LA LIBERA PAROLA
(The Free Word)
PUBLISHEO EVERY SATURDAY
by
A. GIUSEPPE 1)1 SILVESTRO
EDITOR-IN-CHIEF
906 Carpenter St. Phila.. Pa.
Bell Phone. W«lnut 74-72
Anno 1. - 14 Settembre. 1918 - No. 22
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9 Settembve.
INSTALLAZIONE DI l FFI
CIALI
(A. M.) Domenica scorsa,
8 corrente, diretta dal Dr. A. E.
Abbate, Assistente Grande Vene
rabile dell'Ordine Figli d'ltalia in
questo Stato, e con l'assistenza
del Grande Deputato Antonio
Maiella, e del Signor Santo Man
tio, in qualità di Araldo, ebbe luo
go la instailuzione degli Ufficiali
d'Amministrazione, per la gestio
ne 1918-19, della Loggia Nuova
Trento e Trieste di Canonsburg.
Sia il Dr. Abbate che il signor
Maiello parlarono dell'inclemente
dell'Ordine e prima che la ceri
monia terminasse il Segretarie
Archivista, in nome della loggia,
presentò al neo venerabile un
"bouquet" di fiori freschi.
Nella residenza di costui fu po
scia offerto un pranzo agli ospi
ti durante il quale si parlò deila
Grandezza del nostro Ordine.
* * *
Lansdale, Pa.
8 Settembre
FESTA FAMIGLIARE
(F. C.) ln occasione del bat
tesimo di un figlio del Signor Giu
seppe Gildi, socio di questa Log
già dell'Or. F. d'l. Sante Fuma
ti No. 413, nella sua abitazione
quindici giorni or sono, fu tenu
to un trattenimento famigliare
allegrato dalle note musicali d
un'ottima orchestrina.
Nella cerimonia religiosa ave
vano funzionato da padrini de
neonato i coniugi Sabino Manzel
la.
Molti fratelli di questa Loggia
con a capo il Signor Francese!
Cacciutti e famiglia, intervenne
ro alla bella festa che si chiusi
come aveva incominciata, coi
piena soddisfazione di tutti gl
intervenuti.
I nostri Agenti
Le Contee AUegheny, Indiana
Fayette, Lawrence e Washingtoi
sono state assegnate ai signor
NICOLA CARUSO di Verona «
MICHELE MORRONE di Pitta
burgh.
Essi sono autorizzati a transi
gere affari per conto del nostre
giornale; cioè, sollecitare nuovi
abbonamenti ed avvisi e riscuo
terne il relativo ammontare.
Noi li raccomandiamo ai nostri
amici e conoscenti perchè facili
tino loro il compito che si sonc
assunti, e tutte le cortesie che sa
ranno ad essi usate le riteniamo
come fatte a noi stessi.
Il signor NICOLA CARUSO
ha ritenuto per conto suo i paesi
Ambridge, Uniontown, Aliquip
pa, Coraopolis, Charleroi, Mones
sen, Carnegie, Butler, Connells
ville, Verona, Oakmont e New
Kensington.
Il signor MORRONE batterà
le suddette contee ad eccezione
dei paesi assegnati ad signor CA
RUSO.
* * *
Il Signor Antonio Maiello di
Washington, Pa., è nostro agen
te-corrispondente per quella cit
tà e vicinanze.
Egli è autorizzato, oltre che ad
informarci degli eventi più im
portanti che colà si svolgono, a
sollecitare avvisi ed abbonamenti
e ad esigerne l'ammontare.
I pagamenti fatti a lui e come
se fossero fatti a noi direttamen
te.
OOOOO<X>OOOC>OO<X>QQQOOOOOQCK?<MOOaQOCKb3CHSC8><S3SD6Crt9OC83C0ftC©OO8QOC83OOCBO(O8SOOOOC95®83OODOOCK83OOOfD4SaOOOOtOOCHMSOMOOOOOOOOOOOOOOOO __ """ g
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PALESTRA DEL PUBBLICO
Sempre in omaggio alla nostra
imparzialità c correttezza gior
nalistica pubblichiamo quanto
appresso da cui esula ogni nostra
responsabilità:
IL PRETE ED IL
XX SETTEMBRE
Signor Direttore
Della Übera Parola
Città.
Se mal non erro l'anno passato
per il 20 Settembre vi furono dei
festeggiamenti per celebrare
questa data fatidica e ad essa a
derirono dei preti, i quali, spo
gliandosi dal rancidume di idee
antiquate e da pregiudizii che
ricadono a loro svantaggio, sia
moralmente che materialmente,
erano stimati e tenuti in conto
di veri e sani patrioti, oltre ad
aver attirato su di essi, la sim
patia di coloro, che non hanno
mai condiviso le idee religiose,
praticate dalla chiesa cattolica a
postolica romana.
Oggi, che tale data si sta av
vicinando, e che si vuole celebi a
re, con più pompa e popolarità
dell'anno scorso, tentano di osta
colare una sì bella manifestazio
ne.
Quale la ragione? Forse il do
lore che hanno nel vedere la fu
tura vicinissima disfatta della lo
ro protetta Austria? Forse il do
lore che provano nel vedere le
gloriose armate degli alleati pro
cedere sicure e baldanzose giorno
per giorno sul fronte Francese,
Belga e Fiammingo, passando
di vittoria in vittoria? Forse è la
paura che hanno che vincendo
gli alleati e dando tale vittoria
una spinta che più non si ferme
rà alla democrazia abbiano essi
a perdere un prestigio che non
gli spetta? Forse credono che ta
le festeggiamento suoni insulto
al loro papa, che ancora non si
vergogna d'insistere a vantare
dei diritti sulla città eterna?
Se il voltafaccia di codesti eu
nuchi forzati è una oppure diver
se od anche tutte le ragioni so
pra dette, essi possono benissimo
quietarsi e mettersi il cuore in
pace; la loro causa è completa
mente perduta. La civiltà ha par
lato chiaro ; l'Austria dovrà esse
re completamente smembrata, le
diverse popolazioni che oggi for
mano il suo impero, dovranno a
vere la completa autonomia (Wil
son ed Orlando hanno parlato)
Il generale Foch colla sua genia
le e sicura strategia, scaccerà gì
Unni dalla Francia e dal Belgio
dove per 4 lunghissimi anni
vandali hanno spadroneggiato
lasciando le tracce indelebili del
la loro feroce barbarie, che ser
virà a rinsaldare nel cuore delU
future generazioni l'odio sacre
contro i tedeschi e contro tutte
quello che suona dispotismo et
imperialismo. Simile odio san
religiosamente custodito e tra
mandato da padre in figlio per u
na lunghissima sequela di gene
razioni, simile all'odio che a no
è stato trasmesso, parlando d
Attila, Nerone, Filippo II di Spa
gna, la Santa Inquisizione, il go
verno dei Papi, il governo de
Borbone e finalmente contro tutt
coloro che durante questa guern
si resero colpevoli di spionaggio
di propaganda antibellica e dell*
disfatta di Caporetto.
Credevo fino a poco tempo i'i
(molto innocentemente se voglia
mo) che il prete prima di esse
re prete fosse italiano, fosse uru
persona civile, fosse l'agnus dei
il quale avesse a cuore la liberti
dei popoli, la sicurezza delle gen
ti, ii benessere del mondo. Deb
bo dolorosamente constatare, che
col cambiare dei tempi altra me
lamorfosi egli non abbia subite
se non quella di raffinarsi nelle
subdole arti di Sant'lgnazio di
Loiola e di Sant'Alfonso dei Li
quori, superando in tutto i su
tletii suoi maestri.
Preti, buttate giù la maschera
buttate via l'abito talare, che
siete indegni d'indossare. Quel
l'abito dovrebbe essere I'emblem?
della pietà, della giustizia, della
lealtà, dell'amore; voi invece ve
ne fate uno scudo, per nasconde
re e difendere la vostra ciudeltà
la vostra ipocrisia, l'istinto del
sopruso vigliacco, l'egoismo il più
ributtante delle vostre succide
personalità.
Che cosa del resto, può aspet
tare da voi, anime nere, il mondo
iei buoni ? Voi non avete una fa
miglia, vissuti sempre nella soli-
tudine delle anime, impoltriti
nella vita del dolce far nulla, non
potrete mai avere la sublime ge
nerosità di sacrificare un mese,
una settimana, un giorno, un'ora
della vostra lussoriosa esistenza,
onde potere apportare del benes
sere, non solo alle generazioni fu
ture, che rappresentano i nostri
figli, ma anche alla generazione
presente, che per un momento,
mercè le losche trarne del più
grande delinquente cattolico,
Francesco Giuseppe, imperatore
d'Austria, associato, col più illu
stre barbaro megalomane proto
stante Guglielmo kaiser della
Germania, corse pericolo di esse
re aggiogata, privata della liber
tà, ridotta schiava, ai comandi di
un manipolo di vandali.
Ecco che cosa siete, o preti i
taliani, perchè gli altri, pur es
ondo austriaci o tedeschi, difen
dono le loro nazioni, la loro pa
tria; ma voi siete gente venduta
al primo offerente, voi siete al
disotto della prostituta, che qual
che volta vende le sue carni pei
il bisogno; raramente vende la
sua coscienza; voi vendete l'una
e l'altra, pronti a vendere anche
quel Cristo, di cui oggi cercato
ipocriti'mente (li predicare i
Vangelo.
Però ricordatevi, che Roma i
dell'ltalia e del suo popolo, il qua
le, come ha saputo luminosamen
te dimostrare dopo il fatale sfa
celo di Caporetto, per cui vo
gioiste, vi ha ben conosciuti ; for
se e senza forse, dall'abbellimen
to che la democrazia ricever*
dalla fine di questa guerra, co
sciente che per ben vivere noi
ha bisogno del teologo, come nor
ha bisogno del kaiser dell'impe
ratore e del re, forse e senza for
se, vi chiamerà a rendere cont<
delle vostre mali arti, come ehi a
mera i Socialisti Ufficiali, i Gio
littiani e simili insetti.
E prima di chiudere, voglio ac
onor del vero rendervi l'omaggii
che vi spetta; vi debbo ringrazia
re per la vostra opposizione e pe
gli ostacoli che avete messo e chi
cercherete di mettere, per l'at
tuazione di questa idealissima ce
lebrazione ; ciò ha giovato a dar
maggiore coraggio ai veri patrio
ti, ai veri amatori della nostri
patria, sicché la cerimonia riesci
là più bella e più popolare.
FRANK SIRACUSA.
♦ * -•!<
Un'altra del Cavaliere
La colonia italiana di Filadelfii
è dunque di nuovo in subbugli)
perchè il Cavaliere, questo auda
ce avventuriere,ne ha fatto un'al
tra delle suo.
Dimenticando le staffila
te ricevute in pieno viso
al tempo della venuta della Mis
sione Italiana ha voluto, ancori
una volta, gettare il guanto d
sfida, ed a nome di una Federa
zione che non esiste, ha cercati
con le sue .solite male arti, met
tere il bastone tra le ruote e fa
re abortire così la commemora
zione del 20 Settembre, che è li
data più bella nella storia Ita
liana.
Però non tutte le ciambelli
riescono col buco e questa volti
il Cavaliere Uff. è stato sco
perto ed è venuta a luce la sui
trama infernale, così bene orditi
da quest'uomo che si è mostrati
sempre nemico di tutto ciò ch<
sa di Italiano.
Molti si domandano: che cosi
faranno le autorità Italiane? Sta
ranno esse ancora alle finestre i
guardare il bel tempo o si deci
deranno una volta e per sempr<
a denunziare questo genio de
male che è pure il più grande di
sfattista? E che cosa farà li
massoneria della quale è grega
rio?
Non sono no necessarie altrt
prove; questa volta è stato colte
con le mani nel sacco e invece del
la commenda, che invano aspetta
gli si dovrebbe appendere un'al
tra croce sul petto, quella dei
traditore della patria, cioè la
croce di ferro del Kaiser. E bra
vo l'Ordine Indipendente! Ha ur
Supremo Deputato di sì alto e
sentito patriottismo! E brava la
Federazione, che si gloria di ave
re un presidente cotanto Italia
no filo.
Ed a proposito di Federazione,
deuni si domandano ancora: po
neva il Cavaliere-Presidente scri
vere la famosa lettera in inglese
luando tutti sanno che egli è
m'analfabeta addirittura? Nella
federazione, se la memoria non
n'inganna, vi è qualche altro Ca-
LA LIBERA PAROLA
valiere, abilissimo nella lingua
| inglese e che pei' giunta occupa
anche una carica importante. A
i vrebbe egli, l'altro coso coloniale,
chinato il dorso e, sotto la detta
tura del Presidente, scritta la fa
mosa lettera che avrebbe dovuto
servire a deprimere il molale de
gli Italiani e a metterli in catti
va luce dinanzi alla prima auto
rità degli Stati Uniti? Se l'osse
così, sarebbe orribile! Avremmo
nella nostra Colonia due sinistre
figure, il boia ed il tira piedi, li
na più bella dell'altra.
NINO NEGLIOVI.
UN RACCONTO CHE
SEMBRA UNA FAVOLA
Il leone è il distintivo dell'Or
dine "Figli d'ltalia" c simboleg
gia la forza e la generosità. An
che la famiglia dell'Ordine è for
te e generosa.
Ad illustrare la generosità del
"biondo regnator de la foresta"
lio avuto più volte l'opportunità
di leggere una meravigliosa nar
razione in cui un soldato numida,
inseguito dagli implacabili le
gionari romani, aveva potuto cu
rare e guarire, in una grotta ove
erasi rifugiato, un leone che sof
friva spasimi atroci, per un'acu
ta spina avvelenata che gli si era
conficcata nel piede, tra 1111 un
ghione ed un altro. Più tardi ed
in tempi diversi, uomo e fier;
caddero nelle mani dei romani c
furon trasportati in Roma capti
vi, ove il leone salvò da morte il
proprio benefattore che aveva ri
conosciuto, e che era stato con
dannato ad esser divorato dalle
belve nel Circo.
Veramente questo racconto
più che la generosità, mette ir
luce la riconoscenza che sembra
più sviluppata tra le bestie che
tra gli uomini ; ma io non ho mai
letto la narrazione di un altre
fatto più recente e più veritiero
nel quale la generosità del leone
rifulge in modo mirabile.
Eccolo :
La notte è tersa ed azzurra
e nel cielo scintillano miriadi d
stelle. Alta, maestosa, solenne
la candida luna veleggia placida
mente nello spazio infinito. Si è
nel mese di gingilo e nelle lunghe
giornate il caldo è addirittura in
sopportabile. L'episodio che m
accingo a descrivere, si svolge
nell'Africa francese e non sonc
trascorsi molti anni.
Due contadini abruzzesi par
tono dal paesello natio, per re
carsi in altra parte del mondo
in cerca di migliore fortuna e ca
pitano in Algeria. Ivi vengone
ingaggiati in lavori di ferrovia
nell'interno della regione e. v
conducono una vita quasi troglo
ditica, appartati, assieme cor
molti altri dal consorzio civile.
Ogni quindicina fanno una gi
ta nel paese più vicino, che dista
però molte e molte miglia e dove
per recarsi a far provvista di ci
bo per due settimane, si deve at
traversare una foresta in tutta
la sua larghezza.
In una di queste gite sostane
nel villaggio assai più del solito,
Nel lontano paesello natio cele
brasi in quel giorno la festa di
S. Antonio e, a mitigare in qual
che modo la nostalgia della ca
setta e del campicello, voglionc
anch'essi solennizzare la ricor
renza con libazioni abbondanti,
Ma sia per la mancata abitudine,
sia per il caldo afoso, sia per la
soverchia quantità eli vino inge
rito, quando si mettono in via,
per restituirsi al sito ove l'indo
mani li attende l'usato travaglio,
mal si reggono sulle gambe.
Il crepuscolo è imminente, ma
il caldo ancora tormentoso. I
Sue poveretti, curvi sotto il pe
so dellé provviste, avanzano len
tamente, oppressi dalla stanchez
za e dal vino.
Quando giungono sul limitare
iella foresta, la notte è già avan
zata. Una notte tersa ed azzur
ra, nel cui cielo scintillano miria
-3i di stelle. Alta, maestosa, so
enne, la candida luna veleggia
lello spazio infinito. Ma, ad un
tratto, uno dei notturni pellegri
ni, si abbatte pesantemente sul
terreno. Invano il compagno lo
:hiama, lo scuote, lo esorta a
sottrarsi a quel posto pieno di
pericoli, per la presenza delle fie
re. L'altro non sente, non ascol
ta, non risponde, ond'è che il
compagno è rimasto in piedi, non
/ode altra via che adagiarglisi
vicino e rimanervi a guardia co
me una sentinella.
La notte sembra eterna alla
vigile fazione; il silenzio sugge
stivo non vien turbato neppure
da un frullo di ala. Ma ad un
tratto, nella quiete profonda, e
cheggia alto e possente il ruggi
to del leone. Il povero contadino
balza in piedi esterrefatto, i ca
pelli irti, il terrore dipinto sul
volto.
Un secondo ruggito più vicino!
La belva si viene avvicinando.
Allora forse egli pensa
che sarebbe pensale non
troppo accorto
perdere un vivo per salvare
un morto
e dopo avere scosso violentemen
te ed inutilmente il compagno
addormentato, folle di paura, poi
ché un terzo ruggito gli appren
de che la belva gli è quasi alle
costole, si arrampica al tronco di
un grosso albero, e non si è nep-,
pure adagiato sui rami, che vede
da un gruppo di piante sbucar ,
fuori un gigantesco leone, la te
sta alta, lo sguardo fosforescen
te, l'incesso che rivela la maestà
del sovrano.
Muove dritto verso il dormien
te e l'altro che trovasi al sicuro
teme di dovere assistere ad un
orribile pasto. Ma ciò non avvie
ne.
La belva, dopo averlo a lungo
annusato e di essergli girato at
torno, gli si adagia accanto, sen
te nella vigile, ed attende.
Ma ad un tratto, ratta come
un fulmine, un'altra belva, una
pantera, si scaglia contro l'uomo
che seguita a dormire e che for
se in quel momento, inconsape
vole dpi gran pericolo che gli so
vrasta, sogna la dolce consorte
lontana e gli adorati figliuoli pei
quali egli soffre e lavora! Gli si
scaglia contro per sbranarlo e di
vorarlo, ma il formidabile cam
pione che lo tiene sotto la propria
tutela, non vuol tradire, con atti
incomposti, la dignità dovuta al
suo grado. Senza muoversi dal
suo posto, con un colpo della sua
zampa destra anteriore, respin
ge la temeraria assalitrice. Ma
questa sette volte ritorna all'as
salto, semnre accesa da maggior
rabbia e da maggiore avidità di
sangue e di carne, e sette volte
il leone inesorabilmente la re
spinge.
Alla fine il generoso anima
le perde la calma e la pazienza e
dà addosso alla belva sanguina
ria che tornava per l'ottava vol
ta alla carica.
La quale però non osa atten
derlo e ratta si invola nel silen
zio e nelle tenebre della notte,
mentre il leone riprende il suo po
sto di vigile sentinella.
Il resto della notte trascorre
monotono e lento. Il leone di tan
to in tanto sbadiglia, spalancan
do una bocca enorme, mentre
l'uomo rannicchiato sui rami del
l'albero, va biascicando preghie
re al santo protettore del natio
paesello remoto, al cui miracolo
so intervento conferisce il merito
della salvezza del compagno.
L'alba finalmente apparisce e
spuntano anche i primi raggi di
sole.
Il leone, o per strappare al
sonno quell'uomo e per dirgli che
la sua fazione è finita, o per scio
gliere 1111 inno alla nuova luce, e
mette, l'uno dopo l'altro, due o
tre potenti ruggiti.
Il dormiente si sveglia di so
prassalto e vedendosi sopra quel
la terribile fiera, caccia acutissi
me grida di disperazione e di spa
vento; ma l'altro che, sull'albero,
per un'intera notte, è vissuto di
palpiti e di ansie : Taci, gli grida,
sciagurato; quella bestia ti ha
salvato la vita!
♦ « »
Il leone si allontana com'è
giunto; la testa alta, lo sguardo
fosforescente, l'incesso che rive
la la maestà del sovrano.
Pochi momenti dopo i due so- j
no nuovamente sulla via del ri
tomo, curvi sotto il peso delle lo
ro provvigioni e l'uno racconta j
all'altro che freme di raccapric- !
ciò, le terribili peripezie della
notte. ESOPINO.
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Vincent De Luca
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