La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, June 29, 1918, Image 2

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    LA LIBERA PAROLA
(The Free Word)
PUBLISHED EVERY SATURDAY
by
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO
EDITOR-I N-CHIKF
906 Carpenter St. Phila.. Pa.
Bell Phonc, Walnut 74-72
Anno I. - Giugno 2», 1918 - No. 11
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LA LIBERA PAROLA
dell'imbecille, rinnegando se stesso e
le sue espettorazioni.
Ci scrivono da Philadelphia, in data
del 26 corrente:
l'aro Giuseppe,
In un paesello del nostro ridente A
bruzzo vi era un pittore, che ogni non
si è benignato di dare neanche una ri
sposta all'appello per l'aiuto ai soffe
renti di quel paese (ed il suo patriot
tismo dove è ?)
Il disgraziato, per non essere quere
lato delle porcherie commesse dovette
presentarsi davanti al pretore manda
mentale signor I.an/alone e dichiarar
si imbecille. La stessa cosa fece mar
tedi sera alla Columbiie Hall.
La sola differenza nelle due dichia
razioni è che in Italia si disse imbecil
le alla pretura mandamentale e qui
davanti adun'assemblea composta in
massima parte, salvo i buoni, di stal
lieri.
Quell'uomo ha avuto sempre il dolce
sul labbro ed il veleno al cuore: La
sciatelo al suo destino, lui e la sua
storia vergognosa del passato.
A. N.
nae«eiM*l
I nostri Agenti
Le Contee Allegheny, Indiana,
Fayette, Lawrence e Washington
sono state assegnate ai signori
NICOLA CARUSO di Verona e ,
MICHELE MORRONE di Pitts
burgh.
Essi sono autorizzati a transi- J
gere affari per coniti dei nostro
giornale; cioè, sollecitare nuovi ;
abbonamenti ed av visi e riscuo
terne il relativo ammontare. ,
Noi li raccomandiamo ai nostri j
amici e conoscenti perchè facili- 1
tino loro il compito che si sono |
sussunti, e tutte le cortesie che sii- |
ranno ad essi usate le riteniamo t
come fatte a noi stessi. J
Il signor NICOLA CARUSO |
ha ritenuto per conto suo i paesi
Ambridge, Uniontown, Aliquip- (
pa, Coraopolis, Charleroi, Mones- I
sén, Carnegie, Butler, Connells- '
ville. Verona, Oakmont e New
Kensington.
Il signor MORRONE batterà <
le suddette contee ad ecce/ione 1
dei paesi assegnati ad signor CA
RUSO.
<
* * *
Pittsburgh, Pa;
CONGRATULAZIONI
25 Giugno.
N. Caruso). Questa loggia Pitts
burgh No. 74, dei Figli d'ltalia, nella
sua seduta del 17 corrente, ad unani
mità deliberava di esprimere al diret
tore di questo giornale il suo com
piacimento per la ottenuta laurea
di avvocato, da suo fratello Giovanni,
Asststente Supremo Venerabile del
l'Ordine.
Gli stessi sentimnti la Pittsburgh
desidera comunicarle per sua sorella
Elisa che ha ottenuto il Diploma di
Dottoressa in farmacia.
* * *
Walston, Pa.
IL SUCCESSO 1)1 UNA FESTA
25 Giugno
(M. Morrone). Recatomi a Wal
ston per visitare diversi amici e fare
degli abbonamenti per questo giorna
le, assistetti alla celebrazione della
festa di S. Antonio avvenuta il 13
corrente con parata, musica e fuochi
artificiali. Questi furono sparati con
successo dalla "Dunbar Fire Works
Company" e propriamente dal signor
G. De Blasi, appartenente alla Loggia
Francesco Fiorentini di Connellsville.
La Waleton Band, della quale è
maestro il Prof. Augusto Bilotta e
Direttore Luigi Nasi, suonò scelti pez
zi di musica e riscosse calorosi ap
plausi.
tt*' "Il Rev. Emilio Farri disse un di
scorso patriottico e terminò inneg
giando alla finale vittoria degli allea
ti ed augurando di vedere sventolare
fra breve il tricolore Italiano su Tren
to e Trieste.
Della riuscita va data lode al Comi
tato della Società S. Antonio per la
sua solerzia i cui componenti erano i
seguenti:
G. Gagliardi, Presidente; Frank
Palmerino, Segr. ; Pietro Previte, Te
soriere; assistenti: Angelo Farri, Lui
gi Nasi, Giovanni De Fazio, Rosario
Astorino, Thomas Cununinys, Nicola
Arrigo e Mike Olenick.
* * »
Harrisburg, Pa.
Il Colonnello Pio al Regent Theatre.
27 Giugno.
(A. B.). La .scorsa domenica il
colonnelle Auisrico Pio dol
l'Esercito italiano, sotto gii auspici
della Croce Rossa, parlò al Regent
Theatre, di proprietà del signor Pie
tro Megaro, sulla guerra attuale e
sulle atrocità che i tedeschi compiono
sui prigionieri e sulle popolazioni dei
paesi conquietati. Oltre al discorso del
tenente colonnello Pio, furono rappre
sentate delle scene cinematografiche
PALESTRA DEL PUBBLICO
Perche' sia di moniio agli altri
Della libertà t he concediamo al
pubblico di servirsi delle colonne
de "La Libera Parola", non deve
abusarsi. Per mezza colonna eli
corrispondenza pubblicati) per E.
l)e Furia di Chester, Pa„ il si
gnor Augusto Errico ha sentito
il bisogno di occuparne due, e noi
lo abbiamo accontentato. Ma da
oggi in poi rifiuteremo qualun
que scritto, specialmente polemi
co, che esorbiti dallo spazio che
può concedere il nostro giornale.
l'omo avvisato con quel che
segue.
Per le furiose furie di un De Furia
All'lli.mo sedicente Avvocato
F. E. De Furia
Permettimi che ti chiami con que :
sto tuo titolo accademico che ti sei
da te stesso regalato ed a cui tanto ci
tieni e lascia che io confuti quanto ti
facesti scrivere e pubblicasti sotto il
tuo nome, nel numero scorso della Li
bera Parola.
Incomincerò dal rispondere a ciò che
è di pubblico interesse, poiché questo
10 antepongo al mio, e poscia breve
mente analizzerò le offese gratuite
che ti sei voluto degnare recarmi.
Nella pubblicazione, a ftrma tua,
accennasti alla relazione apparsa nel
l'Opinione del 26 Maggio scorso, in ri
guardo alla festa dell'ltalian Day a
Chester ed Eddystone, e la qualificasti
un ammasso di menzogne e turlupina
zioni, scagliandoti contro me ed altri.
Non vedo francamente quale ammas
so di menzogne vi sia in quella relazio
ne. E' menzogna che il 24 .Maggio si
tenne una parata qui in Chester per
commemorare il terzo anniversario
dell'entrata in guerra dell'ltalia a fian
co degli Alleati? E' menzogna che a
detta parata vi presero parte tutte le
Società di Chester? E menzogna che
la parata riuscì splendida e dignitosa,
ad onta dei tuoi sforzi per farla abor
tire? E' menzogna che ad essa vi pre
sero parte le Autorità cittadine, Giu
dici ed altri illustri personaggi di
Chester? E' menzogna clic all'Audito
rium Hall, dove tutti i facienti parte
della parata convennero, si tennero di
scorsi patriottici e si incitarono i pre
senti a mantenere alto il prestigio del
la patria ed a contribuire con tutte le
loro forze alla vittoria liliale ?
Dici che nella sala l'On. Johnson fu
11 solo oratore. 0h'.... e Baiocco, l'hai
dimenticato, che fu felicissimo in tut
to il suo discorso, tanto che strappò
frequentissimi applausi? Kd il Rev. F.
Santilli, che parlò del War Chest
tanto sentimento? Ed il farmacista N,
Albanese che tanto bene tratteggiò «li
avvenimenti che costrinsero l'ltalia
ad entrare in guerra, il valore dei no
stri soldati, ecc. ? L'hai dimenticati
tutti questi oratori? Per te essi scom
paiono, poiché se avessi potuto ottene
re Io scopo di parlare tu, magari di
cendo le tue solite corbellerie, come
con inimitabile faccia pipernina ti esi
bisti e che il comitato molto assenna
tamente rifiutò, allora, oltre all'On,
Johnson, vi sarebbe stato un'altro va
lente oratore, tu E' menzogna tut
to ciò?
Ed allora perchè nel denunziare
queste menzogne non hai tu l'atto pa
lese la verità? Ma, ammesso che pui
qualche Consigliere o qualche Colon
nello non avesse preso parte alla pa
rata, l'averlo asserito guasta forse ii
significato di essa? Non ridonda tutte
ciò ad onore della Colonia italiana di
Chester ed alla glorificazione del nome
italiano ?
Per te non è così. Se alla parata fos
sero intervenuti tutti i vagabondi d
Chester, tutti i lenoni, tutta la mar
maglia, ed a capo di essi ci fossi state
tu, in qualità di presidente, allpri
quella sarebbe stata per te la più
grande manifestazione d'ltalianità, i
più grande onore che la Colonia aves
se potuto ricevere. Ma trattandosi d
Autorità, di Magistratura, di premi
nenza coloniale, sol perchè ne è man
cato qualcuno, il relatore ha spudora
tamente mentito, ha con le sue menzo
gne messo in subbuglio la Colonia '
Ma non è questo, caro De Furia. L'in
tua è perchè il Comitato Coloniale noi
ti credè degno di poter far parte di es
so, ed avendoti posto all'indice si è
meritato il tuo corrucci*., il tuo risen
timento, le tue contumelie, che, si ri
versano ora indirettamente su di me.
Ma ti sbagli rotondamente, poiché io
pur nuovo ili questa città, già ti cono
sco a fondo, sia per faccia che per a
verti ben ponderato in quelle poche
volte che ti ho avvicinato.
Invece di gioire di qualsiasi mani
festazione patriottica, invece di coope
rarti per il buon successo di esse, in
vece di mantenere alto il prestigio de
nome italiano, che, indirettamente s
riverberebbero anche su di te, poichi
per nostra disgrazia sei italiano, cer
chi, con tutti i mezzi loschi e subdoli
di intralciare il lavorio dei volentero
si. Prova ne sia la parata per la Cro
ce Rossa, quella dell'Ambulanza, quel
la dell'ltalian Day, e tante altre che
se i relativi comitati non fossero stat
composti" di persone di spiccata ono
rabiìità e patriottismo e dotate di fer
rea volontà, sarebbero irremissibil
mente fallite, con grande vergogna de
buon nome italiano, con grave danni
della operosa colonia italiana di Che
ster. E tutti questi tuoi maneggi per
chè? Perchè la gran maggioranza, a
, vendo conosciuto essere tu una zucc.'
vuota, un vanitoso, senza censo, senz:
istruzione, ti ha bandito l'ostracismo.
Tu vuoi assiderti fra i premincnt
coloniali ed essi ti hanno fatto com
prendere in tutti i modi elio tu noi
puoi aspirare a tanto perchè te ni
manca la capacità, la correttezza, l'i
struzione, l'intelligenza.
Questa è !a verità, altro che le men
zogne che mi addebiti.
Dopo avermi tacciato di bugiardo, d
visionario e di altri titoli degni di te
fai un guazzabuglio fra Baldi, l'Opi
nione ed i Fig. i (l'ltalia.
Innanzi tutto sappi qhe io non soni
corrispondente deli'Opijuione. né som
agli stipendi di Carmine Baldi, com<
tu asserisci. Annuii inviare quella re
lazione dell'ltalian Day di Chester e<
Eddystone, perchè pregato da amici. J
che ci entra il Cav. Uff. C. C. A. Bald;
in tutto ciò? Forse che nella relazio
ne ho fatto qualche accenno di queste
signore? Forse ho detto che la parat:i
fu ideata per iniziativa di Baldi? He
inneggiato all'Opinione? Ho messo in
nanzi qualche agente, rappresentanti
o corrispcndente dell'Opinione ? Ed al
i'jì'ìi: Pèrche arì~t>vei!aisi laniu
coatro il giornale ed il suo proprieta
.
di fatti di guerra, e le films usate sono ■
quelle ufficiali del Governo Italiano.
Il tenente colonnello Pio è stato
mandato in America a scopo di propa
ganda. Egli ha combattuto in due
fronti italiani e i suoi discorsi tratta
no di fatti svoltosi sotto i suoi occhi.
rio, quando tutto ciò non ha relazio
no alcuna con la festa di Chester?
Ah!. Farmi intravedere la verità....
Tu che sai poco leggere e che sei mio
pe di cervello, non io, avendoti fatto
leggere da altri la relazione della fe
sta di Kddystone, ed avendo inteso un
Cavaliere, hai creduto che avessi do
luto alludere a Baldi. Ti sbagli. Là in
vece si parlava del Cav. Frank Roma
e Cav. Frank Falumbo, che si erano
recati colà espressamente da Phila
delphia per dare maggiore lustro alla
cerimonia. Quindi tutta quella diatri
ba contro Baldi cade di necessità e di
mostra, ancora una volta, l'animo tuo
basso e la mente tua ottusa. Forse tu
vorresti scimiottare qualche altro?
Anche in ciò sei meschino. Quegli sa
quel che fa, parla per uno scopo, per
un principio, con cognizioni di causa,
mentre tu semplicemente per igno
ranza.
Non parlavi così però del giornale
l'Opinione quando, un corrispondente
troppo condiscendente, scrisse, tempij
fa, che avevi ottenuto il diploma di
AVVOCATO e si congratulava teco.
Ciò è fino ad un eerto punto permesso
quando fra amici si vuole prendere in
giro un individuo, ma dare in pasto al
pubblico queste notizie, queste buffo
nate (mi perdoni il corrispondente) è
contro la serietà di chi lo fa. Ed intan
to tu, gonfio come un tacchino, gioisti
di quella notizia apparsa, non facesti
alcuna obiezione al giornale, non tac
ciasti né questo nè il corrispondente di
bugiardo. Perchè ciò?.. ( A propo
sito, desidero per favore conoscere
quale Università delle Filippine o del
Siam ti ha conferito il diploma di
Baccelliere).
Nella corrispondenza del 26 Maggio
mi mantenni completamente imparzia
le, perchè la Colonia intera vi prese
parte, e non potevo lodare uno e pas
sar sotto silenzio un altro. Non vi fu
rono menzogne quindi, od inasettezze.
Una nota scordante sola vi fu, e non
per colpa mia, bensì del proto il qua
le saltò due righe della mia corrispon
denza, quindi dove leggevasi 'SS. No
me di Gesù Bambino, della parrocchia
del Rev. Dario Tedeschi, sotto la dire
zione della Signora Teresa D'Ambro
sio", avrebbe dovuto essere scritto
"SS. Cuore di Gesù «lella l'arrocchia
del Rev. Garritane, nonché un gruppo
di Bambini, della l'arrocchia del-Rev.
Dario Tedeschi, sotto la direzione del
la Signora Teresa D'Ambrosio". Ogni
persona ben pensante, doveva accor
gersi clic quella era un errore di stam
pa, poiché non era presumibile che li
na Società maschile fosse sotto la di
rezione di una donna.
E ben lo compresero, sia il Rev.
Garritano che il Rev. Tedeschi, poiché
essi sono persone intelligenti e colte
che antepongono l'interesse generale
a quello personale. Lo compresero e
non fecero recriminazione alcuna, poi
ché un nome più di un altro scompare
dinanzi alla grandiosità e finalità di u
na dimostrazione patriottica. Tacque
ro perchè, pur dubitando che io avessi
scritto una corbelleria, era «osa che
non menomava la riuscita nè il signi
ficato della parata.
Eliminato adunque l'Opinione ed il
Cav. Baldi, perchè mai da me nomina
ti e perchè non avevano niente a che
vedere in quella occasione, veniamo al
punto più culminante su cui tu ti ap
poggi, per farti perdonare le tue ca
stronerie.
Un periodo del tuo sconclusionato
articolo, dice: "L'Opinione di domeni
ca, 26, in una sua corrispondenza da
Chester, stampava una serie di castro
nerie, tutte tendenti allo scopo d'in
grandire, agli occhi del lettore, la so
lenne cerimonia patriottica"... E che
loveva l'are allora? Dovevo rimpioc
jiolire l'importanza? Dovevo dire che
pur essendo una solenne cerimonia pa
triottica , fu di una importanza mini
ma? Ma che bisticcio di parole ti fa
lire questo poco tuo saputello scribac
chino? Se era solenne non ci era biso
gno di accrescerne l'importanza. Non
ti pare? Avrei reso un bel servizio al
la Colonia di Chester se avessi detto
:he in quella solenne circostanza (for
se questa era la parola che volevi usa
re) gl'italiani non avevano degnamen
te risposto all'appello del Comitato
(gl'italiani come te così hanno fatto)
e che le Autorità ecc., non si erano de
gnate di onorare di loro presenza i non
mai tanto disprezzati italiani. Così tu
avresti voluto che io avessi detto. E
perchè? Forse per dire a tua volta che
non facendo parte del Comitato non
poteva la manifestazione avere felice
riuscita ?
E continui più giù col tuo articolo:
"tendente a diminuire l'importanza dei
Figli d'ltalia, che anche in Chester va
assumendo un considerevole sviluppo,
colfehiamare le Logge dell'Ordine, So
cietà di Mutuo Soccorso".
Quanto hai scritto, non mi fa mera
viglia, poiché sia tu che il tuo segreta
rio. non sapete leggere e per conse
guenza prendete lucciola per lanterna.
Mostrami in qual posto del giornale
ho chiamato le Logge dell'Oidine Fi
gli d'ltalia Società di M. S. li periodo
a cui vuoi alludere è il seguente: "Le
Società che presero parte alla parata,
sono le seguenti: Dante Alighieri, No.
486, O. F. d'l.; Sbarco di Marsala, N.
637, O. F. d'l, ecc., tee." Ora dimmi
dove è detto Società di Mutuo Soccor
so? Società, per tua norma, è termine
generico che si dà a tutte le associa
zioni, quando non se ne fa la distin
zione. Ma, prescindendo dal fatto che
le Logge le ho messe a capolista, ap
presso al nome di ciascuna loggia vi
era il relativo numero e le rituali let
tere (). F. d'l. Per te forse queste let
tere rappresentano un rebus indecifra
bile ? Forse non sai nemmeno che vo
gliono significare. Ebbene: O. P. d'l.
significa Ordine Figli d'ltalia, una I
stituzione altamente italiana e pa
triottica, superiore a qualsiasi discus
sione di gente meschina ed ignorante,
come te. O. F. d'l. significa Ordine Fi
gli d'ltalia, una Istituzione che si è al
tamente affermata in tutti gli Stati
Uniti e che giornalmente aumenta le
fila dei suoi aderenti per le suo alte
idealità di onore, patriottismo, fratel
lanza e protezione. O. F. d'l., per tua
regola, significa Ordine Figli d'ltalia,
una Istituzione nella rjuale tu franca
mente non ci dovresti appartenere,
poiché sei la negazione di ogni mani
festazione d'ltalianità e di correttez
za, e perchè scopo precipuo di tua ade
sione a quest'Ordine, è quello di asser
virlo ai tuoi fini, tutt'altro che frater
ni.
Qui in Chester, non io voglio getta
re il discredito nell'O. F. d'l. di cui ne
faccio parte col cuore e con l'anima,
pur non essendo iniziato, ma che mi
auguro di esserlo fra breve; non l'O
pinione, non il Cav. Uff. Baldi, ma tu,
solamente tu. Se non fosse per un
gruppo di volenterosi e di sviscerati
propugnatori dell'Ordine, col tuo ino
lio di agire in nome dì 4u€3t3 Istitu
zione, l'avresti fatta ritenere »na I
l
LA LIBERA PAROLA
stituzione cammorristica. Ma menti
sane, occhi vigilanti e mene sventate
hanno mantenuto alto il prestigio del
l'Ordine e ti hanno messo all'indice.
Fo punto perchè non voglio abusa
re della cortesia che mi si usa dal
giornale. Non rispondo ai titoli affib
biatimi, poiché dovrei scendere ad un
livello molto basso e ciò non è della
mia indole nè mi permeterei di farlo
su queste colonne, poiché non è tam
poco dell'indole del giornale e non a
merei intavolare discussioni personali,
fatte a base di luridume.
Ho risposto a ciò che poteva inte
ressare il pubblico e per non rimane
re qualche dubbio nell'animo di qual
cuno sulla mia correttezza. E con ciò
per me è finita la polemica, poiché io
non voglio fare il tuo giuoco ed essere
un mezzo indiretto per farti un po' di
reclame, di cui tanto ne hai bisogno,
magari a tuo detrimento.
Chiudo cel darti un consiglio: I-a
--scia la penna che non è arnese per te.
Abbandona certe stupide velleità, de
dicati esclusivamente agli affari, sii
laborioso, onesto, socievole ed amore
vole, e solo allora forse potrai acqui
stare la considerazione delle persone
per bene, e della Colonia intera di
Chester, che è ormai annoiata delle
tue stupide, insulse e bambinesche
buffonate.
AUGUSTO ERRICO
COMUNICATO
Egregio signor Direttore
della "Libera I'arola"
l'hiludelphia, Pa.
Alla vigilia della solenne ricorren
' za del 4 luglio, mentre è tuttora viva
nella memoria di coloro che non facil
mente dimenticano, l'indignazione su
ccitata in Colonia alla venuta della
Missione Italiana, da Carmine Baldi
che abusò indegnamente ilei mandato
conferitogli dal Sindaco Hon. Smith,
quest'ultimo ha voluto dare una novel
la prova di .. connivenza coi nostro
Cavaliere Ufficiale, nominandolo
chairinan per gli italiani, della parata
che avrà luogo alla festa dell'lndipen
denza.
Per nostro conto, come cittadini e
come "Figli d'ltalia" « primi tre, e
come cittadino il quarto, approviamo
incondizionatamente l'atteggiamento
energico e deciso del Grande Ve.
nerabile di fronte alla secon
da ingiustificata provocazione e
riteniamo che l'assenza in massa del
l'Ordine da questa novella manifesta
zione, non potrà essere da alcuno in
terpretata siccome mancanza di attac
camento a questa nostra seconda pa
tria.
Alcuni connazionali, persone rispet
tabilissime, opinano tuttavia éhe si
.sarebbe dovuti intervenire alla prima
seduta, per contestare al Cav. C. C.
A. llaldi il diritto di chairman di una
collettività di centosessantamila ita
liani, diritto che può essere con
ferito soltanto da una nu
merosa Assemblea di rappresentanti,
e non può essere in nessuna ma
niera imposto da un Sindaco che in
forma le sue deliberazioni alie amici
zie personali e non alla giustizia ed
alla imparzialità. Non solo, ma si sa
' rebbe dovuto intervenire alla prima
riunione, per protestare contro questo
Signor Baldi, il eguale, andando oltre,
molto oltre i limiti del mandato affi
datogli, si permette di formare egli
stesso un Comitato, senza neppure in
terpellare le persone che egli chiama
a farne parte.
Questa linea di condotta suggerita, ■.
sarebbe stata ottima indubbiamente e
da preferirsi a qualsiasi altra, se il
fatto oggi verificatosi, non avesse dei
precedenti el'oquentissimi. Ma c'è lo
scandalo suscitato da Baldi un anno
fa, in giugno del 1917, e non c'e nessun
segno che la memoranda lezione in
flittagli per quella mancanza, abbia
prodotto i suoi effetti.
Baldi rimane quello che è sempre
stato; e se quest'asserzione avesse bi
sogno di una prova, la si può avere,
decisiva e schiacciante, dai nomi che
egli ha scelto in un primo tempo. Tol
tine pochi veramente stimabili, gli al
tri sono i suoi soliti adepti, i soliti ti
rapiedi che mai nulla di comune eb
bero colla colonia, immeritevoli ed in-
I degni quindi di rappresentarla in una
occasione tanto solenne. Al contrario
sono deliberatamente taciuti molti no- ;
mi di_ persone egregie che Baldi sa di
j dover annoverare tra i suoi più decisi
avversari i.
Stando così le cose, la lettera del
Grande Venerabile al Signor Baldi era
necessaria e costituisce l'unica solu
zione possibile ad uno stato di cose
; formatosi per la vergognosa e danno- ;
sa partigianeria dell'Hon. Smith. Vi
saranno forse dei puritani che si scan
dalizzeranno, nel gesuitico intendi
mento di salvare, in un tempo solo,
capre e cavoli; ma la enorme, stra
bocchevole maggioranza dei Fratelli,
tutti coloro che hanno a cuore la pro
pria dignità ed il prestigio dell'Ordi
ne, plaudiranno alla energica condot
ta di Giuseppe Ili Silvestro.
Credeteci, Ill.mo Sig. Direttore
Obbl.mi
L. Corona
N. Rivano Vsti
F. Tropea
D. De Gregoriis.
UN'OSSERVAZIONE
Nel numero scorso della "Libera Pa
rola" lessi un breve articolo del Sig.
Nicola Rivano Asti, intitolato "Per
una inizaitiva da prendersi" nel qua
le si trovavano molte assennate ragio
ni per dimostrare che l'operaio italia
no è migliore dell'operaio tedesco e
austriaco e che nelle officine gli si do
, vrebbe dar la preferenza.
Non ostante io convenga pienamen
te con lo scrittore dell'articolo suac- \
cennato, non posso a meno di osserva
re che del mancato avanzamento degli
italiani, essi stessi sono responsabili,
perchè non si curano di imparare la
lingua inglese, senza la quale è impos
sibile assumere qualsiasi posto che im
plichi una certa responsabilità. Quale
direttore o proprietario di azienda o
serebbe dare un posto elevato ad un
uomo che non sapesse la lingua del
paese? Questa, non altra, è la ragione
per cui molti operai intelligenti devo
no ridursi a fare il bracciante e a met
terei al livello dei negri.
A mio avviso gli italiani contano
troppo sulla loro intelligenza natura
le e troppo poco sullo studio e sul va
lore dell'istruzione: questo concetto è
falso e dovrebbe esser messo fra le an- :
JERRY BARBAR. Pres. CHAS SANTORE. Trèas*. 112
JERRY BARBAR 8c Co.
SARTORIA DI la. CLASSE
Il più' grande stabilimento in Uniontown per pulire e stirare abiti " J
■1 C U«la O» Ulani BMa Cft la—~ pi n- !
i 1* !■. mani 01,, ■■■««■ UIUJ - mvi(ainwnii al. ( VIIIUIIIUTOII. ra. •
.............. ...... ............a...... .....'
ticaglie. I "Figli d'ltalia" dovrebbero ■
iniziare in questo senso un serio mo
vimento per convincere gli operai a
studiare almeno i rudimenti dell'ingle-,
se e a farsi cittadini americani; eolo
in questo modo sarà possibile la rige
nerazione economica degli italiani in
America.
EMILIO. F. GKOSSO
L'ltalia nell'ora presente tributo
dell'illustre W.m Potter
Kgregio Sig. Direttore,
Permetta che sul Suo pregiato gior
nale io assolva un debito di ricono
scenza verso un uomo che colle sue :
nobili e franche dichiarazioni .-i è reso
benemerito del nostro Paese e di tutti
gli italiani emigrati.
L'Onorevole William Potter, che u
nisce alla ricchezza del censo eleva
tissime doti di mente e di cuore ed è
vanto ed onore della città di Filadel
fia, dove ha speso tanto della sua at
tività, ha voluto, con un pubblico di
■ scorso e con un pubblico appello rivol
to ai suoi concittadini, invitare tutto
il popolo degli Stati Uniti a riconosce
re qual parte abbia avuto ed abbia
tuttora l'ltalia nella guerra presente.
I/Onorevole William Potter conosce
bene l'ltalia presso il cui governo fu
già ambasciatore ed ebbe agio, duran- ,
te la sua permanenza nella penisola,
di apprezzare al loro giusto valore le
qualità del popolo italiano, popolo
che, malgrado i difetti e le deficienza,
sta a prezzo di grandi sacrifici e u
scendo dalla oscurità nella quale l'a
vevano piombato quei medesimi bar
bari contro i quali esso ora combatte.
L'Onorevole Potter, con rara fran
chezza, ha voluto ricordare ai membri
del Rotary Club, riuniti a banchetto
all'Hotel Adelphia, ciò che l'ltalia ha
fatto per la causa della civiltà:
"Se non fosse stato per l'ltalia
disse l'On. Potter la causa dogli
Alleati sarebbe stata perduta irremis
sibilmente prima che la guerra fosse
cominciata. Come si può pensare sen
za rabbrividire all'esercito e alla ma
rina italiana schierati dalla parte de
gli Imperi Centrali ? Che cosa sarebbe
stato allora della Francia e dell'ln
ghilterra? Ma l'ltalia fece anche di
più; nell'agosto del 191.'i il governo
italiano fu richiesto di appoggio da
parte del governo austriaco che vole
va mandare un ultimatum alla Ser
bia: l'ltalia rispose che la Triplice
Alleanza aveva soltanto uno scopo di
fensivo e rifiutò; circa un anno dopo,
prima che la guerra scoppiasse avver
ti amichevolmente l'lnghilterra di te
nere la flotta, la cosidetta "home
fleet" ben vicina alle sue coste anzi
ché disperderne gli elementi nei lonta
ni mari delle Colonie. Allo scoppio del
la guerra terribile che metteva a re
pentaglio la libertà della Francia e
quella del mondo intero, qua! non fu
il senso di sollievo che pervase il go
verno francese all'avvertimento ami
chevole che poteva sgombrare le
frontiere d'ltalia perchè questa non si
sarebbe mossa? Quei 400.000 uomini
che-accorsero a difendere Parigi mi
nacciata dall'invasione teutonica furo
no tolti alla frontiera delle Alpi ila
liane; la battaglia e il "miracolo" della
Marna furono resi possibili.
Anche ora l'ltalia, tenendo impe
gnate sul suo fronte tutte le forze mi
litari dell'Austria, rende possibile la
difesa delle terre di Francia e l'arre
sto delle orde barbariche nel loro cam
mino verso Parigi e verso il mare li
bero".
L'Onorevole Potter rivolse un caldo
appello ai suoi concittadini perchè ri
conoscendo lealmente quanto l'ltalia
ha fatto per la causa della civiltà, a
costo di terribili sacrifici, espongano
la bandiera italiana con quella delle
nazioni alleate combattenti.
Ciò che l'Onorevole Potter na detto,
; è la pura verità spoglia di ogni esa
gerazione rettorica e chiunque abbia
seguito, con illuminato discernimento
e serenità la condotta dell'ltalia prima
o dopo lo scempio della guerra non può j
a meno di riconoscere che l'ltalia si è
i ispirata sempre ad altissimi concetti ;
ideali, anche quando essi erano in e
vidente contrasto coi suoi interessi
materiali: un paese come l'ltalia che
j fu la madre della civiltà e del diritto
non poteva seguire la politica di una
Bulgaria e di una Grecia qualunque
che si mettevano dalla parte della i
; Germania solo perchè questa era più !
forte: l'ltalia, il popolo tutto d'lta
lia si ribellò allo strazio che si face
va del povero Belgio e sentì che l'a
nima latina non poteva tacere di fron- |
te ad un delitto così grande ed insorse.
La guerra d'ltalia fu il risultato del
nobile impulso dell'anima popolare,
non sterile calcolo di governi.
Le parole di William Potter vengo
no oggi a riconfermare tutto questo
davanti al gran popolo che è, come noi,
entrato nella lotta, per fini puramente
ideali; esse vengono a consacrare il
patto che lega i due popoli del vecchio
v. del nuovo mondo in un ideale comu- :
ne di civiltà e di giustizia. Noi ci au
guriamo che gli italiani comprendano
«•d apprezzino l'importanza del mo
mento storico che attraversiamo e
sappiano approfittare delle circostanze
favorevoli per aiutare l'opera di re
denzione del nostro nome in questo
paese.
All'Onorevole William Potter vada
l'espressione della più viva riconoscen
za di tutti gli italiani che, da questo
lato dell'Oceano misurano, pensano e !
sospirano la Patria lontana!
EMILIO F. GROSSO.
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