La libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1918-1969, June 01, 1918, Image 1

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    Published aiuf distributed under permit No. 50« authorized by the act of October 6, 1917, on file at the Post Office of Philadelphia, Pa,, by order of the President, A. S. Burleson, Postmaster Gen.
ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER
WITH THE LARGEST CIRCULATION LA ÜBERA PAROLA
1 forti caratteri sono gli Dei
Supremi della Storia Nazionale.
A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore
906 Carpenter Street
ANNO I. - Numero 7
pT IL FIGLIO Dillo ?
lii li »ol#| Bill «66111'
Lettera aperta a Benedetto XV,
v Venti secoli fa, per le rive pla
cide del Giordano, per le lande in
fuocate della Palestina, un
"UOMO", dai capelli bellissimi,
fluenti sulle spalle, dalla fronte
ampia, spaziosa, dagli occhi lu
centi come sole, dallo sguardo
mesto, ma dolcissimo, proda-'
ISndosi "FIGLIO DI DIO", an
nunziò "Pace in terra agli uomini
di buona volontà"; e, cercando di
porre rimedii alle sofferenze u
man e, ricordò a tutti di "esser
fratelli".
Dodici uomini, che i'uron gli
apostoli, ne compresero il verbo,
e lo seguirono. Si divisero per le
loro terre, e ne andarono spie
gando il significato alle masse,
alle quali annunziarono che un
nuovo "Messia", apportatore di
pace e di speranza, era venuto da
Nazareth !
» * ♦
•Cortei di uomini, di donne, di
bambini, conquisi dalla dolce pa
rola, seguirono le sue orme; ed
entusiasti fino al delirio all'udi
zione del "verbo novello", ed am
mirati dalla bellezza dell'Uomo,
che mai sorrise, ed esterrefatti
dal suo potere miracoloso; per
chè dava la vista ai ciechi, e per
chè convertiva l'acqua in vino,
pei - rendere men dura la povertà
delle nozze, credettero alla sua
divinità, e lo proclamarono vera
mente "Figlio di Ilio!"
La gelosia politica, però, —-
questa vecchissima lupa, che mai
non resta lo dipinse come un
AGITATOR DI POPOLI, come
I'ANAKCIIICO dell'antichità; ed
accumulando sul suo capo colpe
non vere, lo condusse dinanzi ai
Capi del suol nativo, i quali, ve
dendo in Lui, nelle sue dottrine,
un nemico terribile, lo condanna
ron< alla morte più ignominiosa
dei tempi : "in croce, ed in mezzo
a due ladroni!"
# * •
Il popolo non protestò l'orse
perchè non ne aveva la forza ;
ma nel giorno del martirio, sul
Golgota, - mentre l'umile figlio
della Grotta di Betlem, il Savio
del Tempio, l'Apostolo degli Apo
stoli, il Messia delle genti "rac
comandava lo spirilo suo in ma
no a Dio" si scatenò una furiosa
tempesta; e mentre la bufera an
ticipava di parecchie ore la notte,
sembrò che tutti gli elementi
La dimani, poche donne, pochi
uommi, quelli che più di tutti lo
Avevano amato, ne composero le
fredde membra nel Sepolcro!
t* * *
Il Sepolcro di Cristo, per due
mila anni, è stato il tesoro più
Spio, più caro, che l'antichità ci
abbi i tramandato ; perchè Esso
forma il cemento, che ha plasma
to tutta la cristianità. Dalla sua
pace spira sempre un senso di
mistico, che ci eleva e ci obbliga
a meditare ; e quando l'anima u
maiui, confusa, oppressa, si rivol
ge alla sua leggenda, trova in es
sa un sentimento, che la conforta
e la colma di speranza. I popoli,
che vennero dopo la caduta dei
Cesari, noncuranti del martirio, a
cui venivano sottoposti per la ri
:7®ttnzia delle teorie pagane, ad
esso s'inspirarono; e si dovette a
tale sentimento se l'incuria dei
temi'i, e la perversità degli uomi
ni non lo distrussero dalle fonda
menta!.
* » *
■Sessanta anni or sono, oltre le
sponde del Reno maledetto le
sue acque seppero sempre di bar
barie nacque un uomo, che la
natura bollò sin dai primi vagiti.
Uluo braccio sinistro, per cui ce
lebrità scientifiche furono sacri
ficati', restò atrofico, come segno
pe enne dei-sentimenti del futu-
W imperatore.
|| Difatti, cotestui, addivenuto
Re di Prussia ed Imperator di
Bjwermania. non si fece chiamare
il "Signore della Pace"; irm il
della Guerra". Dodici
Ijßbmini lo seguirono ; ma essi non
furono come gli Apostoli, che an
darono predicando pace, ma an-
JBarono a dire alle masse di pre
parar cannoni ed armamenti pel
li dominio del mondo. E pazzi fi
ati al delirio per tali idee forma-
Jfono la "Tavola Rotonda" delle
ìui gesta, poco cavalleresche, si
Occuparono, a suo tempo, i tribu-
Spa' di Germania....
E quando tutti i ritrovati dell,
scienza furono perfetti pei 1 coni
piere l'assassinio dell'umanità
quando l'ora fu giunta per ren
dere nulla la vita dell'uomo, Fa
muto sovrano, il Signor dell;
Guerra, proclamatosi "Figlio d
■ Dio" anzi, per quella tale con
fidenza, che esiste tra padre e lì
g!io, venne a mettersi dinanzi ;
Dio è vecchia ormai la sua fra
se "Io e Dio" —; e gettandi
nella polvere tutte le ciarlatane
rie de' suoi più fidi cominciali
do da Carlo Marx lino al suo Be
bel collo scettro in pugno an
nunzia a' suoi popoli di andare e<
uccidere gli uomini: di andare <
profanar le vergini: di andare <
tagliar le braccia ai bambini : d
andare e bruciar in cento, mill<
roghi l'adorata, la santa vec
chiezza dei nostri adorati, sant
genitori ! *
Altro che Cristo di Nazareth
altro che Messia di Pace ! E' i
mostro più volgare, che si mani
fetta; è il Nerone più spavento
so, che non si sazia coll'incendu
di Roma, con la morte di Petro
nio, o con quella di sua madre
ma coll'incendio di dieci, centi
città, ma col tuono dei cannoni
che smembrano le madri del Bel
gio, e delira, allorché le sue tor
pedini sprofondano nell'oceano i
nermi Lusitanie, dei cui orrori s
fa vergogna persino la storia!...
# # *
E Dio dal Cielo non scatenò lt
tempesta; ma disse al Sole di il
luminare con raggi più belli le vi<
degli Unni, e di tenere a bada gl
elementi, perchè non conflagra*
sero. Ed il popolo non protestò
anzi si abbandonò a feste, e copr
di fiori le strade, su cui passava
no gli Ussari della Morte Li
dimani non un sepolcro si aper
se; ma cento, mille sepolcri, ove
scesero uomini, i quali, aggredit
alle spalle, cercarono di difende
re la propria libertà ed il sacre
suolo della Patria; ove scescrt
bimbi innocenti, a cui si schiude
va appena la primavera della vi
ta; ove scesero le vergini d
Francia; ove scesero vecchi ca
denti, ma fieri dinanzi alia morte
che ricorderà agli Unni la lorc
barbarie per implorare su di essi
la maledizione dei secoli ! ...
Fu scossa così la leggenda cri
stiana, e parve che Cristo di Na
zareth fosse sparito nel buio dei
tempi come il più gran ciarlatano
dell'antichità. Gli uomini si sca
gliarono gli uni contro gli altri, c
con tale ferocia, da fare inorri
dire, forse, le stesse belve della
foresta
In tali orribili avvenimenti che
fece il Capo della Cristianità?
La morte tolse al mondo il Pon
tefice Massimo, il quale, sin dai
primi colpi della guerra selvag
già cominciava a sentir tutta la
fierezza della sua italianità, pei
porre al suo posto l'altro, che,
chiamatosi Benedetto fece crede
re, sin dal nome, ad una pronta
pace. Ma, insediatosi sulla sedia
di S. Pietro, non solo mise da par
te ogni sentimento da potersi di
re "benedetto"; ma perdette an
che, per le vie del Vaticano, ogni
traccia che potesse parlare ai po
steri della sua origine .. italia
na! Papa Sarto p. es. non a
vrebbe pensato due volte ad im
porre all'odiato nemico, come fe
ce l'altro Pio, di USCIRE DAL
LE SACRE TERRE; ed in caso
. di rifiuto, non avrebbe ritardato
, di un attimo a mettere la "sco
. mimica" sulla testa dei cattolici
j del Reno e del Danubio ; ma il suo
successore se la tenne chiusa nel
! sacro recinto, ad onta che per
. quattro anni gli Unni maledetti
, fondessero CAMPANE per far
. metalli, o distruggessero TEM
PLI, monumenti di arte e di reli
, gione ; o facessero in frantumi le
i STATUE le più venerate. Sem
, bra persino che il suo silenzio,
I rotto talvolta per parlar bene de
i gli Imperi Centrali, suggelli la
, credenza teutonica che Gugliel
. mo di Gei-mania sia "il vero, l'u
. nico figlio di Dio, venuto all'ulti
. ma ora a redimere l'umanita! "
♦ * *
Ma potrà dirsi: che cosa a
- vrebbe potuto fare la scomunica
\ ai cattolici, abitanti oltre il Reno
i ed il Danubio Nulla, rispondo
- io; MORALMENTE, però, a
vrebbe potuto far tanto. La reli-
AVANTI SEMPRE, COINI LA FIACCOLA lINJ F 3 LICINIO
Entered as second-class matter Aprii 19, 1918, at Ihe post office al Philadelphia, Pa., under the Acl of March «'5, 1879".
gione di Cristo da quei popoli è
sentita meglio che da noi, e, ri
cordata con parole vere al loro
cuoie dal Capo della Cristianità,
avrebbe potuto crear diserzioni
. massa, o parziali. Avrebbe di
mostrato loro che la guerra era
ingiusta, e che quelli, i quali vi
ssero preso parte, sarebbero
rimasti scomunicati, e quindi
maledetti, perchè sarebbero ve
nuti meno al patto cristiano,
compendiato, per tutto il mondo
cattolico, nella Croce di Cristo,
simbolo vero di pace e di fratel
lanza. Un simile Papa sarebbe
stato "benedetto" ; e, forse, dalla
Sedia di S. Pietro, avrebbe potu
to ottenere più vittorie di qua
lunque generale sui campi di bat
taglia!
♦ ♦ *
E supponiamo, Santità Dio
disperda nell'inferno la speranza
unna che Guglielmo di Ger
mania vinca la guerra Che co
sa dobbiamo noi pensar di lui,
autore di sì tremenda carnefici
na V Dobbiamo ammettere, che e
gli, e non Cristo di Nazareth, sia
il vero figlio di Dio. Se la guerra
è un male, e la pace un bene : Se
Guglielmo di Germania volle la
guerra, Cristo di Nazareth volle
la pace : se il MALE, il GRAN
MALE trionfa sul BENE, vuol
dire che Guglielmo di Iloiiezol
lern è superiore a Cristo di Det
ieni. E siccome tutti e due si
proclamarono "figlio di Dio", ed
aiutando Dio, come Padre, il fi
glio vero, nel trionfo teutonico,
noi, OBTORTO COLLE, dobbia
mo riconoscere in Guglielmo il
"VERO FIGLIO CELESTE". Ed
allora che cosa siete voi, e che co
sa rappresentarono i Vostri Pre
decessori ? Che cosa fu la Chiesa,
e cosa rappresentarono fino ad
oggi i Suoi Santi, le sue Madon
ne? O Cristo fu il più gl ande im
postore, e la sua leggenda, pog
giata sulla pace e sulla fratellan
za, fu una bestemmia p<M' l'uma
nità, e Voi, il Papato, non aveva
te nessun diritto di eternarla, sa
pendo d'ingannare i popoli; o
Cristo fu il vero Apostolo, e Voi,
come suo Vicario in terra, avete
tutto il dovere d'imporre le sue
dottrine! Il silenzio in cui Vi sie
te chiuso, non onora affatto la
Sedia di S. Pietro; perchè, oltre
le sponde del Reno maledetto vi
ve glorificato un vecchio mega
lomane, il quale, arrogandosi "di
ritti divini" li predica a' suoi sud
diti, che spinge alla battaglia per
far trionfare il suo ideale, pog
giato sulla schiavitù degli uomini
e sui dominio del mondo!
* * *
Ah ! se fosse vissuta pochi me
si ancora la dolce figura di Papa
Sarto ah ! se la morte non a
vesse trascinato nel sepolcro il
buon pievano di Riesi chissà a
quali e quante cose avrebbe assi
stito il mondo ! Da un Papa,
creduto meno abile, noi avremmo
ottenuto l'affratellamento dei
cattolici di tutta la terra, e la
Croce di Cristo, schiacciando l'i
dra maledetta, sarebbe stata il
vessillo di nuove crociate Egli
che visse per la sua Venezia, mo
numenta eterno di arte e di civil
tà, chissà quale anatema avreb
be scagliato contro gli eterni ne
mici, le cui bombe, ogni dì, squar
ciano il cuore della venerata cit
tà
Ma io veggo presso le mura di
Roma la bianca figura, che avan
za. L'ombra sua, ch'era diparti
ta, ritorna minacciosa per ricor
dare a Voi, Santità, che prima di
essere Papa, e prima di essere
prete foste italiano! S'erge
dall'avello, ed, agitando le mani,
addita a Voi che la Patria non è...
un Nome, e che si è sempre a
tempo di aiutarla nell'ora tragi
ca del cimento. E' l'ltalia nostra,
la culla eterna, che serba gelosa
tutta la storia dell'umanità, ed li
na parola, che venisse da Roma
immortale in difesa delle genti
oppresse, proietterebbe nuova lu
ce sulla Croce di Cristo, segnaco
lo di Pace e di Fratellanza pei po
poli, che furono: di Libertà e
Giustizia per quelli che verran
no!
Dr. LUONGO
Per il disguido Postale
Abbiamo pubblicato solo pochi
numeri de "La Libera Parola" e
già i reclami incominciano a fioc
care nel nostro Ufficio. La posta
si prepara sotto gli occhi del no
stro direttore, il quale presiede
fino al momento che i sacchi con
tenenti i giornali vengono conse
gnati all'Ufficio postale.
Raccomandiamo a coloro che
non ricevono "La Libera Parola"
di farci avere i loro reclami in
iscritto in modo che noi possiamo
passarli immediatamente alle au
torità postali.
PHILADELPHIA, PA., 1 GIUGNO, 1918
LA SIMPATIA CHE CI CIRCONDA
Fra le diverse lettere di augurio pervenute al nostro direttore,
ve n'è una che si differenzia da tutte le altre per la cultura di chi
l'ha scritta e per la dedica poetica che l'autore fa ad essa seguire.
Lo scrivente è ii Prof. V. E. Cinqucgrana, ex Grande Venera
bile dei Figli d ? ltalia per lo Stato del Rhode Island, il quale ha se
guito e si è sempre compiaciuto con il nostro direttore per le sante
cause da questi combattute in seno all'Ordine.
Ecco la lettera alla quale segue subito la poesia:
Providence, R. 1., 8 Maggio 1918.
Mio carissimo Di Silvestro,
Oggi, solo, mi è giunta una copia del tuo nuovo giornale, fat
to ad imagine e somiglianza del tuo animo buono, generoso e
battagliero.
Per me, che ho avuto l'agio di conoscerti ed apprezzarti, in
tempi meno tristi, ed in lotte impegnate e combattute, se non
sempre vinte, in nome delle più alte idealità di bene, è superfluo
indagare le finalità del tuo settimanale: la tua vita è, da per sè,
tutto un programma ed una storia.
In omaggio al tuo radioso programma di bene ti accludo dei
poveri versi, che dedico a te.
Non mancherò di collaborare a questa nobile pa'estra di bene,
inviandoti qualche mio scritto d'indole filosofica o letteraria.
Abbiti i miei più fervidi auguri di successo e nobili soddi
sfazioni, e credimi come sempre Affezionatissinio tuo
V. E. Cinquegrana, 274 Knight St."
A GIUSEPPE DI SILVESTRO
"Prosegui nell'arringo glorioso"
"A fustigar la perfida genia,"
"Che vive del mercato obbrobrioso"
"I)i furto, di ricatto e bigamia!"
( Leo Pardi )
SONETTO
Ti ho visto, come antico Cavaliere,
Lottare pel riscatto e per l'onore
Di quelle tristi e doloranti schiere
Cui vita è lòtta e legge di dolore
Caina attende chi tradì il dovere
Che nell'esiglio è annoi- legge d'amore:
Al ladro, al ruffiano e al barattiere
La frusta del tuo sdegno e il tuo furore!
Ritto in arcion, di nuovo, sulla Via
Procedi con baldanza che consola
Chi patria iia in cor, qual mite nostalgia
Coraggio! E la tua voce sarà scola
A chi del ver la voce non obblìa,
Quando tuona La Libera Parola .!
Prof. V. E. CINQUEGRANA
ORDINE FIGLI D'ITALIA IN AMERICA
Comunicazioni delia Grande Loggia
DELLO STATO DI PENNSYLVANIA
INIZIAZIONE DELLA LOGGIA
NAPOLI No. 818.
Domenica, 26 Maggio, fu iniziata la
Loggia Napoli N. 848 di Philadelphia.
Organizzatore di detta Loggia è stato
Francesco Silvafjni, socio della Loggia
Italia N. 77, uno dei pionieri dell'Ordi
ne in questa città, ed egli è stato coa
diuvato da Vincenzo Grimaldi e da
Carmine Masotti.
La iniziazione si tenne alla Lyric
Hall, 928 So. 6th St., e ad aggiungere
solennità alla cerimonia, con gentile
pensiero, era intervenuta da New
York una rappresentanza della Log
gia Napoli N. 225, composta dal Ve
nerabile Alfredo Maritati, della sua
gentile figliuola Signorina Anna e dei
fratellli Salvati, Nostola, Tammaro e
Ferretti.
Funzionò da madrina la Loggia Ce
sare Battisti N. 620 con a capo il Ve
nerabile Giuseppe Ciavarelli, con la
cooperazione dell'Araldo in persona
dell'organizzatore Francesco Silvagni.
La istallazione della Loggia e degli
Ufficiali fu diretta dal Grande Segr.
Archivista Alfredo Perfilia con l'assi
stenza del Grande Ex Venerabile An
tonino Viglione in qualità di Araldo.
Furono immessi nell'esercizio delle lo
ro funzioni i seguenti ufficiali:
Assistente Venerabile, Vincenzo
Grimaldi; Ex Venerabile, Francesco
Donato; Oratore, Vincenzo Grosso;
Segr. Archivista, Mario Cannavate;
Segr. di Finanza, Antonio Zirpoli;
Tesoriere, Giovanni Coletta; Curatori:
Elia Vincenzo, Giacinto Mas-imo, Giu
seppe De Luca, Angelo l'uccella, Giu
seppe Postiglione; Cerimonieri: Feli
ce Lucio, Vincenzo Arienzo; Sentinel
la interna, Carmine Masotti; Senti
nella esterna, Giovanni Sortino.
Il Venerabile eletto di detta Loggia,
Geremia Castagna, non potette essere
nè iniziato nè istallato, essendosi do
vuto recare fuori Philadelphia per la
malattia di un suo congiunto.
Finita la cerimonia di iniziazione
prese la parola il Grande Segr. Archi
vista, il quale portò il saluto del Gran
de Concilio alla rappresentanza venuta
da New York ed alla Loggia allora i
niziata. A nome della neo Loggia, il
fratello Lanza ringraziò anche egli i
suddetti rappresentanti ed insieme la
Loggia madrina. Per quest'ultima par
lò il Venerabile Giuseppe Ciavarelli,
presentando a nome della sua Loggia
alla nuova consorella una offerta in
danaro e la bandierina italiana per
l'altare.
Parlò dopo il Venerabile della Log
gia Napoli N. 225, fratello Alfredo
Maritati, il quale, dopo vivissime pa
role di simpatia per i fratelli della
Pennsylvania e per la nuova Loggia,
presentò alla Loggia stessa un'artisti
ca medaglia, come ricordo della conso
rella omonima di New York. L'orga
nizzatore della Loggia, Francesco Sil
vagni, ringraziò delle offerte ad essa
fatte, che terrà come ricordi sacri e
indelebili.
Venne quindi la volta dell'oratore
ufficiale della cerimonia, Rev. Terlizz
parroco della Chiesa del Buon Consi
glio, che si è iscritto come socio della
nuova Loggia Napoli N. 848, il quale
pronunziò un applauditici mo discor
so.
Dopo dell'Oratore ufficiale prese la
parola l'Assistente Supremo Venerabi
le fratello Giovanni Di Silvestro, il
quale parlò anche egli poeticamente
«lella bella I'artenope, la sirfcna incan
tatrice, e quindi, a nome della Loggia
Cesare Battisti N. 620, presentò al Ve
nerabile Giuseppe Ciavarelii una ma
gnifica medaglia d'oro di benemerenza
che la Loggia ha voluto offrirgli in
riconoscenza dei servigi ad essa resi.
11 fratello Ciavarelii espresse i suoi
sentiti ringraziamenti per il dono fat
togli.
Chiuse la serie dei discorsi il fratel
lo Giuseppe di Vincenzo, oratore della
Loggia Felice Nazario Sauro N. Gl 7,
il quale, dopo aver salutato la nascen
te Loggia a nome dei fratelli tutti,
lesse una sua poesia dedicata a Cesare
Battisti, provocando una commovente
ovazione per l'ultimo martire del
Trentino.
La huova Loggia offri agli interve
nuti bibite, dolci e gelati. Quindi l'ar
tista fratello Lanza, in unione ad altri
fratelli, recitò il bozzetto drammatico
di Bernardino Giambelli, 1' "Ordine Fi
gli d'ltalia", che fu vivamente applau
dito. Il trattenimento si chiuse con la
esecuzione di canzonette napoletane da
parte della figlioletta dell'artista
Lanza anche lei un'artista in minia
tura e di macchiette gustosissime
da parte dei fratelli Altigieri e Gam
mone.
Fiù tardi, al Ristorante Mascagni
dei fratelli Di Lullo fu dato un ban
chetto alla rappresentanza di New
York. Il banchetto si svolse tra la mi
gliore cordialità e vi furono pronun
ziati molti discorsi. Verso la mezza
notte gli ospiti graditi furono accom
pagnati alla stazione ferroviaria della
Pennsylvania.
L'ITALY-AMERICAN DAY
A READING, FA.
La sera del 24 maggio gli italiani di
Reading marciarono in parata per le
principali vie della città, per celebrare
il terzo anniversario dell'entrata del
l'ltalia in guerra.
Dopo uno squadrone di guardie di
polizia a cavallo, precedevano il corteo
il Sindaco e i componenti il Consiglio
Comunale, i Consiglieri della Camera
di Commercio, e intermezzate da varie
musiche e da varie compagnie di sol
dati, venivano poi le Logge del nostro
Ordine e le Società di mutuo soccorso.
E cioè la Loggia Santo Stefano di
Camastra N. 29, la Loggia Massimo
D'Azeglio N. 706, la Società Vittorio
Emanuele 111 ed altre. Si calcola che
non meno di 2000 italiani partecipas
sero alla parato.
Durante il percorso le bande alter
narono il suono dell'inno di Garibaldi
e dell'inno americano. Dopo aver per
corso le principali vie della città il
corteo entrò nell'Orpheum Theatre.
Pungeva da chairman Edward J.
ilorris; chairman de] Comitato prepa
atore della celebrazione era stato il
>r. Banford, e molto'a lui si deve per
a splendida riuscita della cerimonia.
11 Chairman, nel presentare il Giu
lice Harry D. Schaeffer, disse: "Io so
lo sicuro che ogni americano si è coni
liaciuto della entrata in guerra del
'ltalia in difesa del diritto, in modo
he ora la sua bandiera può sventolare
on la nostra perchè è quella di una
tazione alleata con noi in spirito e in
orza".
11 Giudice Schaeffer cominciò col di
e che il chairman aveva espresso i
uoi sentimenti con le parole sopra ri
lortate, ed aggiunse che poiché l'lta
ia combatte per la giustizia e per la
ibertn, l'America è onorata di co:n
■attcre vicino ad essa.
Non la brama di conquieta ha fatto
mpugnare la spada all'America, ma
il difesa dei diritti conculcati.
L'oratore concluse ricordando i gran
i uomini d'ltalia e tutti gli sforzi da
ssa fatti per costituirsi in Nazione.
Seguì il Grande Venerabile Giusop
>e Di Silvestro, il quale parlò in ita
iano, vivamente applaudito. Egli
esse anche il seguente telegramma
lei Regio Console Cav. Gaetano I'oc
ardi:
"Prego Lei, gentilissimo Signor Di
Silvestro, di portare ai convenuti "in
ìeading il mio saluto e di esternare il
DÌO eincero apprezzamento a codesta
'amera di Commercio che volle unir
i a noi nella commemorazione del
erìso anniversario dell'entrata d'ltalia
n guerra ed il mio compiacimento ai
rateili dell'Ordine per la patriottica i
riziativa, aggiungendo a tutti il mio
ammarico vivissimo di non potermi
rovare con loro questa sera. Mi unisco
ii voti che loro formuleranno per il
rionfo della democrazia e della civil
à e con loro sciolgo un inno all'Ame
ica generosa, agli Alleati, all'ltalia
lostra".
La soprano Miriam Haker Hompe
antò tre romanze italiane, tra cui ap
ilaudisittima quella del Di Capua:
O sole mio".
Il Programma si chiuse con la esibi
tone delle films della guerra. Le films
I/Italia nei cieli e nei mari" sono del
; ove ni o italiano e l'Ambasciata, per il
ramite del Regio Console Cav. Poc
ardi, le aveva favorite al nostro
ìrande Venerabile Giuseppe Di Silve
tro perchè fossero proiettate a Tìòa
ling.
Fu fatta una colletta per la Croce
{ossa che frutto più di cento dollari.
Dopo la cerimonia, al Berkshire llo
el fu dato un banchetto al Grande
Generabile Giuseppe Di Silvestro,
'oastmaster era il Grande Oratore
intonino Zaffiro.
11 Grande Venerabile espresse la sua
iiù viva soddi'fazione ai dirigenti le
lue Logge locali e alla Camera ili
Commercio per la riuscita cerimonia.
>ER I. \ CROCE ROSSA
3 PER I PROFUGHI
Dal Regio Console Cav. Gaetano
,'occardi sono pervenute al Grande
Generabile le seguenti lettere di rice
:ione di somme ad esso rimesse per
tssociazione alla Croce Rossa Italiana
■ a beneficio dei profughi;
"Phila., Pa., 16 Maggio 1918.
"Pregiomi segnar ricevuta della
omnia di $27.25 inviatami con sua
iota del 14 corrente, quale importo di
iblazioni a beneticio dei profughi del
/eneto della Loggia Dr. Tiberio Evoli
■J. 299 e della Loggia La Vittoria N.
lil dell'Ordino dei Figli d'ltalia.
"Trasmetto tale somma in pari da
a itila Regia Ambasciata in Washing
on. Voglia intanto la S. V. farsi in
erprete presso le generose logge obla
rici dei miei ringraziamenti e del mio
jrato compiacimento per l'atto filan
ropico e patriottico compiuto.
"Colgo l'occasione per rinnovarle,
:cc. "G. POCCARDI".
♦ « »
"Phila., Pa., 16 Maggio 1918.
"Mi pregio segnar ricevuta della
ma nota in data 14 corrente e dell'ac
cuso check di S4O, rappresentante la
luota di associazione perpetua alla
Jroce Rossa Italiana della Loggia Dr.
Tiberio Evoli N. 299 dell'Ordine Figli
l'ltalia.
"Trasmetterò tale somma di S4O al
Comitato Centrale della Croce Rossa
Italiana in Roma, cui farò noto il de
siderio della suddetta Loggia di asso
ciarsi perpetuamente alla benemerita
Istituzione.
"Prego intanto la S. V. di voler far
giungere alla Loggia Dr. Tiberio E
troli N. 299 l'espressione del mio grato
:ompiacimento per l'opera umanitaria
; patriottica compiuta.
"Gradisca, ecc. "G. POCCARDI".
• * »
"Phila., Pa., 23 Maggio 1918.
"Ho il pregio di segnar ricevuta de;
check per $1237.85 inviatomi con sus
nota del 21 maggio 1918, rappresen
tante l'importo di nuove oblazioni £
favore dei profughi del Veneto del
l'Ordine dei Figli d'ltalia.
"Invio in pari data a S. E. il Regi<
Ambasciatore la predetta somma d
$1237,85 con preghiera di voler invia
re, come è suo desiderio, una special»
lettera di ringraziamento al Dr. A. E
Abbate, Presidente del Comitato de
Greater Pittsburgh, che ha raccolto li
somma di dollari 1185.35.
"Mi è grato intanto esprimere an
cora una volta all'Ordine dei Figli d'l
talia i sensi del mio più alto compia
cimento e del mio plauso vivissimo pe
l'incessante opera di soccorso da ess
prestata in favore delle vittime dell
invasione nemica.
Gradisca, ecc. "G. POCCARDI"
LA NOSTRA SOTTOSCRIZIONE
Diamo l'elenco delle somme perv<
nute questa settimana per associazii
Fa quel che devi, &vven£&
j che può'
Abbonamento Annuo $ 2.00
Una Copia 3 Soldi
ne alla Croce Rassa e a beneficio dei
profughi de! Veneto:
Somma precedente .... $:J4810,89
Avanzo di somme raccolte
sotto gli auspici dello due
logge di Uniontown, Giu
seppe Mazzini N. 231 e
Giacomo Leopardi N. 766,
tra gli .italiani di quella
Colonia, e profitto netto
della recita, data al Penn
Theatre il 28 Aprile ecor
so ($64.25) $ 155.55
Loggia La Bandiera d'lta
lia No. 773, per ass. Croce
IÌ'.Mìsa Italiana $ 40,00
Loggia La Bandiera d'lta
lia, N. 774, Per i profughi $ 45.00
Totale al 27 maggio 191 S $35051.74
CONTRIBUZIONI PER IL
BOLI.OTTINO UFFICIALE
Somma precedente $71.25
Loggia Carlo Pisacane N. 213 5.00
Loggia Antonio Meucci N. 306 5.00
Loggia Sante l'amari N. 413 1.60
Totale $32.85
CRONACV DELLE LOGGE
Domenica 19 maggio ebbe luogo nel
la Loggia Guglielmo Marconi N. 165
l'annunziata fetta ia ricorrenza del
i quinto anniversario della sua fonda
zione.
Parlò per il primo, presentato dal
Venerabile Domenico D'Alfonso, il
ltag. G. Curinga, fratello della Log
gia, il quale sintetizzò l'importanza
del nostro Ordine non solo come a s'i
ciazione per il benesere materiale, ma
anche come fattore di benessere intel
lettuale e sociale, riunendo in una sola
e compatta famiglia gli esuli figli del
la gran madre Italia. Fece rilevare la
forza che scaturisce dall'unione di tut
ti gli italiani ed il dovere che a cia
scun fratelllo incombe di non dormire
sugli allori, ma continuare con sempre
rinnovata energia il lavoro di pro
paganda aggiungendo nuovi membri
alla nostra numerosa e prospera fami
glia. Terminò enumerando le beneme
renze della Marconi, e specialmente lo
splendido risultato nel terzo prestito
della Libertà, avendo raccolta la rile
vante somma di $10.500.
Prese subito dopo la parola il fra
tello Giuseppe Rosica, Venerabile della
Loggia Verdi di Frankford, il quale
disse lieto dell'invito ricevuto di pren
dere parte alla nostra festa. Si con
gratulò per l'ordine e la ITìsciplina che
regna nelle sedute della Marroni, e
portando il saluto della Verdi inneg
giò alla fratellanza.
Parlò anche brevemente il fratello
Cataldo Ricci, Segr. Archivista della
Verdi, il quale esortò l'assemblea a
mantenerci compatta ed unita contro
le maligne insinuazioni seminate ad
arte dai nemici del nostro Ordine.
Prese in ultimo la parola il fratello
Giovanni lorio, Venerabile della Gì -
lio Cesare e Grande Deputato dell.i
Marcóni. Egli tratteggiò le difficoltà
che incontrarono i fondatori della
Marconi cinque anni or sono, quan io
il nostro Ordine era poco conosciuto
in mezzo al nostro popolo emigrato.
Disse della presente prosperità delia
Loggia ed espresse l'augurio di un
sempre migliore avvenire. Terminò,
vivamente applaudito, con degli alati
versi, che toccarono veramente il cuo
re di tutti i presenti.
Terminati i discorsi, furono serviti
vermouth, dolci e sigari.
La sera di giovedì 23 maggio il
Grande Venerabile Giuseppe Di Silve
stro si recò a visitare la Loggia Luigi
Cadorna N. 412. Nella sua visita egti
era accompagnato dal Grande Segr-
Archivista Alfredo l'erfilia, dal Gran
de Segr. di finanza Paolo Di Peso e dal
Segretario della Commissione F. U.
M. Giovanni Torchio.
La seduta si protrasse fino ad ora
tarda e furono presi provvedimenti
circa la contabilità della Loggia e cir
ca altri fatti in rapporto al F. U. M.
Dopo la seduta il Grande Deputato
della suddetta Loggia, fratello Giusep
pe Ciavarelli, volle i Grandi Ufficiali
insieme agli Ufficiali della Cadorna in
casa sua, ove furono accolti con squi
sita ospitalità.
R. Consolato d'ltalia
Con preghiera di pubblicazione :
"Il giorno 21 corrente, il Gran
de Venerabile dell'Ordine dei Fi
gli d'ltalia inviava al Regio Con
sole, Cav. Uff. Gaetano Poecardi
la somma di $1237.85 quale rica
vato di nuove oblazioni raccolte
dall'Ordine stesso a beneficio dei
profughi del Veneto, e propria
mente delle Logge qui appresso
indeate:
Raccolti dalle Logge dell'Ordine
del Greater Pittsburgh sotto gli
auspici di un Comitato composto
dei Signori Dr. A. E. Abbate,
Presidente; G. E. Fabiani e Dr.
G. La Rosa, Vice Presidenti ; An
tonio Certo, tesoriere, Avv. A.
Cianflone, Segretario ... $1185.35
Loggia Nuova Giuseppe
Mazzini N. 634 $ 51.50
Ix>ggia Italia N. 77 $ 1.00
Totale $1237.85
11 Regio Console si affrettava
a trasmettere al Regio Amba
sciatore la predetta somma di
$1237.83, esprìmendo contempo
raneamente all'Ordine dei Figli
d'ltalia i sensi del suo più alto
compiacimento e del suo plauso
vivissimo per l'incessante opera
di soccorso da esso prestata in
l favore delle vittime della invasio
! ne nemica.