LA LIBERA PAROLA (The Free Word) PUBLISHED EVERY SATURDAY by A. GUSKPPK DI SILVESTRO EDITOR-IN-CHIEF 906 Carpenti*- St. Phila. Pa. Bell Phooe. Walnut *4-72 Anno 18. - Malizio 1. 1 "1W - No. 5 SUBSCRI (=>T I O INI One year, in aJvance . • S 2.00 Siz months „ 1.2; Single copy 0.03 ADVERTISINO RATES Display ad:, per inch.single column S 2.00 Politicai noticcs ~ „ . .» 3.00 Amusements 2.00 Reading matterper line of 13ero< .. 0.15 AH payments must be made to LA LIBERA PAROLA motti di spirito chiacchiere e freddure giornalismo e giornalisti Pasquale Farina, professore ne campo dell'arte, s. è impennato ed h; incominciato a sferrar calci a destra a manca ed a spruzzar veleno vers chi. idolatrato da diecina di migliai di italiani di Filadelfia e di fuori, sie de troppo in alto perchè i talloni dell sue scarne possano insudiciarsi di cer te eruttazioni. Pa>qua!e Farina, che non ci fu nean che cortese della promessa convincen te spiegazione, quando venne men ai doveri dell'amicizia, in cambio de la nostra, sinceramente sentita, ed al !a più elementare correttezza gioma Ustica, ai nostri richiami di oggi di Tenta un Orlando Furioso e minacci anche i fulmini di Giove. noi non sapevamo che Pasquale Fa rina si differenziasse dagli altri gior nalisti che vengono discussi, elogiati criticati in ogni modo, noi continueremo que sta rubrica dalla quale esula, come ah biamo già detto, la persona privata discuteremo l'uomo che, volente o no lente, ha assunto il nobile ufficio d educatore delle masse. se Pasquale Farina ci avesse lascia to fare, come gli lasciammo fare : comodo suo. ne "Il Momento" noi. co tre o quattro puntate, saremmo venul alla conclusione ed avremmo mostrato che la sua amicizia per nn affermata a voce e scrittaci in letter in parecchie e diverse occasioni, non e ra sincera; e che in giornalismo no si è rivelato corretto ed imparziale perchè mentre ci -ha fatto diffamar due volte da due ben differenti per sonaggi. non ci ha poi concesso il di ritto d: difce*icìtro scnt to che incominciò a pubblicare que sto fatto costituisce la maggiore scor rettezza e che poi ne gettò il seguit al cestino, a causa delle pressioni eser citate su di lui dai soliti faccendiei che temono la luce. Quelle due pub blicazioni. che sono già tradotte in ca so si ricorresse ai mezzi da voi minac ciati, signor Farina, costituiscono li belìo, senza parlare poi della famos; lettera viperina che. passata al Di partimento Postale, farebbe il resto. noi però non saremo i primi a ricor rere a nessun altro mezzo che ali; pubblica discussione, perchè non sia ino abituati a tarparla con certi mez zi; ma invitati, imiteremo i nostri dif falsatori. • Questa parentesi era necessaria prima di continuare al prossimo nu mero. d'oltre tomba una certa Anna Maria, anche in no me di suo figlio Alberto, ci scrive dal la nuova sede il paradiso celeste e ci racconta una storia dolorosa, l'at tore principale della quale vive in A merica, e. strana combinazione, egii < divenuto innamorato di un'altra Ma ria, che si differenzia dalla scriventi per la sola ragione che questa è di tu paese della provincia di Caserta, e li nuova diva ebbe origine in Calabria. è una storia che fa rabbrividire Morta, povera Anna Maria! senza es sere stata aiutata neanche da que Municipio, saccheggiato dall'attore li cui moglie e i cui figli soffrono in I talia privazioni inaudite, mentre eg sciupa denaro nei lupanari di Ameri ca. sempre lui vero o non che il solito faccendiere nemico dell'Ordine Figli d'ltalia, si si; assunto l'incarico di dirigere quei si gnori, a noi non preme. se è cosi, sarà un'altra gloria pei l'Ordine perchè s\ saprà che le servi licenziate sanno dove poter ricorrere. • » » le proteste della serva Andai daìl'erbagliolo a comperare Due chili di patate per gii gnocchi Ma egli invece mi guardò negli (occh; Come se mi volesse canzonare. Io che la dignità so conservare E voglio che nessuno me la tocchi; E' inutile - gli dissi - che mi adochi Con quel suo risolino da giullare. Allora mi rispose: - Le patate Le ho terminate, tutte - E, in cor (tesia - Gli domandai - chi gliele ha com ( prate Se jeri ce ne aveva un cesto sano? - E chi potea comprarle, cara mia? Me le ha comprate un principe ro (mano LETIZIA SERVISENE pe nire La padrona trova la sua cameriera con un sergente di cavalleria, e il chiede chi sia. - E' mio fratello! Jla se appena una settimana fs io vi ritrovai con un caporale dei ber saglieri e nti diceste anche allora che era un vostro fratello. Signora, il nostro curato mi ha detto che siamo tutti fratelli! SANCIO PANZA LA GUERRA Sono già trascorri quasi due mesi dacché infuria la cruenta gigantesca battaglia nelle Fian dre ed in Piccardia ed ancora, nella fatale bilancia nessuno dei due piatti accenna ad estollersi. Una vera quaresima di sangue che affoga falangi innumerevoli :li guerrieri, vittime di una casta che vuol consolidare 'la propria potenza con la distruzione e coi saccheggio. E mentre la lotta titanica lotta che per l'accanimento, pei la grandiosità, pel numero dei combattenti, pei mezzi da essi impiegati non trova riscontra nella stona di tutte le età - infu ria sul fronte Occidentale, dove forse dovrà decidersi l'avvenire del mondo, negli altri settori re gna una calma quasi assoluta, turbata solo di tanto in tanto da piccoli scontri di avamposti, da incursioni di aeroplani, da scam bi di poche cannonate; calma che appare quasi inesplicabile, dato il tempo e la stagione. Sembra che mentre l'immane, gigantesco conflitto è impegnato in Francia, tra il più grande e sercito tedesco, rafforzato da contingenti austriaci, bulgari e turchi, e il più potente e-ercito federato, i combattenti degli al tri fronti e persino i condottieri, stiano con le armi al piede, tutti intenti alla contemplazione del l'immenso. tragico spettacolo. Come nelle battaglie antiche! Quando, nel furore della mischia, dopo essersi a lungo cercati e chiamati a gran voce, rìu divano ad incrociare il ferro i più valo rosi e più forti campioni avver sari, e cominciavano a menarsi colpi furibondi e formidabili, i due eserciti che si trovavano di fronte, ristavano da! combattere e l'attenzione delle due parti era completamente assorbita dall'a spra singolare tenzone che si svolgeva alla loro presenza, dalla : . * ■ sito della battaglia. Ma la calma che regna ne! set tore italiano, dall'Adriatico a! Grappa, è una calma apparente, gravida di tempeste. Da tempo gli Austriaci hanno ultimato i lo ro preparativi, minuziosamente curati nei più piecoii dettagli : han trasportato, contro le nostie linee, tutte le truppe che han ri tirato dalla Russia e dalla Ru menia; tutte le più potenti arti glierie a loro disposizione. Trat tasi, in una parola, di un concen tramento di forze mai visto per lo innanzi. L'ltalia, in questo periodo, non è stata certamente con le mani alla cintola ed avrà provve duto energicamente alla più stre nua difesa. Ma i piagnoni, g'i sfiaccolati, gli uccellacci di catti vo augurio predicono che il no stro esercito non potrà resistere, ed al primo urto, che sarà terri bile, si disperderà, lasciando alla piena balìa delle orde vittoriose e briache, le più ricche, le più bel le e le più fiorenti regioni d'lta lia ! Eppure la resistenza opposta dai nostri soldati, nel Trentino e sulla Piave, all'indomani di un disastro che sembrava irrepara bile, dovrebbe incoraggiare in co storo speranze più rosee. Ma es si sono venduti al nemico ed han no interesse di abbattere il mo rale delle nostre popolazioni per indurle ad una pace ad ogni co sto. Noi non siamo profeti e nep pure figli di profeti, ma osiamo formulare un voto ardentissimo che erompe dai precordi della no stra anima. Dio disperda, come polvere al vento, il triste vaticinio e tut ti i tedeschi d'ltalia! Una leggenda antichissima di ceva che il Colosseo è eterno! Un'altra leggenda, parimenti molto antica, assicura che la grandezza di Roma durerà quan to il Colosseo. Facciano i fati che le due leg gende. le quali si intrecciano e si completano vicendevolmente, siano per verificarsi, e che l'lta lia, da quest'aspra prova, esca più glande e più potente e tale quale la vaticinarono i genii ed i profeti ; quale la cantarono i suoi vati, anche nel periodo oscuro del servaggio. _ ALPHA. Iti Militi UN UNIONE EBANISTI E CAR PENTIERI ITALIANI Carissimo Giuseppe, Prima che passi a parlare del la Locale 1050, permettimi che mandi il mio saluto, che è quello della massa anonima al tuo giornale, nel quale essa vede una protezione, e il fustigatore delle vecchie e nuove camorre. L'Unione Ebanisti Italiani è una Associazione di mestiere che non solo si occupa di migliorare le condizioni economiche e mora li dei lavoratoli del legno, ma prende parte attiva a tutto ciò che può ridondare a vantaggio e onore a gente di nostra razza in queste terre. Tutti i suoi atti so no ispirati a principi altruisti. La parteepazione ai movimenti coloniali, non è fatto a suon di grancassa, ma modestamente contribuendovi come ente ed in dividualmente, ogni socio. leri fu per la Banca Statale Figli d'ltalia, acquistando parec chie azioni e depositandovi i suoi risparmi ; oggi ha concorso al 3.0 prestito della Libertà con mille dollari del fondo cassa, e tutti i soci lo acquistarono individual mente e sono tutti fregiati con la campana della libertà all'occhiel lo. Un altio atto di amor patrio è quello compiuto il 13 aprile ulti mo scorso, quando apriva le por te dell'Unione a molti falegnami, che non potevano farne parte per diverse considerazioni, fra le quali quella della ta ; sa di ammis sione, che è molto alta, col do mandare una amnistia al Distret to Consolare che è stata conces sa mercè l'opera energica dei de legati e dell'Amministrazione della locale che nessun mezzo la sciò intentato per raggiungere il fine. Infatti, in virtù di questa am nistia un numero stragrande, cir ca ITO lavoratori del legno, en trarono a far parte della grande famiglia della Federazione Ame ricana del Lavoro. Il lavoro di organizzazione fu paziente e fat to modestamente, mese per me se, giorno per giorno, ora per ora, attendendo il tempo propi zio ed ora questa locale, compo sta di tutti Italiani, conta circa 500 affiliati, numero questo mol to ragguardevole, se consideria mo che fino a qualche anno fa non vi erano che una cinquanti na di soci, che tutto sacrificarono per l'incremento di questa orga nizzazione. Di questo sviluppo va data lo de all'amministrazione e anche al caro giovinetto Giovannino Sin doni. che nelle ore del riposo, aiutava il padre e gli altri ufficia li a scrivere e tradurre in Ingle se. in Ebraico ed in Italiano, gli appelli per i comizi e la corri spondenza al Disti etto Consolare e Ufficio Centi ale di Indiano polis. L'Assemblea, riconoscente di quanto ha fatto il giovane Sindo ni, eh e studente in Architettu ra all'Università di Philadelphia. lo volle onorare col nominarlo socio onorario, come pure volle dare un segno di riconoscenza, in oggetti d'oro, agli Ufficiali che più si sono distinti nel lavoro per a inizi: ione in m; -sa dei 170 nuovi soci. Gli ufficiali premiati sono: Caterini Arsenio. Presidente; Giuseppe Sindoni. Segr. Coir.; Enrico Martella, Segr. di Finan za; Sante Barone. Curatore; France co Brandolini, Tesoriere. La consegna dei doni fu fatta dal sottoscritto, che. parlando a nome dell'Assemblea e incitando i presenti ad emulare i festeggia ti, fece l'augurio che quanto pri ma tutti i falegnami Italiani re sidenti in questa Città facciano parte della ì-iocale 1050. X. RIVAN'O ASTI R.Consolato d'ltalia IN PHILADELPHIA Con Preghiera di pubblicazione: "Il giorno 30 Aprile u. s., l'Or dine dei Figli d'ltalia faceva per venire. al Regio Console, a mezzo del Grande Venerabile. Signor Giuseppe Di Silvestro, la somma di $739.12, rappresentante le o blazioni a beneficio dei profughi del Veneto delle Logge dell'Ordi ne. qui sotto indicate: Società SS. Crocifisso di Bei monte Mezzagno. $25.00 ; Loggia XX Settembre X. 265 (residuo netto di un ballo dato dalia Log gia) *25.00; Ricavato dalla Fie ra di Beneficenza delle Logge riu nite di Philadelphia, $689.12. To tale £739.12. Il Regio Console si affrettava a trasmettere la somma anzidet ta di $739.12 al Regio Amba sciatore in Washington, inviando contemporaneamente all'Ordine dei Figli d'ltalia i suoi vivissimi rimrraziameni por la continuata zelante opera di soccorso da e so prestata in favore delle vittime della invasione nemica".' * * * Il giorno 8 corrente, venivano fatti peivenire al Regio Console, Cav. Uff. Gaetano Poccardi. dal l'Ordine dei Figli d'ltalia $25.00, rappresentanti un'oblazione a be neficio dei profughi del Veneto del Signor Giovanni Di Silvestro, a mezzo della Loggia Fran cesco Crispi, Xo. 652. Il giorno stesso, 8 corrente, il Grande Venerabile dell'Ordine dei Figli d'ltalia inviava ài Regio Console la somma di $40.00, rap presentante la quota di associa zione perpetua alla Croce Ro-sa Italiana della Loggia Dottoressa Maria Montessori X. 720. Il Regio Console, nel segnare ricevuta delle somme anzidette, incaricava il Grande Venerabile dell'Ordine di esprimere al Sig. Giovanni Di Silvestro ed alla Loggia Dottoressa Maria Mon tessori il suo plauso sincero ed il suo vivo compiacimento per l'at to patriottico e filantropico. * * • A mezzo del Rev. Tommaso Terlizzi, il connazionale France sco Antonio Greco (752 So. lOth Street) ha inviato al Regio Con sole la somma di un dollaro chie dendo di divenire socio tempora neo della Croce Rossa Italiana. Tale -omma di un dollaro viene dal Regio Console trasmessa al Comitato Centrale della . Croce Rossa Italiana in Roma. L LA LIBERA PAROLA L'ALCOOLISMO ovvero l_ UOMO E L_' ALCOOL Per richiesta della Loggia Gugliel mo Marconi. No. 163, dell'Ordine Figli d'ltalia in America, nella cui assem blea fu lella, pubblichiamo una con ferenza delta dal chiarissimo Dottor G. Sparano, SI LL* L OMO e L' AL COOL. Per ristrettezza di spazio siamo co stretti a pubblicarla a puntate. (Continuazione del numero precedente) Se invece le dosi sono frazionate e giornaliere, a volte più, a volte meno, i plesso di sintomi che costituisce l'al cool ismo cronico. Esso è caratterizzato da perdita ciell'appetito. scadimento nutritivo ge nerale. stato ateromasico delle arte rie per cui sono facili emorragie. Ed a seconda che prevale la forma gastro-intestinale o la forma nervosa, si ha, nel primo caso bruciore di sto maco, lingua impatinata, vomito il mattino, infiammazione del fegato, con le loro seguele; nel secondo caso, de liri. insonnia, disturbi intellettuali con perdita dell'intelligenza, delirium tre mens, paralisi comincia dagli arti inferiori e va ai superiori. Seguiamo ora un po' l'alcool attra rerso il suo cammino nell'organismo umano. Intramesso nello stomaco esso i*errà assorbito rapidamente a condi zione che sia diluito in acqua. Se è molto concentrato, assorbirà l'acqua lei tessuti, che renderà aridi; perciò maggiore è la concentrazione dell'al cool, maggiore sarà la sete cne si svi lupperà nel bevitore. Adeguatamente iiluito, l'alcool sarà assorbito ed en trerà nella circolazione del sangue. Primo effetto sarà di paralizzare i va si capillari, cioè le arterie e vene pic colissime. Infatti quando voi attende te ad un convito, dove le bevande sono abbondanti, poco dopo che esse sono n circolazione, voi vedrete un pro gressivo cambiamento in quelli che so lo stati facili a bere. Il vi.-o comin cia a l accendersi, gli occhi diventano uccicanti, la conversazione si fa ani mata. La ragione dell'armamento lei volto è la stessa di quello prodot to dal pudore offeso, o dal freddo in tenso. o dall'inalazione del nitrito d'a aimale; è la dilazione dei capillari, per limiriunione del controllo nervoso, cau ■ato dall'alcool. Se i vasi periferici risentono l'azio ae di esso, il centro del sistema cir ■f'iatorio, il cuore, non si sottrae alla ;u:i influenza. Colla dilazione dei vasi diminuisce a re.-i.-tenza ed il cuore comincia ad accentuare i suoi battiti, ciò che si gnifica è costretto ad un lavoro supe riore a quello che gli spetta normal mente. e che se protratto deve neces sariamente condurre a qualche ma attia di esso come debolezza funzio ìale, palpitazione, ipertrofia, degene razione grassa. E se il cuore, che man ia il sangue, la nutrizione, la vita in tutti gli organi, s'ammala, questi ne soffriranno più o meno gravemente. Abbiamo detto dell'azione dell'al cool sul cuore e sui vasi che conten dono il sangue. Ma quale sarà la sua azione sul sangue stesso? Questo è composto di corpuscoli minutissimi; i rossi che .-corrono al centro dei vasi, arterie e vene, cioè, e che sono i più mportanti, i primi elementi della vi ta; ed i bianchi che scorrono lungo la periferia, meno velocemente dei primi. [ corpuscoli rossi attendono alla più mportante funzione dell'economia; es •i assorbono in gran parte l'ossigeno che noi respiriamo e lo portano negli «stremi tessuti dell'organismo; essi assorbono ir jrran parte l'acido carbo ■aico che si sviluppa nei tessuti e lo jortano ai polmoni, per ricambiarlo con fresco ossigeno; in breve essi so lo gristrum n nti vitali della circolazio ae. Ebbene, sotto l'azione dell'alcool, tjuesti corpuscoli si agglomerano, si scavallano e passano lentamente e •on difficoltà attraverso i capillari; rengono alterati nella forma e nella oro funzione di fissare i gas ossigeno si acido carbonico. Ciò naturalmente porta uno squili brio nella funzione di tutti gli organi n generale. Ora passando l'alcool attraverso la •ircolazione s-inguifrna ed arrivando polmoni è esposto all'aria ed una ■<-rta quantità di esso dal calore tora •ico è tramutato in vapore ed è espul so colla respirazione, dando luogo al aratteristico odore di spirito. Allo stesso tempo l'alcool agisce sui vasi capillari del polmone e li rilascia to gliendo loro la normale elasticità; e >erchè questi vasi sono i più esposti ai cambiamenti di caldo e freddo, per 'aria che incessantemente rntra nei jolmoni, ne consegue che essi vengono ad essere facilmente congestionati dai -apidi mutamenti atmosferiri e così sono disposti ad essere agi volgente •olpiti dalle bronchiti, polmonite. Vediamo come l'alcool agisce sullo ■ Se introdotto in dosi concentrate e lon è assorbito rapidamente agisce sulla pepsina, uno dei principali co stituenti del succo gastrico precipitan iola e rendendola inattiva e viene cosi 1 disturbare la digestione. Se l'uso lei l'alcool è prolungato o eccessivo, ?ssendo lo stomaco inabile a produrre in proporzionato succo gastrico, nor arderanno a comparire i segni della lispepsia e del catarro gastrico acuto ? cronico, caratterizzato da un senso il nausea, di pienezza e rigonfiamen to dello stomaco, eruttazioni di gas, '(■ ridi, senso doloroso di pressione al 'epigastrio, sete morbosa, vomito, sti tichezza o diarrea, ecc. Tutti questi sintomi indicano che lo stomaco è se riamente malato. Le principali aite razioni anatomiche che si riscontrano sono: la mucosa anormalmente arros sata e rilasciata, tumefatta ? ricoper ta ila un muco vitreo e leggermente torbido, a chiazze od a figura arbore scente. Vi sono delle stri-ce >angui gr.e disseminate nel muco, che sono prodotte da stravasi di sangue. Continuando l'alcool la sua opera deleteria, a mezzo del sangue, passerà attraverso i reni, i cui vasi perderan no la loro elasticità ed i cui tessuti subiranno un processo di degenerazio ne grassa, e permetteianno il passag gio dell'albumina e spesso anche del sangue, che si riscontrerà nell'urina, stabilendo una delle malattie più gra vi e letali: la nefrite acuta o cronica. Gli effetti dell'alcool sul sistema ner voso sono non meno disastrosi: esso attacca .1 cervello, le membrana, il mi dollo spinale, i nervi periferici. I ca pillari sanguigni sono iniettati, la so stanza nervosa può essere alterata, rammollita o raggrinzita, per degene razione delle cellule che la compongo no, per interposizione di particelle di grasso. Tali alterazioni dànno luogo a svariate malattie nervose: convulsioni nervose, paralisi locale e generale, forme epilettiche, perdita delle facol tà mentali. I disturbi del sistema nervoso che appariscono in prima linea nel quadro sono: pesantezza di testa, senso di pressione anormale, di battiti alla testa, nella regione fron tale od occipitale, spesso in coinci denza col polso delle arterie. Gl'infermi cominciano a preoccu parsi, si sentono oppressi ed infelici e per sollievo ricorrono ancora di più alle bevande alcooliche. T.e idee si confondono, comparo un grave disgusto di tutto, una incapacità a qualsiasi occupazione mentale. Talu ni malati vengono molestati dal capo giro. che talvolta aumenta al punto che i pazienti non sono più capaci di reggersi in piedi. La nutrizione scade e l'individuo se non è aiutato in tem po correrà veloce ver~o la tomba. Gli effetti dell'alcool sulle arterie sono subdoli e micidiali: esso è una delle cause precipue che favorisce lo -viluppo dell'arteriosclerosi, per cui le arterie s'induriscono, perdendo la loro elasticità, onde è facilissimo che in un aumento subitaneo della pressione sanguigna, prodotta da causa mecca nica od emozionale, che influenzi il cuore, un'arteria cerebrale si squarcia, producendo l'emorraggia cerebrale o apoplessia. Una delle malattie nervose più co muni dell'alcoolismo cronico è il deli rium termens; le sue principali mani festazioni sono: eccitamento mentale, insonnia, parlare incoerente, confusio ne intellettuale, tremore, allucinazio ni. specie della vista e dell'udito. Que ste sono cii natura spaventosa: il ma lato sente delle voci minacciose o ve de delle creature ripulsive; serpenti, ratti, insetti schifosi, demonii. che ap pariscono a lui di dietro i mobili del la stanza. In taluni ca i il terrore de terminato da queste allucinazioni è co sì impressivo che in un accesso di spa vento il sofferente si slancia in istra da o salta dalla finestra. Il polso è ra pido e debole, l'anpetito è perduto, la temperatura è febbrile. Se non si vie ne a tempo in aiuto del malato esso finirà per morire in uno stato coma toso. Quanto v'ho esposto in riguardo agli effetti morbosi dell'alcool sull'organi smo umano non è che un quadro rias suntivo delle principali malattie e complicazioni che esso produce, ma vi dà un'idea o meno concreta della sua azione tossica, deleteria, che agisce implacabilmente e subdolamente: che s'impossessa dell'uomo, gli paralizza la volontà, lo fa suo schiavo, lo mar tirizza prima, lo degrada, lo mette a livello del bruto, poi l'uccide. Quando l'alcool avrà prodotto le al terazioni morbose interne, che ineso rabilmente. per legge di natura deve produrre, le funzioni della vita ed il morale dell'uomo saranno turbati. Consideriamo queste condizioni pa tologiche in sè stesse ed in relazione co'la società e colla famiglia. Quando il fisico della persona è gua sto. ammalato, lo spirito, l'intelligen za. tutte le manifestazioni dell'animo, dell'intelletto sono più o meno grave mente alteate. Mens sana in corpore sano. Se le condizioni fisiche «lei cervello, attraverso del quale agisce l'intelletto umano, vengono ad essere disturbate, l'intelletto stesso viene a soffrire. Se le condizioni del midolo spinale e dei nervi periferici, che sono come le cor de elettriche, che trasportano gli sti moli e le correnti volitive dal centro cerebrale ala periferia, dando impul so alla vita organica e di relazione, so no alterate, gli stimoli saranno deboli ed insufficienti e la vita organica de perirà e le manifestazioni esterne per sonali saranno inefficienti. Ora 1 azione dell'alcool continuata influenza la funzione del midollo spi nale e ilei nervi che ne derivano. A mezzo di questa parte del sistema ner voso. noi possiamo, quando siamo sani, praticare atti automatici di natura meccanica, rhe procederanno uguali e corrotti anche quando noi pensiamo o parliamo di altro soggetto. Cosi un esperto meccanico conti nuerà i' suo lavoro a perfezione anche quando la sua mente è rivolta ad al tro. E cosi noi tutti eseguiamo mille differenti atti in maniera puramente automatica e chiamiamo l'assistenza di vn centro f>iù alto solo quando si tratta di cosa che esce dall'ordinario, nel qual caso noi pensiamo prima di operare. Ad esempio un pianista, che ha suo nato ripetutamente un pezzo di musi ca e che l'ha imparato a memoria, po ti a. mentre lo suona, conversare con qualcuno, mentre le sue dita scorre ranno automaticamente sulla tastiera, senza commettere errori. nuando i centri spinali sono J otto 1 influenza dell'alco-p. questi at ti automatici cessano rì ; -ssere ese guiti correttamente: il p re di coor deficiente. Il controllo nervoso di certi muscoli è perduto e lo stimolo ner voso è indebolito. I muscoli stessi di minuiscono di forza e rispondono fiac camente allo stimolo nervoso, perchè anch'essi subiscono l'influenza paraliz zante dell'alcool, la loro struttura vie ne ad esse re alterata ed il loro potere di contrattilità ridotto. Continuando ancora avanti la sua azione deleteria, l'alcool attaccherà i centri cerebrali: il loro potere dimi nuirà e l'azione di controllo sulla vo lontà e sul giudizio verranno ad esse re perdute. A misura che questi centri sono squilibrati, la parte ragionevole della natura dell'uomo lo abbandonerà prima della parte emozionale o passio nale. Cosi gl'istinti animali ed i senti menti, qualunque essi siano, verranno a nudo: il codardo mostrerà maggior mente la sua viltà: il millandatore, sa rà più spudorato; il crudele, più spie tato; l'infedele più falso; l'inverecondo più audace. Ora un individuo che non può dipen dere sui suoi nervi e sul suo cervello, perchè i suoi atti meccanici sono inef ficienti ed il suo intelletto è turbato per l'azione dell'alcool, potrà attende re ad un lavoro qualsiasi con coscien za ed efficienza? Potrà coprire una ca rica od occupare un posto di responsa bilità? Certo che no. L'uomo dedito al la bevanda non è desiderato in nessu na azienda: se domanda lavoro gli sa ri rifiutato e se ce l'ha, gli sarà tolto. I.a perdita di tempo, la qualità di lu* ANTIEROTICO OE GIOVANNI jg£3 a base di Genziana, Valeriana, Strofano e Stricnina Tonico ricostituente del sistema nervoso indicato specialmente contro la NEURASTENIA. L'ISTERIA E L' IPOCONDRIA 1 Formola del Prof. Comm. c r > Vj| ACHILLE DE GIOVANNI I fc jj HTM Prof. BACCELLI, Roma - l'ho trovato ben composto ed ci- Prof. C LOMBROSO. Torino - mi sono Riovato dell* Arni , a i rf* 2:j nevrotico De Giovanni nella neurustenia ed anche c Ijjlìl t "«'» f[J Prof. GROCCO. 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