La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, July 06, 1918, Image 3

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    MA inai
Il pulpito, la predica e,.. Il
predicatore
L'Opin» rp del 28 scorso me=c sotto
112 il titolo: italiani, rispondete al noli.le
appello del Presidente Wilson, pubbli
ca un pistolotto di due colonne che
| non aveva nessuna ragione di essere
I scritto, perchè gli italiani di Philadel-
I phia non han bisogno di esortazione e
I di per compiere tutto il loro
1 dovere patriottico nelle grandi contin-
Igenze come quella del 4 luglio che
Kuest'anno è stata festeggiata con so- I
fclennità eccezionale.
■ Noi non sappiamo chi sia stato que
lita volta il predicatore che è salito
sul pergamo e non intendiamo saper
lo, per non mettere in luce l'incoeren
za de 1.... quaresinjalista anche in que
f «l'occasione.
Ma quanto al resto dobbiamo con
jjiedsare che egli ha perfettamente ra
f«ione. In una ricorrenza così grandio
sa come queria che l'America e tutto
il mondo civile hanno solennizzato si
Karebbero dovuto mettere da parte
tutte le piccole ambizioni, tutti i bassi
Sinteres-si personali, tutte le meschine
del cuore,
112 Erano appunto queste le esortazio
ni lo sappia lo scrittorello cortigia
no che si rivolgevano da ogni parte
iti Cav. Uff. C. C. A. Baldi, quan
do una valanga di gente e non qualche
dissenziente imponeva la sua volontà
iontro la quale s'infrangono tutte le
nefaste influenze; che il sig. Baldi a
veese sacrificato per una volta almeno,
di fronte alla solennità dell'ora, la sua
aciocca, insaziata ambizione, causa u
niea di tanti mali in Colonia, ma l'o- !
fa*ità del Cavaliere rimase sorda di
fronte a tutte le esortazioni, persino
di fronte al pericolo di un completo
falli mento della parata italiana.
11 pistolotto dunque del predicatore
ajxl ava indirizzato al suo padrone e
non ad altri, perchè non v'ha nessun
italiano in Filadelfia che non rispon
da al nobile appello del Presidente
! Wilson, mentre ve ne sono nove deci
' mi per lo meno che non intendevano se
guire le orme di Baldi. Rimosso, quin
ci,! quest'uomo, l'entusiasmo sarà sem
pre unanime, indescrivibile e rimuo
i verUi non significa tradire nè la patria
; d'origine nè quella d'adozione.
y|j a jL. potrebbe dirci il nostro con
vittore perchè Baldi dovrebbe
irajirarsi in simili circostanze? per far
IttPßo a qualche altro ambizioso?
. Niente affatto: tutti si sarebbero im
pegnati formalmente e solennemente
perchè il posto di chairinan non fosse
stato occupato da nessun altro, in tal
ci*» Baldi, persistendo nel suo propo
sito di volere ad ogni Costo rimanere
ad una carica dove era stato messo in
debitamente, divideva ancora una vol
ta la colonia e compiva opera antipa
triottica.
ìjAd ogni modo auguriamoci che in
attr> occasioni, non sia novellamente
pofui a dura prova la pazienza de!
Bobbi ico.
RICHEL.
l||iix A LETTERA DELL'ARTISTA
B'ASCENZO AL CAV. C. C. A.
BALDI
Avendo pubblicato lettere di dimis
sioni di molti connazionali invitati a
"ar parte del comitato che prima era
apitanato dal Cav. C. C. A. Baldi, ere-
JMBo nostro dovere di rendere di pub
blica ragione anche questa dell'artista
signor Nicola D'Ascenzo:
"Mr C. C. A. Baldi,
928 So. Bth Street,
Philadelphia, Pa.
Dea." Sir:—
| am very sorry that while at the
inecting yesterday, I was in no con
ditila to speak, otherwise 1 should
hav< put the following question to
jnflL
When his Honor, The Mayor of the
City of Philadelphia, appointed you to
the Chairmanship of the Fourth of
Juh celebration, why did you accept
it? Why did you not teli the Mayor
that there was an cstablished com
nùttee amongst the Italians, vhich
was appointed at the Third Liberty
Loan Meeting, held at Mr. Stotesbo
ryls house in March?
I realize that you said you had no
recellection of such a committee being
folined, to act in ali patriotic matters
foT the duration of the war. I grant
you that you had totally forgotten
thie. but how in the name of good
denti of fair play, and Patriotiem did
you think that you could have "put
thiii ower" without friction, knowing
what had happened at the ti me of the
Italian Mission, and why.
wHdw did you expect that by you
acceptance of such a leadership, theVfì
wouM be unity and harmony in the
Cole II N' ?
. àiHl, knowing ali this, how can you
bo*- of the Self sacrifice you stand
tea/ìv to offer for the good and pi-o
pre =s of the Italian Colony, and the
CMBne of the Allies.
>®our actions certainly do not fit
your utterance, and unless you nave a
ri.ttisfaction, my deductions are san Iv
not complimentary to you.
Very truly yours
NICOLA D'ASCENZO"
LE PERDITE ITALO-AMERICANE
IN FRANCIA
la settimana scorsa si so
no avuti in Francia i seguenti nostri
connazionali morti, feriti e perduti in
«Sion e:
Ferrera di Newark, N. J., e
J&eph Massorra di Rochester, N. Y.
njprti in azione; C. Monga, sergente,
djtalia e Angelo Piccolo di Omaha,
ì«frb., morti per ferite riportate; San
te Castagna di Brooklyn, Oreste Ni
gk , d'ltalia, Michele De Marzo, ser
«ìte, di Jersey City, N. J., e John
szuto d'ltalia, feriti g Ave mente e
Snv Victor, d'ltalia, perduto in azio
ne.
I;'' DIVORZIATI
ULa Corte N. 5 di Common Please
la in questa settimana, decretato il
di Felice Perri da sua moglie
■na Perri.
Jf LA MORTE DEL SENATORE
TILLMAN
' lE' morto, nella sua residenza, in se
■Sito ad emorragia cerebrale, il sena
qre Benjamin R. Tillman che era na
o nelle piantaggioni della Contea di
(dgefield, S. C., l'il Agosto 1847.
L'On. Tillman ha servito per 24 an-
|ni nel Congresso degli Stati Uniti e j
prima di morire era Chairinan del Co
mitato degli affari della marina.
"L'EVENING TELEGRAPH"
SOSPENDE LE PUBBLICAZIONI
1 Col 29 giugno u. s., il giornale quo- ;
tidiano americano, l'Evening Tele
graph, ha sospeso le sue pubblicazio
| ni. Esso incominciò a pubblicarsi nel
; 1864 dai signori C. Barclay Harding e
Charles E. Warburton.
IL 4.0 ANNIVERSARIO DELL'UC
CISIONI: DELL'ARCIDUCA
D'AUSTRI \
Il 29 giugno u. s. ricorreva il 4.0 an
no dell'uccisione dell'Arciduca Francis
Ferdinando, erede al trono d'Austria,
e di sua moglie Duchessa di Hohen
burg. Entrambi furono uccisi in Sera
jevo, capitale della Bosnia, dallo stu
dente Gavrio Prinzip, morto qualche
mese fa in carcere.
Questo incidente diede l'esca alla
guerra che si sta combattendo.
WILSON CITTADINO ONORARIO
DI FIRENZE
Coll'unaninie consenso dell'intero
Consiglio Comunale, il 1.0 luglio veni-
DEPARTMENT OF THE INTERIOR
Dall'avvocato Stefano Miele, Vene
rabile Supremo dell'Ordine Figli d'l
talia in America e collaboratore spe
ciale del Department of the Interior,
lentieri: uno dovuto alla penna del
Prof. Angelo Patri e l'altro scritto da
Franklin N. Lane.
Questo è l'articolo del Prof. Patri:
PERCHE' VENIMMO IN AMERICA.
"Io sono stato sempre un Ameri
cano. Fui Italiano. Adesso sono un A
mericano. Venni in America, molti,
molti anni fa, da un piccolo villaggio
che ricordo appena. Sì, vedo ancora il
ruscello ed il mulino e le donne lava
re i loro panni 6U di una pietra piat
ta, livellata dal molto lavoro, ed in
torno dei bambini tuffantisi a riprese
nell'acqua. Ancora ricordo, molto va
gamente, il convento ed il frate dal
lungo mantello e dai piedi nudi, calza
ti di sandali.
I miei genitori erano lavoratori del
la terra, allevatori di capre e di vac
che. Al sole, sotto la pioggia, e l'az
zurro del cielo essi lavoravano, vive
vano e sorridevano.
Perchè si decisero a venire in Ameri
ca? Vi furono delle guerre. Sempre vi
sono state delle guerre. Noi siamo si
curi, che non ve ne saranno più, per
chè combatteremo questa guerra si
no alla fine. La guerra è sinonimo di
povertà. Sempre ha significato pover
tà. Poi vi furono tasse e sopratasse.
Mio padre venne in America, facendo
parte di una grande immigrazione, in
una nuova Nazione. L'America era
per lui la terra dell'opportunità e
quindi lo seguii anch'io. Sulle prime, i
genitori cercarono di conservarmi ita
liano, e mi mandarono a scuola da un
maestro italiano, uomo pingue, sudi
cio, dalla mano pesante, gioielliere,
compratore e venditore di beni immo
bili, cambia valute e maestro di scuo
la: tutto in uno.
Non mi piaceva e così andai ad una
scuola americana. I miei genitori vive
vano tra i loro amici, quasi un centro
Italiano in mezzo ad una grande me
tropoli americana.
L'AMERICA E LE SUE
ISTITUZIONI.
Come ci parve strano e freddo e cru
dele talvolta il nuovo mondo. Il lavo
ro era duro e non tanto facile sbarca
re il lunario. Il clima rigido, incostan
te, snervante. Ma non vi erano guer
re, non vi erano tasse, almeno tante
e tali da risentirne. E vi erano scuole
e per i tigli sorgevano sempre la pro
messa e la speranza dell'opportunità,
purché si lavorasse, si apprendesse, si
persistesse, si carezzassero i nostri
sogni.
Come a me, anche a molti altri fi
gli di stranieri accadde di frequentare
una scuola Americana, ove non si ri
chiedeva nemmeno la croce di un sol
dino per libri, carta, matita ed in
chiostro.
E dopo dieci anni, il figlio di un po
vero uomo, divenne maestro e maestro
americano in iscuola americana, e poi
dopo 10 anni un maestro def maestri.
Adesso da maestro io parlo ai miei
fratelli di là dell'Oceano. Io vorrei in
trattenervi intomo alle scuole pubbli
che americane, quelle istituzioni in cui
l'America trasformò tutta quanta la
sua fede per plasmare la vita Nazio
nale. Io credo che l'educazione che ha
tratto un popolo omogeneo da massa
di gente eterogenea costituisca una
speranza ed una promessa per voi co
me per l'America.
Sapete voi cosa sia una grande cit
tà in America? Cinque milioni di abi
tanti, 50 nazionalità; giornali e teatri,
in ogni lingua; file di case; mille stra
de che si annodano e s'intersecano;
treni, fiumi, rumori assordanti ed un
viavai continuo di lavoratori, studenti,
artisti e parassiti, i quali costituisco
no addirittura un esercito immenso.
Nel centro di questa massa brulican
te la città ha le sue scuole ed i suoi
maestri. Se noi abbiamo commesso dt
gli errori e noi li abbiamo commes
si è difficile però dire come essi
avrebbero potuto eliminarsi. Ma attra
verso la pratica, noi abbiamo appreso
il segreto di giovare ed apprezzare i
bambini. Perchè prr quanto stranieri
possano considerarsi i loro genitori, la
città ripone le sue speranze sui bam
bini e per mezzo dei figli attira i ge
nitori.
La città esige scuole per il suo mi
nuscolo popolo: Essa costruisce dei
fabbricati colossali per i suoi bambini.
Meravigliose sono queste costruzioni,
specialmente quelle di recente forma
zione, per soddisfare i bisogni della
grande massa degli immigrati, i quali
si riversarono nella città, gli oppressi,
gli abbandonati, quei in cerca di for
tuna. In queste scuole la città alita lo
spirito dell'amore Nazionale che ce
menta il grande amore umano che è
bello e potente. La città costruisce, af
finchè i figli suoi possano evolversi,
essa conosce che i bambini sono la sto
ria, sono la Nazione, sono l'America.
L'America non di ieri, ma del doma
ni, del domani che non ha tramonto.
E' necessario che voi comprendiate
questo punto di vista, se volete acqui
stare esatta cognizione della nostra
lotta, delle nostre ambizioni.
Questo è il lato nostro prezioso,
questo è il lato che noi vorremmo ch<
voi conosceste dell'America.
Noi sappiamo che voi soffrite e che
j va conferita la cittadinanza onoraria
di Firenze al Presidente Wilson.
La comunicazione sarà trasmessa
j subito dal sindaco di Firenze.
FIDANZAMENTO
Nella residenza del signor Vincenzo
Forcucci, al No. 1611 S. 18th St.,
comproprietario della Latin Printing
Co., domenica scórsa si svolse una
simpatica festa famigliare, in occasio
ne del fidanzamento di sua cognata si
gnorina Giovannina Falli al Signor
Giovanni Primavera.
Alla presenza dei componenti delle
due famiglie il Signor Primavera con
segnò alla prescelta del suo cuore, il
rituale anello di fidanzamento. Questa
semplice ed intima cerimonia fu rile
vata da poche parole di occasione det
te dal cognato della sposa, signor For
cucci, sinceramente applaudite dai
presenti.
La signora Luisa Forcucci fece, an
che a nome di suo marito Vincenzo,
gli onori di casa in un pranzo vera
mente luculliano, consumato fra la
gioia degli sposi e dei parenti che be
ne auspicarono alle prossime nozze.
avete sofferto. Voi siete dinanzi ad
una nuova situazione. Voi dovete ri
costruire il vostro mondo, le vostre
città, le vostre scuole. Voi che jiete as
setati di ideali d'amicizia, di benesse
re, di speranze, sebbene il freddo vi
penetri nelle ossa e gli stimoli della
farne vi torturino lo stomaco, che vi
aggirate in parole vane, querimonie,
promesse, tradimenti e disinganni,
pensate bene quello che voi fate ades- ;
so per i bambini.
Soltanto per mezzo di essi voi po
tete ricostruire la vostra vita, la vo
stra speranza individuale, la pace del- '
la vostra razza, la speranza della pa
ce mondiale. Molti di voi sconoscono
l'America, voi vedeste soltanto la su
perficie.
Anche quelli che mi vivono intorno
sembra che non vadano più in là. Essi
non sanno perchè ci regoliamo in un
modo e nell'altro nella scuola.
Spesse volte, quando dei bambini e
rano ammalati, io mi curavo di man
dare a chiamare i genitori. Essi ve
nivano e mi dicevano che io non avrei
dovuto interessarmi dei denti c.ei bam
bini.
Il bambino non apprende coi denti,
ma con la mente. Non date alcun pen
siero che le gambe del bambino sieno
contorte. Esse si raddrizzeranno. In
segnategli cosa debbono fare con la
testa e non coi piedi. Il ragazzo è svel
to e pulito abbastanza per imparare.
Non guardate il corpo, badate piutto
sto ad insegnargli l'addizione. E ciò
a dispetto della massima: "Mente sa
na in corpo sano."
Tuttavia la scuola è paziente. La
scuola che rappresenta l'America in
formazione è sempre longanime, in
attesa dell'opportunità per convin
cere.
Un uomo quotidianamente faceva
capolino in iscuola. Egli era grasso e
caparbio con una cera arcigna. Guar
dava sempre con cipiglio altero. Se
si persisteva nel salutarlo, egli bron
tolava. Portava un gran cappello nero
a cencio; un cappellaccio molto espres
sivo, che pareva volesse dire: sto qui
per farvi dispetto, io sono un cappello
indipendente del nuovo mondo e ri
sfido.
Marciando innanzi con aria marzia
le, egli soleva accompagnare, al posto
assegnato in classe, una ragazzina,
dagli occhi ceruli e dai capelli biondi.
L'assisteva teneramente, la baciava e
ritornava sui suoi passi incurante del
saluto amichevole del maestro.
LA PARTENZA DEL MAESTRO.
Oggi la scolaresca dava l'addio ad
un insegnante chiamato sotto le armi.
Voi avreste dovuto sentire gli evviva
dei bambini. Con quanta effusione di
affetto essi l'abbracciavano e l'acca
rezzavano. Poi mentre egli s'allonta
nava, essi applaudivano e canta
vano la canzone della scuola, proten
dendo le mani, quasi come se volesse
ro andare con lui.
Egli è uno dei-nostri migliori mae
stri, anzi proprio il migliore. I bam
bini lo prediligono. I maestri l'amano.
Ed egli va al campo, e poi, attraverso
l'oceano, in Francia, in Italia, nel Bel
gio. Chi sa dove? Ma con lui vanno le
preghiere e l'amore di tutta una co
munità.
Io mi ricordo, molti anni fa, a bordo
di un vapore insieme alla mamma, ad
una sorellina ed allo zio. Intorno vi
era della gente, molta gente, la mag
gior parte giovanotti. CJua e là una
madre coi suoi bambini, una giovanet
ta. Giù, sulla banchina erasi raduna
ta della folla, amici, vecchi, bambini,
vecchierelle, mogli. Alcuni piangeva
no, altri sorridevano silenziosi.
D'un tratto In sirena fischiò. La na
ve cominciò a muoversi, le macchine
ad ansare, l'eliche a turbinare. Gra
datamente il vapore prese il largo.
Quel vapore, col suo prezioso carico
di giovani esistenze faceva rotta per
l'America.
Essi, i giovani, in cerca di fortuna,
venivano in America per migliorare le
proprie condizioni. Nella loro esisten
za erano fuse tutte le speranze, le an
sie, le ambizioni dei loro amici e pa
renti, che rimanevano indietro.
Per anni ed anni questa scena si ri
pete. Una catena di vapori attra
versò l'oceano dall'Europa in Ameri
ca. Era la marcia del progresso. Cia
scun vapore scaricò il suo prezioso
fardello nei porti di America, nelle vie
di America, negli opifìci, nelle strade
ferrate, nelle campagne, nelle scuole.
Vennero tutti, lavorarono, vissero, im
pararono, rimasero. E dimenticarono
di ritornare. E cominciarono a dire:
America la patria mia, il popolo mio.
Ma sempre, mentre dicevano così,
giammai dimenticavano i sogni, le
speranze, le ambizioni dei loro amici
di là dell'Oceano.
Oggi, quando noi dicemmo arrive
derci al nostro maestro, la teoria di
navi attraverso l'oceano venne alla
mia mente più fortemente che mai.
Noi stiamo inviando quanto di me-
JERRY BARBAR, Pres. CHAS. SANTORE. Treas,
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LA LIBERA PAROLA
glio possediamo, perchè noi non ab
biamo dimenticato i nostri sogni, le
nostre speranze, le ambizioni dei no
stri amici che lasciammo indietro. Le
nostre navi sono stivate. Esse sono
stivate di giovani, il fiore di America.
Vanno la', massa uniforme dal color
di oliva, tutti tronfi e pettoruti, dal
l'occhio sicuro. I porti sono gremiti di
donne, vecchi e bambini.
Noi guardiamo, plaudiamo, rima
niamo silenziosi, mentre le carene sus
sultano, le sirene fischiano. Nella esi
stenza di questi giovani sono trasfu
se le speranze, le ambizioni, l'amore di
quelli che rimangono dietro. Essi ri
fanno la via del ritorno per combat
tere a fianco dei loro fratelli. E han
no giustificato le loro speranze. E' la
marcia del progresso. Ma guardateli,
quando essi ritorneranno, voi non li
conoscerete più come italiani, francesi,
-svedesi, inglesi, irlandesi, olandesi,
russi; ma come americani e fratelli di
voi tutti.
Da tutta quella gente che per trenta
anni si è riversata negli Stati Uniti è
venuta fuori una massa omogenea e
compatta sotto la pressione della bat
taglia, conscia dei sentimenti di fra
tellanza che la lega a voi.
Il nostro maestro viene da voi, o a
niici miei Egli è il migliore dei no
stri maestri e vi porta qualche cosa di
più che non sia la gagliarda esistenza:
la fede di America nei bambini. Il
mondo deve essere liberato dalla ti
rannide, onde i bambini, il fiore dell'u
manità, possano fiorire."
» » »
Segue l'articolo del signor Lane:
LA RISPOSTA DEGLI STRANIERI
DI FRANKLIN K. LANE
Noi venimmo in America per colla- i
1 borare alla formazione di questa nuo
; va Nazione pel bene nostro e dei no
stri figliuoli. La porta era spalancata
j e niente pagammo per varcarla. Noi
: calcammo le orme impresse da altri.
Le terre che altri avevano scoperte
e per cui tanto avevano lottato, ci i
vennero date, perchè le trasformassi- ;
mo in abitazioni.
Nella contrada natia, la Madre Pa
tria, lavorammo per un tozzo di pane;
qui invece si lavora per vivere. Nella
terra natia, i nostri bimbi non pote
vano aspirare a divenire mai qualche
cosa di più di quello che noi eravamo;
il loro avvenire era ostacolato dal si
gnore, il privilegiato della fortuna, na
to con proprietà, posizione e preferen- j
za. Sempre vi sono stati dei signorotti, !
innanzi a cui bisogna scappellarsi in
segno di deferenza e sottomissione. \
Lottando, sacrificandosi a tutta posa, [
non si poteva mai sperar niente; per- j
chè vi era sempre quel signorotto, I
l'uomo che signoreggiava il cui posto
era inaccessibile. Per i figli suoi vi e
rano scuole, professioni, opportunità;
per i figli nostri lavoro senza speran
za, il lavoro dei muscoli, lavoro per
un tozzo di pane, certo non soddisfa
cente alla loro vita e alle loro aspira
zioni. Egli non poteva sperare la fan
ciulla del suo cuore, perchè di rango
troppo elevato e la distanza non facil
mente superabile. Anche la vita pub- 1
blica era chiusa per lui, tranne che
per essere lo schiavo dell'uomo che
posava in alto.
E noi, stranieri, siamo qui per as
sumere la nostra parte, per assolvere
il nostro pieno dovere a favore del
l'America. I millenni di lotte ininter
rotte, l'emancipazione della servitù ci
hanno condotti alla terra che offre a
tutti la medesima opportunità. Noi ri
fugiamo dall'uomo che signoreggiava,
qui non abbiapio altro padrone che
noi stessi. Il nostro cappello si to-
I glie al genio, non al rango,
j La grande casa sulla collina era u
na volta dell'umile lavoratore del
j braccio. La sua moneta frutta salari,
finché anche noi ne avremo per pagare
salari ud altri. Vi era una speranza nei
nostri cuori, e questa speranza è ger
mogliata nei bimbi dagli occhi vivaci, i
nella casa dove i pianoforti suonano,
ì nelle scuole, nei collegi, nelle corti,
ove i nostri fanciulli lavorano accanto
| agli altri, ottenendo onori ed allori che
| derivano dal talento, posti elevati che
|si assegnano in merito al carattere, !
popolarità che non conosce limiti: e
questa speranza è sbocciata in fierez
za che s'impone, in alterigia che dà
vita, la vita di cui noi siamo formati
e per cui viviamo, in questa terra del
la comune opportunità.
Se non si fa giustizia in questa con
trada la colpa è nostra; se la fiacco- ■
; la della libertà si affievolisce o spe-
Ignesi, nostra sia la colpa. Se la no
stra bandiera cede, coloro che com
battono con ardore in altre Nazioni si
scoraggeranno, coloro che ne ritras
sero il campo stellato con speranzoso
bleu e che ne striarono le striscio con
rosso vivido non sapranno perdonar
celo. Noi sappiamo che questa libertà
rappresenta d'un tratto la nostra glo
ria ed il nostro pericolo; giacché a
desso non vi è l'uomo in alto. Noi non
abbiamo nessun altro padrone da ser
vire tranne noi stessi. Noi ci trovia
mo nell'ora del cimento. Noi non esi
teremo, noi non paventeremo il pe
ricolo. Il vecchio mondo non ci vedrà
sbandati ed in fuga, quando viene lan
•iato il guanto di sfida. Quanto è sta
to guadagnato e dato a noi da noi sarà
trattenuto per noi e per i nostri fi
gliuoli.
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77 ITALIA, di Philadelphia.
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138 UFFICIALI BERSAGLIERI di
Williamsport.
140 GIULIO CESARE CAPACCIO, di
Philadelphia.
141 NAPOLEONE COLAIANNI, di
Philadelphia.
145 PRINCIPESSA IOLANDA, di
Philadelphia.
146 GIOSUÈ' CARDUCCI di Lock
Haven.
149 VITTORIO ALFIERI, di Renovo.
164 FIGLI DI COLOMBO di Ambrid
ge.
165 GUGLIELMO MARCONI di Phi
ladelphia.
166 PASQUALE SALINARDI, di
Philadelphia.
174 TERZA ITALIA, di Pittsburgh.
187 GABRIELE D'ANNUNZIO, di
Philadelphia.
188 ROMA DEI CESARI, di Dubois.
189 DUE PALME, di Clearfield.
193 GOFFREDO MAMELI di Coates
ville.
198 GARIBALDI, di Pittston.
205 LUIGI BASILE, di Philadelphia.
206 LIBERTA', di Brokwayville.
210 PRINCIPE DI PIEMONTE, di
Johnsonburg.
213 CARLO PIS \CANE, di Phila.
219 ALTAVILLA IRI'INA, di Phila.
220 MARIO RA PIS ARDI, di Phila.
224 CITTADINI ITALO-AMERICA
NI, di Steelton.
229 VITTORIO EMANUELE 111, di
Vandergrift.
230 MARSICANA VILLA GLORI, di
Sykesvillc.
231 GIUSEPPE MAZZINI, di Union
town.
236 FRATELLI BANDIERA, di Sol
dier.
251 LIBERTA' E PENSIERO, di Ma-:
nayunk-Philadelphia.
252 GIUSEPPE VERDI di Frankford,
Philadelphia.
265 XX SETTEMBRE, di Phila.
270 LEONARDO I)A VINCI, di Wa
shington.
272 CARLO ALBERTO di Harris
burg.
286 FRATELLI CAIROLI, di Ridg
-299 TIBERIO EVOLI, di Phila. .
305. NUOVA ITALIA, di Aliquippa.
306 ANTONIO MEUCCI, di Norris
town.
310 FRATELLANZA ITALIANA, di
l'atton.
311 CARLO COLETTI, di Phila.
317 CITTADINI ITALO AMERICA
NI, di Pittsburgh.
329 S. MICHELE DI SERRASTRET
TA, di Steelton.
345 IL ROSETO DI SOLOPACA, di
Philadelphia.
357 STATO MAGGIORE, di Weedvil
le.
369 ITALIANA DI BENEFICENZA,
di Coraopolis.
412 LUIGI CADORNA, di Phila.
413 SANTE FURNARI, di Lansdale.
425 ANTONINO DI SAN GIULIANO
di Philadelphia.
447 TERRA IRREDENTA, di l'acony.
450 PROGRESSISTA, di Midland.
451 IL RISVEGLIO, di Erie.
454 CONCORDIA, di Connellsville.
462 ALBA NOVA, di Leechl urg.
468 SALVATORE BARZILAI, di
Charleroi.
474 MARIA ABRIANI, di Phila
483 TRENTO E TRIESTE, di Rossi
ter.
486 DANTE ALIGHIERI, di Chester.
491 LA PACE, di Pittsburgh.
495 GUGLIELMO OBERDAN di Phi
ladelphia.
497 VITTORIO EMANUELE 11, di
Fairchance.
498 GIUSEPPE DE FELICE GIUF
FRIDA, di Philadelphia.
507 REGIA MARINA, di Pittsburgh.
527 FELICE CAVALLOTTI di Phila.
528 CAMILLO BENSO DI CAVOUR,
di York.
534 CITTADINI LANCIERI, di
Scranton.
539 PIETRO METASTASIO, di Bri
stol.
541 ANTONIO SALANDRA, di Do
wington.
543 RUGGIERO BONGHI, di Ambler.
547 GIOVANE ITALIA, di Carbonda
le.
556 PIETRO MICCA, di Republic.
560 GALILEO GALILEI, di Phila.
570 SAVOIA, di Homer City.
577 AMOR DI PATRIA, di Mana
yunk.
578 SALVATORE SPINUZZA, di
North East.
581 GEROLAMO SAVONAROLA, di
Philadelphia.
586 REGINA ELENA, di Sharpsburg.
600 EROISMO, di Emporium.
601 LEOPOLDO PILLA, di Phila.
602 CIVICA ITALIANA, di Monessen.
608 ELLWOOD CITY, di Ellwood Ci
ty.
609 VITTORIO IL VITTORIOSO, di
Cokeburg.
610 PRINCIPE TOMMASO DI SA
VOIA, di Philadelphia.
611 SILVIO SPAVENTA, di Phila.
012 GIULIO CESARE, di Phila.
613 GIUSEPPE GARIBALDI, di Cali
fornia.
616 NUOVA DUCA DEGLI ABRUZ
ZI, di Bentlcyville.
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6:ÌI .MUZIO SCEVOLA, di Phila.
633 GIOVANNI AMEGLIO, di Phila.
634 NUOVA GIUSEPPE MAZZINI,
di Scranton.
637 SBARCO I>l MARSALA, di Che
ster.
643 CIVILTÀ' E PROGRESSO, di
Scotolale.
646 ENRICO PESSINA, di Phila.
647 LA FRATERNA, di Norristown,
651 MATTEO RENATO IMBRIANI,
di Jes.sup.
«r.2 FRANCESCO CRISPI, di Phila.
653 ANTONIO CHINOTTO, di Alien
town.
655 SAVERIO FRISCIA, di Norris
town.
663 CRISTOFORO COLOMBO, di
Bolle Vernon.
664 NICCOLO' MACCHI AVELLI, di
Avondi.le.
665 COOPERATIVA TRA CALZO
LAI, di Pittsburgh.
1566 SICILIA, di Norristown.
567 BALILLA, di Phila.
i! 74 EMANUELE DE DEO, Phila.
SB2 TOMMASO CAMPANELLA di
Philadelphia.
575 LUIGI ZUI'PETTA, di Phila.
578 ETTORE FIORAMOSCA, di Ty
ler.
GB3 GIUSEPPE GIUSTI, di Gerrnan
town, Phila.
584 CILENTO, .li Philadelphia.
886 FERDINANDO DE CINQUE, di
Philadelphia.
SB7 GUIDO BACCELLI, di West
Chester.
593 RAFFAELE D'AULISSE BAR
BOI ANO, di Btyn Marw.
594 GIOVANNI DA VERRAZZANO,
di Pihladelphia.
595 INDIPENDENTE DI BENEFI
CENZA, di Pittsburgh.
596 GRAN SASSO D'ITALIA, di Phi
ladelphia.
599 ARNALDO DA BRESCIA, di
Philadelphia.
702 MARIO BIANCHI, di Phila.
(03 I VESPRI, di Marcus Hook.
706 MASSIMO D'AZEGLIO, di W.
Reading.
707 SERAFINO DELLA SALAN
DRA, li Philadelphia.
"13 ROMA, di Carnegie.
714 BERARDINO TELESIO, di Phi
ladelphia.
717 CORNELIA MADRE dei GRAC
SCHI, di Chester.
718 SILVIO PELLICO, di Pnila.
719 CARLO ALTO BELLI, di Phila.
r2O MARIA MONTESSOItI, di Phila.
[2l Dr. PIETRO FARINATO, di Phi
ladelphia.
"26 ENRICO TOTI, di Philadelphia.
'29 ORSOGNA. di Philadelphia.
130 ALESSANDRO LA MARMORA,
di Layton.
'3l LA VITTORIA, di Brownsville.
733 FRANCESCO FERRUCCIO, di
Philadelphia.
'35 AMERICA, di Greensburg.
36 CALABRITTO, di Philadelphia.
'37 LUZZI, di Germantown, Phila.
'4B FRANCESCO PAOLO TOSTI, di
I'hiladelphia.
"49 GIOVANNI NICOTERA, di Dun
more.
50 UMBERTO I, di Susquehanna.
"51 ALLEANZA E VITTORIA, di
Rane.
52 SBRINO, di I'hiladelphia.
'53 MANDAMENTO DI TORRICEL
LA PELIGNA, di Philadelphia.
756 X. MARIA DI MONTE CASTEL
LO, di Rankin.
'57 PRINCIPE DI UDINE, di Thila.
758 NUOVA TRENTO E TRIESTE,
di Canonsburg.
"64 DONNA LUISA D'ANNUNZIO,
di Manayunk.
65 MICHELANGELO BUONARRO
TI, di Philadelphia.
66 GIACOMO LEOPARDI di Union
town.
"69 LIBERTA' E CONCORDIA, di
Mount Carmel.
'7O LUIGI VANVITELLI, di Phila.
"71 NUOVA LUIGI CADORNA di
Butler.
773 LA BANDIERA D'ITALIA, di
Wallopsburg.
79 CARLO DEI FIORI, di Edge Hill.
87 GEROLAMO FILZI, di Austin.
'BB PIETRO FORTUNATO CALVI,
di Philadelphia.
107 CORONA D'ITALIA, di Ellwood
City.
109 MONTE AMARO, di Berwiyn.
(12 FRANCESCO FIORENTINO, di
Connellsville.
>l4 LA RISCOSSA, di Masontown.
!23 LA VITTORIA D'ITALIA, di
Philadelphia.
115 GLORIA, di Old Forge.
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