stabilita, ove dalla neo Loggia fu offerto un Vermouth a tutti gli intervenuti, ed all'in caricato della iniziazione della Loggia anche un bel bouquet di fresche ed olezzanti rose. Dopo la iniziazione dei fratelli latta dalla Nuona Cadorna, fu rono istallati i seguenti ufficiali della neo Loggia, funzionando da Araldo il fratello Giuseppe Cicco, Oratore della Loggia di Butler: Venerabile, Vincenzo Nevanti; Assistente Venerabile, Nicola Pannuto; Ex Venerabile, Pasqua le Signorile; Oratore, Michele Chieffo ; Segr. Archivista, Anto nio Molinari ; Segr. di Finanza, Salvatore Di Verde; Tesoriere, Antonio Pascono ; Curatori, Tom maso Nigro, Filippo Costanzo, Vincenzo Santucci, Luigi Ma standuno, Andrea Sgrò; Cerimo nieri: Luigi Sargente e Alberto Caruso, Sentinella interna, Tom maso Galardo; Sentinella ester na. Antonio Leccisotti. Finita la cerimonia di istalla zione, parlarono i fratelli: Nico la Caruso, Attilio Ferrari della Nuova Trento e Trieste No. 758 di Canonsburg, Giuseppe Fallan ti della Roma Intangibile N. 60-1 di Niles Ohio, Giovanni Meliti Venerabile della Nuova Luigi Ca dorna, Giuseppe Cicco Oratore della stessa Ivoggia, Michele Chief fo, Antonio Pascone della neo Loggia e Vincenzo Nevante Venerabile di essa. Vi fu larga distribuzione di i rinfreschi, e la festa si chiuse on musica e ballo. * * * Domenica, 8 corrente, l'u ini ziata in Donora, Pa. la Loggia Nuova Alessandro Volta N. 869. Alle ore 2.30 poni, la nuova '"°ggia, seguita dalla rappresen tanza delle Logge S. Barzilai di Charleroi, C. Colombo di Belle Vemon, Pittsburgh di Pitts burgh, Civica Italiana di Mones sen, G. Garibaldi di California, Nuova Duca degli Abruzzi di Bentleyville, Vittorio il Vittorio so di Cokeburg e dalla locale So cietà di M. S. Vittorio Emma nucle 'II, sfilò in parata a suon di musica per le vie principali dei villaggio. \lt ; tor no. dalla gradinata del la scala, il Sindaco di Donora, Mr. Harry Cox, porse il saluto della cittadina alla laboriosa co lonia italiana, dicendosi lieto di .pubblicamente tributare un meri-