LA LIBERA PAROLA
(The Free Word)
PUBLISHED EVERY SATURDAV
by
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO
F.DITOR-IN-CHIEF
906 Carpenter St. Phila.. Pa.
Bell Phone. Walnul 74-72
Anno 1. - Agosto 3, 1918 - No. 16
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LA LIBERA PAROLA
chiama l'attenzione dei ricorren
ti sulla circolare di questo C. E.
S., in data del 10 gennaio 1918,
e pubblicata a suo tempo nel Bol
lettino Ufficiale dell'Ordine, ove
è sancito: "I gradi, specie il 4.0
e il 5.0, sono tuttora vigenti ed
in caso di elezioni sempre prefe
riti, a meno che gli investiti non
ne facciano rinunzia, per dare a
gio ai fratelli di grado inferiore
di poter concorrere alle cariche."
"Facciamo in ultimo notare
che l'Art. 763 vieta ai fratelli di
iniziale procedimenti presso le
Corti civili, se prima non abbia
no espletato il giudizio in seno
all'Ordine. Siccome per telefo
no siamo stati informati che vi
siete rivolti alle Corti civili per
avere una ingiunzione, prima di
espletare la giurisdizione dell'Or
dine, abbiamo creduto nostro do
vere di Oratore Supremo istrui
re la competente autorità dello
Stato perchè, a norma dell'Art.
766, proceda contro i ricorrenti
per la violazione dell'Art. 765.
"1 ricorrenti non avevano a£
cun diritto di chiedere una in
giunzione per sospendere la istal
lazione degli Ufficiali della Log
gia Santo Stefano di Camastra,
No. 29, e ciò per due ragioni:
1.0 perchè l'Art. 683 delle nostre
leggi generali dice: "In nessun
caso il ricorso riflettente que
stioni di eleggibilità o di incom
patibilità sospende la decisione
del seggio elettorale o della Log
gia;" 2.0 perchè fa legge nel
le Corti di America il concetto
che un accusato (e tali vanno
considerati gli Ufficiali per i qua
li si è chiesta la sospensione) si
no all'espletamento del processo
deve sempre considerarsi inno
cente.
"Ora, nel caso attuale, volendo
procedere all'inverso, noi avrem
mo potuto trovarci in questa du
ra condizione: di aver danneg
giato. non istallandoli, degli Uf
ficiali eletti che domani potrebbe
ro aver ragione; laddove, non a
vendone diritto, dietro decisione
delle autorità superiori dell'Or
dine o delle Corti civili, avrebbe
ro potuto essere sempre rimossi
dalla carica.
"Ne consegue che per i sue
sposti motivi noi Supremo Ora
tole. avvalendoci dell'Art. 132
delle nostre Leggi, che ci dà fa
coita di esaminare tutti i ricorsi,
abbiamo creduto rigettale il vo
stro appello, trasmessoci, secon
do le vostre istruzioni, dal Gran
de Concilio dello Stato di Penn
sylvania."
Fin qui il Supremo Oratore. E
noi non sappiamo davvero quale
decisione più definitiva egli a
vrebbe potuto dare oltre a quella
di rigettare il ritorso.
li ile Mi
LANSDALE, PA.
1.0 Agosto
INAUGURAZIONE DI BAN
BIERE
(F. C.) Questa Loggia San
te Furnaii. No. -113 dell'Ordine
Figli d Italia in America,
domenica prossima, 4 Agosto,
inaugurerà le bandiere sociali, la
cui cerimonia verrà diretta dal
Grande Venerabile dello Stato,
signor Giuseppe Di Silvestro.
Per l'occasione, prima della ce
rimonia, fuori della sala sociale,
al No. 301 W. sth St., alle ore 2
P. M., si formerà un corteo al
quale parteciperanno la Sante
Furnari in corpo e le consorelle
invitate dei paesi limitrofi. Il
corteo percorrerà le principali
strade di questa città, indi si re
cherà alla Music Hall, in Broad
St., dove le bandiere saranno i
naugurate.
Padrino e madrina della ban
diera italiana sono stati nomina
ti il signor Domenico Pitacci e
signorina Brigida Cacciutti; pa
drino e madrina di quella ameri
cana il signor Giovanni Foti e la
signorina Giuseppina Mussomeci.
Oltre al Garnde Venerabile
-he parlerà in italiano, come ora
tore in inglese è stato invitato
l'aw. E. V. Alessandroni.
Tutte le Logge dei paesi vici
ni e la colonia italiana di Lands
dale sono invitati a partecipare
alla patriottica manifestazione.
Il comitato a tal uopo nomina
to è composto dei signori: Gia
como Minucci, presidente; Fran
Nell'Ordine Indipendente Pigli d'ltalia
Avvisaglie di degenerazione
ROMPIAMO IL SILENZIO E ALL'OPERA
! In diversi numeri dell'Opinio
ne erano comparsi, nelle scorse
settimane, degli spunti circa la
visita che il Venerabile e l'ex Ve
nerabile Supremo dell'Ordine In
dipendente avrebbero fatta a Fi
ladelfia e su una riunione che a
: questo proposito avrebbero tenu
ta i venerabili di tutte le log-gè
locali, con consigli a costoro cir
ca il modo come si sarebbero do
vuti comportale nella eventuali
■ tà della Convenzione Statale, la
' cui data già fissata fu poi pospo-
I sta indefinitivamente.
In ogni spunto, però, invaria
bilmente, si conchiudeva sempre
che a Grande Venerabile si sa
rebbe dovuto scegliere un uomo
che avesse avuta l'intenzione, la
forza e l'abilità di lavorare <en
za timori di sorta e senza sotto
mettersi ai nostri avversarti od
ai nostii nemici.
Chi sarà mai stato l'interessa
to a far pubblicare quegli spun
ti? A noi non importa saperlo.
Resta però il fatto che nella fa
miglia dell'Opinione vi è qualcu
no che cerca sempre di suscitale
la discordia coloniale, nulla cu
randosi delle umiliazioni che da
qualche temi>o sta subendo. Per
chè, è superfluo spiegarlo, gli av
versari od i nemici dell'Ordine
-"indipendente, secondo l'estensore
o il suggeritore degli spunti ve
lenosi, sono i Figli d'ltalia del
l'Ordine regolare e i suoi dirigen
ti.
Vediamo intanto da quale par
te sono i disturbatori e da quale
altra quelli che vogliono la pace
coloniale.
Quando si stava compilandc
l'elenco dei vice presidenti de
Comitato italiano per il terze
prestito della Libertà, Giuseppa
Di Silvestro, Grande Venerabili
dei Figli d'ltalia, fece radiare i
nome di Alfredo Perfilia, Grande
Segretario Archivista dell'Oidi
ne regolare, e lo fece sostituir*
con quello del Dr. Alfredo D'A
loia. Il Dr. D'Aloia fece così par
te del Comitato esecutivo; s'in
contro con Giuseppe Di Silve
stro; si sostennero scambievol
mente quando gli interessi de
due.Ordini lo richiedevano; inci
tarono i proprii associati a par
tecipare alla parata; Giuseppe
Di Silvestro, richiesto, dal Dr
D'Aloia. a scambiarsi il salute
quando i due cortei si sarebbere
incontrati, accedette molto vo
lentieri ; un'era, se non di pace al
meno di tolleranza, si inauguri
fra i due Ordini e i capi di queste
istituzioni, che prima si guarda
vano in cagnesco, fraternizzare*
no fra loro.
Da questo incontro, intanto, s
ebbero questi frutti:
che Giuseppe Di Silvestro
Grande Venerabile dell'Ordine
Figli d'ltalia, raccomanda ai suo:
!associati di fraternizzare coi cu
gini e si rifiuta di venire a patti
| con le logge che volevano rompe
re le fila e passare il Rubicone
che Giuseppe Di Silvestro
direttore de "La Libera Parola"
tace su tutte le porcherie degli
Indipendenti.
Egli, per esempio, non espone
al disprezzo degli associati di
quell'Ordine il Grande Concilic
che è sospeso da oltre 6 mesi
pei- manomissione di denaro, che
è stato sciupato nei lupanjiri da
qualche capoccia; egli non pai-la
dello scioglimento della Ixiggia
Oberdan di Noni sto wn ; egli non
dice verbo dello scontento che
serpeggia in parecchie logge; e
gli zittisce sullo svaligiamento
di un povero iniziando di una
neo loggia, dal cui taschino si vo
leva far sparire un orologio; e
gli non apre bocca sullo sperpe
ro di denaro 5O dollari al me-
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Francesco Cacciutti, segretario;
Giuseppe Marino, tesoriere; An
tonio D'Alesio, Filippo Rocco,
Giovanni Foti, Carmine Ottavia
no, Cesare Riccio, Corrado Scher
mi, Francesco De Vito, Alessan
dro Villano e G. F. Lombardo.
se, mentre l'Ordine regolare pa
ga meno di un terzo di questa
somma per un Ufficio che non
funziona. E tutto questo il no
stro* direttore fa in compenso di
una infame e vigliacca campagna
fattagli quando i componenti di
quest'Ordine mandavano dei fo
gli in giro per le logge regolari e
per le grandi e suprema Conven
zioni.
Intanto, il riavvicinamento dei
due Ordini, che avrebbe dovuto
far gioire non solo gli associati
ad Essi, ma l'intera colonia, ha
urtato maladettamente qualcuno
che non avrebbe potuto più pe
scare nel torbido, e perciò, sulle
colonne dell'Opinione ha chiama
to l'Ordine Figli d'ltalia e i suoi
dirigenti avversari e nemici degli
Indipendenti.
Se così dunque dobbiamo esser
ritenuti dai soliti mestatori, fin
tanto che essi non saranno scac
ciati da quelle file, noi rompiamo
il silenzio e ci mettiamo subito al
l'opera chirurgica, se non altro
per salvare tanti poveri illu
si i cui sudori vanno a finire nel
le spelonche.
# * *
Domenica scorsa, dimentican
do perfino che alla riunione era
intervenuto il capo dell'Ordine,
recentemente eletto, il Venerabi
le Supremo De Miceli, i rappre
sentanti degli Indipendenti di
questa città diedero il migliore
esempio di loro stessi e si fecero
conoscere per quelli che, salvo i
buoni, effettivamente sono.
Le grida, gli insulti che s'in
crociavano e le minacce richia
marono una grande folla fuori gli
Uffici dell'Ordine Indipendente,
dove aveva luogo la seduta dei
Venerabili, e anche la polizia do
vette accorrere, stando a quanto
ci è stato riferito.
Non si trattò di dividersi il
bottino, perchè il denaro è spa
rito da qualche tempo e i sussidii
mortuarii non si possono pagare.
Si trattò semplicemente di met
tere, come suol dirsi, la ruota fra
le gambe di qualcuno che avreb
be voluto rialzare le sorti della
rachitica ed inutile istituzione.
Perchè da qualche incredulo
non si dubiti della nostra buona
fede, pubblichiamo, non senza ri
provarlo, l'atto compiuto dal fun
zionante Grande Venerabile del
l'Ordine Indipendente, che si è
dimesso dalla carica e da socio di
esso.
Diciamo rimoviamo, come in
altra occasione riprovammo l'u
scita di altri elementi dalla stes
sa istituzione, perchè crediamo
che nelle lotte si debba sempre
rimanere al proprio posto se non
si vogliono far riuscire vittorio
si gli arrivisti.
Questa lettera del Dr. D'Aloia
la riproduciamo dall'Opinione,
organo votato alla causa degli
Indipendenti e contrario all'Ordi
ne Figli d'ltalia:
Nell'Ordine Indipendente Finii
d'ltalia
Ai miei amici della Pennsylvania
"Esco volontariamente dall'Or
dine colla fronte alta come vi en-1
trai e riportando integra con me
la dignità del mio carattere,
quella dignità che fu ed c la mia
dote precipua e che ho serbato i
nalterata, vergine, in tutte le lot
te della mia vita.
"Esco dall'Ordine con la co
scienza tranquilla d'aver lavora
to con tutta la forza dell'animo
mio, senza badare a convenienze,
senza proteggere Camarille, nel
l'interesse della comunità ; e sa
rei stato più che contento se sul
le basi dell'imparzialità e del be
nessere collettivo, quest'Ordine
si fosse potuto liberare dalle pa
stoie sozze e vigliacche che l'ave
LA LIBERA PAROLA
vano avvinto e che io avevo in
parte distrutti.
"Avrei voluto essere il primo
fattore alla rigenerazione di que
i sto ente a cui mi ero affezionato,
ma mi sono illuso, poiché la can
crena che credevo distrutta, ri
nasce a nuovo vigore deleterio a
minare il benessere della collet
tività.
"Esco dall'Ordine, non perchè
temessi d'essere attaccato dal
morbo, ma perchè del morbo sen
to schifo, e perchè un giorno non
si possa dire che, anche per un
istante, io sia stato connivente
con qualche lebbroso.
"Esco dall'Ordine per non cur
var la testa ad alcuno; e coloro
che pretendevano darmi consigli,
che io mai chiesi od ascoltai, se
avevano la coscienza di onesti
gentiluomini, i "consigli" dove
vano darli in pubblico nell'inte
resse di tutti, non in un orecchio
a me solo, a detrimento di qual
cuno.
"Amici dell'Ordine, nessuno mi
accusi di pusillanimità, no; sono
semplicemente nauseato, ed un
giorno non lontano voi v'accor
gerete, che, se non vi libererete
dei facinorosi assetati di potere e
di vendetta, voi starete sempre
dove siete e forse più basso, se
proprio non sarete obbligati a
cambiare il nome di Ordine Indi
pendente Figli d'ltalia in quello
di : PICCOLA SOCIETÀ' IN AC
COMANDITA.
"Io mi l'itilo, serbando eterno
e grato ricordo dei miei amici
veli, ringraziandoli del disinte
ressato loro appoggio. Ma se
qualcuno volesse far dello spirito
e dell'insinuazione alludendo al
mio ritiro dall'Ordine, gli si ri
sponda sulla cornea faccia, che
non sarà mai l'appestato a scap
pare, ma colui che teme il pu
rulento contatto.
Vi abbraccio
Alfredo D'Aloia
Ph. D."
COMUNICATO
On. Sig. Direttore de
La Libera Parola
Avevo mandato all'Opinione la
seguente mia lettera, in risposta
ad un insultante, per quanto im
personale, comunicato del Dr.
D'Aloia. Pur accettata da quel
Direttore, essa non è stata pub
blicata. Io vi prego a farlo voi,
nel vostro giornale, perdonando
mi di non essemii rivolto a "La
Libera Parola" prima. Voi ne in
tenderete le ragioni.
Grazie distinte dal vostro
Dr. Ricciardi
Agosto 1.0 1918
Caro Signor Direttore de
L'Opinione
Ho letto nel suo giornale un
Comunicato del Dr. D'Aloia e ne
ho avuta una dolorosa sorpresa.
Quando mai I'"Opinione", te
nutasi fin'ora per seria e digni
tosa, ha lasciato pubblicare, nel
le sue colonne, frasi così nienti e
triviali ?
. Ed ho letto un preavviso: la
ripubblicazione della Tribuna. Il
nome dice tutto. Sarà il Felice
Reale a metterla fuori, ed a glo
rificarla del suo stile. Al D'Aloia
per conto mio, giacché presente
mente mi trovo ancora a far par
te dell'O. I. F. D. 1., forse mi de
ciderò a rivedere ma da signo
re par mio un po' le bucce. Per
il Reale poi a scanso di equi
, voci di pseudonimi rendo pub
blico che il Satana del fu Ribelle
sono io ; ma che il Curiangelo del
la fu Rassegna non sono io non
avendo con quel giornale, proprio
al contrario del D'Aloia, aaito a
che fare né direttamente né in
direttamente.
La prego pubblicare questa
mia, del che la ringrazio, riveren
dola
Obbl.mo
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