Appendice de "I«i Übera Parola" Numero il FRANCESCO IVI ASTRI AISJI LA CIECA DI SORRENTO ROMANZO Ora, tu sarai mia. Una lotta inaudita ebbe luogo. Nei disperati sforai Albina faee ve per difendersi, la bambina fu precipitata dal letto, e cadde piangendo. La fanciulla strillava. Allora il ladro, temendo che le grida della bambina richiamasse ro gente, e per sfogar la sua rab bia nel vedersi opposta disperata resistenza, denudato novamente il pugnale, si precipitava per fe rir la bambina. Ma la madi e, po stasi come scudo davanti alla fanciulla, ricevette nel seno il colpo di pugnale destinato alla fi glia. Vibrato il colpo, Nunzio Pisa ni, raccolti in fretta i tesori ru bati, si diede a precipitosa fuga. Albina, ricevuto il colpo mor tale in mezzo al petto, gettò un grido straziante e cadde supina versando un rivo di sangue dal la ferita: il pugnale aveva tocca to il polmone. Per mirabile istin to di amor materno, nel cadere ella schivò di piombare sulla bambina, che giaceva a terra piangendo ad alte grida. Raccol ta poi tutta l'energia della vita che le fuggiva, sollevò la bambi- i na tra le braccia, la ripose sotto la coperta, e si gettò ella stessa sul letto per morir accanto a lei. Il colpe le aveva troncato la parola; un rantolo soffocalo le u scì dal petto. Voleva chiamar soc corso !.. Una speranza di salvez za balenò nell'anima di quelja moribonda Si trascinò fino Jn mezzo alla camera Voleva ali vare alla terrazza per chiamar gente. Ma le forze le vennero meno, e l'infelice cadde appiè del letto. Il sangue, deviato dal suo corso, le usciva ora in gran copia dalla bocca. Poco dopo, la sventurata Albi Ospedale Italiano Fabiani Decima Strada e Christian Street » Philadelphia, Pa. . j^T ORDINE DI SERVIZIO - DIPARTIMENTI Medico=Chirargico = Malattie Naso, Gola, Orecchi - Malattie di Dte= ro - Malattie occhi - Malattie Genitourinarie = Dentistico e Ma= lattie Bocca e sifilitiche=Ostetrico=Farmaceatico(rAß«Acu rAßum) Ufficio e Farmacia aperti notte e giorno VISITE G FOTOGRAFIE COI RAGGI X Core elettriche per malattie nervose del sangue, della pelle, genito-urinarie ecc. tanto per Uomini che per Donne Il Dr. FABIANI esce per far visite in casa degli ammalati tutti i giorni dall' 1 alle 4 porti. | Telephone 241 6 Spring ESTABLISHED 1892 Premiata Fabbrica di Sigari Italiani P. CANNIZZARO & Co. 438 Broome Street - New York MARIO D' URSO \ 'f Ct ' °" OS,A . '< AGENTE GENERALE fW v \ pef l'Eastern Pennsylvania r * ** si 809 Christian Street y ' ' ! PHILADELPHIA, PA. ; Iti li Phon», Wahtut 4140 si*? 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Di repente i suoi occhi furono colpiti da una larga macchia ros sa sulla coperta: ella vi portò la mano e la ritrasse. Guardò la sua camicia tutta intrisa di sangue, poiché la madre l'aveva abbrac ciata per riporla sul letto, e non comprendendo, ma quasi per i stinto, si scostò dal luogo dov'e ra, e andò a porsi nel luogo in cui soleva giacere la madre. La bambina non piangeva più, ma guardava all'intorno con gli occhi spalancati, non sapenclo rendersi ragione della situazione in cui si trovava, e sembrandole impossibile che la madre l'avesse abbandonata! A un tratto gettò un grido acutissimo, con le ma nine si coprì il volto, e subito si cacciò sotto la coperta con tutto il capo, presa da un fremita con vulso. Dal balcone della terrazza, ri masto aperto dopo la fuga del l'assassino, era entrato nella ca mera un gatto nero, grosso, con gli occhi di tigre! E quel gatto, lambito che ebbe il .sangue che era rappreso sul corpo di Albina, spiccò un salto sul letto. Dtatrice t u presa da un pianto convulso. Chiamava la madre, 1! padre, tremava in tutte le mem bricine, e si cacciava sotto la co perta, raggomitolandosi come un gomitolo di lì!o. Quel gatto lambì l'altro sangue sparso sul letto ; indi, per trovare un poco di calore, si sdraiò a fian co dell'infelice creatura che si sentiva addosso quel mostro, e più convulsamente piangeva. Così, stemperatasi in lacrime per oltre un'ora, ammutolì poi di botto, e più non fu udita! Oh, da quanto dolore doveva essere straziata l'anima ai Albi na, se dolente si aggirava per quella stanza ed era conscia del l'abbandono e dello spavento del la sua carissima figliuola! Quel corpo di madre, quelle vi scere che si squarciavano per e strema tenerezza, giacevano fredde e insensibili a terra, e la voce della bambina che faceva balzar d'immenso amore quel cuor di madre, ora più non risuo nava alle sue orecchie. Il gatto, desto di soprassalto dal suo sonno selvaggio, spiccò un balzo dal letto e fuggì pel- la terrazza come un malfattore. Pochi secondi scorsero in si lenzio; indi fu bussato novamen te e una voce d'uomo disse die tro la porta queste paiole: Apri, Albina, son io. Era il marchese Rionero, che, di ritorno a Portici in quel mo mento, si affrettava a riabbrac ciare la moglie e la figlia. Non ottenendo risposta, alzò vieppiù la voce, e con impazien za battè all'uscio. Il silenzio della tomba accoglieva soltanto le sue parole. Dopo aver chiamato invano la moglie per circa un quarto d'ora, risolvette di fracassare la porta, dubitando di qualche disgrazia La toppa saltò, la porta fu spa lancata, e il marchese Rionero entrò nella oamera, seguito da un suo servo che l'aveva accompa- |FERRO-CHINA j TITO MANLIO s fl y E GENNARO TITO MANIIO'S PHARMACY N.E.Cor. Bth & Carpenter Sts., Phila., Pa. 30TTIGLIA GRANCE ■ S 1,25 PICCOLA . 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Confessiamo di non poter di pingere quale fosse il suo orrore nel vedere giacente a terra ed immersa nel proprio sangue la dilettissima moglie. Vi sono dolori, che la penna non può giungere a descrivere, e che l'anima sola può comprende re! E quando, appressatosi al let to, sollevò la coperta per ritro vare la figlia, credette d'impazzi re. Quell' angioletta, pallida e smunta come un cadavere, con le membra rattrappite e strette co me quelle d'un feto nell'utero, non diede alcun segno di vita. Quella bambina però non era morta, ma una orrenda convul sione nervosa le aveva strappata la più cara parte della vita! Beatrice era cieca ! PARTE TERZA I. Sorrento. le piagge di Campagna amene, pompa maggior della natura, e i colli che vagheggia il Tirren, fertili e molli. "TASSO." Quando le torbide cure di una vita affaccendata, o la increscio sa monotonia di sollazzi, sempre ! uguali e ripetuti, o il pungolo d un dolore cagionato dalla perditi di persona cara, o il bisogno d allontanarsi da quell'incessante rumore che, secondo la felice e spressione d'uno scrittore fran cese, si può dire il respiro delU capitale ; quando qualcuna di que ste cagioni vi muove a cercare fuori di Napoli un sollievo, anch< momentaneo, ai pensieri ango sciosi che vi assalgono, ricorda tevi che su quella penisola incan tata, la quale si piega qual brac cio sinistro sulle onde limpidissi me del mare (poiché le spiagge di Posillipo ne foimano il brac cio destro), su quella penisola do ve sorgono gli spettri di antica città, giace un paese, sospiro di gente lontana, delizia dei suoi a bitatori, ricetto di soavi ricordi, gloria del suolo partenopeo. Que sto paese si chiama Sorrento. Frank A. Travascio t ■ BELL F>M O !\! ES Dickinaon 1291 Dickinson 2866 Fllbert 3768 W. JOSEPH M. 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