LA LIBERA PAROLA iThe Free Word) PUBLISHED EVERV SATURDAY hy A. GII'SKPPfc DI SILVESTRO EDITOR-IN-CHIEF 90ft Carpcnter St. Phila.. Pa. Brìi Phone. W alnut 74-72 Anno 1. - Maggio 11, 1918 - No 4 SU3SCRI F=»T"I O rsj One year, in advance . 5 2.00 Si* months •• ». 1.25 Single copy 0.03 ADVERTISING RATE S Display ai:. oer tnch t smgl« column 5 2.00 Politicai notici» H h 3*oo Amuscments ~ tf . *, 2.00 Hcading matterper line of !3ems ~ 0.15 Ali payments must bc made to LA LIBERA PAROLA motti di spirito chiacchiere e freddure giornalismo e giornalisti Pasquale Farina, professore nel campo artistico, come diceva mo nel numero scorso di questo giornale, non aveva ne-sima ra gione di accollarci il grave pondo delle responsabilità giornalisti che; ma egli, non invitato, sentì la velleità di farlo, e lo fece, si di ce, per correre al salvataggio del solito faccendiere coloniale che altra volta erano altri tempi, allora! aveva attaccato sulle colonne dell'ltem e su quelle de "La Voce del Popolo". Allora Pa squale Farina era anch'egli un avversario del cavaliere, e si con gratulava col primo direttore del prelodato giornale, per la campa gna epurativa che costui condu ceva contro quel signore. ci si dice che attualmente Pa squale Farina non è il proprieta rio de "Il Momento"; ciò, però, non importa, perchè egli vi fu in teressato ed anche oggi, nel gior nale. vi è il solito indirizzo: 1314 Arch Stieet. Forse proprietario non lo fu mai, neanche nei primi giorni, dappoiché i fatti che e sporremo dimo treranno che o effetti 1 , . mente non lo era. e ser viva solo di strumento a qualche intere sato; o non comprese l'al to, il nobile mandato che incom be al vero giornalista pure e - sendo il professore uscito dal l'Accademia della Crusca. noi non andiamo, no, in cerca di pettegoiezzi per attaccare le persone; ma ie persone, giacché vogliono entrare nella vita pub blica e rappresentarvi la parte dei rodomonti, non debbono poi lagnarsi della sferza della critica. già da prima che divenisse magna pars de "Il Momento", Pasquale Farina venne fuori con un suo articolo futurista e con una posa comico-ridicola volle fa re il mentore a que ti e a quegli e finì col non far.-i capire da que gli e da questi, l'na parte odio a perchè egli, dicendosi amico delle due parti belligeranti, se ci aves se tenuto, a conservarsi l'amici zia di entrami», avrebbe dovuto rimanere neutrale, lontano dalla colonia come è sempre stato, ad eccez.one di quando non aveva acquistata, come ora, la fama di membro emerito dell'Accademia della Crusca. allora noi riprovammo la for ma u.-ata da un settimanale di Fi ladelfia che. giustamente, lo re darguiva " dell'errore commesso. Dalla nostra stessa e-perienza però oggi siamo convinti che quel giornale non aveva tutti i torti. ci accorgiamo che stiamo ru bando troppo spazio per perso naggi di poca importanza e ri mandiamo la continuazione al prossimo numero. T imprudenza di un sfrontato in una delle nostre colonie ita liane de! Xorth Philadelphia, ri siede un certo cotale che ha an che ripudiato li suo nome di ita liano. perchè italiano non è se non per opportunità. Questo ra nocchio ha avuto l'impudente tracotanza di insultare lo sten dardo di uria Loggia dei Figli d'l talia, e i soci di essa, per non su scitare disturbi, nell'occasione solenne, non gli fecero empire la bocca di denti. in altre occasioni lo stolto ha parlato anche di minacce, di re volver et similia; rna finitela, ra nocchio, o venite fra la massa e vi faremo inginocchiare davanti a quello stesso stendardo che, im punemente, avete insultato. Jinche' la dura nel programma di questo gior - nale vi tra compresa anche una campagna per aprire gli occhi degl'lndipendenti, i quali, sebbe ne il Grande Concilio di Pennsyl vania sia stato destituito da ol tre tre mesi per manomissione di denaro e per atti sporchi com messi da! già Grande Venerabile, nulla sanno. ma il nostio direttore, per mantenere una promessa fatt;. a qualcuno che si appresta a redi mere le sorti di quell Ordine, a veva desistito e si preparava ad inaugurare un periodo di tolle ranza. . si vede che la volpe cambia il pelo e non il vizio, jjerchè un certo ex Grande l fficiale, che trovasi sub judice, non vuol finir la contro l'Ordine regolale. Po chi giorni fa diceva che questa Grande Istituzione inizia le sue nuove logge con 20 soci. Dunque, i termini sono invertiti? Se è così, alla prossima iniziazio ne di logge dell'Ordine fare mo invitare quel Glande I ffi ciale per domandargli dopo quale impressione gli fanno le logge che si iniziano con 20 soci. Attenti ai mali passi, però; perchè dopo non saremo più re sponsabili della nostra tolleran za. una lettera anonima un anonimo smentisce il no stro spunto pubblicato nelia co lonna "motti di spirito, chiac chiere e freddure" del numero scorso, dal titolo "incredibile sed veruni" perchè, l'anonimo dice di avere visto coi propri occhi, in dolce connubio, il degenerato e li professore senza titolo, quasi contemporaneamente all'uscita de "La Libera Parola". E si è sorpreso l'anonimo di questo fatto V I compari di Pisa solevano fare lo stesso; e poi si miliar X* <imi!ihus nulla, oc Muuuuus • * * le proteste della serva Spesso la mia padrona ci ha le voglie, ! Come una donna incinta addirittura, Che desidera qualche svogliatane Nel momento supremo delle doglie. E per ordine »uo, che mi distoglie Spesso il menù della cucinatura. leri ancUedi all'Annona con premura Per comperar delle triglie e delle (sfoglie. E a me e a tant'altre che lo interro ( gammo, Il Comune, riempendo la stadera. Chiese diciotto lire al chilogrammo. o che quando una cosa mi rincresce, Baccaglio, mi bisticcio e son ciar (lier3. Diventai invece muta come un pesce. LETIZIA SERVIBENE » » • asinerie La penultima: A teatro. Ora che è finita la -appresenta zione è il momento di ccciprare della biancheria. Perchè? Perchè cala la tela. # « « L'ultima: Un anno fi io volevo un bene matto a mio marito. Lo coprivo di ca rezze.... lo avrei mangiato! E adesso? Adesso n 0.... r.on lo posso più digerire!..» Sancio Panza. Asterischi tli Guerra Solidarietà' e unita' di azione Lo volgimento dell'azione guerresca in Francia dimostra che è stato raggiunto il più stret to ed efficace coordinamento di tutti gli sforzi delle potenze uni te nella lotta contro gl'imperi centrali; che il programma di u nità politica e di azione ha rice vuto forma di concreta e positiva attuazione; che il completo ac cordo regna tra governi e capi militari in tutti i sensi e sotto tutti i riguardi, perchè le risolu zioni concordi possano avere il lo ro pieno effetto. E' dunque quel fronte unico, tante volte invocato, che final mente passa dalle asti-azioni teo riche alla realtà attiva ed operan te. Ed ai propositi seguano i fat ti; e non dubitiamo che essi sa ranno quali i popoli civili li atten dono. I popoli hanno sostenuto e so sterranno i più duri sacrifici per evitare la vittoria tedesco-tarta ra, che significherebbe la sop pressione delle indipendenze na zionali e delle libertà democrati che. Ed i governi, che hanno commesso finora gravissimi erro ri diplomatici e militari, è da spe rare che svolgano, nella fase tei - minale della guerra, un'azidhe che sani, almeno in parte, con la sua unità di svolgimento, con la energia massima nei mezzi, i ma li compiuti. Gli imperi centrali stanno fa cendo il lor© estremo tentativo. In Gennania è prevalso, nella lotta interna dei partiti, il parti to militarista, e cioè il program ma chfe consiste nel tentare un ultimo colpo contro le potenze oc cidentali. Nessuno si illude che la pace possa farsi ora, senza pri ma aver dimostrato sui campi dì battaglia che o gli Imperi centra li o l'lntesa possono costringere gli avversari ad abbandonare u na parte delle loro pretese. La grande prova è in corso, e biso gna ad essa dedicare tutti gli sforzi. In Germania è prevalso il pro gramma di una nuova offensiva, perchè Hindenburg e Ludendorf hanno persuaso le sfere "politiche dirigenti, e per ripercussione l'o pinione pubblica, che gli Imperi possono ancora ottenere nuove vittorie, ed anzi le vittorie deci sive contro le Potenze occidenta li. Spetta all'lntesa dimostrare il contrario; e questa dimostrazio ne servirà più che ogni buon ar gomento politico e morale per far intendere alla Germania e ai suoi alleati che la pace dovrà es sere fatta sulla base dei diritti nazionali, e non della prepotenza e dell'avidità imperiale. Prepotenza e avidità che la si nistra commedia dei negoziati di pace con la Russia ha posto già da tempo in piena luce e che il buon senso del pubblico ha sma scherato, dimostrando la "con tradizione che non consente" tra le parole accomodanti, spesse volte pronunziate dai ministri re sponsabili dei due imperi, e l'a zione spoliatrice svolta dalle de legazioni austro-tedesche a par lamento coi bolsceviki. Noi siamo alla fase decisiva della guerra. Tutti dobbiamo fa re il massimo sforzo per raggiun gere i fini che ciascuno degli al leati e tutti insieme si sono pre fissi; fini non imperialistici, co me quelli germanici e degli stali legati alla Germania; bensì di li berazione, per noi e per i popoli asserviti alla tirannide tedesca, magiara e turca. Un debito d'onore Se è vera la notizia data dai giornali, la Germania avrebbe imposta alla Rumenia una favo losa indennità di guerra, raggua gliata a due miliardi di marchi. E la Rumenia. dopo aver resistito e lottato contro la più tragica av versità di fati che si sia mai ro vesciata sopra una nazione, è co stretta a curvare la testa. L'e roismo capitola dinanzi al tradi mento. In un anno e mezzo di guerra la Rumenia ha sperimentato tut te le viltà, ha conosciuto tutte le defezioni, ha sofferto tutti i di singanni che la storia po-sa ac cumulare per il cor-o dei secoli sul cammino di un popolo. L'ALCOOLISMO ovvero L'UOMO E L'ALCOOL Per richiesta della Loggia Gugliel mo Marconi. No. 165. dell'Ordine Figli d'ltalia in America, nella cui assem blea fu letta, pubblichiamo una con ferenza detta dal chiarissimo Dottor G. Sparano, SI LL' L'OMO e L' AL- Per ristrettezza di spazio siamo co stretti a pubblicarla a puntate. (Continuazione del numero precedente) E' l'azione inebbriante deii'alcool a ad arrivare ad eccessi innominabili. Il vino fu usato dai sacerdoti antichi nelle pratiche religiose, fu l'anima dei banchetti e delle feste. Era costarne de!le nazioni antiche di discutere affari di politica, allean ze e guerre nei conviti, dove i banchet zioni di vini, perchè dicevano: il vino sveglia l'intelletto più ottuso, riempie !il cervello di idee, dà eloquenza alla lingua, illur.iina gli occhi col fuoco del l'espressione: le angoscie e le solleci tudini delia vita sono dimenticate, i pericoli passati e le diff.coltà presenti sono guardati senza sgomento, il fu turo apparisce roseo, pieno di succes so e di felicità; in breve una specie di paradiso si apre allo spirito. Sono rimaste famose le feste Bac canali romane, così chiamate perchè in onore di Bacco, Dio dei bevitori. A queste feste partecipavano indistinta mente uomini e donne: con torcie ac cese passavano la notte per le strade della città, abbandonandosi a frenetici eccitamenti, danzando ed emettendo clamorose invocazioni a Bacco, strap pando la carne dalle membra di ani mali e mangiandola cruda, suonando timballi e tamburi-ini e portando in processione immagini dei loro dei. En travano poi nel tempio di Bacco, dove mangiavano, bevevano copiosamente, e si abbandonavano ad ogni eccesso ed immoralità. Le conseguenze di queste disordina te festività si riflettevano seriamente sulla società, perchè da questa sor gente di vizio scaturivano, come co rollari, le false testimonianze, le truf fe, i testamenti falsi, gli avvelena menti, gli assassini. E ciò avveniva proprio in Roma. Gli eccessi però divennero così pe ricolosi che nell'anno 186 avanti Cri sto il Senato Romano, decretò l'abo'.i zione di queste feste, sotto grave pena. "Un esempio storico di dissolutezza alcoolica ci è dato in persona di Ales sandro il grande, re di Macedonia, il quale fu conquistatore e guerriero in vincibile, amante e protettore delle lettere e delle arti, ma fu schiavo del vino. Negli eccessi del bere diventava feroce e crudele, ed in uno di questi eccessi, divenne assassino, perchè uc cise di suo proprio pugno un suo in timo amico, chiamato Clito. Alla pre sa di Babilonia, si abbandonò alla più smoderata intemperanza. Dopo aver bevuto tutta la giornata, accettò di cenare a casa del suo amico Medio, dove passò tutta la notte in orgia. Dormi il giorno seguente e si rifece della sbornia. La sera seguente banchettò di nuo vo a casa di Medio. Erano questa vol ta a cena venti convitati. Egli bevve alla salute di ognuno di essi: poi brindò ad essi tutti parecchie volte. Dopo di ciò chiamò a sè la coppa di Ercole, che poteva contenere sei bot tiglie di vino, la fece riempire, e la bevve d'un fiato, alla salute di Proteo. Dopo pochi minuti bevve di nuovo alla salute di Prote?, tracannando un'al tra coppa d'Ercole. Non aveva finito di vuotare l'enorme coppa che cadde al suolo come colpito dalla folgore. Poche ore dopo mori. E Seneca, accennando a lui, nel de LA LIBERA PAROLA Tutta l'umanità vive oggi una vita spasmodicamente affretta ta e convulsamente rapida Ma la Rumenia in questo più veloce ritmo della sua esistenza non ha trovato che un più veloce succe dersi di sciagli re e di catastrofi. Tutti i tradimenti si sono accani ti su di essa. Lontana dalle gran di morelle latine, verso cui una in vincibile solidarietà di sangue la chiamava, abbandonata dallo za rismo, assassinata dalla rivolu zione. la Rumenia non era più ormai che una nazione sperduta, su cui una superstite legione di eroi attendeva dalla crescente marea la morte liberatrice. Spet tacolo profondamente angoscio so per chi nulla poteva ormai più tentare per recare aiuto all'al leata lontana, per chi vedeva sin dall'inizio della rivoluzione russa delinearsi il tragico fato della Rumenia, che il tradimento bol sceviko ed ukraino non ha fatto che suggellare. Alla sorella dolente, vada il no stro saluto di commossa ed inal terabile solidarietà. E non per vano artifizio di povera rettori ca. No. Noi sappiamo benissimo quanto sia costato siila Rumenia l'essersi schierata dalla parte de l'lntesa; e sappiamo anche che certi debiti non si pagano a pa role. Ma precisamente per questo, intendiamo che la espressione di immutata simpatia per la sven turata nazione rumena, significhi riconoscimento solenne di questo debito che i governi e i popoli dell'lntesa hanno appunto verso la Rumenia. e che es-i, nella guerra e con la guerra, provve deranno a saldare. API. scrivere gli effetti dell'ubbriachezza, dice: Ecco questo eroe invincibile dalle fatiche delle prodigiose marcie, dai pericoli degli asserì:: e dei combatti menti, dai più violenti estremi di caldo o freddo, qui giace vinto dalla sua ..-.temperanza! In tempi più avanzati fu necessario fmanare leggi punitive contro l'ub jriachezza; così ad esempio in Inghil terra ai tempi di Cromwell, gK üb riachi erano obbligati a portare, qua e castigo, il cosi detto abito degli üb riachi, che era costituito da una bot e vuota fornita di un faro a ciascun estremo, uno per la testa ed uno per piedi del condannato, che, dopo di iver'a indossata, doveva marciare per mmvsmammmmßmmewmtm «i ■ nn■ 11 mi ■ !■—r m nn mn m\ ■ll ■m i '-.mrumk. ni. «i^bcv* QUAKER CITY DAIRES I APULIA CREAMERY Co. 13th and Dickinson Sts. 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Ma quantunque la crescente civiltà delle nazioni cercasse con apposite leggi di regolare l'uso degli alcoolici, pure, dove più, dove meno, il consu mo di essi è stato sempre ed è tuttora grandissimo, perchè mentre da una parte l'uomo vi è attratto dal suo pri mo effetto piacevole ed ingannatore, dall'altra, i produttori e venditori de gli alcoolici fanno di tutto per attira re la facile preda, allo scopo di smer ciare i loro prodotti ed incassare tanti guadagni. Vediamo intanto come agisce l'al cool su chi lo beve. Se le dosi ingerite sono piccole, esse apportano un eccitamento generale che è la cosi detta ebbrezza alcoolica. Il primo segnale dell'ebbrezza è un certo calore ed arrossimento della fac cia, ciò che indica che il sangue co mincia ad essere saturato dal liquore ed il nervo simpatico cervicale co mincia ad essere paralizzato. In questo periodo il bevitore trova sè stesso in uno stato d'animo eleva to; il cervello si eccita, la lingua si scioglie; diventa espansivo, pieno di affetto per tutti. I sentimenti che pre dominano nel suo animo, e che prima erano velati, ora vengono messi a nu do, perchè con insolita loquacità vuota il suo animo, svela i suoi segreti, ma nifesta le sue passioni; onde il detto: in vino veritas. In questo stato l'uomo si dice brillo. Se continua a bere forti dose si ge nera il secondo periodo, che comune mente chiamasi übbriachezza, ma che non è se non l'alcoolismo confermato od apoplettico, il quale rappresenta il grado massimo dell'intossicazione al coojica. L'individuo sente un calore periferico accentuato, le arterie del collo e del giugolo pulsano fortemen te e mentre talora si abbandona a te tra malinconia, tal'altra si dà in pre da ad inconsulta gioia; a volte di viene furioso insolente, altre volte di v n.t: jr.iero. facendo de: panegirici eccentrici, sconclusionati, perdendo e ducazione e ritegno. Allo stesso tempo si manifesta l'incoordinazione motrice, per cui barcolla dapprima, poi non può più camminare; e se le dosi di alcool sono state assai forti, finisce per ca dere a terra, con perdita completa del la coscienza, polso filiforme, respira zione lenta, interrotta e rubante: si ha abbassamento della temperatura del corpo, la pelle si ricopre di sudo re freddo e vischioso, la faccia poco a poco diviene livida, ciavotica; le pu pille si dilatano, la circolazione del sangue si rallenta fino a verificarsi la morte per paralisi della meccanica re spiratoria. E se non muore, quando si risveglia, si/troverà o con febbre o con sintomi più o meno gravi di gastro enterite o con itterizia o con esalta mento nervoso. Questi sono i sintomi dell'intossica zione acuta per alcool. i MODEL PRINTING HOUSE ; t A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore-Proprietario * ' 906 Carpenter Street - Philadelphia. Pa. A In questa Tipografia, messa su con larghezza di vellute, si slam- i 112 j,a con nitidezza e precisione artistica dal biglietto <la visita al modulo } A più complicato: dall opuscoletto al giornale di grande formato. 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